Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Kaiyoko Hyorin    30/05/2019    0 recensioni
L'epoca Sengoku ha un fascino tutto suo, ma molte creature di quella stessa epoca non sembrano coglierlo minimamente, troppo impegnate a prevaricare le une sulle altre nella costante lotta per la sopravvivenza. Ma non vi è solo odio, sangue e morte in quel mondo, Inuyasha e i suoi amici lo hanno già capito. E se la storia non si fosse conclusa così come noi la conosciamo? E se il destino dovesse impedire a Koga di ottenere ciò che brama con tutto sé stesso?
TEMPORANEAMENTE SOSPESA!
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Dal testo:
[ L'odio e la rabbia avvamparono dentro di lei. Odio per ogni demone esistente sulla terra, per ciò che le avevano fatto in passato e che le stavano facendo in quel momento. In quel preciso istante, la mente offuscata dal dolore e dall'eco di una crescente disperazione, disprezzò con tutta sé stessa lo stesso sangue che le scorreva nelle vene.
Perché se non fosse stato per quello, non avrebbe mai finito per trovarsi in quella situazione.
]
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Koga, Nuovo personaggio | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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.::[. LA RESA DEI CONTI .]::.






Era l'alba, ma Koga non era riuscito affatto a chiudere occhio.
Fissava il soffitto dal morbido appoggio che era il suo giaciglio, le mani intrecciate dietro la nuca e la mente che vagava sugli accadimenti degli ultimi giorni. In particolare, su quanto avvenuto nell'arco delle ultime quarantotto ore.
In sottofondo, il lieve respiro di Juri si distingueva appena dal costante scroscio della cascata che celava l'ingresso alla caverna. Ginta e Hakkaku erano usciti per il loro turno di ronda già da un'ora, lasciandolo solo coi suoi pensieri.. e con lei.
Durante il pomeriggio le avevano sistemato un pagliericcio simile ai loro, con sostegni d'osso e pellicce, nella zona interna alla cavità naturale, in una nicchia sopra un modesto cornicione sulla parete a sinistra. Quando lo aveva visto, la mezzodemone sembrava esserne rimasta colpita e vi si era rannicchiata senza una parola, cadendo addormentata poco dopo. Eppure, tanto era bastato ai suoi due compagni per scambiarsi uno sguardo soddisfatto e persino Koga aveva accolto quella reazione da parte di lei con una certa soddisfazione.
Era una ragazza lupo orgogliosa ed introversa, pertanto non si era aspettato ringraziamenti espansivi, ma aveva colto benissimo la gratitudine con cui li aveva guardati prima di coricarsi. E questo gli era bastato.
“...combatteremo al tuo fianco.”
Il ricordo di lei tornò ad affacciarglisi alla mente, proiettandola dinanzi ai suoi occhi con l'espressione decisa con cui l'aveva fronteggiato la sera precedente, mentre gli teneva testa.
Sapeva di non essere affatto riuscito a convincerla a lasciar perdere l'idea di combattere contro Inuyasha, ma non le avrebbe permesso di intromettersi nel loro scontro. Lui e il cane avevano dei conti in sospeso e non era disposto a farsi da parte, non quella volta.
Quali che fossero le intenzioni della mezzodemone che avevano accolto fra loro, si sarebbe battuto da solo contro il botolo.
Ripensò per l'ennesima volta alle speranze che aveva covato fino a poco tempo prima sul futuro del clan di cui era il capo. Si era augurato che, prima che arrivasse quel giorno, Ginta e Hakkaku sarebbero stati lontani, affidati ad un altro clan degli Yoro, ma Juri aveva sconvolto tutti i suoi piani.
La presenza di lei aveva definitivamente fatto abbandonare al giovane capobranco l'idea di separarsi dai suoi storici compagni ed abbandonare il territorio della loro tribù. Di fronte a sé ora Koga scorgeva una sola strada possibile: restare e far tornare il Clan dell'Ovest ai fasti di un tempo.
La cosa incredibile era che, adesso, quella gli appariva anche come la scelta più giusta.
Ciò voleva dire che non poteva permettersi di morire, per nessun motivo, né quel giorno, né in futuro. Non finché non avesse raggiunto il suo scopo. E, al contempo, avrebbe dovuto proteggere i suoi compagni. Compresa Juri.
Con la coda dell'occhio, nell'angolo più buio della caverna, lanciò uno sguardo alla nicchia votiva in cui aveva riposto Goraishi. L'arma demoniaca era ancora parte di lui, nonostante fosse apparentemente di nuovo all'interno dello specchio originario, e grazie al legame che aveva con essa percepì l'approvazione dei loro antenati. La cosa lo rincuorò in parte, seppur conservasse ancora parte del suo proverbiale orgoglio.
La decisione di accogliere fra loro la mezzodemone non sembrava aver influito in alcun modo sulla protezione degli antichi demoni-lupo di cui il loro piccolo clan poteva giovare dal giorno in cui si era dimostrato meritevole di brandire Goraishi.
