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Autore: CKS    14/05/2019    1 recensioni
Cherry riceve un nuovo incarico da Heart, che la porta in Giappone a conoscere le ragazze ed i ragazzi visti precedentemente in foto.
Cosa farà per metterli insieme?
[I personaggi presenti nella storia sono di più rispetto a quelli indicati nel riquadro - La storia è in fase di revisione e correzione, sia per la forma che per il contenuto; revisionati e modificati il prologo e il primo capitolo].
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kumiko Sugimoto/Susie Spencer, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11
Chiavi di svolte 

-Dove stai andando, Tsubasa?- domandò Ryo curioso.
Erano quasi le nove e mezza, ed il Capitano aveva preso un pallone sottobraccio.
-Vado a fare due tiri-
-A quest'ora?-
-Perché no?- chiese, infastidito dal difensore che gli stava facendo perdere tempo prezioso.
-Certo che non ho mai visto nessuno così fissato con il calcio come te!- e lo lasciò passare.
Tsubasa sbirciò fuori dalla porta della camera per vedere se c'erano in circolazione altri suoi compagni, ma sembrava tutto tranquillo.
Si allontanò abbastanza velocemente dalla camera che condivideva con Ryo, ma non si diresse verso il campo di calcio: l'allenamento, in verità, era stata semplicemente una scusa per non destare sospetti negli altri ragazzi, specialmente in quelli più impiccioni, come Ishizaki.
Tsubasa aveva bisogno di riflettere e di fare un po' di chiarezza riguardo la sua vita.
Si sedette a terra e si fece una semplice domanda: andare in Brasile era davvero quello che voleva?
Pochi mesi prima avrebbe sicuramente risposto affermativamente, ma adesso non era poi così tanto sicuro della risposta.
E un'altra domanda che si pose riguardava la sua famiglia ed i suoi amici: era disposto a lasciarli? Ad andare in un continente dall'altra parte del mondo e subire un distacco netto con quelle che erano le sue abitudini in Giappone? Poteva farcela?
Prese un respiro profondo per allontanare tutti quei dubbi dalla sua testa, ma a quel punto fu il suo cuore a farsi sentire, e gli ricordò che c'era qualcuno che era ancora più importante tra tutti i suoi amici.
-Sanae...- mormorò a bassa voce.
Non capiva perché l'aveva baciata, ma ogni volta che la guardava, riusciva a ricordare l'incredibile sapore che aveva sentito sulla propria bocca dopo averle sfiorato le labbra.
Un piccolo sorriso comparì sul suo volto, ma si spense quando la mente gli rammentò malefica del suo viaggio di sola andata per il Brasile. 
Ecco, la sua mente diceva che era giusto andare via dal Giappone, ma il cuore non era affatto d'accordo su questa prospettiva.
Sbuffando, si accorse di essere più confuso di prima.
Un rumore di un pallone che rimbalzava riuscì a distoglierlo momentaneamente dai suoi pensieri.
Sì avvicinò verso la sagoma scura.
Era un ragazzo molto alto, con un fisico magro ed atletico, con i capelli lisci e lunghi poco sotto le orecchie. Tsubasa intuì che avrebbe potuto avere più o meno la sua stessa età.
-Ehi!-
-Buonasera-.
Ci fu un attimo di silenzio.
-Come ti chiami?- domandò Tsubasa, sinceramente incuriosito.
-Kirito-
-E il tuo cognome?-
L'altro chinò il capo.
-Allora?-
-Sora. Mi chiamo Kirito Sora-
-Sora? Io conosco una ragazza che ha il tuo stesso cognome!-
-Per forza! Kiri è la mia sorellina!- e sorrise, perché lei odiava essere chiamata così.
-Kiri non ci aveva detto di avere un fratello- mormorò Tsubasa amareggiato. 
-Beh, adesso lo sai- e scrollò le spalle.
-Ti piace giocare a calcio?-
-Sì, molto-.
Una voce che Tsubasa conosceva molto bene attirò la loro attenzione.
-Lasciami!-
-Eddai, piccola, cosa ti costa darmi un bacetto?!-
-Mi fai male- gridò Yayoi con le lacrime agli occhi.
Lei era uscita un attimo per prendere una boccata d'aria, quando quel tizio, probabilmente un giocatore di una squadra, aveva iniziato ad importunarla.
-Non hai sentito cosa ti ha detto?! Sei sordo, per caso?!-
-E tu cosa vuoi? Guarda che sono libero di divertirmi!-
-Lasciala andare- scandì lentamente Kirito. Tsubasa gli diede manforte, tuttavia fu costretto a dire una bugia (anche se quella non lo era propriamente, in quanto i due ragazzi si comportavano già come se fossero fidanzati) -Il suo ragazzo non la prenderà affatto bene se continui a darle fastidio-.
L'altro non si fece intimorire -Non me ne frega un bel niente del suo ragazzo! Una merce così preziosa non dovrebbe girare da sola di notte...-.
Gli occhi di Kirito si ridussero a due fessure. Quelle parole lo rimandarono ad un avvenimento che era accaduto del tempo prima.

