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Autore: scoiattolo17    28/05/2019    0 recensioni
"Un sorrisetto si formò sul volto dell’uomo ancora in auto; all’inizio era l’ultima persona che avrebbe voluto al fianco. Quando gliela presentarono era una novellina giovane ed inesperta. Adesso invece… Adesso che le aveva insegnato il lavoro, il loro legame era diventato praticamente inscindibile… Adesso si sarebbe opposto con tutte le sue forze prima di essere diviso da lei.
Purtroppo la cosa non avrebbe tardato".
Ciao a tutte! Eccomi di nuovo tra voi :)
La mia nuova storia ha come protagonisti i nostri amati Ryo e Kaori in versione poliziotti.
Cinque omicidi, avvenuti in una sola notte, impegneranno i nostri due agenti alla risoluzione del caso. Buona lettura! S.
:)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hideyuki Makimura, Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Kaori si divincolò veloce dalla stretta di Mick e, senza dire una parola, lo guardò confusa.
-Scusa Kaori, non volevo… Solo che… Non sopporto vedere le ragazze piangere…-
La ragazza lo squadrò. Sembrava veramente dispiaciuto per l’accaduto ma non aveva voglia di dover pensare anche a lui adesso. Doveva andare via, stare da sola.
Senza dire una parola si diresse verso la Nissan GTR ma poco prima che riuscisse a salire in macchina Mick la trattenne per un braccio.
Un lampo fendette l’aria e pesanti gocce di pioggia iniziarono a cadere sopra i tetti di Tokyo.
-Lo so che praticamente non ci conosciamo ma… Io… Mi piaci Kaori… Odio il fatto di avertelo detto adesso, così, in questa giornata di merda… Ma è stato più forte di me, mi dispiace…-
Kaori si voltò, guardandolo negli occhi.
Occhi azzurri come il cielo.
Quell’uomo, da quando l’aveva conosciuto, le era parso cambiare ogni giorno. Tanto che alla fine quasi le piaceva stare in sua compagnia. Adesso in quegli occhi, che solo una settimana prima le erano sembrati pieni di presunzione, non riusciva a vedere altro che sincerità.
La pioggia li stava infradiciando da capo a piedi ma per alcuni secondi nessuno dei due si mosse.
-Mick, per favore, lasciami andare… Devo stare da sola, adesso…- la voce rotta di Kaori fece tornare Mick con i piedi per terra. Solo allora si accorse che, mischiate alle gocce di pioggia, sul bel viso della collega, c’erano anche le sue lacrime. Quasi come se si fosse scottato mollò la presa sul braccio della donna e quella, veloce e senza dire una parola, montò in auto, andandosene.
Mick rimase immobile sotto la pioggia con la sensazione di essersi appena fatto scivolare via dalle mani la cosa più bella della sua vita.
 
……………………………………………………………..
 
Ryo tornò a casa distrutto quella sera. Dopo aver concluso le formalità al Palazzo Blu, era rientrato al Distretto per aggiornare il capo e Falcon degli ultimi avvenimenti che avevano coinvolto l’Interpol.
Aveva provato a chiamare Kaori più volte ma, come temeva, la ragazza non gli aveva mai risposto.
Era preoccupato per lei. Sapeva quanto potesse essere forte il dolore di una perdita. Sapeva quanto Kaori si stesse dando la colpa di tutto ciò che era successo quel pomeriggio. Anche a lui era capitato in passato. E ancora quel senso di nausea tornava a trovarlo nelle serate come quella.
Una di quelle sere in cui tutto pare andare storto, anche i pensieri.
Guardò le luci della città brillare sotto il temporale attraverso la grande vetrata del suo appartamento.
Avrebbe dovuto cercare la sua partner, contattarla almeno; doveva sapere se era al sicuro.
Non fece però neanche in tempo a prendere il cellulare che qualcuno bussò violentemente alla porta dell’appartamento.
Aprì trovandosi di fronte Kaori bagnata fradicia.
Lo sgomento del non sapere dove fosse finita la sua collega svanì in un battibaleno vedendola di fronte a sè, ma lasciò in breve tempo spazio all’apprensione per lei.
-Kaori sei fradicia, vieni dentro…- disse prendendole l’avambraccio e tirandola verso sé.
La ragazza era ancora visibilmente sconvolta.
-Ti ho riportato l’auto- esordì lei porgendogli le chiavi.
-Kaori non mi interessa l’auto- disse sfilandole le chiavi. Dal contatto delle loro mani però, Ryo notò quanto fossero gelide quelle di Kaori.
-Diavolo Kaori sei ghiacciata! - sentenziò, facendo caso solo allora quanto violacee fossero le sue labbra.
-Non ti preoccupare Ryo, sto bene… Devo solo dormirci su…-
-Invece mi preoccupo, rischi di prenderti una polmonite così!- ribadì sfilandole il bomber, poi aggiunse -Spogliati, ti porto qualcosa di asciutto-
Kaori lo guardò sparire nella sua camera. Lentamente e tremando per il freddo si tolse felpa e jeans rimanendo in canottiera.
Quando Ryo fu di ritorno le portò maglietta, felpa e pantaloni di una tuta. Tutto praticamente immenso per lei ma almeno sarebbe stata all’asciutto. Anche se si era ripromesso di non guardarla mentre si cambiava, la sua attenzione cadde inevitabilmente sul grosso cerotto bianco sotto la clavicola. Dopo tutto quello che era successo in quei giorni si era quasi dimenticato di ciò che la sua collega aveva rischiato per lui. Cercando di ingoiare il sorso amaro senza farglielo notare, l’accompagnò sul divano, coprendola premurosamente con un plaid, poi sparì in cucina per prepararle un tè caldo.
Quando Ryo tornò con la tazza fumante fra le mani, Kaori guardava fuori il temporale che imperversava su Tokyo.
-Bevi ragazzina, vediamo se scongiuriamo almeno la polmonite…- ironizzò quello
-Grazie Ryo- furono le uniche parole che Kaori riuscì a dire.
 
……………………………………………….
Hideyuki Makimura entrò nell’appartamento della sorella quella sera, trovandolo vuoto. Aveva appena saputo dell’uccisione di una testimone del caso sulla polvere degli angeli al Palazzo Blu e avrebbe voluto avere qualche notizia in più da sua sorella.
Ma Kaori quella sera non era ancora rincasata nonostante l’ora tarda.
Un brutto presentimento gli attraversò la schiena ma cercò di non pensarci.
Stava per girare i tacchi ed andarsene quando notò i faldoni che lui stesso gli aveva portato accatastati nell’angolo del salottino. Uno era aperto sul tappeto.
Si avvicinò piano quasi come se qualcuno potesse sgridarlo. Ma sapeva bene che là dentro c’era anche un pezzo della sua vita. E infatti, quasi come se fosse stato il destino a richiamarlo su quella pagina, si irrigidì capendo che quella era la relazione della sera in cui, quasi dieci anni prima, lui fu ferito.
Scorse velocemente la pagina con il dito fino al punto interessato: ‘L’agente Makimura Hideyuki protegge l’agente infiltrato Saeba Ryo. L’agente Makimura Hideyuki viene colpito al petto. L’agente infiltrato Saeba Ryo rimane illeso. Lo scontro a fuoco avviene…’.
Sembrava che il passato fosse venuto di nuovo a cercarlo quella sera. Quasi in automatico si portò una mano al petto.
Quindi Kaori adesso era a conoscenza che la Polvere degli Angeli era stata la causa del suo ferimento, ma soprattutto, sapeva che lui stesso aveva protetto la vita al suo attuale collega: Ryo Saeba.
 
  
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