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Autore: Teo5Astor    22/05/2019    20 recensioni
Un mistero accomuna alcuni giovani della Prefettura di Kanagawa, anche se non tutti ne sono consapevoli e non tutti si conoscono tra loro. Non ancora, almeno.
Radish Son, diciassettenne di Fujisawa all'inizio del secondo anno del liceo, è uno di quelli che ne è consapevole. Ne porta i segni sulla pelle, sul petto per la precisione, e nell'anima. Considerato come un reietto a scuola a causa di strane voci sul suo conto, ha due amici, Vegeta Princely e Bulma Brief, e un fratello minore di cui si prende cura ormai da due anni, Goku.
La vita di Radish non è facile, divisa tra scuola e lavoro serale, ma lui l'affronta sempre col sorriso.
Tutto cambia in un giorno di maggio, quando, in biblioteca, compare all'improvviso davanti ai suoi occhi una bellissima ragazza bionda che indossa un provocante costume da coniglietta e che si aggira nel locale nell'indifferenza generale.
Lui la riconosce, è Lazuli Eighteen: un’attrice e modella famosa fin da bambina che si è presa una pausa dalle scene due anni prima e che frequenta il terzo anno nel suo stesso liceo.
Perché quel costume? E, soprattutto, perché nessuno, a parte lui, sembra vederla?
Riadattamento di Bunny Girl Senpai.
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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17 – Il ritorno del Demone
 
 
 
11 luglio
 
Finalmente sono passati anche questi maledettissimi esami di fine semestre e tra una settimana comincerà la tanto attesa pausa estiva. Terminerà questo primo semestre e, soprattutto, questa storia in cui devo fingere davanti a tutta la scuola di essere il fidanzato di Lunch. Mi ha fatto piacere aiutarla, ma credo che ormai il pericolo che le faceva tanta paura sia scongiurato. Non perderà le sue amiche, se davvero si possono definire tali per come vedo io le cose, a causa di Wolf e tutto tornerà alla normalità.
Io, in particolare, avrei voglia di tornare alla normalità, ossia alla mia quotidianità con Lazuli. So che per lei è lo stesso, anche se non me lo fa pesare. Anche se non l’ha mai convinta del tutto l’atteggiamento di Lunch. Sarà semplice gelosia la sua? O, come spesso accade, lei è un passo avanti a me e ha capito qualcosa prima? È sempre più avanti rispetto a me e, ogni giorno che passa, credo che sarei perso senza lei al mio fianco.
Le ho raccontato tutto tre sere fa, ma davvero tutto: il mio dolore, la mia famiglia, persino di Videl. Ne siamo usciti più forti. Più uniti.
In queste ultime due sere abbiamo studiato insieme, anche se stavolta mi ha imposto, con le cattive soprattutto, di concentrarmi sullo studio e basta. Ha più paura lei di me che non faremo l’università insieme se non migliorerò i miei voti, quindi niente baci e niente costume da coniglietta. Io forse sono solo più superficiale, ma sono certo che frequenteremo insieme l’università nonostante io sia sostanzialmente uno che si impegna il minimo indispensabile a scuola.
Penso a lei, ancora chiusa in classe dato che gli esami del terzo anno sono più lunghi, mentre mi dirigo da solo verso l’uscita della scuola.
«Senpai!»
La voce squillante di Lunch attira la mia attenzione. Mi sorride, finisce di digitare qualcosa sul cellulare e mi corre incontro radiosa. Ho come l’impressione che si sia ancora di più legata a me dopo che ho pestato Wolf in stazione l’altro giorno. Ma sono certo che manterrà la sua promessa, come io sto mantenendo la mia pur di aiutarla. E come sta facendo Lazuli, perché probabilmente è lei quella che sta soffrendo di più per questa storia anche se fa sempre la dura.
«Come sono andati gli esami?» le chiedo, mentre la raggiungo tenendo le mani in tasca.
«Insomma… a te invece?»
«Alla grande…».
«Hai già capito di averli superati?!»
«No, bocciato alla grande! Dovrò recuperare nel secondo semestre!»
«Ah, quindi forse siamo sulla stessa barca!» ridacchia, mentre penso che Lazuli mi ammazzerà sul serio stavolta.
 
