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Autore: BubaEd    23/07/2009    8 recensioni
Ecco a voi la mia prima vera ficcy! E' una RoyEd se non si era capito! xD Comunque spero vi piaccia e che commentiate in tanti!! Ciau!! ^^
NdAmministrazione: secondo il regolamento, l'introduzione deve contenere un accenno alla trama o una citazione significativa ripresa dalla storia. L'autore deve perciò provvedere a modificare questa introduzione (può contemporaneamente cancellare in autonomia questo messaggio)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Maes Hughes, Roy Mustang, Zolf J. Kimbley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco a voi la mia prima vera ficcy! E' una RoyEd se non si era capito! xD Comunque spero vi piaccia e che commentiate in tanti!! Ciau!! ^^


* Tutto è bene ciò che finisce bene *


Deficiente, deficiente e ancora deficiente!!!
Ho fatto talmente tanti errori nella mia vita che ormai non li conto più, ma l’errore più stupido è stato litigare con te.
L’unico che amo, l’unico che mi sappia domare.
E ora ho rovinato tutto per una sciocchezza!
Adesso, sono sotto questa pioggia battente, da solo, cercando si scappare per evitare di fare altri errori stupidi, come faccio quando mi chiamano “piccoletto”.

-Flashback-


Eravamo alla cena per festeggiare la tua tanto attesa promozione a Comandante Supremo.
- Brindiamo per il nostro nuovo Comandante!! – disse Hughes.
- Siiii!!! Evviva Mustang, Evviva!! – un bell’urlo di tutta la compagnia di amici al completo.
- Grazie mille! La prima cosa che farò è la più importante, la più attesa e bella: FARÒ IN MODO CHE TUTTE LE DONNE DELL’ESERCITO PORTINO LA MINIGONNA!! – urlò Roy con aria convinta, non facendo caso a me, che a poco a poco mi incazzavo sempre di più.
- Edward non fare quella faccia però! Lo sai che per me sei e rimarrai per sempre il mio unico amore!
- Si ma mi da fastidio lo stesso! – la mia gelosia non aveva limiti.
- Dai su non fare il broncio – disse con tono molto gentile e amorevole.
- Bacio, bacio, bacio! – cominciò ad urlare Hughes.
- Bacio, bacio, bacio! – a quell’incitamento di Maes cominciarono tutti fin quando non decidemmo di accontentarli.
Ero felice che tutti sapevano di questa cosa, nessuno ne era contrario, anzi erano felici di vederci così!
- Forza adesso, non è il momento dello spettacolino del nostro caro piccolo Acciaio? – chiede Kimbly.
Quando mai lo disse!! Al suono della parola ‘piccolo’ , saltai in aria dalla rabbia. Ero nero!!
Roy appena mi vide, disse:
- Su, stiamo calmi ok? – cercando di evitare che la situazione degenerasse, ma non fece in tempo, che io ero già in piedi, con il dito indice puntato su Kimbly.
- Cosa hai detto, dinamitardo maledetto?? – dissi incazzato.
- Ehi ehi! Il piccoletto d’Acciaio comincia a dare i numeri! Ahahah!! – a quella parola me ne andai con la coda tra le gambe, come un codardo che scappa davanti alle difficoltà.
Roy intervenne, cercando di fermarmi, ma io non lo ascoltai. Tutt’altro! Cominciai a insultare il mio Taisa, senza neanche capire che stessi dicendo. Le parole mi uscivano dalla bocca senza che io volessi.
L’unica cosa che mi ricordo bene si aver detto è solo una, la più dolorosa:
‘Mi fai schifo! Non voglio più avere a che fare con te o con i tuoi amici. Me ne vado dall’esercito e non mi vedrete mai più! Mio caro Comandante Supremo, do le mi dimissioni. Addio!’.
Appena finii di parlare me ne andai facendo un cenno con la mano a tutti, ma soprattutto a te, al mio Taisa.
“Per la mia stupidità, adesso, ti ho perso per sempre”… pensai, non appena fui abbastanza lontano dal locale, sotto quella pioggia battente.

-Fine Flashback-


Rimasi nell’unico posto riparato che trovai, anche perché ormai non saprei dove andare, dopo quello che è successo.
Ero davanti alla libreria centrale di Central City.
In lontananza, vidi una figura strana, oscura, venirmi incontro.
Appena la riconobbi, capii che eri tu, il mio Taisa!
Ti venni incontro.
Ti abbracciai.
Ti baciai.
Ti chiesi scusa per tutto quello che avevo combinato nel locale.
Ma appena cominciai a parlare, mi fermasti. Mi misi il tuo dito indice sulle labbra per zittirmi.
- Adesso zitto, parlo io.
Ti ascoltai e ubbidii.
- Lo so che ti dispiace e che non l’hai fatto apposta. Lo so. Ma sai com’è fatto Kimbly! Devi fregartene! Io adesso voglio che torni a casa con me, ti tranquillizzi e ritiri le tue dimissioni – autoritario, come sempre.
- Hai ragione scusa. Ho detto cose senza senso, non stavo a pensare! Ritiro le mie dimissioni. Adesso andiamo a casa, ti prego! – ti pregai umilmente, in quel momento.
Mi dissi di si, con un sorriso talmente bello, che ne rimasi incantato .
Il giorno dopo tutto tornò alla normalità.
Praticamente nessuno si ricordò di quello che successe la sera prima. Beh, meglio così!
Kimbly ricevette una bella punizione: il Comandante Supremo gli ordinò di pulire tutto il Quartier Generale per un mese, tutto da solo.
È proprio il caso di dire: Tutto è bene ciò che finisce bene.


  
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