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Autore: fandani03    04/06/2019    1 recensioni
E se Stefan non avesse preso la verbena e Damon avesse potuto soggiogarlo? Cosa sarebbe successo?
Dall'introduzione:
"Caro diario, [..] in questo giorno di ventidue anni fa perdevo i miei genitori, in questo giorno di ventidue anni fa il corso della mia vita è stato modificato irrevocabilmente. Ed oggi mi trovo qui a tirare le somme. Mi chiamo Elena Gilbert…ero un Vampiro…e questa è la fine della mia storia."
Dal testo:
"..la sua seconda opportunità era fuori dalla porta ogni giorno, ad ogni sorgere del sole. Voleva scoprire se stesso in questa nuova veste e aveva passato l’ultimo anno a cercare di accettare che, per far provare a lui l’emozione di una vita umana, Damon si era sacrificato e aveva rinunciato a tutto."
Elena e Stefan...sopravvissuti, lacerati, ciascuno in cerca della propria strada. Per i nostri protagonisti ogni giorno rappresenta un piccolo passo verso la Rinascita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Elena Gilbert, Jeremy Gilbert, Matt Donovan, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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11 - Ho avuto paura

Alaric era sempre stato accorto. Mai sprovveduto, mai si era fatto cogliere di sorpresa. Era ben consapevole che quel gruppo di ragazzi non avrebbe battuto in ritirata così facilmente, senza creare ulteriori problemi. Per questa ragione si era recato fuori dalla scuola, poco dopo, per fare un giro intorno all’edificio ed accertarsi che se ne fossero andati.
Ma la sua solerzia non era stata sufficiente e non era arrivato in tempo.
Quando sentì quel rumore sordo intuì che non stava succedendo niente di buono. Corse attirato dalle voci, una di esse gli sembrava così familiare. Stefan .
Prese in mano il cellulare, correndo. Squillava, ma Elena non rispondeva.
Quando la ragazza, da lontano, intercettò la liceale Doroty correre verso Kristen, provò immediatamente una brutta sensazione.
Stava ballando con Joshua. Quel ragazzo non la lasciava un secondo, fino a quel momento non aveva voluto offenderlo e lo aveva assecondato, ma a quel punto, con un gesto secco e poco garbato, si staccò dalla sua presa.
- “Josh, scusami ti prego…” - d’istinto prese il cellulare dalla borsetta, c’era una chiamata di Alaric e non l’aveva sentita.
Incontrò immediatamente lo sguardo di Caroline la quale, al contrario di lei, aveva potuto ascoltare con attenzione quanto si dicevano le due giovani.
Quando videro Kristen girarsi nella loro direzione capirono che dovevano accorrere e, con un rapido sguardo d’intesa, si precipitarono verso di loro.
- “Che succede? Ho sentito bene?” - la vampira bionda si rivolse verso le ragazze come ci fosse tra loro un antico sodalizio.
- “Lo stanno picchiando… dobbiamo chiamare la polizia o lo ammazzeranno…” -
- “Ma di chi state parlando?” - chiese Elena con voce affannata.
- “Di Stefan!” - risposero le tre in coro. Elena le guardò stupita e preoccupata.
- “Lo sapevo, è tutta colpa mia. Non dovevo coinvolgere Stefan, ora se la stanno prendendo con lui…” - la voce insicura di Kristen colpì nel segno.
- “Coinvolgerlo… cosa intendi?” -
- “Io…ecco, non lo so cosa stavo cercando realmente, ho sbagliato, accidenti mi dispiace, sono un’idiota…” -
Elena provò un moto di empatia nei confronti di quella giovane ragazza così spaventata, dal mondo, da quel ragazzo, da se stessa.
- “Calmati…” - Elena le strinse le spalle - “non permetteremo gli succeda nulla, non deve succedergli nulla…” - lo ripeté alla giovane ragazza tentando, in quel modo, di convincere anche se stessa.
- “Caroline, andiamo…” - si voltò e vide la sua amica rivolgersi a Josh e, con un’espressione concentrata, le sentì pronunciare queste parole: - “Tu rimani qui, ci raggiungerai più tardi…” -
- “Caroline, ma che fai….?” -
- “Fidati! Mi ringrazierai…” - si voltò e la bionda si era già volatilizzata.
- “Ma dove è andata la signora Forbes??” -
- “Fa’ che non ti senta mai chiamarla Signora Forbes!” - anche Elena si precipitò fuori.