Evidentemente anche loro avevano compreso quanto quella ragazza lupo dal sangue impuro fosse diversa da un comune mezzodemone. Il potere racchiuso in quella sua spada demoniaca era una risorsa preziosa.
Eppure, Koga dovette ammettere con sé stesso, non era solo quello il motivo che lo aveva spinto ad accettarla. Non solo riusciva a tollerarne la presenza, ma si era accorto in quelle ultime ore che non aveva fatto altro che cercarla, con ogni senso del proprio corpo, proiettando gran parte della sua attenzione sulla sua figura.
Che ciò fosse dovuto alla novità di averla definitivamente fra i piedi e di esserne divenuto responsabile, era l'unica motivazione che voleva darsi riguardo al proprio comportamento. Perché, se così non fosse stato, poteva voler dire solo una cosa: stava perdendo quel poco di senno che gli era rimasto.
Con uno sforzo di volontà cambiò linea di pensiero: certe riflessioni iniziavano a dargli il mal di testa e lui non era mai stato uno riflessivo. Adorava l'azione, il menare le mani e seguire il proprio istinto, non era tipo da elucubrazioni mentali e non lo sarebbe mai stato. Così provò a riposare, ben consapevole del poco tempo rimasto a sua disposizione per farlo.
Quando Ginta e Hakkaku tornarono con le notizie che si aspettava, ormai il sole era sorto, e lui e Juri erano già in piedi intenti a fare colazione.
Inuyasha stava aggirandosi nei pressi dei loro confini, chiamandolo a gran voce.
Il giovane capo si lasciò sfuggire un sorrisetto. A quanto pareva il cagnaccio era più impaziente di lui di chiudere la questione.
– Koga!
La voce di Juri lo bloccò appena prima che scattasse verso valle, facendolo voltare in sua direzione.  Lo stava fissando con quei suoi occhi d'ambra limpidi e penetranti, in piedi nella fredda luce del mattino. Aveva le braccia lungo i fianchi ed i pugni stretti a tradire una tensione che si trasmise nell'aria che li separava. Non ebbe bisogno di pronunciare alcuna parola perché lui comprendesse cosa quegli occhi volessero dirgli: non si era affatto rassegnata.
Ma la cosa che più lo sorprese, fu il fatto di non provare alcun fastidio per tanta insubordinazione.
– Non demordi, eh?! – la sbeffeggiò lui, mostrandole le zanne in un ghigno a metà – Allora facciamo così: il primo che raggiunge il botolo lo affronterà, l'altro dovrà starsene in disparte a guardare.
Non le diede nemmeno il tempo di realizzare ciò che le aveva appena proposto che si voltò di scatto e partì. Il turbine che sollevò appena spiccata la corsa provocò una serie di esclamazioni contrariate che ben presto il lupo si lasciò indietro, perse nel vento e nella vegetazione.
Non curandosi di nient'altro, il capobranco sfrecciò con tutta la rapidità di cui era capace sul sentiero, giungendo a destinazione in pochi minuti. L'ultimo balzo lo fece piombare giù dalle rocce proprio dinanzi alla figura di Inuyasha, al centro di quello che era un ampio spiazzo erboso vagamente pendente verso Est.
– Finalmente ti ho trovato, lupo randagio!
– Veramente sono io che ho trovato te – gli fece notare lui, abbozzando uno dei suoi sorrisetti irritanti.
Un rapido sguardo gli rivelò che il mezzodemone-cane era solo... e che Juri non ci avrebbe messo molto a raggiungerli.
– Dove sono i tuoi inseparabili compagni? – gli chiese, beffardo – Ti sei fatto coraggio, per una volta, a venire ad affrontarmi da solo?
Inuyasha digrignò le zanne, irritato.
– Sì, fai pure lo spiritoso finché puoi, perché sto per tagliarti quella tua stupida lingua di dannato!
Dopo quella minaccia rabbiosa mise mano a Tessaiga, estraendola con un unico movimento fluido del braccio. Quella che all'apparenza era una semplice katana arrugginita si trasformò all'istante per volontà del portatore.
In quello stesso momento un'ombra si mosse alle spalle del demone-lupo e Juri si gettò letteralmente nella mischia, atterrandogli al fianco con un impeto che sollevò polvere e zolle d'erba.
– Non pensarci nemmeno, stupido cane! – esclamò, ringhiando.
Per un attimo Koga ebbe l'impressione che la mezzodemone gli sarebbe saltata direttamente addosso, dato lo slancio con cui era arrivata, ma rinsaldandosi sulle gambe quella si tenne perfettamente in equilibrio, mettendo a sua volta mano alla propria spada.
Bastò quel gesto a farlo intervenire, sollevando il braccio destro per anteporlo fra lei ed il mezzo-cane.
– Stai indietro!
– No! – si ribellò lei, scoccandogli uno sguardo in tralice – Hai giocato sporco, non vale!
Quella protesta gli fece pulsare più velocemente il sangue nelle vene, acuendo l'irritazione natagli in corpo per l'insubordinazione di lei. Era giunto il momento di farle capire quale fosse il suo posto.
– Juri! – esplose, trafiggendola con uno sguardo di fuoco – Ti ho dato un ordine!
