Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: Ray Wings    28/05/2019    0 recensioni
Non c'era al mondo persona che non conoscesse Fairy Tail. La gilda simbolo di Magnolia vantava tra i suoi membri alcuni dei maghi migliori dell'intero continente. Ma ogni medaglia ha due facce e se Fairy Tail ne aveva una sublime, abbagliante, dall'altro lato portava solchi indelebili, segreti che mai sarebbero dovuti uscire da quelle mura. Fairy Tail era nata anche per quello: proteggere, curare, perché la felicità, talvolta, non è altro che una maschera di ferro fusa sulla carne.
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«Sai cosa significa il mio nome?»
«Conoscendo tuo padre, penso non sia qualcosa come "fiore di campo", vero?»
«Sai bene che non ha mai avuto tutto questo riguardo nei miei confronti. Priscilla... è un nome così freddo».
«Qual è il suo significato?»
«Prova a pensare a qual è il mio significato»
«Che ne dici se invece io ti chiamassi Pricchan?»
Una risata candida e timida, gli occhi adornati di una dolce malinconia, imbrattata di un amore che neppure il tormento di quegli anni era stato in grado di sradicare.
«Sembra il verso di un animaletto».
~ Priscilla deriva dal latino Priscus il cui significato è: "antico" ~
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luxus Dreher, Mistgun, Nuovo personaggio, Wendy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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«Ecco la nostra nave» disse Lucy, indicando l'imbarcazione ferma nel porto. Vicino a loro altre grosse navi attendevano, ognuna diretta in località diverse.
«Si torna a casa!» esultò Priscilla, alzando le braccia al cielo. Quella missione era stata estenuante e molte volte si erano ritrovati a pensare che forse mai sarebbero potuti tornare a casa, visto come stavano andando le cose. Sapere che presto avrebbero rivisto tutti i loro amici faceva certamente venire una gran allegria.
«Vedrai, Wendy! Fairy Tail è fantastica! C'è voluto un Dragon Slayer un po' scorbutico per buttarla giù e convincere tutti a ricostruirla, ma alla fine ne è venuto un bel lavoro!» disse alla ragazzina al suo fianco.
«Si è trattata di una guerra e tu la racconti come fosse stato una chiacchierata pacifica tra amici» osservò Lucy, sospirando affranta per la sua superficialità.
«C'è una sala enorme!» raccontò Priscilla, ignorando Lucy. «E abbiamo anche una sala giochi, ora, nel seminterrato. E una piscina gigantesca! E un palcoscenico! Mirajane canta spesso delle canzoni per noi, è bravissima» sorrise ancora, felice di poter tornare lì dentro.
«Incontreremo la vera Mirajane , Charle!» disse Wendy, emozionata, ma la gatta non le diede molta considerazione.
«Non vedo l'ora di mostrare a Romeo e ai suoi amici questo braccio di ghiaccio! Diventeranno gialli per l'emozione» si esaltò ancora di più.
«Che razza di colore è il giallo per l'emozione?» chiese Gray, ma anche lui non venne ascoltato.
«E poi si mangia tante cose buone! Si fa sempre festa! Tutti litigano!»
«Non è bello se tutti litigano» osservò Wendy, questa volta poco convinta.
«Sì, ma tu puoi scommettere su chi resterà in piedi» ridacchiò Priscilla maligna e Happy sobbalzò, ricordandosi di una cosa importante: «Non mi hai dato i soldi dell'ultima vincita!»
«Che dici? Certo che li hai avuti. Hai la memoria corta perché sei un gatto» rispose lei decisa.
«Natsu» pianse Happy. «I gatti hanno la memoria corta?»
«Non saprei... ricordi cosa hai mangiato ieri?» azzardò lui.
«Pesce!»
«E allora non hai la memoria corta!» sorrise Natsu.
«Aye!» esultò Happy, convinto.
«Lui mangia sempre pesce, era facile!» rispose a tono Priscilla, infastidita dalla domanda decisamente troppo semplice. «Comunque sono sicura ti piacerà, ti presenterò a tutti quanti! Starai bene di certo, è una bella famiglia».
«Fa piacere sentire queste cose da te» sorrise Erza, ricordandosi di come lei fosse stata scostante prima che loro scoprissero il suo segreto. Priscilla le concesse uno sguardo complice, prima di sorridere felice. Erza aveva ragione, era strano ma era bello che proprio lei cominciasse a considerare l'intera gilda una bella famiglia.
«Io non vedo l'ora di prendere un altro incarico!» disse Natsu, strepitante.
«Stiamo tornando ora e già pensi a ripartire» sospirò Lucy, sconsolata all'idea che sarebbe sicuramente stata trascinata insieme a lui.
