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Autore: Sinden    26/05/2019    0 recensioni
FF basata su film Il Signore degli Anelli - Le due Torri, genere fantasy/avventuroso
Storia di un esercito mercenario di Uomini dell'Est, comandati da una donna senza passato e senza scrupoli. Il suo arrivo nel regno di Rohan, oppresso da Saruman, porterà molte cose alla luce...non solo sul suo passato.
Estratto:
"Taci." le disse Éomer. "O i tuoi soldati non ti vedranno mai più."
"Spiacente, figlio di Éomund. Non mi impressioni. Non hai credibilità se lasci quel plebeo untuoso guidare il vostro reame. Ora sei tu il principe, non è cosí? Bene, guarda i tuoi sudditi." gli disse Goneril, indicando con un dito inanellato le abitazioni tutt'intorno. "È tua precisa responsabilità proteggerli. Per prima cosa, dovresti andare là dentro e mandare all'altro mondo quel Grima, o farlo imprigionare. Poi, dovresti galoppare con i tuoi Rohirrim verso Isengard, e spedire anche quel vecchio incartapecorito di Saruman dritto da Eru, e che se la veda lui. Allora tuo zio sarà libero, e anche tutti voi. Ma non farai né una, né l'altra cosa." Goneril fece una smorfia di disprezzo. "Invece, prendertela con una donna é più facile. Meno pericoloso."
⚜️⚜️⚜️
Capitolo conclusivo della saga Roswehn/Thranduil
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Gandalf, Legolas
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sigrid,

quando riceverai la lettera, ti sarà giunta ormai notizia della mia scomparsa. 
So che non capirai. 
Lascio Dale per la seconda volta in vita mia, lascio la nostra gente, per sempre.

Vedi cara, io e lui non possiamo stare separati. É una follia, lo so, ma io ho sempre seguito l'istinto, e ora mi spinge a tornare dagli Elfi. 
Ti chiedo un ultimo, grande favore: devi amministrare le mie proprietà. Ti affido l'esecuzione del mio testamento. La mia casa andrà a Ester Hockstetter. É una donna sfortunata, lo sai bene. Voglio lasciarle il roseto, ma devi vietare a sua sorella Flora di avvicinarsi. Deve starle lontano. E chiedi a Bettie di prendersi cura di lei, come faceva con me. Raddoppiale il compenso. Ho dei fondi depositati a mio nome nella tesoreria. Puoi attingere da quelli per garantire un vitalizio a Ester. La vecchia casa dei miei genitori...mi piacerebbe diventasse un luogo dedicato ai bambini. A Dale c'é già una scuola, ma forse quella residenza può essere trasformata in un asilo. É disabitata da anni, dovrai rimetterla in sesto.

Addio amica mia, negli anni sei stata come una sorella. Saluta Tilda per me, e tuo nipote Elias.

Mi dispiace per la morte di Bain, anni fa, so quanto eravate uniti. Mi dispiace anche che tu non abbia avuto figli, Sigrid. Il destino ti ha privata della gioia più grande. Ma tutti i bambini di questo regno, in fondo, sono figli tuoi. Abbine cura.

Roswehn.

Leggendo quelle parole, la Regina di Dale ed Esgaroth sospiró.

"Qualcuno li ha visti andarsene?" chiese al nipote.

"No. Sono partiti di notte, nascosti dalle tenebre. Le guardie all'entrata li hanno lasciati uscire senza fermarli. Erano in soggezione di fronte al Re degli Elfi." spiegò Elias. "Ha ordinato di aprire il portone e l'hanno fatto."

"E quella guerriera...quella mercenaria? Si sa qualcosa di lei?" chiese Sigrid. Era seduta nella sua grande stanza da letto, all'interno del Palazzo Reale.

Non aveva chiuso occhio sapendo Thranduil all'interno dei confini di Dale. La prima volta che era stato ospite da loro, aveva rubato il cuore di Roswehn. Adesso se l'era proprio portata via.

