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Autore: Chia_084    08/06/2019    1 recensioni
Merlin è un giovane fiorista di Belfast, trasferitosi a Londra con Will, il suo fidanzato, per lavorare al negozio di fiori di suo zio.
Cosa può andare storto?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Will | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Merlin si svegliò al suono del piccolo campanellino posto sulla porta del negozio.
Era stato sveglio tutta la notte per finire le decorazioni più imponenti, ma aveva ancora un sacco di lavoro da fare e il tempo non era certamente dalla sua parte 
<< Non dirmi che sei stato qui tutta la notte, Merlin >> chiese Gaius, entrando nel retrobottega << Zio Gaius, che ore sono? >>
<< Le 6:00 del mattino.
Ti conviene chiamare Will, ieri sera quando non ti ha visto tornare ti ha chiamato varie volte, penso sia un po’ preoccupato>> concluse suo zio prima di tornare in negozio.
Il cellulare del corvino vibrò improvvisamente segnando l’arrivo di un nuovo messaggio:
 
Da Will ore: 2.00 
Merlin sei ancora in negozio?
 
Da Will ore: 3.15 
Merlin rispondimi, inizio ad essere in pensiero
 
Da Will ore: 4.00 
Ho chiamato tuo zio, neanche lui ha tue notizie, scusa se prima sono stato un idiota, lo so che sei venuto a Londra per lavorare… ti prego, almeno rispondimi per dirmi dove sei 
 
Da Will ore: 4.30 
Vado a dormire, buonanotte
 
Da Will ore: 6.15 
Sto venendo in negozio, passo da Starbucks, ti porto il solito? 
 
A Will ore: 6.25
Si, ma sostituisci il cappuccino con
un caffè doppio, ne ho bisogno.
Ti amo 
 
Merlin bloccò il dispositivo e si rimise al lavoro per costruire le enormi decorazioni per la passerella della sfilata, smettendo solo quando un caffè fumante aromatizzato alla cannella si posò sotto il suo naso << Grazie Will, scusa se ti ho fatto preoccupare ieri notte ma avevo lasciato il telefono in silenzioso e ump… >> la cascata di parole del corvino venne bloccata dalle labbra dl castano che si posarono sulle sue.
Il moro si alzò dalla sedia per finire tra le braccia del suo fidanzato che lo strinsero in un abbraccio tenero e passionale << Scusa Will… >>
<< Ssssh, va tutto bene, sono io quello che ti deve chiedere scusa, so che sei venuto a Londra per lavorare, non posso fare il bambino >> rispose Will tra un bacio e un altro << Lo sai che ti amo vero? >>
<< Si, ma mi piace sentirtelo dire, Lin >>  le mani del castano si fecero strada sotto la t-shirt del corvino che rabbrividì al contatto con le dita fredde del compagno senza però muoversi di un millimetro.
<< Non sai quanto mi sia mancato toccarti >> disse con voce roca William posando alcuni baci dietro l’orecchio di Merlin << Ti prometto che questa sera staremo un po’ insieme, mi manchi Will, tu non sai quanto vorrei buttarti sul bancone qui dietro e farmi scopare da te >> 
<< Oh Merlin, non dire queste cose, sono tre settimane che aspetto e il mio autocontrollo non è dei migliori ora come ora… >>.
 
Il campanellino del negozio tintinnò segnando l’arrivo di una cliente e la voce di Gaius risuonò nel retrobottega ponendo fine al momento tra i due fidanzati << Merlin!! >>
<< Vado zio Gaius! >>.
 
Merlin si sistemò al meglio l’uniforme e i capelli, scompigliati un po’ dal sonno e un po’ dalle mani di Will e si diresse, seguito dal compagno, verso il negozio dove un giovane ragazzo dai capelli scuri e gli occhi color ghiaccio stava scrutando tutto con aria annoiata.
 << Buongiorno, benvenuto al “Eldor’s flowers shoop” io sono Merlin, come posso aiutarla? >> 
<< Salve, il mio nome è Moldred, vorrei creare un mazzo di fiori per un compleanno e poi, se non è troppo disturbo anche il numero del suo collega… >> rispose il cliente, con un forte accento francese, facendo l’occhiolino a Will.
Merlin per poco non gli saltò al collo; come si permetteva quel francesino da quattro soldi di fare delle avance al suo ragazzo << Allora Mordred, per il bouquet posso consigliarti un misto di rose blu, che testimoniano la lealtà; intercalate con delle margherite, per smorzare il colore e un contorno di edera e glicine. Che ne dici? >>
<< Mi sembra perfetto, e per il numero del tuo collega? Devo chiederlo a lui? >> Merlin per il nervoso strinse forte il pugno attorno al gambo delle rose, ferendosi con le spine ancora presenti << Lin! >> esclamò Will correndo ad afferrare la mano del fidanzato << è solo un graffio William, non ti preoccupare >>
<< William eh, è proprio un bel nome >> intervenne Mordred sorridendo sornione << Ecco a lei il suo bouquet, sono 20£ >> concluse Merlin porgendo al cliente il mazzo di fiori, con un ghigno forzato sul volto << Ecco a te le 20£ e tu William, chiamami se ti va >> così dicendo il francese lasciò sul bancone i soldi e un tesserino con un numero di telefono scritto in bella calligrafia.
 
Il corvino prese la banconota e si avvicinò al registratore di cassa; 
<< Ora mettiamo al suo posto questo >> approfittando della distrazione del fidanzato, il castano afferrò il bigliettino con il numero e se lo lasciò scivolare in tasca, buttando via al suo posto un foglietto completamente bianco << Perché lo butti via? >> chiese Merlin << Perché dovrei tenerlo? Io ho già il mio uomo.
Ci vediamo sta sera micetto >>rispose sornione Will lasciando un bacio sullo zigomo di Merlin prima di uscire dal negozio.

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Arthur si svegliò con un terribile mal di testa; per tutta la notte non aveva fatto altro che girarsi e rigirarsi nel letto senza trovare pace, un po’ per le risate chiassose di Morgana e le sue amiche, un po’ per il pensiero di dover affrontare un’altra giornata di rimproveri da parte di suo padre.
Per quanto Arthur potesse impegnarsi nel suo lavoro, il buon vecchio Uther trovava sempre qualcosa a cui appigliarsi per rimproverarlo e compararlo con la sorella, sminuendo totalmente l’operato del ragazzo.
Tutto era cominciato dopo il suo coming out; inutile dire che lo scoprire l’omosessualità del figlio, fu una doccia fredda per il vecchio Pendragon e gli ci volle un po’ di tempo prima di ritornare ad avere una relazione simil-civile con Arthur.
Frustrato e amareggiato, il biondo scalciò via le coperte dirigendosi al bagno infondo al corridoio, per concedersi un bagno rilassante.
<< Nottataccia fratellino? >> lo punzecchiò Morgana, apparendo in mezzo al corridoio 
<< Sta mattina non sono in vena di battute Gana, mi aspetta una giornataccia in ufficio >>
<< Nostro padre è ancora in città? >> chiese la corvina
<< Purtroppo si e credo che rimarrà fino a dopo la sfilata >> rispose Arthur infilandosi in bagno, la mora lo seguì sedendosi sul cestone dei panni 
<< Lo so che per te è dura sopportarlo >> disse sorridendo comprensiva al fratello << Non sai quanto Gana, non sai quanto >>.
 
Finito il bagno rilassante e le chiacchiere i due fratelli scesero a fare colazione << Sai Arthur caro, potrei avere la soluzione per migliorare la tua giornata >> esordì Morgana rompendo il momento di silenzio che si era creato << Avrei bisogno che tu passassi al negozio di fiori, incaricato delle decorazioni per la mia sfilata, per controllare come vanno i preparativi e per dire al buon vecchio Gaius che, se fosse possibile, mi piacerebbe terminare il tutto con una pioggia di petali gialli, così da richiamare il colore dominante della collezione >> chiese la corvina con un sorriso << Tutto pur di passare un paio d’ore fuori dall’ufficio >> concluse Arthur alzandosi da tavola.
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Merlin si stiracchiò per l’ennesima volta sulla sedia, dopo la notte passata in negozio era ridotto uno schifo, decise quindi di salire nell’appartamento di suo zio, situato al piano superiore, per farsi una doccia e mettersi qualcosa di pulito.
<< Zio Gaius; salgo un momento in casa tua per farmi una doccia e darmi una sistemata, non posso presentarmi ai clienti così >>
<< Va bene Merlin, non perdere troppo tempo però >> fu la risposta che gli arrivò mentre stava già salendo le scale.
 