«A proposito... l'ultimo incarico se non sbaglio l'hai fatto con i Raijinshuu, Priscilla, giusto? È curioso che ti sia unita a loro. Com'è stato?» chiese Erza, incuriosita. Ma il volto di Priscilla si trasformò improvvisamente diventando come di pietra, tanto per un attimo Wendy si chiese se fosse ancora viva. Non riusciva neanche più a sentirla respirare. Cosa c'era che non andava? Forse la missione di cui parlava Erza non era andata bene?
Queste le domande che si ponevano tutti, che certo non potevano sapere cosa in quel momento stesse letteralmente urlando nella mente di Priscilla.
"My Baby!" era l'unica cosa che riusciva a sentire, come un martello pneumatico contro l'asfalto, e non riusciva a smettere di avere i brividi nel ripensare a Bickslow che non aveva fatto altro che tormentarla con quella faccenda.
Non fiatò nemmeno ma si avvicinò decisa a Jura, prima di offrirgli la sua mano destra e dire: «Ho deciso di entrare a Lamia Scale. Prego, sostituite pure il simbolo della gilda».
«Che stai dicendo?» urlarono Gray e Lucy, più per rimprovero che per sorpresa.
«Non diceva che Fairy Tail è la più bella?» si chiese Wendy, confusa per l'improvviso cambio di idea.
«Dev'essere successo qualcosa con i Raijinshuu» ipotizzò Erza. «Che le abbiano fatto del male? In tal caso...» si carico di rabbia e determinazione e Wendy avrebbe scommesso che sarebbe potuta partire da un momento a un altro per difendere l'amica dall'eventuale sopruso che ipotizzava. Ma in realtà Erza puntò contro Priscilla un dito severo e urlò: «Devi affrontare il tuo nemico! Un mago di Fairy Tail non scappa!»
«Non voglio!» urlò Priscilla, cercando di fuggire ma Erza l'afferrò per il collo della maglia e cominciò a trascinarla con forza verso la propria nave. Inutile furono le urla e le lacrime di quest'ultima, che provò a liberarsi scalciando e dimenandosi. Ma la presa di Erza era forte e salda e infine salirono sull'imbarcazione, seguite da Lucy, Gray, Natsu e Wendy solo dopo aver salutato le altre gilde.
Erano già salpati quando Priscilla riuscì a liberarsi dalla presa ferrea di Erza e corse fino al bordo della nave da cui si affacciò. Si sollevò sulle punte, per alzarsi e farsi vedere meglio, e sporgendosi sventolò la mano ancora di ghiaccio urlando sorridente: «Leon! Cherry! Ci vediamo presto!»
Entrambi i maghi la guardarono sorridenti e Cherry ricambiò il suo caloroso saluto con altrettanta gioia, sventolando entrambe le mani e saltando mentre urlava: «A presto!»
«Hai legato molto con loro due, vero?» chiese Erza, raggiungendola. Priscilla sobbalzò nel vedersela a fianco e già temeva che l'avrebbe legata o costretta a un allenamento per forzarla a vedersela con i Raijinshuu. Ma si calmò subito nel vederla invece serena e tranquilla e tornando a guardare i due ragazzi sull'altra nave sorrise, mentre rispondeva: «Cherry aveva detto che siccome non ero umana non ero una minaccia in amore» disse semplicemente, come fosse stata quella frase a poter spiegare tutto. Erza ci mise un po' a capire, ma infine ricordò: poche ore prima, proprio davanti a Cat Shielter, Cherry aveva fatto una sfuriata di gelosia nel vedere Priscilla abbracciata a Leon. La considerava una minaccia, ora, e questo voleva solo dire che la vedeva anche lei umana. Sentirsi umana, Priscilla non aveva mai desiderato altro, e Cherry glielo aveva dato. Bastava questo a renderla una preziosa amica.
«E Leon invece ha messo della magia dentro me» aggiunse poi Priscilla, portandosi una mano al petto e arrossendo emozionata al pensiero.
«Eh?» chiese semplicemente Erza, guardandola con gli occhi sgranati. Sapeva benissimo cosa aveva fatto Leon per lei, ma detto in quel modo e con quello sguardo emozionato certo faceva pensare a tutt'altro.
«Cos'ha fatto Leon?» chiese Gray, attirato dalla stranezza di quella frase che l'aveva portato sulla stessa strada di Erza.
«Ora che ci penso, non siete rimasti soli tu e lui per un po' dopo che avete sconfitto Racer» disse Lucy e Priscilla annuì, confermando: «Ed è stato quello il momento in cui Leon ha messo la sua magia dentro il mio corpo» insisté, facendosi sempre più emozionata.
«A-Aspetta! Che intendi?!» chiese Gray, sgranando gli occhi.
«Wendy! Non ascoltare! Sono discorsi da adulti!» disse Lucy, preoccupata per l'innocenza della bambina.
