Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Ricorda la storia  |      
Autore: KwamiHunters    21/05/2019    3 recensioni
A seguito della minaccia di un'Akuma, Luka è costretto a riflettere sulla sua amicizia con Marinette. Quale sarà il loro rapporto alla fine di questa storia?
Genere: Commedia, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Blind Hearts Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



 

Copertina Nebbia sulla Senna di KwamiHunters

 
Nebbia sulla Senna 
 
 

Selfie - Nebbia sulla Senna di KwamiHunters

 

«Un'altra per sicurezza... sorridete! Tre... Due... Uno...»

Rose scattò un altro selfie inquadrando tutte le persone nella stanza.

«Perfetta, vi taggo subito» esclamò contenta iniziando a digitare velocemente sul display.

Marinette si era divertita molto quel pomeriggio, a dire il vero le succedeva ogni volta che metteva piede sulla Liberty.

Da un po' di tempo stava lavorando a dei bozzetti, Rose e Juleka le avevano chiesto di disegnare qualche abito per i loro concerti e lei si era divertita molto a passare del tempo con le due ragazze e Luka.

Negli anni l'amicizia con lui si era consolidata e sebbene lei non avesse più pensato al giovane in termini romantici, ogni volta che passavano del tempo da soli si sentiva coccolata dalle sue premure. Parlavano tanto, scherzavano e ridevano, non avrebbe avuto nessun problema a definire Luka come suo migliore amico. Capitava spesso che lei andasse ad ascoltare le prove del suo gruppo, oppure che lui l'aiutasse prestandosi da manichino vivente per le sue creazioni, era così semplice stare insieme a lui: perché non poteva essere così spontanea anche con Adrien?

Il telefono di Luka squillò improvvisamente e Marinette sobbalzò mentre si trovava ancora seduta fra le gambe del ragazzo «Prova ad aggiungerci un cappuccio» le disse quest'ultimo picchiettando con l'indice sinistro sul suo blocco di schizzi mentre con l'altra mano estraeva il telefono dalla tasca.

«Mamma, dimmi» rispose calmo come il suo solito.

«State bene ragazzi? Al telegiornale dicono che ci sia un'akuma» la voce arrivò leggermente alterata dall'apparecchio, ma la giovane capì perfettamente data la posizione in cui si trovava. Scattò in piedi velocemente e raggiunse il ponte superiore per verificare che cosa stesse accadendo.

«Noi stiamo bene, ci chiuderemo in casa, Marinette e Rose sono qui con noi» rassicurò la madre per poi dare il telefono a sua sorella e rincorrere la ragazza dai capelli neri che risplendevano di un particolare blu zaffiro scurissimo.

Appena mise piede sul ponte vide una coltre di nebbia che dalla Tour Eiffel si propagava in tutta Parigi, avanzava veloce a pelo della Senna e presto avrebbe raggiunto anche loro.

Sentì uno scalpiccio concitato e le urla di un bambino, come lui anche Marinette era in allarme, stava scrutando in lontananza cercando di capire da dove provenisse quel lamento.

«Eccolo» esclamò Luka notando un ragazzino di circa otto anni che correva a perdifiato.

La giovane però fu più rapida di lui e scese a rotta di collo dalla passerella precipitandosi verso l'infante in lacrime.

«Marinette!» il giovane quasi non riconobbe la sua voce, ma l'urlo che invocava il nome dell'amica era carico di preoccupazione.

La vide afferrare il bambino prendendolo in braccio per poi correre di nuovo verso la nave ormeggiata «Non muoverti!» gli intimò vedendo che voleva raggiungerla, ma quando arrivò alla palanca allungò il ragazzino verso di lui, Luka lo prese stringendolo a sé e vide la sua amica esitare. Stava guardando oltre le sue spalle, poi fece un passo in avanti decisa a salire, ma mise un piede in fallo e finì in acqua.

«Noooo!» urlò il giovane «Marinette! Marinette!!!» ma la Senna la trascinò via e subito una coltre di nebbia gli impedì di vedere oltre qualche metro da lui.

Restò in silenzio, tentando di rassicurare in qualche modo il piccolo superstite per sentire meglio se vi fossero segnali da parte della ragazza. La nebbia era palpabile e faceva del mondo circostante una bolla ovattata. Sentì a fatica la voce di Juleka e Rose che lo chiamavano preoccupate, capendo così che quella foschia doveva essere magica, frutto probabilmente dell'akumatizzato di cui aveva fatto cenno sua madre.

Avanzó a tenoni sulla nave fino a raggiungere le due ragazze, affidò il bambino a sua sorella spiegando agitato che cosa fosse successo e tornò fuori a cercare Marinette. Non vedeva che ad un palmo dal naso e il silenzio che lo circondava lo disturbava e rendeva irrequieto. Proprio lui, che per una vita aveva indossato costantemente le cuffiette ascoltando musica per non sentire il rumore dei suoi pensieri, si ritrovò immerso nel suo peggior incubo.

