Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: imoto    16/05/2019    0 recensioni
8.5 milioni di abitanti sparsi su 785 km quadrati: questa è New York.
Non sorprende che chi fugge dal passato decida di ricominciare proprio da qui. A sorprendere è, invece, l'incredibile storia di come otto ragazzi si sono trovati contro ogni statistica e previsione.
Ma forse non è così tanto sorprendente. Anche le norne a volte tessono arazzi meravigliosi, no?
Genere: Angst, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Niflheimr
parte quarta


L'ostello si trovava in una via secondaria, nascosto alla vista di chi passava normalmente per strada, ma abbastanza vicino alla via principale da poterlo raggiungere in meno di un minuto. Era anche meglio delle aspettative della maggioranza di loro! Certo, la facciata del palazzo era grigia e scrostata, l'insegna era di un color ruggine decisamente troppo veritiero perché fosse voluto e i pochi fiori messi nelle fioriere erano rinsecchiti, ma l’idea generale era più che altro di trascurato.  

«Quanto abbiamo Natasha?»

«365 dollari» rispose «Ma sarebbe meglio non spenderli tutti» finì con un’occhiata di ammonimento verso Clint che, intanto, aveva già superato il cancello e i pochi metri di giardino e li stava aspettando sbracciandosi sulla soglia come un bambino. Velocemente lo raggiunsero ed entrarono nella hall.
La stanza era ampia, piastrellata in panna, con un bancone di legno sulla destra. Una donna dall'aspetto scocciato stava giocando al telefonino quando li vide e si sporse sul bancone. Bucky diede una gomitata a Steve, ma Thor fu più svelto e si avvicinò alla donna in pochi passi.

«Gentile signora, io e i miei compagni avremmo bisogno di una stanza per la notte».

Quella alzò un sopracciglio squadrando il giovane dalla testa ai piedi prima di rispondere.       «525 dollari. Non affittiamo stanze ma posti letto. Sono 75 dollari a letto. 525 per sette letti, ovvero, una camera»
Thor sbatté le palpebre girandosi confuso verso Loki al suo fianco. Tony, Bruce e Clint si erano piazzati sulle poltrone opposte al bancone. Nella stanza accanto, probabilmente l'area comune, un gruppo di ragazzi stava giocando e chiacchierando.

«Quattro letti?» intervenne Natasha. La donna tirò fuori una calcolatrice e la rossa ne approfittò per abbassarsi e tirare fuori i soldi dalla scarpa.
«300 dollari» rispose e le porse un mazzetto di chiavi per la camera. Natasha si avvicinò per pagare mentre i due fratelli si allontanarono verso le poltrone. O meglio, Thor tirò Loki verso le poltrone. Il moro si divincolò riuscendo a sfuggire alla presa ferrea del maggiore sibilando come un serpente: «Si può sapere che ti prende?»
«Perché quattro letti? Siamo in otto, non ci staremo.»
Loki sbuffò irritato: «Meglio quattro letti che nessun letto.»
«E chi dovrebbe prenderseli, uh? Io voglio dormire sul materasso!»
«Fatti da parte Clint.» sbottò senza neanche guardarlo.
Il ragazzo si alzò di scatto dalla poltrona, le pupille strette e lo sguardo affilato: «Sono i miei soldi!» ringhiò basso e velenoso «Se vuoi un letto, vedi di guadagnartelo bastardo.»
«Basta così.» Natasha si mise in mezzo ai due contendenti calmando Clint con una mano sul petto. Il biondo si ritrasse tornando a sedere, ma gli occhi continuavano a essere fissi su Loki.
«La priorità va chiaramente a Tony e Bruce, direi che su questo siamo tutti d'accordo.»
Il genio diede il cinque all'amico al grido di "Potere ai piccoli!" prima di saltare giù dalla poltrona per prendere le chiavi. Natasha le alzò sopra la testa: «Torna al tuo posto, non abbiamo ancora finito.»
«Ma-»
«Tony, vieni qui.» il bimbo borbottò e incrociò le braccia al petto pestando i piedi più forte del dovuto mentre tornava da Bruce.
Bucky fece velocemente il conto a mente: «Rimangono tre letti da assegnare.»
«Tre? Perché?» chiese Steve facendo un passo avanti. Bucky indicò i due bambini seduti su una poltrona con un cenno del capo «Sono convinto che ci stiano in due in un letto.»
«Togline uno per me e uno per Natasha. Ne rimane uno. Dividetevelo.»
«Clint, остановить.»
Il ragazzo scioccò la lingua mettendo il broncio. Loki si morse la lingua per evitare di far notare a tutti come il ragazzo avesse la stessa identica espressione di Tony: quella di un bambino a cui era stato tolto il suo gioco. Uno sguardo veloce gli fece comprendere che tutti l'avevano notato.
Sorrise mostrando i denti, ma lo sguardo di Thor lo zittì prima che potesse dire qualsiasi cosa e Natasha riprese a parlare.
«Un letto lo dividiamo noi, Clint. Rimangono due posti ancora. Se vi stringete, ci possiamo stare tutti.»
«Bucky?»
«Per me non c'è problema.»
Steve sbuffò con la testa fra le mani: «Fantastico, un'altra notte di calci e coperte rubate.»
«Almeno io non russo» rise Bucky tirandogli uno scappellotto.
«Quello è Thor! Io non russo!»
«Certo, certo…»
«Tutti d'accordo?» chiese Natasha mettendo fine al siparietto venutosi a creare.
Thor avvolse le spalle di Loki con un braccio: «Non è bello fratello? Sarà come quando eravamo bambini!»
Il moro sbuffò: «Come se non avessimo dormito insieme fino adesso. Non sarà diverso da ogni altra notte!» Il biondo lo tirò più vicino sorridendo senza ribattere.

