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Autore: MaikoxMilo    11/06/2019    2 recensioni
La serie principale di Saint Seiya dagli occhi di Sonia, allieva di Milo. La sua vita, il suo percorso, i suoi ricordi che si intersecano e coesistono con la vita dei Cavalieri d'Oro al Santuario di Atene prima, dopo e durante la Battaglia delle 12 case fino ad arrivare al 2011, il nuovo corso per tutti, la conseguente rinascita.
Dal cap. I:
“Ti manca tuo fratello, vero?”
La fisso imbambolata per qualche secondo... giusto, mio fratello Camus! Ecco il perché di questo mio malessere, ecco a cosa stavo pensando prima, a lui... come ho potuto scordarmelo, anche se per pochi, brevi, istanti?!
“Sì, ma tu come lo sai?”
La ragazza mi sorride ancora una volta, sedendosi poi vicino a me.
“Sono tutte uguali le persone che soffrono la perdita di qualcuno, affettiva, o più banalmente fisica, è irrilevante .. si mettono in disparte e guardano il vuoto, sperando di rivedere il volto del proprio caro. Lo capisco bene, sai? Milo era così quando ha perso Camus nella battaglia delle Dodici Case...”
Per comprendere meglio la storia, è necessario aver letto la mia serie principale: "Passato... presente... futuro!", buona lettura!
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aquarius Camus, Cygnus Hyoga, Kraken Isaac, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Passato... Presente... Futuro!'
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CAPITOLO 9: PER LA “TUA” PERSONA SPECIALE (parte prima)

 

 

 

“....Scusami se ho interrotto il tuo racconto per narrarti questo aneddoto, ma mi è tornato in mente e l'ho ricondotto allo stesso anno di cui mi raccontavi, il 2006!” spiego a Sonia, un poco imbarazzata. Lei mi fissa con un misto di meraviglia e ammirazione. Comprendendo il suo sguardo, abbasso il capo, sorridendo tra me e me.

I ricordi e i sentimenti della vita di mio fratello Camus mi giungono come sempre intensi e pregni di rammarico; so di vivere le sue stesse emozioni di quei frangenti, so di condividere i suoi pensieri quasi come fossero i miei e tutto questo non ha mai smesso di raggiungere il mio cuore, ma... c'è qualcosa di sinistro nel mio sentire, una sorta di frattura incolmabile.

“Sei davvero fenomenale, Marta... SIETE! E' come se fosse lui stesso a parlare, semplicemente meraviglioso! - si congratula Sonia, a bocca spalancata, sinceramente emozionata – Sei... sei così simile a lui, soprattutto ora che stai crescendo. Si vede che siete fratelli, perché vi assomigliate moltissimo, anche nell'aspetto!”

“Magari fossi come lui... magari avessi la sua bellezza, la sua audacia, il suo portamento – sorrido tra me e me, un pizzico di amarezza – Ogni tanto mi sento come Isaac, vorrei prendere esempio da lui, seguirlo, diventare ciò che è lui, invece...”

“Invece cosa, Marta? Lo stai facendo! Forse non te ne accorgi nitidamente, ma siete sempre più simili! So che vuoi diventare uno sciamano come lui, ed è quello che stai perseguendo. Se solo ti potesse vedere... sarebbe così fiero di te, più di quanto già non sia!” mi rincuora ancora lei, abbracciandomi.

Le sorrido grata, malgrado l'amarezza non sia del tutto spenta. Immaginarmi che Camus possa essere orgoglioso di me riscalda il mio cuore e lo fa battere più velocemente. Ma non mi reputo comunque al suo livello, in tutta onestà, neanche a metà di ciò che è lui.

“E' proprio vero... per la propria persona speciale gli esseri umani possono fare di tutto, questo è il loro grande potenziale. Aveva ragione Myrto!” commenta ancora Sonia, nuovamente persa nei suoi pensieri.

“Per la propria persona speciale...”

“Sì, è un mantra che ripeteva spesso, sai? Glielo deve aver detto pure a Camus, in quel periodo di dieci giorni che è stato con noi, esattamente poco dopo la visione che mi hai appena raccontato”

“Quindi in quell'occasione hai potuto spupazzartelo un po', chissà come eri felice!”

“Ehehehe, lo ero! Appena ho saputo che sarebbe venuto mi sono trasformata in una trottola iperattiva. Povero Milo, deve aver avuto una pazienza con me...”

“Racconta, che sono curiosa!” la incentivo, riprendendo le mie ginocchia con le braccia e avvicinandole al mio busto. L'alba impiegherà ancora molto ad uscire, se il sonno non ci coglie, abbiamo ancora tanto da dirci!

“Questo ricordo risale ad inizio di novembre del 2006 e, come ti ho detto, è successo immediatamente dopo ciò che mi hai narrato poco fa. Avevo quasi 11 anni, ormai e... smaniavo alla sola idea di rivedere Camus...”

 

 

* * *

 

 

Quando la luce iniziò ad accarezzare gli anfratti delle montagne che costeggiavano Milos, circondandola con le proprie rocciose braccia, anche Sonia aprì gli occhi, trafitti da un raggio di sole. Si sedette istantaneamente, il cuore a mille perché il grande giorno era arrivato. Non sentendo alcun rumore nell'altra stanza, balzò giù dal letto, precipitandosi a dare la lieta novella a tutti.

Uscì agilmente fuori dalla cameretta al piano terra, che Milo aveva imbastito per lei, visto che si era convinta a dormire finalmente da sola, e si dirottò su per le scale per svegliare i commensali. Era ovviamente completamente euforica. La giovane età incrementava la sua vivacità, ormai a stento controllata.

Non si curò di bussare, sapeva già chi avrebbe trovato nella stanza di sopra: la sua famiglia acquisita. Quando li raggiunse, si slanciò semplicemente nel grande letto matrimoniale, urlando a tutta birra e mettendosi a saltare come una molla.

“Miloooooo, Myrtooooo!!! SVEGLIAAAAAAA!!! Oggi Camus tornerà tra noi!” urlò esagitata, scrollando prima uno e poi l'altro. Emanava gioia da tutti i pori, anche se, dall'altra parte, tale felicità fu accolta da un unico grugnito di Milo, ancora assonnato, mentre una Myrto, più educata, si metteva a sedere sistemandosi meglio la corta canottiera che aveva indosso, stropicciandosi al contempo gli occhi, ancora appiccicosi dal sonno. Neanche lei aveva particolare enfasi a quella notizia, ma sorrise alla piccola e le regalò una carezza.

“Buongiorno, tesoro, ti vedo in splendida forma stamattina!” la salutò, soave, lo sguardo significativo.

Sonia annuì energicamente, lanciandosi ad abbracciarla con gioia, le manine ad arpionargli, ancora una volta, la schiena sinuosa.

“Sì, sono felice! Oggi Camus torna qui, Milo mi ha detto che ci starà un po', non posso che essere emozionata!” si spiegò, strusciandosi contro il suo petto come un cucciolo giocoso.

“Hai sentito? Il tuo secondo amante sta arrivando, dovresti essere contento anche tu!” lo provocò lei, regalandogli una gomitata di affetto. Milo si mosse appena, bofonchiando qualcosa, poi stette immobile, come a volersi concedere la ripresa di un sonno interrotto.

“Ehi, guarda che non ti sento se mugugni così!” lo punzecchiò ancora lei, ridacchiando. A quel punto il ragazzo si voltò, lo sguardo ancora rimbambito. Era lento ad ingranare la mattina, come si vedeva!

“Ho detto che, al momento, l'unica cosa che mi rimbalza in testa è la rottura di coglioni di partecipare alle assemblee alla tredicesima casa... forse quando saremo solo Camus ed io, e lui sarà qui, potendo tornare a parlare dopo così tanti mesi di distanza, il mio umore migliorerà. Per il momento sono solo scazzato!” disse, con la voce impastata dal sonno, cominciando a prendere coscienza nitidamente dell'ambiente circostante.

“Umpf, ti proporrei un terzo round, se solo potessimo... - lo stuzziccò lei, sottile – Ma è troppo tardi, nevvero?!”

Mio si ritrovò ad arrossire nel vedere il sorriso furbo di Myrto. Trasalì, ricordandosi della notte appena passata e del suo operato non solo quel recondito giorno ma, ormai, da un paio di mesi a quella parte, malgrado gli avvertimenti che Camus aveva già ampiamente espresso.