Ma per quale ragione? Per fare cosa, con una donna di quell'etá? Era chiaro che non avrebbero più vissuto l'amore fisico. E allora come avrebbero passato le giornate? E perché la sua vecchia amica, che temeva il giudizio degli Elfi, stava tornando da loro?

"Purtroppo...non l'abbiamo trovata. Susannah Deveraux e una sua amica mi hanno raccontato di aver incontrato una sconosciuta in città. Era nascosta nel fienile dei due Stutton, al povero Hugh é venuto un colpo quando lo abbiamo interrogato al proposito. Dice di non aver mai avuto ospiti, né parenti in visita, e che non sapeva un accidente su nessuna ragazza misteriosa. Ho ispezionato con due soldati il deposito di paglia, e non abbiamo trovato niente. Niente di niente. Ma Susannah sostiene che quella ragazza avesse un'aria strana, malevola...forse era Goneril, travestita." ragionò Elias. "I soldati stanno continuando le perlustrazioni in città. Se é qui, la troveremo. Qualcuno la noterà."

"Perché credi che abbia voluto incontrare Roswehn, e farle del male? Thranduil non é stato chiaro, al riguardo." chiese Sigrid.

"Non so, zia. Non so. Roswehn se ne é andata prima che potessimo chiederglielo. I due soldati che accompagnavano Thranduil ci hanno impedito di entrare a casa Monrose. Quando la notte é calata, ci siamo allontanati." disse Elias. "...ma non avresti dovuto permetterglielo! Roswehn é una nostra suddita! É entrato di prepotenza nel nostro territorio e si é comportato come fosse casa sua! Ha rapito una nostra cittadina..."

"Smettila. Non l'ha affatto rapita. Quei due sono innamorati. Nonostante il passare dei decenni, si vogliono bene. Solo, non capisco come possano vivere insieme...viste le condizioni di Roswehn." rispose Sigrid.

"Già. Sono una coppia impossibile. Tu credi che Thranduil voglia...cioé..."
Elias sembrava imbarazzato. "...insomma, con una donna di ottant'anni..."

Sigrid fece un gesto stizzito con la mano, come per zittirlo. "Va' a cercare quella fuggitiva, Elias. É il tuo compito." gli comandò.

"Agli ordini." rispose il nipote. Poi si diresse verso la porta. Si girò, colto da un improvviso dubbio. "Se dovessimo trovarla, cosa ne facciamo di lei? Formalmente non ha commesso alcun crimine, non potremmo arrestarla."

"É entrata fingendosi un'altra persona. Ha mentito sulla sua identità. Questo non ti pare un delitto, comandante?" gli rispose Sigrid. "Ed é fuggita dalle carceri degli Elfi. Ho promesso a Thranduil di riconsegnargliela."

Elias chinò il capo, e uscí dalla stanza.

Sigrid si portó alla bocca una tazzina dell'ottimo tè che si faceva sempre preparare al mattino. Quante volte aveva passato le giornate con Roswehn, in quella stanza o in giardino, a chiacchierare e a perdersi nei racconti della donna. 

Sigrid sapeva che un misterioso giovane di tanto in tanto faceva visita alla sua amica. Un meraviglioso ragazzo, che faceva la sua comparsa di sera, dopo il tramonto, e se ne andava a notte inoltrata. Bettie gliene aveva parlato, una volta che l'aveva sorpreso mentre sgattaiolava nel giardino. Credendolo un ladro, si era messa a urlare come una forsennata, e allora il visitatore l'aveva avvicinata e si era messo un dito sulle labbra: ssssst.

Bettie era rimasta impressionata dalla bellezza del giovane. Non ho mai visto un ragazzo cosí affascinante, Maestà, lo giuro. Credevo fosse un Elfo, ma aveva le orecchie tonde, cioé come quelle degli Uomini. E il suo viso, era il volto stesso della grazia. Io... io avrei voluto fermarlo, chiedergli il suo nome, ma non potevo...era...troppo...bello.