Lei sussultò in reazione a quell'ultima frase e le orecchie candide le si piegarono all'indietro, mentre incassava il capo fra le spalle. La sentì farsi sfuggire un ringhio sommesso, un suono di frustrazione e sconfitta, mentre abbassava finalmente lo sguardo e faceva un passo indietro.
Di fronte a quell'atteggiamento sottomesso Koga si sentì soddisfatto: finalmente iniziava a riconoscere la sua autorità di capobranco.
Sollevato di non doversi preoccupare di lei, tornò a rivolgersi ad Inuyasha.
– E tu non sei capace di combattere senza quella tua stupidissima spada? Hai paura di perdere in uno scontro a zanne e artigli?
– Non diciamo sciocchezze, sono più forte di te e non ho bisogno di dimostrare niente!
– Sì certo, come no... – lo rimbeccò Koga, in tono piatto e palesemente ironico, prima di diventare accusatorio – ...in realtà, sei solo un codardo!
– Dannato lupo, come osi?! – il mezzodemone lo guardò con occhi che mandavano lampi d'ira e il demone-lupo capì di aver vinto.
Inuyasha rinfoderò la propria arma con un crepitio ed un sibilo d'energia, tradendo una certa tensione nel gesto stizzito. Quindi iniziò a sgranchirsi le nocche, mettendo in mostra gli artigli di mezzodemone.
– Fatti sotto quando vuoi, lupastro!
E Koga gli si lanciò contro senza attendere oltre.
– Arrivo!


Juri era lì, in disparte, ferma a guardare lo scontro preda di una serie d'emozioni contrastanti. Ogni colpo, ogni calcio, ogni pugno che i due contendenti si sferravano, le faceva ribollire il sangue demoniaco che le scorreva nelle vene di combattività, mentre quello umano si agitava sotto pelle aumentando l'ansia che l'aveva attanagliata dalla sera precedente.
Era la prima volta che provava un tale istinto di protezione nei confronti di qualcuno ed in quel momento non era nemmeno in grado di spiegarsi il motivo di tali emozioni. Sapeva solo di provarle e la loro intensità la stava lacerando.
In piedi accanto a Ginta e Hakkaku, con la mano sinistra a stringere convulsamente l'elsa di Zanka, andò a cercare con la mano destra la pietra blu oltremare appesa al collo mentre i suoi occhi tentavano di seguire ogni spostamento del loro capobranco. Koga si muoveva talmente veloce che, a tratti, persino a lei risultava difficile seguire l'avvicendarsi dei suoi attacchi, ma Inuyasha pareva perfettamente in grado di contrastarlo.
Al limitare della sottile fila di alberi alle loro spalle, la mezzodemone aveva da tempo percepito anche la presenza di un piccolo branco di lupi, probabilmente quello posto in zona in precedenza col compito d'intercettare il mezzodemone-cane prima che sconfinasse all'interno del territorio degli Yoro.
– Il sole è già alto allo zenit eppure quei due non sembrano aver alcuna intenzione di fermarsi – era stato Ginta a fare quell'osservazione, accucciato su una pietra ad osservare come tutti loro il combattimento.
– Il nostro capo è davvero un demone di incredibile forza ed astuzia – convenne a sua volta Hakkaku, annuendo con un cenno del capo – ..in questo scontro gli saremmo stati solo di peso.
Juri, seppur corrucciandosi maggiormente in volto, comprese a cosa si riferisse il fratello.
Koga era riuscito con uno stratagemma ad attirare Inuyasha in uno scontro corpo a corpo, dove erano quasi ad armi pari. Quasi, in quanto lo stesso demone-lupo non si era invece privato dei frammenti, sebbene il mezzodemone-cane avesse fino a quel momento dato prova di possedere una resistenza e dei riflessi notevoli.
Eppure, malgrado tutto, la ragazza lupo non si sentì affatto rincuorata.
Strinse con forza la pietra, aggrappandovisi come se la sensazione del cristallo nel palmo della mano potesse aiutarla a mantenere il controllo dei propri impulsi. E, per un paio di fugaci istanti, la cosa parve funzionare, giacché fu come se parte del proprio conflitto interiore ne venisse assorbito.
Ma fu solo una fugace impressione che venne in fretta accantonata, soppiantata da un'altra emozione, nuova ed antica al contempo, che dal centro del petto la pervase in ogni muscolo.
Si trattava di una contrarietà che non poteva appartenerle, non completamente, non così intensamente.
Ed una voce le risuonò nella mente sotto forma di un pensiero estraneo, infondendole un senso di deja-vù che la fece vacillare.
“Cosa aspetti?”
Confusa, spiazzata, Juri boccheggiò a quella sorta di proiezione mentale.
Sentendosi come trascinare in uno stato di torpore, istintivamente scosse il capo argenteo, ma quella voce tornò subito a farsi vivida nella sua mente.
“Un vero lupo lotta sempre per ciò che vuole.”
Non poteva disobbedire a Koga, era lui il capobranco.. e poi gli sarebbe stata solo d'intralcio, proprio come aveva detto Hakkaku.