- “Dannazione!”-  esclamò Alaric mentre si dirigeva come una furia verso il gruppo che stava pestando Stefan.
- “Smettetela, fermatevi…” - arrivò alle loro spalle e afferrò uno dei ragazzi più piccoli scaraventandolo a terra. Kevin gli andò addosso e lo trattenne, impedendogli di raggiungere Stefan. . Il ragazzo era a terra.

- “Stia fermo, professore, o non sarà una bella serata neppure per lei. E’ una faccenda tra noi e il supereroe qui, che credeva di potermi sfidare… chissà cosa credeva di fare….” - era chiaramente ubriaco e fuori di sé. Non si rendeva più conto delle sue azioni, era pericoloso e andava fermato.
La furia di Alaric cresceva mentre cercava di divincolarsi dalla presa del robusto giocatore di rugby. Era molto forte, ma Alaric era allenato ed era riuscito decine di volte a liberarsi dalla presa di un vampiro, non poteva certo farsi intimorire da un gruppo di adolescenti su di giri.
Con una mossa bene piazzata afferrò le braccia di Kevin, fissando i piedi davanti a quelli del ragazzo e tirò con tutte le sue forze fino a scaraventarlo per terra. Il giovane rimase stupito e osservò per qualche istante quell’adulto che lo aveva colto di sorpresa.
- “Tu non hai idea, ragazzo, di quanto sei fortunato questa sera. Se avessi conosciuto il vecchio Stefan, ora saresti morto….” -
- “Oh sì, certo…” -
- “Te lo assicuro….” - dallo sguardo incattivito di Alaric stava emergendo tutta la sua indole di cacciatore di vampiri. Avrebbe voluto ficcargli un paletto nel cuore ma non poteva farlo.
Ma nonostante la sua tenacia e preparazione, Alaric non poteva contrastare tutti quei ragazzi contemporaneamente. Kevin si alzò di scatto e gli si parò davanti afferrandolo di nuovo, mentre gli altri continuavano a prendere a calci il malcapitato Stefan.
Stordito, il ragazzo aveva cercato di sollevarsi, ma un colpo lo aveva ributtato a terra.
- “Ora dovete smetterla..” - a velocità vampiro Caroline era giunta dinanzi a tutti loro materializzandosi dal nulla. Il suo tono fu perentorio e incisivo.
Nel frattempo Elena era accorsa vicino al gruppo nel vano tentativo di raggiungere Stefan, ma era stata fermata da occhiate minacciose.
- “La conosco, lei è quella che organizza tutte le feste, quella nevrotica….” - disse il piccolo del gruppo rivolgendosi alla giovane Forbes con aria strafottente.
- “Che cosa hai detto? Stai parlando di me? Fossi in te starei attento a come parli, piccolo idiota…” -
- “Ma cosa hanno tutti stasera? Vogliono sfidarci per poi prendere un sacco di botte? Avanti signora, se ne vada… non vogliamo prendercela con una donna…” - aggiunse Kevin con arroganza.
In quei brevi attimi Caroline aveva osservato Stefan accasciato a terra, aveva udito il suo cuore battere e solo per questa ragione non li aveva ancora eliminati tutti. Ma quella frase tirò fuori tutta la rabbia che aveva invano tentato di controllare.
La furia del vampiro uscì con tutta la sua forza. Gli occhi iniettati di sangue, i canini che erano pronti a cibarsi di quei giovani delinquenti.
Questo vide Alaric. La furia che stava per esplodere. Era riuscito a liberarsi d’improvviso dalla presa di Kevin.
Il folle ragazzo era rimasto palesemente terrorizzato da quanto aveva visto, a tal punto da arretrare d'istinto dimenticando completamente Alaric, o Stefan, o qualunque motivo li avessi condotti lì in quel momento.
 
