Cap.7 Bra contro il dio demone drago
Junior si avvicinò ad Elly
e guardò il sangue che le
macchiava i vestiti con occhio critico. Alle sue spalle erano crollati
i tetti
di diverse case in stile giapponese, nel terreno si erano aperti enormi
crateri.
“Abbiamo portato al
tracollo questo posto” disse il
namecciano, guardando i vestiti sporchi di sangue della ragazza.
Elly si grattò una macchia
di sporco sulla sua guancia e
scrollò le spalle.
“Hai ancora
l’ocarina?” domandò.
Junior annuì, sentiva
delle grida in sottofondo e corrugò la
fronte, la sua pelle verde era leggermente più pallida.
“Non hai intenzione di
aiutare Bra? Siamo venuti per
salvarla” disse Junior.
“Non ci provate neanche,
questa è la sua guerra.
Offendereste il suo orgoglio” disse Neko, giocherellando con
la zampa con una
roccia per terra. Dal cielo cadevano dei petali rosa di ciliegio grandi
un
pugno.
Alle orecchie pelose
dell’animale arrivava il gorgoglio di
un fiume e lo spumeggiare dell’acqua.
“Ha ragione lui…
Anche se non credevo che i gatti sapessero
parlare” disse Elly, legandosi nuovamente i capelli in una
treccia, che le
ricadeva sulla spalla. Il suo corpo si era fatto più minuto,
i suoi occhi
azzurri brillavano riflettendo la luce del giorno.
“Penso sia questo mondo.
Cosa devo farci con l’ocarina?”
domandò Junior.
“Suonarlo. Questo dovrebbe
permetterti di controllare i
demoni di questo mondo, prima che arrivino i rinforzi del padrone di
casa.
Anche perché credo che Bra lo voglia farlo fuori e la
popolazione non sarà
felice di perdere il suo re” spiegò Elly.
Junior corrugò la fronte.
“Pensi si possa uccidere un
dio?” domandò.
Elly assottigliò gli occhi.
“Io credo che tutto questo
sia un piano di quella divinità.
Si vede subito che è fisicamente corrotto, deve aver perso
il controllo.
Facendosi uccidere rinascerebbe. Probabilmente sta provocando Bra
proprio per
ottenere questo” spiegò.
Junior annuì con aria
tormentata.
“Spiegherebbe
perché se l’è presa con la figlia di
Junior”
sussurrò roco.
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“Posso sapere come ti
chiami, pervertito?!” gridò Bra,
mentre lanciava una serie di onde dorate a tappeto.
L’avversario
appoggiò le mani sui fianchi e si spostò
velocemente, levitando con i piedi alzati.
“Dovrai impegnarti un
po’ di più per sapere il mio nome,
tesoro” la sfidò.
Bra lanciò
un’onda grande quanto una testa che si abbatté
contro di lui, l’avversario distrusse l’onda con un
calcio, facendo alzare un
polverone.
I capelli azzurri del drago
brillavano di luce propria e i
suoi occhi blu intenso scrutavano la saiyan.
Intorno a lui si addensavano nubi
bluastre, pregne di
pesanti petali che cadevano sul terreno dando vita a scintille.
Sfrigolanti
fulmini si dipartivano azzurrini dalle sue dita pallide.
Bra lo colpì
all’addome con un pugno, all’altezza di una
grande gemma blu. Diverse altre pietre spuntavano dal corpo pallido del
demone,
rassomigliando a lisci zaffiri ovali.
“Forse potrei dirtelo dopo
il nostro matrimonio” disse il
drago. Allungò la mano, Bra fu costretta a fare lo slalom
tra una serie di
fulmini che si abbattevano dal cielo.
La luce prodotta dai colpi elettrici
del dio drago si
riflettevano sulle placche dorate che coprivano il suo corpo.
Il nemico scattò e
raggiunse Bra con un calcio, la saiyan
ricadde pesantemente a terra, sputando sangue.
La giovane rotolò di
fianco, riuscendo ad evitare un altro
colpo, e con uno scatto felino si rimise in piedi, costringendo il
nemico ad
arretrare di un passo con una gomitata al fianco.
Il dio della creazione
cercò di raggiungerla con un raggio
sparato dagli occhi, ma il suo colpo venne deflesso dall’aura
dell’avversaria.
Bra si piegò
all’indietro, evitando un colpo della coda del
nemico, di un luccicante color oro. Si rialzò e si
passò il dorso della mano
sul viso sudato, ghignando.
“Ho notato solo ora che sei
un pikachù”. Scherzò, indicando
con la testa la parte finale della coda di lui, con la forma di una
saetta.
“Oh, ricordati questo
nomignolo. Potrai usarlo nelle nostre
notti di passione quando ti farò essere
‘elettrizzata’” propose lui.
Allungò
una mano davanti a sé e lanciò una serie di
fulmini con le mani.
“Sognatelo”
gridò Bra. Li assorbì con la sua aura e li
trasformò un attacco che colpì in pieno il
nemico, facendo fumare il suo corpo,
ferendolo superficialmente.
“Ora sì che
ragioniamo, bellezza” sussurrò il dio drago.
< Dannato, ha fin troppo
carisma per essere un
pervertito! > pensò Bra, digrignando i denti.
“Non chiamarmi
bellezza!” gridò Bra.
Il dio dei demoni scrollò
le spalle, dimenando furiosamente
la coda. “Oh, ma la conosco bene... la bellezza. La mia gente
ormai è così
corrotta e vecchia che ha imparato a prosciugare la bellezza, la
giovinezza e
la diversità delle sue vittime”.
< Saresti stata una dea
demoniaca perfetta. Peccato tu
preferisca quella semplice ‘scimmia’ di tuo marito.
Non ti valuti abbastanza
> pensò.