Tornò a chiamare a gran voce la ragazza ma si rese conto da solo che ogni suo sforzo fosse inutile. Scese sulla banchina cercando di non cadere nella Senna e pregò con tutto se stesso che Ladybug risolvesse al più presto la situazione. Così Marinette sarebbe riapparsa davanti a lui e lo avrebbe preso in giro per essersi preoccupato inutilmente. Cercò di distrarsi, di tenere il cervello occupato, ma sarebbe stato evidente per chiunque che presto sarebbe crollato.

Passarono una ventina di minuti che a lui sembrarono un'eternità. Aveva preso in considerazione ogni possibile scenario ed aveva cercato di pensare nella maniera più positiva possibile. Eppure quella caduta gli era sembrata strana: Marinette era scivolata solo dopo aver assicurato il bambino tra le sue braccia. Possibile che avesse fatto apposta? E poi, su che cosa mai era inciampata? Scrollò la testa dandosi dello stupido, ma un piccolo tarlo iniziò ad insinuarsi nella sua mente. Voleva tornare sulla nave, ma la foschia lattiginosa gli impedì di trovare la passerella e di certo non voleva cadere anche lui in acqua. Iniziò così a guardare in alto, sperando di scorgere almeno la figura di qualche palazzo per orientarsi, quando finalmente nel cielo si alzò un oggetto che non riuscì ad identificare e una brezza magica lo travolse facendo scomparire la nebbia in un solo istante. Sì guardò in giro per riuscire a trovare l'amica, sarebbe dovuta riapparire sulla banchina grazie al potere del Lucky Charm ed invece niente.

Luka inizió ad urlare il nome della ragazza disperato e subito Juleka e Rose affiorarono da sottocoperta. Aggrappato alla ragazzina vestita di rosa c'era il bambino salvato da Marinette che cercava con lo sguardo di ritrovare sua madre.

«Dov'è Mari?» chiese la sorella al giovane.

«Non la trovo! Sarebbe dovuta ricomparire qui, almeno credo...» disse guardando per sicurezza anche oltre la banchina nell'acqua, come se potesse riemergere da un momento all'altro.

«Mamma!»

«Philippe!» una donna dai capelli scuri corse incontro al figlio che si staccò dalla biondina e le corse incontro.

«Piccolo mio, ho avuto così tanta paura!» esclamò abbracciando e sbaciucchiando il figlio sollevata nel vederlo stare bene.

«Grazie» disse alle due ragazze «Grazie per averlo tenuto al sicuro».

«La signorina che mi ha salvato è caduta in acqua» disse il bambino spaventato e subito sul volto della madre comparve un'espressione turbata.

Si divisero e iniziarono a chiamare Marinette in diverse direzioni, il giovane si allontanò seguendo il corso della Senna mentre alcuni parigini allarmati dalle urla dei ragazzi si avvicinarono e chiesero che cosa fosse successo. Persino Chat Noir che stava cercando un posto tranquillo per tornare nei suoi panni civili si accorse che qualcosa non andasse. Più si avvicinava, più il suono diveniva chiaro e un leggero stato d'ansia iniziò a prendergli lo stomaco.

Dapprima riconobbe la voce di Rose, poi quella di Juleka e il fatto che stesse urlando con tutto il fiato che aveva in corpo gli fece capire immediatamente la gravità della situazione. Ciò che gli fece raggelare il sangue però fu la nota disperata che percepì nel modo in cui Luka stesse chiamando Marinette.

Chat restò appollaiato su un tetto indeciso se correre dai suoi amici in quel modo o nei panni di Adrien, del resto aveva utilizzato il Cataclisma per sconfiggere l'akumatizzato e perciò presto si sarebbe trasformato.

Stava per saltare nel vicolo sottostante e tornare nei suoi abiti civili, quando vide una chioma nera dai riflessi blu con annessi codini, che trafelata correva per raggiungere gli altri. Il Portatore del gatto nero non poté che tirare un sospiro di sollievo lasciandosi cadere sulle tegole di quel tetto. Non si rese conto di quanto fosse teso fino a quando sentì i suoi muscoli rilassarsi e cedere sotto al suo peso. Così restò che osservare la scena mentre riprendeva consapevolezza del proprio corpo.

«Sono qui» urlò Marinette alzando una mano per attirare l'attenzione «Sono... qui...» ribadì affaticata dalla corsa «Come sta il bambino?».

Si avvicinò velocemente a Rose e quest'ultima le saltò al collo in lacrime «Ero così preoccupata!» singhiozzò mentre anche Juleka si era aggiunta alle due limitandosi ad annuire vigorosamente.

