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Autore: LaMacchiaNera    03/06/2019    0 recensioni
Pandòria, la città degli USA dove ogni anno registra il più alto tasso di eventi paranormali al mondo e dove, sempre secondo le dicerie, governi, servizi segreti, organizzazioni criminali, Illuminati e misteriosi culti esoterici si danno battaglia nell'ombra per assumerne il controllo.
Ma cosa desta così tanto interesse in questa città? Quali segreti nasconde? Chi si cela dietro agli intrighi per cui Pandòria è diventata famosa? Qual è il suo scopo ultimo?
Sette abitanti della città molto diversi tra loro si impegneranno a svelarne i segreti e a portarne alla luce le verità sepolte, intraprendendo un percorso di maturazione che li renderà in grado di compiere il destino per cui sono nati.
Si tratta di un ciclo di racconti per la maggior parte autoconclusivi ma con elementi comuni che andranno a alimentare la trama orizzontale dell'opera. Saranno pubblicati stagionalmente, perciò rimanete sintonizzati!
Genere: Horror, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Clic! Nulla! La pistola non aveva il colpo in canna! Marcus ridacchiò e disse come fossimo buoni amici:-"Ehi, Stavo scherzando! Non dirmi che ci hai creduto! Ahahaahahahah!" Caddi in ginocchio nella mia urina, accorgendomi solo in quel momento, tra le lacrime, che mi ero pisciato addosso!
D.:-"Non ci starai capendo nulla immagino! Beh, lascia che ti spieghi meglio!" La suora lo baciò con la lingua.
D.:-"Vedi io e Marcus ci amiamo e nessuno dei due tradirebbe mai l'altro!"
M.:-"Già, tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata da quando mi hanno condannato!" D.:-"E io ho sempre desiderato un uomo che mi prenda e mi desidera come fai te!" M.:-"Guarda che faccia che fa!”

D.:-"Prima che ti venga l'insana idea di raccontare tutto, ti faccio una domanda: a chi pensi che crederanno?" I due si allontanarono lasciandomi da solo al buio.
Venni liberato da Daisy solo il giorno dopo. Quell'evento fece in modo che le domande che mi tormentavano da quando ero qui si fecero più intense. Perché venivo bullizzato? Perché se una suora mi picchiava la passava liscia, mentre se io provavo a ribellarmi venivo punito ulteriormente? Qual era il motore che spingeva tutti qui dentro a maltrattare gli altri? Ci poteva essere un rimedio? Una cura?

Un anno dopo...

Era l'ora di ricreazione tutti erano fuori tranne me, avevo chiesto il permesso per andare in bagno ma in realtà non ne avevo bisogno, non volevo altro che starmene più solo di quanto già non fossi. Entrai in una delle aule per cercare un libro. Volevo qualcosa da leggere quando all'improvviso sentì il mio nome gridato alle mie spalle. Era Suor Sasha che mi prese per un braccio e mi trascinò fuori dall'aula dirigendosi verso le scale dicendo: "Che diavolo ci fai qui? Dovresti essere fuori con gli altri!" N.:-"Cercavo solo un libro!" Mi tirò uno schiaffo e aggiunse:-"Non rispetti mai le regole, i tuoi voti sono in calo e l'unica cosa a cui sai pensare sono le storie?" Non dissi una parola. Lei si fermò davanti alle scale e con disprezzo disse:-"Sei una vergogna! Sai cosa penso? Che forse la tua famiglia non è stata uccisa, fosse si è suicidata perché si vergognava di dover dire in giro di aver una merdina per figlio!"