Subito, all'udire la voce melodiosa della donna amata, si sentì irrequieto, soprattutto nelle zone sotto. Ringraziò mentalmente Atena per essere nascosto dalle coperte e impedire così di essere visto dalla piccola Sonia. D'accordo che sapeva già tutto, ma avere una simile reazione con lei davanti sarebbe stato quanto meno imbarazzante.

“Myrto! Myrto! Anche io potrò, prima o poi, fare quello che fate voi, vero?” chiese la piccola, arrossendo a dismisura.

La giovane donna si ritrovò a ridacchiare per l'ingenuità della bambina, mentre uno scompigliato Milo si dimenava nel letto, reagendo un poco eccessivamente a quell'ultima frase.

“MA ANCHE NO!”

Sonia quasi si spaventò all'udire quell'urlo, immediatamente si nascose dietro le spalle di Myrto, intimorita.

“Andiamo, Milo, non ti sembra di essere un po' esagerato?”

“Me la stai traviando, Myrto, è solo una bambina, un essere puro e innocente!”

“Io non sto traviando nessuno! - la giovane donna assottigliò lo sguardo, offesa da quella velata accusata – Non sto affrettando i tempi, ma la piccola ha bisogno anche di confrontarsi con una figura femminile!”

“Oh, e immagino sia tu, questa figura!”

“Sento un velo di accusa nelle tue parole... non ne capisco il motivo. Entrambi siamo consenzienti, no?”

Milo tacque, colpito dall'espressione risentita di Myrto. Non sapeva perché aveva reagito così, ma l'immaginarsi Sonia a fare simili cose lo aveva sconvolto dal profondo, portandolo a reagire così male. Non le voleva ferire, nessuna delle due, ma provava un intenso desiderio di protezione verso la piccola.

“Non voglio affrettare i tempi... ma è necessario che qualcuno le cominci a spiegare come funzioni questo universo, e poi ha già quasi undici anni, non deve mancare molto a quell'avvenimento... – ripeté una seconda volta, cercando di tranquillizzare gli animi, poi si rivolse direttamente alla piccola – Sonia, fare l'amore con la persona giusta è ciò di più bello e naturale che possa esistere in questo mondo. E'... è il fulcro della vita! Tuttavia non ti corre dietro nessuno, potranno volerci anni o, al contrario, accadere prima di quanto immaginiamo, basta tu senta di farlo con la persona giusta!”

“Oh, ma io non ho fretta alcuna, Myrto, sono solo curiosa! - riprese vivacemente Sonia, tornando ad abbracciarla – E poi... e poi mi devono venire ancora le cose rosse, vero? Quelle indicheranno che sono pronta, ma sarò io a decidere quando, come e perché, lo so bene! Non ho alcuna fretta!” cantilenò, contenta.

“Esatto, quello e il primo passaggio verso la fase adulta, ma da quell'avvenimento in avanti potrà volerci ancora tempo, non c'è fretta alcuna!!” le sorrise Myrto, accarezzandole la testa.

“Ma di che state parlando, ora?”

“Tu a cuccia, Milo, che sono discorsi tra donne!” ridacchiò Myrto, scoppiando poi in una manifestazione di ilarità insieme alla piccola. Nessuna delle due disse più niente, si erano capite loro e facevano comunella, quando ciò accadeva era impossibile sbrogliarsi.

“Sì, sì, ridete, ridete! Io intanto vi preparo la colazione!” affermò con un pizzico di alterigia Milo, alzandosi in piedi e rimettendosi la maglia del pigiama, che quella notte, come si era capito, era stata assai... bollente!

Rimasero Sonia e Myrto nella camera, la prima si sdraiò sotto le coperte, assaporando gioiosa il profumo della sua famiglia, mentre la seconda si alzò, vestendosi con qualcosa di più consono a ricevere ospiti. Perché -lo sapeva- in quei giorni, finita l'assemblea, Camus avrebbe di sicuro trovato asilo a casa dell'amico Milo, lei era d'intralcio. E, a proposito di quel particolare, c'era qualcosa che doveva dire ancora alla bambina.

“Sonia, ascoltami un attimo! - la chiamò, sedendosi sul bordo letto una volta vestita, quando ebbe la sua attenzione proseguì – E' molto facile che io in questi giorni che ci sarà Camus non dormirò qui!”

L'interpellata si accigliò, alzandosi immediatamente a sedere e raddrizzando la schiena, pronta a carpire, dietro alle parole, i motivi più profondi di quella scelta.

“Perché, Myrto? Da quando è successo quel fatto a giugno sei sempre stata qua, ormai sei di casa, e il posto per Camus c'è sicuro, nell'altra stanza!”

Ecco, lì cominciava il difficile, come spiegare alla pargola i motivi di quella decisione, evitando di scendere nei particolari? Il discorso andava sul delicato...

“Ecco... non scorre buon sangue tra me e Camus...”

“Come mai?”

Perché era un estenuante, piatto, moralista che invece di usare le parole per rimproverare qualcuno, dire la sua e manifestare affetto, faceva trapelare tutto dal suo sguardo ghiacciato. Ecco il semplicistico motivo!

“Siam troppo diversi di carattere...”

Aggiunse solo, evitando tutto il resto. La verità era che probabilmente la infastidiva più di quanto lui si curasse realmente di lei, ma non ne poteva fare a meno, perché la faceva sentire costantemente giudicata per cose che non erano minimamente di sua competenza. E perché, forse, era l'unica persona, eccetto Sonia, che poteva rivaleggiare con lei, forse persino superarla. Il rapporto tra Milo e Camus era quanto di più profondo lo Scorpione serbasse in sé. Era sacro e inviolabile, fatto di mutui silenzi ma di un mondo, il loro, inestinguibile. A volte pareva superare i confini spazio-temporali, se ne sentiva totalmente schiacciata.

Così assorta nei suoi pensieri, quasi non avvertì la manina di Sonia accarezzarle morbidamente il braccio, ricercando il suo sguardo.

“Non ti devi preoccupare per lui, Camus sembra burbero ma è molto gentile, vedrai che se glielo chiedo non avrà problemi a dormire sotto lo stesso tetto con te!”

“Oh, Sonia... - si lasciò scappare Myro, sorridendole, prendendola in braccio e mettendosela sulle ginocchia – Grazie per il pensiero, ma va bene così, intanto ho delle incombenze da svolgere questa settimana!” la tranquillizzò, scostandole un ciuffo dalla fronte.

“Come preferisci... ma se cambi idea la casa è sempre aperta, lo sai!” si arrese Sonia, ancora euforica per l'emozione di rivedere Camus, saltellandole giù dalle ginocchia e correndo a fare la colazione.

 

 

* * *

 

 

“Dai, Myrto, muoviti! Milo e Camus potrebbero tornare da un momento all'altro, ed io non ho ancora nulla per le mani!” fremette Sonia, tirando per il braccio Myrto per le strade di Adamas. La piccola aveva un piano per la testa, sprizzava argento da tutti i pori, impossibile contenerla.

“Che fretta c'è, Sonia? Prima hanno una riunione al tredicesimo tempio, ricordi? Ma perché tutta quest'ansia? Comincio ad avere una certa età, sai?” si lagnò la giovane donna, inarcando un sopracciglio.

“Perché devo prendere un regalo per Camus, quindi mi occorre tempo!”

“Eh? Cos...? Un regalo?”

“Sì un regalo, esatto!” tagliò corto lei, aumentando l'andatura.

“Ma figurati se quello lì apprezzerebbe, non sai ancora che... oh ciao, Adelpho!”

“Adelpho!!!” Sonia si buttò istantaneamente tra le sue braccia, salutandolo allegramente e con enfasi. I bambini a quell'età erano molto fisici, forse anche troppo per taluni, ma fortunatamente Adelpho era abituato alla loro vivacità, aveva cresciuto Myrto quando lei era rimasta orfana all'età di cinque anni, facendogli un po' da padre e iniziandola, in quando vicario del tempio, alla vita a cavallo tra il Mondo Segreto e quello della vita ordinaria. Sapeva quindi come comportarsi con gli infanti e, cosa ancora più importante, gli piacevano.

“Mi sembrate molto frenetiche, è successo qualcosa di bello?” chiese gentilmente, accarezzando a testolina di Sonia.

“Sì, Camus torna!!!” trillò felice la piccola, saltando con gioia.

“Già... e Sonia si è fissata di fargli un regalo, anche se non condivido...” le fece eco Myrto, con assai meno entusiasmo.