Venti minuti dopo un Merlin fresco e profumato rientrò in negozio indossando un maglione blu elettrico e un paio di pantaloni neri strappati; i capelli ricci erano, finalmente, stati domati con un po’ di lacca e gli ricadevano ordinatamente sulla fronte << Merlin!? A che punto sei con le decorazioni? Hai bisogno che stia io ad occuparmi dei clienti o posso continuare i miei studi nella serra? >> chiese Gaius affacciandosi dal retrobottega << Ho quasi finito zio, mi rimangono solo gli ultimi ritocchi, nulla di troppo urgente, posso benissimo occuparmi del negozio, rimani pure nella serra >>.
 
La campanella del negozio suonò, segnando l’arrivo di un cliente << Buongiorno, benvenuto al “Eldor’s flowers shoop” io sono Merlin, come posso aiutarla? >> il corvino, distolse l’attenzione dalle orchidee che stava annaffiando e per poco non gli venne un colpo, se quello non era l’uomo più bello di tutta l’Inghilterra poco ci mancava: i capelli del ragazzo erano di un biondo dorato che, a quell’ora del mattino, riflettevano tutti i raggi del sole donandogli un’aura quasi magica; i bottoni della camicia bianca di cotone sembravano chiedere pietà ad ogni respiro per quanto si tendevano sul possente petto del cliente e le maniche arrotolate sugli avambracci gli segnavano i bicipiti rendendoli ancora più definiti di quanto già non fossero; salendo con lo sguardo verso il viso dello sconosciuto, Merlin si soffermò prima sulle labbra rosee e sottili, per poi incantarsi ad ammirare i suoi occhi, ancora puntati sul cellulare, che sembravano essere di un brillante azzurro cielo
<< Arthur Pendragon, mia sorella mi ha mandato a controllare come procedono le preparazioni per la sua sfilata >> disse Arthur, riponendo finalmente il telefono nella tasca posteriore dei pantaloni e allungando una mano verso il fioraio che ricambiò il gesto.
 
Nell’alzare lo sguardo, il biondo si ritrovò davanti ad un ragazzo dalla figura alta e slanciata, ma per nulla secca, anzi tutto il contrario, il corvino aveva un corpo tonico e abbastanza muscoloso.
Salendo verso il viso Arthur notò che possedeva un filo di barba scura che faceva risaltare le labbra rosse e piene, nonché due dei più bei occhi che avesse mai visto; questi infatti, anche se un po’ nascosti dai folti ricci scuri, erano di un blu intenso e brillavano della luce del sole, risplendendo come due zaffiri.
l’unica cosa un po’ strana che notò il Pendragon furono le enormi orecchie a sventola che facevano capolino da dietro i capelli ma, invece di trovarle buffe, Arthur le trovò dannatamente sexy e il pensiero di saltare di la dal bancone per mordergliele fece muovere qualcosa dentro di lui, o meglio sotto di lui…
<< Ah, quindi lei è il fratello della signorina Morgana Pendragon. Venga, passi pure di qua dal bancone, l’accompagno al laboratorio dove sto finendo gli ultimi ritocchi delle decorazioni >> disse Merlin indicando con l’indice la porta alla destra del bancone.
 
Il biondo oltrepassò lo spesso tavolo per seguire a ruota il fioraio fino ad una piccola stanza, nella quale erano state stipate tutte le decorazioni richieste da sua sorella << allora, qui abbiamo le decorazioni per la passerella: 50 metri di ghirlanda di Alisso giallo e anemone rosa cipria; i bracciali di Gerbere gialle e gelsomino bianco; girasoli e rose cipria da mettere sulle sedie degli ospiti… >> il moro continuò ad elencare tutte le varie decorazioni da lui realizzate ma Arthur si fermò alle prime tre, troppo occupato ad osservare il fondoschiena del ragazzo per prestare attenzione ad altro; forse sua sorella aveva ragione, doveva scopare un po’ di più.
 
Il gorgogliare del suo stomaco lo riportò alla realtà, accorgendosi cosi che Merlin aveva finito di illustrare il suo operato e lo stava fissando ormai da 5 minuti per sapere il suo parere << Mi sembra tutto ben fatto >> disse, per poi aggiungere << Quasi dimenticavo, Morgana vorrebbe aggiungere una pioggia di petali gialli alla fine della sfilata, lei pensa sia possibile? >> 
<< Con così poco preavviso… dovrò lavorarci sopra tutta la notte ma penso proprio di si >> rispose il moro
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Dieci minuti dopo i due stavano camminando fianco a fianco per le strade di Londra alla ricerca di un posto dove mangiare chiacchierando del più e del meno come due vecchi amici e non due sconosciuti che si erano incontrati solo quella mattina.
Merlin scoprì che Arthur aveva solo 31 anni, ovvero 3 anni in più di lui, lavorava nell’agenzia di moda della sua famiglia nel ramo amministrativo e contabile, amava il calcio e il gelato al cioccolato.
Il biondo invece scoprì che il moro si era trasferito da poco in città e che prima abitava a Belfast; amava i gatti, specialmente quelli neri e non era un gran sportivo, anzi tutto il contrario.
<< Che ne pensi di questo qui? >> chiese Arthur, fermandosi davanti ad un ristorante giapponese << Si ti prego, Will non vuole mai mangiare giapponese e mi sembra sia passato un secolo dall’ultima volta che ci sono stato >>
<< Will? >> chiese il Pendragon alzando un sopracciglio << Si, Will, il mio ragazzo… >> rispose il fiorista avanzando verso la porta, per poi fermarsi notando che l’altro era rimasto fermo in mezzo al marciapiede con aria sbigottita << Ho detto qualcosa di male? Oh, giusto… ho capito… guarda che se non vuoi più pranzare con me perché sono gay non è un problema, lo capisco, era così anche a Belf… >>
<< No, no, no, no, no, non è affatto un problema >> lo interruppe il biondo << Anzi, anche io gioco totalmente per la tua squadra non so se m’intendi >> 
<< Oh >> rispose il moro chiedendosi quante possibilità ci potevano essere che un uomo bello come Arthur fosse anche gay!? Una su un milione; eppure eccolo li, in piedi davanti a lui: trent’anni di bellezza, occhi azzurri, capelli oro e per di più gay! 
<< Allora perché quella faccia >> si azzardò a chiedere << Nulla, non pensavo che avessi già un ragazzo, sai con la storia che sei qui da poche settimane, sempre occupato con il negozio non pensavo… >>
<< Ah, no, io e Will stiamo insieme da 5 anni ma abbiamo ufficializzato il tutto solo da 2 anni, lui si è trasferito qui con me per aiutarmi nel lavoro; quando non fa il postino, si occupa delle consegne >> 
<< Oh be, allora auguri >> rispose un po’ piatto il biondo entrando dentro il ristorante.
 
Dopo aver ordinato una quantità di piatti da far invidia ad un regimento i due cominciarono a discutere sui cannoni floreali che Morgana aveva richiesto fino a quando il telefono di Arthur non cominciò a squillare << Oh, scusami un attimo Si? Ah ok, si, arrivo subito.
Merlin, scusami ma si è fatto veramente tardissimo, devo tornare in agenzia; se vuoi posso riaccompagnarti al negozio >> disse poi alzandosi dal tavolo
 << No non preoccuparti, posso andare benissimo a piedi, non è molto lontano. 
È stato un piacere conoscerti Arthur, ci vediamo alla sfilata di domani >> così dicendo il fiorista strinse la mano del Pendragon e si allungò per lasciargli un bacio sulla guancia
 << anche per me Merlin, a domani e mi raccomando, non deludere mia sorella se ci tieni almeno un po’ alla mia vita >>.
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Arrivato in agenzia il biondo spalancò la porta del suo ufficio e si accasciò sulla sedia incrociando le braccia sulla scrivania e cacciandoci la testa in mezzo con aria disperata 
<< Tutto bene Principessa? >> 
<< Cosa vuoi Gwaine >> 
<< Solo sapere perché hai quella faccia >> il nuovo arrivato si sedette sulla sedia girevole davanti al tavolo da lavoro dell’amico e si scostò una ciocca di capelli dalla fronte.
 