Sentì emergere dal profondo del mio animo una rabbia incontenibile! Ero stato privato di tutto: famiglia, felicità, amore, libertà, comprensione, rispetto, pudore; ma no, mi restava solo il rispetto per i miei parenti e non avrei permesso mi strappassero anche quello. Con tutte le mie forze, mi buttai contro di lei, spingendola giù dalle scale e gridando:

N.:-"NON OSARE INSULTARE LA MIA FAMIGLIA! TROIA" La vidi fare una capriola e atterrare di testa per poi fermarsi sul pianerottolo. Quando tornai in me andai a controllare, e fui scosso da un brivido: l'avevo uccisa. Era morta, spaventato mi rintanai in camera mia per cercare di capire cosa fare. Il mio primo istinto fu quello di andare a raccontare tutto e chiedere scusa alle autorità, ma poi mi resi conto che sarei finito in carcere dove certamente mi avrebbero fatto rimpiangere Daisy, Drake e tutti gli altri dell'orfanotrofio, non potevo permettermelo. Una mezz'ora dopo andai da una suora e mi limitai a dire che Sasha era morta, dovetti mostrargli il corpo prima che mi credesse. All'inizio una suora fece fermare tutti i giochi, informò tutti dell'accaduto e ordinò di recarci nelle camere da letto nel più assoluto silenzio. Nei giorni seguenti, le suore e i vari membri del personale iniziarono a chiedere un po’ a tutti noi chi potesse essere stato facendo restringere la rosa dei possibili colpevoli e io non riuscivo a uscirne. La polizia arrivò e iniziò a interrogare prima tutti; essendo quello che avevo ritrovato il corpo, fui uno dei primi.

Quando entrai nell'auletta che era stata allestita per gli interrogatori trovai due detective ad attendermi; dopo avergli fornito le mie generalità mi chiesero che rapporti avevo con Sasha, cosa sapevo di lei e, secondo me, chi poteva essere stato a ucciderla, ma ciò che mi preoccupava di più era l'alibi: tutti avrebbero detto che all'ora del delitto non mi avevano visto e l'unica cosa che seppi dire era che mi è venuto un attacco di diarrea che mi ha trattenuto quasi un'ora al bagno e le domande si fecero più incalzanti; non sapevo cosa rispondere, ormai mi davo per morto, finché... Drake entrò nell'auletta trafelato dicendo:

Dr.:-"Aspettate! No! Non posso permetterlo!" A forza dovetti trattenere le lacrime. Drake, cosa poteva esserci di peggio in questo momento! I.:-"Che c'è ragazzo!" Dr.:-"C'è una cosa importante che devo dirvi, c'entra con il delitto!" I.:-"Faccela sapere allora!" Dr.:-"Il mio amico qui presente probabilmente vi starà raccontando una storia assurda a riguardo il giorno del delitto, ecco sta mentendo!" Nell’attimo che ne seguì avrei seriamente voluto strappare la pistola dalla fondina dell'investigatore e suicidarmi!
Dr.:-"Vedete, signori, quello che il mio compagno sta cercando di nascondervi, è che quel giorno io e lui siamo stati insieme per tutto il tempo!” Ero incredulo, pensavo stesse per dire qualcosa d'incriminante, invece, dove diavolo voleva andare a parare?
Dr.:-"E’ iniziato tutto verso le quattro di pomeriggio, ora in cui dovremmo stare fuori a giocare, ma a noi due non andava proprio di passare il pomeriggio all’aperto e allora siamo sgattaiolati all’interno dell’edificio! Siamo andati in camera mia e siamo rimasti lì per tutto il tempo a giocare a stratego! Devo confessarvi che è anche molto bravo!"
I.:-"Ma lui ha detto di aver avuto un attacco di diarrea!?"

Dr.:-"Non è del tutto falso, infatti durante una partita si è sentito poco bene e mi ha chiesto di accompagnalo al bagno. Abbiamo usato quello del terzo piano. Sono rimasto con lui per tutto il tempo e abbiamo parlato... Di ragazze, ovviamente, ci saremmo rimasti una ventina di minuti e poi siamo tornati a giocare in camera mia finché l'ora del rientro non si è avvicinata e volevamo tornare in giardino senza farci vedere per evitare la sgridata. Abbiamo preso le scale ma quando siamo arrivati al secondo piano, beh, sapete meglio di me cos'è successo. Io ho subito detto che la cosa migliore da fare fosse avvisare le suore, ma il mio amico si è preoccupato, sa, io ho la fama di essere un bullo, e secondo lui se mi fossi presentato anch'io probabilmente avreste sospettato di me, perciò ha preferito che io tornassi in camera mia e che lui avvertisse tutti da solo. Ecco come è andata!"