«Andiamo in camera adesso?»
Bruce rivolse a Natasha uno sguardo di scuse per essersi fatto sfuggire Tony, ora aggrappato ai pantaloni della rossa.
«Va bene»
Con un grido di vittoria il bambino corse verso le scale iniziando a salirle.
«Non sa nemmeno in che camera siamo...» mormorò Bruce desolato. Con una scrollata di spalle Natasha si diresse verso le scale e piano piano e gli altri la seguirono.
Tony li aspettava saltellando da un piede all'altro sul primo pianerottolo lamentandosi ad alta voce su quanto fossero lenti e vecchi e un sacco di altre cose che tutti puntualmente ignorarono. Raggiunto il primo piano e trovata la stanza numero dodici, entrarono. 

La camera era minimale: a destra si trovavano tre letti a castello spogli, spinti con la testiera contro il muro e con un armadio a colonna a dividerli. Infondo alla stanza, contro il muro opposto rispetto al resto, l'ultimo letto singolo pareva già occupato a giudicare dai vestiti sulle coperte e dalla cinghia del borsone che usciva dall'armadio chiuso ai piedi del letto. La finestra tra il letto singolo e i letti a castello, non aveva serrande, ma poteva essere oscurata grazie a delle pesanti tende scure, probabilmente piene di polvere. Per il resto la camera era tristemente vuota. 

Natasha distribuì velocemente le chiavi, una per ogni coppia di letto, trattenendo solamente quella dei bambini.
«Dubito che ci serviranno per chiudere la porta» borbottò Bucky.
Natasha sbuffò entrando nella stanza: «Sono per gli armadi.»
Con un paio di passi Bucky si avvicinò, notando che effettivamente gli armadi avevano una serratura poco sotto la maniglia: «Ha senso. Se devi condividere la stanza con degli sconosciuti, è giusto che tu abbia un posto dove chiudere la tua roba. Non che noi ne abbiamo molta in ogni caso» scherzò.
Thor aprì l'armadio e Loki tirò fuori le lenzuola piegate, i cuscini e la coperta iniziando a preparare il letto. Tony si era avvicinato a esaminare la roba del coinquilino misterioso e Bruce lo seguì per assicurarsi che non facesse danni.

