Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: anna_mi    14/06/2019    1 recensioni
Tutto sembra compiuto, ma l'amore non conosce ragioni: nonostante l'abbandono e la lontananza, c'è qualcuno nel mondo che non accetta che la Madre dei Draghi sia morta.
L'inverno è davvero finito?
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Nelle lande desolate l'aria era perfettamente fredda. Era stato sempre quello il clima ideale, non quello di Grande Inverno, né tantomeno quello del Tridente. Si erano spinti fino alla Barriera, nei giorni in cui era disciolta, prima che qualcuno iniziasse a cercare soluzioni che per il momento non esistevano. Gli uomini avevano alla fine risolto di chiudere il passo con fortificazioni in legno e mattoni, e la Barriera, là dove era stata violata, iniziava lentamente a ricrescere; senza magia dei Figli della Foresta, né abilità di Brandon il Costruttore, ma d'altronde non doveva più proteggere i domini degli uomini da alcun nemico che non fossero gli uomini stessi, e finché un uomo malvagio non avrebbe avuto potere di trasformarne altri con il tocco, ogni cosa sarebbe stata affrontabile. Era strano dormire tutti insieme e svegliarsi esattamente nello stesso numero, senza pezzi mancanti o peggio. Strano potersi nutrire e girovagare senza paura. Eppure quell'aria selvaggia non sembrava mai completamente sicura. Durante il giorno c'era un susseguirsi di verde e qualche lago dove abbeverarsi, di notte i migliori posti erano quegli incavi delle rocce o delle collinette. C'era stato un tempo brevissimo in cui "casa" era un luogo solo, e non il primo che capitasse. Tempi lontani, ambienti ristretti. Casa adesso era dovunque ci fosse il proprio sangue. Qualche volta, come oggi, si sentiva il lontano vociare di persone in cammino, forse ferme, forse lontane da casa, forse in esplorazione, e allora si doveva stare cauti; non perché potessero dare fastidio, ma per non turbare la tranquillità di luoghi remoti. Questa volta, le voci erano più fini, più leggere, e gli uomini più piccoli, più scattanti. Da dietro i pini secolari erano chiaramente visibili, in campo aperto relativamente lontani dalla grande vegetazione. Avevano l'aria di essersi persi. Un tempo, c'erano stati uomini simili tutto intorno a loro. Un tempo, ancora, durato troppo poco. Quando ci pensava aveva bisogno di solitudine, per riuscire a riportare alla mente ma soprattutto al cuore voci e profumi, ma erano vaghi, lontani. E adesso, osservando quelle piccole persone muoversi, avvertendo il gelo più fitto nonostante il sole, una folata improvvisa, il mondo circostante si riempiva di un odore eterno, riconoscibile e sempre sgradevole: la paura. Non aveva neanche saputo dire di cosa, e da quanto fosse lì. Aveva solamente avvertito freddo, poi niente. Poi rabbia. E si era svegliata di soprassalto; se fosse stata in un luogo completamente asciutto e immune alla salsedine e all'umidità, avrebbe giurato che quelle gocce erano lacrime miste a sudore freddo. Ma era in mare, e l'acqua poteva anche essere entrata sottoforma di umidità. Aveva sospirato, si era riavuta ed era salita. Erano ancora in viaggio, non sapeva da quanto e non sapeva per quanto, ed era la prima volta che si svegliava con un tale senso di angoscia. Tempo fa, mille anni addietro, avrebbe svegliato la vecchia Nan per chiederle che cosa fosse quell'amaro in bocca. Ma la vecchia Nan era morta da un pezzo e lei aveva spezzato troppe vite per avere paura del buio. Arya si era sciacquata il viso e aveva cercato di scambiare qualche chiacchiera con un marinaio, ma era distratta, poco attenta, poco interessata. Aveva toccato Ago, come spesso faceva per chiamare Jon, o semplicemente per sentirsi più sicura sapendolo nel mondo. Lui le avrebbe detto qualcosa, sicuramente giusto, e la paura sarebbe passata. Non capiva se era esattamente paura, ma poche cose le erano risultate tanto sgradevoli, specie di prima mattina. Le era successo quando avevano ucciso suo padre. Le era successo quando avevano ucciso sua madre e Robb. Le succedeva adesso e avrebbe voluto non avere memoria. Sansa? Jon? Non voleva pensarci. Sansa e Jon no. Il Re? Le era affiorato un sorriso spontaneo: una delle tre persone più coraggiose che aveva conosciuto nella sua ancora breve vita, avrebbe detto due parole. Fanculo il re.
   
 
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