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Autore: Mr Lavottino    24/05/2019    1 recensioni
Zoey è stata appena lasciata da Mike, suo ragazzo storico. A farne le spese è Gwen, sua amica, la quale riceve ogni giorno chiamate da parte sua, durante le quali lei non fa altro che piangere e lamentarsi. Così una sera decide di far uscire l'amica di casa.
Nel bel mezzo della serata, Gwen decide di lasciare la rossa da sola per provarci con un ragazzo e lei, arrabbiata, alza un po' troppo il gomito.
Per una serie di coincidenze, Zoey verrà rapita da Duncan, autore di una rapina e fuggitivo, e da quel momento la rossa diverrà ostaggio del punk.
DAL TESTO:
"Zoey non sapeva precisamente come era finita in quella situazione. Una marea di ipotesi, tutte piuttosto irrilevanti, le attraversarono la mente venendo però immediatamente accantonate da quella parte di buon senso a cui si sentiva ancora strettamente legata.
Era a lei che si affidava ogni qual volta un dubbio le sfiorava la mente. Riflettendoci con calma, e con la dovuta attenzione, riusciva sempre a trovare una soluzione che le andasse bene, eppure questa volta era diverso. Sentiva in cuor suo che, qualunque fosse stata la sua mossa, avrebbe sbagliato comunque.
Com'era cominciato tutto? Con un sbronza."
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris McLean, Duncan, Noah, Scott, Zoey | Coppie: Bridgette/Geoff
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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- Quindi... com'è questa tua conoscenza?- domandò Zoey, cercando di abbattere quell'imbarazzante silenzio che aveva preso piede in tutta l'auto. Duncan, perso nei suoi pensieri, le rivolse uno sguardo confuso, portandola a ripetere la frase un'altra volta.
- Ah... beh, lei è... una brava persona, credo.- iniziò, mordendosi il labbro come se non volesse dire qualcosa di importante - Fa volontariato e quella roba lì, inoltre mi sa che è vegetariana.- picchiettò con le dita sul volante, mentre la rossa lo guardava con le stelle negli occhi.
- Quindi conosci anche persone per bene?- disse, quasi commossa. Il punk le gettò un'occhiataccia che la congelò sul posto. Si era completamente dimenticata che, nel posto dietro al suo, c'era una sconosciuta che non doveva sapere cosa stavano facendo, e soprattutto chi erano.
- Certamente, per chi mi hai preso, per un criminale?- ironizzò poi, cercando di far passare il tutto per una semplice battuta.
- Dall'aspetto lasci intendere quello.- rispose la rossa, ridacchiando, dopodiché prese posto per bene sul sedile, appoggiando la testa contro lo schienale e socchiudendo gli occhi.
Aveva deciso di partire per una missione suicida assieme ad un ragazzo che conosceva a malapena da due giorni e che, almeno a suo avviso, la reputava soltanto un peso. Ormai era troppo tardi per tornare indietro, non che lo volesse, ed in più non poteva nemmeno aiutarlo perché pressoché inutile. Anzi, aveva finito per costringerlo a portarsi un'altra persona dietro e ad allungare ulteriormente il viaggio.
- Che hai?- le domandò il punk, dopo qualche minuto di silenzio. Venne colta alla sprovvista da quelle parole, tanto che per la sorpresa alzò un ginocchio di scatto e colpì il bauletto, facendosi male - Stai attenta, così mi spacchi la macchina.- il ragazzo si mise a ridere, facendola leggermente imbarazzare.
- Tanto per sapere, dove siete diretti?- domandò Dawn, puntando gli occhi verso l'autista.
- Winn...- Zoey provò a rispondere, ma la sua voce venne sovrastata da quella di Duncan.
- Stiamo andando a Regina. Abbiamo prenotato un soggiorno per tre persone in un campeggio là vicino.- mentì spudoratamente, lasciando la rossa di stucco. Il tono di voce utilizzato le era sembrato al cento per cento credibile, tanto che perfino lei pensò fosse la verità.