“Capisco... orsù, Myrto, non dovresti essere così corrucciata all'idea del ritorno di Camus, sai quanto Milo tenga a lui e sei consapevole, in cuor tuo, che non è così tremendo come appare!”

“Lo so perfettamente... è un bravo ragazzo e giudizioso, ma ciò non toglie che sia noioso e irreprensibile. I tipi così non li digerisco!” acconsentì placida, atteggiandosi comunque da altezzosa nel parlare di lui.

“Camus è molto più di questo... se non lo vedi sei cieca, Myrto!” intervenne Sonia, prendendo le difese dell'Acquario dopo averla guardata torvamente. Ecco, quell'argomento era l'unica ragione di litigio tra le due, Myrto preferì cedere il passo e non aggiungere nient'altro, consapevole dell'infatuazione che aveva colto Sonia nei confronti del siberiano. Anche Adelpho non controbatté nulla, virando invece discorso.

“Dunque avevi qualche idea su cosa comprargli, Sonia?”

“No...”

Sonia mise su il broncio, gonfiando le gote e trattenendo aria, apparendo un po' come un criceto che custodiva i semi dentro alla bocca. Adelpho scoppiò a ridere, l'aria di chi la sapeva lunga.

“Allora non vi resta che seguirmi, ho idea su un posto...” disse e fece strada, mentre la piccola gli trotterellava dietro, nuovamente speranzosa.

Adamas era piena di negozietti presi d'assalto dai turisti nei mesi estivi, ma nella bassa stagione poteva rivelarsi difficile trovare qualcosa di caratteristico e peculiare, persino per gli abitanti che conoscevano bene il luogo. Per fortuna, Adelpho viveva sull'isola da più di cinquant'anni, l'aveva vista crescere e cambiare, modernizzarsi, pur rimanendo la stessa nel suo cuore. Conosceva quindi un negozio discretamente grande che offriva gingilli carini e colorati perfetti per lo scopo.

Quando raggiunsero il luogo in questione, Sonia fu lasciata libera di girare sotto gli occhi di Adelpho e Myrto e della commessa che li aveva accolti con un largo sorriso. Il fatto permise ai due di trovare il tempo per parlare nuovamente del Mondo Segreto, un problema che si faceva sempre più fitto e intricato man mano che il tempo passava.

“Myrto... mi dispiace tirare sempre fuori il solito discorso quando ci vediamo, ma la situazione peggiora di mese in mese, lo sai, vero?” iniziò Adelpho, cupo.

“Sì, lo so... me la sono data quando Milo ha detto che Camus sarebbe rimasto qui in Grecia per un po'. Non è usuale che i Cavaliere d'Oro vengano richiamati qui nonostante i propri impegni, e poi... i dodici dovrebbero essere radunati solo quando l'arrivo di Hades è imminente, e invece non ce ne traccia. In più, il Cavaliere d'Oro dell'Acquario è un maestro, perché distoglierlo dai propri doveri?”

“Il Grande Sacerdote ha sempre nutrito grande fiducia in Camus... è l'ultimo ad essere arrivato qui, eppure è stato il primo a sviluppare il potere, ciò mi fa pensare che lo possedesse già ben prima dell'allenamento... E' un predestinato, tutti loro lo sono, ma proprio in Camus questo fatto sembra doppiamente sottolineato; se hanno richiamato anche lui in queste circostanze, significa che la situazione si sta facendo sempre più seria...”

Myrto rimase in silenzio, il cuore denso di preoccupazione e la gola secca, si riprese solo quando la piccola Sonia, tornando di corsa le mostrò un oggetto che considerava degno di attenzione: un portachiavi a forma di delfino.

“Myrto! Myrto! Come ti sembra questo?!? Potrà piacere a Camus???”

“Un delfino?!? Se va bene, lo butta nel primo cestino che trova dietro l'angolo... cambia soggetto!”

“Perchè no??? - bofonchiò la piccola, rattristata, riprendendosi però subito dopo – Hai ragione, cerco altro, qualcosa di più caratteristico e che ricordi anche il nostro primo incontro!” e corse di nuovo via a tutta birra.

Myrto sorrise, rasserenata. L'incontro con Sonia era stato una benedizione in tutto quello sfacelo, ancora una volta ne fu grata, non seppe bene verso chi, ma sapeva per certo che era riconoscenza quella che provava. La bambina era entrata nelle loro vite al momento giusto, alleggerendo la tensione e concedendogli una boccata d'aria fresca, nuova...

“I Cavalieri d'Oro ci sono tutti, anche se attualmente Saga dei Gemelli risulta scomparso, Mu è in esilio volontario e Dohko a controllare il sigillo di Atena. I Cavalieri d'Argento stanno prendendo l'investitura adesso, quelli di Bronzo sono ancora in fase di addestramento... le schiere di Atena si stanno gonfiando in previsione della Guerra Sacra...” fece mente locale Adelpho, serio in volto.

Ma ci sarebbero arrivati alla Guerra Sacra??? Tutto faceva presagire lo scoppio di un conflitto civile ben prima di quel fatto... un presagio sinistro.

“Delle varie aree di allenamento, sappiamo che l'armatura del Cigno è in Siberia, quella del Dragone in Cina, altre in giro sparse per il mondo... Anche il leggendario Cavaliere di Pegasus verrà, l'armatura di Bronzo è qui in Grecia e danno come favorito Cassios, l'allievo di Shaina... - continuò il conteggio Myrto, pensierosa – E' comunque presto per la loro investitura, ci vorrà un altro paio di anni...”

In quel momento giunse nuovamente Sonia a troncare sul nascere altri possibili discorsi sulla situazione confusionaria del Grande Tempio. La piccola sembrava eccitata e fuori di sé dalla gioia, teneva in mano un pacchettino già chiuso e si sbracciava nella loro direzione.

“Cosa c'è, piccoletta, hai trovato quel che cercavi?” chiese Adelpho, piegando il busto nella sua direzione e regalandogli un altro sorriso.

“Sì!”

“E cosa sarebbe?” si interessò anche Myrto, avvicinandosi.

“Ehehehehe! S-E-G-R-E-T-O!” le fece linguaccia lei, nascondendo il pacchettino nella tasca della giacca e arrossendo visibilmente.

“Farai si sicuro colpo!” la rassicurò Adelpho, prendendola in braccio mentre Sonia era tutta gongolante.

“Adelpho!!! Non darle false speranze!”

“Orsù, Myrto! Camus non è così insensibile come appare, lo sai anche tu! Non lo hai forse... letto... negli annali del Santuario?!”

Myrto si ritrovò, suo malgrado, ad acconsentire con rassegnazione, voltando la testa in direzione del tramonto ormai imminente. Ciò che Camus era stato e ciò che era ancora, sepolto sotto metri e metri di permafrost... sì, lo aveva letto, ma ancora stentava a crederci...

 

 

* * *

 

 

“Amico mio, sono davvero contento che i tuoi allievi stiano bene e che facciano progressi, ma non ti starai stancando un po' troppo? Devolvi tutte le tue energie nella loro crescita, senza pensare che anche tu avresti bisogno di svagarti!”

“Al contrario tuo che, invece, utilizzi ampie forze per... svagarti!”

Milo arrossì di botto, ritrovandosi a grattarsi la testa a disagio. Fino a quando gli argomenti trattati vertevano sulla riunione o sugli allievi era andato tutto bene, ma Camus non aveva per niente dimenticato la confessione che lo Scorpione aveva fatto qualche mese prima. Aveva detto che ne avrebbero parlato... Milo sperò in cuor suo che se ne fosse dimenticato, ma era impossibile che qualcosa sfuggisse dalla testa dell'amico di sempre.

“Touché...” disse solo, scendendo dal battello e muovendo i primi passi sulla sua terra natia. Camus lo seguì a ruota, attirando le attenzioni di qualche sparuto turista non abituato a vederselo arrivare in una tenuta simile. Effettivamente, persino lì nelle Cicladi, quel novembre faceva più freddo della norma, pertanto Milo, come ogni essere umano normale, si era infagottato di maglia, felpa, giacca e persino di una calda sciarpa color rosso che gli avvolgeva il collo. Camus invece era sceso dal battello con indosso i soliti jeans coronati da una maglietta nera con una scollatura a 'v' che mostrava parte del bel petto, chiaro come il colore che la sua pelle imponeva, così rassomigliante ad una falce lunare. Malgrado questo, aveva l'aria di essere accaldato... totalmente accaldato!