Sigrid si era chiesta chi fosse quell'intruso. Avrebbe voluto parlarne a Roswehn, ma uno strano istinto dentro di lei le aveva suggerito di farsi i fatti propri. Alla luce dei recenti avvenimenti, ebbe il sospetto che quella favolosa creatura senza nome fosse in qualche modo legata alla decisione della sua amica di andarsene.

E quella frase della lettera: il destino ti ha privata della gioia più grande.

Ma cosa poteva saperne, Roswehn, della gioia della maternità? Anche lei non aveva figli.

In verità, a Dale era girato un pettegolezzo su una sua presunta gravidanza, moltissimi anni prima. Una voce messa in giro da Violette, l'indiscreta moglie dell'orafo.

Si ricordava quel periodo: Roswehn era stata dagli Elfi un mese, ed tornata a casa per pochi giorni prima di ripartire per Rivendell.  Osservando le sue forme rotonde, Violette aveva concluso che la giovane figlia di Yohlande e Hannes Monrose fosse incinta. In pochi le avevano dato ascolto, perché Violette era un'impicciona e una perditempo che adorava malignare alle spalle della gente.

Però...

Sigrid prese una delle paste alla fragola che accompagnavano il té e ne addentò un pezzetto.

Forse, Roswehn aveva un figlio segreto. Questo pensiero la riempí di un'emozione fortissima. Un figlio di Thranduil. Sí ma, perché non gliene aveva mai parlato? Un fatto cosí clamoroso...come se l'era tenuto per sé?

Le era venuto il sospetto che l'unione con il Re degli Elfi avesse generato un principino, del resto erano stati insieme trent'anni. Ma la sua amica non aveva mai fatto cenno a nulla che potesse confermare quell'idea.

"Pare proprio che questo Marzo sia pieno di sorprese." mormorò una voce dietro di lei.

"Sí, Tilda. Questa parte dell'anno si sta rivelando straordinaria. Prima il risveglio degli Orchi, l'attacco ai regni umani, la battaglia al Fosso di Helm di cui c'é giunta voce...ora Thranduil che si presenta all'improvviso qui. E Roswehn che se ne va con lui." rispose la Regina alla sorella minore. "Qualcosa di grosso é in arrivo. Una cosa é certa, la Quarta Era sarà molto diversa da questa."

"Mi dicono che c'é una donna pericolosa nel nostro reame. Una soldatessa. Voleva aggredire Roswehn. Di chi si tratta?" chiese la Principessa.

"Ricordi quel gruppo mercenario che venne qui anni fa? Ci offrirono di lavorare per noi. Li respinsi senza nemmeno incontrare il loro Generale. Non voglio assassini nel nostro regno, nemmeno schierati con noi. Beh, proprio quella fuggiasca é il loro Generale." rispose Sigrid.

"E perché ce l'ha con la vecchia Roswehn?" chiese Tilda, sedendosi elegantemente su una sedia ricoperta di velluto scarlatto.

"Non lo so. Credo una vendetta, qualcosa di personale. Come sai, la vita di Roswehn é stata incredibile. Ha visitato molti posti. Non mi stupirei se avesse combinato un guaio, e le conseguenze di quel guaio l'avessero raggiunta fin qui. Eru solo sa cosa puó aver vissuto, in tutti quei viaggi." rifletté la Regina. "Ora é salva, comunque. Con Thranduil non rischia più nulla."

"Tu dici? Sai cosa ho sentito, prima? Uno dei nostri capitani ha riferito di aver visto del fumo in direzione di Bosco Atro. La foresta sta andando a fuoco." rivelò Tilda. "Qualcosa sta attaccando gli Elfi."

⚜️⚜️⚜️

Goneril stava cavalcando in direzione del Nord.

Per arrivare in fretta a Gran Burrone senza passare da Boscoverde non restava da fare che aggirare il regno di Thranduil passando dalla parte settentrionale, ai confini con le montagne dell'estremo Nord.

