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Autore: feelingstranger    08/06/2019    1 recensioni
"Una normale strega può avere molteplici doni. Ma per ogni generazione c'è una donna che incarna moltissimi poteri, alcuni dicono che li possieda tutti, Lei è la Suprema."
Così Cordelia, nel 2013, ci spiegò cos'era una strega suprema. Abbiamo avuto modo di conoscerne qualcuna, ma non abbiamo mai davvero approfondito le realtà di vita di questi personaggi così enigmatici e che affondano le radici nella storia.
In questi capitoli indagheremo sulla natura di queste donne: fiere, indomite, potenti e responsabili.
Ognuna di loro ha vissuto a proprio modo la loro supremazia verso la congrega e la loro individualità di streghe.
Questo viaggio di ricerca e conoscenza di queste figure inizia ora. Vi unirete a me?
Genere: Fantasy, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salem, Massachussetts
 

Il sole era stato molto caldo quell'estate del 1691, così come i raccolti erano stati abbondanti e il villaggio di Salem stava attraversando una prosperità inaspettata, visti i periodi bui avuti negli anni precedenti. Donne processate per stregoneria, rivolte, attacchi costanti perpetrati dai Nativi con conseguenti perdite, anche ingenti, di vite umane.
Ma quella stagione sembrava essere un dono del cielo, perfino le persone malate erano molte meno rispetto ai periodi precedenti. Era come se un'energia benefica avesse benedetto quel luogo. 
Solo poche persone sapevano, in realtà, come mai Salem stava attraversando un periodo così rigoglioso. 
Le streghe e gli stregoni della Congrega di Salem erano perfettamente a conoscenza che la loro Suprema, Prudence Mather, aveva adoperato tutti al fine di poter vivere serenamente con il resto dei cittadini, garantendo dei benefici come dei raccolti particolarmente abbondanti, fonti d'acqua sempre pure e, di quando in quando, delle stagioni prive di disastri o eventi negativi.

Ogni anno, infatti, veniva scelta una stagione che avrebbe garantito la prosperità della cittadina e, di conseguenza, della congrega. Nel 1691 venne la volta dell'estate e quindi le streghe si adoperarono tra erbe, incantesimi e rituali propiziatori per garantire il loro scopo.

Alcune delle streghe che vivevano ai margini della città avevano seminato delle pietre benedette da Prudence in persona, in modo che nulla dall'esterno potesse nuocere alla cittadina durante quell'anno.

La magia della Suprema era la più efficente ed invalicabile, lei era la rappresentante massima di ogni strega vivente, nonché la più potente al mondo. Prudence era la prima Suprema, da quando Tituba, la schiava del pastore Parris, aveva risvegliato i poteri magici dormienti in molte donne e in alcuni uomini della città, nell'inverno del 1646. Tituba Indians non era una donna particolarmente attiva nella vita della congrega, non riconosceva nella figura di Prudence una guida o una protettrice, tuttavia nutriva rispetto nei suoi confronti.

Lei aveva risvegliato, in quelle donne bianche, la fonte del potere magico. Essa era parte di loro e al tempo stesso un elemento distante e osservatore. Varie volte Prudence provò a convincerla ad unirsi permanentemente alla congrega, ma sembrava che Tituba non ne avesse interesse ma che, anzi, se ne discostasse. Era nera, una schiava, veniva vista da tutti come inferiore, a volte anche da alcune delle streghe che aveva contribuito a far nascere. Il suo viso, ormai sfiorito, celava una bellezza che in gioventù doveva essere stata assai invidiata. Le rughe del viso tradivano la fatica degli anni di lavoro al servizio dei signori che avevano controllato la sua vita sin dalla giovinezza. Era nata in una piccola isola dei caraibi da una madre nativa e un padre discendente da una tribù di sciamani dell'Africa Centrale: gli Arawak.