La ragazza si sentì tirare la maglia dal basso e appena riuscì a liberarsi dall'abbraccio appiccicaticcio di Rose, fu il turno di Philippe e sua madre di ringraziarla.

«Non ho fatto niente» minimizzò lei «Sono contenta di vedere che stai bene» aggiunse lasciandogli un piccolo buffetto sulla guancia.

I due la salutarono andandosene, mentre in lontananza vide Luka correre verso di lei: il viso sconvolto, la fronte madida di sudore. Sembrava non avere più fiato e la voce era più roca del solito mentre ripeteva il suo nome.

«Cos'è successo?» gli domandò andandogli incontro.

«Mi stai prendendo in giro?» si fermò furioso ad un passo da lei afferrandola per le spalle per poi scuoterla leggermente «Si può sapere che diavolo ti è saltato in mente!!! Saresti potuta annegare!» urlò fuori di sé -del ragazzo calmo e posato non vi era più la benché minima traccia- «Ti ho vista trascinare via dalla Senna e poi più nulla. Quando tutto è tornato normale non c'eri, hai la vaga idea di quanto mi sia preoccupato!?!»

«Mi spiace, il bambino piangeva ed io...»

Luka l'abbracciò improvvisamente stringendola a sé con tutte le forze che gli erano rimaste. Si aggrappò a lei come se fosse potuta scomparire nuovamente da un momento all'altro.

«Per fortuna stai bene» disse piano mentre le parole si impigliavano tra i suoi capelli «Ti prego, ti scongiuro... non farmi più preoccupare così».

La bació sul capo e Marinette si strinse a lui sapendo di essere colpevole: aveva perso l'equilibrio volontariamente per potersi trasformare in Ladybug e andare ad affrontare l'akuma. Le era dispiaciuto far preoccupare il ragazzo, ma non poteva fare altrimenti.

«Cos'è successo?» le chiese facendo un passo indietro senza però accennare a volerla lasciare andare.

«Non lo so» rispose lei «So di essere caduta in acqua, ma non ricordo altro».

«Hai sbattuto la testa?» domandò prontamente il giovane cercando di vedere se fosse stata ferita o se avesse qualche bernoccolo.

«Non credo, solo... non ricordo».

Luka trattenne il fiato, dal suo sguardo era evidente che stesse pensando a qualcosa che lo tormentava «Non puoi o non vuoi ricordare?» le chiese sibillino bisbigliandole in un orecchio affinché nessun altro lo sentisse «Sei sempre così sfuggente, ogni volta che c'è un'akuma sparisci. Cosa mi stai nascondendo Marinette?».

Alla ragazza si raggeló il sangue nelle vene. Doveva ammettere che in più di un'occasione in presenza del ragazzo aveva dovuto inventarsi le scuse più disparate per allontanarsi da lui. Ogni volta Luka aveva lasciato correre e non le aveva posto mai nessuna domanda, ma non quel giorno. Le sembrò sicuro nelle sue parole, forse la paura che aveva provato nel non ritrovarla subito lo aveva spinto a chiedere motivazioni più convincenti di un semplice: «Vado a vedere che a casa stiano tutti bene» oppure «Mi sono dimenticata che dovevo fare una cosa...» senza mai specificare esattamente che "cosa" fosse.

Doveva trovare una scusa valida al più presto «Ne parliamo più tardi» gli sussurrò cercando di guadagnare tempo per farsi venire una buona idea.

Chat Noir non restò a lungo sul tetto, quando si assicurò che le cose fossero tornate alla normalità, decise di tornare verso casa.

Non sapeva che cosa fosse successo a Marinette, era troppo lontano per poter ascoltare i suoi discorsi con Luka e poi, se doveva essere sincero, si era sentito quasi di troppo nel vedere i due abbracciati. Si chiese se non stessero assieme, del resto erano già usciti come coppia. Ricordava bene quando li aveva visti pattinare insieme e quale affiatamento ci fosse tra di loro.

Si ripromise di andare a trovarla nelle vesti di Chat Noir quella sera per verificare che stesse bene, non era insolito che passando da quelle parti si fermasse a chiacchierare con lei del più e del meno.

Aveva notato come fosse più facile parlare con lei nascosto dalla maschera. Marinette sembrava più a suo agio quando lui vestiva i panni del gatto nero e le risate che si erano fatti parlando sul suo balcone valevano la pena di andarla a trovare sotto mentite spoglie. Gli piaceva poter parlare di tutto con lei, era sempre pronta a tirarlo su di morale e ad incoraggiarlo nella lotta contro Papillon e lui aveva approfittato dei piccoli dettagli che aveva scoperto su di lei per migliorare la loro amicizia anche come Adrien. In fondo era un'amica speciale e sarebbe stato un peccato non averla al suo fianco nella vita di tutti i giorni.