(*)

Si allacciò velocemente gli scarpini: era in ritardo per l'allenamento, ed il Mister non glielo avrebbe perdonato. Le conseguenze erano fare il doppio dei giri di campo e degli esercizi previsti per il riscaldamento.
-Alla buon'ora ora!- Rafael gli circondò le spalle con un braccio, subito supportato da Serge, che disse -Di solito, quando si tratta di calcio, sei sempre in anticipo!-
Il ragazzo sbuffò.
-Ho tardato perché ero in giro con mia sorella a cercare un regalo per nostra madre. Lo sapete che manca poco alla festa della mamma o no?-
-Per la miseria! Ce ne siamo scordati! Allora dovremmo ringraziarti per avercelo ricordato!- esclamò Rafael.
-E comunque...- Serge si fece malizioso -Ma lo sai quanti ragazzi vorrebbero uscire con quella sventola di tua sorella? Lei è proprio una merce rara, anzi rarissima, come il colore dei suoi occhi! E poi anche tu sei parecchio corteggiato!-.
Gli occhi del ragazzo diventarono cupi, cosa che non piacque molto a Rafael e Serge.
-SPARITE! NON FATEVI PIÙ VEDERE FINCHÉ NON AVRÒ SBOLLITO LA RABBIA!-
Gli altri due si defilarono.
Il suo respiro sembrava che fosse diventato affannoso, e aveva serrato i pugni.
-Tsk! Mia sorella una merce preziosa! Ma come diavolo si permettono di dire queste cose! Lei è una persona in carne ed ossa, non un oggetto! Ah, se li avesse sentiti nostro padre, avrebbero di sicuro fatto un brutta fine!-.

(*)

Kirito si riscosse dai suoi pensieri e prese un altro respiro, ma irrigidì le spalle -Te lo ripeto per l'ultima volta: lasciala andare!-.
L'altro rise grassolanamente -Anch'io ti ripeto per l'ultima volta che voglio spassarmela con lei, e non sarete di certo voi ed il suo ragazzo ad impedirmelo!-
Con una velocità sbalorditiva, accompagnata ad una precisione quasi maniacale, Kirito sferrò un pugno nello stomaco del ragazzo.
L'altra si accasciò a terra, tenendosi la pancia dolorante.
-Ops! Avevo dimenticato di dirti che oltre al calcio pratico anche il pugilato!- commentò il ragazzo con voce innocente, ma che suonava molto di più come presa per i fondelli.
Tsubasa, superato lo shock del momento, si avvicinò a Yayoi che tremava violentemente.
-Stai bene? Non ti ha fatto niente?-
-No, Tsubasa, grazie. Mi sono solo spaventata. Chi è il tuo amico?-
-Mi chiamo Kirito, piacere- disse lui allegro e gioviale, come se non fosse successo nulla.
-Yayoi Aoba, il piacere è anche mio-.
Un rumore di passi li fece sussultare.
-Che accidenti è successo qui?!-
-Jun!- urlò Yayoi di sorpresa.
-Lei sta bene, vero Tsubasa?-
-S-sì- balbettò lui -Ma, Misugi, come facevi a sapere che Yayoi è stata aggredita?-
-Ho incrociato Kiri nel corridoio, e mi ha detto che stava accadendo qualcosa di brutto- si grattò la testa con fare meditabondo -Anche se adesso che ci penso, non capisco come facesse a sapere che c'era qualcosa che non andava...-.
Jun, dopo aver finito di parlare, andò accanto alla ragazza ancora impaurita, si tolse la giacca e gliela mise sulle spalle. 
-Vieni Manager- sussurrò con voce dolce -Ti riaccompagno in dormitorio...-.
Cherry, distante da loro, sorrise soddisfatta. A dirla tutta non amava molto gli incantesimi che riguardavano l'ipnosi, tuttavia doveva ammettere che, a volte, tornavano utili.
Ma la sua sicurezza ed il suo sorriso si spensero quando incrociò lo sguardo penetrante di Kirito. Sembrava strano, ma quella ragazzo dava l'impressione di aver capito il suo piano...

*

Jun strinse a sé Yayoi, tentando di confortarla con quell'abbraccio.
-Sei sicura di stare bene?-
-Sì, sono solo un po' scombussolata...-.
Lui annuì e non fece più domande.
Arrivati davanti alla camera della ragazza, Jun fissò profondamente la ragazza negli occhi.
-Forse non è il momento adatto...- disse lui serio -Ma non riesco più a tenermelo dentro-
-Cosa stai dicendo Jun?- domandò Yayoi in un soffio -Non è il momento adatto per cosa? E specialmente, cosa non riesci più a tenertela dentro?-
Jun appoggiò la sua fronte a quella della ragazza, che si appoggiò alla parete perché le gambe non avevano più la forza per sorreggersi.
-Mi sono innamorato di te- confessò il ragazzo.
Yayoi sentì i battiti furiosi del suo cuore, mentre Jun sfiorava le sue labbra con un dolce bacio.
-A domani!- mormorò lui, allontanandosi dopo averle accarezzato una gota con delicatezza.




(*) L'asterisco chiuso tra le parentesi segnala l'inizio e la fine di un flashback.
Alcuni personaggi come Rafael e Serge, oppure il ragazzo che ha infastidito Yayoi, sono semplici comparse che ho dovuto inserire per spiegare alcuni dettagli (ad esempio una parte del carattere di Kirito).

   
 
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