«Ho promesso a Lucy-chan e alle altre che sarei andata al mare con loro domani!» esclama Lunch, mentre camminiamo verso la stazione. «Mi accompagni a prendere un costume nuovo?»
«Non puoi mettere quello dell’anno scorso?» sbuffo.
«Ma non capisci?! Mi hanno già visto con quel costume, ne voglio uno più alla moda come loro!» piagnucola, strattonandomi il braccio.
«E va bene…» acconsento.
«S-senpai…» balbetta Lunch, mentre guarda i costumi esposti nel negozio in cui siamo entrati. Sembra malinconica, all’improvviso. Ed è anche un po’ rossa in faccia. «Andrai mai al mare con Eighteen-senpai?»
«Non lo so… è molto famosa, nelle spiagge turistiche potrebbero darci fastidio. Ci piace andare nelle spiagge piccole e deserte, come quella di Shichirigahama » le spiego.
«Comunque… quando metteremo fine alla nostra finta storia potrai contare su di me per far andare bene le cose con lei! Ti ho promesso che diventerò la tua migliore amica» sorride. O si sforza di sorridere, non saprei.
«E secondo te di chi è la colpa se io e lei non stiamo già insieme ufficialmente?» ghigno, puntando il dito indice in mezzo alla fronte di Lunch e spingendola leggermente indietro. Scoppio a ridere, mentre lei diventa tutta rossa.
«U-uffa, sei cattivo, senpai…» borbotta. «È per questo che voglio aiutarti…».
«Apprezzo il pensiero e la tua amicizia, ma non preoccuparti della mia storia con Lazuli. A quello ci penso io, tranquilla» rispondo, serio. «Piuttosto, non dovremmo pensare a come lasciarci sabato prossimo?»
«Ho già pensato a come mollarti, cosa credi?!» sbuffa, irritata. I suoi occhi nocciola, perdono presto la loro luminosità, mentre distoglie lo sguardo dal mio.
«Aspetta… sarò io ad essere scaricato?!» butto lì, ridendo.
«Nonostante tutto, non riesci a toglierti dalla testa Eighteen-senpai. Io me ne sono resa conto e per questo ti ho lasciato» ribatte, accennando un sorriso. Un sorriso che mi sembra spento.
«È tremendamente realistico» ghigno.
«Alla fine ti saluterò con un bel “Non voglio più saperne di te!” e uno schiaffo sulla faccia» continua, tornando a guardarmi negl’occhi.
«Devi darmi per forza anche uno schiaffo?!»
«Voglio essere una perfezionista e il realismo è fondamentale. Me l’hai insegnato tu!»
«E va bene…» sbuffo.
«Senpai…».
«Uhm?»
«S-sabato prossimo, dopo la cerimonia di chiusura del semestre… ecco… ti andrebbe di andare insieme al mare?» farfuglia Lunch, paonazza, abbassando lo sguardo.
«E la nostra litigata?»
«La faremo alla fine del nostro appuntamento al mare, se sei d’accordo…» sussurra. «Mi sarebbe piaciuto andare al mare con te, almeno una volta».
«E va bene…» sospiro, rassegnato. Un’ultima buona azione per un’amica, cosa potrebbe andare storto?
 