Ci fu un attimo di silenzio che a me sembrò eterno, Drake mi ha dato un alibi?
I.:-"E' andata così, ragazzino?"
N.:-"Si, è andata così, vi prego, non è stato lui! So che sembra cattivo, ma è un bravo ragazzo! Vi prego, non arrestatelo!" Le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento ebbero libero sfogo rendendo il tutto più credibile!
I.:-"Oww, ma dovevi dircelo subito. Io capisco che tu non voglia che un innocente venga arrestato, anch'io non lo voglio, ma devi dire le cose come stanno o rischi solo di essere d'intralcio alla giustizia e magari far arrestare qualche altro che non ha fatto nulla!"
N.:-"Mi punirete per non aver detto la verità? Sigh…"
I.:-"Beh, alla fine la verità è saltata fuori. Non credo ce ne sia bisogno, ma che ti serva di lezione!"
N.:-"Si, certo!"
I.:-"Bene, potete andare entrambi!"

Entrambi uscimmo dall’aula e Drake mi precedette. Lo segui, aspettai che in giro non ci fosse nessuno e gli chiesi perché aveva detto quelle cose. Ci fu un attimo di silenzio, poi mi fece:-“Vieni!” Mi prese per una manica e mi portò nel ripostiglio delle scope al secondo piano. Dr.:-“Ecco, qui, nessuno ci sentirà. Te lo dirò ma devi giurare che rimarrà un segreto, oppure ti legnerò così tanto che se ti guardassi allo specchio non ti riconosceresti!" N.:-“Ok, lo giuro sulla mia vita!”
Dr.:-“Motivo numero uno: penso che tu sia il colpevole! Non ne sono sicuro al 100%, ma erano tutti fuori quando è successo; a parte me, te, Sasha, la madre superiora e tre o quattro altre suore; che io sappia, nessuna delle suore aveva un valido motivo per ucciderla e io sono stato in camera mia per tutto il tempo. Quindi, puoi essere stato solo tu!" Passato un attimo d’interdizione dissi:

N.:-“Va bene, ammettendo che l’abbia uccisa io! Perché mi hai aiutato? Sono un assassino e meriterei la galera, non lo pensi anche tu?”
Dr.:-“Il che ci porta a quello che è il secondo motivo per cui ti ho salvato, quello che non dovrai dire a nessuno per alcuna ragione al mondo” Prese un attimo di tempo e mi raccontò “E' iniziato tutto qualche anno prima che tu arrivassi qui, non ero molto rispettato né dagli adulti né dai miei compagni, poi un giorno, Sasha è venuta da me e mi ha detto che venivo trattato male perché ero impuro e Gesù, facendo così, cercava di redimermi; ma potevo evitare tutto questo, grazie a lei. Lei mi disse che poteva purificarmi più velocemente con dei riti ‘particolari’, li definiva così, da attuare senza che nessuno lo sapesse altrimenti non avrebbero fatto effetto.” Drake cercò di trattenere le lacrime e proseguì “E io anche per due o tre notti a settimana andavo in camera sua a purificarmi.”
N.:-“E… In cosa consistevano questi riti?”

Dr.:-“Mi spogliava e mi faceva dei massaggi in cui mi toccava e mi baciava. Questo all’inizio, ma quando gli feci notare che non funzionavano, disse la mia anima era molto sporca e quindi bisognava fare dei rituali più potenti. Da allora lei ha cominciato a strusciarsi contro di me e toccarmi in posti più intimi mentre invocava l’assoluzione di Gesù. Diceva che mi avrebbe fatto bene all’anima ma in realtà sentivo c’era qualcosa di sbagliato in questo, mi sentivo solo più sporco ed ero sempre più arrabbiato con tutto e tutti, ma non è questa la parte peggiore!” Si prese un attimo per rispondere “Ci sono state delle volte che… Ha fatto di me una ragazza! HA FATTO DI ME UNA RAGAZZA!!!!” Soffocò le lacrime e continuò.