Era passato molto tempo dall'ultima volta in cui Alaric aveva visto Caroline trasformarsi così, da sempre lei rappresentava l’esempio dell’auto controllo, l’esempio di cui la scuola Salvatore faceva vanto per spiegare ai giovani vampiri che era possibile essere migliori.
Ma in quel momento era fuori di sé.
La ragazza sbatté violentemente il grosso Kevin contro un’auto. Con una mano gli strinse con forza il collo ed era sul punto di affondare i suoi denti affamati dentro la carne pulsante.
Quel povero idiota aveva cercato di darsela a gambe ma invano.
- “Caroline!” - la voce di Alaric le giunse invano alle orecchie. Era accecata. Spalancò la bocca e i denti aguzzi si fecero ancora più minacciosi, Kevin stava per perdere i sensi dalla paura.
- “Caroline!! Fermati!” - la voce di Elena giunse insieme a quella di Alaric.
- “Ascoltami, te ne pentiresti e lo sai…ti prego.” - la ragazza si fermò di colpo. L’espressione del vampiro ancora le ricopriva il volto, ma sentì il cuore rallentare e la rabbia diminuire un poco. Si ricordò di quanto le aveva insegnato Stefan, provò a respirare come lui le aveva spiegato quel primo giorno. Stava funzionando.
Capì che la sua mente per qualche istante si era totalmente offuscata. La fermezza del tono di Alaric era intervenuta nuovamente,  riportandola alla ragione.
La spietatezza di cui ogni vampiro era capace era, tuttavia, ancora in lei. La mano con cui stringeva il collo di Kevin non aveva ancora mollato la presa.
Lo guardò negli occhi e gli disse solamente:  - “Prova un’altra volta a fare una cosa del genere ai miei amici e la mia faccia sarà l’ultima cosa che vedrai!” -
Lo lasciò andare. Il ragazzo cadde a terra con un tonfo.
Aveva ritrovato il controllo. Alaric le andò vicino e le afferrò delicatamente un braccio.
- “Brava Caroline… va bene così, respira. Ora pensiamo a Stefan…” -
Gli amici di Kevin, anch'essi terrorizzati, indietreggiarono di fronte alla vampira Caroline che si faceva largo per raggiungere il suo amico.
Stefan era finalmente libero ma privo di sensi.
Anche Elena e Alaric erano ora attorno al ragazzo. Caroline istintivamente si morse il polso per dargli il suo sangue.
- “Non farlo!” - l’urlo allarmato di Elena le arrivò alle spalle.
- “Cosa? E’ gravemente ferito…” -
- “Caroline… lui non lo vorrebbe…ne sono certa! Alaric, ti prego, chiama il 911!” -
- “Sto chiamando…” -
- “Ha ragione Elena… chiamate un’ambulanza..” - la flebile voce di Stefan Salvatore era tornata a farsi sentire.
- “Ehi! Sei ancora qui allora…” - Elena si era accovacciata accanto a lui.
- “Ok ok, come volete….Stefan, andrà tutto bene, resisti..” - sorrise e si allontanò di qualche passo. 
- “..ora vado ad occuparmi di loro… e anche di loro…” - indicò con il capo anche le due ragazze, Kristen e Doroty, che avevano assistito con molta probabilità a tutta la scena.
- “Fa’ in modo che non ricordino nulla…” -
Alaric stava telefonando.
Gli sciocchi energumeni che poco prima avevano picchiato a sangue il povero Stefan, ora sostavano impalliditi di fianco ad una macchina, incapaci di muoversi.
Videro avvicinarsi Caroline Forbes e mille pensieri terrificanti affollarono le loro teste.
- “Allora, piccoli delinquenti in erba, spero che questa serata vi sia stata di insegnamento…” - poggiò una mano sulla spalla di uno dei ragazzi.
- “Ricorderai solamente che siete entrati in palestra ubriachi e che il Professor Salztman vi ha rimproverato e siete usciti. Avete picchiato Stefan ma all’arrivo di Alaric siete scappati e sapete, per certo, che domani vi toccherà una punizione esemplare, se non peggio…non vi tirerete indietro e domani vi presenterete tutti a scuola.” -
La stessa frase fu costretta a ripeterla ad ognuno degli studenti che accompagnava Kevin.
Quando fu il turno del capobanda, gli occhi spaventati del ragazzo le fecero provare, per un attimo, il piacere del potere che solo da vampiro aveva conosciuto.
Aveva paura di lei e questo le dava un’emozione interiore che aveva un che di perverso. Ma la fece sentire bene.
- “Ti ricorderai che hai provocato Stefan, che hai ordinato ai tuoi scagnozzi di fare il lavoro sporco ma che Alaric ha avuto la meglio su di te. Non mi hai mai vista qui. Caroline Forbes è solamente la nevrotica e affidabile Direttrice della scuola Salvatore.” -
- “D’accordo…” - disse Kevin stordito.
- “Non ho finito….non dovrai mai più toccare Stefan Salvatore con un dito, o qualcun altro dei miei amici. E dovrai comportarti bene con Kristen. La tratterai con educazione ma non ti azzardare a sedurla!” - si voltò verso tutto il gruppo e ad alta voce intimò loro di levarsi dai piedi.
- “Ah, che fatica… mi scoppia la testa. Era da molto tempo che non utilizzavo la compulsione. Speriamo funzioni!” -
Si occupò anche di Kristen e della sua amica con i capelli rossi. Cercò di tranquillizzarle e disse loro che, oltre a dimenticare l'accaduto, avrebbero ricordato di aver passato una bella serata finita però con qualche scaramuccia tra ragazzi. Stefan si era ferito ma non era successo niente di grave.
Kristen doveva stare lontana da quel poco di buono di Kevin.