«La cosa mi imbarazza un po', non sono certo cose che si raccontano a tutti» continuò Priscilla stringendosi in se stessa, senza capire né preoccuparsi che tutta quell'agitazione nasceva da un equivoco. In fondo anche lei era molto più ingenua di quanto si potesse pensare, ma in quel momento erano solo le sue parole a dar da pensare a tutti i presenti.
«Ma quindi è vero?!» arrossì Erza, guardando sconvolta l'amica.
«Credi che mentirei su una cosa simile?» chiese lei non capendo tutta quella sorpresa. Era abbastanza evidente il suo braccio di ghiaccio, che avevano da allarmarsi tanto?
«Wendy?» la voce moribonda di Natsu li distolse fortunatamente da quei discorsi e la ragazzina sussultò nel ricordarsi. «Hai ragione! La magia per i mezzi di trasporto!»
Non appena il fascio luminoso di Wendy toccò la fronte di Natsu il suo colorito tornò normale e Natsu cominciò a saltellare per tutta la nave, felice di non avere la nausea e millantando di amare i mezzi di trasporto. Cosa che proseguì per ore.
«La magia Troia» sospirò Priscilla, sedendosi a terra vicino a Wendy. «Avevo letto della sua esistenza, qualche tempo fa. Sei in grado di usarla con una tale semplicità, incredibile».
«Le magie curative sono la mia specialità e mi sono esercitata molto su queste» confessò Wendy.
«Anche io conosco una magia simile per aiutare il senso dell'equilibrio» confessò Priscilla, alzando gli occhi al cielo.
«Conosci una magia simile e non me l'hai mai detto?» ruggì Natsu dall'altro capo della nave.
«Tu me l'hai mai chiesto?» rispose a tono Priscilla, prima di tornare a concentrarsi sul cielo e su Wendy.
«La tua magia, Priscilla-san...»
«Ti prego non mettere il san!» supplicò lei e Wendy, annuì prima di proseguire, timida: «La tua magia... è uguale alla mia».
«No, affatto. Io ho solo il controllo dell'aria, la tua è molto più estesa e potente. Prendi il Troia ad esempio: la tua magia va a incidere direttamente sulle strutture del corpo umano, migliori il senso dell'equilibrio in sé. La magia che conosco io invece gioca sul controllo dell'aria, modifica pressione e tutta una serie di caratteristiche atmosferiche intorno alla persona in modo che non senta l'oscillamento e il movimento a cui è sottoposto. Infatti per farlo funzionare devo continuare a emettere magia intorno alla testa della persona per tutto il tempo, in modo da tenere sempre sotto controllo l'ambiente intorno a lui. Sai, ho viaggiato un po' insieme a una persona in passato che aveva gli stessi problemi di Natsu. Ho studiato molto per riuscire a capire come sfruttare le mie capacità per aiutarlo, tu invece ce l'hai innato. La magia del cielo comprende quella dell'aria, per questo ti sembra che siano uguali, ma la tua è molto più potente» spiegò Priscilla.
«Sì, ma...» borbottò Wendy, ancora poco convinta. «Io non sono in grado di combattere, tu invece....» non concluse la frase, ma aveva ben in mente il ricordo del giorno prima quando Priscilla l'aveva difesa da Brain in maniera eccezionale.
«Devi solo crescere un po', vedrai che diventerai un'ottima Dragon Slayer!» cercò di incoraggiarla e Wendy sorrise, emozionata, prima di tornare ad arrossire timida.
«Priscilla, pensavo... visto che entrerò a Fairy Tail insieme a voi e noi due potremmo vederci più spesso, non è che potresti insegnarmi qualche magia del vento per il combattimento?»
"Insegnare..." rifletté Priscilla, sorpresa dalla richiesta e anche un pizzico emozionata. Esitò, non sapendo bene come reagire a quel batticuore che l'aveva colta di fronte a quella semplice e banale richiesta. Lei aveva a lungo inseguito qualcuno, chiunque, di cui potesse essere l'ombra per poter avere uno scopo. E ora le veniva chiesto di essere lei quella da seguire, veniva riconosciuta la sua forza e le sue capacità, ma non solo. A farlo era quella stessa ragazzina a cui si stava legando incredibilmente sia per la magia che avrebbe potuto darle la libertà e realizzare il suo sogno, sia perché era un collegamento al primo e vero amico che avesse mai avuto al di fuori di suo fratello: Mistgun.
Wendy colse la sua esitazione e la male interpretò, agitandosi e imbarazzandosi, prima di giustificarsi: «Scusami, non volevo essere sfacciata. Forse è perché sei stata tanto premurosa con me fin dal primo giorno e io ho sempre desiderato avere una sorella come te, sono stata poco educata. Mi dispiace».