Quando il sole scomparve oltre l’orizzonte, i sei più grandi finirono di sistemare la camera e si sedettero sui letti.
«Abbiamo incluso nel prezzo dei letti la colazione domani mattina e un pasto. O il pranzo di domani o la cena di stasera.»
«Andiamo a pranzo domani?» Clint si sporse a testa in giù dal materasso più in alto.
«E per stasera?»
Il biondo scrollò le spalle a Steve seduto sul letto basso di fronte: «Io non ho fame» rispose semplicemente.
«Niente cena?»
Tony e Bruce si erano arrampicati sul primo dei letti a castello. Il genietto era seduto con le gambe penzoloni e stava piagnucolando.
«Non è giusto, dormiamo in un albergo e non andiamo a cena?»
Bruce provò a calmarlo con un paio di carezze sulla schiena, ma il bambino più piccolo si scostò di scatto perdendo l'equilibrio. Ci fu un grido generale mentre Tony scivolava dal materasso e Natasha si mosse velocemente per afferrarlo. Loki fu più svelto, complice il fatto che era già sul letto inferiore e riuscì a prenderlo per la maglietta e poi tra le braccia prima che cadesse al suolo. 
«Tony! Stai bene? Ehy!» Bruce si sporse dal letto dalle spalle in su e Steve si avvicinò tirandolo giù dal letto per posarlo a terra.
«Per voi due basta letti alti.»
Tony mugugnò un dissenso continuando a rimanere aggrappato a Loki, le gambe avvolte intorno alla vita del ragazzo e le mani strette sulla sua maglietta. Il viso che stava riprendendo colore e la paura che lasciava spazio all’adrenalina.
«Loki e Thor prenderanno il letto di sopra e voi due dormirete di sotto» asserì Bucky ancora col fiato corto per lo spavento.
Clint tornò ad arrampicarsi sul materasso da cui era saltato giù: «Io e Nat ci teniamo il letto di sopra.»
Tony scosse la testa: «Voglio dormire sopra!»
Loki sbuffò sistemandoselo meglio tra le braccia.
«Diritto revocato nell'istante stesso in cui sei caduto.»
«Ma Steve-»
«Fine del discorso» lo interruppe categorico il ragazzo.
Tony strinse più forte la maglia di Loki per la rabbia digrignando i denti.
«Voglio dormire sopra!» insistette con la tenacia tipica dei bambini della sua età.
«No!»
«Invece sì!»
«E io ti dico di no!»
«Non puoi dirmi cosa fare! Se voglio dormire sopra lo faccio!»
«No invece!» alzò la voce per superare i capricci striduli del bambino «E questo è un ordine!»
Tony scattò verso il biondo costringendo Loki a fare un passo avanti per non perdere l’equilibrio e contemporaneamente avvolgergli un braccio intorno al petto per non farlo cadere. Il bambino si dimenò come una bestia in gabbia cercando di raggiungere Steve, lo sguardo spiritato, il viso rosso di rabbia e bagnato di lacrime di frustrazione.
«Non puoi dirmi cosa fare!»
Steve, ancora bianco per lo spavento di poco prima, iniziò a irritarsi.
«Sei un bambino! È chiaro che non sei abbastanza affidabile da decidere dove dormire! Dormirai di sotto e questo è un ordine. Fine del discorso.»
«Steve…» mormorò Bucky alzandosi dal letto nel tentativo di fare da paciere «Stai esage-»
«Tu non sei mio padre! » urlò Tony dalle braccia di Loki «Non puoi dirmi cosa fare! NON PUOI! Tu non sei MIO PADRE! Non! Sei! Mio padre!»
Il biondo fece un passo indietro preso in contropiede dalla furia animalesca del bambino, quasi inciampando su Bruce che si era accovacciato per terra in posizione fetale tremando e piangendo. Tony continuò a strillare con la voce acuta e a dimenarsi al punto che Loki fu costretto a inginocchiarsi per non perdere l'equilibrio, nel tentativo di metterlo a terra per trattenerlo con entrambe le braccia. Un paio di ragazzi si affacciarono alla porta preoccupati con i cellulari in mano.

«Adesso basta!» Natasha non urlò, non era necessario. La voce bassa e autoritaria sembrò fare breccia quantomeno in Steve che si riprese alzandosi da terra. Clint saltò giù dal letto e si avvicinò velocemente agli spettatori alla porta, mettendosi tra loro e la camera in cui stava avvenendo il litigio.
«Si può sapere che avete da guardare, mh? Non avete mai visto un litigio tra fratelli?» scosse la testa voltandosi di spalle «Dannazione! Lo sapevo che portarsi dietro i mocciosi avrebbe rovinato la vacanza!» borbottò attento che lo sentissero prima di chiudere la porta con un gesto secco.

«Tony, basta!»

Tra i richiami di Loki e Natasha il bambino iniziò a calmarsi e le urla isteriche fecero posto ai singhiozzi mentre l'adrenalina si esauriva e tornò ad accasciarsi contro il tredicenne. Bucky si era seduto per terra cercando di consolare Bruce che ancora piangeva incontrollabile, rannicchiato in posizione fetale sul pavimento.