N.:-“Come?”
Dr.:-“Usava dei cosi di gomma che… Che si metteva al bacino e faceva di me una ragazza!!!”
Dopo quella frase pianse per un minuto buono e poi continuò:
Dr.:-“So che ci hanno detto che è sbagliato uccidere, ma da quando Sasha è morta, io… Io… Io mi sento bene!”
Qualcosa si illuminò nella mia mente quando disse quelle parole.

Dr.:-“Non devo più subire i suoi riti schifosi, le punizioni se mi rifiuto! Tu mi hai salvato e non potevo permettere che qualche investigatore idiota, che non capisce un cazzo del mio vissuto ti mandasse in prigione!” Mi abbracciò e disse:-“Grazie! Ti prometto che d’ora in poi non ti picchierò più, basta che mantieni il mio segreto!”
Quella notte, ebbi molte cose su cui riflettere. Ero un assassino, la categoria di persone più bassa che esisteva. Dovevo sentirmi fortemente in colpa, al punto di volermi suicidare, aver paura che gli altri mi giudicassero, sentirmi un verme, temere di essere diventato un mostro, che Dio mi mandasse all’inferno quando sarei morto. Dovevo... Invece, ero felice. La morte di Sasha, di certo non avrebbe alterato di molto il futuro, un'altra suora avrebbe fatto da istruttrice e, nulla, la vita di tutti continuava; ma io avevo impedito a una persona malvagia di fare del male agli altri e a altre avevo permesso di stare bene, in special modo Drake, ma non solo, anche tutti i suoi studenti perché difficilmente avremmo avuto un'istruttrice più crudele di Sasha. Tutto questo grazie a me...

Poi c’era Drake, mai avrei immaginato le torture che aveva dovuto subire. Prima, se mi fosse stato possibile, lo avrei fatto fisicamente a pezzi, ma adesso non più, non riuscivo a ricordare nemmeno una di tutte quelle cose orribili che desideravo fargli. Ora lo vedevo sotto una luce completamente nuova e speravo che sfruttasse quell’occasione per cambiare. Incredibilmente lo fece, nei giorni successivi smise completamente di picchiarmi, come pure i bulli suoi amici e mi sorrideva qualche volta; anche se preferiva non avere contatti con me e non menzionare più quella storia. Nel mentre la polizia proseguiva le sue indagini. Era giunta alle loro orecchie la voce di corridoio secondo cui Sasha e Daisy si vedevano di nascosto per fare sesso e ora si stavano concentrando su Daisy, che cercava di far ricadere la colpa dell’omicidio su di me, con l’unico risultato di mettersi di più in cattiva luce; mentre esaminava altre possibili piste che conducevano alla vita privata di Sasha e ai suoi familiari. Sinceramente, a me non importava molto di dove sarebbero andati a parare, mi fregava solo che stessero lontani da me e dalla mia vita. In ogni caso, continuavo a raccontarmi la storiella che mi aveva detto Drake per salvarmi, in modo che se me l’avessero chiesta ancora non mi avrebbero trovato impreparato.
Capitò dopo circa due settimane che Daisy venne da me, per dirmi che la polizia aveva trovato delle nuove prove e voleva interrogarmi a proposito di esse. Ero molto agitato e mentre mi accompagnava dai detective mi tormentavo all’idea di cosa potevano aver trovato per incriminarmi. Notai che la suora mi stava portando al capanno degli attrezzi da giardinaggio.

N.:-“Scusi perché mi sta portando qui?”
D.:-“Oh, la prova che hanno trovato era troppo grande per essere spostata e volevano mostrartela direttamente dove si trovava!”
Entrai nel capanno. Non c’era nessuno.
N.:-“Che significa? Dove sono i detective?”
Prima che potessi voltarmi suor Daisy mi spinse al centro della stanza e tuonò:
D.:-“Maledetto! Lo so che sei stato tu, confessa!”
N.:-“Non sono stato io!"
D.:-"BUGIARDO!!!!" Mi tirò un sonoro schiaffo.
D.:-"PARLA! Di la verità!!!"
N.:-"Ma l'ho già detta!" La suora mi spinse contro il muro a cui erano appesi gli attrezzi per curare il prato; sentivo le loro lame cercare di penetrare la mia schiena.
D.:-"Ammettilo, lurida merda che non sei altro!"

