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Autore: Riku_Lucis_Caelum    15/05/2019    0 recensioni
E se ci fosse qualcosa che abbiamo dimenticato?
O meglio, "qualcuno"...
Questa è la storia di una principessa di un regno caduto.
Spero possiate apprezzare questa storia e il personaggio che sono andata a creare, gli intrecci e le sue relazioni. ^^
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Era presso il molo di Galdin o per lo meno in un luogo là vicino, presto avrebbe trovato il modo di arrivare ad Altissia. Sapeva che stavano facendo lo stesso percorso e che era pericoloso per lei avvicinarli ma non aveva scelta, nonostante tutto voleva aiutarli, voleva aiutare suo fratello se possibile, anche se lui non aveva idea di chi lei fosse.
La ferita ancora le doleva mentre lentamente seduta sul letto di un Hotel si cambiava le bende stringendo i denti. Infondo se l’era cercata, sapeva che non doveva stare così vicino a loro ma era così dura.
Si morse il labbro inferiore mentre stringeva la fascia attorno al braccio, era frustrata e si sentiva sola.
Si chiedeva se il prezzo pagato valesse davvero tutto questo dolore ma, infondo poteva ancora vederli anche se da lontano. A distanza ma poteva ancora stare con loro e con suo fratello.
Si lasciò cadere all’indietro nel letto guardando il soffitto bianco, poi chiuse gli occhi crogiolandosi nei ricordi dolce amari della sua vita che ormai era meno che un sogno.

 