Matt era arrivato correndo quando tutto si era già concluso, una telefonata con il vicesceriffo l’aveva trattenuto e tenuto lontano.
- “Come sta?” -
- “E’ ferito, Matt…erano in cinque, l’hanno picchiato a sangue…ma quando arriva l’ambulanza?” - Elena accarezzò istintivamente il volto di Stefan, con un fazzoletto gli aveva tolto rivoli di sangue dalla fronte.
- “Dove sono quei maledetti?” -
- “Ci sta pensando Caroline…” -
- “Cosa? Che vuole fare?” -
- “Beh, si è fatta valere ed ora credo stia provando a cancellare tutti i loro ricordi…” -
- “Devono essere puniti dalla legge, Elena…” -
- “Lo so, Matt…ma fidati, sono certa che non faranno più male a nessuno…” -
- “Quindi viviamo nuovamente sotto le regole dei vampiri…” -
- “Matt…” -
- “Sai come la penso, Elena…” -
- “Ha ragione Matt. Elena…quei ragazzi devono essere riabilitati, la compulsione non basterà a riportarli sulla giusta strada…” - anche ferito e stanco, Stefan riusciva a dispensare pensieri saggi e ragionevoli.
- “Ma tu non eri svenuto??” - gli sorrise.
Caroline arrivò veloce.
La osservarono tutti compiaciuti e quasi sorridendo, nonostante il momento di grande concitazione.
- “Che c’è? Stefan non vorrai farmi la paternale anche da svenuto, andiamo… ho fatto quel che andava fatto, lo sapete bene. Al resto penseremo domani! Ora cerchiamo di non farti morire, che ne dici?!” -
La grande capacità che Caroline aveva di sdrammatizzare anche le situazioni peggiori fortunatamente ogni tanto riemergeva.

