Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: EmilyG66    17/06/2019    0 recensioni
“Arendelle crollerà sotto il peso del cuore di ghiaccio di una malvagia regina” così recitava la profezia e man mano che la principessa Elsa cresceva sentiva il peso di quelle parole gravarle sul cuore.
I suoi poteri erano sempre più ingestibili e la paura albergava in lei ogni giorno. Non aveva scelta, doveva andarsene.
Sul proprio cammino però si intrometterà un guardiano che attenua le paure della ragazza impedendole di rinunciare a vivere davvero.
Fanfiction Jelsa ambientata cinque anni prima dell’incoronazione.
I personaggi non appartengono a me ma alla Disney e alla DreamWorks.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo immortale si allontanò appena in tempo prima che davanti al suo viso spuntasse una parete di ghiaccio la cui superficie riflettente gli impedì di vedere cosa stesse realmente accadendo di là.

Mentre Jack svolazzava dunque attorno alla costruzione in corso, meravigliato come un bambino il giorno di Natale, la principessa ruotava, si circondava di pareti, erigeva colonne ed abbelliva fin dove il suo sguardo riusciva a posarsi il tutto con elaborati disegni.

L’immagine che aveva in mente era chiara e nitida come l’acqua.

Dopo essersi apprestata a chiudere il soffitto sopra la sua testa con un gran lampadario la giovane prese alcuni respiri, il petto le si sollevava e abbassava rapidamente ma lei ne era ignara. Sembrava sul punto di non riuscire a contenere la gioia di esprimere finalmente se stessa.

Elsa squadrò l’ambiente con un bel sorriso ma quando posò lo sguardo sul proprio riflesso storse appena le labbra con disappunto. Sollevò l’orlo del vestito ancora una volta con una mano, si piegò in avanti e sfiorò le scarpe che si ghiacciarono velocemente per poi esplodere in tanti piccolissimi cristalli di neve.

Le calze scomparvero e la ragazza si rimise in posizione eretta sciogliendosi i capelli. Il vento gelido li intrecciò per lei e diversi fiocchi di neve abbellirono e fermarono la treccia che la principessa adagiò sulla spalla sinistra.

A piedi scalzi la giovane scese allora le scale per il piano inferiore e nel farlo il ghiaccio le ricoprì i piedi modellandole al momento un paio di magnifiche scarpe degne di una regina delle nevi.

Mentre avanzava anche l’abito si trasformava diventando identico a quello che aveva sognato.

 

Nel frattempo il guardiano del divertimento era finalmente riuscito ad entrare non appena il portone di quello che era palesemente un castello si era materializzato.

Ora incredulo si guardava intorno con occhi e bocca sgranati, non voleva perdersi neanche un dettaglio di quella meraviglia. Non gli era mai capitato in più di trecento anni di assistere a qualcosa di così straordinario, ed in parte era anche un po’ merito suo.

-Questo...questo è pazzesco! -confermò osservando i dettagli accurati della fontana e quelli sul soffitto iridescenti per via dell’alba appena sorta.

-Neanch’io saprei fare di meglio. -aggiunse poi facendo un giro e mettendo in tasca la mano che non reggeva il bastone.

-Jack. -lo chiamò Elsa facendolo voltare verso la scalinata al centro della stanza.

La ragazza era lì, fasciata in un abito azzurro e luccicante che le metteva in risalto le forme dei fianchi, del seno e ne svelava le gambe lunghe grazie allo spacco.

Se non fosse stato certo che al momento esistesse solo un’altra persona con i suoi stessi poteri lo spirito avrebbe stentato a credere che quella fosse la stessa identica ragazza che aveva trovato inerme sotto la pioggia qualche ora prima.

Nuovamente rimase colpito da lei e dalla sua indiscussa bellezza, il proprio cuore non ne voleva sapere di collaborare e rallentare.

La principessa d’altra parte si sentiva bella, potente e invincibile ma era bastata un’occhiata dell’albino per farla avvampare ancora una volta.

-Ti...piace? -domandò per riavviare le terminazioni neurali del suo interlocutore.

Funzionò, il ragazzo si riprese dalla sorpresa e tornò ad essere il Jack Frost di sempre.

-Oh altrochè! -confermò -Sei bellissima, sei...tu. -concluse più pacatamente.