 

Bussò ripetutamente all'ingresso, era agitata ma cercò di sembrare normale agli occhi di chiunque potesse osservarla in quel momento. Quando finalmente la porta si aprì varcò la soglia senza convenevoli travolgendo quasi l'anziano signore che era andato a riceverla ed aspettò che l'accesso alle sue spalle fosse chiuso mentre si mangiava nervosa un'unghia.

«Abbiamo un problema» si limitò a dire spostando il peso da una gamba all'altra.

«Andiamo a parlare nell'altra stanza» propose l'uomo «Gradisci un té?».

Marinette annuì andando a sedersi dove erano soliti conversare e Tikki le volò su una spalla cercando di tenerla calma con piccole carezze rassicuranti.

«Che è successo mia cara?» chiese l'uomo tornando da lei dopo qualche minuto con un vassoio per poi porgerle una tazza in ceramica lavorata a mano.

«Credo che un amico sospetti sia Ladybug» tagliò corto per poi spiegare nel dettaglio che cosa fosse successo nel pomeriggio.

«Capisco» meditò Maestro Fu «E il problema per te quale sarebbe di preciso?».

«Sta scherzando?» domandò la ragazza sconcertata «Nessuno deve sapere chi sono. Metterei in pericolo lui e tutte le persone a cui voglio bene. Rischierei di perdere Tikki...» disse stringendo al petto il piccolo kwami «Non posso permetterlo».

«Questo... Luka» disse cercando di ricordare il nome del ragazzo «Che tipo è?».

«Solitamente è sempre calmo e posato» raccontò Marinette «Mi sembra più maturo rispetto ai ragazzi della sua età e non ha avuto un'infanzia semplice. Suo padre è scomparso in mare quando era piccolo e...» la giovane si bloccò realizzando nella sua testa qualcosa di estremamente importante «Credo che vedermi cadere in acqua gli abbia riportato alla mente brutti ricordi».

La ragazza si diede mentalmente della stupida, come aveva fatto a non rendersene conto prima? Solo adesso capiva la sua reazione esagerata, doveva chiedergli scusa al più presto.

«Marinette» richiamò la sua attenzione Fu «Cosa avevi in mente?».

«Ci sto pensando da un po'» ammise «Mi serve una copertura, qualcosa di credibile e l'unico modo per rendere credibile una bugia è prendere spunto dalla verità, modificando un po' quest'ultima, plasmandola e facendo in modo che funzioni».

L'anziano annuì sorridendo, sapeva che la giovane sarebbe sempre riuscita a trovare una soluzione a tutto.

«Ho pensato al Miraculous del topo» aggiunse infine «Racconterò a Luka di essere una Portatrice, qualcuno che a differenza di Ladybug e gli altri sta lavorando lontano dagli occhi di Papillon per cercare di fermarlo» spiegò in modo che l'uomo potesse evidenziare sue eventuali falle «Gli chiederò di mantenere il segreto perché la posta è troppo alta e in caso di risposta affermativa gli proporrò di addestrarsi con me, dandogli il Miraculous del serpente».

«Ti diverti a portarti via i miei kwami?» domandò ridacchiando Maestro Fu «Prima Wayzz, ora Sass...». Da due anni infatti lo spirito della tartaruga viveva stabilmente con Nino, così come Trixx con Alya e Pollen con Chloé, affinché fossero pronti ad intervenire contro Papillon e Mayura. Così Fu aveva scelto come suo nuovo aiutante il piccolo serpente ed ora Marinette gli stava proponendo di consegnarle anche lui.

«Portatore temporaneo» precisò la ragazza «Lo addestrerò senza farlo intervenire. In questo modo avremo un alleato preparato in caso Papillon ci giocasse qualche altro brutto tiro, confermerò la mia identità di Portatrice senza dovermi esporre al mondo e il problema sarà risolto».

«Mi sembra un buon piano. È evidente che tu ci abbia pensato molto» le fece notare l'uomo «Allora perché eri così nervosa?»

«Ogni giorno devo mentire alle persone che amo e non siamo riusciti a fare nessun passo avanti in questi ultimi anni. Da quando Mayura ha affiancato Papillon sono sempre più sfuggenti e anche se il numero di akumatizzati si è notevolmente ridotto, sento che Papillon sta aspettando un nostro passo falso».

«Lo stiamo facendo anche noi» le fece notare l'altro.

«Sì, ma è frustrante» esclamò lei massaggiandosi le tempie.

«Marinette, ce la faremo vedrai!» la rassicurò Tikki.

La giovane restò a parlare ancora po' con l'uomo e quando arrivò l'ora di cena tornò a casa scrivendo a Luka che sarebbe andata da lui più tardi.