- “Ecco l’ambulanza..” -
- “Finalmente..” -
I paramedici scesero rapidamente, accompagnati da Alaric che era corso ad aspettarli all’entrata principale della scuola.
- “Fate piano, l’hanno picchiato, credo sia pieno di fratture…” - intervenne Alaric agevolando il loro lavoro.
I gemiti di Stefan, mentre i paramedici tentavano di trasferirlo sulla barella, colpirono Elena al punto da farle sentire un nodo in gola che, fino a quel momento, probabilmente aveva trattenuto.
Vedere Stefan così vulnerabile era un’immagine alla quale non era abituata. L’aveva visto molte volte ferito, sanguinante, provato da un combattimento anche molto violento. Ma aveva sempre saputo che, nonostante tutto, lui sarebbe sempre guarito. Non aveva mai avuto davvero…paura.
Aveva avuto paura, ecco cos’era. L’aveva compreso solo in quell’istante.
Fu la voce di Josh a riscuoterla da quei pensieri.
- “Elena!” - il ragazzo le corse incontro.
- “Ehi…” - era distratta.
- “Stai bene? Ti hanno fatto qualcosa? Elena…” - la incalzò di domande.
- “Sì sto bene, stai tranquillo…” - era distratta.
- “Sicura? Sembri…assente…” - la prese per le spalle e la abbracciò stretta.
- “Io sto bene. Però Stefan è gravemente ferito, l’hanno riempito di botte, erano in cinque, maledetti codardi… io devo andare…” -
- “Che cosa? Non dire sciocchezze, hai bisogno di riposare, ti porto subito a casa. Di lui si occuperanno in ospedale, non c’è nulla tu possa fare…” -
Non capiva.
Joshua tentava invano di parlarle e tranquillizzarla, ma lei continuava ad osservare Stefan mentre saliva sull’ambulanza.
Il braccio deciso di Josh la trattenne mentre tentava di avvicinarsi.
Matt si avvicinò, conosceva bene Elena e gli era bastato uno sguardo per comprendere la situazione di imbarazzo che si era creata.
- “Vado io con Stefan, tu vai a casa con Josh e stai tranquilla. Ti chiamo dopo..” - lo sguardo serio e deciso di Matt l’aveva tranquillizzata ei improvvisamente si rese conto che Josh era lì, presente, che era il suo ragazzo e che le stava dicendo, con premura, che voleva accompagnarla a casa.
Per qualche attimo non aveva neppure compreso realmente che lui fosse lì accanto a lei.

Stefan, sdraiato dentro all’ambulanza, rivolse fuori il suo sguardo. Aveva sentito in lontananza la voce di Joshua. Quando sollevò di poco la testa, incontrando lo sguardo di Elena, sapeva che avrebbe incrociato quegli occhi scuri così intensi e preoccupati, in quel momento. L’acconciatura anni venti era stata ormai compromessa, alcune ciocche di capelli le cadevano sulle spalle, la fascetta sulla fronte non era in ordine. Ma Elena sembrava non prestare attenzione a nulla di tutto questo.
Lo stava salutando con la mano. Bastò un cenno di assenso col capo e un sorriso, e lei comprese.
Va tutto bene, vai a casa.

Era salita sull’auto, aveva fatto ciò che doveva, ma ogni parte di lei sentiva e sapeva che non era nel posto giusto. Che non era la cosa giusta da fare, non quella sera.
Quando la macchina di Josh si fermò sotto casa sua e pochi istanti dopo il suo telefono cominciò a squillare, ne ebbe solo la conferma.
- “Che cosa? D’accordo, Matt, ho capito, tienimi aggiornata…” -
- “Che succede?” -
- “L’hanno portato in sala operatoria, probabilmente ha un’emorragia interna. Andrà tutto bene. Certo, sì…” -
- “Elena…” -
- “Sì, ok, ti chiedo scusa Josh, devo calmarmi. Ho avuto paura, ora vado a casa. E’ in buone mani, certamente…” - la voce le tremava.
- “Elena…” -
- “Cosa?” -
Josh mise in moto la macchina e fece manovra di inversione.
- “Che fai?” -
- “Andiamo in ospedale….” - si voltò a guardarla solamente per un attimo. La ragazza lo osservò in silenzio.
- “Devi stare con loro, stasera… devi stare vicino a Stefan. Avrà bisogno di te al suo risveglio…” - guardava la strada mentre pronunciava queste parole. Era assorto dalla guida, o fingeva di esserlo. Sapeva che si sarebbe pentito di questa scelta. Ma comprese che le cose non potevano andare diversamente. Elena voleva andare da Stefan, l’avrebbe capito anche un bambino. Non poteva impedirlo, non aveva più senso.
- “Josh…non so cosa dire…” -
- “Nulla… è giusto così. Mi è tutto chiaro, non devi preoccuparti, non più!” - si voltò una volta ancora e le rivolse un tenero sorriso.
Sicuramente il sentimento che provava per lei era sincero e pulito. Elena sapeva che era un ragazzo adorabile, che molto probabilmente in un’altra vita l’avrebbe…adorato. In una vita normale, in una vita diversa.
Ma lei era Elena Gilbert, non c’era mai stato niente di normale in tutta la sua esistenza, a cominciare dal fatto che era la doppelganger di Katherina Petrova.
Se Josh avesse saputo anche solo la metà della storia! Sorrise tra sé. Pensò che, probabilmente, nessuno sano di mente avrebbe mai creduto al racconto degli ultimi anni della sua vita.
Amare due fratelli vampiri, conoscere e sconfiggere i vampiri Originali. Morire e tornare in vita da vampiro, prendere una cura e tornare nuovamente umana.
Bene, forse lei stessa faticava a credere a quanto capitato alla sua vita.
Si fermarono davanti all’ospedale e niente gli sembrò più normale come quella situazione. Un ospedale, una vita in bilico, un ragazzo da salutare e lasciar andare per sempre.
In fondo era quello di cui aveva parlato con Damon la prima volta che si erano incontrati. All’epoca non sapeva come fare a lasciare andare Matt. Ora non poteva commettere lo stesso errore. Sapeva cosa voleva, doveva solo scendere da quella macchina.
Lo fece e non ebbe più ripensamenti.