Era felice per lei e che avesse giocato con i suoi poteri scoprendo il potenziale celato dentro di lei fin’ora, possedeva anche molta creatività e una notevole abilità artistica.

La giovane non ravvivò il discorso e il silenzio scese per alcuni minuti all’interno del castello.

-Allora, è un palazzo di ghiaccio giusto? -chiese il guardiano retoricamente indicando con l’indice il soffitto.

Elsa annuì e scese le scale, sorpassò lo spirito con un sorrisetto e stile altezzoso poi distese le braccia in avanti. Nell’angolo della sala in cui stava puntando i palmi delle mani creò un gigantesco trono di ghiaccio sul quale la ragazza si sedette accavallando le gambe lunghe deliberatamente.

Oh...sembrava davvero una regina in quel momento. Era una mortale ma l’albino credeva fermamente che non fosse così fragile come gli era sembrata in principio.

Il ragazzo con espressione maliziosa le si accostò e parlò.

-Oh tu saresti un’avversaria divertente contro cui combattere. -affermò.

Mise il proprio bastone in verticale sul pavimento e una volta certo che fosse in equilibrio perfetto ci balzò sopra leggero come una piuma.

Incredibilmente il pezzo di legno non si mosse e il diciottenne riuscì ad accovacciarsi in cima senza cadere, rimase così come se quella fosse la posizione più comoda al mondo.

La principessa lo osservò dal basso verso l’alto con confusa curiosità ma non commentò quello strano fatto.

Non sarebbe stato Jack Frost se fosse stato normale.

-Potresti essere la mia collega, -continuò a dire quest’ultimo -anzi potresti addirittura sostituirmi. A proposito: cos’hai da fare il prossimo inverno? -domandò infine in maniera scherzosa portandosi una mano contro la pallida guancia rilassato.

La giovane accennò una risata.

Le sarebbe seriamente piaciuto accompagnarlo in qualcuno dei suoi viaggi intorno al mondo ma non si sentiva ancora pronta a lasciarsi andare e ad abbandonare l’idea che la sua magia potesse anche fare del male.

Stava succedendo tutto così in fretta, era...troppo presto.

I due parlarono ancora a lungo, lui sul suo bastone e lei sul trono poi insieme esplorarono il vasto castello modificandone l’aspetto dove lo ritenevano giusto e nella maniera che più li rispecchiava.

Il guardiano fu oltremodo contento di mettere un po’ di suo in quel castello, non aveva mai svuto qualcuno con cui condividere il proprio talento così intimamente e la cosa gli piaceva. Non si era mai sentito così completo come ora.

-Non hai paura di perdere il controllo? -gli domandò Elsa riportandolo alla realtà.

Lo spirito fece un sorrisetto e guardandola negli occhi rispose sicuro: -No, per niente. Pitch se lo sogna. -

L’espressione sorridente della bionda non vacillò all’affermazione e senza rendersene conto entrambi smisero di camminare e si fermarono.

Si scrutarono aspettando che l’altro dicesse qualcosa...qualsiasi cosa, ma non accadde e la principessa posò il suo sguardo altrove. L’albino non smise di guardarla, non ne vedeva il motivo per smettere di farlo e fu così che comprese una cosa di sé: la ragazza non gli era indifferente e...desiderava baciarla.

Esatto. Era folle e immaturo ma quelle labbra erano insolitamente invitanti e il ragazzo era curioso di conoscere che sapore avessero.

Non aveva mai avuto pensieri del genere, che stesse crescendo senza rendersene conto?

Jack deglutì stranamente nervoso.

-Hei Elsa. -le disse richiamando l’attenzione della giovane che tornò a guardarlo.

Il palazzo sembrò davvero troppo vuoto in quell’istante e i due se ne resero senz’altro conto.

L’istinto stava gridando al suo ribelle proprietario di farlo, di baciare Elsa sulle labbra di un vivido porpora senza riflettere. Non c’era nient di sbagliato no?

Lui era libero dopotutto, libero di fare ciò che più desiderava e nessuna regola l’avrebbe fermato. Ma se fosse stata lei a chiederglielo, o a respingerlo, lo spirito l’avrebbe ascoltata immediatamente.

Non ce ne fu alcun bisogno.

Il ragazzo prese coraggio e con la mano destra delicatamente sfiorò il viso della bionda il cui cuore galoppava frenetico.