Qualche anno prima…

Era alla scrivania e come suo solito era sommersa da scartoffie e documenti, quanto avrebbe voluto una pausa, erano settimane che lavorava come una matta. Voleva si aiutare il padre ma, era anche un modo per non pensare ad altro.
La sua guardia reale era lì anche oggi, aveva preso ad essere più presente nell’ultimo periodo e addosso non aveva più quell’odore odiosamente dolciastro.
Non si erano più parlati molto e poi lei di mettersi a discutere con lui non aveva assolutamente voglia, né voleva chiedergli spiegazioni. Era stato chiaro sul loro rapporto e lei stava cercando di metterci una pietra sopra nonostante fosse arduo visto quanto ora facesse sentire la sua presenza.
Mentre distrattamente leggeva un documento lo guardava sottecchi.
Mani lungo i fianchi e schiena dritta, lo sguardo fisso davanti a sé ma che di tanto in tanto si spostava su di lei. La scrutava e non era solo per sorveglianza, lei sapeva che moriva dalla voglia di chiedergli mille cose. Dal canto suo nonostante le sue scelte, non aveva certo represso l’affetto per lui, era difficile dimenticare un amore decennale così su due piedi.
La porta si aprì rompendo quel silenzio.
- Sua altezza… il thè…- mugolò il giovane occhialuto.
Con una mano teneva il vassoio con su teiera, tazzine e biscotti, con l’altra apriva la porta.
Nella stanza si avvertiva una tensione terrificante, sembrava di essere una gabbia di belve feroci pronte a sbranarsi. Mentre portava il vassoio alla ragazza la guardia lo stava uccidendo con lo sguardo ma a Ignis sembro non importare assolutamente. Non era lui quello “di troppo” nella stanza.
Posò il vassoio sulla scrivania versando due tazze di thè, una per la sua principessa e una per se, voleva restare in quella stanza. Voleva infastidirlo e vedere se aveva abbastanza palle per affrontarlo, o quanto meno per rivolgere una qualche parola a lei ma, in queste settimane non aveva fatto altro che guardarlo con astio, evitarlo e scrutare la giovane principessa.
Si bevvero il loro thè, lei era tornata quella di sempre come se nulla fosse successo e da una parte ne era consapevole anche se, nel suo cuore ci aveva sperato, avrebbe voluto essere almeno più di questo per lei ma quel posto era riservato a quel soggetto poco raccomandabile che nemmeno sapeva apprezzarla.
Passò un po’ di tempo prima che Ignis uscisse dalla stanza ma non prima di aver lanciato un'occhiataccia alla guardia reale. Una volta chiusa la porta alle sue spalle Gladio girò la chiave nella toppa togliendola e mettendola nella tasca, lo fece silenziosamente così che la ragazza non se ne accorgesse nemmeno visto che, era con gli occhi su quelle scartoffie.
Il ragazzo lasciò la sua postazione, dentro stava ribollendo di rabbia, gelosia e possesso ma sapeva che la colpa era solo sua, lei non aveva fatto altro se non quello che lui aveva chiesto ma non pensava sarebbe stato così tremendo. L’idea che qualcuno che non fosse lui la toccasse lo faceva ribollire.
Le arrivò davanti sbattendo i palmi sulla scrivania facendola sobbalzare e aderire con la schiena alla sedia.
- Fino a dove sei arrivata con lui?- disse la guarda rabbiosa.
La moretta era sorpresa, lo aveva visto furente ma con lei mai, però non gli avrebbe mostrato paura. Si posò con le mani sulla scrivania e si sollevò piegandosi in avanti finendogli faccia a faccia nonostante l’evidente differenza d’altezza, lo guardava in viso.
- Non ti riguarda… torna al tuo posto…- disse gelidamente la giovane.
Non lo fece anzi le afferrò un polso tirandola verso se, stringeva  per non farla allontanare.
- Dimmelo…- era serio, furibondo e se possibile anche triste.
-Tu una guardia, io una principessa… sei stato chiaro con me  più di una volta…- asserì la ragazza senza distogliere lo sguardo né fare resistenza per liberarsi dalla stretta.
Lei aveva ragione, era stato lui a decidere che era “intoccabile” e ora pagava il prezzo della sua stupidità, lei aveva cercato conforto tra le braccia di un altro e infondo non era diverso da quello che aveva fatto lui.
Pretendeva risposte che non era tenuta a dargli, voleva qualcosa che non gli era dovuto proprio perché lei non gli apparteneva.
Nessun legame se non quello di principessa e guardia.
- Ora puoi lasciarmi andare Gladiolus?- mugolò la ragazza.
Non se lo aspettava, non lo aveva mai chiamato con il suo nome per intero ma, non voleva lasciarla, non voleva finisse a quel modo.
Non era pronto a rinunciare a lei così ed era consapevole che stava accadendo per colpa sua. Infondo cosa si aspettava dopo quello che le aveva fatto?
No, non poteva finire così.
Le afferrò l’altro braccio tirandola sulla scrivania facendo cadere tutto quello che vi era sopra, i documenti si sparsero a terra mentre la lampada di vetro sbattendo sul pavimento si spaccò in mille frammenti.
Era semi-seduta sulla scrivania sostenuta per le braccia dal ragazzo, era spaventata da quella situazione ma lo conosceva, la sua indole e il suo essere così testardo. Ma aveva fatto tutto lui, le aveva chiesto implicitamente di smettere di morirgli dietro e adesso faceva le scenate?
- Lasciami… - disse di nuovo la ragazza cercando di mantenere il controllo della situazione.
Lo guardava negli occhi che tanto adorava quando lui, tirandola per i polsi la costrinse ad un bacio, violento e passionale, forzato che la lasciò attonita e incapace di reagire.
Stringeva i pugni ma era davvero impossibile divincolarsi, la costringeva ad accettarlo e aveva la forza per farlo. La lingua sfiorava la sua mentre la tirava verso di lui trascinandola sulla scrivania portandola dal lato dove si trovava lui e per quanto tirasse indietro le braccia per fare resistenza, non otteneva nulla.
Il ragazzo mise fine al bacio rendendosi finalmente conto di quello che davvero stava facendo alla sua principessa.
Lei lo guardava, gli occhi lucidi e le guance rosse, tremava ma guardandola e pensando che “quello” l’avesse toccata, la rabbia gli faceva ribollire il sangue.
La tirò verso di sé di nuovo facendola stendere sulla scrivania e riprese a baciarla con foga e rabbia, era violento e indelicato eppure, aveva smesso di fare resistenza. Per quanto potesse detestare quello che le aveva fatto quello che provava per lui era così immenso da far sparire tutto.
Chiuse gli occhi rilassando la schiena sulla scrivania, lui le lasciò i polsi iniziando a stringerla per i fianchi mentre lei gli ansimava sulle labbra e gli metteva le braccia al collo lasciandosi andare tra quelle braccia così grandi.

