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Autore: biatris    29/05/2019    1 recensioni
Ne era rimasto folgorato. Ma come è possibile rimanere folgorati da qualcuno di cui non si conosce nemmeno il nome? Si chiese Sendoh...
Mito si guardò attorno. tutto aveva un'aria strana quest'anno. si chiese cosa ci fosse di strano, ma non si diede risposta. l'aria era strana...I suoi amici erano strani...
Hanamichi sapeva che qualcosa sarebbe cambiato. sperò cambiasse per il meglio...
Kaede sospirò. Le partite di allenamento prima del campionato erano sempre strane, ma questa lo era di più...Chissà cos'era tutta quell'elettricità nell'aria
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa, Yohei Mito
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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SAKURAGI POV
Sendoh aveva appena ammesso di aver combinato un casino e, Hanamichi poteva scommetterlo, Yohei centrava con quel casino. Conosceva l’amico da quando erano bambini e sapeva quanto non fosse un tipo semplice con cui avere a che fare, perciò poteva immaginare che Sendoh, pur mosso dalle migliori intenzioni, avesse fatto qualcosa che aveva, inconsapevolmente o meno, infastidito Yohei.
-Dai porcospino, spiegami cosa è successo – disse quindi sedendosi al fianco del giocatore del Ryonan, che lo fissò come a chiedergli di non infierire ancora di più.
Accanto a lui, Kaede si accomodò su un bracciolo del divanetto, passandogli la mano attorno alla vita in un gesto apparentemente casuale, ma che, Hanamichi ne fu sicuro, doveva mostrare all’intero gruppo di amici che qualcosa era cambiato.
Hanamichi vide Sendoh fissare prima lui, poi il moro, i suoi amici, poi ancora lui.
-Pensi di parlare prima della fine della serata? – chiese all’improvviso Rukawa.
Il ragazzo coi capelli a punta sospirò. Doveva aver capito di non avere scelta.
-Ok, ora vi spiego – disse – Ero qui sui divanetti, con Kosh e Uozumi, chiacchieravamo. Loro volevano farmi ammettere che… - si fermò, forse in imbarazzo – Oh, al diavolo – disse poi riprendendosi – Volevano farmi ammettere che sono interessato a Yohei. E sì, non guardarmi così Sakuragi, il tuo amico mi piace e anche tanto, ma non lo avrei ammesso nemmeno sotto tortura. E poi è arrivato lui. E tutto è precipitato – concluse.
Hanamichi guardò Sendoh. Il ragazzo sembrava davvero dispiaciuto. Gli fece tenerezza, quel ragazzone grande e grosso sempre sorridente che, per una volta, sembrava sperduto cercando di sbrogliare quella matassa di cui non riusciva a trovare il bandolo. Sorrise.
-Con Yo non avrai vita facile – ammise – È un tipo ostinato. Ma se riuscirai a riconquistare la sua fiducia forse avrai qualche possibilità – disse poi.
Sendoh sorrise un po’ tristemente.
-Farei qualunque cosa per riuscire a parlare di nuovo con lui. Se solo non fossi inchiodato qui con queste maledette stampelle! –
Hanamichi sbuffò.
-Quello è il male minore – disse – Non credo che per Uozumi sia un problema portarti da Yo anche adesso, giusto Gori? –
Il suddetto Gorilla guardò in cagnesco Hanamichi, ma poi sorrise verso il compagno di squadra.
-Questa testa rossa ha ragione, ma temo che il vero problema non sia quello, giusto? – chiese poi.
Hanamichi intervenne.
-Conoscendo Yo non sarà andato a casa – spiegò – Probabilmente a quest’ora sarà in qualche posto isolato, propendo per la spiaggia, a pensare. Ho sempre detto che Yo pensa troppo, ma non credo di poter essere io quello che gli farà cambiare idea. A mio parere ti conviene aspettare domattina, quando sarà tornato a casa, e farti accompagnare da lui. –
-Voglio vederlo adesso – disse però Sendoh – Ho bisogno di parlargli. Devo dirgli che non – si bloccò – Ho bisogno di parlargli – concluse in un sussurro.
Hanamichi guardò il giocatore del Ryonan, poi fissò i suoi compagni di squadra.
-Se è così importante possiamo andare e vedere se lo troviamo. Uozumi, saresti disposto a darci un passaggio in macchina? –
Il gigantesco centro del Ryonan guardò il compagno di squadra e sorrise.
-Credo che se Mito è riuscito a farsi inseguire a tarda notte da uno come Sendoh merita almeno la nostra considerazione no? – disse poi – Andiamo –
 