“Tu sai che non è così.”
Fu in quel preciso momento che il combattimento sotto i suoi occhi ambrati giunse ad una svolta.
Inuyasha riuscì a sferrare un potente pugno a Koga, il quale venne scaraventato abbastanza lontano da permettere al mezzodemone più libertà nei movimenti. Abbastanza da indurlo a mettere mano alla spada che aveva al fianco.
– Mi sono stancato! – esclamò con stizza il cane.
Estraendola senza alcuna esitazione con un subilo ed un crepitare d'energia demoniaca, l'arma mutò sotto gli sguardi di tutti, assumendo i connotati di un'enorme spada affilata quanto una zanna e dall'elsa avvolta da una folta pelliccia bianca.
E Juri, il cuore in tumulto, avvertì come una scarica di potere attraversarla.
“Combatti per lui!”
Libera dal torpore che l'aveva avviluppata sino a quel momento, la mezzodemone-lupo scattò, abbandonando quell'immobilità forzata e fendendo l'aria al pari di una freccia. Lasciando la presa sulla pietra blu, estrasse la propria spada ancor prima di piantare i piedi a terra, muovendosi con una rapidità tale da far apparire il resto del paesaggio sfuocato al limitare del suo campo visivo. Intercettò la lama di Tessaiga con la propria in un clangore metallico che prese alla sprovvista persino il mezzodemone-cane, mentre la vibrazione dell'impatto lo costrinse ad affondare i piedi a terra per contrastarne il contraccolpo.
– Dannata! – ringhiò, snudando le zanne.
Lei in risposta gli rivolse un'occhiata tagliente, fessurizzando lo sguardo ambrato in quello dorato dell'altro.
– Se vuoi un combattimento di spade, ti accontento subito!
– Dannata mezza randagia..
La ragazza lupo lo ignorò, disimpegnando con uno scatto la propria lama e riguadagnando una distanza di sicurezza con un balzo all'indietro.
– Juri, togliti dai piedi!
La voce di Koga, di nuovo in piedi ad un passo da lei, le risuonò nelle orecchie sotto forma di un basso ringhio carico di nervosismo. Lei non si scompose, neanche si voltò a guardarlo, impegnata a scrutare ogni minima mossa del loro avversario.
Nella mente le risuonava ancora l'incitamento a combattere di quella voce.
– Non ci penso nemmeno.
– Vi farò fuori entrambi! – esclamò a quel punto Inuyasha, interrompendoli.
Come il mezzo-cane si gettò contro di loro, Juri sollevò nuovamente Zanka per parare l'assalto, ma un improvviso spintone la tolse dalla traiettoria del colpo nemico, mandandola a rotolare nell'erba. Un paio di metri più a destra, la ragazza lupo tornò a balzare in piedi, spada in pugno, solo per puntare i suoi occhi ambrati sulla figura di Koga che, katana in mano, aveva preso il suo posto.
– Non le torcerai un capello, dovrai passare sul mio cadavere, stupido cagnaccio! – esclamò con rabbia, il volto deformato in un'espressione di furore.
Juri si ritrovò a tentennare, giacché le parole del capobranco le avevano provocato un piccolo sussulto e i suoi occhi non riuscivano a scostarsi dal suo volto. La determinazione con cui fissava Inuyasha era tale da rendere quella sua ultima affermazione una verità assoluta alle sue orecchie candide.
Con uno scatto i due demoni disimpegnarono le lame, ma appena tornarono a scagliarsi l'uno contro l'altro uno schianto metallico, differente dai precedenti, ferì i timpani della ragazza.
Lei e Koga sgranarono contemporaneamente gli occhi di fronte allo spezzarsi netto della katana di lui, in corrispondenza del punto in cui Tessaiga aveva impattato sull'acciaio del capobranco. Questi, lo slancio ormai sfumato, perse l'equilibrio e venne colpito da un nuovo pugno in pieno petto, che lo scaraventò a diversi metri di distanza.
– No! – esclamò Juri, non riuscendo a contenere l'orrore.
Senza l'ausilio della katana, il giovane capo della tribù Yoro non aveva speranze d'impedire ad Inuyasha di utilizzare il potere della sua spada demoniaca. Non lo aveva mai visto in azione, ma Ginta e Hakkaku gliene avevano parlato ed a lei non era occorsa molta immaginazione per farsi un'idea.
Sotto il suo sguardo atterrito, il demone-lupo tentò di rialzarsi, ma ad ella fu subito chiaro che stavolta sarebbe stato troppo lento: Inuyasha stava già caricando il colpo, con quell'enorme zanna sollevata sopra il capo.
Ed il suo corpo si mosse da solo.
– Cicatrice del Vento! – annunciò il mezzodemone, sferrando il suo attacco.
Da Tessaiga partirono delle lame di luce che, al pari di una gigantesca artigliata, si diressero veloci verso il loro obbiettivo.