Era logico che i pochi turisti che c'erano e soprattutto LE turiste, si perdevano per un momento a contemplarlo, proseguendo poi oltre con un risolino divertito.

“Dei, in Grecia non si respira neanche a novembre...” commentò, posizionando meglio sulle spalle la sacca che si portava dietro e che conteneva un cambio di abiti.

“Cosa... COSA?!? Ma se fa un freddo porco!” esclamò Milo, sperando di distrarre l'amico dall'argomento principale.

“Voi abitanti del Sud avete una visione vostra della parola freddo...”

“E voi Siberiani del Nord ne avete una altrettanto distorta della parola caldo!” ribatté, sbuffando.

“Comunque non sono qui per parlare di questo...”

“Ugh... se ti dicessi che preferirei parlare del tempo che farà domani mi seguirai?”

“No! L'ho tenuto per me in questi mesi in attesa di vederti. Non posso proprio trattenermi ora”

“Ecco, perfetto... sentiamo!”

“Dal nostro ultimo dialogo... dimmi un po', hai smesso?”

Milo ci impiegò un po' a capire, prima di ricordarsi che l'amico di sempre non era mai esplicito quando si trattava di discorrere su quel dato argomento.

“Ehm... noooooo?” rispose in uno strano tono a metà tra una domanda retorica e un accento strozzato.

Stavolta Camus non perse tempo a ribattere, sospirando tra sé e sé prima di guardarlo in cagnesco senza bisogno di fagli presagire il disappunto nella sua voce. Non occorreva.

Milo fece un discreto sforzo mentale nel campare una scusa plausibile per il suo comportamento, non trovandola, si limitò a parlare del fatto compiuto.

“Sonia è molto contenta della presenza di Myrto in casa nostra... è una figura femminile indispensabile per la sua crescita, non privarla di una simile opportunità...”

“Mi hai frainteso, Milo... che Myrto ti aiuti a crescere Sonia è di sicuro un bene per la piccola... tuttavia questo non implica che continuate a fare i vostri comodi! Dovreste essere maturi abbastanza per capirlo e per comprendere che avete anche un cervello per controllare i vostri ormoni!”

“Non tutti maturiamo allo stesso modo, Cam... per taluni occorre più tempo...” sussurrò Milo, chinando il capo e stringendo i pugni.

“E' vero... ma tu sei un Cavaliere d'Oro, hai il sacro dovere di dare l'esempio ai cadetti e ai Cavalieri di rango inferiore, devi sforzarti di crescere anche tu, anche perché ormai hai diciassette anni, non più quattordici!”

“Dare l'esempio... lo dici anche a Death Mask questo, che va a cercarsi apposta le ragazze facili per 'fare esperienza'?! O ad Aphrodite che giudica tutto e tutti solo sulla base della bellezza?!?”

“Di quello che fanno loro non sono interessato, non sono miei amici, non sono nulla di più che colleghi e non significano niente per me!”

“Ah, quindi perché sono tuo amico mi devi scartavetrare i coglioni?! Che culo!”

“No, devo dirti quando sbagli e perché e, se posso, mostrarti la via giusta! Sei Cavaliere d'Oro, stai mettendo in pericolo quella donna, te ne rendi conto?!”

“Non mi pare che il non fare niente con lei l'abbia salvata da un quasi stupro... cosa intendi quindi con metterla in pericolo? Spiegati! Perché davvero non capisco!”

Camus a quel punto prese un profondo respiro, ricercando le parole giuste per non farlo infervorare ancora di più.

“Milo... posso capire che... che ti faccia sangue... è una bella donna e inoltre il suo modo di vestire, soprattutto in estate, è...”

“Come ti permetti?!? Stai forse insinuando che se l'è andata a cercare?! Davvero la pensi così?! Sarebbe questo il tuo 'dimostrare di essere un Cavaliere d'Oro'?! Giudicando una giovane donna da come si veste???”

“Non ho detto questo...”

“Ah no?!? Cosa stavi per dire allora?!?”

Milo sembrava totalmente fuori di sé, peggio di prima, Camus si morse il labbo inferiore, appurando di aver, ancora una volta, sbagliato totalmente approccio.

“Milo... sono un uomo anche io, anche se a te potrà non sembrare... so come ragioniamo, so che, in certe circostanze, può caderci l'occhio, a volte anche qualcosa di più, ed è mostruoso questo, lo so, ma la parità dei sessi non è ancora stata raggiunta, men che meno secondo le leggi del Tempio, basta vedere le Sacerdotesse Guerriere cosa debbano fare per essere accettate tra noi!”

“E quindi a te sembra giusto che per questo, solo per questo, Myrto e le altre donne dovrebbero andare in giro imbacuccate dalla testa ai piedi?! Parli di parità dei sessi ma rasenti il maschilismo, caro il mio ghiacciaio ambulante...”

Camus socchiuse le palpebre, cercando le parole per essere più chiaro possibile e non fraintendibile come prima.

“No... dico che, proprio perché so come è questo mondo e perché sono consapevole di come ragionano gli uomini, che, se avessi ancora mia sorella qui vicino a me, non la farei andare in giro così... per questo motivo, proprio per questo...” provò a districarsi, ma Milo era già partito per la tangenziale.

“Ah, povera ragazza... menomale allora che non ha suo fratello tra i piedi che vorrebbe decidere come agghindarla. Fortuna che, essendo stati separati, non ha questa tortura, anzi, ora che ci penso... non sa nemmeno di avere un fratello!” asserì Milo con noncuranza, non rendendosi conto di aver appena varcato un confine pericolosissimo. Se ne accorse solo quando gli occhi di Camus, in quel momento bui e tempestosi, saettarono nei suoi con la stessa intensità di un giaguaro che assalta la preda. Non ci fu contatto tra loro, ma lo Scorpione la avvertì tutta, la grande offensiva, si sentì sbranato in meno di un secondo.

“Non... permetto... a nessuno, nemmeno a te... - sibilò tetro l'Acquario, furente, mentre la temperatura si abbassava consistentemente – ...di varcare questo confine!”

“Hai ragione... - si affrettò Milo, sinceramente mortificato – Mi sono sentito attaccato perché hai tirato in ballo Myrto e il suo modo di vestirsi, allora ho agito d'impulso, colpendo consapevolmente il tuo punto debole, cioè tua sorella che sei stato costretto ad abbandonare. Questo per me è essere immaturo, non di certo voler proteggere la persona amata e la bambina che mi è stata affidata!”

Un lungo silenzio mentre la temperatura tornava nella norma e i passanti, infreddoliti e convinti di essere stati colpiti da una ventata gelida e improvvisa, si avviarono con il doppio della loro velocità verso le rispettive dimore.

“Va bene così. Ho sbagliato prima io... ciò che volevo realmente dire era fraintendibile... ti chiedo scusa a mia volta!”

Tacquero entrambi, il vento che gli scompigliava i capelli e ormai a corto di parole. Ma Camus sapeva di dover concludere in qualche maniera il suo rimprovero, ne andava delle sorti dell'amico e della giovane donna.

“Milo...”

“Mmh?”

“Scusami ma... è necessario che tu capisca che la stai mettendo in pericolo... so che tu vuoi proteggerla, so anche che ti è sempre piaciuta, non è quindi una facile rinuncia...”

“Sono stufo di dover rinunciare a tutto, Cam... ho dovuto sacrificare ogni cosa per diventare Cavaliere... perché?! Non stiamo diventando Santi Cristiani, ma protettori dell'umanità, come tali, non ne capisco il senso di fare terra bruciata intorno a noi. Avere qualcuno da difendere può solo rafforzarci!”

“Perché relazionarci ad altri al di fuori del nostro mondo ci indebolisce, ci distoglie dai nostri obiettivi e, nondimeno, mette in pericolo loro, gli esterni, che possono essere facilmente utilizzati contro di noi. Rischiano la vita, capisci? E noi, dietro un ideale, non sempre potremo esserci per loro, lasciandoli così sguarniti...”

“Cam... non voglio sacrificare altro!”

“Non devi farlo subito, ma ti chiedo di rifletterci... rendi Myrto capace di sopravvivere alla tua perdita, perché non saremo sempre qui, la nostra speranza di vita è notevolmente più bassa della norma. E' ingiusto ed egoistico permettere a qualcuno di instaurare un rapporto così profondo con noi...”