 

Gladio uscì dalla stanza di corsa coprendosi il viso con una mano, non notò nemmeno Ignis che camminava nel corridoio andando dalla parte opposta a quella in cui lui si stava dirigendo a passo svelto.
Non capiva ma quel comportamento era sospetto, così affrettò il passo andando nella stanza dove prima era la principessa.
La trovò in ginocchio a terra che raccattava fogli con lo sguardo perso.
- A…altezza?- mugolò l’occhialuto mentre notava poco più in là, la lampada di vetro in frantumi.
Sembrava ci fosse stata una lotta la dentro ma, lei non sembrava ferita.
Si chinò e inginocchiandosi davanti a lei le sollevò il viso con una mano.
Aveva gli occhi lucidi e le labbra arrossate.
- Sto bene… davvero… ah… attento ai vetri non voglio che ti tagli serve una scopa…- borbottò lei distogliendo lo sguardo alzandosi poi in piedi.
Lui era ancora a terra in ginocchio e la guardava con dolcezza anche se lei, non riusciva a guardarlo nemmeno negli occhi, era la prima volta che non riusciva a sostenere uno sguardo, lei che non lo avrebbe abbassato nemmeno di fronte agli Dei.
Non era sciocco, lo aveva capito e probabilmente quello che le stava mostrando ora era disagio e senso di colpa. Si alzò anche lui e le sorrise.
- Vado a prenderla io… - si voltò andando verso la porta.
Anche se le sorrideva, non era affatto felice e mentre usciva dalla stanza e chiudeva la porta, si mordeva il labbro inferiore reprimendo quei sentimenti anche se era davvero arduo.La desiderava, l’amava ma non era sua e non lo sarebbe mai stata, lo sapeva che era impossibile eppure non aveva smesso di sperare che forse un giorno, lei lo avrebbe guardato come guardava la guardia reale.

 

