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Autore: La_Sakura    05/06/2019    6 recensioni
Genzo Wakabayashi non è solo il portiere più acclamato e titolato del momento: è anche l’erede dell’impero della Wakabayashi Corp., una delle multinazionali più importanti sul mercato.
Non se n’è mai preoccupato troppo: con suo padre fisso al comando, e i fratelli già ampiamente attivi in varie filiali, non ha mai dovuto prendere le redini, riuscendo così a posticipare costantemente il suo completo inserimento in azienda. Forte della collaborazione della Personal Assistant di suo padre, ha continuato a concentrarsi sulla sua carriera di portiere paratutto del FC Bayern München, riuscendo pienamente a raggiungere gli obiettivi che si era prefissato.
O, per lo meno, così è stato fino ad ora.
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Serie "Im Sturm des Lebens"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Im Sturm des Lebens'
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ET - Capitolo 1

 

Seduta alla sua scrivania, continuava a fissare lo schermo del pc, senza riuscire a concludere nulla. La mente continuava a riportarla alla sera precedente, alla cena con Genzo, e alla mezz’ora di baci che si erano scambiati sotto al portone di casa sua.

Aveva resistito alla tentazione di farlo salire in casa, nonostante la voglia di condividere una certa intimità si fosse fatta impellente; si era però autoimposta quella censura, anche e soprattutto per valutare dove l’avrebbe portata quella frequentazione col portiere.

«Caffè?»

Martha entrò nel suo ufficio e le porse la bevanda.

«Grazie, ne avevo bisogno… non ho dormito granché stanotte.»

«Uh, avete fatto faville?» la schernì l’amica.

«Martha! – la redarguì la Manager – Comunque… no. Vorrei prendermi il mio tempo e “vedere come va”.» parafrasò le parole che l’assistente aveva pronunciato poche settimane prima.

«Non ti giudicherò per questo, ma credo che un po’ di “ginnastica orizzontale” ti farebbe bene. – per poco Julia non sputò il caffè, sentendo quelle parole – Andiamo, non ci credo che tu non ci abbia fatto un pensierino.»

«Stiamo trascendendo la questione: limitiamoci ad osservarne gli sviluppi.»

«E sia. Vedremo chi delle due per prima…»

«Martha!!» la redarguì nuovamente.

In quel momento Genzo entrò nell’ufficio, con in mano una copia di un giornale.

«Buongiorno ragazze. Julia, tutto bene? Sembri…»

«Accaldata. Ho bevuto il caffè bollente…»

L’assistente sogghignò, mentre il portiere sembrava accettare quella versione: si sedette di fronte a lei e le porse ciò che teneva in mano.

«È uscita l’intervista. Disponibile anche online. Per me è perfetta, ditemi voi.»

Martha si diresse subito alle spalle dell’amica e si chinò per leggere il contenuto dell’articolo: era davvero scritto bene, in maniera professionale, e le foto che lo corredavano erano davvero a regola d’arte. Ma ciò che più colpì Julia fu la foto centrale: Genzo era seduto nella sua sedia, il braccio sinistro appoggiato al bracciolo, il destro puntellato col gomito, la mano sotto al mento; alla sua destra c’era lei, appoggiata di tre quarti al bracciolo, la gamba sinistra appoggiata al ginocchio destro; dietro di loro, alla sinistra di Genzo, Martha con la mano appoggiata allo schienale, l’altra posizionata ad altezza della vita.

«Sembriamo davvero seri…» osservò.

«Quel fotografo è molto bravo, dovremmo ingaggiarlo per altri servizi. Se Heidi e Daniel non hanno ancora trovato nessuno...»

«A meno di tre settimane dalle nozze? Credimi, conoscendola, ha prenotato il fotografo prima ancora della villa. – ridacchiò Julia, pensando alla meticolosità dell’amica nel gestire anche i minimi dettagli – A proposito, hai scelto il vestito?» domandò poi, rivolta all’assistente.

«Non ancora, non ho idee. Ho girato qualche negozio ma non ho trovato quello giusto.»

«Vieni da me, magari nel mio armadio trovi qualcosa.»

«La cosa mi piace molto! Stasera?»

«No, stasera non posso, ho un impegno.»

Il silenzio calò nell’ufficio: era evidente che Genzo e Martha si aspettavano quantomeno qualche dettaglio sul suo “impegno”. Alzò lo sguardo dai documenti che stava sfogliando e si ritrovò gli sguardi indagatori degli amici.

«Beh?»

«Un impegno? Tutto qui? E non ci dici altro?»

Julia sollevò un sopracciglio.

«Sembrate due comari pronte a spettegolare. Ho un impegno con Karl e altri ragazzi per organizzare gli scherzi del matrimonio.»