Una volta a casa lasciò i tre kwami in camera sua e poi scese a cenare cercando di insospettire il meno possibile i suoi genitori, disse soltanto loro che aveva un leggero mal di testa e pertanto sarebbe andata subito a dormire.

Le capitava di usare questa scusa e i suoi sapevano che dovevano lasciarla riposare in tranquillità. Ogni tanto lo diceva solo per potersi presentare al piano di sotto qualche ora più tardi per prendere un bicchiere d'acqua. In questo modo non sarebbero nati sospetti e lei avrebbe potuto agire con maggiore libertà le volte a venire. Odiava dover mentire a Tom e Sabine, ma era ben consapevole che fosse un male necessario.

Quando tornò al piano superiore si riunì ai suoi tre piccoli amici chiese a Sass e Mullo di cosa avessero bisogno per ricaricare i loro poteri.

«Formaggio» disse Mullo agitando la testolina con fervore.

«Camembert?» domandò arricciando il naso «Come Plagg?».

«No, no...» la rassicurò «I miei gusti sono meno complicati di quelli del gattaccio, del groviera andrà benissimo».

Marinette sorrise, grata di non dover sentire la puzza di quel formaggio nauseabondo «E tu Sass?» chiese al serpente.

Lanciò una rapida occhiata in direzione del topolino facendo uscire la lingua sibilando, poi si rivolse con un sorriso alla giovane «Uova» esclamò «Le preferirei crude, ma so quanto siano difficili da trasportare senza rischiare di romperle, perciò anche sode andranno bene».

La giovane annuì e scese al piano di sotto cercando di non fare troppo rumore, i suoi genitori erano accoccolati sul divano e lei si diresse al frigo fingendo di cercare qualcosa di fresco da bere. Infilò in tasca due uova cercando di stare attenta a non romperle e poi prese dei pezzetti di formaggio nascondendoli nel palmo della mano. Arraffò la prima bottiglietta di acqua gasata che aveva davanti e richiuse pigramente il frigo.

«Buona notte» li salutò facendo un cenno in alto con l'acqua per metterla "casualmente" bene in evidenza.

«Buona notte tesoro» fu il coretto unanime dei suoi.

Salì le scale e richiuse la botola tolse con cura il cibo per ricaricare i kwami e li mise in una scatolina avvolgendo un uovo con della stoffa morbida per poi infilare tutto nella sua borsina. Diede ai due kwami il cibo che le avevano chiesto in modo che fossero belli carichi e poi guardò Tikki «Mi dispiace amica mia, ma dovrai restare nascosta qui dentro. Non possiamo rischiare che Luka ti veda».

«Non ti preoccupare Marinette, non mi dispiacerà avere qualche ora di riposo» sorrise incoraggiante «Starò attenta a non farmi scoprire».

Rivolse la sua attenzione a Mullo che ingollando l'ultimo pezzetto di formaggio le rispose distendendo le zampine in avanti e muovendole per scioglierle. Fece roteare qualche volta la testa per allentare i muscoli del collo ed infine annuì deciso per dare il suo benestare.

«Mullo, trasformami!».

In pochi secondi si sentì ricoperta come da un guanto di lattice, si guardò allo specchio e girò leggermente il busto per vedere meglio quella che doveva essere la coda. I capelli erano raccolti in due cipolle che assomigliavano a delle orecchie tondeggianti. La tuta, aderentissima come quella di Ladybug, era questa volta di colore grigio ed aveva uno scollo a "V" di colore rosa su cui era ben visibile il Miraculous del topo. La collana sembrava una monetina da 5 Yen giapponesi su cui erano incisi cinque topolini rosa che si rincorrevano. Sotto sembrava esserci un dolcevita nero, ma osservando con attenzione il pezzo era cucito direttamente al motivo rosa sopra le sue clavicole. Le gambe erano fasciate da degli stivali neri che le arrivavano fino a metà coscia, finendo con bordo di colore rosa che creava una specie di punta. La stessa cosa valeva per i guanti che le arrivavano ben oltre il gomito. Intorno alla vita infine, vi era una corda da saltare, legata in modo che potesse assomigliare ad una coda. La prese dando un tiro energico e questa sembrò sciogliersi sotto il suo volere diventando quasi una frusta. Prese un respiro profondo e la lanciò verso il comignolo vicino al quale si aggrovigliò stretta facendo qualche giro. Diede qualche tiro per verificare che reggesse il suo peso e poi si lanciò per raggiungere l'altro tetto. Atterrò agilmente e la corda con uno schiocco tornò docile fra le sue mani, così Marinette la soppesò prima di tornare a guardarsi intorno.

«Come ti farai chiamare?» le chiese Sass.