Dopo interminabili ore di attesa, un medico con l’espressione rassicurante si avvicinò e comunicò loro che il ragazzo era fuori pericolo. Stavano solo aspettando che si risvegliasse dall’anestesia.
Il peso sul petto che l’aveva accompagnata da quando aveva visto Stefan accasciato a terra, totalmente inerme, finalmente si sciolse. Fu una sensazione intensa che non ricordava da anni. La paura l’aveva attanagliata e non se ne era resa conto realmente fino a quel momento.
L’abbraccio con Caroline e Matt fu sentito. Il sollievo fu enorme per tutti loro.
Alaric aveva salutato tutti già da un po’, per poter congedare la baby sitter delle gemelle. Caroline aveva deciso di rimanere vicino ad Elena.
Matt non avrebbe mai lasciato le sue amiche e, in fondo, voleva bene a Stefan. Ormai era davvero un amico.
Questa era Mystic Falls. E non c'era più Meredith Fell a prendersi cura di loro e a proteggere i loro segreti. Dentro l’ospedale, così come in tutta la città, tutti sapevano chi fossero Stefan e Damon Salvatore, lo zio Zack e quella strana famiglia di persone che andavano, sparivano e poi ritornavano.
L’attenzione era tanta e dovevano essere accorti.
Zack era partito da anni per un viaggio intorno al mondo, in base alla versione ufficiale che Stefan aveva sempre propinato ai curiosi.
Damon era morto la notte dell’incendio del campanile, tentando di aiutare lo sceriffo Donovan.
E Stefan era rimasto solo. Solo, ma con i suoi amici accanto.

