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Autore: _Glaucopis_    14/06/2019    1 recensioni
Flashfic scritta per l'event del gruppo Facebook "We are out for prompt" in corso dal 12 al 19 giugno 2019.
Secondo giorno, secondo pacchetto: cuffie/vacanza+missing moment (quest'ultimo è assente)
Prompt di Chara H. Kennedy:high school!au, per un progetto d'arte, A deve disegnare B, ma B ha un sacco di insicurezze e non riesce a stare fermo e rilassato.
In questo caso, A è Hazel e B è Frank.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frank Zhang, Frank/Hazel, Hazel Levesque
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Mi faresti da modello?  – perfino più imbarazzata di prima, Hazel aveva ripetuto la richiesta, questa volta a voce più alta, per farsi sentire nonostante il suono della campanella, il chiacchiericcio degli studenti e Leo e Piper che cantavano a squarciagola “Summertime” di High School Musical correndo per i corridoi.
-È per un compito estivo -aveva aggiunto, quasi a giustificarsi.
-Oh…Beh…Io…- Frank era arrossito visibilmente. Una parte della studentessa più giovane lo trovava adorabile, mentre l’altra, convinta di aver appena commesso un immenso errore, era tentata di fuggire a gambe levate e nascondersi nell’aula di arte fino all’inizio del nuovo anno scolastico.
Era abbastanza sicura di aver visto Piper rallentare dietro a Frank per rifilargli una gomitata e poi proseguire verso l’uscita.
Il ragazzo aveva emesso un gemito strozzato per il dolore. Dopodiché, ancora rosso in viso, aveva sorriso.
-C…certo! –
E così ora, in una calda mattina di giugno, si trovavano in una pittoresca spiaggia ignota ai più.
Percy aveva portato l’intera combriccola lì per festeggiare il suo ultimo compleanno, ed Hazel se n’era innamorata a prima vista.
Si mise a gambe incrociate su di uno scoglio piuttosto basso, prese tutto il materiale da lavoro dalla borsa e invitò il suo modello a mettersi comodo.
-Scegli un punto qualsiasi e la posa che più ti aggrada. Sei libero. Solo… cerca di stare fermo, okay? –
Frank annuì e si limitò a sedersi nel punto in cui già si trovava, vicino a lei.
-Pronto? –
-Credo di sì-
Non sembrava esattamente a suo agio. La ragazza si sentì leggermente in colpa per avergli chiesto di posare.
Cercò di sorridergli in modo rassicurante.
Impugnò la matita e alzò nuovamente lo sguardo su di lui, apprestandosi ad imprimere i suoi bei tratti asiatici su carta.
Inizialmente (per poco) andò tutto bene.
Poi Frank iniziò a muoversi con aria nervosa: prima cambiò la posizione delle gambe da raccolte contro il busto e sormontate dalle braccia conserte a incrociate, e abbandonò gli arti superiori ai lati del corpo.
-Frank… - lo richiamò l’artista.
-Oh. Perdonami- si scusò il giovane.
-No, non devi scusarti! – si affrettò a tranquillizzarlo lei.
“Ecco, brava. L’hai offeso. Stai zitta e spera solo di finire questo lavoro il prima possibile.”
Fu la sua musa ispiratrice a rompere il silenzio.
-Perché mi hai chiesto di posare? –
-Perché mi piaci – rispose lei senza pensarci, concentrata com’era sul disegnare l’occhio destro in modo che fosse simmetrico rispetto al sinistro.
Fu quando alzò nuovamente lo sguardo e notò l’espressione sconvolta di Frank che si rese conto di cosa aveva detto.
Nascose subito il volto dietro all’album.
-Non in quel senso! – cercò di spiegare nel panico più totale – Intendevo dire che… che mi piaci… per questo disegno. Mi sembri adatto. Mi ispiri-
-Oh- fu la reazione dell’altro. La conversazione finì lì.
Pochi attimi dopo, stesso problema di prima. Questa volta, Hazel tacque.
-L’ho fatto di nuovo – disse invece lui, con un tono così dispiaciuto da spezzarle il cuore.
-Va benissimo! Posso adattarmi e farti comunque il ritratto...-
-Mmh- si limitò a fare lui, prima di allungarsi a prendere il suo zaino a sacco, dal quale estrasse un cellulare e un paio di cuffie. -Posso? –
-Fai pure! – lo incoraggiò Hazel.
La musica sembrava averlo incantato. Adesso si limitava a giocherellare con il cavo delle cuffie, rendendole il lavoro molto più semplice.
Si sporse a leggere il titolo della canzone.
-“La vie en rose”? Amo questa canzone! Edith Piaf è la mia cantante preferita! Piace anche a te? –
Intanto Frank si era tolto le cuffie per ascoltarla.
-Sì, la canzone è molto carina, ma, ad essere sincero, non avevo mai sentito nominare Edith Piaf prima di questa mattina, e non riesco a capire assolutamente nulla del testo –
-Io so parlare il francese. Anche mia madre era bilingue, e quando vivevo con lei si rivolgeva a me in una o nell’altra lingua come se nulla fosse, quindi ho imparato presto a capire sia l’inglese che il francese –
-Potresti cantare la traduzione, allora? – le domandò lo sventurato che aveva trascinato in quella spiaggia sperduta.
Hazel lo guardò per un istante.
-Posso provarci, ma non sono una grandissima cantante-
-Non importa- disse lui -Ti va? –
Lei si schiarì la voce, e cominciò, con una punta di imbarazzo:
-Occhi che fanno abbassare i miei
Un ridere che si perde nella sua bocca
Ecco qui il ritratto senza ritocchi
Dell'uomo al quale appartengo-
 
Frank aveva nuovamente cambiato posizione: mano stretta in un pugno sotto alla mascella, sembrava scrutare qualcosa di invisibile alle spalle di Hazel.
 
- Quando lui mi prende fra le braccia
Mi parla a bassa voce
Vedo la vita in rosa-
 
Poi, finalmente, non si mosse più.
 
- Mi dice parole d'amore
Parole di tutti i giorni,
E sento qualcosa dentro-
 
Hazel aveva ricominciato l’opera daccapo. Tracciava le linee con delicatezza e attenzione. Con amore, avrebbe forse detto qualcuno.
Quello sarebbe stato uno dei suoi ritratti migliori.
 
- Lui è entrato nel mio cuore
Una parte di buonumore
Di cui conosco la causa-
   
 
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