«Non ne ho idea» rispose sincera «mi verrà in mente qualcosa... non potrà essere peggio di "Maldestra"» rise ripensando al suo primo incontro con Chat Noir.

«Non è sicuro stare in superficie» le suggerì il serpente «Ci conviene utilizzare le fogne se non vogliamo dare nell'occhio.

La ragazza annuì, sapeva che aveva ragione, così cercò un vicolo buio ed appartato in cui ci potesse essere un tombino e subito vi scese. Iniziò a correre e le sembrò strano il modo in cui riusciva ad orientarsi. Probabilmente i poteri di Mullo la stavano aiutando anche in questo. Raggiunse la Liberty e decise che non sarebbe stato il caso di girarci intorno. Si ritrasformò e verificò che Mullo fosse ancora in forze, gli diede un piccolo pezzettino di formaggio e intanto scrisse a Luka chiedendogli di uscire.

Il ragazzo la raggiunse infilandosi una felpa mentre scendeva dalla nave, la guardò e restò in attesa, percepiva che ci fosse qualcosa di importante dal modo in cui Marinette sembrava essere nervosa.

«Per prima cosa voglio chiederti scusa» esclamò con aria davvero dispiaciuta.

«Per cosa?» chiese spiazzato.

«Per tutto» rispose lei alzando le spalle colpevole.

La guardò confuso, non poteva essere vero. Si aspettava una smentita da parte sua, o almeno un labile tentativo. L'ultima cosa che poteva immaginare è che lei confermasse i suoi dubbi. «Tu sei Ladybug?» domandò per essere sicuro di aver capito.

Marinette lo guardò e deglutì a vuoto «No» rispose cercando di mantenersi il più calma possibile «Luka, quello che sto per dirti comporta la massima fiducia nei tuoi confronti. Giurami che non ne farai mai parola con nessuno».

Lui fece un passo avanti e appoggiò una mano sulla sua spalla, poi annuì solennemente «Te lo giuro».

«Non qui» disse lei facendo cenno con il capo di seguirla. Lo fece scendere nel tombino da cui era arrivata e il giovane iniziò a preoccuparsi seriamente. Camminarono in silenzio per qualche minuto e Marinette constatò che sebbene più forti e disgustosi, gli odori che percepiva riuscivano a darle indizi precisi di dove stesse andando. Il suo olfatto era decisamente migliorato, così cercò un posto appartato finendo per arrivare all'uscita di uno scarico. Vi era uno strapiombo che faceva scrosciare rumorosamente l'acqua in una cascata, ai lati vi era cemento solido che costituiva due ampie passerelle e davanti a loro una griglia in ferro battuto li divideva dalla Parigi che conoscevano. Dalla grata potevano vedere chiaramente il bagliore in lontananza della Tour Eiffel e sarebbe sembrato un posto quasi romantico se quelle vicino a loro non fossero state acque di scolo.

«Qui andrà bene» disse fermandosi prima di voltarsi verso il giovane.

«Inizio a preoccuparmi» rispose lui che durante tutto il tragitto stava ipotizzando altri mille possibili scenari. Se non era lei Ladybug, che cos'era?

«Avevi ragione, mi sono buttata volontariamente nella Senna oggi, non sono scivolata».

Luka strinse i denti e la mascella delineò meglio i tratti del suo viso. Lo sguardo cupo e le mani che via via sbiancavano le nocche per la pressione con cui le stava stringendo.

«Sono una Portatrice, Luka» ammise candidamente e sorrise quasi fosse stato liberatorio ammetterlo «Sono... Multimouse» disse mentre Mullo compariva andandosi a sedere sulla sua spalla.

«Multimouse!?!» chiese sbigottito. Non stava mentendo, la creatura che era volata vicino a lei stava confermando le sue parole, ma non ne aveva mai sentito parlare.

«La guerra contro Papillon viene combattuta su più fronti» spiegò cercando di essere il più chiara possibile senza rischiare di contraddirsi. «Pubblicamente Ladybug, Chat Noir, Rena Rouge, Carapace e Queen Bee combattono le Akuma di Papillon e i Sentimostri di Mayura, ma non sono gli unici Portatori esistenti. Io ed altri lavoriamo nell'ombra cercando di individuarli ogni volta che ci è possibile. Siamo pronti ad aiutare gli Eroi di Parigi, ma saremo più forti fintanto che riusciremo a restare sconosciuti ai nostri nemici».

Luka aveva il respiro leggermente accelerato. La notizia lo aveva sorpreso ed ora un sacco di domande lo stavano travolgendo, non riuscendo però a formularne concretamente nemmeno una.