Fu lui ad iniziarla ai segreti magici e al loro utilizzo, e crescendo maturò quei segreti arrivando poi a trasmetterli nelle donne e negli uomini di Salem che cercavano un modo di sfuggire alla sofferenza, alla miseria o, come nel caso delle streghe più agiate, alla noia.
Prudence fu riconosciuta come Suprema nel dicembre del 1646, poche settimane dopo l'istituzione della congrega. Era una ragazza di ventinove anni, sposata con il reverendo Increase Mather, uno dei puritani più illustri e inflessibili. La sua vita non era mai stata molto interessante, né prima né dopo il matrimonio con quell'uomo viscido che manteneva semplicemente una facciata di perbenismo dietro una morale perversa. Lei, bellissima e piena di vita, si era ritrovata incastrata in una monotona esistenza di preghiera e riverenza verso un uomo che lei riteneva un perfetto idiota.

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Il trenta novembre del 1646, Tituba le fece recapitare un messaggio attraverso una ragazza chiamata Dolly Ipswich.

«La schiava del pastore vuole farvi sapere che stanotte ci ritroveremo ai margini della città, nel bosco, per festeggiare una rinascita. Solo voi, mia signora. Abbiate cura di essere sola.» esordì la ragazza, andandosene senza nemmeno attendere risposta.

Prudence non la prese a male di dover andare senza suo marito, lo avrebbe lasciato volentieri a letto ubriaco, ma si volse con sospetto a quel messaggio così imperativo. «Probabilmente il pastore vorrà parlarci di situazioni che riguardano la purificazione spirituale...» disse Prudence in un filo di voce tra sé.

Quella sera, si avviò verso il luogo indicatole. Solo che qualcosa in lei le suggerì di non attraversare il villaggio, voleva sentirsi come se stesse trasgredendo ad una qualche regola non scritta. Decise quindi di percorrere dei vicoli poco trafficati, fino a raggiungere i margini della città dove, da lì, sparì nei boschi.

Sentiva come se un'enorme energia l'attraversasse e la guidasse come una bussola verso una meta ignota, non temeva nemmeno le creature che potevano nascondersi nel buio. Per la prima volta si sentiva libera dalla morsa opprimente di suo marito e di una vita puritana. Stava trasgredendo la legge di Dio, tradendo gli ideali puritani di suo marito che la volevano relegata a giocattolo per i suoi sporchi comodi.

Una luce, nelle tenebre, attirò la sua attenzione, sembrava un fuoco acceso. Doveva essere il pastore, vi si avvicinò con riluttanza, voleva rimanere libera, almeno quella notte. Procedette a passo lento ed incerto.

«Avvicinati sorella Prudence!» esclamò una voce nel buio, con una potenza che sembrò esploderle nella testa. Iniziò a tremare, come se fosse al cospetto del Dio che suo marito voleva tutti temessero, e dovesse espiare quell'unico peccato di aver voluto sentirsi libera.

Avanzò con sempre più paura di ciò che avrebbe trovato di fronte a quelle fiamme. Di quale demone si nascondesse lì. 
Non era minimamente pronta alla scena che si trovò davanti: ragazze, donne e uomini di Salem, tra cui anche Dolly Ipswich, che le aveva consegnato il messaggio quella mattina, persone di villaggi limitrofi della zona, che conosceva per via di suo marito. Erano tutti seduti intorno al fuoco estasiati da una forza che non comprendeva ma che iniziava ad avvertire, come se le vibrasse il terreno sotto i piedi. Tituba, la schiava, era l'unica in piedi, con espressione impassibile a quello strano evento.

Si sentì a disagio per la presenza di uomini collegati a suo marito. Temeva, in cuor suo, che avrebbero potuto informarlo di quella sua scappatella nel bosco a sua insaputa. Non che avesse particolarmente a cuore il punto di vista di Increase, ma non voleva che potesse obbligarla ad ulteriori restrizioni nella vita già povera di eventi.

«Avanza pure, sorella.» sembrò pronunciare Tituba, con la stessa potenza della voce sentita in precedenza. Era stata lei dunque a parlarle, non un qualche demone pronto a divorarla per i suoi peccati. Prudence non fece subito caso al fatto che non aveva minimamente aperto bocca per parlare. Si sentiva pervasa da un'energia che sembrava porla su due realtà distinte, come se il suo corpo e il suo spirito fossero in sincronia ma divisi in due entità distinte.