N.:-"No!" La suora prese un falcetto appeso e me lo mise in bocca, non potevo più muovermi. Daisy iniziò a piangere e singhiozzare:-"Perché? Perché proprio lei? Sasha, era arrivata qui quando aveva dieci anni, prima di allora, nessuno l'aveva mai amata! I suoi genitori la tenevano rinchiusa in cantina e si facevano pagare da dei pedofili perché la violentassero! Io, invece, l'ho cresciuta, nutrita, istruita, protetta e amata; poi un giorno mi ha detto che se le suore facevano così tanto bene, allora voleva farsi suora anche lei in modo da aiutare tanti bambini. Quando me lo ha detto mi sono messa a piangere dalla gioia e ho fatto di lei una vera suora timorata di Dio. Lei era tutto per me e poi sei arrivato tu e me l’hai portata via!” Prese un attimo di fiato. “Adesso voglio sapere perché lei è morta e un'inutile, debole, sacco di merda come te è ancora vivo?" Rimosse il falcetto dalla mia bocca.

N.:-"Non eri tu a dire che il Signore agisce secondo vie misteriose?" Con voce demoniaca urlò:
D.:-"STA ZITTO!" Mi strusciò contro il muro facendo cadere gran parte degli oggetti appesi, lasciandomi a terra scombussolato e ipovedente. Solo quando riacquistai pienamente la vista capì cosa aveva intenzione di fare la monaca, si era messa a cavalcioni su di me con le mani attorno al mio collo e gli occhi indemoniati. Voleva soffocarmi:
D.:-"Tu mi hai portato via una figlia! Gente debole come te deve solo bruciare all'inferno!"
CLOP!
La presa della suora si allentò e il suo sguardo venne attraversato da una serie indefinita di emozioni, tra cui dominava l’incredulità. Un'accetta gli si era appena conficcata nel fianco destro e io ne approfittai per liberarmi e prendere delle enormi boccate d’aria. La donna poi cadde a terra, pensavo fosse finita ma riprese i sensi e cominciò a strisciare molto lentamente verso l'uscita, verso l'uscita! Non verso di me ma verso l'uscita!

N.:-"Dunque io sarei un debole? Un nessuno? Un essere che non era degno di esistere? Ti sei mai guardata una sola volta allo specchio, Daisy? Sei nata in una famiglia di cristiani fissati che ti hanno allevata secondo dei valori a cui tu non hai creduto abbastanza e l'idea di farti suora probabilmente non l'hai considerata minimamente; ma vedendo che non rispettavi i valori cristiani in modo fanatico come loro, i tuoi non devono averla presa bene. Scommetto che ti consideravano una donna impura e svergognata e ti hanno costretta e prendere i voti per espiare le tue colpe e ancora oggi ti vedono come la vergogna della famiglia!"
Intanto suor Daisy continuava a strisciare cercando di tenere le budella il più possibile all'interno del corpo.

N.:-"Perché, passi il fare un figlio senza sapere come crescerlo, passi il maltrattarlo ingiustamente, passi il non mostrargli un briciolo di amore ma voler fare sesso prematrimoniale, bere un po', dire qualche volgarità... No, è inaccettabile gente del genere merita solo l’inferno. Allora, però, tu potevi fare una scelta: seguire la loro volontà o scappare e vivere la vita che hai sempre desiderato ma eri troppo debole per farlo. Una volta presi i voti, invece di strapparti di dosso la tonaca e trovarti un uomo, come hai sempre voluto, cosa hai preferito? Mettere un po' di toppe qui e lì nella tua vita. Volevi un uomo? La soluzione: relazione clandestina con Marcus; e per i figli come fare? Ah già, hai scelto una delle tante ragazze che vivono qui e hai deciso di crescerla come se fosse tua, non che ci sia del male in questo, ma lo hai fatto solo perché sei troppo debole da fare un figlio tuo! Anche adesso guardati! Mi hai portato qui con l'intenzione di vendicare la tua figlia adottiva, ma appena ho fatto un po' di resistenza ecco che strisci via come un verme, come hai sempre fatto del resto!"