"Sorella!"
Qualcosa esplose all'altezza del petto e forse forse smise persino di respirare. Non sapeva perché ma sentiva di aver raggiunto l'apice della gioia e dei desideri. Wendy era diventata improvvisamente la cosa più preziosa che potesse mai avere.
Si sciolse dal suo incantesimo con un urlato: «Ma certo che ti insegno!» e si lanciò sulla ragazzina, stringendola e schiacciando la propria guancia contro la sua testa. «La mia piccola nuova sorellina! Perché anzi ora che arriviamo non vieni a stare nella mia stessa stanza nel dormitorio? Così non resterai sola, Wendy-chan! Mai più sola!»
«Non rischiamo di stare un po' strette in due in una sola stanza?» disse Wendy, ridacchiando imbarazzata per tutto quell'entusiasmo e quell'affetto che improvvisamente le stava riversando addosso come un fiume.
«C'è spazio per tutti! Anche per la micetta. Le prenderemo una cuccia stupenda e un tiragraffi tutto per lei!»
«Wendy, questa è una psicopatica. Non starle troppo vicino» disse Charle preoccupata e offesa per la cuccia e il tiragraffi, come fosse un animale qualunque.
«Psicopatica? Sciò, micetta! Via dalla mia sorellina!» disse Priscilla sventolando una mano.
«Sorellina? La conosci appena!» brontolò Charle ma Priscilla in tutta risposta le fece una linguaccia. «Wendy!» lamentò ancora Charle, offesa, ma la ragazzina rispose con un'altra risata nervosa e imbarazzata.
«Io e Wendy siamo legate dal destino» e per quanto quello che avesse appena detto fosse solo una risposta di picche per Charle, si accorse che in realtà la cosa era decisamente più veritiera di quanto si fosse aspettata. Si ammorbidì nell'abbraccio e guardò Wendy, ricevendo dalla diretta interessata un allegro sorriso. La cosa piaceva anche a lei e forse che chissà non pensasse la stessa cosa, visto che entrambe avevano una magia molto simile. In fondo si era sentita legata a lei dal primo istante, quando le aveva offerto la mano la prima volta all'ingresso di Blue Pegasus.
Priscilla tornò a sorridere felice, questa volta realmente, e restando vicina a Wendy le accarezzò la testa a cui poggiò la propria fronte, in segno di affetto. Era sicuramente l'inizio di qualcosa di molto più grande.


«Siamo a casa!» gridò Priscilla con un entusiasmo unico. Spalancò la porta della gilda e alzò il braccio di ghiaccio per salutare tutti i compagni. Una mano la raggiunse prima che gli sguardi dei presenti e con un colpo di dita la colpì in piena fronte tanto forte da farla quasi cadere all'indietro. Con le lacrime agli occhi per il dolore Priscilla si portò una mano alla fronte ora arrossata e cercò di capire cosa fosse appena successo. La mano proveniva da un braccio allungato smisuratamente, bastò questo a farle capire chi fosse stato il suo attentatore. Makarov sedeva sul bancone del salone, bicchiere alla mano, guance arrossate leggermente per l'alcol (chissà quanto) che aveva ingurgitato e l'altra mano allungata dalla sua magia per raggiungere e punire la nipote.
«Sei partita senza autorizzazione!» la rimproverò.
«M-mi dispiace» piagnucolò Priscilla come una bambina di fronte al padre collerico.
«Il gruppo di rappresentanti è stato scelto per un motivo specifico! Era ovvio che non fosse permesso a chiunque di infiltrarsi e seguirli, per il bene della missione!» la rimproverò Makarov, furioso.
«Sono stata perfettamente all'altezza del compito, cosa credi?!» Priscilla rispose a tono, irritandosi per la poca fiducia che sembrava le stesse dando.
«Certo che lo sei stata, mocciosa!» ruggì Makarov, saltando in piedi sul bancone e diventando paonazzo, prima di aggiungere: «Ma avresti dovuto almeno avvertirmi!»
«Lucy-san» sussurrò Wendy, arretrando di un passo e avvicinandosi alla bionda. «Chi è quello? Fa paura» ammise, intimorita dal suo urlare.
«Paura» si lasciò scappare un sorriso Lucy. Tutto si poteva dire di Makarov, ma non che facesse paura, non ai membri della gilda per lo meno... a meno che non lo volesse. «Lui è il Master» cercò di spiegare e Wendy sussultò con un terrorizzato: «Master?!».
Ora ne aveva ancora più il terrore.
Priscilla indugiò un po' di fronte a quell'ultima frase e inarcò un sopracciglio, pensierosa, prima di chiedere: «Nonno... eri preoccupato per me?»
Makarov arrossì e rapidamente le voltò le spalle, per non farsi cogliere in quella debolezza, sputacchiando un falso: «Affatto!»