“E' ingiusto ed egoistico anche impedire a priori la nascita di un qualunque rapporto con gli altri... non siamo esseri slegati dal mondo, non siamo un sistema chiuso... ed è folle precluderci tutto perché potremo morire, un giorno. Qualunque essere umano può perdere la vita domani, qualunque! Non è una scusa per non vivere!”

“E' questione di statistica, Milo... nient'altro che statistica, noi corriamo più rischi rispetto ad altri. Se morirai, Myrto e Sonia rimarranno sole, senza aiuto... perché noi facciamo parte di un mondo diverso da quello tradizionale, in tal senso siamo fuori dal sistema, ecco perché è necessario limitarci”

“Quindi mi stai dicendo che c'è un modo per non provare sentimenti? Per limitarli? Per non innamorarsi? Siamo quindi automi?”

“No, non c'è, ma non lasciarsi imbrigliare dalle emozioni è un buon inizio...”

Non lasciarsi imbrigliare... facile da teorizzare, un po' meno nella pratica. Milo distolse lo sguardo. Sapeva a cosa si riferisse Camus, dimostrazione vivente di quello che diceva, sfoggio perfetto del guerriero ideale, un po' come Shaka e Mu. Eppure... eppure non era proprio in virtù dei sentimenti che lui, Milo di Scorpio, era riuscito a far breccia nella coltre di ghiaccio di Camus? Non aveva, in fondo, già vinto? E anche Camus.. tanto cianciare sul trattenere le emozioni quando, in fondo al suo cuore, anche lui viveva di quelle, tacito segreto tra lui e il suo migliore amico. Solo lui conosceva la vera natura di Camus, perché solo lui aveva il diritto di accesso. Poteva starci solo per un tempo limitato, era vero, ma tanto gli era bastato per vedere con nitidezza tutte le emozioni che lo avvolgevano e dalle quali era impossibile sfuggire. Per questo, proprio per questo, l'Acquario predicava fino allo sfinimento la necessità del controllo. Era una battaglia persa in partenza, ma era di vitale importanza per non crollare e finire così in pezzi.

“Camus... hai paura, lo posso capire... ma non riuscirai a metterci una pezza sempre. Conosco la tua profonda sensibilità, capisco la tua ricerca di equilibrio... ma non è ostracizzando le emozioni che scamperai dal distruggerti... Molto spesso la flessibilità e la malleabilità sono un pregio, un rigido tronco di quercia può essere abbattuto da un tuono, se viene colpito nel punto giusto, una canna invece può evitare di spezzarsi proprio per la sua virtù di piegarsi ai capricci del vento...”

“Proprio perché lo sai, proprio perché conosci la mia vera natura, dovresti ben capire il motivo delle mie scelte... - mormorò a bassa voce Camus, tornando a concentrarsi su di lui – Comunque non parliamone più, non siamo più soli!”

Milo ebbe appena il tempo di voltarsi nella stessa direzione dell'amico, che udì un forte schiamazzo seguito dall'arrivo tempestoso della piccola Sonia che, come un tornado appena formatosi a terra, cominciò a girare intorno allo Scorpione e all'Acquario, del tutto frenetica.

“Per gli dei, ora questa inciampa, cade e si fa male...” disse a denti stretti Milo, massaggiandosi la guancia con preoccupazione. Effettivamente la corsa della bambina intorno ai due ragazzi continuava imperterrita, allungando e assottigliano il giro di qualche centimetro per formare, ad ogni nuovo giro, un simbolo perfetto dell'infinito. Sonia era fuori di sé dalla gioia, li avrebbe abbracciati e riabbracciati entrambi diverse volte, ma sapeva che Camus era restio al contatto fisico, pertanto si limitò a sprizzare la sua gioia in quella maniera, almeno finché non fu lo stesso Acquario ad avanzare di qualche passo per arrestare il suo moto.

“Fermati, trottolina, o rischierai davvero di inciampare e di finire malamente per terra!” il tono di Camus aveva assunto una venatura più dolce, mentre, con gesto della mano, posava il palmo sopra la testolina della bambina, la quale si fermò di colpo e sorrise raggiante, le guanciotte paonazze e il fiato un po' più corto.

“Ciao, Camus!!!” lo accolse, emozionata, le braccine protese nella sua direzione. Il ragazzo annuì con il capo, poco prima di tirare a sé Sonia e farla adagiare delicatamente sull'avambraccio sinistro, gesto che aveva già fatto in precedenza con la piccola.

Salut, Sonia, comment vas-tu? - chiese nella sua lingua originale, sorridendo appena – Ciao, Sonia, come stai?” ripeté poi in modo comprensibile anche per lei.

“Sto bene, Camus, e sono felice di vederti!” rispose lesta la piccola, appendendosi al suo collo e socchiudendo gli occhi, briosa.

Il Cavaliere d'Oro ovviamente si aspettava un tale gesto, ma non fu comunque esente dal provare il solito, consueto, imbarazzo, soprattutto perché i presenti, con Myrto in avvicinamento e Adelpho al suo fianco, lo guardavano in un coacervo di emozioni.

Sonia si godette quella posizione altolocata, adagiandosi con dolcezza contro il petto del ragazzo, in modo da avere la guancia sinistra a contatto con la scollatura della maglietta di Camus per sentire più concretamente contro di sé la sua pelle che emanava quello strano calore inusuale per appartenere alla energie fredde. Le piaceva da impazzire, eccome! Pareva quasi una coperta termica morbida e rassicurante, si sarebbe addormentata sempre su di lui, malgrado i rumori esterni.

“Ah, però, Camus, buonasera! Fai conquiste, ed io che pensavo che non ne fossi capace!” lo salutò irriverente Myrto, squadrandolo da capo a piedi con un sorriso malizioso a solcargli le guance.

“Buonasera, Myrto, è un piacere anche per me rivederti...” rispose pratico l'Acquario, in apparente tono neutro; tono che invece nascondeva una velata sfumatura ironica.

La giovane donna si rivolse quindi a Milo, incrociando le braccia al petto e non degnandolo quindi più di uno sguardo.

“Lo hai drogato, che riesce a tenere una bimba in braccio? Non credevo ne fosse capace!”

“Eh? Beh...” Milo era stato preso in contropiede, sapeva che la donna non vedeva di buon occhio il suo migliore amico, ma non si sarebbe mai aspettato un atteggiamento così refrattario già con le prime battute. Marcava davvero male...

Inaspettatamente Camus, con la mano libera, schioccò più volte le dita per attirare la sua attenzione, prima di parlare.

“Intanto guardami negli occhi quando hai qualcosa da dire su di me, e poi... - raccolse tutta la sua dose di pazienza per non accentuare più del dovuto il suo tono di voce, anche se era riuscita ad infastidirlo fin da subito – Ti devo ricordare che ho due allievi in Siberia? So come ci si comporta con dei bambini, non sei certo solo tu, una levatrice, ad avere questa dote!”

Myrto era punta sul vivo, brontolò qualcosa prima di posare un passo in avanti nella sua direzione, ma Adelpho fu lesto a raffreddare i bollori.

“Non vi siete visti che da pochi secondi e già siete a pungolarvi l'un l'altra?! Siete come le tarantole e i topi!” scherzò l'uomo, risoluto nel troncare sul nascere ogni possibile litigio.

Milo decise di dargli corda, spostando la conversazione sul ridere, cosa che gli riusciva sempre bene.

“In verità il nostro Camus non vuole ammettere che ha un debole per le pargole: ha questa attitudine a sciogliersi per le bambine... peccato che poi, dai 13/14 anni in su perdano ogni attrattiva, ce lo vedevo a fare stragi di cuori, ma... non ha stimoli!”

“MILO!!!” l'Acquario lo fulminò con lo sguardo, arrossendo a dismisura, mentre tutti gli altri presenti scoppiarono in una fragorosa risata.

Camus non ribatté più nulla, corrucciando l'espressione e facendo finta di niente, ma sapeva di sentirsi in imbarazzo e quindi scoperto, terribilmente scoperto! La piccola che teneva in braccio invece sorrideva beata, contenta di crogiolarsi finalmente contro di lui, rassomigliava un po' ad un gattino euforico.

“Bene, vi ho portato la piccola ed è già sera, direi che le nostre strade si dividono qui!” disse Myrto, facendo per incamminarsi verso casa sua, ma Milo, del tutto dimentico del discorso fatto quella stessa mattinata, la bloccò per un polso.