D.:-"Vai all'inferno!"
N.:-"Mandami tu!" Ripresi il falcetto, glielo misi in mano e andai tra lei e la porta.
N.:-"Avanti! Per una volta in tutta la tua schifosa vita, finisci quello che decidi d'iniziare" La suora non provò neanche a uccidermi; cercava solo di spostarmi dalla porta e io, con un colpo di accetta, la ributtai a terra. Lei capì che ormai era finita e sputando sangue disse:
D.:-"Padre Nostro, che sei nei cieli, sia fatta la tua volontà..."

N.:-"Davvero pensi che Dio abbia intenzione di ascoltarti dopo tutto quello che hai fatto? Dopo tutti gli abusi fisici e verbali commessi su decine di bambini solo perché non eri soddisfatta della tua vita? Vedi magari un tempo eri innocente ma adesso non lo sei più. Sei diventata malvagia e sai a cosa servono le persone malvagie? Nulla, siete solo cancro, inquinate il mondo e spingete le persone buone a diventare malvagie condannandole all'infelicità e poi all'inferno. Perciò, era meglio se tu e tutti quelli come te non foste mai nati, il solo pensare che tu umanamente sia al mio livello mi disgusta. Per il bene della società, i rifiuti come voi dovrebbero eliminarli tutti! COSì! COSI! COSI! E COSI!!!!"
La colpì furiosamente non so quante volte, vedevo il suo sangue schizzare fuori, la sua carne dilaniarsi, le sue interiora spappolate uscire mentre lo sguardo si deformava in molteplici modi e infine gli staccai la testa.

Continuai a colpirla finché tutta la rabbia che avevo in corpo non ebbe trovato sfogo. Tutte le ferite che mi ero procurato nello scontro iniziarono a farsi sentire. Non sapendo che cosa fare, rimasi lì, poi l'idea. Iniziai a gattonare verso l’uscita; un ragazzino dell’istituto mi vide e avverti le suore che chiamarono il 911. Mi portarono in ospedale, dove all'inizio finsi un'amnesia e l'unica cosa che ricordavo era il volto del giardiniere Marcus, poi le cose vennero gradualmente a galla. Alla fine la pubblica sicurezza, diede la colpa dei due omicidi al giardiniere. Secondo la versione ufficiale dei fatti Daisy aveva una relazione clandestina sia con Sasha che con Marcus, poi un giorno il secondo ha scoperto che lei lo tradiva con un’altra suora ed è cominciata la sua vendetta. Prima è entrato di nascosto nell’istituto, ha invitato Sasha a seguirlo con un inganno e quando è arrivato alle scale l’ha spinta giù uccidendola. Due settimane dopo ha attirato Daisy nel capanno degli attrezzi e dopo un violento litigio l’ha fatta a pezzi con un’accetta. Io, passando di li, ho visto la scena e Marcus mi ha aggredito, obbligato a vedere il resto del massacro e minacciato al silenzio. La sentenza: morte sulla sedia elettrica.

Ora però non voglio prendermi tutti i meriti, non sarei mai riuscito in questa impresa se non fosse stato per il prezioso contributo dell’orfanotrofio San Raffaele, che per impedire che anni di abusi e maltrattamenti venissero a galla, pianificò una serie di false testimonianze date dal personale per farlo incriminare. Tutto questo mentre io ero in cura all'ospedale. Ammetto che in una certa misura mi sono anche divertito, le suore che venivano a trovarmi tutte sorridenti insieme ad alcuni altri miei compagni che mi cantavano alcune canzoni religiose per farmi guarire, mai vista tanta ipocrisia in un'unica stanza, giuro!

In ospedale feci il bravo, giusto il tempo di guarire; fino a quando mi dissero che tutte le ferite erano guarite e che il giorno dopo mi avrebbero trasferito in un ospedale psichiatrico infantile perché assistendo a quella scena avevo subito un forte trauma che se non curato subito avrebbe compromesso il resto della mia vita; quella stessa notte fuggì. Di certo fra orfanotrofio e manicomio, l'ospedale era il posto più facile da cui potevo evadere.



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