«Nonno?!» sussultò Wendy, guardando Priscilla con occhi spalancati. «È... la nipote del Master?»
«Ora si spiegano tante cose» rifletté Charle.
«Master, ha pianto per la prima mezz'ora quando ha saputo che era sparita» intervenne Mirajane, innocente e pura come sempre.
«Ho sempre preso parte a missioni pericolose insieme a Laxus o Mistgun, cos'è questo improvviso interessamento alla mia salute» alzò un sopracciglio lei, poco convinta. Ma come un fulmine a ciel sereno, la risposta le arrivò proprio dalle sue stesse parole. «Non eri mai preoccupato proprio perché c'erano loro! Non ti sei mai fidato di me!» ringhiò puntandogli un dito contro.
«Questa è una menzogna!» si agitò Makarov.
«Vecchiaccio malfidato!» continuò Priscilla, furibonda.
«Sei sparita nel nulla, poteva essere successa qualsiasi cosa!»
«So cavarmela da sola!»
«Hai del ghiaccio al posto del corpo! Ti sembra riuscire a cavarsela da sola?»
«Su, su, Master. È tornata sana e salva, era con Erza e Natsu, non c'è motivo di arrabbiarsi ancora» Mirajane intervenne nella speranza di placare quel litigio e in parte ci riuscì, visto che Makarov si rimise a sedere sbuffando e tornando a bere il suo bicchiere di birra. Priscilla non riuscì a placare la rabbia e continuò a massaggiarsi la fronte dolorante per il colpo, ma non disse altro. Nel profondo sapeva che Makarov aveva le sue buone motivazioni per preoccuparsi tanto per lei, l'aveva sempre fatto dal momento che aveva scoperto cosa Ivan le faceva. Se l'era presa molto a cuore e aveva sempre fatto di tutto per darle una famiglia migliore di quella in cui era nata, lottando contro Ivan stesso per liberarla dalla sua presa e contro addirittura il Concilio per impedir loro di portarla via e magari distruggerla. Sapeva che in un qualsiasi momento Ivan o il Concilio avrebbero potuto farle del male e il senso di protezione nei suoi confronti era decisamente più di quello che dimostrava. Ma per quanto questo fosse veritiero, Priscilla, che mai si era sentita come gli altri, non aveva mai creduto a quell'affetto e quella preoccupazione. Gli era grata per ciò che faceva per lei, ma aveva sempre sentito dentro sé che non era parte di quella famiglia né realmente imparentata a Makarov. Lo chiamava Nonno per abitudine, niente più, ma aveva sempre sentito che l'unico nipote che lui avesse e a cui fosse legato era solo Laxus. Priscilla era una piccola protetta solo perché Makarov stesso era un uomo di buon cuore che detestava le ingiustizie, ma certo non poteva provare amore verso un essere privo di vita e umanità come lei.
Questo era quello che aveva sempre creduto, perciò quella piccola litigata per quanto fastidiosa le scaldò comunque il petto. Davvero provava preoccupazione nei suoi confronti?
Sospirò e fece un passo avanti, decisa a calmarsi e cercare di ricominciare da capo. In fondo doveva ancora presentare Wendy ai presenti, anche se ci avevano praticamente già pensato Erza e gli altri a raccontare tutto al resto della gilda mentre lei bisticciava con suo nonno.
«Priscilla!!!» l'urlo fece quasi tremare le mura della gilda e lei cominciò a urlare spaventata persino prima di voltarsi e capire da dove provenisse l'uragano che stava per travolgerla. Si voltò giusto in tempo per vedere i volti di Fried, Bickslow e Evergreen un istante prima che le si buttassero addosso a braccia spalancate. Circondandola, la serrarono tra le proprie braccia, incastrandola in una trappola soffocante d'affetto, tanto stritolatrice che lei non riusciva più nemmeno a muoversi.
«Grazie al cielo sei salva!» piagnucolò Evergreen.
«Perché sei congelata in parte? Cosa ti ha fatto Gray?» si allarmò Fried.
«Se ci fossimo stati noi ti avremmo protetta meglio di come hanno fatto Erza e gli altri!» disse Bickslow.
«Non dovevamo fidarci di loro, lo sapevo!» gli diede corda Evergreen e nel frattempo Priscilla continuava ad agitare la testa nel tentativo di scivolare via, inutilmente, mentre raggiungeva pian piano un colorito violaceo per la mancanza di ossigeno.
«Lasciatemi» riuscì a mormorare infine. «Per l'amor del cielo...»
«Priscilla?» chiese Evergreen, non capendo il suo tono. Bickslow la guardò in viso e disse semplicemente: «Sta diventando blu».
«Che sia la sua magia?» chiese ancora Evergreen.