Avanzò verso il cerchio, come mossa da una forza non sua.

«Dov'è il pastore Parris?» chiese, senza davvero preoccuparsene. Sembrava più intenta a cercare di capire cosa stesse accadendo in quel cerchio di persone .

Qualcuno rise.

«Lui non è stato degno di essere qui, stasera» esclamò la voce di Tituba nella sua mente «Tu ti sei dimostrata tale, sorella, e stai per essere accolta nel nostro gruppo, questa sera.»

Prudence s'irrigidì, non capendo cosa le stava accadendo. Sentì la gola che le si chiudeva, non aveva forza di domandare altro. Provò a lanciarsi qualche occhiata intorno e vide che i volti delle persone non erano truci, come quell'ambiente poteva far presagire in un primo momento, manifestavano invece un senso di serenità, come se avessero trovato la pace e il loro scopo nella vita. 
Tituba, invece, manteneva un volto serio.

«Cosa siete, adoratori del diavolo?» proruppe lei, non sapendo nemmeno dove aveva trovato il fiato per pronunciare quelle parole.

«Niente di tutto questo, ne siamo anzi ben lontani. Io, Tituba Indians, sono una strega e sto fornendo a tutte voi l'accesso al mondo della magia.»

A sentire quelle parole, non provò però paura o agitazione, avvertì invece un senso di liberazione come se le sue preghiere sulla fine di una vita monotona fossero state accolte. Non ebbe tuttavia la forza di esprimerlo a parole, come se l'idea della magia fosse repressa in lei da una parte moralista e puritana che si era insinuata nella sua mente in anni di vessazioni matrimoniali. 

Si sedette e osservò attentamente le altre persone, tutti avevano una nuova luce negli occhi che si estendeva oltre il loro corpo. Quel loro atteggiamento così onirico fece correre un brivido sulla schiena di Prudence, che si chiese se non fossero tutti preda di un qualche tipo di pazzia collettiva e se fosse sicuro per lei rimanere.

«Le nostre sorelle e i nostri fratelli hanno già accettato di unirsi a me nella magia. Tu, invece, Prudence... sei pronta a fare questo salto?»

Rimanendo pensierosa, Prudence pensò che probabilmente stava avendo un'allucinazione. C'era un'alta possibilità che avesse ceduto alla follia che il matrimonio le aveva instillato dentro dal primo momento in cui si era ritrovata con suo marito da sola.

Con un filo di voce, esile come un ramoscello, esclamò: «Sì!»

Tituba si avvicinò a lei e, avvicinando il suo volto, la guardo fissa negli occhi e le soffiò, delicatamente, sulle labbra semiaperte.

Prudence sentì il calore di quel soffio come se stesse bevendo il nettare della vita, l'energia che percepiva dal suo arrivo non si limitò più ad attraversarla, in quel momento stava entrando in lei. Si sentiva piena di una forza tale che fu quasi sul punto di cadere in lacrime dall'emozione. Improvvisamente capì cosa provassero le persone intorno a lei, con quegli sguardi vacui e quei volti soddisfatti.

Quelle persone ora erano sue sorelle e suoi fratelli, con loro avrebbe iniziato una nuova vita e, di certo, non sarebbe stata monotona.

Da quel momento, tutti loro, erano una congrega.

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«Come possiamo capire chi è?!» chiese Betty Lynn durante l'adunanza che era stata indetta.

«Dovrete capire chi di voi ha più potere e solo trovando colei che ne possiede maggiore padronanza, solo allora avrete trovato la vostra Suprema.» rispose Tituba.