Gwaine era uno dei modelli storici dell’agenzia, nonché uno dei migliori amici di Arthur; un metro e ottanta di muscoli e senso dell’umorismo, il tutto completato da una folta chioma castana, due occhi verde bosco e un forte accento irlandese. 
<< Succede che odio quella strega di mia sorella! Ecco cosa succede >>
<< Qualcuno sta per caso parlando di me? >> disse Morgana facendo la sua comparsa nella stanza; Gwaine si congelò sul posto, alzando le mani in difesa e indicando con un cenno del capo Arthur, che mugugnò disperato << Oh, sei tu Arthur caro, non ti avevo riconosciuto sotto quello strato di negatività e frustrazione; Qualcosa mi dice che non hai parlato con il vecchio Gaius… >> 
<< Taci strega! Tu mi ci hai mandato a posta non è vero!? >> ruggì il biondo alzandosi dalla scrivania e camminando minaccioso verso la corvina, che si puntò un dito contro facendo una faccia innocente << Io? Scusa Arthur caro, come facevo io a sapere che il buon vecchio Gaius avesse un bellissimo nipote, poco più piccolo di te, con un grazioso corpo longilineo, capelli scuri, occhi azzurro zaffiro e per di più gay! >>
<< Già, gay e fidanzato da 5 anni! >> sputò acido il Pendragon passandosi una mano tra i capelli 
<< Oh… >> la faccia di Morgana divenne improvvisamente seria, questa volta era andata un po’ troppo oltre, dopotutto voleva solo che il fratello trovasse qualcuno con cui passare del tempo << Già, oh… >>
<< Aspettate un attimo; se ho capito bene quindi, Morgana ha spedito Arthur a parlare con il vecchio fioraio, sapendo però che al suo posto avrebbe trovato il giovane e aitante nipote di quest’ultimo.
Arthur appena entrato nel negozio è rimasto rapito dalla bellezza del giovane e si è fatto avanti, ricevendo un due di picche perché il ragazzo era già fidanzato. Sbaglio? >> chiese Gwaine che era rimasto un po’ indietro nella narrazione della storia << Non è andata proprio così, prima mi ha illustrato tutte le decorazioni che, per inciso, sono fenomenali; poi abbiamo fatto un giro del negozio e il mio stomaco ha cominciato a brontolare, così gli ho chiesto se per lui non era un problema parlare durante un pranzo; è stato davanti al ristorante che ha sganciato la “bomba fidanzato”, però prima di andare via si è allungato a lisciarmi un bacio sulla guancia >> 
<< Oh mio Dio Morgana, ti rendi conto di cosa hai combinato!? Si è innamorato! >> esclamò scandalizzato il castano, alzandosi dalla sedia fulmineo e portandosi le mani alla bocca; il biondo si lasciò scivolare nuovamente sulla sedia << Oh mamma mia! Questa volta l’ho combinata grossa >> così dicendo Morgana e Gwaine lasciarono Arthur nel suo ufficio solo con la sua disperazione.
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Intanto al negozio di fiori Merlin era intento a terminare le ultime decorazioni, prima di dedicarsi alla costruzione dei cannoni spara petali, quando il display del suo telefono s’illuminò segnando l’arrivo di un messaggio.
 
Da Will ore 17:00 
Buon pomeriggio micetto.
Tra 3 ore abbiamo una prenotazione a quel ristorante giapponese 
Che ti piace tanto, non fare tardi sta sera.
 
Il corvino ingoiò a vuoto, era stato talmente preso dalla preparazione della sfilata che si era totalmente dimenticato della serata con Will… non voleva rimandare… però c’erano ancora i cannoni di fiori…
 
A Will ore 17:05 
Ehi amore, ti dispiacerebbe se cambiassimo programma? 
Devo finire delle cose qui in negozio, magari potresti passare ad aiutarmi dopo cena 
e poi potremmo andare in quel bar che avevamo notato l’altro giorno…
 
Da Will ore 17:07 
Volevo fare qualcosa di più romantico ma anche così
va bene, l’importante è stare con te. A dopo 
 
Con un sorriso a 32 denti stampato sulle labbra, il corvino si rimise al lavoro congratulandosi tra se e se per aver trovato un fidanzato fantastico come Will.
 
 
A francesino ore 17:20 
 Ehi, sono Will, quello del negozio di fiori…
La tua offerta è ancora valida?
Da francesino ore 17:40 
Ehi bellezza, il tuo petit ami ti ha dato buca?
Comunque si, è ancora valida ;)
 
A francesino ore 18:00 
Allora ci vediamo tra un’ora al ristorante italiano 
In centro. 
Vestiti carino mi raccomando ;)
Da francesino ore 18:10 
Toujours  
 
Will chiuse lo schermo del telefono con un senso di colpa opprimente sul petto, ma non poteva farci nulla, era un uomo con dei bisogni; bisogni che non sembravano interessare al suo fidanzato.
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Arthur chiuse la porta del suo ufficio appena in tempo per imbattersi nella figura alta e austera di suo padre: 
 << Oh Arthur, non sapevo fossi in agenzia oggi >> disse Uther afferrandogli una spalla 
<< Ehm, si, sono stato fuori per delle commissioni di Morgana, sono tornato giusto per controllare alcuni documenti… >> rispose il biondo irrigidendosi al tocco << hai finito quelle revisioni dei conti che ti avevo chiesto!? >>
<< Le terminerò a breve padre >>; a quelle parole, il volto del Pendragon anziano, s’indurì di colpo << Invece di bighellonare in giro dovresti imparare a fare il tuo lavoro! Sai darmi solo delusioni Arthur, prima te ne salti fuori con il voler studiare economia, quando si sa che i Pendragon sono da sempre nel campo della moda; poi un bel giorno capisci che non sei interessato al gentil sesso, ma sei un finocchio a cui piacciono i vestiti eleganti e i ragazzi alti e formosi; e ora questo, non sai nemmeno portare a termine un compito semplicissimo! Non chiederti poi perché io preferisca Morgana a te. E guardami quando ti parlo! >>.
Arthur alzò il viso verso suo padre; non voleva dargli la soddisfazione di mostrargli quanto quelle parole l’avessero ferito << Se tutto ciò vi disgusta così tanto padre, non capisco perché restiate in città; nessuno sentirebbe la vostra mancanza qui, nemmeno la vostra tanto amata Morgana. E ora se non vi dispiace avrei una serata con i miei amici “finocchi”; buona serata >>. 
Così dicendo il biondo infilò la porta dell’ascensore lasciandosi alle spalle le urla infuriate di Uther.
 
Uscito fuori dall’agenzia il Pendragon si diresse al ristorante italiano nel quale erano soliti fermarsi a cena lui e i suoi amici, prima di una scatenata serata al Raising Sun.
<< eccoti finalmente, stavamo per iniziare senza di te! >> squittì Gwen lisciandosi il vestito giallo e stringendosi verso Lancelot per lasciargli spazio << Scusate ma ho avuto un contrattempo poco piacevole questa sera >> disse Arthur sedendosi al tavolo << ancora nostro padre? >> chiese Morgana lanciandogli uno sguardo preoccupato << Si, ci tiene a ricordarmi ogni sera quanto io sia una delusione per lui>> rispose il biondo cercando di mascherare la rabbia con un sorriso tirato 
<< ora basta deprimersi, ti abbiamo ordinato il solito: spaghetti con polpette; così questa sera l’alcol non ti entrerà subito in circolo come tuo solito >> 
<< Molto gentile da parte tua Gwaine, però di solito non sono io quello che deve dormire sul mio divano perché è troppo ubriaco per tornare a casa propria… >>.
 