Ma Juri fu altrettanto rapida: si parò dinanzi a Koga, conficcando Zanka nel terreno fra sé ed il colpo di pura energia appena scagliato dal mezzo-cane. Non appena esso la raggiunse, l'impatto che ne scaturì diede origine ad un'esplosione di luce e potere demoniaco che quasi la sbalzò via. Incassando il capo fra le spalle per contrastare il violento spostamento d'aria, Juri digrignò le zanne nel tentativo di resistere, avvertendo piccoli tagli superficiali aprirsi sulla pelle esposta di gambe e braccia, finanche sul viso. Fu persino costretta a socchiudere lo sguardo per evitare di rimanerne abbagliata mentre la Cicatrice del Vento le passava accanto, divisa in due dall'ostacolo costituito da ella stessa.
Quando l'attacco demoniaco si fu dissolto ed il fragore da esso scaturito lasciò di nuovo spazio al rumore del vento, l'aria fresca tornò a carezzarle delicatamente il viso e allora lei tremò, riuscendo per miracolo a non cadere in ginocchio dopo lo sforzo sopportato. Sconvolta, con lo sguardo ancora perso nel vuoto che la divideva dal mezzo-cane, la ragazza lupo tentò di focalizzare ciò che era appena successo, mettendo a fuoco i solchi che si aprivano come squarci nel terreno di fronte a lei.
Quell'attacco, la Cicatrice del Vento, era dotato di una potenza tale da averla lasciata boccheggiante. L'aveva realizzato dalla resistenza che aveva percepito provenire dalla propria spada nel momento in cui la lama di Zanka era entrata in contatto con quell'onda d'energia. La vibrazione che le aveva risalito gli avambracci le aveva quasi fatto perdere la presa sull'impugnatura.
– Ma cosa...? – la voce di Inuyasha infranse per prima il silenzio, ridotta a poco più di un sussurro di totale incredulità.
Sollevando finalmente gli occhi d'ambra su di lui, col respiro affannoso, Juri vide sul volto altrui tutta la confusione e lo sconcerto di cui doveva essere capace. Fu grazie alle emozioni del mezzodemone-cane che riuscì a tornare padrona di sé, sfoggiando addirittura un sorrisetto sghembo in sua direzione.
Ed allora si rese conto di un'altra verità, altrettanto impressionante: era riuscita a contrastare la Cicatrice del Vento.
Poteva batterlo!
Non fece nemmeno in tempo a terminare di formulare quel pensiero che la schiena di Koga entrò nel suo campo visivo.
– Levati di mezzo, razza di stupida!
Spiazzata, la mezzodemone sussultò, sgranando nuovamente lo sguardo ambrato.
Un'intensa contrarietà si tramutò subito in ribellione nel suo petto e le fece digrignare i denti in un basso ringhio.
– Perché? – non si mosse, ma fissò minacciosamente il mezzodemone come fosse lui la causa di tutto.
– Perché sì, dannazione! – le parole le giunsero alle orecchie in un tono talmente carico di rabbia che quasi la fece vacillare. Reclinò appena il capo per lanciare al capobranco uno sguardo di smarrimento ed incomprensione, ma fu costretta a saltare indietro di scatto per evitare il calcio proveniente proprio dal demone-lupo.
Tuttavia si mosse di nuovo con un secondo di ritardo di troppo, venendo colpita in pieno. Venne presa all'altezza della spalla sinistra, seppur tentò di pararsi con l'avambraccio. Un attimo dopo era riversa nella polvere, sbalzata di una manciata di metri dal punto precedente.
Il dolore le esplose nella mente ancora in subbuglio, spazzando via ogni interrogativo dalla sua coscienza e costringendola a fare attenzione solo ai messaggi del suo corpo.
– Piantatela di azzuffarvi, mi fate perdere solo tempo! – esclamò a quel punto Inuyasha, gettandosi di nuovo contro Koga per riprendere lo scontro.
Juri tentò di rialzarsi in piedi, ma il braccio indolenzito le mandò un altro impulso doloroso e lei digrignò i denti, restando suo malgrado accucciata nell'erba a fissare i due avversari. Perché diamine Koga si ostinasse tanto ad escluderla non riusciva ad accettarlo, tanto meno poteva comprenderlo.
L'aveva colpita col minimo della sua forza solo per farla arretrare, questo lo aveva capito giacché il potere dei frammenti che aveva nelle gambe non poteva essere così ridotto, ma si sentiva comunque preda di confusione e rabbia per quel gesto.
Quanta maledetta ostinazione!
L'adrenalina che percepiva scorrerle ormai copiosa nelle vene, alimentata dall'irritazione, le diede l'energia per scattare di nuovo in piedi, impugnando Zankazeyaku con ambo le mani solo per dare una spallata al capobranco e bloccare l'ennesimo fendente di Inuyasha.
– Sei ancora qui, mezza-randagia? – la schernì lui nel rivederla frapporglisi, sfoggiando quel suo sorrisetto irritante.
– Per la tua pellaccia, cagnaccio pulcioso! – gli rispose lei col medesimo tono.
Disimpegnarono le lame e tornarono all'attacco, scambiandosi più di un colpo. Si pararono a vicenda senza riuscire a trovare alcuna breccia nei movimenti avversari, finché quella danza fatta di scatti, rintocchi di spade e grugniti venne infranta dal ritorno del giovane capo della Tribù Yoro.