 
18 luglio
 
«Fratellone! È mattina!»
La voce squillante di Goku mi obbliga ad aprire gli occhi. «Dai che domani inizia la pausa estiva!»
«Ciao Goku…» sospiro. «Devo solo sopravvivere alla giornata di oggi» sorrido, mentre mi metto a sedere sul letto, pensando che finalmente concluderò la mia missione per aiutare Lunch e potrò dedicarmi finalmente solo alla mia adorata Lazuli.
«Ehi, Rad, che programmi hai per quest’estate?» mi chiede Vegeta sul treno che ci porta verso il liceo. È stranamente di buon umore, probabilmente perché è l’ultimo giorno prima della pausa estiva.
«Godermi Lazuli, finalmente» sospiro. «E lavorare. Tanto, anche».
«Allora oggi sistemi le cose con Lunch? Inizio ad essere irritato io per te e per questa cazzata, tsk!»
«Se Dio vuole, sì» sbuffo. «Non fraintendermi, Prince. Voglio bene a Lunch e l’ho aiutata volentieri, però adesso sono stanco e ho voglia di stare con Lazuli».
«In fondo è una brava ragazza Lunch, se in futuro Wolf le romperà ancora i coglioni interverrò direttamente io» ringhia Vegeta, guardandomi male. «Tu ci sei andato giù troppo leggero con quel mollusco, sei il solito sentimentale del cazzo! Tsk!»
«Vedi di non farti sbattere in galera, coglione, che avete un paio di partite importanti a breve, no? Ho visto il programma del campionato di calcio, dovete farcela a passare il turno!» esclamo, ridendo.
«Già…» sbuffa Vegeta. «Sarà durissima per noi passare… torna in campo, Rad».
«Mi ha detto anche Lazuli che dovrei tornare…».
«E tu a lei immagino che darai retta, visto che ragioni con l’uccello!»
Ghigno verso Vegeta, che mi sta fissando con un sorriso sghembo stampato sulla faccia. «Non lo so, Prince… non adesso, almeno. Devo lavorare tanto quest’estate e poi non mi sembra corretto verso i tuoi compagni che si stanno allenando da almeno tre mesi».
«Te l’ho detto che sei un sentimentale del cazzo… io voglio vincere, se loro si allenano e continuano ad essere più scarsi di te è un problema loro, non tuo!»
«Tu cosa farai quest’estate, oltre al calcio?» gli domando.
«Verrò a lavorare anch’io, perché so che senza di me saresti perso» sbotta Vegeta, dandomi un pugno sulla spalla, che, ovviamente ricambio colpendolo a mia volta. «E poi… poi vedrò di sistemare le cose con Marion…» sbuffa.
«Come va con lei? Se ti va di parlarne…».
«Non benissimo, e non da oggi… sono un po’ stanco, Rad» sospira il mio amico, distogliendo lo sguardo dal mio. «A volte lei… lei è… snervante! Tsk!»
«Cerca di fare la cosa giusta per te allora, Prince» gli dico, appoggiandogli una mano sulla spalla. «Stavo pensando che magari una sera potremmo uscire insieme e invitare anche Bulma».
«Perché anche lei?!»
«Perché è nostra amica, coglione. E sarebbe un peccato non vederla per oltre un mese senza la scuola».
«Va bene, Rad. Ora vado a cercare Marion, a dopo» si congeda Vegeta, una volta arrivati a destinazione.
 