Il passaggio da comuni donne a streghe era avvenuto circa due settimane prima e da allora non era cambiato molto, se non che tutte le persone che erano presenti quella notte iniziarono a manifestare doti fuori dall'ordinario. Molte riuscivano a muovere gli oggetti con la mente, altre avevano sviluppato un particolare dono botanico che permetteva loro di conoscere il mondo floreale e poterlo sfruttare nella loro magia, altre ancora avevano doti uniche che si manifestavano in determinati momenti, come il dono che aveva scoperto di avere Mercy Malden. Lei era sposata con Isaac Malden, un proprietario terriero abbastanza incline al bere che era solito prendere Mercy con violenza. Una sera, tornato a casa ubriaco e reclamando ciò che era suo iniziò ad usare violenza su sua moglie, ma non appena il rapporto cominciò, lui si contorse e iniziò a perdere sangue da ogni cavità. Il medico disse che probabilmente era stato morso da una vedova nera poco prima di rientrare e che quella morte così violenta era riconducibile al veleno dell'animale.

Il villaggio credette a questa ipotesi, ma Mercy confermò alla congrega che in realtà era stata lei. Che il suo dono risiedeva nel suo ventre e che qualunque uomo l'avesse mai posseduta sessualmente avrebbe seguito lo stesso destino di suo marito.

Si era però affacciato un altro problema. Tituba aveva comunicato che, dal momento dell'iniziazione, fino alla fine dei tempi, sarebbe sorta una strega suprema che avrebbe avuto l'incarico di guidare e proteggere la congrega. Quella strega sarebbe stata la più potente al mondo, dotata di molti poteri, se non tutti, e sempre in ottima salute, solo fino al momento in cui non ne sarebbe sorta una nuova in cui i suoi poteri sarebbero confluiti gradualmente fino a consumare la precedente. Stava alle streghe trovare l'erede della supremazia, in ogni generazione.

Betty Lynn, una strega non particolarmente graziosa che aveva un atipico interesse nel preparare svariati intrugli alle erbe che rifilava poi a tutti gli uomini con cui voleva intrattenersi ma che era comunque molto sveglia, ebbe un'idea: «Dovremmo istituire un gruppo di noi deputato a prendere decisioni, siamo troppe per poter anche solo pensare che riusciremo a venirne a capo senza coinvolgimenti personali.»

«Concordo, ma scegliete saggiamente i vostri candidati.» sentenziò Tituba.

Fu per questo che, sotto votazione comune, fu istituito un consiglio di streghe. Si era presa la decisione di eleggere due streghe ed uno stregone come membri del consiglio e, nel tempo, di instaurare delle leggi interne alla congrega per regolamentare il loro nuovo status.

Il consiglio era formato da: Mary Warren, Sarah Good e Giles Putnam.

Sotto direzione del consiglio tutte le streghe più dotate avrebbero dovuto sottoporsi a delle prove magiche il cui scopo serviva ad individuare la suprema regnante. Ci furono solo tre streghe ad emergere tra le più talentuose come possibili supreme. La prima era Ann Putnam, figlia di Giles, membro del consiglio. Lei aveva il dono di muovere gli oggetti con la mente, piegare la volontà delle persone e quella di dar vita alle fiamme. Doti che manifestò con maestria e che la fecero spiccare come possibile suprema. La seconda era Dot Sheldon, lei aveva il dono di discendere negli inferi, di poter bilanciare le energie di ciò che ormai era morto al fine di riportarlo alla vita e di poter predire con estrema accuratezza fatti passati, presenti e futuri. La terza ed ultima candidata fu, infine, Prudence Mather, riuscì a controllare brillantemente i doni delle altre due ragazze e, li oltrepassò riuscendo a trasportare sé stessa attraverso lo spazio. Cosa che nessun altro nella congrega era capace di fare.

Perfino Tituba manifestò un particolare interesse per quel suo inusuale talento e non contestò la decisione del consiglio di eleggerla come suprema regnate di quella prima generazione di streghe.

Fu così che iniziò il regno di Prudence Mather.

«Sta a te ora decidere cosa è meglio per questa congrega, Prudence.» disse Tituba «Da oggi e fino a che non morirai, la tua parola sarà legge.»

«E sia.» rispose Prudence, fiera. «Come primo ordinamento, dispongo che tutte le Supreme, d'ora in avanti, dovranno sottoporsi a sette prove di potere. Esse serviranno a valutare la capacità della strega che si sottoporrà alla prova per la conquista della supremazia, ma non si limiterà semplicemente ad eseguirle, essa le dominerà, facendo sfociare la semplice pratica magica in vera e propria arte.»