«Aah, e noi che pensavamo chissà che cosa… – sbuffò Genzo, riappoggiandosi allo schienale della sedia – Nessun intrigo, nessun doppio gioco.»

«Quello, se vuoi, te lo servo ora su un piatto d’argento… – rispose la ragazza, che stava controllando la posta elettronica – La Weisemann AG ha appena comunicato che d’ora in poi, il loro referente alla Wakacorp. sarà Chris Hagner.»

«Scherzi?»

«Mai stata più seria di così.»

Ruotò lo schermo del pc per far sì che anche gli altri due potessero leggere la comunicazione, rimanendo di stucco a loro volta.

«Quindi Herr Hagner ha rinunciato.»

«Così pare. Ma la mela non cade molto lontano dall’albero, quindi mi aspetto qualche colpo basso anche da parte del figlio.» sentenziò Genzo.

«Intanto… dobbiamo convocare un nuovo CdA. Ultimamente non facciamo altro. Dobbiamo ratificare il cambio.»

«Sempre che gli altri soci lo accettino.»

«Perché non dovrebbero?»

«Parlerò con mio padre, sentirò il suo pensiero, e gli farò interpellare qualcuno tra i soci più anziani.»

«D’accordo… – sospirò Julia – Ma poi smettiamo di parlare di quell’uomo, vi prego. Mi dà il voltastomaco.»

 

Heidi era in preda a una crisi isterica, e solo lei poteva risolvere la questione. Era l’unica che sapeva come gestirla.

«Io non mi sposo più.»

Julia scoppiò a ridere, mentre continuava a passare biscotti alla cannella all’amica.

«Mi sembra un’ottima idea. – ironizzò – In fondo, ci hai messo solo otto mesi per organizzare tutto, ci hai dedicato così poco tempo.»

«Ho l’ansia, sto male, non ce la faccio.»

«Ma figurati! Devi gestire questo momento di stress, tutto qua. Non puoi certo annullare le nozze solo perché hai un momento di défaillance. Se dovesse succedere prima di una sfilata, che fai, molli tutto e tanti saluti?»

La bionda sbuffò e si sollevò dal letto.

«Odio quando hai ragione.»

«Devi solo rilassarti e cercare di riempirti la testa di pensieri positivi, lasciando fuori le negatività. Lo so che sei spaventata, tutti quegli invitati, essere al centro dell’attenzione… ma sai, sei la sposa.» le fece l’occhiolino per rassicurarla. Heidi si avvicinò a lei e la abbracciò, posando la testa nell’incavo della spalla.

«Se non ci fossi tu… a proposito, – si sollevò per fissarla negli occhi – come stai?»

«Sto bene, continuo a pensare a mia madre, ogni giorno, ma… me ne sto facendo una ragione.»

«La vita va avanti, volenti o nolenti, dobbiamo accettarlo.»

«Proprio così. E poi… non è tutto così oscuro, al momento…» e, così dicendo, arrossì vistosamente.

«Ok, hai la mia attenzione. Tutta!»

«Genzo mi ha portato fuori a cena, l’altra sera. Siamo andati al Schwarzreiter

«Hai capito il portierone? Non ha badato a spese!»

«Assolutamente. Una cena squisita.»

«E… il dopo cena?» ammiccò la futura sposa, aggrappandosi al suo braccio per ottenere più informazioni.

«Non è andata come pensi, però… siamo stati bene. Sono solo un po’ confusa.»

«E perché mai?»

«Perché è stato tutto così… naturale. Abbiamo parlato, ci siamo più o meno chiariti, ma senza insulti, senza urla…»

«Non vedo dove sia il problema: non si può sempre ridurre tutto a una puntata di Sturm der Liebe(1). A volte il lieto fine arriva e basta.»

«Sarà…»

«Julia… non puoi goderti il momento e basta? Per favore. Goditi questo periodo di corteggiamento, di sguardi fugaci, di baci appassionati… l’inizio di una storia d’amore è sempre emozionante!» e, per enfatizzare il concetto, si portò le mani al petto e alzò lo sguardo al cielo, con aria sognante.

«Quanto sei scema. – le diede una piccola spinta che la fece cadere sul letto – Comunque ci sto provando, non ti credere. Devo solo rendermi conto che, sì, il sole ogni tanto splende anche per me.»

«Ma certo, amica mia! – Heidi la abbracciò stretta – Certo che splende anche per te.»

 

«Non ti vedo molto partecipe.»

Karl aveva raggiunto Julia, che si era rifugiata momentaneamente sul balcone di casa, per godere della brezza serale.

«Lo sai che non ho molta fantasia per queste cose.»

Le porse la birra che aveva in mano, cosicché potesse berne un sorso.

«C’è qualcosa che non va?»

«Al contrario. – diede la bottiglia al legittimo proprietario – Va tutto bene. Sul serio, Karl, non fare quella faccia.»

