46 – Swimming
Naoko aveva un’espressione concentrata mentre stringeva le sue mani a quelle di Nnoitra. L’acqua le solleticava la pelle in modo piacevole, il mare le era sempre piaciuto. E sicuramente lo avrebbe apprezzato di più se avesse imparato a nuotare.
«Non è così difficile. Se adesso ti lasciassi, staresti comunque a galla» sospirò Nnoitra.
Ma la bambina non aveva alcuna intenzione di staccarsi. Batteva forte i piedini, ma teneva comunque le mani strette alle sue.
«No, non lasciarmi, uffa!»
«Stavo solo scherzando. Piuttosto, dov’è finita tua madre?»
Andare in spiaggia con Neliel rappresentava sempre un grande problema. Quella donna non era solo bellissima, ma anche incredibilmente provocante senza volerlo. Aveva un bel corpo e forme generose messe in evidenza da un costume a due pezzi che non coprivano poi molto.
Neliel si fece avanti, entrando lentamente nell’acqua e sventolando una mano.
«Ehi, vi state divertendo?»
«Sì, sì, come vuoi. Sbrigati ad entrare», borbottò lui mentre si guardava intorno per essere certo che nessuno guardasse troppo la sua Neliel. Fortunatamente ci pensò la piccola a distrarlo.
«Papà, io sono ancora qui!»
Neliel intanto si era immersa e si stava ora passando una mano tra i capelli.
«Come va la lezione di nuoto?»
«Male. Nao ha paura dell’acqua.»
«No, non è vero. Ma l’acqua è cattiva e mi mangia.»
«Questa è la cosa più assurda che io abbia mai sentito.»
«Oh, avanti. Smettetela di discutere. Coraggio Nao, è facile, basta muoversi. Non preoccuparti, se non riesci ti afferreremo»
La bambina gonfiò le guance. Non apprezzava particolarmente gli insuccessi.
«Va bene» borbottò. Nnoitra allora si staccò da lei e indietreggiò appena.
Naoko iniziò a muoversi piuttosto goffamente, sembrava un piccolo cucciolo.
«Bravissima tesoro, ce la stai facendo!» esclamò Neliel.
La bambina iniziò a gasarsi.
«Nuoto? Nuoto, che bello, io…»
Per il troppo entusiasmo si dimenticò che forse sarebbe stato meglio chiudere la bocca, onde evitare di ingoiare dell’acqua. Prontamente Nnoitra la afferrò, portandosela in braccio.
«Ecco cosa succede quando si parla troppo.»
Nao tossì rumorosamente, gli occhi arrossati.
«Uffa, non è giusto però. Ci ero quasi riuscita. E poi adesso mi brucia la gola.»
«Va bene, Nao. Non si può imparare tutto subito, sei stata brava. E poi, io ho imparato a nuotare che ero molto più grande di te», tentò di consolarla Neliel.
«Infatti non è da te che dovrebbe prendere esempio» si lamentò Nnoitra. «Stavo pensando che potrei prenderti e gettarti in mare. Oh sì, così dovresti imparare per forza.»
Naoko spalancò gli occhi.
«Mamma! Fallo smettere!»
«Nnoitra, smettila di traumatizzarla! Per oggi può andar bene così. E adesso puoi darmi in braccio mia figlia, per favore?»
«Neanche per sogno! Con quel coso striminzito che hai addosso è meglio che tu non faccia movimenti strani!»
Naoko si portò una manina davanti la bocca e rise.
«Possiamo tornare anche domani? E dopo domani ancora? E…?»
«Io detesto venire in spiaggia» sbuffò Nnoitra. Aveva ben due donne da tenere d’occhio, non era certo uno scherzo. Ma sarebbero tornati ancora e Naoko avrebbe finalmente imparato a nuotare.
Nota dell’autrice
Basato su una storia vera, la mia. Io, che a cinque anni, tutta gasata: “Sto nuotando, sto nuotando”, e poi vado giù come una perfetta idiota. Cose che capitano, anche queste. Sembra ieri che Naoko imparava a camminare, adesso invece sta imparando a nuotare. Anche se, certo, Nnoitra è più impegnato a stare attento che nessuno importuni la sua bellissima moglie, ha un bel da fare.
Alla prossima ^^