Tony mormorò qualcosa tra i singhiozzi contro la maglia di Loki e il ragazzo sollevò le spalle. Sia Natasha che Bucky annuirono allo sguardo dubbioso di Steve e il ragazzo, preso coraggio, si accovacciò accanto al bambino mettendogli una mano sulla spalla

«Mi dispiace, perdonami. Ho esagerato. Non mi sarei dovuto comportare così»
Tony annuì con il risultato di impiastricciare ancora di più la maglia di Loki, ormai rassegnato, ma non per questo meno disgustato.
«Credo che entrambi dovremmo scusarci con Bruce» osservò Steve lanciando uno sguardo con la coda dell'occhio al bambino che aveva iniziato a calmarsi e che adesso era seduto a gambe incrociate con una mano che stringeva i pantaloni di Bucky seduto accanto a lui.
Tony annuì di nuovo allontanandosi dal petto di Loki che questa volta non lo trattenne. Strisciando i piedi coprì la breve distanza che lo separava dal bambino, le mani che si torturavano l'un l'altra senza sosta e il viso coperto dai capelli leggermente troppo lunghi.
Dovevano tagliarsi i capelli adesso che ci pensava, anche Thor iniziava ad averli oltre le spalle.
«Bruce, mi dispiace di aver urlato prima e averti spaventato. Ti chiedo scusa e ti prometto che proverò a non farlo più» si scusò Steve.
Tony lo osservò per qualche secondo prima di farsi ancora un po' avanti.
«Io...» strisciò i piedi per terra cercando di trattenere le lacrime «Mi dispiace, non volevo, io...» un singhiozzò gli scosse il petto e le lacrime iniziarono a cadere «Scusa, scusa, scusa, scusa» continuò a ripeterlo come un mantra nel pianto e Bruce a sua volta scoppiò a piangere lasciando andare la gambe di Bucky a favore di avvolgere le braccia intorno a Tony.
«Ti perdono.»
«Davvero?»
Tony sollevò lo sguardo affranto e l'altro annuì forzando un sorriso.
«Davvero.»

Rimasero in silenzio così alcuni minuti. Bruce e Tony per terra abbracciati, Bucky seduto accanto a loro da un lato e Steve in piedi appoggiato all'armadio dall'altro; Loki ancora in ginocchio sul pavimento ai piedi del letto, Thor dietro di lui, in piedi, gli teneva una mano sulla spalla. Clint con una piccola spinta, si allontanò dalla porta a cui si era appoggiato e si avvicinò a Natasha, in piedi tra i due letti come una barriera umana tra il gruppetto e il resto del mondo, appoggiandole il mento sulla spalla.
«Andiamo a cena?»
Il gruppo iniziò a riprendersi lentamente alzandosi in piedi e sistemandosi.
«Pensavo avessimo deciso per il pranzo» obiettò Thor.
«Non con tutta la gente che ha visto la vostra scenata. Ci manca solo che domattina ci troviamo la polizia alla porta perché qualcuno non vedendoci a cena ha denunciato un omicidio.»
«Omicidio?»
«Lasciatelo dire Steve, la vostra "discussione"» mimò facendo le virgolette con le dita «è stata abbastanza accesa da farlo pensare.»
«E poi la gente è sempre in cerca di uno scoop, qualcosa per cui diventare famosi. Denunciare di aver visto un ragazzo litigare con un bambino prima che entrambi scomparissero? È il tipo di notizia perfetta da postare su internet.»
Steve storse la bocca, ma non obiettò.
«E poi scendere a cena ha più senso.»
Il gruppo si voltò verso Loki che stava infilando le calze a Tony e Bruce adesso seduti sul letto
«Che cosa intendi fratello?»
Loki scosse il capo per togliersi un ciuffo di capelli da davanti agli occhi prima di alzarsi in piedi.
«Guardaci!» e loro ubbidirono osservandosi a vicenda «Indossiamo vestiti sporchi, non abbiamo scarpe e puzziamo» affermò storcendo il naso alla sua stessa affermazione «Ma se andiamo a cena tutto ha più senso: i vestiti sporchi? Siamo stati in giro per New York tutto il giorno, lo stesso per l'odore. E visto il litigio tra Steve e Tony nessuno di noi ha avuto il tempo di farsi la doccia. Le scarpe?» sorrise malizioso «"è sera e siamo in un ostello, probabilmente finito di cenare andranno in camera loro a dormire e volevano accontentare i bambini dopo il litigio" ecco cosa penserà la gente. Infondo gli adulti» storse la bocca sputando fuori la parole come veleno «le avranno addosso.»
Natasha annuì dandogli manforte: «Anche se voi due non aveste litigato saremmo andati a cena comunque.»
«Davvero? Avevi bocciato la mia idea del pranzo dall'inizio?» si lamentò Clint. Okay, va bene, aveva proposto lui la cena dopo il litigio, ma ehy! Natasha non lo avrebbe accontentato comunque e aveva diritto di lamentarsi. La ragazza sorrise predatoria e questo bastò come risposta.