- Per caso state parlando del "Canadian Free Camp"?- domandò la bionda, con un'espressione enigmatica sul volto.
- Wow, come fai a saperlo?- il punk si girò verso di lei, fingendosi sorpreso. O almeno questo parve a Zoey, dato che il moro era effettivamente rimasto a bocca aperta, dato che era proprio quello il campeggio che intendeva dirle.
- È piuttosto famoso.- tagliò corto la bionda, limitandosi a scrollare le spalle - Ma quindi voi... in che relazione siete?- assottigliò gli occhi, puntandoli sempre contro di Duncan.
- Loro due sono cugini, noi semplicemente amici.- rispose di scatto il punk, senza aggiungere altro.
- Eppure non si assomigliano molto...- concluse la bionda, facendolo un po' innervosire. Possibile che avessero trovato una tale ficcanaso?
- Sono entrambi rossi.- blaterò lui, mentre fra i denti spartiva maledizioni tra Zoey e l'autista della macchina davanti a loro che stava andando lentissima.
- Ma Zoey è tinta, si vede ad occhio.- Duncan sussultò, accorgendosi che effettivamente il colore di capelli della ragazza non era naturale. Solo dopo quelle parole si rese conto della ricrescita castana e delle sopracciglia scure della sua compagna di viaggio.
- Duncan, sei davvero uno spasso! Comunque sì, siamo cugini.- Scott, simulando una risatina, salvò la situazione, cercando di convincere l'ospite che quella farsa fosse la verità.
- E da dove venite?- Dawn continuò a fare domande, facendo sembrare quel viaggio un interrogatorio, cosa non molto gradita al punk.
- Montreal.- tagliò corto il moro, stanco di quell'atteggiamento impiccione che la bionda stava continuando ad adoperare - Bene, siamo quasi arrivati!- esultò, reggendo il volante con una sola mano. Davanti a loro si presentò un cartello che indicava l'entrata nella città di Ottawa. Duncan, con un sorriso stampato in volto, accelerò, immettendosi dentro la corsia principale con una certa furia.
Dovettero attendere un'altra decina di minuti, fino a quando non uscirono dal centro della città e giunsero a poche miglia dal centro. Lì il ragazzo prese una stradina secondaria, messa male e piena di buche, e proseguì a velocità abbastanza alta da far scombussolare tutti i presenti nel mezzo.
- E rallenta, idiota!- si lamentò Scott, reo di aver appena battuto due testate contro il tetto del veicolo.
- Sopporta in silenzio, manca poco.- lo liquidò il punk, mentre Zoey e Dawn si reggevano ai sedili per evitare di venir sbalzate per la macchina.
- Sul serio, Duncan, dovresti rallenta...- non fece in tempo a finire, che la macchina prese una grossa buca che per poco non li fece andare fuori strada. L'autista fu costretto a fermarsi, anche per controllare la situazione in cui versavano gli altri.
- State bene?- domandò, voltandosi verso di loro. Zoey era immobile, e tremante, sul sedile, con entrambi le mani agganciate allo sportello, mentre Dawn era finita addosso a Scott, il quale era sprofondato nello spazio tra un sedile e l'altro.
- Sei un fottuto pirata della strada!- lo insultò il rosso, per poi aiutare la bionda ad alzarsi - Tutto a posto?- le chiese gentilmente e le porse una mano per aiutarla ad alzarsi.
- Sì, grazie mille.- la bionda gli sorrise, facendolo imbarazzare.
- Me lo dicono in tanti.- Duncan fece l'occhiolino verso Scott, ridendo - Beh, visto che stiamo tutti bene, direi che possiamo ripartire.- schiacciò l'acceleratore con forza e, nemmeno un secondo dopo, prese in pieno un'altra buca.
Il viaggio continuò così per un po', finché la strada non arrivò ad un punto in cui era messa leggermente meglio, anche se di tanto in tanto qualche buca la prendevano comunque. Poi, come un'oasi per una persona dispersa nel deserto, apparve davanti a loro una casetta.