«Il mio compito è trovare e reclutare nuovi Portatori» continuò lei «in modo che siano pronti quando avverrà lo scontro finale. Non so se la resa dei conti sia vicina, ma so che voglio avere la mio fianco persone preparate ed addestrate. Non possiamo permettere che Papillon ottenga i Miraculous del gatto e della coccinella».

«Quindi tu...» era confuso, gli stava rivelando informazioni importanti e sapeva che doveva aver fatto un totale voto di fiducia nei suoi confronti per concedergli così tanto.

«Saresti disposto ad aiutarci?» chiese seria facendo morire sul nascere ogni altra possibile domanda.

«Sì» affermò convinto «Certo che vi aiuterò».

«Luka Couffaine» esclamò estraendo dalla tasca una scatolina esagonale nera piuttosto elegante «Ti consegno il Miraculous del Serpente. Prometti di utilizzarlo secondo le mie indicazioni e di restituirlo appena il tuo addestramento sarà terminato?».

«Aspetta, aspetta!» disse mettendo le mani avanti «Stai correndo troppo!».

«Non vuoi diventare un Portatore?» chiese perplessa non aspettandosi un rifiuto arrivati a quel punto. Infondo aveva appena affermato il contrario.

«Sì, ma devi darmi un attimo» disse appoggiandole le mani ai lati delle spalle «Per te forse è normale, ma io devo elaborare tutto quello che mi hai detto fino ad ora».

Marinette restò in silenzio guardandolo, gli avrebbe dato tutto il tempo di cui aveva bisogno.

«Avrei molte domande» iniziò a dire «ma credo che le risposte che mi daresti mi farebbero preoccupare più di quanto già non sia in questo momento» disse spostando la mano destra dalla spalla alla sua guancia. Questi piccoli gesti gli risultavano naturali e per tutto il giorno si era interrogato su che cosa significasse davvero Marinette per lui: averla vista sparire l'aveva turbato profondamente e si era visto costretto a riflettere seriamente sul loro rapporto. C'era stato un tempo in cui provava un forte interesse per lei, quando l'aveva vista per la prima volta aveva capito immediatamente quanto fosse fantastica e speciale. Poi erano usciti insieme ad Adrien e Katami per andare alla pista di pattinaggio sul ghiaccio ed aveva visto il modo in cui lei guardava il biondino e come lui, forse inconsapevolmente, alimentasse le sue speranze. Quella volta l'aveva spronata ad andare da Adrien, infondo poteva essere solo una cotta adolescenziale. Quasi tre anni dopo però, Marinette non aveva modificato i suoi rapporti con nessuno dei due sebbene avesse instaurato con entrambi una profonda amicizia e Luka si chiese se essere Multimouse non fosse il vero motivo che la bloccava dal dichiararsi a uno dei due.

«Hai paura che Papillon possa farti del male?» chiese quindi per dissipare un po' i suoi dubbi.

«L'unica cosa che permette alle forze del male di trionfare, è l'inerzia della gente per bene» sorrise semplicemente «Ho accettato di combattere questa guerra e farò di tutto per salvare la mia famiglia, i miei amici e i parigini. Dopo oggi, negare un qualunque mio coinvolgimento con i Miraculous sarebbe stato un insulto alla tua intelligenza, ma ci sono segreti che hanno segreti e per il bene di tutti è meglio che tu non li conosca».

Luka annuì capendo la situazione «Mi accontenterò di quello che mi hai detto fino ad ora, immagino che decidere di includermi nella squadra sia stata una decisione molto difficile».

«So che posso fidarmi di te ed addestrarti per intervenire mi rassicura, in qualche modo».

«Hai addestrato tutti i tuoi amici?» chiese desideroso di sapere.

«No...» rispose sbuffando e cercando di dissimulare la verità «Sarebbe pericoloso far diventare Portatori solo persone intorno a me».

«Hai addestrato o addestrerai Adrien?» le domandò a bruciapelo.

«No, non potrei mai» esclamò scrollando appena la testa.

«Perché sei innamorata di lui?»

«No! E poi siamo solo amici» si affrettò a precisare, ma il tono con cui pronunciò la frase non convinse nemmeno lei, così cercò di rimediare «Se non mi avessi messa con le spalle al muro non avrei coinvolto nemmeno te».

Luka alzò un sopracciglio, la scrutò dubbioso e tentennò indeciso se fare o meno la prossima mossa. Il suo cervello stava elaborando molteplici informazioni e da un bel po' era in cerca di risposte chiare e precise nei confronti della ragazza. Lo stava mettendo sullo stesso piano di Adrien, ragazzo per cui era certo avesse avuto una cotta, o semplicemente si era sentita costretta a rivelargli la realtà? Alla fine si decise e tenendo ferma la mano che stava ancora sulla sua guancia, si sporse in avanti improvvisamente rubandole un bacio.