«Credo che la stiate strozzando» azzardò Wendy, titubante se intervenire o meno. I Raijinshuu si convinsero a mollare la presa e Priscilla poté tornare a respirare, benché ce li avesse ancora intorno. Per lo meno avevano smesso di stritolarla.
«La piccoletta chi è?» chiese infine Bickslow, notando solo in quel momento Wendy. Priscilla si illuminò, felice di poter finalmente presentare a tutti quelli che considerava la sua nuova sorellina. «Lei è...» cominciò, sorridente, ma Erza prese Wendy per mano e la trascinò via con un: «Vieni, Wendy! Ti presento al resto della gilda!»
«A-aspetta!» balbettò Priscilla, allungandosi per cercare di raggiungerle, ma i Raijinshuu non sembravano intenzionati a lasciarla andare. Si accasciò sulle loro braccia, ormai vinta all'inevitabile, e si limitò a piagnucolare: «Sapevo che sarei dovuta andare con i Lamia Scale».
Era stata così felice di tornare, eppure da quando aveva messo piede lì dentro niente le era andato per il verso giusto.
«Priscilla! Ci vuoi raccontare cosa ti è successo al corpo, allora?» chiese Fried, curioso.
«Hai un aspetto terribile! Ti sistemo i capelli nel mentre, che dici? Se devi seguire le mie orme per diventare bella come me è bene mettersi di impegno fin da subito» aggiunse Evergreen, orgogliosa.
«Ti siamo mancati, baby?» sorrise Bickslow sulla scia dei compagni, chiamandola infine in quel modo che a lei aveva fatto venire gli incubi per un po'.
«Eccoli che ricominciano» mormorò semplicemente Priscilla, ormai stanca, accasciata sulle loro braccia che ancora si attorcigliavano tra loro per poterla abbracciare. Imbronciata, alzò semplicemente gli occhi, senza muovere la testa, e guardò la gilda che faceva festa alla nuova arrivata in quel suo modo confusionario ed eccitato. Tutti urlavano, nessuno sembrava essere in grado di parlare normalmente, dovevano farsi sentire, fare confusione. Suo nonno si unì addirittura a loro, saltando sul bancone con il boccale in mano e urlò: «Festeggiamo l'entrata di Wendy e Charle nella gilda! Scatenatevi! Scatenatevi!» saltò, improvvisando un ridicolo balletto. Mirajane cominciò a spillare birre con una velocità da record e il rumore intorno a loro aumentò ancora di più, tra le urla di gioia, le risate e i brindisi. Nonostante avesse metà del corpo ancora congelato, riusciva a sentire un tiepido calore intorno a lei. Quella era la loro casa, la Fairy Tail che desiderava proteggere e per cui aveva rischiato la sua vita, contro il Nirvana. Persino quei tre assillanti amici di suo fratello, per quanto fosse difficile sopportarli e star loro dietro, erano il motivo per cui aveva rischiato la sua vita. Il simbolo sul palmo della mano poteva stringerlo delicatamente tra le dita per proteggerlo e curarlo, e nel frattempo avrebbe aspettato il suo ritorno.
"Vedrai, Laxus, che bella casa ho costruito e curato per te" sorrise, sorrise sincera. Allargò le braccia e accolse al loro interno le teste di tutti e tre i Raijinshuu stringendoseli al petto.
«Mi siete mancati veramente» confessò e questo, sorprendendoli, li fece addirittura arrossire.
Evergreen spalancò la bocca per l'emozione e balbettò infine: «Andiamo a fare shopping insieme, domani?»
«Certo!» rispose lei, stupendoli ancora di più -visto come in realtà avesse sempre risposto prima della sua partenza.
«Posso cucinare qualcosa per festeggiare il tuo ritorno?» chiese Fried, altrettanto emozionato.
«Non vedo l'ora!» rispose ancora lei con un entusiasmo incredibile.
«Sposiamoci all'alba!» disse Bickslow con lo stesso entusiasmo degli amici.
«Scordatelo» gli rispose Priscilla usando lo stesso candore e allegria, nonostante il rifiuto.
«Ci ho provato» alzò le spalle Bickslow, per niente ferito, e la cosa fece ridere non solo Priscilla ma anche gli altri due compagni. Quel luogo, quella compagnia, quelle persone... c'era qualcosa di più bello?
«Festeggiamo!» saltò Priscilla, entusiasta, e i Raijinshuu le andarono dietro lasciandola ora libera. Priscilla si lanciò sul bancone di Mirajane e cominciò ad ordinare tutto ciò che fosse commestibile, buttando giù enormi bocconi di cibo insieme a lunghe sorsate di acqua e succhi di frutta dolci e zuccherati. Brindò insieme a suo nonno, raccontò ad Elfman e Nav l'incredibile storia del suo braccio di ghiaccio e di come avevano sconfitto Racer, scommise con Happy su una partita a braccio di ferro tra Natsu e Gajeel che presto si trasformò in un'enorme rissa, ballò alla musica di Mirajane, sul palco, e infine riuscì anche ad avvicinarsi a Wendy.