Dopo la cerimonia di chiusura mi dirigo direttamente verso la stazione, dove mi sono dato appuntamento con Lunch per andare in spiaggia. Dopo questo pomeriggio finalmente porremo fine a questa finzione e tutto potrà tornare alla normalità.
«Senpai!» mi chiama lei, mentre arriva correndo e mi sorride. «Mi sono già messa il costume sotto alla divisa nello spogliatoio della scuola!»
«Io mi cambio al volo in spiaggia, ho tutto nello zaino» le dico, guardandola dritta negl’occhi e cominciando a sorridere sghembo. «Non vedo l’ora di vedere la mia kohai in costume» ghigno, per metterla in imbarazzo.
«Hai la faccia da depravato, lo sai?!» sbotta, paonazza.
«Ah, e te ne accorgi solo oggi?!» rispondo, ridendo, proprio mentre arriva il treno.
La spiaggia è particolarmente affollata e piena di ombrelloni, del resto è una magnifica giornata. Vado a cambiarmi in una cabina e mi infilo il costume. Faccio per sfilarmi anche la maglietta, ma lo specchio che ho davanti mi ricorda che ho delle enormi cicatrici sul petto che potrebbero spaventare Lunch e attirare soprattutto gli sguardi della gente. Una cosa che mi sta tremendamente sul cazzo, nonostante non mi interessi quello che potrebbero pensare. È anche per questo che non amo andare nelle spiagge puramente turistiche come questa, pur adorando il mare.
Mi dirigo verso il nostro ombrellone con su la maglietta, proprio mentre Lunch sta finendo di svestirsi e si sta sfilando la gonna della divisa scolastica.
«S-senpai…» sospira, abbassando la testa. È tutta rossa in faccia, in tinta col colore del suo bikini, direi.
«Bene, andiamo a farci una nuotata!» esclamo, afferrandole il polso e trascinandola con me verso il mare. Ho voglia di fare il bagno, ora che siamo qui. L’acqua è davvero invitante e non vedo l’ora di lasciarmi cullare da lei. Sarebbe bello nuotare nel mare con Lazuli, credo che lo faremo sicuramente quest’estate.
«A-aspetta!» sbotta Lunch, bloccandosi e interrompendo le mie fantisticherie su Lazuli in costume da bagno immersa con me in mare. «N-non mi dici niente?»
La osservo dall’alto in basso, mentre lei continua a guardare per terra, sempre più rossa. È in cerca di complimenti? In effetti ha un bel fisico, devo dargliene atto. E questo costume è decisamente audace per una che solitamente è così timida, anche se io so bene che a volte ha certi scatti d’ira che la fanno sembrare quasi bipolare.
«Beh… sei carina» le concedo, prima che fraintenda. Lo penso davvero che è carina, ma non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di andare oltre con lei. La considero un’amica e ci tengo a lei, ma il mio cuore batte solo ed esclusivamente per Lazuli. Che è anche decisamente più bella, tra l’altro, non solo “carina”.
«Non mettermi in imbarazzo!» sbraita, all’improvviso irritata, stringendo i pugni.
«Cosa vuoi che ti dica allora?!»
«C-che… che sono… carina…» sussurra, di nuovo rossa in faccia e a testa bassa, scalciando leggermente la sabbia.
«Vedi che sei bipolare?!» esclamo ridendo, afferrandola di nuovo per il polso e trascinandomela dietro.
«Senpai… n-non ti togli la maglia?!» chiede timidamente.
Mi fermo e mi volto verso di lei, sollevandola leggermente e lasciandole intravedere una parte delle mie cicatrici. Lei diventa letteralmente paonazza.
«I-io… non sapevo che…» farfuglia, fissandomi l’addome, portandosi le mani davanti alla bocca e sgranando gli occhi.
«Sì, è una lunga storia… magari un giorno te la racconterò, comunque è tutta colpa della Sindrome della Pubert…».
«Non sapevo che avessi tutti quei muscoli, senpai?! Ma che addominali hai?!» esclama Lunch, interrompendomi.
«Eh?» le chiedo, perplesso. Questa è completamente fuori di testa, altro che bipolare. «E le cicatrici? Non ti fanno senso?»
«Quali cicatrici?»
«Queste, cazzo!» sbotto, indicandogliele.
«Ah…» dice Lunch. Non sembra molto sorpresa. «Chi vuoi che ci faccia caso a quelle con i muscoli che ti ritrovi?» sorride.
«Forse hai ragione» le sorrido a mia volta, sfilandomi la maglia e gettandola sotto l’ombrellone. «Grazie, sei un’amica».
«Già, un’amica…» sospira, e per un istante i suoi occhi nocciola mi sembrano un po’ più spenti. Prima che mi prenda per mano e mi conduca con lei verso il bagnasciuga.
 