“Come, di già? Pensavo che almeno a cena potessi rimanere... Myrto!” confessò lo Scorpione, scrutandola con occhi languidi e profondi.

Quelle dannate iridi azzurre! Myrto non poteva proprio opporvisi, men che meno se assecondava la sua espressione con un tono di voce così convincente e ammaliante.

“Io... preferirei tornare a casa mia...” provò a ribellarsi, arrossendo.

“Dai, Myrto, cena con noi! Ti prego.... ti prego... ti pregooooo!!!” esclamò Sonia, esaltata alla sola idea di avere tutta la famiglia finalmente riunita.

La giovane donna indietreggiò di qualche passo, ancora meno capace a rifiutare dopo una richiesta così insistente da parte della bambina, altro suo tallone d'Achille.

Camus, da ottimo stratega, colse l'occasione per metterla totalmente all'angolo.

“Come vedi, la platea smania dalla voglia di averti con noi a cena. Non puoi proprio rifiutare, Myrto! - asserì, avvicinandosi sinistramente a lei con un sorriso, che non gli era proprio, di trionfo, era consapevole di sfoggiare la carta vincente – E poi devo giusto parlarti, quindi così è deciso!” concluse con un filo di voce, avviandosi poi verso la casetta. Non prima di averle scoccato una nuova occhiata ricca di significato.

Myrto inspirò ed espirò due volte, mantenendo la calma. Conosceva quello sguardo, quel fastidiosissimo sguardo che poteva significare tutto e niente allo stesso tempo. Non vi era più alcuna soluzione, solo... affrontare il nemico in casa!

 

 

* * *

 

 

Myrto non amava particolarmente il freddo dell'inverno, preferendo di lunga la calda estate; e calda era anche la sua natura, ardente e avvolgente, in costante movimento, come gli atomi che aumentavano di moto allo salire della temperatura. Da novembre fino a febbraio, persino a quelle latitudini lì, mediterranee, persino in faccia al mare c'era da rabbrividire. Era come una lenta litania di inedia, in attesa di momento più propizio.

La giovane donna, finita da poco la cena con gli altri, si raccolse nello scialle, sfregandosi le mani nel tentativo di ricreare una scintilla di calore nelle dita intirizzite. Cosa vana, perché era da alcuni giorni che un minimo depressionario si era instaurato proprio nelle Cicladi e non demordeva, malgrado non fosse che inizio novembre. Sembrava quasi fatto apposta per salutare l'arrivo dell'algido siberiano.

Improvvisamente una folata di vento gelido la investì con ancora più forza, facendola tremare. Dei passi dietro di lei, lenti e soffici come se fossero di velluto, le fecero capire chi stesse arrivando. Che seccatura, era così che iniziava la ramanzina, ordunque.. che strazio, e dire che l'avrebbe voluta evitare, ma l'aveva ingabbiata bene, così priva di vie di fuga.

“Per l'amor del cielo, Camus! Fa già abbastanza freddo di per sé, mi ci manchi tu!” ironizzò, girandosi per incrociare il suo sguardo con quello gelido dell'Acquario di cui avvertiva nitidamente la presenza.

“Freddo? La temperatura è abbondantemente sopra lo zero termico, non userei quell'aggettivo!” ribatté l'altro per tutta risposta.

Divino, dal tono si presagiva già la voglia repressa di rompere le cosiddette con le sue solite parole da maestrino, ma Myrto non era dell'umore per dargliela vinta, non subito.

“Sonia e Milo?” chiese infatti, incrociando le braccia al petto con supponenza, che si capisse fin da subito, dall'altra parte, la sua poca voglia di ascoltare i suoi discorsi. Patti chiari e amicizia lunga!

Myro si aspettava chissà cosa dopo quella frase pronunciata in quel modo, di tutto, ma proprio di tutto; sorprendentemente invece accadde l'unica cosa che lei non si sarebbe mai aspettata dall'Acquario: lo vide sorride con naturalezza fiera e distante. Per un solo secondo si stupì.

“La piccola cadeva dal sonno, pertanto Milo l'ha riaccompagnata in camera ed è rimasto su con lei. Quando sono passato per chiedergli se si fosse addormentata, l'ho udito intento a raccontare una storiella mentre Sonia rideva – spiegò, lo sguardo distante a qualcosa di intangibile – Milo a raccontare favole... non l'avrei mai detto, si vede che si è molto affezionato alla bambina!”

“E' difficile non affezionarsi a quel batuffolo... ti entra nel cuore così velocemente che non hai nemmeno il tempo di capirlo che le vuoi già un bene dell'anima!” gli diede corda lei, speranzosa di poter continuare su quel fronte senza sforare di argomento.

“Già, suppongo sia così...” biascicò Camus, scurendosi in viso. Tacquero entrambi, ma Myrto sapeva anzitempo che si trattava solo di una breve, fugace, pausa.

Quello che non si aspettava, di nuovo, era la domanda che l'Acquario si lasciò scivolare fuori da sé, ancora con una naturalezza disarmante.

“E tu, Myrto, come stai?”

La giovane donna si ritrovò a sbattere le palpebre, incredula. Ma che... aveva bevuto?! Sapeva che Camus, da buon siberiano con una sottilissima patina francese, era abituato a bere alcolici, lassù, a Pevek, tanto che si era ormai avvezzato e nulla lo poteva scalfire; maa davvero l'unica spiegazione ad una tale spigliatezza era che, quantomeno, fosse brillo. O cos'altro?

“Co... - si ricompose un attimo, sistemandosi i capelli – Perché me lo chiedi?”

“Milo mi ha raccontato, a grandi linee, cosa è successo a giugno... un'esperienza simile avrebbe distrutto chiunque, per questo ti ho posto la domanda” disse semplicemente, franco, avvicinandosi di un passo.

“Camus... so che non mi sopporti, non c'è bisogno di questi convenevoli, so dove vuoi arrivare...” soffiò invece lei, sull'allerta. Era espansiva, d'accordo, ma molte cose se le teneva per lei, non avrebbe permesso che un qualsiasi estraneo la mettesse così a nudo. Men che meno Camus.

“Non sopportare è una parola grossa... o forse, devo pensare, che è il riflesso di come mi vedi tu? - la incalzò, provocando in lei la reazione, voluta, di fulminarlo con lo sguardo – Non ha comunque importanza... la mia domanda era sincera, per quanto sia vero che sono qui principalmente per altro. Se non vuoi dirmelo va bene lo stesso, ti posso assicurare che dormirò comunque la notte!” la canzonò poi, con quella velata ironia che usava di rado, e che pure era tagliente come le cime aguzze degli iceberg.

“Come vuoi che stia... l'ho superata, ormai, grazia a Milo e Sonia, ma mi sono sentita sporca e profanata per più di un mese” tagliò corto, stizzita.

“D'accordo, grazie per avermi dato almeno una risposta!”

Myrto si voltò dall'altra parte, la pelle d'oca ma non per il freddo. Era davvero irritante quel francesino che sembrava sapere sempre tutto, ancora più quando dava sfoggio della sua ridente ironia, mantenendo però un tono basso e gentile. Una autentica presa per il culo agli occhi della donna. Chissà Milo che cappero ci avesse trovato in lui. Prese un profondo respiro, sforzandosi di tornare alla calma, che dargliela vinta sarebbe stato troppo facile. Aspettò. Aspettò con pazienza il nuovo passo di Camus, che non si fece attendere.

“Myrto... sai che quello che hai fatto con Milo in questi mesi, in verità non lo potresti fare, vero?”

Eccolo qui, lo aspettava al varco. Fortunatamente aveva già recuperato la calma, per cui si permise di fronteggiarlo faccia a faccia, nella notte buia di luna nuova dove solo le stelle erano testimoni del loro dialogo.

“Oh, intendi il sesso, vero? - Myrto non si curò di nascondere l'atto dietro sinonimi ridicoli, aveva usato quella parola apposta, e infatti il sopracciglio destro di Camus fremette per un secondo, a testimonianza di averlo colpito nel profondo – Sì, lo so... ma non penso che uno come te possa parlare di un simile argomento, non conoscendolo!” lo sferzò con la voce tagliente e un sorriso di scherno.

“Allo stesso modo non credo che le mie scelte siano di tua pertinenza!”

“E perché, quelle mie, o di Milo, sì? Sei forse una balia?!”

Camus socchiuse gli occhi nella notte buia, in silenzio, ma li riaprì subito, con una strana luce negli occhi.