La congrega ascoltò rapita ed estasiata il discorso della Suprema, sentivano il suo potere fluire e tutti sentivano di amarla e di volerla come loro guida.

«Prudence, cara...» disse timidamente Dolly Ipswich «Quali saranno queste prove di potere?»

Sorridendo, essa spiegò: «Ciò a cui avete assistito oggi, piccola Dolly. La Telecinesi, la capacità di muovere le cose con la mente. La Pirocinesi, l'arte di manipolare lo sprigionarsi delle fiamme. Il controllo della mente, che chiameremo semplicemente Concilium. Queste saranno tre prove, in onore di nostra sorella Ann.»

Ann Putnam, nella folla, arrossì.

«In onore di nostra sorella Dot, invece, sottoporremo le candidate ad una Divinazione, la cui validità sarà valutata in prima sede dal consiglio, alla prova del Descensum, una pericolosa discesa negli inferi, e alla prova che chiameremo Vitalum Vitalis, altresì nota come la capacità di riportare alla vita ciò che l'ha persa.»

Dot Sheldon si sentì così orgogliosa che i suoi occhi si riempirono di lacrime al sentire quelle parole in suo favore.

«In ultimo, la strega candidata dovrà eseguire una Trasmutazione, ovvero trasportare il proprio corpo attraverso lo spazio.» Prudence fece un respiro profondo e con il cuore pieno di gioia proclamò: «Queste saranno considerate le Sette Meraviglie. Con esse una strega verrà identificata come Suprema, proprio come io lo sono stata in questo giorno con le medesime prove. E ora diamo il via ai festeggiamenti per la Grande Ascensione.»

Tutta la congrega si abbandono in un applauso e, da quel momento, iniziarono i festeggiamenti per la nuova Suprema.

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Prudence convocò da lei Tituba.

«Ti devo parlare, è molto importante.» esordì Prudence, ormai vecchia dopo anni a capo della congrega. Aveva avuto una vita particolarmente lunga e agiata, suo marito morì pochi anni dopo la sua ascensione e lei ereditò tutti i suoi possedimenti.

«So già cosa stai per dirmi e io sono pronta a ciò che mi accadrà.» rispose la schiava con non curanza.

«Non è solo ciò che accadrà a te, ma anche alle mie ragazze, se non faccio qualcosa.»

«In ogni caso non è un mio problema.» disse Tituba tagliando corto.

«SAI BENE CHE RIGUARDA ANCHE TE!» le urlò Prudence senza controllo. Rendendosi conto di aver esagerato, le disse pacatamente: «Tu ci hai fatto questo dono. Sai che nutro grande rispetto per te e ti reputo membro della congrega a tutti gli effetti, a prescindere da quello che tu stessa pensi che noi possiamo pensare di te.»

La schiava non rispose, ma le fece cenno per dire di andare avanti con il suo discorso.

«C'è un pericolo alle porte e ho bisogno del tuo aiuto, come saprai. So che anche tu hai, tra i tuoi doni, la Vista. Avere la conoscenza di cosa accadrà gioverà a nostro favore.»

«E cosa ci guadagno dall'aiutare voi streghe bianche?»

«Una casa per la tua stirpe.» spiegò Prudence impassibile. La schiava ebbe un sussulto, ma si ricompose immediatamente.

«La mia stirpe se la saprà cavare anche senza di voi. Così come ho fatto io e come hanno fatto i miei antenati.»

«Curioso che tu dica questo, visto che hai dato tu la vita a questa congrega quella notte nel 1646.» disse in tono incalzante la suprema «Tituba, ascoltami, siamo sorelle e ti assicuro che in futuro la tua stirpe si riunirà a noi. Ma dobbiamo garantire la sicurezza di tutte le altre le nostre sorelle per poter far sì che tutto questo si realizzi.»