Finita la cena, tra risate e bicchieri di vino, gli amici si alzarono dal tavolo.
Arthur indossò il suo soprabito grigio scuro, ma facendo ciò urtò accidentalmente con la mano la spalla del ragazzo seduto dietro di lui
<< Accidenti! Faccia attenzione!>> disse quest’ultimo piantando due occhi castani in quelli azzurro cielo del biondo << Mi scusi, è stato un incidente >>
<< Questo non cambia il fatto che mi abbia quasi fatto cadere addosso il vino del mio bicchiere! >>
<< Oh William arrêt (smettila) non vedi che il nostro amico qui c'est tellement mignon (è così carino) >> intervenne l’altro ragazzo al tavolo facendogli l’occhiolino e sistemandosi una ciocca di capelli ricci dietro le orecchie
 << Come scusa!? Pensavo di essere io il più carino qui >>
<< ne soyez pas jaloux >> così dicendo il francese si sporse in avanti posando un bacio sulle labbra del suo compagno e Arthur ne approfittò per fuggire.
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Merlin, appena ultimato i cannoni di fiori, si era preparato per la serata, indossando l’outfit preferito di Will: un paio di pantaloni neri strappati e molto aderenti; una camicia a scacchi rossi e neri, e un paio di bretelle; il tutto completato con un giubbotto di pelle nero. 
Il corvino voleva rendere fiero il suo fidanzato regalandogli una serata solo per loro due e perché no, magari anche un dopo serata indimenticabile.
 
Da Will ore 0:00
Cenerentola la sua carrozza è arrivata.
Esci, sono in negozio che ti aspetto
 
Il fioraio fece come gli era stato detto e uscì dal laboratorio, appena in tempo per ritrovarsi davanti alla faccia sorridente del castano che gli porse una rosa rossa 
<< per la più bella creatura che abbia mai camminato su questa Terra >> disse lasciando un bacio sullo zigomo affilato del corvino << Will, non puoi fare così; adesso come posso fare a resistere alla tentazione di andare a casa e spogliarti anziché al Raising Sun!? >>
<< Non lo so micetto, proprio non lo so >> così dicendo Will morse leggermente il collo di Merlin che si lasciò scappare un gemito.
I due si guardarono in faccia per poi scoppiare a ridere e dirigersi per mano verso il locale.
 
L’aria era satura di fumo, ma tutto sommato il posto non aveva una brutta atmosfera: i tavoli erano distribuiti casualmente attorno al bancone centrale, ne troppo distanti ma nemmeno troppo appiccicati tra loro; due camerieri giravano tra i tavoli regalando sorrisi a destra e a manca; le casse, che lasciavano fuoriuscire musica di ogni genere, non erano troppo alte e lasciavano la possibilità di parlare tranquillamente.
Merlin si avvicinò al bancone per chiedere se c’erano ancora dei posti liberi ma, prima di aprire bocca una voce lo congelò sul posto << Merlin Emrys, giusto? >>
<< Ehm si? >> il moro si voltò, ritrovandosi faccia a faccia con una ragazza dai lunghi capelli scuri e gli occhi felini <<  Sono Morgana Pendragon, la stilista della sfilata di domani pomeriggio >>
<< oh, piacere di conoscerla. Ah, che maleducato, questo è William, il mio ragazzo >> aggiunse il fiorista presentando Will, che allungò una mano sorridendo << non darmi del lei, ti prego, mi fa sentire così vecchia! Comunque, io sono qui con mio fratello e qualche amico; perché non vi unite a noi? >>
<< Non vorremmo disturbare… >> disse il castano cercando un modo carino per declinare l’invito << nessun disturbo, venite >>.
 
I due vennero trascinati per mezzo locale, fino ad arrivare al tavolo della corvina << Guardate chi ho incontrato!? Loro sono Will e Merlin; Merlin è il fiorista che si sta occupando dell’allestimento per la mia sfilata e William è il suo ragazzo>> la voce di Morgana arrivò forte e chiara ad Arthur che si girò di colpo << Allora Merlin, loro sono: Gwen, Lancelot, il mio fidanzato Leon, Parcifal, Gwaine e mio fratello Arthur, che già conosci >>
<< Salve a tutti, scusate l’intrusione ma è impossibile dire di no a Morgana >> disse il fioraio grattandosi la nuca in imbarazzo << Già lo sappiamo, già lo sappiamo. Comunque non state lì in piedi, venite a sedervi >> così dicendo Arthur, scivolò lungo la panchina facendo spazio a Merlin, che si sedette accanto a lui, e a Will che prese poi posto tra il suo fidanzato e Gwaine << io comunque penso di avervi già visto da qualche parte… >> disse quest’ultimo, studiando bene i nuovi arrivati << Ma si! Merlin Emrys e Will Edor, giusto? >> i due si guardarono e annuirono << Sono Gwaine della BelfastHig! Eravamo in classe insieme; certamente all’epoca avevo i capelli più corti e meno barba >>
<< ah si, ora ricordo! Se non sbaglio sei quel nostro compagno di classe che si arrampicò su un melo per raccogliere i frutti, facendo uscire di testa la signorina
Alice! >> disse il corvino cercando di trattenere le risate << proprio io; piacere di avervi rincontrato >>.
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Le prime birre arrivarono al tavolo e tutti si lanciarono nei discorsi più svariati: si parlò dei vecchi tempi alla BelfastHig e delle scorribande di Gwaine; dell’educazione rigida impartita dal padre a Arthur e Morgana; dell’università frequentata ec… 
Tutti sembravano divertirsi, tutti tranne Will che, con grande disappunto di Merlin, non aveva ancora alzato gli occhi dallo schermo del telefono
 
A Will ore 1:20 a.m 
Tutto ok? Se vuoi possiamo andare a casa 
 
 
 
Da Will ore 1:22 am
No no, tutto ok; sono solo un po’ stanco.
Comunque sono felice che tu abbia dei nuovi amici, 
sembrano simpatici.
 
A Will ore 1:25 
Se provassi a fare un po’ di conversazione 
Capiresti se sono simpatici o no.
 