Passarono i mesi, tutto era abbastanza tranquillo. Il rapporto con Ignis era come al solito mentre Gladio sembrava essersi avvicinato di più, niente di ufficiale ovviamente ma era come una sorta di tacito accordo tra loro e le andava bene così. Il solo problema era il fastidio reciproco che correva tra i due ragazzi, se c’era occasione non la perdevano per punzecchiarsi e per questo, non poteva che biasimare se stessa.
Era alla scrivania come sempre quando iniziò a sentirsi poco bene, le mani le tremavano e non riusciva a scrivere nemmeno una parola .
-Tutto bene?- le domandò Gladio vedendola leggermente strana.
Si teneva una mano sul ventre mentre una era sulla bocca, aveva la nausea ma era strano, non era solita soffrirne. Si alzò dalla sedia, forse stendersi sul divano le avrebbe giovato ma, ebbe come una vertigine e capì che al divanetto non ci sarebbe nemmeno arrivata.
- Gladio… chiama… gh…-  non riuscì nemmeno a finire la frase quando iniziò a tossire in maniera convulsa.
La guardia reale spalancò la porta urlando nel corridoio che serviva aiuto dirigendosi poi immediatamente dalla ragazza. La sosteneva per le spalle non capendo che diavolo le stesse accadendo, non smetteva di tossire ma poi, crollò sulle ginocchia perdendo i sensi e sulla mano della giovane lo vide.
Sangue misto ad una sostanza nera e vischiosa, la ragazza aveva perso i sensi mentre Gladio urlava nella stanza allertando tutto il palazzo.
Quando aprì di nuovo gli occhi era nella sua stanza e accanto al letto, seduto su una sedia c’era suo padre, la stava carezzando dolcemente ma aveva un sguardo triste.
-Padre… cosa…. – un altro colpo di tosse, le facevano male persino le costole.
Non vedeva suo padre con quell’espressione dalla morte della madre, iniziava a chiedersi che cosa stesse accadendo al suo corpo, perché all’improvviso era crollata a quel modo e ora fosse completamente senza forze. Mentre si arrovellava sentì urlare per il corridoio.
-Levati! Devo andare da lei!- era Noctis e lei si tirò a sedere con tutta la forza che aveva.
- N…Noct! – uggiolò lei mentre la tosse ricominciava a tormentarla.
Il giovane principe entrò nella stanza correndo dalla sorella, si buttò sul letto con tutte le scarpe prendendola per le spalle poggiando la fronte su quella di lei. Si copriva la bocca mentre tossiva ancora e ancora e dalle mani iniziava a colare sangue e quella sostanza nera.
- Hey… di..dimmi che posso f…fare… - il ragazzo era davvero nel panico, la guardava e si sentiva impotente.
La giovane scosse la testa smettendo gradualmente di tossire, il padre le porse un fazzoletto così che potesse pulirsi e fu allora che la principessa capì.
- È la piaga… - le mani le tremavano mentre stringeva tra di esse il fazzoletto candido che piano, si sporcava di sangue.
Era condannata a morire e poi a diventare un mostro ma, mentre pensava queste cose sollevò lo sguardo incrociando quello lucido e smarrito del fratello minore seduto davanti a se. Non sapeva come consolarlo, non poteva mentirgli dicendo che sarebbe guarita perché era impossibile.
- Non è vero… ora starai meglio vedrai, vero pa… dre… - mugolò mentre si voltava verso il genitore.
Era seduto in silenzio, lo sguardo basso, un uomo stanco e sconfitto, nella mano stringeva le coperte e non proferiva parola, poi la mano della figlia si posò sulla sua e lui sollevò lo sguardo.
Erano la davanti a lui, i suoi bambini ormai troppo grandi per stargli seduti sulle gambe, erano diventati adulti in fretta. Era dura accettare l’idea di perdere anche uno solo di loro, preferiva morire lui al loro posto.
- Non piangere padre… - mugolò lei vedendo gli occhi del genitore farsi lucidi.
Il re si mise una mano sul viso cercando di trattenere le lacrime, doveva accettare la sua impotenza e doveva accettare che sua figlia stava morendo, la piaga l’aveva infettata e presto o tardi l’avrebbe portata via da lui.
Noct in silenzio osservava la scena, gli sembrava tutto troppo surreale da accettare. Lei non doveva morire, non poteva morire.
Quella notte nonostante fossero anni che non lo faceva, Noctis si mise a dormire con lei. Non ne aveva voluto sapere di lasciare la stanza e lei si era ritrovata a stringerlo tra le braccia per farlo addormentare mentre lui la abbracciava forte, quasi fino a farle male.
Era notte fonda e lei di dormire non ne voleva proprio sapere, ci aveva provato ma finiva solo per girarsi e rigirarsi nel letto col rischio di svegliare Noctis così, si alzò e in camicia da notte decise di farsi una passeggiata nel corridoio per andare a prendere un bicchiere d’acqua, magari le sarebbe venuto sonno.
Stava uscendo lentamente dalla stanza quando fatto il primo passo si voltò notandoli. Ignis e Gladio erano entrambi là, probabilmente volevano delle spiegazioni ma era così difficile dirlo con delicatezza.
C’era poco da girarci attorno e nulla poteva indorare quella pillola.
Subito Ignis le si avvicinò prendendole una mano, era così fredda.
- Dovreste andare a letto sua altezza… - mugolò lui cercando di forzarsi a non sembrare troppo preoccupato.
Lei sorrise e strinse la mano del giovane.
- Non c’è pericolo che io, mi ammali più di così…- poi voltò lo sguardo verso la guardia.
Gli posò una mano sul braccio, così caldo. Indossava la divisa d’ordinanza che lei tanto adorava, specialmente addosso a lui.
- Sto morendo… - le uscì quasi da solo, mentre con un sorriso triste guardava il ragazzo che aveva davanti e stringeva la mano di quello che la stava sostenendo, fu diretta e brutale.
Si fece tutto silenzioso, ormai era evidente che entrambi i ragazzi avessero superato i loro diverbi, lei stava morendo e la loro sarebbe stata una futile guerra.
Non sarebbe potuta mai appartenere a nessuno dei due. Lasciò la mano del giovane avviandosi per il corridoio, camminava lentamente, a piedi nudi sulla moquette stringendosi nelle spalle, poi la sentì, una mano sfiorarla e intrecciarne le dita con le sue e voltandosi vide al suo fianco Gladio con un sorriso dolce.
- Posso?- disse facendole capire che voleva accompagnarla e lei annuendo con un cenno della testa, iniziò a camminare piano tenendo la mano alla sua guardia.
Ignis li guardava camminare, era rimasto sulla porta e cercava di essere forte almeno quanto il suo “rivale”.

 
 
 
p.s.
ed ecco il quarto capitolo, aspetto come sempre critiche e commenti, mi aiutano a capire se vado nella giusta direzione ^^
   
 
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