Si era procurata un cavallo rubandolo per l'ennesima volta dalla stalla di una casa, e si era coperta con tutto ciò che era riuscita a raccattare. Faceva un freddo terribile da quelle parti.

La situazione si era decisamente messa per il meglio: non era più in debito con nessuno. Aveva visto Thranduil e la sua vecchia fiamma incontrarsi e sparire in quella casa sulla collinetta. Non le importava cosa fosse successo tra i due, sapeva solo che i ricordi di entrambi a quel punto erano andati in fratumi e che la realizzazione di quanto crudele fosse il tempo doveva aver scavato un solco incolmabile nelle loro menti.

Entrambi dovevano aver sperimentato un dolore fortissimo rivedendosi, e per quel che la riguardava, tanto bastava per quietare la sua coscienza nei confronti di Amon.

E poi aveva un rubino gigantesco e cento casse d'oro ancora nascoste nella valle di Imladris. Pensandoci non riusciva a smettere di sorridere. Sono in pace con tutto e con tutti. Spero solo che Sauron non sia cosí sgarbato da rovinarmi il divertimento. Spero che quell'Hobbit faccia il suo dovere di salvatore del mondo e ricacci quel birbante che aleggia su Mordor nella sua dimensione maledetta. Basta con le rotture di scatole, almeno per questa vita.

Aveva atteso la notte prima di scappare dal fienile, e per un pelo era riuscita a scampare alla perquisizione di Elias. Quegli ebeti messi a piantonare la Grande Porta di Dale non si erano neanche accorti di lei, era sgusciata fuori come uno scoiattolo.

Diverse ora erano passate dalla sua fuga, e l'alba già si annunciava. Mentre il cavallo galoppava attraverso la gelida foschia, Goneril vide un'ombra sopra di sé. Gigantesca. Pensò fosse una nuvola passeggera, ma il cavallo d'un tratto s'impennò e per poco non la fece ruzzolare a terra.

Nitriva terrorizzato.

Goneril tiró le briglie. "Fermo, sta' buono!" gli ordinò.

Di nuovo un'ombra. Questa volta non poteva essere una nuvola, perché troppo veloce. Goneril guardò in aria.

C'era qualche strana bestia che roteava ad ali spiegate in cielo. La nebbia non le permetteva di comprendere cosa fosse. 
Ma il cavallo sembrava impazzito, continuava a scalciare e tentare di togliersi di dosso Goneril. La donna lo riportò alla calma con un colpo di redini sul muso. "Fermo, ho detto!"

Decise di provare un trucco che con Aldair aveva sempre funzionato alla grande. Smontó, prese il fazzoletto che ancora portava in testa e con esso coprí gli occhi dell'animale. L'avrebbe guidato lei, ma doveva impedirgli di vedere quella cosa che stava svolazzando sopra di loro e lo faceva innervosire.

Il cavallo, infatti, una volta privato della vista tornò docile. Goneril tornó in sella, mentre cercava di udire qualsiasi suono che potesse rivelare la natura dell'essere. C'era silenzio.

Era la donna, peró, ad essere nervosa adesso.

Cosa può essere, un'Aquila? Pensò procedendo lentamente. Un pipistrello gigante, forse. So che gli Orchi hanno allevato una nuova razza di mostri volanti. Un Drago di sicuro non é. Sono spariti tutti.

"Ti sbagli, umana." si udí allora una voce dall'alto. Istintivamente, Goneril sollevò la spada. Guardò in aria, ma ancora non vide niente.

"Cosa sei? Cosa vuoi?" gridò allora al vento.

"Porti con te qualcosa che una volta mi apparteneva." sentì la voce di nuovo. Quell'essere era dietro di lei. Era atterrato senza farsi notare.

La donna fece girare il cavallo e fu contenta di avergli coperto gli occhi, perché se avesse visto cosa c'era lí a pochi metri, sarebbe scappato di gran carriera, dopo averla disarcionata.

"Se tu hai quella pietra, Roswehn e suo figlio devono essere morti."

   
 
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