“In questo caso lo sono, perché siete andati contro una delle leggi fondamentali del Tempio. Se lo dicessi al Sacerdote, con ogni probabilità, ti allontanerebbe da quest'isola per non farci più ritorno e non vedresti più né Milo né Sonia... lo sai, vero?”

Myrto ingoiò a vuoto, non aspettandosi una presa di posizione così netta: la stava forse minacciando? Davvero la odiava a tal punto da spifferate tutto e mettere così nei guai anche Milo?!?

“Non... non lo faresti! Non tradiresti un amico!”

“No, non lo farei... ma è il caso che tu e Milo vi rendiate conto dei vostri errori e che vi prendiate le vostre responsabilità!”

“E' una legge stupida, lo sai anche tu... perché Atena vieta di provare un simile piacere?! Cosa è, da verginella quale è, vuole precludere anche ad altri di provare un sentimento così forte e inespugnabile?!?”

“Myrto... occhio, stai varcando un sentiero pericolosissimo...” l'avvertì l'Acquario, sibilando.

“Ha forse paura che, a causa dell'amore, la tanto decantata devozione che voi Cavalieri avete per lei venga corrotta?!?”

“Myro... rinfodera la tua lingua biforcuta perché stai osando troppo...”

“Scommetto che è così! Perché ha paura... ha paura, perché in fondo sa anche lei che gli uomini, essendo esseri finiti, darebbero la vita per le persone care, per la loro famiglia. Sa che il suo sciocco ideale assolutistico di giustizia insindacabile può essere facilmente soppiantato da qualcosa di molto più concreto come il voler proteggere la persona amata, lo sa, per questo...”

“MYRTO, NON OSARE, HO DETTO! NON VARCARE QUESTO CONFINE, NON COSTRINGERMI AD UCCIDERTI PER INSUBORDINAZIONE!”

Il tono di Camus era salito fino a strozzarsi, troncando di netto lo sproloquiare di Myrto che, per la prima volta, si sentì nuda e inerme davanti all'Acquario. Si accorse che poteva farlo, quello che andava dicendo, che molto probabilmente se si fosse fatta scappar quel fluire di parole con un altro fedelissimo del Grande Sacerdote, tipo Shaka, o lo scomparso Saga, non sarebbe scampata alla condanna capitale; eppure non riusciva a non pensare che a quello, al fatto che gli esseri umani erano fatti per proteggere pochi, che l'ideate utopico di Atena cozzava aspramente con la natura umana, che fosse un ideale da dei e che, come tale, malgrado venisse plasmato per renderlo convincente, era pura follia. Nient'altro che follia. Lei amava Milo, avrebbe dato la vita per Sonia, ma non per un qualsiasi altro essere umano. Salvare l'umanità intera, indiscriminatamente, era come salvare anche il marciume che albergava in essa. Non poteva accettarlo...

Camus dal canto suo si accorse si aver esagerato con le parole, pertanto prese un secondo respiro, tornando a modulare la voce come all'inizio.

“Non so cosa passasse per la testa di Atena alla notte dei tempi... e neanche mi interessa... - si lasciò scappare, facendole capire che comunque comprendeva il suo punto di vista – Ma stai mettendo in pericolo Milo, lo capisci? Lo stai indebolendo... gli stai facendo desiderare una vita che non può avere, discostandolo dai suoi doveri”

“Io... lo starei indebolendo?!?” esclamò, indignata.

“Sì... e stai mettendo in pericolo anche te stessa. Perché amare così visceralmente una persona significa perdere sé stessi! – le spiegò, pacato – Cosa faresti se Milo dovesse morire in battaglia? Cosa faresti se si venisse a sapere che tu hai un debole per lui, e lui per te? Siete il punto debole l'uno dell'altro e, per un guerriero, ancora di più che per un umano normale, questo equivale ad un suicidio”

“L'amore... un punto debole?!?”

Myrto era sempre più incredula, mentre Camus si limitò ad annuire con il capo.

Inconcepibile, semplicemente inconcepibile. La giovane donna si ritrovò ben presto a camminare in tondo, massaggiandosi la fronte con le mani come a non voler ingurgitare una pillola troppo amara.

“Assurdo... - disse tra sé e sé, prima di alzare nuovamente il capo per intravedere il volto di Camus davanti a sé. In quella oscurità perpetua i suoi occhi sembravano neri anziché blu – Come si vede... come si vede che tu non l'hai mai provato...”

“Prego?”

Fu il turno di Myrto di annuire esaustivamente, poco prima di girare la testa di sessanta gradi e sorridere amaramente.

“Intendo che si vede che tu non hai una persona speciale nella tua vita...”

Fu il turno di Camus di indispettirsi, senza nemmeno curarsi di celarlo.

“Veramente di persone speciali, a cui voglio bene, ne ho molte nella mia vita...”

“Non come intendo io...”

L'Acquario si acquietò un attimo, credendo di afferrare il concetto.

“Ah, ho capito... tu intendi l'amore, ebbene, non sono fatto per questo, non sono idoneo ad innamorarmi, neanche voglio, del resto! Non serve, per un guerriero, perdere la propria lucidità!”

“Come sei limitato, Camus... ho detto 'persona speciale', non 'amore della tua vita'!”

“Ribadisco... che ne ho molte di persone così, Milo, Isaac, Hyo...”

“Non è così e lo sai bene, quando arriverà lo saprai con certezza che quella è la tua persona speciale. Lo saprai perché per lei affronteresti tutte le leggi dell'universo per renderla felice e tenerla al sicuro. Per lei sarai pronto a tutto, sfidando l'irrazionale, l'impossibile... sentirai caldo nel petto e avrai bisogno di toccarla, di parlare con lei, di sentirla tangibile contro di te. Sarà la tua certezza quando tutto il mondo intorno a te crollerà, quando non ne potrai più, quando, al limite della sofferenza starai per soccombere. La riconoscerai, perché le vorrai un bene dell'anima, sarà la tua perdizione e la tua speranza. La tua debolezza, la tua forza!” profetizzò Myrto, del tutto certa delle sue convinzioni.

Camus rimase zitto, guardandola con perplessità, più o meno come si fissa un mentecatto che parla a vanvera di cose troppo grandi per lui.

“Mi pare... tu stia enfatizzando l'amore!” asserì solo, burbero. Myrto scoppiò a ridere, sorniona.

“E' l'amore infatti, Camus... ma non ne esiste di un unico tipo, sai? Sembra che tu lo definisca solo carnalmente, o sbaglio?!”

“Carnale o no... un sentimento così forte è troppo per me... - ribadì, allontanandosi un poco, prima di fissare amaramente un punto non ben definito. Non sembrava quasi più lui – Ne ho... ne ho abbastanza di coinvolgimenti emotivi così intensi, mi... mi distruggono e mi dilaniano... anzi, l'hanno già fatto! Non li sopporterei ancora!”

La giovane donna si ritrovò a fissarlo ancora, nuovamente incredula. Camus sembrava così triste nel pronunciare quelle frasi spezzate; e sì che ce l'aveva sempre, quell'aria malinconia di qualcosa che gli era stato violentemente strappato, ma persino per lui quella tristezza che si percepiva nei suoi profondi occhi blu ma spenti, era troppo in là per essere compresa con la sola ragione. Non sembrava più lui, o forse... sembrava troppo lui! Myrto lo continuò ad osservare per un lungo periodo, cercando dentro di sé una possibile spiegazione a quell'immenso malessere che l'Acquario stava cercando di reprimere a fatica, trovandovi una sola soluzione.

“Scusami, io...”

“Ho capito... devi aver sofferto molto nella tua precedente vita, vero?”

“Cos...?”

Myrto sorrise stavolta dolcemente, mentre Camus, grazie agli dei celesti, tornava il solito, esasperato, Camus. Gliela riconobbe subito quell'espressione, quel sopracciglio innalzato come di totale incredulità davanti ad una simile follia. Ma il varco era aperto, la donna decise di spiegarsi.

“La tua malinconia che ti porti dietro da quando eri piccolo, come se ti avessero strappato qualcosa, come se fossi alla perenne ricerca di qualcosa di perduto, di violato... non può essere che collegata alla tua precedente vita!”

“Oh... - sbuffò, totalmente asettico – La mia vita precedente, certo...” disse sarcasticamente, massaggiandosi la fronte con le mani.

“Non mi credi...”

