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Autore: Elgul1    27/05/2019    15 recensioni
In un mondo popolato da esseri sovrumani sta alla polizia cercare di garantire una sorta d'equilibrio, ma quando è la legge ad essere braccata, chi si occupa dell'ordine? Un nemico invisibile inizia a dare la caccia ad ogni eroe che lotta per la giustizia e la polizia brancola nel buio più totale. Starà a Steve e una squadra di agenti scelti scoprire chi si nasconde dietro queste morti brutali e i motivi che guidano il killer verso un piano malvagio e ambizioso.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Will muoveva le dita in maniera ritmica sopra la scrivania senza fermarsi un solo istante. "Tenente potrebbe darsi una calmata?" Chiese con rispetto l'addetto informatico davanti al computer.
"No, non ci riesco, ok?" Replicò l’uomo irritato.
Aveva portato il computer di nascosto nella sezione informatica da un uomo fidato ma, da oltre due ore, nessun risultato utile. "Dovrebbe saperlo che questi sono lavori molto lunghi, non posso certo forzarlo in due secondi." Mormorò quello sistemandosi i capelli biondi dietro la schiena.
Will stava per replicare ma la porta si aprì piano. "Sarà anche il miglior informatico del distretto ma non è detto che ci riesca immediatamente." Lo rimproverò Angel passandogli il caffè che era andata a prendere alla macchinetta in corridoio. Will sbuffò prendendo con prepotenza il bicchierino di plastica dalla sua mano.
"Sei troppo buona con questi scansafatiche." Disse portandosi il caffè alle labbra.
"Parlami ancora di quel tizio." Propose lei sperando che, in questo modo, si distraesse lasciando fare al loro agente il suo lavoro.
"Che ti dovrei dire? Come mi è fuggito?" Domandò lui buttando il bicchiere ormai vuoto nel cestino.
"No, com'era fatto? Aveva segni particolari?" Rispose lei.
Lui scosse la testa. "Indossava un vestito nero dalla testa ai piedi compresa una specie di maschera. Piuttosto alto a dire il vero anche se non quanto me. Va detto che, però, aveva una forza niente male ha spezzato il collo a quel tipo, ha sfondato un muro con un pugno e, inoltre, ha resistito a un mio attacco al cinque percento di carica, non è da tutti." Spiegò lui ancora pensieroso.
"Credi che avesse qualche potere?" Propose Angel.
Lui fece spallucce. "Abbiamo lottato per pochi istanti non posso dirlo con certezza ma, per me, quel tizio cercava il portatile per qualche lavoretto del nostro hacker morto..." Disse lui convinto.
"Forse ha rotto le uova nel paniere a qualcuno e questo di rimando ha mandato qualcuno a fargli la festa." Concluse Angel seria in viso.
"Esatto. E dev'essere qualche pezzo grosso per aver mandato un simile professionista che sapeva anche dove cercare." Borbottò ancora lui mettendosi con la schiena dritta sulla sedia.
Angel sospirò. "E così la nostra pista delle telefonate salta completamente." Annunciò lei.
Will indicò il tizio al computer. "Se quello riesce a forzarlo forse possiamo ritrovare qualcosa." Replicò convinto.                                 Lei annuì alzandosi in piedi. "Beh, sono di pattuglia. Ci vediamo più tardi e riposa ogni tanto, ne hai bisogno." Mormorò con dolcezza la donna ricevendo un grugnito in risposta.
“Ho tutto il tempo per riposare poi, al momento voglio solo scovare questo bastardo e risolvere questo mistero." Replicò convinto senza scendere dalla sua decisione. Non avrebbe riposato non prima di aver trovato almeno una pista sicura che portasse a quel bastardo assassino.
Angel scosse la testa sorridendo di quella testa dura e uscì dalla stanza sotto l'occhio vigile del suo superiore.