«Non so se tu riusciresti a sopportarne il prezzo. Solo tu puoi muovere i fili di questa situazione, sei la Suprema ed è compito tuo, ma stavolta non potrai delegare le streghe a sangue freddo che hai tra le tue fila. Si tratta di un cambiamento di grossa portata, che entrerà nella storia.»

«Per salvare le mie ragazze, farò tutto il possibile. Lo promisi alle loro madri, nostre sorelle, quando le diedero alla luce.»

«I tempi sono cambiati, ne sei consapevole. Non possiamo più considerare i cittadini di Salem come semplici puritani che non porteranno problemi. Odiano le streghe e se potranno, ci investiranno con tutta la loro malvagità e violenza. Tuttavia, non credo che tu abbia la forza di poter far del male a qualcuno, e per proteggere la congrega sarà fondamentale. Ti curi troppo delle persone, sei addirittura arrivata a garantire dei periodi di prosperità a persone che ci ucciderebbero tutte senza battere ciglio.»

Prudence si rese conto che non aveva mai davvero compreso Tituba. L'aveva resa ciò che era, ma cosa sapeva di lei? Era sempre circondata da un alone di mistero. Nessuno, nemmeno suo marito, l'aveva mai davvero compresa. Eppure, quella sera parlandole, sembrava che ci fosse una breccia nel muro che era sempre stata la sua facciata. Forse, pensò Prudence in seguito, nonostante le aspre parole che pronunciava aveva riposto una speranza nella loro congrega.

«So bene cosa comporterà combattere per sopravvivere e sono pronta a farmi carico di questo sacrificio.» spiegò, tentando di reprimere un senso di tristezza che l'avvolgeva. «Ho già dato ordini ad alcune streghe di muovere delle pedine. Ormai siamo noi, contro i puritani che ci vorranno morte.»

«Che intenzioni hai, precisamente?» chiese Tituba.

«Stiamo per rendere evidente la nostra presenza qui, nell'Essex.»

«NON PUOI!» proruppe Tituba «STIAMO CERCANDO DI NON FARCI UCCIDERE E TU VUOI ADDIRITTURA ESPORCI?»

«Calmati, sorella. Faremo scoprire che ci sono streghe nel villaggio, ma solo tu sarai l'unica che si farà catturare.»

«Farmi catturare? Io? Perché mai?»

«Dovrai stregare Betty Parris, la figlia del pastore, e sua cugina Abigail Williams. Sei l'unica abbastanza vicina a loro che potrebbe mettere in allarme i puritani. Renderai evidente il tuo maleficio e pian piano i puritani si allerteranno. Dovrai semplicemente far sì che dicano il tuo nome quando chiederanno loro chi le ha stregate. La congrega avrà così modo di fuggire, mentre tutti accuseranno donne innocenti e qui si scatenerà l'inferno.»

«Mi tortureranno...» disse la schiava, esitante, sembro volesse aggiungere qualcosa, si fermò ma poi disse: «Voglio bene a quelle bambine.»

«Ne sono consapevole, ma purtroppo sei l'unica che può aiutarci. Non te lo chiederei se potessi personalmente fare qualcosa.»

«Sei la strega più potente che esista, potresti eccome!» disse trucemente Tituba.

«Non più, sorella.» le risposte Prudence «Sto iniziando a deperire, probabilmente non arriverò a metà del prossimo anno.»

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Tituba nonostante le sue reticenze eseguì perfettamente il suo ruolo di fattucchiera, stregò le bambine vicine al pastore, che iniziò a sospettare il maleficio. Fu solo quando il medico le visitò che accertò la possessione delle streghe sulle bambine. Nel giro di pochi mesi da quel momento l'isteria colpì altri bambini che iniziarono ad avere sintomi riflessi alle piccole ammaliate dalla schiava.