Alla fine è stato un bel pomeriggio, lo ammetto. Mi sono divertito, e anche Lunch mi sembrava felice. Abbiamo fatto il bagno, giocato a schizzarci con l’acqua e fatto un castello con la sabbia. Gli sguardi della gente su di me non sono poi stati così tanti, nonostante le mie cicatrici in bella vista. O almeno, io non ci ho fatto caso visto che, in fondo, non me ne importava. A un certo punto ha piovuto per una mezzoretta, prima che tornasse a splendere il sole come prima, così ne abbiamo approfittato per mangiare una granita al bar della spiaggia. Mi si è anche quasi congelato il cervello perché ho aspirato troppo velocemente dalla cannuccia e ho visto Lunch ridere di gusto mentre imprecavo. Sono sincero, mi fa piacere che si sia divertita. Perché io ho sempre pensato al disagio che ha provocato a me e a Lazuli questa situazione nelle ultime tre settimane, ma immagino che Lunch possa essere un po’ spaventata da quello che potrà succedere da domani, Da quando tutta questa bugia sarà finita una volta per tutte. Non sarà facile per lei tornare alla vita di tutti i giorni, probabilmente, soprattutto quando ci sarà da ricominciare la scuola. E poi… non lo so, a volte sembra quasi non considerarmi più come solo un semplice amico che le sta dando una mano. Mi è capitato spesso di ripensare alle parole che mi aveva detto Lazuli prima di partire per Kagoshima, quando le avevo spiegato questa situazione. Lei si era detta subito d’accordo sul fatto che dovessi aiutare Lunch, ma allo stesso tempo aveva quasi voluto mettermi in guardia da lei. Non ho voluto mai pensare troppo a quelle sue parole, piuttosto mi sono limitato a cercare di far funzionare le cose. E oggi, tre settimane dopo, credo di avercela fatta, in qualche modo.
«Una cosa, senpai…» interrompe il silenzioso flusso dei miei pensieri Lunch, mentre stiamo osservando il sole al tramonto seduti sulla sabbia della spiaggia che ormai si è quasi del tutto svuotata. Ci siamo rivestiti, e l’odore di sale e pelle cotta dal sole mi riempie le narici.
«Hai ancora fame?» le chiedo, senza smettere di guardare l’orizzonte.
«No, volevo solo ringraziarti. Per tutto» sospira dolcemente. «Stringiamoci la mano» mi dice, allungando il suo braccio verso di me e sorridendomi.
«Perché?» le chiedo, perplesso.
«Per salutarci, no?!»
Allungo la mano verso la sua e gliela stringo. Lei sorride di più. Non molla la presa.
«Alla fine di tutto, sei ancora innamorato di Eighteen-senpai, giusto?»
«Certo».
«Quindi io mi sono stufata e ti ho lasciato».
«Manca solo lo schiaffo, in teoria».
«Facciamo finta che te l’abbia dato, sarei un’ingrata se te lo dessi sul serio dopo tutto quello che hai fatto per me» sorride, dandomi una carezza sulla guancia con la mano libera.
«Meglio così allora» le sorrido. «Sei stata brava».
«Già…» sospira, mollando la mia mano e alzandosi in piedi.
«Passa una bella estate, ci vediamo al lavoro quando saremo di turno insieme, allora!» le dico, senza alzarmi. Ho voglia di stare ancora un po’ qui. Da solo, magari per chiamare Lazuli.
«Spero che tu ed Eighteen-senpai vi metterete ufficialmente insieme» mi dice, mentre si comincia a incamminare. I suoi occhi mi sembrano un po’ lucidi, ma forse è solo l’effetto del sole al tramonto.
«Farò del mio meglio» le sorrido, prima di riprendere a osservare il mare e telefonare a Lazuli per dirle che è andato tutto bene.
Che ce l’abbiamo fatta.
 
 
18 luglio (bis)
 