Può entrare una sola persona alla volta. E nessuno aveva avuto dubbi.
- “Elena, vai prima tu…” - Caroline aveva preso la parola.
Era notte fonda, in quella stanza c’era un incredibile silenzio interrotto unicamente dal suono costante del monitoraggio. Era tutto sommato rassicurante, tutto sembrava stabile.
Ma perché non si svegliava?
Nonostante non avesse ancora ceduto al sonno, l’adrenalina stava comunque lentamente lasciando il suo corpo e la stanchezza stava prendendo il sopravvento.
Si era tolta le scarpe con il tacco, i capelli erano ormai sciolti sulle spalle. Il vestito, a quel punto della notte, era quanto di più scomodo avesse mai indossato.
Spostò una sedia per avvicinarsi al letto, cercando di fare meno rumore possibile. Si sedette lentamente, lasciando andare le caviglie che gridavano riposo.
Il viso rilassato di Stefan le fece provare un momento di serenità, ma quasi immediatamente quella sensazione fu sostituita da una profonda malinconia. Sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Non voleva lasciarsi andare ma, complice la stanchezza, non riuscì a controllarsi. Le guance si rigarono e il trucco cominciò a cedere.
Con una mano gli sfiorò una guancia. In pochi istanti rivide la sua vita correrle davanti agli occhi.
Stefan indifeso, Stefan umano. Accidenti.
- “Non ho mai pensato, fino ad oggi, che avrei provato vera paura per te… tu sei Stefan Salvatore. Hai più di 165 anni, non ti azzardare più a farmi uno scherzo del genere!” -
In quell’istante il ragazzo si mosse impercettibilmente. Elena si alzò di scatto e si avvicinò ancora di più.
Si chinò su di lui e provò a chiamarlo: - “Ehi, Stefan, riesci a sentirmi?” -
Stefan aprì lentamente gli occhi. Faticava ma Elena capì immediatamente che era tornato.
Il ragazzo provò a voltare la testa lentamente, la vide e si guardarono senza parlare. Lei sorrise, con la bocca, con gli occhi., delicatamente.
Lui tentò di dire qualcosa ma lei gli mise un indice sulle labbra.
- “Non serve…non ti stancare. Va tutto bene… vado a chiamare il medico…” - fece per alzarsi ma la presa forte e sicura di Stefan la trattenne.
- “Ehi…” - Elena si sedette nuovamente.
- “Rimani... Che ci fai qui?” - riuscì a sibilare appena.
- “Non potevo lasciarti da solo con Matt…o con Caroline che voleva darti il suo sangue!!” - sorrise cercando di essere divertente. E vide il volto del ragazzo distendersi.
Si guardarono, gli occhi di entrambi brillavano di una luce nuova. Il peggio era passato.
In quell’attimo entrò il medico insieme a Caroline e Matt.
- “Ehi, amico, sei tornato tra noi…” -
- “Stefan…”- la voce accorata di Caroline tradiva la sua emozione.
- “Non ho nessuna intenzione di morire così presto, state tranquilli!” – un sorriso forzato ma deciso rassicurò il gruppo intero.
Il medico chiese espressamente ai ragazzi di aspettare fuori dalla stanza.

- “Elena…” - la voce di Caroline la riportò con i piedi per terra, si sentiva frastornata  - “Va tutto bene?” -
- “Cosa? Sì… sono solo un po’… non lo so, confusa forse…” -
- “Tu stai bene? Sei stata brava, Caroline, non so cosa avremmo fatto senza di te. Sei riuscita a controllarti…” -
- “Ho avuto un bravo maestro, ricordi?! -
- “Certo che ricordo, lui è il migliore…” -
- “Dov’è Josh?” -
- “E’ andato a casa. Mi ha portato qui e se ne è andato.” -
- “Come? Dici sul serio?” -
- “Sì, credo che lui…insomma, forse ha le idee più chiare di me a questo punto..” -
- “Forse ha capito che tu e Stefan avete bisogno l’uno dell’altra?” -
Elena sollevò lo sguardo in direzione dell’amica. Non sapeva cosa rispondere.
- “A che scopo? Per continuare a parlare di Damon per tutta la nostra vita? Lui c’è ancora, Caroline, è tra noi, in ogni istante lo sento, e sarebbe tra noi sempre. Non posso, non posso farlo...” -
- “Perché dici questo?” -
- “Non so se sono più in grado di dargli ciò di cui ha bisogno…ciò che merita..” -
- “Ma questo non puoi saperlo.. cosa ne sai di come sarebbe la vostra vita tra qualche anno? Il dolore passerà, Elena. ” -
- “Ti ringrazio Caroline…forse non è giusto parlare di questo con te…” -
- “Stai scherzando? Io potrei uccidere chiunque osasse fare del male a Stefan, così come a te o a chiunque faccia parte della mia vita. Ma questo non deve darti un’impressione sbagliata. Le cose sono cambiate, Elena…
Ascolta, solo tu sai cosa provi davvero per lui. Ma ti prego, se è amore, Elena, non è a causa mia che devi tirarti indietro. Questo lo sai, non è vero?” -
- “Sì, lo so.” - si sorrisero. Era tuttora imbarazzante, per lei, affrontare questo argomento con la sua amica, la sua amica che non molto tempo fa stava per sposare Stefan Salvatore.
Ma la loro grande amicizia aveva superato anche questo, anche l’amore condiviso per lo stesso ragazzo, anche la perdita e l’abbandono. Si continuavano a sostenere l’un l’altra. Caroline era un’amica impagabile.
- “Cosa hai provato stasera?” - continuò la vampira.
- “Paura. Caroline, ho provato una paura paralizzante che non ricordavo da tempo. Non voglio perdere anche lui…” - il viso di Elena si stava trasformando. La tensione si stava sciogliendo e finalmente si stava aprendo.
- “Lui è qui, e non credo abbia alcuna intenzione di andarsene…dipende solo da te. Ora va' da lui, ti aspetto fuori insieme a Matt, poi ti accompagno a casa..” - la incitò con una piccola pacca sulla spalla.
Il medico stava uscendo dalla stanza.
 