Nel momento in cui venne fatto il nome di Tituba, fu incarcerata e torturata al fine di farle confessare i nomi di altre streghe del villaggio. Tituba, stremata dal supplizio ma determinata a portare a termine il compito concordato con la suprema, fece i nomi di ragazze innocenti che però erano sotto il controllo mentale di alcune streghe della congrega che Prudence aveva saggiamente mosso. In questo modo quelle ragazze non avrebbero in alcun modo potuto ribellarsi ai puritani e avrebbero innescato una catena di eventi che avrebbe portato il villaggio sull'orlo della rovina. Il tempo della convivenza pacifica era giunto al termine, a quel punto ne andava della sopravvivenza della congrega o dei puritani.

La schiava era sull'orlo del baratro della follia a seguito delle torture, quando una notte, tra le ombre, le si mostrò la Suprema.

«Eccoci qui dunque, è andato tutto come volevi.»

«E il merito è tutto tuo. Ora avrai la tua ricompensa.» disse, eseguendo un cenno con le mani e sciogliendo le catene che imprigionavano la schiava.

«Grazie per il tuo aiuto, te ne sarò per sempre grata. Ora vai, cerca un rifugio e ricostruisciti una vita da donna libera.»

«Voi cosa farete? Come farà mia figlia a trovarvi per essere al sicuro?»

«Dalle mie visioni ho potuto capire che non sarà tua figlia a trovarci lei vivrà una vita serena senza bisogno di noi, la vostra si stirpe, tuttavia, ci troverà e lascerà svariate volte ma sarete sempre le benvenute nella nostra congrega. Vi dobbiamo molto.» spiegò.

Tituba indossò degli abiti che Prudence le aveva portato, pronta a fuggire nella notte. Era in pensiero per sua figlia, l'aveva tenuta nascosta per non farle fare la vita della schiava e appena raggiunta l'età adulta l'aveva convinta a spostarsi nel sud del paese. Ormai non aveva sue notizie da un po', ma le informazioni avute da Prudence le avevano donato la straordinaria certezza che sua figlia sarebbe stata bene anche senza di lei, vivendo una vita senza il dolore della schiavitù. Era una strega anche lei, fin da bambina e avrebbe vissuto una vita di pace. Strinse la mano di Prudence e, nel silenzio di quella notte, le sussurrò: «Grazie.»

La Suprema spostò magicamente nello spazio entrambe fino al bosco in cui la congrega, anni prima, era nata. Prima di congedarsi, Tituba le chiese: «Siamo arrivate al momento dell'addio, dunque. Cosa farete d'ora in poi?».

«La congrega fuggirà a Sud.» disse Prudence. Poi aggiunse: «Stasera mi toglierò la vita.»

La schiava rimase spiazzata da questa affermazione. Aveva dunque tirato fuori gli artigli ed era pronta ad assolvere completamente il suo ruolo. Ripresasi, si limitò a dire: «Da te non mi aspettavo nulla di meno coraggioso.»

«Ti ringrazio. Purtroppo, un medico mi ha diagnosticato una consunzione molto grave. Non ho comunque molto tempo e sarei troppo debole per affrontare il viaggio. Stasera ho organizzato un rituale che ho battezzato "La Sacra Assunzione", mi ucciderò per permettere alla prossima Suprema di sorgere e guidare la congrega.»

Tituba annuì, silenziosamente.

«Un'ultima cosa!» disse Prudence «Tieni questo.»

Le porse un pendente. «L'ho incantato per fornirti sollievo dalle sofferenze subite e proteggerti, è il mio ultimo dono a te per i tuoi servigi verso la congrega.»

Tituba si abbandonò ad un sorriso, osservò il gioiello senza dire nulla e lo mise al collo senza esitare.

«In tutto questo tempo, penso di non averti mai vista sorridere.» le disse.

«Sono felice di avervi rese streghe, tu sei la migliore di tutte. Addio Prudence.»

«Addio Tituba.»

Furono le ultime parole che si scambiarono. Entrambe presero la propria strada e si avviarono, nella notte, ognuna verso il proprio destino.






Angolo dell'Autore: Salve a tutti, grazie per aver letto fin qui, spero la storia vi sia piaciuta e che abbiate apprezzato Prudence come prima Suprema regnante. Se volete potete trovare questa storia anche su Wattpad, magari lasciando anche una stellina o un commento. Grazie mille <3 
   
 
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