«Fratellone! È mattina!»
La voce squillante di Goku mi fa svegliare di soprassalto. Lo guardo, perplesso e irritato, prima di voltarmi dall’altro lato e richiudere gli occhi.
«Senti, Goku, c’è una cosa che si chiama “pausa estiva” e quindi vorrei dormire. Ciao».
«Ma… non inizia domani la pausa estiva?!» esclama mio fratello.
«No, oggi».
«Guarda che è sabato, fratellone!»
Sgrano gli occhi, mi sollevo dal letto di scatto. No, non di nuovo! Non di nuovo!
Afferro la sveglia sul mio comodino e leggo la data sul display: 18 luglio. Merda. Oggi è ancora ieri. Sono finito di nuovo dentro a un loop temporale!
Perché?! Cosa cazzo ho fatto di male io?! Proprio oggi poi, che avrei potuto finalmente riprendere alla luce del sole la mia storia con Lazuli!
«Fratellone, stai bene?»
«Sì, Goku. Ora mi preparo e vado a scuola, aspettami in cucina che facciamo colazione» sbuffo, per poi prendere in mano il mio telefono e chiamare Lazuli.
«O risolvi tu questa situazione oggi, oppure faccio io un discorsetto a quell’ingrata di una primina!» esordisce Lazuli, senza nemmeno salutarmi, glaciale e in versione “furibonda”.
«Ciao Là, deduco che non mi hai lasciato da solo nemmeno stavolta nel loop temporale!» provo a scherzare.
«Rad, trova una soluzione. Se è stata lei anche stavolta, come credo, devi farle capire di smetterla
«Spero che sia ancora lei la causa, altrimenti non saprei che pesci pigliare…».
«È lei di sicuro, l’ho aiutata volentieri, ma ti avevo detto subito che si sarebbe innamorata di te!» ringhia, sbattendomi il telefono in faccia.
Mi lascio cadere sul letto, con la testa che sembra stia per scoppiarmi.
Ti amo” le scrivo in un messaggio, giusto perché lo sappia. E perché mi sta sul cazzo lasciare le conversazioni in sospeso. Sembra che abbiamo litigato così, e mi fa male questa cosa. Anche perché quello che è successo non dipende da noi. O almeno, lo spero. Spero che il problema sia ancora una volta Lunch, e non che io e Lazuli non siamo destinati a stare insieme in nessuna cazzo di linea temporale.
Sospiro sconsolato, quando noto che Lazuli ha visualizzato e non ha risposto nulla. Mi preparo e vado a scuola, sapendo già in anticipo che sul treno avrò la stessa identica conversazione di ieri con Vegeta.
Una volta arrivato a scuola e dopo essermi congedato dal mio amico, mi dirigo subito verso la classe di Lunch. La trovo a chiacchierare con le sue solite tre amiche, che, non appena mi vedono, mi salutano ammiccando e la spingono verso di me ridacchiando.
«C-cosa c’è, senpai?» chiede Lunch, che nel frattempo è arrossita vistosamente.
«Ti è successo qualcosa di brutto?!»
«Perché?!» ribatte, sgranando gli occhi perplessa.
«Come “perché”?! Siamo ricaduti nel loop temporale!»
«Eh?!»
«Scusa, non stai rivivendo anche tu la giornata di ieri?!»
«No, perché? È successo di nuovo come tre settimane fa?» domanda Lunch, allibita, proprio mentre suona la campanella d’inizio delle lezioni. Sembra non saperne niente davvero.
«Lascia perdere…» sbuffo.
«S-senpai, dopo allora andiamo al mare?»
«Sì, ci atterremo al piano» le dico, prima di tornare in classe con la testa piena di dubbi e di paure.
Proprio in quel momento mi vibra il cellulare in tasca. È un messaggio di Lazuli: “Scusa per prima, lo so che non è colpa tua. Ci vediamo”.
Rimetto in tasca il telefono e sorrido. Mi sento già meglio. Molto meglio.
 
«Allora, cosa ne pensi?» domando a Bulma, seduto nel laboratorio di scienze durante la pausa pranzo.
«Sei sicuro di esserci con la testa, Son-kun?» mi domanda a sua volta, sistemandosi gli occhiali sul naso, mentre cammina velocemente per il laboratorio e il camice bianco aperto le svolazza alle spalle quasi come fosse un mantello.
«Lo so di essere rincoglionito, ma non capisco cosa intendi tu. Spiegati meglio, per favore».
«Intendo che mi hai chiesto una cosa talmente ovvia che ci arriverebbe anche un bambino. Se quella primina è ancora davvero il Demone di Laplace, la soluzione è molto semplice».
«Semplice?! Cosa devo fare?»
«Prima di tutto devi capire quale sarebbe la differenza più grossa tra oggi, 18 luglio, e quello che dovrebbe essere domani, 19 luglio. Qualcosa che oggi c’è e domani non ci sarebbe, che oggi è in un modo e domani sarebbe diverso» mi spiega, guardandomi negli occhi serissima, ferma a un metro da me. «Ti do un aiuto perché ti voglio bene e mi sembri in difficoltà, Son-kun: la vostra finta relazione, che da domani dovrebbe finire».
Sospiro, abbassando la testa. Lo sapevo già, anche se non volevo ammetterlo. Aveva ragione Lazuli, fin dall’inizio.
«Guarda che lo so che c’eri arrivato anche da solo, ma avevi bisogno di una conferma, di un consiglio o di un incoraggiamento. Beh, te li ho dati. Sta a te sistemare le cose».
«E cosa dovrei fare? Lei dice di non saperne nulla!»
«Non sono stupida, Son-kun. E nemmeno tu lo sei, nonostante sei uno scimmione» sbuffa. «So benissimo che tu sai già in cuor tuo perché il Demone ha ricominciato a tirare il dado».
«Perché il futuro che ha intravisto non le piace… e preferisce un eterno presente come questo?»
«Hai fatto centro, ti meriteresti un bel voto se fossi un mio studente» ghigna la mia amica dai capelli turchini. «E sai perché fa così?»
«Credo di sì…» sospiro. «Dimmelo tu, però, Bulma».
«Perché si è innamorata di te, razza di zuccone!»
«E se continua a dire che non sta vivendo anche lei questo loop temporale?»
«Tu sei certo di non essere il Demone di Laplace, Son-kun?»
«Certo che non lo sono, non ho nessuna preoccupazione che possa provocarmi la Sindrome della Pubertà perché sto da Dio da quando frequento Lazuli!»
«Ecco, questo lo sapevo anch’io. Quindi devi partire dal presupposto che il Demone deve essere per forza quella primina. Devi metterla con le spalle al muro non appena ti accorgi che sta mentendo e farle capire che non può far durare in eterno questo 18 luglio. Per lei stessa, per te e per la tua vera ragazza» mi spiega Bulma, mentre si sfila il camice. «Soprattutto per Eighteen-senpai. Se fossi stata io nei suoi panni ti avrei già ammazzato, mio caro Son-kun. Tienitela stretta, deve amarti proprio tanto per come vedo io le cose».
 