Inviando l’ultimo messaggio Merlin chiuse il telefono e se lo infilò in tasca scocciato, non era nei suoi piani incontrare Morgana e sicuramente no era nei suoi piani venir invitato al loro tavolo, così come non era nei suoi piani rivedere Arthur tanto presto; lo stesso Arthur che, da quando si erano seduti non aveva mancato di riservargli sorrisi, occhiate e sfioramenti fugaci, ma soprattutto aveva fatto di tutto per non spostare di un millimetro il suo ginocchio che, a contatto con quello del corvino, produceva un calore confortevole.
<< Ah Arthur, ora che ci penso non ti ho ancora presentato ufficialmente Will, ti ricordi che te ne ho parlato a pranzo oggi? >>
<< voi due siete andati a pranzo insieme!? >> chiese sorpreso Will << Si, ma solo per discutere degli ultimi preparativi della sfilata della strega… comunque non preoccuparti, Merlin è stato tutto un: “ Will qui, Will la, Will questo, Will quello” >> disse il biondo cercando di mascherare la nota acida della voce
<< sul serio micetto? >>
<< mhmh >> rispose il fioraio annuendo in imbarazzo.
Micetto!? Arthur deglutì a fatica, la gelosia lo stava cominciando ad assalire.
Cercò di concentrarsi su altro e fu proprio in quel momento che realizzò: quello seduto vicino a Merlin era lo steso ragazzo che aveva urtato al ristorante italiano, ne era certo; ma soprattutto era certo di un’altra cosa: il ragazzo che era con lui a cena non era sicuramente Merlin. 
Come poteva un ragazzo avere come proprio fidanzato una creatura tanto perfetta come il corvino e cercare comunque la compagnia di altri uomini?
<< Sai Will, adesso che ti guardo bene mi sembri familiare.
Ci siamo per caso già visti da qualche parte? >> chiese il Pendragon, sorridendo.
Will ci pensò un po’ su poi si ricordò: quello seduto al fianco del suo fidanzato era lo stesso ragazzo che lo aveva urtato qualche ora prima al ristorante; lo stesso ragazzo che aveva visto lui e il francesino e che probabilmente si sarà già accorto che non era Merlin 
<< ehm… probabile, sai io giro abbastanza; quando non aiuto il vecchio Gaius con le consegne, faccio il postino, magari ti ho consegnato un pacco o qualcosa di simile >> disse balbettando un po’ su alcune parole << Eppure no, penso di averti visto più recentemente… >> il biondo alzò gli occhi al cielo, picchiettandosi con l’indice sul mento, fino a quando Gwaine disse: << Ma si Arthur, non era lui il ragazzo che hai urtato per sbaglio sta sera al ristorante? Quello seduto al tavolo con… >>
<< con una bella pizza margherita sotto il naso! >> concluse Arthur, lanciandogli un’occhiataccia.
William sospirò di sollievo, rimanendo però perplesso dal fatto che fosse stato proprio il Pendragon ad averlo levato dai pasticci << il prossimo giro lo offro io! >> disse quest’ultimo alzandosi dal tavolo e dirigendosi verso il bar 
<< Will, potresti aiutarmi a portare le bottiglie? >> chiese poi voltandosi verso il postino con un sorriso a 32 denti << certo, arrivo subito >>.
Arrivati al bancone il biondo si sporse in avanti in attesa di ricevere l’attenzione del barista 
<< grazie per non aver detto nulla a Merlin… >> disse il castano grattandosi la nuca << Di nulla, ma sappi che non l’ho fatto per te ma per Merlin, lo conosco da meno di 24 ore, ma posso dire che è una delle persone più buone e gentili che abbia mai conosciuto e non si merita di venire a sapere così del palco di corna da cervo che stai provvedendo a creargli. 
Non so se te ne sei reso conto William, ma sei l’umo più fortunato del mondo ad averlo come fidanzato >>
<< sento dell’invidia nelle tue parole; non è così? >> sputò fuori Will << Si, Merlin mi piace, mi ha conquistato nell’istante in cui sono entrato in negozio e prima o poi tu farai un passo falso; non perché tu non lo ami, no, solo perché sei troppo stupido per tenertelo. Altre due caraffe per favore >> rispose neutro, Arthur porgendo al barista un paio di banconote.
Il postino rise e si appoggiò al bancone affianco del Pendragon << Purtroppo per te, Merlin mi ama troppo per capire cosa sta succedendo; io sono stato il suo primo amore, e credo proprio che sarò anche l’ultimo perché ho intenzione di chiedergli di sposarmi.
Quindi arrenditi Pendragon, il suo culo è mio, così come lo è quello del francesino, fintanto che ne avrò voglia >> detto ciò Will tornò al tavolo e disse qualcosa nell’orecchio a Merlin che diventò rosso fino alla punta dei capelli e, blaterando un saluto agli altri commensali si diresse verso l’uscita, passando prima però a salutare Arthur.
<< Buona continuazione della serata >>
<< Ve ne andate già? >> chiese il biondo un po’ triste << sai… il dovere mi chiama >> così dicendo il moro accennò con la testa verso il fidanzato e sorridendo uscì dal locale.
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La mattina della sfilata Merlin si svegliò molto presto, uscì dal letto senza svegliare Will e si diresse al negozio di suo zio; tutta Covent Garden era già stata addobbata per il festival, l’unica cosa rimasta spoglia era, ovviamente, la sua passerella.
<< mettiamoci a fare qualche magia >> disse tra se e se il moro, cominciando a tirare fuori le varie decorazioni da retro bottega, insieme a tanti fiori dai colori sgargianti.
 
Il fioraio stava lavorando già da qualche ora, quando qualcuno si fermò alle sue spalle e, con una voce conosciuta disse << Ti ho portato un caffè, ho pensato ne avessi bisogno >> 
<< Arthur! Cosa ci fai qui così presto? Pensavo non saresti arrivato prima
dell’inizio >> 
<< Come ho detto prima: ho pensato ti servisse un caffè e, non avendo il tuo numero per chiederti se eri già al lavoro, ho deciso di passare a controllare >> rispose il Pendragon sorridendo imbarazzato.
Per tutta risposta Merlin, tirò fuori dalla tasca una penna a sfera e, con un movimento fluido e delicato prese la mano di Arthur e vi scrisse sopra una serie di numeri << ma cosa? >>
<< così hai il mio numero. Penso potremmo diventare buoni amici tu ed io >> rispose il corvino facendo l’occhiolino.
Il cuore del biondo mancò un battito, quel ragazzo era così dannatamente sexy << Lo penso anche io >> e così dicendo scrisse anche lui il suo numero sulla mano candida e morbida del corvino 
<< allora ci sentiamo… >> 
<< si, a dopo >> Arthur si allungò per lasciare un bacio sullo zigomo pallido e spigoloso di Merlin che gli sorrise.
 
Da sconosciuto ore 10:30 
Morgana è impazzita, mi fa paura.
Ah, scusa, sono Arthur 
 
 
 
A Arthur P. ore 11:00 
Io per fortuna ho quasi finito;
mi sono rimasti solo i cannoni di fiori, 
spero di non ammazzarmi sulla scala.
 
Da Arthur P. ore 11:05 
Non ti preoccupare, ogni volta che una principessa
È in difficoltà c’è sempre un Cavaliere pronto a 
Salvarla ;)
A Arthur P. ore 11:10
E sarei io la principessa? 
Sei proprio una testa di fagiolo! Ahahah
 
Da Arthur P. ore 11:12
E sarebbe?
 
A Arthur P. ore 11:14
In due parole? Athur Pendragon :P
Da Arthur P. ore 11:16 
Idiota. Ahahaha :*
 
 
 
Merlin s’infilò il telefono in tasca scuotendo la testa divertito; Arthur era sempre capace di metterlo di buon umore.
Con il cuore leggero, il corvino si arrampicò sulla scala e cominciò a posizionare i cannoncini spara fiori; i primi non gli diedero problemi di nessun tipo ma l’ultimo fu più difficile da fissare e, preso dalla foga del momento, il fioraio mise male un piede, cadendo inesorabilmente all’indietro.
Il corvino chiuse gli occhi, aspettando di provare il dolore dell’impatto con il terreno ma, invece del suolo duro, la sua schiena incontrò un paio di braccia forti che lo presero al volo 
<< Presa al volo principessa >> 
<< Ma tu non hai un lavoro? Sempre qui stai? >> la risata di Arthur spezzò il momento di panico << Mi sembra che il mio essere qui ora ti abbia salvato il bel culo che ti ritrovi >> 
<< A proposito, grazie… >> disse Merlin sorridendo mentre il biondo lo riappoggiava con i piedi per terra, senza però liberarlo dal suo abbraccio. 
 
I due si ritrovarono ad un palmo di naso l’uno dall’altro; occhi colore mare in occhi color cielo.
Il battito del Pendragon accelerò, facendogli battere il cuore all’impazzata << Di al tuo piccolo cuore di calmarsi, altrimenti sono sicuro ti verrà un infarto >> disse il fioraio appoggiando entrambe le mani sui pettorali dell’altro per sentire i colpi della cassa toracica << Non posso farci nulla, quando sono vicino a te impazzisce… e da quello che sento anche il tuo non è poi tanto tranquillo >> 
<< Già… sarà che sono quasi morto cadendo da una scala; tu che dici!? >>
<< Dubito, ma se tu la pensi così >> Arthur allungò una mano e sistemò una ciocca di capelli scuri, dietro le orecchie di Merlin che arrossì << Ehm… Will sarà qui a momenti con un carico di fiori per la passerella… e io, io dovrei proprio rimettermi al lavoro… non vorrei che arrivasse e ci trovasse ecco… così.
Già abbiamo dei problemi, non vorrei aggravare la situazione >>
<< Problemi? >> chiese il biondo; che il corvino avesse scoperto del tradimento? 
<< Almeno credo… è da ieri che lo trovo strano; dopo che siamo tornati a casa si è infilato a letto de non mi ha più rivolto la benché minima attenzione… detto chiaramente non mi ha neppure proposto di scopare! >> 
<< Oh be, questo è preoccupante >> rispose il Pendragon << Magari sta avendo qualche problema al lavoro, o forse è solo una tua sensazione, visto che sei molto stressato per la sfilata… non preoccuparti, tutto si sistemerà; io ora vado, altrimenti mia sorella chi la sente!? A dopo Merlin >>.
Così dicendo Arthur si sporse in avanti lasciando un bacio a fior di labbra a Merlin, per poi girarsi e andarsene ridacchiando.
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La sfilata fu un successo; i vestiti di Morgana erano stupendi e, grazie alle decorazioni floreali realizzate da Merlin, ogni modella sembrava fluttuare in un immenso prato fiorito.
 