Loki fece un passo verso Bucky indicando le scarpe con un dito e stampandosi un sorriso innocente -e falso come Giuda- in faccia.
«Sono le mie scarpe» ribatté sulla difensiva alzandosi in piedi.
«Davvero? E pensare che il numero mi sembrava quello di Thor!»
«Hai una vaga idea di quanto ho sgobbato stamattina prima di trovare queste scarpe? La vecchia me le ha lasciate solo perché erano di suo marito morto!» e perché gli aveva fatto pena a lavorare tutto il giorno a piedi nudi, ma questo non dovevano necessariamente saperlo.
Loki scrollò le spalle e Natasha lasciò cadere una mano sulla sua spalla.
«Su! Ha più senso che sia l'adulto del gruppo a portare le scarpe o il ragazzino che era seduto sul pavimento?»
Il moro masticò un paio di imprecazioni prima di sedersi e allungare le scarpe a Thor che le infilò velocemente.
«Il nostro compagno di stanza?» chiese il biondo finendo di allacciarle.
«Potrei averlo mandato via prima insieme al resto dei curiosi?» rispose distrattamente Clint avviandosi verso la porta. Non che importasse davvero.
«Oh! A proposito!» si girò sogghignate scoccando uno sguardo prima a Steve, poi a Tony, per poi tornare a posare lo sguardo complice su Steve «Ricordati di non svelare il nostro segreto!»
Il biondo lo osservò sempre più confuso e il ghigno di Clint aumentò mentre poggiava la mano sulla maniglia, pronto a scappare.
«Non vorrai mica che mamma e papà si arrabbino con te perché hai confessato a Tony che è adottato!»

«Cos- Clint

Ma il ragazzo era già fuggito dalla stanza lasciando solo la porta aperta dietro di sé.

_____N/A_____
Pubblicato in ritardo di un giorno e a un orario decisamente assurdo anche per me, ma vi posso spiegare, giuro! Ieri ho avuto alcuni problemi che mi hanno preso un sacco di tempo, risultato? Sono tornata a casa a un orario da pazzi, stanca come i morti e con l'unico pensiero di farmi una doccia e piazzarmi sotto le coperte. Quindi ho rinviato il capitolo a oggi, ma ho potuto pubblicarlo solo in pausa pranzo.
In ogni caso spero vi sia piaciuto! So che è un po' corto, ma in realtà è un capitolo molto iù lungo tagliato a metà e di cui la settimana prossima leggerete la seconda parte. Questo era l'ultimo pezzo di Helheimr, da Mercoledì prossimo comincierete una nuova parte: Jotunheimr. Emozionati? Io sì! Per ora è la parte che preferisco della storia e ci ho messo tutta me stessa quindi spero davvero che vi piaccia.
Riguardo le reazioni dei bambini e di Steve e in generale di tutti, so che possono sembrare un po' Occ, ma ricordate due cose: sono passate meno di 24 ore dall'incidente quindi lo shock e il trauma sono ancora belli svegli nella mente di tutti e, seconda cosa, essendo un'Au ovviamente alcune cose sono diverse o non sono mai accadute, quindi è ovvio che il carattere dei personaggi sia leggermente diverso.
Come per il capitolo precedente anche questo è stato betato dalla fantastica Jodie! Ringraziatela tutti per il suo splendido lavoro.

Ora passiamo alla traduzione dell'unico termine straniero del capiolo:
Natasha - «Clint, остановить.» che significa «Clint, fermati.»

Ci vediamo nei commenti!
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: imoto