Juri, notando appena in tempo il movimento con la coda dell'occhio, fu costretta a scartare di lato per evitarne l'artigliata ed imprecò mentalmente.
Così le rendeva tutto più difficile di quanto già non fosse.
Continuarono a quella maniera per un tempo che ella non seppe mai quantificare con precisione, con Inuyasha costretto a fronteggiare l'uno o l'altra o, in alcuni rari casi, entrambi contemporaneamente, prima che una dei due scacciasse l'altro o viceversa. Ad occhi esterni la piega che aveva preso quella battaglia appariva più simile ad una zuffa che ad un vero e proprio scontro senza esclusione di colpi fra demoni, e continuò così per quelle che alla ragazza lupo parvero ore, la percezione del tempo distorta dal dispendio di energie a cui era soggetta.
Eppure, all'ennesimo allontanarsi, si rese conto di non essere la più stanca del gruppo: Koga respirava pesantemente attraverso le zanne digrignate con fare minaccioso ed Inuyasha teneva la propria spada più rivolta verso il terreno che contro di loro, il respiro che gli faceva sollevare vistosamente le spalle sotto la sua veste rossa.
Il sudore imperlava la fronte di tutti e tre e la mezzodemone approfittò del momento per tergerselo con un gesto della mano libera.
Poi tornò all'attacco, intercettando per l'ennesima volta la lama di Tessaiga un attimo prima che calasse del tutto, ma Koga ne approfittò per mettersi in mezzo, tentando di sferrare un pugno ad Inuyasha in pieno volto. Questi però con un passo di lato fece scorrere il filo della lama contro quello di Zanka, sulla quale era ancora appoggiato, producendo una marea di scintille prima che il contatto fra le due spade terminasse ed intercettasse l'attacco del capo dei demoni-lupo.
Sbilanciata Juri scattò, balzando via, e la stessa cosa fece Koga al veder il suo colpo parato tanto repentinamente.
– Tsk! – sbottarono tutti e tre all'unisono.
– Tutto qui? – li schernì quindi il mezzodemone, in una provocazione che trovò appiglio nella ragazza.
– Adesso vedrai! – esclamò quella, muovendosi un secondo prima del capobranco.
Caricò il colpo con tutta la sua forza, preparandosi a sferrar l'attacco speciale della propria spada ma, al frapporsi di Koga, molto più veloce di lei nonostante si fosse mosso in ritardo, fu costretta a bloccarlo con un'imprecazione fra i denti. L'energia demoniaca evocata si dissipò senza trovare sfogo nell'aria circostante e le lame impattarono di nuovo al pari di semplici spade, giacché fu Inuyasha a intercettarla stavolta, dopo aver scartato l'attacco del lupo.
Fu allora che avvenne.
Il mezzo-cane applicò una pressione obliqua che, per la repentinità del movimento che attuò con il polso, fece perdere la presa della Zankazeyaku a Juri. Con aria sconcertata lei si ritrovò di nuovo sbilanciata all'indietro mentre la sua spada demoniaca si piantava nel terreno alle sue spalle, diversi metri più in là, perdendo la forma potenziata e tornando alle dimensioni di una lama comune ed esotica.
– JURI!!
La sorpresa fu tale che neanche l'avvertimento del demone-lupo la fece reagire in tempo al contrattacco e si ritrovò a reggersi la spalla sinistra ancor prima di comprendere ciò che stava accadendo. Inuyasha aveva sfoderato gli artigli ed ora lei si ritrovava con quattro squarci non troppo profondi che dalla clavicola le arrivavano al braccio. Il dolore e la forza del colpo la fecero barcollare, prima di inciampare su una pietra sporgente nel terreno e rotolare al suolo, la fascia in cuoio del giustacuore tranciata di netto, così come la spallina sinistra in pelle di lupo.
– Dannato botolo ringhioso! – inveì Koga a pieni polmoni.
Si lanciò sul mezzodemone con nuova energia e la ragazza, tentando di raddrizzarsi e seguendo l'azione con lo sguardo, si chiese per un istante dove il giovane capo degli Yoro trovasse tutta quella forza.
Forza che non bastò a volgere le cose in loro favore, giacché il mezzodemone ancora una volta parò l'assalto con Tessaiga e, usando la stessa lama, riuscì a penetrare le difese del lupo arrivando a intaccargli le gambe. Dallo squarcio che si aprì sotto il filo della grossa spada due minuscoli frammenti cristallini si staccarono dagli stinchi del lupo, schizzando a mezz'aria insieme al suo sangue, mentre Koga andava per l'ennesima volta a terra.
– Maledizione! – esclamò a denti stretti, il volto contratto da una smorfia di dolore.
– Guaisci quanto ti pare, lupo randagio! – ribatte Inuyasha, abbassandosi a raccogliere i frammenti della Sfera dei Quattro Spiriti.
Quando tornò a raddrizzarsi, aveva un ghigno esultante a mostrare chiaramente le zanne di mezzodemone.