<< Ringrazio tutti per aver partecipato alla mia sfilata; spero che gli abiti vi siano piaciuti e ci tengo a ricordarvi che saranno presenti in tutti i nostri negozi a partire dalla prossima settimana e che inoltre, con la cartolina presente sulla vostra sedia avrete diritto ad un 30% di sconto su tutta questa collezione. 
Ma ora basta parlare, dichiaro ufficialmente aperta la “Festa dei fiori“ ! >> esclamò la corvina facendo esplodere i cannoni di fiori con uno schiocco di dita.
 
Merlin osservò con occhi meravigliati la cascata di petali gialli cadere lentamente al suolo, era tutto così romantico; la voce di Arthur gli arrivò improvvisamente da dietro e sentì il suo alito caldo sulla nuca, segno che era vicino; troppo vicino << e Will? >> chiese 
<< È tornato a casa; non è rimasto per la sfilata… ha detto di essere stanco e di aver bisogno di riposare; siccome abbiamo finito un po’ prima penso gli farò una sorpresa portandogli il suo dolce preferito >> rispose il corvino sorridendo << Quindi non c’è speranza che tu ti unisca a me e ai ragazzi per festeggiare? >>
<< non credo, anzi, penso proprio di dover scappare, altrimenti non troverò mai la pasticceria aperta >>.
Merlin si congedò da Arthur e si diresse alla pasticceria davanti alla metropolitana; appena arrivati a Londra lui e Will si erano fermati li a fare colazione e il castano aveva scoperto l’amore per le crumble di mele << Buona sera, avrebbe ancora una crumble intera? >> chiese il corvino incrociando le dita.
La pasticcera gli sorrise << sei fortunato ragazzo; questa è l’ultima. Cosa faccio, te la confeziono? >>
<< si grazie >>
<< sono 15 £; grazie e arrivederci >>. 
 
Il viaggio verso casa fu piuttosto lungo e la metro era strapiena di persone tutte pigiate l’una all’altra.
Arrivato all’appartamento che condivideva con Will, il moro infilò le chiavi nella serratura e, tenendo la torta in equilibrio sul ginocchio, entrò.
Appena entrato Merlin udì l’acqua della doccia scorrere copiosa, segno che il suo fidanzato si stava sicuramente lavando; senza neanche togliersi le scarpe si diresse in bagno e spalancò la porta, solo per trovarsi davanti all’ultima cosa che si sarebbe aspettato.
La crumble di mele cadde a terra uscendo dall’involucro e sbriciolandosi sul pavimento con un sonoro PAFH, attirando l’attenzione dei due uomini sotto l’acqua << Micetto… sei già a casa!? >> disse Will, togliendo le mani dai capelli di Moldred ed aiutandolo a rialzarsi in piedi << Cosa significa tutto questo William? >> chiese il corvino mantenendo apparentemente la calma << Non ti aspettavo così presto, e quella? È per caso una crumble di mele? >> il castano uscì dalla doccia avvolgendosi un asciugamano attorno alla vita un po’ per il freddo un po’ per nascondere la mezza erezione non ancora totalmente soddisfatta.
<< Ti ho fatto una domanda… >>
<< Perché non ci sediamo in salotto a parlare un attimo… >> così dicendo Will posò una mano sulla spalla di Merlin, che si ritrasse fulmineo << Non mi toccare! Quante volte!? >>
<< Merls… >>
<< Ti ho chiesto quante volte… >> 
<< Questa è la prima… >> a queste parole il francese scoppiò a ridere << menteur, questa era la sesta mon amour; senza contare il lavoretto di stamattina nel furgone… >>.
Il corvino si sentì male e gli venne voglia di vomitare << la sesta Will, la sesta… ora comprendo: l’essere sempre attaccato al telefono, il continuo interessamento riguardo ai miei orari lavorativi… >>
<< Posso spiegarti… >>
<< No, non voglio più sentire una parola da te, mi fai schifo! >>.
Merlin corse fuori di casa, aveva bisogno di allontanarsi, aveva bisogno di capire perché, perché proprio Will gli avesse fatto una cosa del genere; erano stati insieme da sempre… stavano pensando di sposarsi, nessuno dei due aveva ancora proposto nulla, ma lo sapevano che sarebbe stato il passo successivo.
A forza di correre i polmoni cominciarono a bruciargli, si sedette in una panchina, le lacrime cominciarono a scendergli copiose lungo gli zigomi scolpiti; il suo telefono cominciò a vibrare e il nome di Will seguito da un cuore apparve ripetutamente sullo schermo, rispose: << Cosa vuoi? >>
<< sto venendo in negozio, dobbiamo parlare >>
<< Non sono in negozio e non voglio sentirti, perciò addio >> detto ciò chiuse la chiamata e rincominciò a correre, prendendo tutte le strade a caso, ascoltando solo quello che il suo istinto impazzito gli diceva; ben presto si ritrovò sperduto in una zona semi deserta che non conosceva << Fantastico, mi sono pure perso >> così dicendo si lasciò scivolare a terra e, rannicchiandosi in un angolo pianse tutte le lacrime che aveva in corpo.
 
Dopo quelle che sembrarono ore, il tramonto lasciò il posto ad un abbozzo di luna; Merlin riaccese il telefono e subito gli arrivarono una decina di notifiche:
 
Will <3 4 chiamate perse 
Arthur P. 5 chiamte perse 
 
Arthur P. ore 20:30
Merlin si può sapere dove cazzo sei!? 
Richiamami appena vedile chiamate, sono preoccupato 
 
Il corvino compose il numero e, dopo neanche due squilli il biondo rispose
<< Merlin! >>
<< Arthur… >>
<< Si può sapere dove sei?! >>
<< Non lo so >>
<< Come non lo sai!? però stai bene vero? Will e arrivato correndo al festival chiedendo a tutti se ti avevano visto; sembrava molto preoccupato! >>
all’udire il nome di Will, Merlin si lasciò scappare un paio di singhiozzi, che subito fecero preoccupare Arthur dall’altra parte del telefono << Sto venendo a prenderti Merlin; dimmi cosa vedi >> 
<< C’è un negozio… “ Avalon Wedding Center “ >> disse il fioraio tirando su col naso 
<< aspettami li, arrivo il prima possibile >>.
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Dopo aver sentito il corvino, Arthur si sentì sollevato.
Quando William gli era corso incontro al “Festival dei fiori” chiedendogli se avesse avuto notizie di Merlin e blaterando qualcosa sul fatto che quest’ultimo aveva scoperto della sua relazione con Mordred, si era preoccupato tantissimo; come se non bastasse ogni volta che provava a chiamarlo le sue chiamate venivano rindirizzate tutte direttamente alla segreteria telefonica.
 
Il biondo salì sulla sua Audi R8 nera, scivolando sui sedili in pelle chiara e dirigendosi a tutta velocità verso il luogo dove, più o meno, doveva trovarsi il corvino.
Dopo aver guidato per tutte le strade del quartiere, che fortunatamente si trovava solo a pochi isolati dal suo appartamento, il Pendragon notò una figura rannicchiata sotto l’insegna di un negozio di vestiti da sposa e non gli ci volle molto per capire di chi si trattasse; parcheggiò la macchina alla meno peggio e corse verso l’altro ragazzo: << Merlin! >> disse appoggiandogli una mano sul ginocchio spigoloso.
Merlin alzò gli occhi blu, ormai gonfi e arrossati, incontrando quelli azzurri di Arthur e gli si buttò tra le braccia, piangendo come non era riuscito a fare prima << Sono un stupido Arthur… Will… lui, s-sono entrato in casa e… avevo a-anche comprato la-la sua torta 
pre-ferita >> disse il corvino tra un singhiozzo e l’altro stringendosi di più al petto del biondo che lo strinse in un abbraccio delicato, ma forte nello stesso tempo.
<< sssh, va tutto bene; ci sono io ora >> disse il Pendragon accarezzando lievemente i capelli dell’altro, che rabbrividì ricomponendosi; dopotutto si conoscevano da pochissimo
 << Vieni, ci prenderemo un raffreddore qui fuori… >>  
<< Tu vai pure… io, io dormirò in negozio… ho abusato anche troppo della tua gentilezza >>
<< Non essere ridicolo Merlin, pensi veramente che ti lascerei solo in un momento come questo?! >> disse il biondo afferrando un braccio del corvino e costringendolo a voltarsi 
<< Ma mi conosci appena… >>
<< Eppure mi sembra di conoscerti da tutta la vita… >>.
 