- “Ehi…” -
- “Ehi…” - il volto di Stefan era decisamente più disteso, il colorito era migliore e il medico aveva dato loro notizie rassicuranti. Era pieno di traumi, ma ringraziando il cielo l’emorragia era stata arrestata senza difficoltà.
- “Volevo solo darti la buonanotte, il medico dice che va tutto bene, devi solo riposare…sei sicuro di non volerti far aiutare da Caroline?” -
- “Sono sicuro. Non voglio avere più nulla in corpo che appartenga ad un vampiro, anche se si tratta di Caroline!!”- sorrise ironico. Era stanco, a volte sembrava stanco di vivere. Ma cercava di sforzarsi. Non voleva dare a vedere che soffriva come un umano, che provava dolore in ogni parte del corpo. Non voleva preoccupare Elena. Ma fingere non serviva..
- “Sai? Stasera, per la prima volta da quando ci siamo conosciuti, ti ho visto in pericolo. Sapevo che non eri in grado di difenderti come prima. Se non ci fosse stata Caroline non so cosa sarebbe potuto succedere.
Non mi ero mai dovuta preoccupare di questo, un tempo. Eri tu ad occuparti di me, sempre..” -
- “E questo ti fa avere paura di starmi vicino? Il fatto che io sia vulnerabile?” -
- “No, affatto, non volevo dire questo. Intendevo dire che ora sei umano, che hai le stesse debolezze che io avevo un tempo, motivo per il quale cercavi sempre di proteggermi, ricordi? Non devi fare il supereroe. Alaric mi ha detto che ti sei battuto con forza e che hai rischiato molto. Ma per cosa? Non devi dimostrare niente. Forse devi solo imparare a capire che ora tutto è cambiato. E che ti devi fermare…e, se serve, battere in ritirata!!” - strizzò l’occhio e lo fece ridere, tanto da provocargli dolore al costato.
- “Ah, hai ragione, sono stato un idiota, ma credo di averlo capito con chiarezza…
Elena, dovresti andare, Josh si starà chiedendo che fine hai fatto, e non sarà felice di saperti qui.” -
- “Mi ha portato lui qui e…non mi sta aspettando, non preoccuparti.” – abbassò lo sguardo.
- “Oh, avete litigato per causa mia. Mi dispiace molto, Elena..” -
- “Non dire sciocchezze, il mio posto era qui. E l’ha capito anche Josh..” -
- “Josh allora è un ragazzo in gamba...” - si stavano stringendo la mano e forse non se ne erano neppure accorti.
- “Sì, lo è. Ma….” -
- “Ma…non è Damon, giusto?” -
- “A dire il vero volevo dire che…non è te.” - sorrise….quasi arrossendo.
Stefan fissò il suo sguardo fino a penetrare gli occhi di lei profondamente. Non sarebbero bastate tutte la parole del mondo per esprimere quel che provava. Ma forse non era necessario.
Il giovane faticò a lasciarla andare. Avrebbe voluto continuare ad averla vicino.
- “Elena…io…aaahhh, accidenti..” -
- “Cos’hai?” -
- “Ah, sono un essere umano no? Dannazione che male! Ma ne sono felice…” -
- “Ora devi davvero riposare! Ci vediamo domani. Buonanotte…” -
- “Buonanotte a te…” - Elena si sporse su di lui e gli posò un leggero bacio su una guancia.
Stefan chiuse gli occhi. Voleva che quel momento rimanesse con lui il più lungo possibile.

 

 

  
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