INSEGUIRE UNA COMETA
Ho sbagliato a non riconoscere
che in realtà sei tu il pianeta,
ed io solo un umile,
piccolo,
microscopico satellite.
Ora mi ritrovo impotente
presso la tua corte di marmo
splendente,
io non ho nulla se non le unghie
per provare a scalfire queste tristi
pareti buie.
Ed io mi sono sentito tanto solo
mi sento ancora tanto solo,
mi sento sciocco a pensare sempre a
te,
non sono più in grado di spiccare il
volo
sono come perso su un’isola sperduta,
non so come o cosa fare,
rivoglio la pace di un cuore che non
batte.
È veramente marmo ciò che ti circonda
i tuoi amici, tutto quello che hai
saputo creare;
io posso tramutarmi un un’onda,
sbattere contro queste pareti rigide,
ma non le so varcare;
io sono tuo, ma solo tu puoi
prendermi,
perché tu sei una roccaforte
fortificata,
io sono una casa di legno e di
campagna.
Posso solo infrangermi in eterno,
bussare, piano piano,
ma tu poi mi apri quando vuoi,
quando hai tempo
e questo mi strazia.
Ed io che mi vergogno
perché mi sono accorto che mi piaci,
finalmente qualcosa che mi piace,
e non mi rendo conto che i tuoi
sorrisi voraci
hanno già fagocitato tutta la mia
essenza.
In tutto questo sono io il perdente
assoluto;
straziami e non avere pietà di me!
Chi ama per primo è perduto,
chi non è ricambiato, poi, è
eternamente sconfitto.
Spero nel tuo colpo di grazia
e nel mio dispiacere successivo,
il ritorno al mio limbo grigio
un involucro di bambagia
dove sono solo cristallizzato
con il tempo che scorre attorno a me,
dentro di me
e non me ne accorgo…
che i miei giorni corrono via
e la mia vita scorre tutta uguale.
Tu hai mandato in frantumi questa
monotonia,
ma sei anche la mia condanna a morte.
Può Amore essere tanto spietato e
crudele?
Tutta colpa di quella luce che emani.
Forse ho sbagliato a seguirla,
io il Re Magio e tu la cometa;
perché finché inseguo la tua remota
scia
sarò intrappolato in un sogno che non
vedrà un domani,
sarò sempre sul lato oscuro del Mondo
dei Desideri
a lasciare la vita vera alla mercé
del Tempo…
sarò un Peter Pan che non cresce mai,
nel mio animo di pensieri e di
fragilità,
mentre la mia carne, implacabile,
invecchierà.
Temo infine di aver preso un
abbaglio.
Le luci sono poche, in questo mondo;
le stelle sono tante, ma alcuni sono
solo barlumi artificiali.
Ma tu lasciami ancora inseguire per
un po’ la tua scia,
ancora non voglio andare via
non voglio tornare a vivere nel buio
voglio alimentare la tua fiamma.
NOTA DELL’AUTORE
Ho scritto di getto questa poesia. Credo sia molto potente.
Almeno, per me lo è.
Grazie come sempre per essere qui ^^