- Oh, finalmente ci siamo!- gridò Duncan, facendo esultare anche gli altri tre, stufi di battere testate in continuazione. Entrarono quindi con la macchina dentro il giardino e, dopo un parcheggio frettoloso, scesero dalla vettura.
- Pensavo di morirci, là dentro.- Scott si toccò la fronte, completamente arrossata per via dei colpi, e si fece il segno della croce.
- Mi fa male tutto...- invece Zoey fu costretta a reggersi alla portiera dell'auto, perché sentiva ancora le gambe tremarle per la paura.
- Bene, adesso io vado a parlare con lei, voi aspettatemi sulle scale.- spiegò Duncan, indicando l'entrata dell'abitazione.
Era una casa piuttosto carina, a due piani, ben tenuta e con un tetto con tanto di camino. Le mura erano tinte di un bianco pulitissimo, mentre le scale, tre o quattro scalini che davano su un piccolo spazio in cui era presente l'entrata ed una sedia a dondolo, erano fatte in legno.
Inoltre, tutto intorno alla casa, c'era un giardino immenso con un sacco di varietà di piante che, seppur fosse notte, era visibile grazie a delle piccole lucette poste ai lati della staccionata, tinta di azzurro, che circondava completamente l'abitazione.
Duncan si incamminò verso l'entrata, conscio di doversi scontrare con una delle persone che più lo "odiava", sempre se quello era il termine giusto. Per di più era quasi mezzanotte, il che voleva dire che, senza se e ma, la stava disturbando. Trasse un grosso respiro e, dopo essersi preparato al peggio, suonò il campanello con forza.
Dovette attendere una ventina di secondi, poi lentamente la porta si aprì. Ne uscì una ragazza bionda, con i capelli sciolti sulle spalle, degli occhi verdi, brillanti al buio, e con un'aria assonnata. Quando riuscì a capire che si trattasse di Duncan, non gli sorrise nemmeno, cosa che lui aveva già messo in conto.
- Ciao, Bridgette! È da un bel pezzo che non ci si vede.- il loro ultimo incontro risaliva a quasi un anno prima, quando assieme a DJ e Geoff era andato a trovarla proprio lì.
- Duncan. Che ci fai qui?- disse seccamente la bionda, usando il classico tono acido con la quale liquidava le persone a lei poco gradite.
- La verità è che... per vari motivi stavo passando di qua e volevo sapere come te la passavi...- cercò di inventarsi una scusa credibile, ma non ne fu in grado. Quando la guardava negli occhi si immaginava il corpo di Geoff senza vita.
- Hai bisogno di un posto dove dormire?- ipotizzò lei, guardandolo con un sopracciglio alzato.
- Ehm, sì, però... non uno solo.- con l'indice indicò dietro di se, dove c'erano Dawn, Scott e Zoey fermi sulle scale. La rossa e la bionda le rivolse un timido saluto con le mani, mentre l'altro le fece un rapido cenno con la testa.
- Oh, cavolo.- li guardò, completamente scossa dalla cosa. Possibile che Duncan le recasse soltanto disturbi? - Va bene, entrate.- disse infine, con tono stanco. Il punk dovette trattenere un sorriso di gioia, mentre chiamava i tre ad entrare.
Duncan mise un piede dentro, ma Zoey lo afferrò per la maglietta e lo portò verso di se. La sua faccia era piuttosto stranita, quasi spaventata.
- Duncan, ma lei è...- in quel momento il moro si ricordò che, a casa di DJ, la rossa aveva visto le foto che ritraevano loro tre e Bridgette assieme.
- La ragazza di Geoff.- concluse lui la frase, ingoiando un boccone amarissimo. Era conscio che avrebbe dovuto parlargliene, ma non si sentiva assolutamente in grado di farlo.