-


Si mosse con velocità verso il suo avversario con la lama nella sua mano destra e sferrò l'affondo. Justice con facilità bloccò l'attacco per poi scagliare un sinistro velocissimo puntando al viso scoperto.
"Alza la guardia!" sbraitò colpendola con il pugno dritta sul volto e mandandola al tappeto prendendo in pieno il setto nasale.
"Ma sei cretino?!" Esclamò Knife toccandosi il naso da cui usciva sangue. "Mi vuoi uccidere o cosa?!" disse ancora rimettendosi in piedi. "Sto solo cercando di farti tornare in forma, tutto qui." Rispose lui con semplicità mentre un nugolo di pugnali si dirigeva verso di lui a tutta velocità.
"Mi stai dando della grassa per caso?" domandò lei invelenita a quella risposta. Gli aveva suggerito, quando era riapparsa durante la giornata di ieri, di andare in cantina a prepararsi per il bersaglio che avrebbero colpito a breve.
"Assolutamente no." Replicò lui, raccogliendo un bastone e facendolo roteare così da disperdere l'assalto e facendo tintinnare i pugnali caduti a terra. "E' solo che sei fuori forma per la troppa inattività..." Cominciò a dire lui avvicinandosi a lei e cercando di colpirla nuovamente. "Sei stata rinchiusa in una cella per oltre due anni e mezzo senza possibilità mai di uscire..." Knife evitò per un soffio la bastonata per poi attaccare a sua volta sulla sua sinistra. " I tuoi movimenti, così come la tua percezione della situazione, sono sballati..." Disse ancora roteando per evitare la lama e prendendola sul fianco col bastone facendogli uscire dalla bocca un grido strozzato. "Con quei soldati hai avuto fortuna contando sull'effetto sorpresa ma, per il bersaglio che ci aspetta, non ci potrai contare." Concluse lui schivando il pugno furioso della donna abbassandosi e facendogli perdere l'equilibrio con un calcio basso.
"Dannazione." Ringhiò lei rimettendosi in piedi e toccandosi con la mano il punto dolente dietro la schiena. "Mi spieghi come cazzo ci riesci?!" Esclamò stufa di tutte quelle botte. Stavano lottando da circa due ore e nemmeno una volta era riuscita a colpirlo.
" Sono una super di II livello eppure tu, semplice umano, riesci a pestarmi come se fossi nulla. Cosa cavolo sei?" Domandò colma di rabbia mentre riprendeva tra le mani alcune lame per continuare quella lotta.
"Sono solo un semplice uomo niente di più..." Rispose brevemente rimettendosi in posizione col bastone in avanti e le gambe. "Sono stato addestrato sin da quando ho otto anni e, inoltre, un livello di un super non determina mai la vittoria in uno scontro, almeno in certi casi." Annunciò deviando con la sua arma le stoccate della donna.
"E fammi indovinare il prossimo da uccidere è difficile anche per te non è vero?" Gli chiese lei curiosa avvicinandosi al suo viso con il pugnale di sinistra e pronta a colpirlo al petto con quello di destra.
Lui scostò il volto di un centimetro evitando la prima lama e, alzando in diagonale il bastone, scostò l'altra lama che andò a vuoto.
" Colei che dobbiamo uccidere è un classe III." Rispose brevemente lui lasciando la donna scioccata.
"Stai scherzando? E chi?" Domandò bloccandosi all'improvviso.
Lui rimise il bastone vicino al muro riprendendo un secondo fiato. "Evaline Dustan." Rispose semplicemente.
Knife strabuzzo gli occhi. "Intendi quella super conosciuta come Scossa?" Chiese realmente allibita.
Lui annuì. "Ho visto la sua cartella, non è all'interno della polizia perciò non dovrebbe essere un problema serio, ma non si sa mai." Replicò convinto. Quella donna non aveva fatto un addestramento militare ma, come tutti i super di classe III aveva dovuto seguire corsi speciali per imparare a controllare i suoi poteri.
"Anche se non è in polizia resta comunque molto forte..." Lo avvisò lei.
"Ha la capacità di creare onde sismiche di magnitudo 4 e, in più, il suo corpo può diventare duro come il diamante oltre ad avere riflessi potenziati."
"Ho già letto tutto." La interruppe lui lanciandogli un asciugamano per togliersi il sudore di dosso. "E come intendi affrontarla? So tutto io dei miei stivali." Replicò lei avvicinandosi a lui incuriosita a pochi centimetri dal suo volto e guardandolo dritto negli occhi. "Prima va a farti una doccia, poi ne riparleremo." Disse lui stizzito sia dalla sua vicinanza che dal suo tono per poi dargli la schiena e mettendosi a colpire il saccone attaccato al muro.
Knife lo guardò allibita, desiderando ardentemente che fosse un dannato uomo normale per pestarlo a dovere. "Ti giuro con te non so se sentirmi offesa o no quando fai così!" Sbraitò mentre saliva le scala a passi pesanti mentre i rimbombi sul sacco riempivano l'aria.