Entrambi rimasero fermi a guardarsi, le luci delle macchine si riflettevano sui loro volti creando un gioco di luci quasi magico << anche per me è lo stesso >> disse Merlin in un sussurro quasi impercettibile, che però non sfuggì ad Arthur che alzò una mano fino allo zigomo affilato dell’altro, posandovi sopra una tenera carezza << Andiamo a casa… >> disse
<< Non voglio tornare a casa mia >>
<< Non ho mai detto che ti avrei portato a casa tuaMerlin; ora sali in macchina >>.
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Il viaggio in macchina non durò molto; nessuno dei due ragazzi proferì parola e l’imbarazzo presto riempì l’abitacolo della lussuosa Audi.
Occasionalmente Arthur, nel cambiare, faceva in modo che la punta del mignolo sfiorasse la parte superiore del ginocchio di Merlin, il quale se ne stava tutto rannicchiato contro lo sportello come per dirgli “ehi, sono qui adesso e andrà tutto bene“.
 
L’Audi R8 imboccò il cancello della villetta del biondo, il quale scese per aprire lo sportello al moro che lo guardò rivolgendogli un silenzioso grazie.
<< Morgana dovrebbe essere a casa di una delle sue tante amiche... credo >> disse Arthur posando delicatamente una mano sulla spalla di Merlin << Vieni entriamo >>.
Il Pendragon guidò il fiorista attraverso i vari corridoi della casa fino alla camera degli ospiti << Qui c’è il bagno >> disse indicando una porta di fianco alla testiera del letto << Vado a prenderti qualcosa di comodo… >>.
 
Una volta che Arthur ebbe lasciato la stanza Merlin si diresse in bagno, aprì il getto della doccia e, dopo essersi tolto i vestiti si infilò dentro, sedendosi sul pavimento.
Il corvino lasciò che l’acqua gli scorresse addosso, mischiandosi con le lacrime che sgorgavano copiose dai suoi occhi; involontariamente gli scapparono un paio di singhiozzi che vennero uditi subito dal biondo che era appena rientrato nella camera da letto << Merlin, tutto bene? >> chiese un po’ preoccupato.
Per tutta risposta la doccia venne spenta, la porta si aprì e Arthur si ritrovò avvolto nell’abbraccio umido di un Merlin con addosso solo un asciugamano e l’odore del suo bagnoschiuma.
Il biondo non aveva mai fatto caso a cose come l’odore di una persona, ma sentire il suo addosso al corvino, con la pelle diafana cosparsa di tanti piccoli nei e i ricci ribelli e umidi che gli solleticavano la guancia era così dannatamente sexy che non poté fare a meno di posare un morso delicato sulla spalla del moro, che si lasciò sfuggire un sospiro pesante.
 
Dal canto suo, Merlin era così arrabbiato con William da voler a tutti i costi ripagarlo con la stessa moneta, in più era da troppo tempo che reprimeva la sua attrazione per Arthur.
Con un movimento fluido la bocca del fiorista tracciò una scia di baci sul collo dello stilista
 << Cazzo >> gemette quest’ultimo dandogli più accesso, mentre con le mani scendeva lungo la schiena del corvino fino ad arrivare al suo fondoschiena per tirarselo più vicino. 
Entrambi i ragazzi erano abbastanza eccitati, la maglia del biondo era già finita da un pezzo sul pavimento e le mani di entrambi avevano cominciato un’esplorazione reciproca fatta di tocchi più o meno delicati.
Merlin azzardò a scendere fino al bottone dei pantaloni di Arthur che lo fermò bloccandogli entrambi i polsi con una mano << Aspetta.
Io ti voglio e lo sai, ma questo non è il momento. >>
<< a me sembra esattamente il momento >> disse il corvino, accennando al rigonfiamento negli attillati pantaloni dell’altro << lo so, lo conosco l’effetto che mi fai… ma questo non è il momento… tu sei troppo arrabbiato con Will e io non voglio essere solo una ripicca.
Ci sarà un’altra occasione per andare avanti, sta sera ci fermiamo qui >> rispose Arthur, accarezzando i capelli dell’altro e lasciandogli un bacio a fior di labbra << Buonanotte >>
 
<< Arthur, aspetta… hai ragione, sta notte sarebbe una ripicca, ma io ti voglio, ti ho voluto dalla prima volta che sei entrato in negozio, non sai la fatica che ho fatto oggi durante la sfilata a non correre da te durante la pioggia di petali e baciarti come se non ci fosse un domani…
Aspetterò di aver sistemato le cose, prima di tornare e farmi avanti ma questa notte resta con me, non lasciarmi da solo ti prego >>.
 
La voce di Merlin si spezzò un po’ sull’ultima parte e un paio di lacrime tornarono a rigargli il viso << Mettiti il pigiama e vieni a letto >> disse Arthur sistemandosi nello spazioso letto matrimoniale << Non vado da nessuna parte >>
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Il silenzio della mattina venne rotto da una vibrazione incessante sul comodino accanto alla testa del moro, che sbuffò sonoramente stiracchiandosi.
Nel fare ciò si ritrovò avvolto nella stretta protettiva di un paio di braccia coperte da una leggera peluria bionda, sorridendo si voltò nel cerchio perfetto che esse formavano, trovandosi faccia a faccia con un paio di occhi azzurri e assonnati << ‘giorno >> disse il biondo liberando il corvino dalla sua presa.
Per tutta risposta l’altro gli posò un bacio sulla fronte e si allungò per recuperare il suo telefono, che ancora non aveva smesso di vibrare e, senza guardare il display rispose 
<< ’ronto… >>
<< Micetto finalmente! sono stato in pena per te tutta la notte! Dove sei, stai bene? >>
<< William… >> sussurrò Merlin, cercando di non scoppiare a piangere << non… non m’interessa se sei stato sveglio a pensare tutta la notte… non- non… >> un altro sospiro. 
La mano di Arthur andò a posarsi sul petto del moro che la raggiunge coprendola con la sua e intrecciando le loro dita << voglio finirla come le persone adulte… vediamoci tra 1 ora al solito bar, me lo devi >>
 
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Il bar di fronte al negozio di fiori era sempre stato il posto preferito di Will e Merlin; il barista faceva un ottimo cappuccino e i dolci erano fenomenali.
Quella mattina però il cappuccino non sembrava avere lo stesso sapore e ogni dolcetto gli ricordava la crumble di mele spiaccicata nel pavimento del bagno di casa sua... Merlin girò per l’ennesima volta il cucchiaino nella tazza lasciando scorrere lo sguardo su Arthur, seduto a 5 tavolini di distanza, un po’ in disparte.
 
Il biondo aveva insistito per accompagnarlo e il corvino non poteva essergliene più grato.
Di punto in bianco la loro relazione era passata da cliente-venditore ad amici fino ad arrivare a quello che erano ora: qualcosa di inclassificabile, soprattutto dopo la sera prima.
Entrambi si desideravano e quello se l’erano detto, ma nessuno dei due aveva pensato ad un possibile dopo.
 
Il campanello della porta suonò, segnando l’arrivo di un nuovo cliente << Merlin… ciao >> disse Will un po’ imbarazzato, sporgendosi per dare un bacio sulla guancia a Merlin, che si allontanò fulmineo.
<< Dove sei stato sta notte? Pensavo saresti tornato… ti ho aspettato sveglio.
Ero preoccupato >> disse il castano cercando di afferrare una mano dell’altro senza risultato << Ero da un amico >>
<< Ah comprendo… e questo amico ti ha “aiutato a stare meglio”!? >> sputò acido Will << Ti senti anche in diritto di chiedermi una cosa simile!? Io non sono come te! >> rispose a tono Merlin fulminandolo con lo sguardo.
L’espressione del castano si fece di punto in bianco più seria << Merls, io non voglio che finisca >> 
<< Mi ami Will? >>
Arthur dall’altro lato della stanza, strinse un po’ di più la mano attorno alla tazza di espresso e trattenne il fiato attendendo la risposta.
 << Credo >>
<< Credi… non ho bisogno di sapere altro >> disse il corvino con un sorriso amaro, per poi aggiungere  << ti rendi conto che se è successo quello che è successo è perché, in fondo, tra di noi era già finita da un pezzo? Stavamo insieme per abitudine, non era amore, era rutine… avere qualcuno con cui parlare, con cui condividere le giornate in una città straniera per entrambi… e lo sai >>.
Will lo guardò per poi appoggiarsi allo schienale della sedia << Lo so.
Quindi finisce così… 5 anni… spariti per un solo momento di debolezza >>
 
<< Si, finisce così.
E comunque i momenti di debolezza sono stati sei Will, e non venirmi a dire che non è successo più dopo che vi ho scoperto… santo cielo, guardati! Hai ancora le labbra arrossate e i segni freschi sul collo!
Ti sembro scemo per caso!? >>.
 