 
Per quanto Noah fosse un tipo calmo e pacato, l'avere come compagna di reparto Courtney lo stava mettendo a dura prova. Del resto ricevere una chiamata alle tre di notte non è cosa gradita da nessuno. Quando aveva sentito il telefono squillare aveva sperato che si trattasse di tutto, ma non di una chiamata da parte della castana.
In quel momento avrebbe preferito ricevere una chiamata dall'ospedale nel quale gli dicevano che un suo parente si era sentito male all'improvviso, piuttosto che sentire le urla di quella pazza.
- Ehi, Noah, ho ottenuto il permesso.- stranamente, la voce di Courtney non era arrabbiata, bensì piuttosto felice ed allegra.
- Eh? Ma di che parli?- l'indiano, ancora mezzo addormentato, batté gli occhi per un po', cercando di capire a cosa si riferisse.
- Come di che parlo? Ma sei stupido?- decise di sorvolare quegli insulti, limitandosi ad attendere l'informazione che voleva dargli - Parlo del permesso di spostare le indagini. A quanto pare sono stati avvistati nei pressi di Ottawa.-
- Ma che stai dicendo?- si tirò su dal letto, sbadigliando energicamente.
- Di Duncan Nelson, ovviamente! Ce l'abbiamo in pugno. A quanto pare è assieme a Scott Wallis, quel ragazzo accusato di avere rapporti con la mafia.- spiegò la castana, con una nota di euforia nella voce, mentre l'indiano iniziava lentamente a comprendere la sua lingua.
- Ottimo. Quindi adesso che facciamo?- domandò, aspettandosi un ordine assurdo come ad esempio partire proprio in quel momento, dato che Courtney non era nuova ad atteggiamenti del genere, ma la detective lo sorprese.
- Nulla.- rimase colpito da quella parola, che pensasse non fosse presente nel suo vocabolario - Dobbiamo aspettare, non sappiamo l'ubicazione precisa in cui sono adesso. Per ora ci limiteremo ad organizzare un controllo su vasta scala, poi procederemo all'arresto.- spiegò, mentre l'indiano per poco non sveniva.
- Sei sicura di stare bene?- chiese, tanto per essere sicuro.
- Eh? Che vuoi dire?- controbatté lei, lasciando intendere al ragazzo che in quel momento avesse il broncio.
- Non è da te essere così riflessiva.- ammise infine e accompagnò quelle parole con una leggera risatina, che infastidirono non poco la sua collega.
- Ma se sono la persona più riflessiva sulla faccia della Terra!- quelle parole gli provocarono una risata che non riuscì a contenere - Hai qualcosa da ridire?- urlò, spaccandogli in mille pezzi un timpano. L'indiano allontanò il telefono dall'orecchio, per poi massaggiarselo.
- No, no, assolutamente. Quindi... posso tornare a dormire?- dette una rapida occhiata all'orologio digitale posto sul comodino accanto al suo. Le tre e sette, orario in cui era solito dormire in maniera anche piuttosto profonda.
- Ah, sì, certo. Allora ci vediamo domani. Mi raccomando, alle dieci in centrale.- lo liquidò Courtney, per poi riattaccargli il telefono in faccia.
Noah, terminata la chiamata, si buttò a peso morto sul letto pensando a quello che avrebbero dovuto fare da quel momento in poi. Senz'ombra di dubbio gli sarebbe toccato partire per Ottawa e lui odiava andare in macchina, soprattutto se a guidare era Courtney.
Scosse la testa, contrariato da tutta quella foga che la castana metteva nel lavoro, e poi si girò a pancia in sotto, sperando vivamente di riprendere sonno.
 
 
ANGOLO AUTORE:
Buon Venerdì miei cari amichetti! Come, inaspettatamente, azzeccato da ReginaZoey, la conoscenza di Duncan è proprio Bridgette!
I due si stanno abbastanza sulle scatole, lol.
E poi c'è Noah, che non riesce nemmeno a dormire in santa pace per colpa di Courtney!
Beh, non ho molto da aggiungere. Ci vediamo Martedì!
   
 
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