Marinette rimase impietrita non aspettandosi una reazione simile e Mullo accavallò le zampine restando ad osservarli interessato.

«Questo che cosa significa?» balbettò la giovane portandosi la mano alla bocca spaesata sfiorandosi le labbra.

«Avevo bisogno di capire una cosa» rispose deglutendo «e anche tu...»

«Che intendi?» domandò «Non... scusa, ma non riesco a capire».

«Che cosa hai provato?» chiese serio continuando a cercare il suo sguardo, incapace di rifuggire i suoi occhi celesti.

«Io non... mi hai colta alla sprovvista, scusa.» Non sapeva bene di che cosa si stesse scusando, ma la sua mente era sul punto di implodere ed esplodere insieme.

«Ok» affermò il giovane, poi ci pensò un attimo prendendo gentilmente il suo volto con entrambe le mani per non lasciarla scappare «E adesso saresti pronta?».

Si avvicinò lentamente, ma quando fu ad un soffio dalle sue labbra, Marinette appoggiò le mani sul suo petto e facendo resistenza lo fermò allontanandolo un po'.

«Scusami, io...»

«Per l'appunto» sorrise Luka apparentemente soddisfatto dalla sua reazione, poi face un passo indietro lasciandola finalmente libera «Non hai sentito niente perché sei ancora innamorata di Adrien. Inoltre non ti è mai passata per la testa l'idea di renderlo un Portatore semplicemente perché temi per la sua incolumità.» sospirò «Con questo non ti sto dicendo che sei una brutta persona, ho capito perché sei venuta da me con il Miraculous del Serpente. Ora so che sei al sicuro, più o meno, durante gli attacchi e qualunque cosa accada io ci sarò, per te, per Parigi».

Marinette provò a rispondere, non sapeva da dove iniziare, ma le sue parole l'avevano colpita in qualche modo.

«Scusa se ti ho baciata all'improvviso, ma anch'io dovevo capire un po' di cose...»

«A quali conclusioni sei arrivato?» domandò cauta, incerta di voler sentire davvero che cosa avrebbe potuto dirle.

«È da un po' di tempo che mi chiedevo se quello nei tuoi confronti fosse affetto o amore» rispose imbarazzato «Beh, quando ti ho baciato mi sono sentito piuttosto a disagio» ammise sorridendo divertito «Mi sono sentito sbagliato, come se al posto tuo avessi baciato Juleka. Credo di vederti come una sorellina Marinette ed ora capisco davvero il terrore che mi ha assalito quando ti ho vista sparire nella Senna».

Lei sorrise rincuorata dalla conclusione a cui era arrivato e si sentì felice per tutto ciò che le aveva appena detto facendole tirare un sospiro di sollievo.

Il giovane aprì la mano con il palmo ben aperto e la ragazza annuì consegnandogli la scatolina esagonale nera. L'aprì ed indossò il bracciale che stava al suo interno e subito comparve un piccolo serpente «Piacere, sono Sass e sono il tuo kwami».

«Piacere mio, sono Luka» rispose osservando per bene la creatura comparsa davanti a lui.

«Devi dire: Sass, trasformami!» spiegò la giovane «Così... Mullo, trasformami!»

Marinette in un attimo diventò Multimouse e lui la osservò per bene restando in silenzio. La presenza dei kwami non gli aveva lasciato dubbi sulla veridicità delle sue parole, ma osservarla così, nelle sue vesti da eroina era decisamente una visione insolita.

«Avanti, "fratellone"» lo spronò incoraggiante.

«Sass, trasformami!» disse deciso e subito il suo corpo fu ricoperto da una tuta nera e ciano che metteva in mostra la linea dei suoi addominali. Guanti e stivali sembravano ricoperti di scaglie e come arma si ritrovò una lira fra le mani. Luka sorrise soddisfatto guardando per quanto gli fosse possibile il suo costume e lo trovò estremamente confortevole. Era una sensazione nuova, avrebbe dovuto farci l'abitudine. Si sfiorò il viso e vi trovò una mascherina a nascondergli il volto, provò a tirare ma sembrava incollata magicamente alla sua pelle.

«Come ti devo chiamare?» chiese Marinette spostando il peso da un piede all'altro sorridendo allegra.

Il ragazzo pizzicò le corde con le dita diffondendo nell'aria una melodia allegra, poi alzò lo sguardo su di lei e ricambiò il sorriso «Viperion!»



 

-----------
Vi è piaciuta questa storia? 
Le avventure di Luka proseguono in: Ridicolo! Miraculous - Le storie di Queen Bee e nella saga principale di Blind Hearts. 
----------



Copyright immagini:

Copertina: https://nordie-scribbles.tumblr.com/image/172457732532

Immagine capitolo: http://lineith.tumblr.com/image/173239319886

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: KwamiHunters