MITO POV
Yohei non era andato subito a casa. Si era fermato in riva al mare e, lì, si era seduto a contemplare quella distesa che all’ombra della notte sembrava infinita.
Aveva pensato molto. A Sendoh, al fatto che aveva detto chiaramente di non essere interessato a lui. Lui che ci aveva sperato, almeno un pochino. Lui che non si era mai interessato a nessuno, ragazzo o ragazza, e che ora si trovava deluso dalle dichiarazioni di Akira, quel giovane che conosceva appena e che era entrato nei suoi pensieri. Sì, aveva pensato anche a sé stesso. Sapeva che lasciarsi andare con qualcuno avrebbe potuto significare soffrire, ma non era sicuro di poterne fare a meno ormai. Quel ragazzo gli era entrato sottopelle come dl veleno e, ora, ne era assuefatto.
Ma era inutile, concluse, gli aveva detto chiaramente di non essere interessato, perciò doveva toglierselo dalla testa.
Sopirò ancora una volta. Avrebbe voluto l’auto di Hanamichi in quel momento. Ma già, Hana nemmeno sapeva che fosse lì. E in fondo, ora che lui e Rukawa sembravano aver chiarito le loro vicende, era giusto che passassero del tempo assieme. Dopotutto l’avevano capito anche i muri che quei due erano perfetti l’uno per l’altro.
Sobbalzò sentendo un rumore alle sue spalle. Si girò. Vide una sagoma nera. Anche senza le stampalle avrebbe riconosciuto tra mille quei capelli a punta.
-Cosa ci fai qui? – chiese solo.
L’altro, nonostante la difficoltà a camminare nella sabbia con le stampelle, cercò di raggiungerlo. Fece qualche passo. Doveva essere molto difficile.
-Aspetta – lo fermò -Vengo io – disse poi tornando verso la fine della spiaggia.
Gli si avvicinò. Cosa avrebbe dovuto dirgli? Di cosa avrebbero potuto parlare?
Quando fu abbastanza vicino lo guardò meglio. Sembrava triste.
-Vieni, sediamoci su quel muretto – disse Yohei indicando all’altro il posto citato.
Aiutò il giocatore ad arrivare. Si sedettero. Stettero un attimo in silenzio.
-Sono un cretino – esordì Sendoh.
 
SENDOH POV
-Sono un cretino – gli disse.
In fondo cos’altro avrebbe potuto dire? Aveva negato tutto fino allo sfinimento solo per rendersi conto di essere un idiota innamorato.
Mito sorrise.
-A cosa devo questa tua ammissione? – disse.
Akira sospirò. Non avrebbe potuto aspettare ancora.
-Tu mi piaci molto, Yohei – disse con sincerità.
L’altro lo fissò. Sembrò sorpreso dalle parole.
-Se stai mentendo non è divertente – disse.
-Non lo sto facendo – rispose Akira. Non lo avrebbe mai fatto, non a lui.
Yohei lo fissò. Akira avrebbe potuto giurare di sentire le rotelle del suo cervello girare a velocità folle.
-Senti Akira, forse è vero. Forse ti piaccio davvero, ma non credo di essere la persona adatta a te. Insomma, tu sei un ragazzo affidabile, un campione di basket, hai davanti una promettente carriera. Io no. non credo che potremmo mai stare bene insieme – disse poi.
Il giocatore sospirò sorridendo.
-Credevo di dover essere io a decidere cosa fa per me – disse.
Yohei ebbe la decenza di arrossire, ma non sembrò cambiare idea.
-Senti, facciamo così. Io ora ti accompagno a casa. Poi dimentichiamo tutto questo. Va bene? – propose infatti.
Akira avrebbe voluto dire che no, non andava bene, che non voleva lasciarlo andare, ma sapeva che per il momento non aveva scelta. Annuì.
-Posso solo fare una cosa prima? – chiese.
Sapeva che, probabilmente, Mito non si aspettava una mossa del genere da lui, così decise di giocare di sorpresa. Quando l’altro annuì, visibilmente incerto su cosa aspettarsi, posò delicatamente le labbra sulle sue.
Fu solo un delicato sfiorarsi, ma Akira era sicuro di aver sentito l’altro fremere a quel breve tocco.
Quando si staccarono lo fissò negli occhi, poi si alzò e, afferrando le stampelle, sorrise.
-Ok, ora possiamo andare – disse poi avviandosi lentamente sul marciapiede.
  
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