– Arrendetevi se tenete cara la vita – li intimò, puntando loro contro Tessaiga.
La rabbia, nata dal senso di impotenza ed una sottile disperazione che silenziosa le stava strisciando nell'animo, si impadronì nuovamente di Juri e le fece snudare le zanne in un nuovo ringhio.
– Mai!
Non poteva permettere che andasse a finire così.
Senza riflettere, piantando bene i piedi nel terreno erboso, gli balzò di nuovo contro con tutta l'energia che le era rimasta, senza nemmeno riprendere la propria spada. Sfoderò gli artigli e lo attaccò frontalmente, in un disperato tentativo di riappropriarsi di quelle preziose schegge, ma venne respinta per l'ennesima volta e mandata a gambe all'aria.
Ma non si sarebbe arresa...
Stava per rialzarsi e riprovarci quando il mezzodemone, persa del tutto la pazienza, giocò d'anticipo.
– Cicatrice del Vento!
La mezzodemone-lupo sgranò gli occhi ambrati, paralizzata di fronte al colpo che stava per travolgerla in tutto il suo impeto. In quei pochi istanti il panico la attanagliò, rendendo ogni suo muscolo pesante come il piombo, mentre l'adrenalina ne alterava la percezione dello scorrere del tempo, rallentandolo drasticamente. Come un crepitio di energia statica sulla pelle, ella avvertì distintamente l'enorme massa d'energia demoniaca avvicinarsi precipitosamente, bruciando la stessa aria che le si frapponeva sul suo cammino.
In quel fugace, breve istante, ella comprese di non avere scampo.
Fu Koga a salvarla, stavolta.
La sollevò di peso con un colpo al ventre che la investì e le svuotò i polmoni, mandandola a riversarsi di schiena in uno dei solchi rimasti dalla precedente Cicatrice del Vento, proprio un istante prima che il peso del demone-lupo le gravasse sopra, schiacciandola sotto di sé.
Stordita per la repentinità degli eventi, Juri boccheggiò in cerca d'aria e la vista, oscurata dalla figura del demone-lupo sopra di lei, le si riempì di stelle pulsanti. Le orecchie di lei colsero il fragore provocato dal passaggio di quell'artigliata d'energia, talmente vicina da rendere bruciante l'aria intorno a loro e, quando questa finalmente si spense, il primo suono che ella colse fu il respiro pesante del suo capobranco.
Subito dopo venne scossa da un tremito in tutto il corpo, che si intensificò e sfumò al pari di un acuto brivido sottopelle, non appena Koga, con rapidità, le si toglieva di dosso con un balzo, rimettendosi in piedi.
Nuovamente libera di riempire i polmoni d'aria, Juri tentò di imitarlo, ma riuscì a malapena a sollevare il busto prima di bloccarsi: accanto al suo gomito un nuovo solco incideva, ampio e profondo, il terreno, e da esso si sprigionava in volute di fumo un acre odore di bruciato.
Non era morta, ma c'era davvero mancato un soffio.
Aveva appena realizzato quel pensiero che, all'improvviso, una voce acuta e femminile si levò nell'aria, sovrastando il battito frenetico del suo cuore e catturando l'attenzione di ognuno di loro.
INUYAASHAAA!!!


Non appena la voce di Kagome infranse il momento, Koga sollevò lo sguardo verso il cielo.
Contro la volta celeste, la figura della giovane sacerdotessa si stagliava inconfondibile sulla groppa di Kirara, lanciata a tutta velocità nella loro direzione.
Inuyasha, a sua volta giratosi verso l'umana, imprecò sommessamente.
A CUCCIA!!
Il mezzodemone-cane si schiantò subitaneamente a terra con un tonfo sonoro.
Nel lasso di tempo che seguì, necessario alla nuova arrivata per bruciare le ultime distanze, il demone-lupo sospirò lentamente, rilassando meccanicamente le spalle.
Era finita.
Si lasciò ricadere a terra, a gambe incrociate, lasciando spazio al dolore e alla pesantezza improvvisa che avvertiva in esse. Ora che l'adrenalina stava calando, iniziava a rendersi conto di quanto difficili gli costassero certi movimenti. Gli pareva di aver le gambe fatte di piombo.
Osservò la nekomata atterrare accanto al mezzodemone-cane, il quale stava ancora cercando di riprendersi dall'effetto di quella forza invisibile che lo aveva schiacciato al suolo, e Kagome saltò subito a terra con agilità umana, raggiungendolo.
– Inuyasha, si può sapere che ti è passato per la testa?! – esclamò, tutta tesa, rivolta al botolo – Sei davvero uno stupido!
E per quanto quella scena in qualche modo rendesse meno cupo il suo stato d'animo, Koga si ritrovò a soffocare una smorfia di insoddisfazione. Il piccolo demone-volpe, fino a quel momento passato inosservato, saltò sulla spalla di Kagome, rincarando la dose di rimproveri al povero cagnolino.
Inuyashya cercò di rialzarsi, utilizzando l'imponente mole di Tessaiga come sostegno, ma appena tentò di aprire bocca per protestare venne di nuovo schiantato a terra. E questa volta il suo corpo lasciò un bel solco.