-


Steve continuava a scorrere sulle notizie dei vecchi giornali sul suo computer ma niente, vuoto totale. Aveva deciso di consultare sia i quotidiani locali che nazionali oltre alle televisioni. La morte di un simile boss con tanto di tutta la banda avrebbe dovuto sollevare un grosso vespaio ma niente, nulla era stato trascritto se non qualche fugace notizia.
Per un momento pensò di contattare Jennifer con la sua rete di informatori, forse ne sapeva di più, ma poi ci ripensò. Se lo avesse fatto l'avrebbe illusa e lui non voleva questo. Sospirò afflitto. Stava per alzarsi per bere qualcosa quando il telefono sulla scrivania cominciò a suonare. "Pronto Thomas." Rispose lui subito.
"Ehi Steve. Ho visto le chiamate scusa se non ho risposto subito ma ero nelle fogne." Mormorò lui subito.
"Hai trovato qualcosa?" Chiese immediatamente sperando in qualche buona notizia.
"Si, qualcosa ho trovato..." Ammise restando sul vago.
"E cosa di preciso?" Domandò curioso.
"Ho seguito le immagini fino a un bivio e poi mi sono dovuto fermare, lo stronzo ha fissato un dannato sensore di movimento." Disse brevemente con un tono tra il seccato e il deluso.
"Hai fatto più che abbastanza contando quanto i tuoi poteri ti stanchino, arrivare fin laggiù non deve essere facile. Sai in che biforcazione?" Disse mentre apriva un'altra pagina di internet. Thomas rimuginò qualche secondo col traffico che gli faceva da contorno.
"Non lo so dire con precisione per quanto ho camminato ma credo all'altezza del quartiere di Citadel, ma non ne sono proprio sicuro." Ammise abbastanza pensieroso.
Steve annuì. Quella zona era rinomata per essere un covo di tagliagole e criminali incalliti. Facile che il loro uomo si nascondesse in quella zona così enorme.
"Forse conviene fare un sopralluogo anche se un viaggio fin laggiù vorrei risparmiarmelo." Borbottò lui di rimando a Thomas. "Concordo in pieno. Finiresti nella tana dei leoni." Confermò lui.
"A proposito, Thomas, ho bisogno di un favore. Sapresti dirmi qualcuno che ha informazioni su uno sterminio nei confronti di un boss della malavita avvenuto qualche anno fa alla città di Voltur?" Ci fu qualche attimo di silenzio.
"Perché ne vuoi sapere?" Mormorò con tono lugubre.
"A quanto abbiamo scoperto al mercato il tizio sarebbe collegato a quell'ecatombe. Ho cercato notizie in rete ma niente, solo pochi stralci di giornali, nulla di più."
Thomas sospirò. "Ascolta Steve, di quella strage nessuno nei bassifondi vorrà mai parlartene soprattutto perché nessuno si aspettava che potesse accadere visto che razza di gente c'era in quell'edificio..." Cominciò a dirgli lui.
"Senti, ho solo bisogno che qualcuno mi dica cosa è accaduto, a quanto pare questo stronzo ha commesso lui quella strage e se ci fosse anche solo un qualche indizio qualcosa sarebbe più che sufficiente. Non mi puoi indicare qualcuno? Per favore." Disse bloccando il collega.
"Sai benissimo chi è l'unica che potrebbe dirti qualcosa di più..." Replicò lui.
Steve sbuffò. Era tentato di colpire il muro con un pugno dal nervoso che aveva. "Speravo di non doverla rivedere..." Ammise mettendosi la mano nei capelli.
"Ascolta, Jennifer è l'unica che potrebbe parlartene con le informazioni che ha e inoltre siete legati, potresti anche provare." Propose lui convinto della cosa. Steve gli dava ragione perfettamente ma pensare di rivederla dopo com'era fuggito poco tempo prima non lo entusiasmava particolarmente. "D'accordo, proverò a sentirla allora." Disse arreso a quella dannata evenienza per poi salutare Thomas e chiudere la chiamata dicendogli che si sarebbero rivisti per fare un recap di tutto. Osservò il telefono per qualche istante col tasto pronto alla chiamata.
- Devo farlo anche se so cosa potrebbe comportare.- Riflettè fra sé e sé e poi chiamò.


