Cap.21
You’ll be in my heart
La
luce del sole si rifletteva sul vetro a cupola della motocicletta di
una
giovane dai capelli azzurri.
Una
manica della sua maglietta era scivolata, lasciando scoperta la sua
spalla rosea, anche le diverse cinture e cartuccere che indossava le
ricadevano
più in basso, costringendola a rialzarsi diverse volte i
suoi pantaloni.
<
Ora che finalmente le sfere del drago possono essere di nuovo
utilizzate, potrò finalmente chiedere il mio
‘principe azzurro’ > pensò,
schiacciando un mozzicone di sigaretta sotto lo stivaletto. Si mise in
sella
sulla sua motocicletta.
“Io
sono Bulma Briefs e se pensano di poter deridere così il mio
fidanzato,
si sbagliano” disse con tono secco.
Una
ragazza dai lunghi capelli mori si sedette dietro di lei e le avvolse
le braccia intorno al corpo.
“Il
fatto che abbiano Crilin dalla loro e il tuo radar cerca sfere non
c’entra, vero?” domandò
quest’ultimo.
“Chichi…
Certo che non c’entra il mio gioiellino, costruito con tanta
fatica. Hanno umiliato Yamcha ed io devo mettere le cose in
chiaro” disse
Bulma.
“Non
penso sia una buona idea. Potrebbero eliminarci, sono sicuramente dei
combattenti micidiali” borbottò Chichi.
Bulma
mise in moto e partì a tutta velocità, il vento
le fece ondeggiare la
coda di cavallo dietro la testa.
“Non
avere paura, vedrai che riusciremo a mettere le cose in
chiaro” la
rassicurò con tono sprezzante.
***
Kakaroth
uscì dal fiume, rialzandosi in piedi, e mosse
il capo, facendo ondeggiare i capelli mori, goccioline
d’acqua volarono
tutt’intorno, mentre altre scivolavano lungo il suo corpo
muscoloso.
<
Da quando abbiamo quel radar la ricerca è
diventata più facile, ma…
Dopo
quello che è successo…>. I suoi occhi
erano
arrossati, sospirò pesantemente, facendo ondeggiare i
pettorali poderosi.
Udì
un rumore e, guardingo, si nascose dietro un
cespuglio. I suoi piedi si sporcarono di terra, mentre l’erba
alta gli sfiorava
le caviglie, e gli solleticava la pelle gocciolante.
<
Un’altra minaccia? Non posso avvertire
fratellone, si deve riprendere dal colpo. Anche perché io
non sono riuscito ad
essergli molto d’aiuto. Le lacrime continuano a sfuggire al
mio controllo,
mentre un puzzle di ricordi si forma nella mia testa. Ogni singolo
momento
sembra apparire come un flash solo per dirmi che quella persona in quel
punto
non ci sarà più ed io finirò per
dimenticarmi come si stagliava, in che modo e
cosa faceva >. Acquattato raggiunse i pantaloni aderenti della
propria tuta
e l’indossò, ancora bagnato, mentre la coda si
agitava gonfia sopra i suoi
glutei.
Il
rumore era prodotto da dei passi leggerissimi
sull’erba, che rimbombavano a causa dei suoi sensi allertati.
Sotto
un albero, attraverso cui la luce del sole
risultava frammentata dalla presenza delle foglie su cui si rifrangeva,
Kakaroth vide una figura femminile.
“È-è
bellissima…” mormorò confuso con voce
quasi inudibile.
<
Non avevo mai visto niente di più bello. Che sia una ninfa
dell’acqua?
In fondo una giovane così affascinante, quasi una bambola,
dai capelli corvini,
gli abiti eleganti, non troppo distante da un lago scintillante, non
potrebbe
essere altro.
così
vicina al lago scintillante, non può essere altro. Non posso
correre
il rischio che lei sfugga dalle mie mani, come i petali che proprio
adesso il
vento ha portato via dalle sue piccole, bianche e delicate mani. Mi
affascina,
mentre, lei così leggiadra, sta intrecciando stupende
collane di fiori. Come in
stato di trance esco allo scoperto.
Mi
rendo conto di non avere niente per lei. Prendo una mela dal ramo
dell’albero, e mi avvicino per porgergliela >
pensò.
Chichi
gridò terrorizzata, mentre Kakaroth balbettava:
“Ca-calma… No-non
sono… Io non sono pericoloso…”.
La
giovane lo raggiunse con un calcio al volto, Kakaroth non mosse nemmeno
la testa, la faccia intatta, mentre le afferrava il piedino.
<
Devo aver sbagliato qualcosa nell’approccio.
Se
Radish fosse ancora qui con me, avrebbe saputo aiutarmi >
pensò.
“Sei bravina…”si
complimentò, sorridendole gioviale. Le porse
nuovamente la mela con l’altra mano.
“Lasciami...
” urlò lei spaventata, si divincolò
fino a sbilanciarsi.
Riuscì a liberare il piede e cadde a terra.
“Tutto
bene?” chiese lui, lasciando
andare di colpo il frutto, spaventato. “Niente di
rotto?” le chiese dolcemente,
inginocchiandosi sull’erba accanto a lei.