A cuccia!!
Anche da quella distanza il capo del Clan dell'Ovest avvertì il terreno tremare sotto di sé e non riuscì a non sfoggiare un sogghigno pregno di soddisfazione. La mora appariva davvero furiosa, con i pugni stretti e le braccia rigide lungo i fianchi. I suoi occhi nocciola mandavano lampi.
– Che volevi fare?? No, neanche mi interessa, perché è stata un'iniziativa talmente idiota che non voglio nemmeno saperlo! Miroku e Sango mi hanno raccontato tutto!
– Ma.. Kagome..
– SILENZIO! – lo interruppe, la voce talmente alta da trapassare i timpani a tutti i presenti – Adesso torniamo al villaggio di Musashi, e senza discutere! Hai già creato abbastanza problemi!
I due umani, chiamati in causa, sbucarono dalla linea degli alberi che delimitava il campo di battaglia in quel momento. Probabilmente avevano permesso a Kagome di volare fin lì da sola per farle guadagnare tempo, mentre loro procedevano a piedi.
La sacerdotessa fece un cenno ai suoi compagni, che con espressioni gemelle di rassegnazione e distacco professionale, come se fossero ormai avvezzi a quel genere di cose, affiancarono il mezzodemone-cane e lo afferrarono rispettivamente uno per braccio. Quindi, ignorandone le proteste, iniziarono a trascinarlo via.
Apparentemente più calma, Kagome allora si chinò a raccogliere i frammenti della sfera che il suo compagno aveva fatto cadere durante i ripetuti “a cuccia” da lei scagliatigli addosso.
Quando Koga, vedendola voltarsi verso di lui, ne incrociò gli occhi color cioccolato gli parve di scorgervi un sentimento di pena nei suoi confronti; sentimento che lo fece sentire peggio di quanto già non fosse.
Il suo orgoglio di demone che tornava a pungergli l'animo, si irrigidì in ogni muscolo e con uno sforzo si alzò in piedi, ignorando le proteste del proprio corpo. Non si sarebbe mostrato debole, non in quel frangente, non più. Piuttosto che farsi vedere nuovamente in difficoltà da lei avrebbe preferito la morte.
Kagome si incamminò, fermandosi di fronte a lui, ma appena accennò a schiudere le labbra Koga la interruppe sul nascere.
– Non li rivoglio indietro – affermò deciso.
La sua voce gli risuonò più ferma di quanto si sarebbe mai aspettato ed osservò la moretta sgranare gli occhi scuri dalla sorpresa. Probabilmente anche lei non si era aspettata una reazione simile da parte sua.
In qualche modo il demone si sentì in difetto sotto il peso di quello sguardo contrito ed aggiunse, con fare meno brusco: – ...non rimproverarlo troppo, non avrebbe potuto fare altrimenti: non vi avrei mai consegnato i frammenti di mia spontanea volontà. Questo scontro sarebbe giunto ugualmente.
Kagome abbassò quel suo sguardo velato di malinconia per annuire, quindi rialzandolo gli sorrise e finalmente parve meno in ansia.
– Grazie Koga. Spero... spero che ci rincontreremo una volta o l'altra. Potreste venire tutti a trovarci, qualche volta.
Il demone-lupo non dubitò della sincerità di quell'invito: ben sapeva quanto fosse grande e generoso il cuore di lei. Era quella sua purezza d'animo che aveva permesso al gruppo di Inuyasha di avere la meglio su Naraku, in fondo.
Annuì con un cenno del capo e nient'altro, più per farla contenta che per vera intenzione di fare come da lei sperato.
Ormai non aveva nulla da spartire con loro, non più.
E non era sicuro che la cosa gli dispiacesse.
Di fronte al suo primo amore, il giovane capo si scoprì deciso a lasciarsi quella fase della propria vita alle spalle, ed a quella consapevolezza seguì un inatteso senso di liberazione.
La osservò allontanarsi insieme ai suoi compagni di battaglie, raggiungendoli di corsa con quella vitalità che non le veniva mai meno. Sembrava felice, tutto sommato.
Sorrise.
Non si meritava nulla di meno e questo nemmeno il suo orgoglio ferito poteva negarlo.


...continua.



Ciao a tutti!
Come potete vedere questa settimana sono puntuale! ^__^
Bene, finalmente lo scontro fra Koga e Inuyasha è arrivato... e chi si mette in mezzo? Ma Juri, naturalmente! xD cosa devo fare con lei?! Neanche Koga l'ha ancora capito, ma chissà... intanto una cosa sembra essere risolta, ovvero la questione *frammenti*. Non vedremo più Inuyasha partire all'attacco gridando "dammi i tuoi frammenti, lupastro!" e forse un po' mi mancherà la cosa... a voi no? Ahaha.. no vabbè, chiudiamo qui il discorso.
Nella speranza che qualcuno di voi abbia voglia di scrivermi un parere, anche in pvt, vi saluto e vi auguro un buon weekend. Alla prossima!
baci e abbracci

Kaiy-chan
   
 
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