-


Will sonnecchiava sulla sedia del laboratorio d'informatica per poi sobbalzare ogni tanto, quando la finestra si chiudeva di botto per la corrente d'aria.
"Ce l'ho fatta!" Sentì gridare a un certo punto alzandosi di botto dalla sedia per l'urlo appena ricevuto.
"Cosa sei riuscito a fare?" Domandò confuso e ancora imbambolato.
"A entrare nel computer mi ci è voluto un po’ lo ammetto ma adesso possiamo accedere alla maggior parte dei dati." Disse orgoglioso lui mostrando il portatile acceso con varie icone ordinate sul desktop.
"Sono decine di cartelle." Notò Will vedendo come fossero disposte su più ripiani.
Quello annuì. "A quanto pare il nostro uomo si dava molto da fare sia per truffe, per ricatti e altro ancora. La fortuna, però, è che ogni cartella è di un determinato anno perciò ci interessano solo le ultime." Spiegò lui indicando la cartellina gialla più vicina al cestino. "Aprila subito." Ordinò cercando di trattenere l'eccitazione.
Una volta cliccata davanti a loro si aprì la schermata dei documenti dove in fila ordinata si trovavano tutte una serie di indirizzi e numeri di telefono con delle date e seguiti da diversi orari.
"Che cosa sono?" Domandò l'agente abbastanza confuso.
"Sono le chiamate che il nostro hacker morto ha fatto... forse per conto di qualcuno..." Disse in tono lugubre osservando alcuni numeri familiari
. "Mi puoi fare un confronto con questi due numeri di telefono per favore?" Gli chiese indicando i numeri in cima alla lista. Quello annuì. Con il copia e incolla spostò i numeri sull'elenco telefonico e dopo pochi secondi quelli combaciarono con i numeri di due delle persone che considerava più che semplici colleghi.
"I numeri di Animal e Sonar..." Mormorò gelido. La pista che quei deficienti avevano trovato era giusta, qualcuno aveva assoldato quel tizio per chiamare e poi nascondere le chiamate avvenute. Osservando la cartella notò anche un'altra dozzina di numeri che non conosceva minimamente.
"Fammi un riscontro con ognuno di questi numeri di telefono e poi rivolta questo computer come un calzino, vedi se ci sono bonifici, numeri di conto, qualsiasi cosa possa tornarci utile." Gli ordinò serio in viso avviandosi verso la porta.
"Ma ci vorrà tempo per analizzarlo tutto!" Replicò lui allarmato da quella richiesta.
"Dovrai farlo e più in fretta possibile senza dire nulla a nessuno se non a me e ad Angel. Nessuno deve sapere di questa pista, è chiaro?!" Sbraitò girandosi di scatto con due occhi furiosi e il respiro affannato.
Quello rabbrividì a quella vista. Erano abituati alle sfuriate del tenente ma mai in quel modo. Fra tutti gli agenti era il più collerico oltre che il più propenso a usare le mani persino durante le operazioni.
"Ok, d'accordo, farò il possibile signore." Rispose voltandosi verso il computer mentre l'agente più anziano uscì sbattendo la porta con forza.
Si sentiva incazzato come poche volte era successo. Will percorreva i corridoi della centrale con uno sguardo che non prometteva nulla di buono. Aveva trovato la pista giusta se solo fosse riuscito a far parlare quello stronzo, se solo fosse riuscito a non farsi scappare quel tizio sarebbe finita lì. Il killer aveva deciso di eliminare l'unica via per ritrovarlo uccidendo l'hacker che aveva assoldato e adesso avevano un portatile che, forse, non avrebbe rivelato niente di concreto o che, forse, avrebbe potuto aiutarli a scovarlo ma ancora era tutto avvolto da una nebbia che non sembrava volersi sollevare per mostrare la luce della verità. Sbatté un pugno col muro. Stava fallendo e forse qualcun altro avrebbe pagato il prezzo.



ANGOLO DELL'AUTORE: Eccomi tornato col nuovo capitolo :) grazie a chi legge e recensisce. Soprattutto ringrazio Fumoemiele per un piccolo aiuto che mi ha dato e che spero di ricambiare.
Ciaoo e alla prossima.
   
 
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