Alla fine della cerimonia di chiusura del semestre aspetto Lunch in stazione, per poi passare insieme il pomeriggio al mare come avevamo deciso. Mi sforzo di recitare le stesse battute che ho usato nella giornata di oggi che ho vissuto ieri, per cercare di studiare le sue mosse. Per capire se il Demone si sarebbe rivelato. Se si sarebbe tradito.
Ma, da quello che ho visto, nulla è cambiato da parte sua. Ha avuto le stesse reazioni di ieri, mi ha detto le stesse identiche cose. Tutto è stato uguale: i suoi momenti di imbarazzo, la scena della maglietta che non mi ero tolto, il bagno insieme, i castelli di sabbia, la granita che mi ha quasi congelato il cervello e la fine della nostra finta relazione guardando il sole al tramonto.
Spero che domani arriverà sul serio. E che potrò ricominciare la mia relazione con Lazuli, che è l’unica cosa che conta per me.
 
 
18 luglio (tris)
 
Stringo impietrito tra le mani la sveglia del mio comodino, mentre Goku continua a parlare in sottofondo. Oggi è ancora il 18 luglio, cazzo! Mi sembra di impazzire.
Sento vibrare il cellulare e leggo il nome di Lazuli sul display. Mi sta chiamando, e la cosa non può che rendermi felice. Ma so già che sarà furente. Tanto, immagino.
«Allora?!» ringhia.
«Ehm… ciao Là, una magnifica giornata, non trovi? Guarda che bel sol…».
«Rad» mi interrompe, lapidaria, in un tono talmente gelido da farmi provare un brivido lungo la schiena.
«Sì?» faccio il finto tonto. «Vuoi forse dirmi che stai per attraversare la strada per salire in casa mia? Ti aspetto a letto, nel caso!»
«Se venissi lì adesso, non sarebbe una buona cosa per te. Fidati» mi spiega.
«Sei crudele».
«Certo, e ne vado fiera. Quindi, non fare il cretino e trova una soluzione con quella primina. Non costringermi a prendere in mano la situazione».
«Ieri ho provato a replicare nello stesso modo la giornata vissuta l’altro ieri e lei non si è tradita. Oggi proverò a fare una piccola modifica. Però non escludo che domani potrebbe essere ancora il 18 luglio, ma ti giuro che sarà l’ultimo 18 luglio che vivremo in questo loop, eventualmente. Perché ho già un piano».
«Basta che ci tiri fuori da tutto questo, prima che mi stufi di aspettare la tua famosa dichiarazione» sbuffa, irritata.
«Ti amo, Là».
«Sarà meglio. Ti tengo d’occhio» mi minaccia. «Ciao».
 