«Allora, come ti sembra?» chiese con un sorriso.
«Questo posto è divertente, vero Charle?» disse Wendy, voltandosi poi verso la micetta al suo fianco.
«Non è esattamente nel mio stile» rispose Charle, poco convinta ma nemmeno contraria a restare lì.
«Ohy! Wendy! Devi assaggiare la torta! Vieni!» la chiamò Natsu con la bocca piena tanto da non riuscire a parlare decentemente.
«Ne ho già mangiata un bel po'» sospirò lei, senza però riuscire a trattenere un sorriso divertito.
«Questa è un'altra fetta, è diversa!» insisté Natsu.
«Ma è della stessa torta, Natsu» intervenne Lucy. «Lascialo perdere, Wendy» sospirò poi, cercando di essere di conforto alla ragazzina.
«No, va bene così. L'assaggio» ridacchiò Wendy, decisa ad accontentare il ragazzo. Lucy le andò dietro, cercando di convincerla a non assecondare tutti i suoi capricci, inutilmente, e Priscilla si limitò a ridacchiare guardandole allontanarsi. Ebbe però una strana percezione, come un sesto senso, e si voltò verso la balconata del secondo piano aspettandosi di vedere chissà cosa. Ovviamente era vuota, tutti i presenti erano giù nel salone a festeggiare, ma la cosa non la convinse a lasciar perdere. Si allontanò indiscretamente, cercando di non farsi notare, e salì al secondo piano. Camminò lungo il corridoio fino a trovare una porta sulla sinistra aperta. Entrò nella stanza, dove il vento entrava dalla finestra aperta, solleticandole la pelle. Sorrise, accostandosi la porta alle spalle.
«Era da un po' che non ci incrociavamo» disse a nessuno in particolare, o almeno così sembrava visto che nella stanza pareva esserci solo lei. Ma un'immagine si fece improvvisamente chiara, vicino alla finestra, prendendo infine le sembianze di Mistgun.
«Sei diventata ancora più brava, ora riesci a sentire la mia presenza?» disse lui, amichevolmente.
«Il Mirage me l'hai insegnato tu, so come funziona abbastanza da riconoscerlo quando lo vedo» rispose lei.
«Già» sorrise Mistgun, prima di smorzare la tensione con un: «Giù raccontano le tue gesta nel controllare Nirvana, è davvero incredibile quello che sei riuscita a fare».
«Questo braccio me l'ha donato un amico» disse lei, guardandosi il braccio di ghiaccio. «Ho notato che il mio vento, sprigionato da questa mano, era più freddo e ho capito che la magia del mio corpo doveva aver acquisito quella di Leon. Ho pensato avrebbe funzionato anche con Nirvana e ho fatto un tentativo».
«Non sono molte le cose che possono ucciderti, hai affrontato a testa alta una di queste. Il prossimo passo potrebbe essere addirittura tuo padre» disse Mistgun, appoggiandosi con la schiena al muro.
«Chissà» sghignazzò Priscilla. «Ho comunque promesso di prenderlo a pugni se mai l'avessi reincontrato. Perciò...»
E il discorso Ivan non poté che portare alla mente di entrambi una sola.
«Sei riuscita a trovarla, alla fine» disse Mistgun, dopo qualche secondo di silenzio.
«Già» annuì Priscilla, senza chiedere di cosa stesse parlando. Era ovvio che l'oggetto del discorso fosse Wendy, visto quanto l'aveva cercata.
«Glielo hai già chiesto?» si informò Mistgun, curioso ma forse anche più preoccupato. Wendy doveva usare su Priscilla la sua magia curativa e liberarla dalle catene di suo padre, era questo il piano iniziale. Priscilla voleva solo essere libera e umana, non desiderava altro, anche se spezzare il legame con Ivan avrebbe potuto significare al novantanove per cento che sarebbe morta. Solo una vana speranza le diceva che la magia di Wendy avrebbe potuto donarle anche un'anima autoalimentata e renderla un vero essere vivente. Ma era solo una speranza, senza fatti o teorie che la comprovassero, rendendola così solo il folle sogno di una prigioniera.
«Non ancora» rispose, vagamente, sottomettendo il suo dubbio dal chiederglielo proprio. Se le avesse detto la verità, ovvero che così l'avrebbe quasi sicuramente uccisa, Wendy non avrebbe mai accettato, lo sapeva. Ma non poteva nemmeno ingannarla, mentendole e dicendo che sarebbe sopravvissuta. La ragazzina aveva il cuore troppo buono e fragile, aveva bisogno di mani a cui aggrapparsi, se Priscilla le avesse negato la sua, se Priscilla l'avesse costretta a commettere un omicidio, Wendy sarebbe potuta andare in pezzi. Cominciava a volerle abbastanza bene da non riuscire ad accettare di recarle una tale sofferenza.