Arthur decise che era il tempo d’intervenire, la situazione si stava facendo ridicola.
Con passo deciso si avvicinò al tavolo dei due e, troneggiando in maniera protettiva su Merlin, si rivolse a Will << Amico, basta. 
Accetta la cosa e torna dal tuo nuovo ragazzo >> 
<< Oh ma chi si vede! Arthur Pendragon in persona, colui che sbava sul culo del mio ragazzo dalla prima volta che l’ha visto.
Ora capisco tutto… eri da lui sta notte… vi siete divertiti o è stata una delusione? >> disse il castano alzandosi in piedi.
Il biondo gli appoggio una mano sulla schiena e, con fare prepotente ma sempre molto elegante e pacato lo accompagnò fino all’uscita << Te l’avevo detto che avresti fatto un passo falso prima o poi… >> così dicendo lo stilista lasciò andare il postino, che si diresse sbuffando verso il furgone.
 
Tornato dentro Arthur tese una mano a Merlin il quale la usò come appiglio per alzarsi << Ora non ci resta che andare a prendere le tue cose nel vecchio appartamento e portarle a casa >>
<< a casa? >> chiese confuso il corvino << si, voglio tu e tutte le tue cose a casa mia prima di cena >>
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Morgana si fermò sulle scale notando le scatole sparse per il salotto << Fratellino, hai deciso di andartene finalmente? >> chiese con maligna ironia la ragazza << N-no… in realtà sono io che mi sto trasferendo qui… ma ancora non capisco perché… >> disse imbarazzato Merlin << ti stai trasferendo qui perché non posso sopportare che tu stia nel tuo vecchio appartamento con quell’idiota del tuo ex ragazzo, così come non posso concepire il fatto che ti saresti trasferito volentieri a vivere in negozio! Inoltre ieri sera è stata la prima dormita decente in mesi, quindi credi di aver bisogno di averti nel mio letto per tipo… sempre >> disse Arthur portando in casa l’ennesima scatola.
Morgana sorrise maligna << In poche parole ti ha rapito… ahahaha proprio romantico il mio fratellino.
Vieni Merlin, andiamo a preparare un tè intanto, ne avrà bisogno >>  Merlin scoppiò a ridere e seguì la mora in cucina.
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Finita la cena Morgana annunciò che sarebbe uscita per una serata con le sue amiche e che sarebbe stata via almeno fino alla mattina per poi aggiungere << Così potete essere rumorosi quanto volete >> prima di chiudere la porta e andarsene.
 
I due ragazzi rimasero imbambolati in mezzo al salotto.
Un po’ in imbarazzo, Merlin disse che sarebbe andato a sistemare un po’ delle sue cose nella camera che Arthur gli aveva gentilmente offerto e sparì velocemente al piano di sopra.
 
Era quasi mezzanotte quando una voce interruppe il meticoloso lavoro del corvino:
<< Merlin!! Vieni presto! >>
 
Merlin uscì dalla sua stanza e si trovò davanti ad una distesa di candele che creavano una piccola scia luminosa.
Con un sorriso ebete sulla faccia si mise a seguirle e, dopo aver attraversato mezza casa, si ritrovò davanti ad una piccola scala a chiocciola di ferro battuto che portava sul tetto della casa.
Salito l’ultimo gradino, entrò in una piccola serra in vetro con un bellissimo futon steso al centro.
<< Preso >> disse una voce alle sue spalle prima di essere circondato dal solido corpo del biondo << A quanto pare >> rispose il moro voltandosi per trovarsi faccia a faccia con il suo “assalitore” .
 
<< Ti desidero Merlin>> disse Arthur posando la fronte su quella del corvino << non avevo ancora notato come il mio nome sembrasse strano detto da te.
Lo trovo dannatamente sexy >>.
 
Merlin prese l’iniziativa e si lanciò sulle labbra dell’altro mordendogli di tanto in tanto il labbro inferiore.
Le loro lingue combattevano una guerra senza vincitori ne vinti.
Le mani di Arthur scesero fino al bacino dell’altro, tirandoselo vicino come aveva fatto la sera prima, facendo incontrare i loro sessi.
<< mmmmm >> mugugnò il moro preso di sorpresa << troppi vestiti >> disse il biondo arrivando a sfilargli il maglioncino.
 
I due si staccarono per un momento e Arthur osservo attentamente ogni linea disegnata dai muscoli sul corpo di Merlin << Come può qualcuno rinunciare a tutto questo… >> disse spingendo delicatamente l’altro verso il futon che si lasciò sfuggire un sospiro pesante.
In un movimento il biondo si posizionò sopra al moro, prendendo a baciare ogni neo presente su quella pelle marmorea << Dannazione Arthur… >> disse l’altro allungando le mani per sfilare la t-shirt che ancora copriva il partner.
 
Tolta la maglia Merlin si mise a sedere con ancora Arthur seduto sopra e prese a mordicchiargli e a baciargli il collo.
Di tanto in tanto alzava un po’ il bacino, facendo scontrare i loro sessi, ancora intrappolati nei pantaloni, provocando ad entrambi piccole scariche di piacere
<< Cazzo Merl… non so se riuscirò a fermarmi sta volta… >> sussurrò Arthur << questo lo volevo fare dalla prima volta che ti ho visto >> aggiunse poi andando a mordergli il lobo dell’orecchio << Allora non fermiamoci… ho chiuso tutte le questioni in sospeso >>.
Così dicendo il moro ribaltò le posizioni andando a sfilare i pantaloni dell’altro << Per Dio Arthur, come puoi essere attraente anche con un paio di boxer grigi >> disse ridacchiando
<< quanta impertinenza >> rispose il biondo sfilando i pantaloni dell’altro a sua volta.
Le mani dello stilista furono subito sul sedere dell’altro, coprendo entrambe le natiche con i palmi delle mani e tirandoselo contro << Posso? >> chiese prima di superare l’ultima barriera e trovarsi a contatto con la pelle liscia dell’altro.
Il fiorista per tutta risposta cominciò a tracciare una scia di baci sul petto dell’altro alternandoli di tanto in tanto a qualche morso fino ad arrivare all’elastico dei tanto scandalosi boxer << Merlin >> sussurrò l’altro stringendo di più la presa sulle natiche.
La supplica fu accolta abbastanza velocemente e un paio di labbra calde si posarono in un casto bacio sul tessuto ormai teso dei boxer di Arthur, che disse << Lasciati amare Merlin… >>.
Le posizioni cambiarono più volte fino a quando entrambi non furono soddisfatti.
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Merlin si svegliò alle prime luci dell’alba e osservò come i raggi del sole disegnavano una fitta rete dorata sulla pelle ambrata di Arthur.
Erano già passate diverse settimane dalla loro prima notte, ma ancora non aveva avuto il coraggio di chiedere al biondo che cosa fossero loro.
Certamente non erano solo amici, ma probabilmente non erano nemmeno qualcosa di più e la paura di vedersi confermati i suoi sospetti era più grande della voglia di sapere.
<< Merlin… posso sentire il piccolo criceto nella tua testa girare da qui… cosa succede? >> chiese Arthur girandosi su un fianco per guardare in faccia l’altro << Cosa siamo adesso Arthur? >>
<< Io sono tuo e tu sei mio… >> così dicendo il biondo posò un delicato bacio sulla fronte del moro  << … e ho intenzione di renderlo chiaro a tutti, specialmente al barista del Raising Sun che ieri sera non ha perso occasione per radiografarti da testa a piedi… >>.
Merlin scoppiò a ridere e abbraccio il suo Arthur. 
  
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