A scuola e poi al mare con Lunch tutto si ripete esattamente come ieri. Mi sforzo di ripetere per la terza volta le stesse battute e di fare le stesse cose, anche se è inevitabile che ci sia meno entusiasmo da parte mia e anche un po’ di irritazione che tuttavia credo di riuscire a celare. Lunch, invece, sembra sempre la stessa. Ride, scherza, arrossisce: tutto come nei primi due anelli temporali.
Quando andiamo a mangiare la granita attuo la prima parte del mio piano: questa volta, infatti, la mangio più lentamente, così da non dover imprecare per la sensazione di avere il cervello congelato all’altezza della fronte con conseguente risata di Lunch.
Finisco così tranquillamente la mia granita, mentre osservo Lunch, in silenzio. Voglio che sia lei a dire qualcosa.
«Sei stato bravo a mangiare la granita senza farti venire il mal di testa, senpai!» esclama ridendo, a un certo punto.
«E tu come fai a sapere che di solito la mangio con talmente tanta foga che mi sembra che mi si congeli il cervello, a un certo punto?» le domando, fingendomi disinteressato alla mia stessa domanda. «Non mi hai mai visto mangiare una granita o un gelato prima d’ora, no?»
«Ehm… ecco… io, io l’ho immaginato, senpai!» ribatte, visibilmente a disagio, abbassando al testa e sforzandosi di ridere.
Sorrido, soddisfatto. Ti ho dato scacco matto, Demone di Laplace.
Domani so già che sarà ancora il 18 luglio, ma ora so cosa devo fare per sistemare le cose.
Per uscire da questo folle loop temporale.
Quando Lunch mi saluta, al tramonto, dopo avermi teoricamente scaricato, scrivo subito un messaggio a Lazuli: «Scacco matto al Demone, domani so già come sistemare tutto».
«Mi stai dicendo che mi farai aspettare ancora un giorno? Dovrai pagare per questo, scemo» mi risponde subito, facendomi sorridere, mentre guardo il mare al tramonto davanti a me.
«Posso pagarti in natura?» le scrivo.
«Sei un porco, fai schifo. Vai pure dietro alla tua adorabile primina» mi risponde.
«Dai, non essere arrabbiata: sei solo tu che assomigli alla felicità, per me!».
«Risposta sbagliata, Son».
«Perché?»
«Perché io sono la felicità per te, non è che le assomiglio e basta. Stupido».
«Hai ragione, Là. Ti amo».
 
 
 
 
 
 
 
 
Note: eccoci, come tutti temevate, Lunch è tornata giusto giusto per indossare di nuovo i panni del Demone di Laplace e incasinare la vita ai nostri protagonisti. Cosa dite, vivremo un quarto 18 luglio all’inizio del nuovo capitolo? Dovrà intervenire in prima persona Lazuli (magari evitando di farsi sbattere in galera per omicidio)? Cosa ha in mente Rad?
Qualunque cosa accada, sappiate che siamo alla resa dei conti per questa saga relativa alla primina bipolare. Immagino che questo capitolo non abbia contribuito ad aumentare la sua già scorsa popolarità all’interno di questa storia.
Per il resto, purtroppo Là compare poco e solo via telefono e Vegeta ci rivela qualcosa di importante sulla sua situazione con Marion. Staremo a vedere, so che stimate tutti l’azzurra e quindi credo siate dispiaciuti per questo! ;-)
 
Parlando del capitolo di settimana scorsa, sappiate che ho adorato tutte le vostre teorie relative a Videl su chi sia e dove sia. Continuate a pensarci, perché sentiremo ancora parlare di lei. Comunque sono felice che vi sia piaciuta, in certe cose è molto simile a Lazuli, mentre in altre è diametralmente opposta. Al di là della sua sparizione Rad ha già fatto la sua scelta, ma ciò non toglie che Videl abbia fatto grandi cose per lui e che prima o poi sarebbe bello chiarire i misteri che aleggiano intorno a lei.
Vi ringrazio anche per la parte su Goku e la famiglia di Radish, e relative riflessioni a riguardo!
Un grazie speciale poi come sempre a chi mi dedica un pensiero in una recensione e dimostra sempre entusiasmo per questa storia, spero vi sia piaciuto tornare ad andare avanti con la trama dopo tre capitoli dedicati alla serata tra Rad e Là in cui sono emerse tante cose.
Ringrazio chi continua a leggere e a inserire la long nelle liste, siete in tanti e siete il mio orgoglio. Grazie!
 
Bene, non mi resta che darvi appuntamento a mercoledì prossimo per vedere se finiranno questi loop e se Lunch davvero non è consapevole/responsabile di quello che sta accadendo… voi cosa ne pensate? Per ora vi dico il titolo: “Una goccia e una lacrima”.
Ci vediamo già domenica con il settimo e terzultimo capitolo di “Mythos”, invece, per chi la segue o vorrà iniziarla!
 
Teo
   
 
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