«Sei decisa a farlo?» insisté Mistgun.
E Priscilla, semplicemente, sorrise di quel suo sorriso senza risposte.
«Wendy dice che le hai salvato la vita, qualche anno fa. Poverina, abbiamo incontrato il nostro Gerard, era convinta che tu fossi lui» disse e Mistgun chiese, sorpreso: «Si ricorda di me?»
«Hai una misera considerazione di te stesso, principe» lo rimproverò Priscilla, ma Mistgun si corrucciò e disse semplicemente: «Non chiamarmi in quel modo».
Priscilla non reagì alla sua irritazione, ma rimase pensierosa per un po' prima di tornare a parlare.
«Preferirei che non ti mostrassi a lei» disse. «Ha creduto tanto ardentemente nel falso Gerard che se scoprisse la verità si sentirebbe stupida, la metteresti in difficoltà. Tanto anche tu tra poco tornerai nel tuo mondo, perciò è inutile provare a darle qualche speranza».
Una provocazione. Una chiara provocazione, lo sapeva. Mistgun aveva a lungo inseguito Anima per bloccare la sua magia, ma l'idea di tornare a Edoras non riusciva mai a contemplarla. Sentiva di non avere le forze sufficienti e vedersela con il diretto responsabile: suo padre.
«Non avevo comunque intenzione di farlo» rispose Mistgun e si sforzò di provare a sorridere e riprendere a parlare più vagamente: «Sono felice che l'hai trovata, comunque. Cat Shielter non era una vera gilda, qui starà bene. È cresciuta davvero tan...»
«Tornerai, vero?» lo interruppe Priscilla, seria in viso, distruggendo così il suo tentativo di cambiare discorso.
«Priscilla...» sospirò Mistgun. «È complicato».
«È per questo che ti servono degli amici» sorrise lei furbamente.
«Di cosa stai parlando?» chiese Mistgun più irritato che curioso.
«Fairy Tail è pronta, io li ho visti! Possono farcela! Se li portiamo a Edoras, Natsu e Erza possono...» provò a spiegare Priscilla, ma Mistgun la interruppe. «Non essere stupida. Li metteresti in pericolo».
«O forse no! Ascolta, ti aiuterò io...»
«Non farlo».
«Sono forti! Combatteremo per te».
«Diventerebbero una Lacryma se passassero Anima!»
«Tu hai quelle pillolette per evitare che succeda».
«Priscilla!» la interruppe di nuovo. «È la mia battaglia».
«E la stai perdendo miseramente, Gerard!» rispose furiosa.
«Non gridare quel nome. Potrebbero sentirti» disse Mistgun, intimorito.
«Sono riuscita a percepire la tua presenza, sono riuscita a seguirti senza che tu sentissi me e ti sei fatto prendere a calci da mio fratello prima che arrivassi io durante la battaglia alla cattedrale di Caldia! Non dire la stronzata del "volevo lasciarlo a te", può essere vera in parte ma la verità è che cominci a non farcela più. Anima ti sta prosciugando, non riuscirai ancora a tenergli testa. Non posso restare ferma a guardare mentre un amico muore in questo modo, non con te, Gerard! Tu mi hai salvata».
"Gerard mi ha salvata, molti anni fa" somigliava così tanto a Wendy.
«Non... posso lasciare che rischiate la vostra vita per me...» balbettò Mistgun, senza più molta determinazione.
«Allora non farlo» rispose Priscilla, voltandosi e tornando ad afferrare la maniglia della porta. Alzò una mano e sventolò un flaconcino con dentro delle pillole, prima di dire: «Preoccupati solo di riportarci indietro tutti interi, quando avremo sconfitto tuo padre. Sono certa puoi riuscirci».
«Quelle!» sussultò Mistgun, portandosi una mano alla tasca dei pantaloni. Erano le pillole di cui aveva parlato Priscilla, le pillole che potevano renderli immuni alla magia di trasformazione di Anima e che avrebbe potuto impedire che diventassero una Lacryma nell'istante in cui l'avrebbero attraversato. «Come...?»
«Ho usato il Mirage, mi sono avvicinata e tu non ti sei neanche accorto di niente. Ho ragione, Mistgun, nel dire che sei prosciugato o no?»
Aprì la porta e uscì, concedendogli però un ultimo complice sorriso: «Fermeremo Anima una volta per tutte e tu potrai tornare a casa tua. Vedrai».




   
 
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