«Genzo ti tratta bene?»

«Diciamo che al momento ci stiamo studiando, e lanciamo qualche segnale di corteggiamento.»

«Niente più pomiciate selvagge in ascensore?»

La ragazza scoppiò a ridere.

«Non ci è più capitata l’occasione, ma se dovessimo nuovamente rimanere bloccati, non avere così fretta di venirci a salvare.» gli disse, accompagnando la frase da un occhiolino ammiccante.

«Non sai quanto mi faccia piacere vederti così, dico sul serio. E se devo ringraziare quel borioso di Wakabayashi per questo, beh, che Dio mi sia testimone, lo farò!»

«Diciamo che è buona parte merito suo; ma non scordare anche che il tempo cura tutte le ferite, persino le mie. Anche quelle che credevo insanabili.»

Il Kaiser le passò un braccio intorno alle spalle e la attirò a sé, depositandole un bacio sulla testa.

«Col tempo quel dolore si affievolirà, te lo prometto. Non se ne andrà mai del tutto, ma pian piano diventerà più sopportabile.»

«Già. Così dicono.»

Rimasero in silenzio qualche istante, a contemplare lo scorcio di città illuminata che si poteva intravedere da lì.

«Ma ti farà da cavaliere al matrimonio?»

«Beh, sì, lui sarà ancora convalescente... ci divertiremo.»

«Puoi dirlo forte! – esclamò lui – Sarà un matrimonio memorabile!»

«Daniel come sta? Io ho appena consolato Heidi in preda a una crisi di nervi.»

«Lui cerca di non darlo a vedere, ma si vede benissimo che è teso come una corda di violino. Poi, vabbè, anche noi ci mettiamo del nostro, in palestra: non facciamo altro che punzecchiarlo.»

«Siete tremendi, non vorrei essere nei suoi panni.»

«Chissà, magari un giorno…»

«Ehi, e chi mi dice che non sia tu, per primo, eh? Vogliamo parlare di quel gesto teatrale alla finale dei Mondiali?»

«Quale? – rispose lui, sornione – Non ricordo nulla, sai, ho rimosso quella partita, troppo doloroso.»

«Si stanno chiedendo tutti cosa volesse dire il Kaiser, con quel gesto, e soprattutto a chi fosse dedicato quel bacio.»

«Beh, tu lo sai già, non ho bisogno di dirtelo.»

«Devo preoccuparmi? Cioè, mi metto in modalità “amica protettiva” e ti faccio la paternale su quanto sia dolce Martha, e su quanto male potrei farti se la fai soffrire?»

«Ehi, anch’io sono tuo amico! Perché non mi difendi?»

«Perché tu non hai bisogno di essere protetto, Karl. Sai benissimo come comportarti con le donne, anzi, lo sai fin troppo bene. Per questo non vorrei che tu prendessi questa relazione come un gioco.»

Il ragazzo si fece serio: si appoggiò con gli avambracci alla ringhiera del balcone e scrutò l’orizzonte.

«Non starò qui a dirti che è la donna della mia vita, che la amo alla follia e voglio sposarla, perché… non lo so. So solo che con lei mi sento molto bene, mi piace la sua compagnia.»

«Bene così, Kaiser. Era ora che mettessi la testa a posto.»

«Impresa che non è riuscita neanche a te.» le sorrise.

«Non era il mio compito. – ammise lei, candidamente – Adoro la nostra amicizia, e il fatto che non ci siano secondi fini. Ti voglio bene così come sei… – lui stava per ringraziarla quando lei aggiunse – nonostante tutto…»

«Ehi! Ma ti pare? – le rifilò un buffetto in testa – Frequentare Wakabayashi ti fa male, ti rende troppo simile a lui.»

«Forse è per questo che… chissà.»

«La finiamo una frase? No, perché tutti questi puntini di sospensione mi stanno mettendo ansia.»

Julia rise. Di quella risata finalmente spensierata, sincera. Karl se ne rallegrò, l’amica si meritava decisamente un po’ di felicità.  

 

 

1 Sturm der Liebe - Tempesta d'Amore, è una soap opera tedesca del 2005. Mi ha accompagnato per varie estati con la sua sigla strappalacrime e le sue storie al limite dell'assurdo - in stile Beautiful, per capirci XD




Ed eccoci qui, mie adorati lettrici e lettori. 

Questo è il penultimo capitolo della storia. I personaggi iniziano a tirare le somme, il grande evento è alle porte, e le cose sembrano finalmente prendere la giusta piega, finalmente e per una volta. 

Lascio tutte le considerazioni per il prossimo capitolo, intanto vi auguro un buon inizio della bella stagione, il sole finalmente fa capolino e ci regala giornate meravigliose. 

Vi abbraccio forte 

Sakura 

   
 
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