“No, infatti... come potrei reputare veritiere speculazioni senza un minimo di senso logico, né scientifico? Dovrei forse esserne affascinato?!”

“Sei troppo rigoroso per i miei gusti...”

“E tu sei troppo metafisica per i miei... Quello che dovevo dirti te l'ho detto, possiamo pure salutarci qui!” tagliò di netto, come quando si sentiva sguarnito.

Il segno di rifiuto, invece di bloccare il dialogo, spinse Myrto a perseverare.

“Ah, ti ho toccato nel profondo, eh, ecco perché scappi!”

“Io non...”

“Scappi, sì!”

“Non osare, Myrto!”

“Altrimenti cosa, ti chiudi di nuovo a riccio ed eviti il dialogo? Può significare solo che una parte di te sa che quello che dico è vero, e che ne ha paura!”

“D'accordo allora... - Camus fece dietrofront e tornò ad approcciarsi a Myrto, gli occhi luccicavano iracondi, ma per nessuna ragione gliela avrebbe data vinta a quella spocchiosa sputasentenze – PARLIAMO, ordunque!”

Myrto si ritrovò a ghignare, vittoriosa. Era facile girare gli uomini, in un modo o nell'altro... forse Camus era impossibile da piegare sotto determinati punti di vista, ma in altri casi seguitava docile il suo corso in maniera perfettamente calcolabile.

“Quindi? Credi davvero che il mio carattere dipenda da cose successe in una ipotetica altra vita? - la incalzò, scocciato - Ne hai le prove?”

“E tu hai delle controprove per smentire la mia teoria?”

Camus tacque, rimuginandoci su. Non ne aveva, erano pari. Ma trovata la faccenda comunque assai poco verosimile. Numerose religioni sostenevano la teoria della reincarnazione, a lui totalmente estranea nel suo credo, ma tutte convergevano su un determinato punto.

“Non ho prove... - ammise, con un poco di alterigia – Ma, se ben ricordo, tutte le teorie sulla reincarnazione prevedono la totale impossibilità di recuperare i ricordi, le emozioni, persino l'identità, della precedente vita”

“Corretto”

“Capirai quindi che ti sei contraddetta da sola... come posso essere influenzato da qualcosa che nemmeno rammento?!”

“Puoi”

“Ah sì? E come, di grazia, se...”

“...Perché la tua anima lo ricorda, sebbene la tua parte conscia non possa riportarlo in superficie”

“Assurdo...”

“Credi? Eppure proprio in te è così evidente!”

“Ah, in me sarebbe evidente? Siamo apposto...”

Camus non sembrava per niente convinto e si stava paurosamente innervosendo. Da buon tipetto rigoroso, poteva essere contraddetto solo da discorsi, teorie, sensate e con fondamento, e quello per lui non lo era; non lo era affatto. Ma Myrto sapeva di avere il coltello dalla parte del manico, sapeva di riuscire a portare la conversazione a suo completo vantaggio. Più di quanto già non fosse.

“Un ragazzo emozionale, gentile, altruista e tanto, troppo, sensibile... ecco spiegato l'arcano!”

“Bel tentativo... casuale, ma un bel tentativo, Ecco il mio segreto invece: sono tutt'altro!”

“Oh, lo so! Sei uno scontroso, burbero, rompiscatole pieno di sé, anaffettivo, stronzo... oh sì tremendamente stronzo, è inutile che mi fai capire che ti sei risentito! - ironizzò Myrto, sbuffando nel vedere l'espressione algida del siberiano virare paurosamente verso la rabbia – Però io sto parlando della tua precedente vita, mi sarebbe piaciuta conoscerla!”

“Se busserà nella mia testa te lo farò sapere, non sia mai che magari diventate amici, voi due!” continuò sempre sarcasticamente Camus, dandole le spalle e fulminandola con lo sguardo. La sua sopportazione era al capolinea. Accennò alcuni passi credendo di non sentirla più, invece...

“Me ne dispiace sinceramente... - l'Acquario si fermò, tornando a guardarla con un misto di sorpresa e senso di attesa. Gli occhi di lei si erano rabbuiati nell'oscurità silente appena illuminata dalle stelle, cosa insolita – La tua precedente vita deve essere stata piena di sogni e speranze, probabilmente fu un idealista vissuto per un sogno e per i suoi amici... e forse anche per l'amore della sua vita... ma deve essere stato tradito, i suoi ideali infangati e le sue emozioni stracciate e orrendamente mutilate. Per preservare se stesso, per proteggersi da tutto e da tutti, devi essere saltato fuori tu, la sua nemesi, solo così avrebbe potuto controllare la sua sensibilità e quindi le sue emozioni”

“Bella storiella, davvero! Potresti raccontarla ad altri e riadattarla, sono sicuro verrebbe fuori un bel racconto!” sibilò lui freddamente, guardandola torva, prima di voltarsi e continuare per la sua strada.

 

Sono ancora così sensibile, è questo che voi proprio non capite, ma va bene così. Io voglio che sia così. La barriera di ghiaccio che ho eretto tra voi e il mio mondo deve rimanere tassativamente tale, non può permettersi di essere frantumata, perché... ne morirei anche io! Tu pensi sia un freddo calcolatore del tutto estraneo ai sentimenti, tanto meglio, più simulerò di esserlo più voi lo crederete, chissà che, prima o poi, anche la mia mente e quindi il mio essere asseconderà tale finzione!

 

Questo Camus lo pensò, ma non poté -né tanto meno volle- dirglielo, limitandosi ad allontanarsi da quel luogo soffocante e di gran lunga troppo esposto per il suo fragile temperamento. Sorrise amaramente tra sé e sé, ricordandosi del piccolo Hyoga in Siberia, di quanto capitasse che non lo reggesse a volte, di quanto si ostinasse a imprimergli la ferrea disciplina del non cedere alle sciocche e dannose emozioni. Erano più simili di quanto credesse, forse per questo lo tallonava così tanto su quell'argomento, motivo di discussione e di frequenti litigate. Lui e Hyoga... in fondo, non erano nient'altro che due sciocchi sentimentalisti!

“Scappa pure, Camus... per ora... ma prima o poi anche tu incontrerai la persona che manderà a monte tutti i tuoi bei progettini. Quel giorno crollerai, rendendoti conto di essere sempre stato nudo e inerme di fronte a questa immensa forza! - asserì Myrto tra sé e sé, sospirando – Nondimeno quel giorno darà l'avvio alla tua completa rinascita, perché tutto ripartirà dal principio... Non è forse così, Camus? O dovrei chiamarti con il tuo nome originario, ovvero Dégel, l'uomo più intelligente ed emotivo che il Santuario abbia mai ospitato?! Non ha comunque importanza... forse è rimasto qualcosa di lui in te, un residuo, sarà compito della tua persona speciale, quando la incontrerai, perché la incontrai, riportare alla luce la tua vera essenza!”

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo di MaikoxMilo

 

A qualcuno il Camus bacchettone e moralista mancava? Ebbene, eccolo, è il suo momento! XD Capitolo che si basa sul raffronto tra Myrto e Camus che, come vediamo, essendo due persone diametralmente opposte di carattere e di ideali, non vanno affatto d'accordo. Myrto ha una bella linguetta, è un bel peperino, non cede il passo neanche nei con fronti dell'algido siberiano, che in questo capitolo lo vediamo ben intento a strigliare sia lei che Milo. Diciamo che le sue ragioni ce le ha, ma l'ho volutamente reso più “pesante” per meglio definire poi il cambiamento che ha avuto nella seconda storia e che avrà dalla terza storia in avanti. E' esattamente così che vedo Camus, non la nemesi di Dégel né quella di Hyoga, quanto una loro forma esasperata; una forma che avverte inconsciamente tutto il peso di aver vissuto così in prima persona i sentimenti nella sua precedente vita, profondamente strappata dalla sua vera essenza. Vediamo anche che Myrto conosce Dégel perché ha letto di lui negli annali, mentre Camus è refrattario all'idea di avere avuto una “precedente vita” da cui dipende buona parte del suo temperamento presente.

E cosa mi dite di Sonia? Nel prossimo capitolo darò più spazio al rapporto tra lei e l''Acquario, anche perché dall'undicesimo avremo un salto temporale di qualche mese.

Come sempre ringrazio chi mi segue, chi recensisce e chi mi scrive anche solo dei messaggi privati, spero che la Sonia's side story possa continuare a piacere! :)

Alla prossima!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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