Era possibile che si fosse davvero innamorata di lui e lui di lei in così poco tempo? Una volta in un libro aveva letto che poteva succedere all’istante, impiegare tantissimo tempo o solo qualche ora.

La ragazza non si sottrasse a quel tocco nonostante fosse visibilmente insicura e agitata da ciò che stava accadendo.

L’espressione gentile di Jack e il suo sguardo penetrante ma sincero sembrarono avere un effetto calmante su di sé così si lasciò avvicinare e chiuse fiduciosamente e con estrema lentezza gli occhi di ghiaccio.

Era una cosa che voleva anche lei, avere il suo primo bacio…

“Non puoi baciare un giovane che conosci appena” la rimproverava la sua coscienza, e per una volta nella sua vita la principessa se ne infischiò. Erano attratti l’uno dall’altra perciò perché non cedervisi?

Il guardiano a sua volta abbassò le palpebre, erano così vicini che poteva sentire il suo respiro direttamente sulle labbra. Lei era tutto ciò che voleva, ancora pochi millimetri e avrebbe dato anche lui un primo bacio.

Quel bacio però non vi fu mai poiché un nitrito infranse e poi calpestò brutalmente l’atmosfera idilliaca che con tanta fatica si era venuta a creare.

Il duo si allontanò bruscamente in allerta. Qualcuno era riuscito ad arrivare fin lì?

-Hai sentito anche tu? -chiese lo spirito attento.

In un primo momento Elsa avvertì un senso di inquietudine invaderla poi di colpo si ricordò com’era giunta sulla montagna e sollevata pensò che il suo amico quadrupede fosse tornato da lei.

-Oh non è niente, ho solo creato un cavallo di neve prima. -ammise con finta aria di sufficenza avviandosi verso il portone.

Tenne la testa bassa per l’imbarazzo e s’impose di non guardare l’albino in volto mentre passava.

Lui rimase lì con sguardo interdetto.

-Ovviamente. -commentò sarcastico seguendo poco dopo la ragazza.

 

Quando la principessa aprì le porte di ghiaccio non scorse nessuno in vista, dunque scese cauta la scalinata e oltrepassò il burrone.

L’aria gelida della montagna le entrò nei polmoni e la bionda potè ammirare bene una spettacolare alba sorta da poco. I raggi del neonato sole si riflettevano sul suo castello creando un’incantevole contrasto di colori che neanche il più abile pittore sarebbe stato in grado di replicare.

La giovane osservò nuovamente i dintorni e prima che potesse compiere un solo passo un gruppo di guardie reali a cavallo sbucarono da dietro un’enorme cumolo di neve.

Elsa si sentì morire.

Com’erano arrivati fin lassù e in così poco tempo?

Lei non lo sapeva ma era andata proprio così: le guardie avevano trovato il mazzo di chiavi sulla porta e si erano subito mobilitate per scoprire se qualcuno fosse entrato o ucito dal castello.

Controllando le scuderie scoprirono che il cavallo della principessa Elsa non c’era e svegliarono la servitù che a loro volta avvertirono il re e la regina.

Immediatamente si erano chiesti se la loro principessa fosse stata rapita o fosse semplicemente scappata e avevano dato il via alle ricerche.

Non c’era stato tempo di cercarla nei boschi, sulle navi da carico o al villaggio che la montagna del Nord si era illuminata svelando la posizione della primogenita del re che, in quel momento esatto, stava costruendo il suo castello.

-No… -disse la ragazza in un sussurro angosciata.

Dietro di lei il ragazzo eterno non sapeva se intervenire o meno, non era certo che riuscissero a vederlo e la colpa di un suo eventuale attacco sarebbe stata attribuita alla sua controparte femminile.

-L’abbiamo trovata! Grazie al cielo. Vostre maestà è qui! -iniziarono a dire gli uomini in divisa aumentando sempre di più.

La principessa indietreggiò spaventata più da ciò che avrebbe potuto fare se non fosse riuscita a controllarsi che da loro e Jack non ebbe più alcuna sitazione.

Si parò di fronte alla bionda ed impugnò il suo bastone con sguardo fermo. Una guardia scesa da cavallo lo additò parlando con un suo compagno di quanto fosse strano e valutando se fosse o meno una minaccia.

Il guardiano ebbe così la conferma che riuscissero a vederlo e parlò.

-State indietro. -ordinò con una voce talmente profonda che fece inavvertitamente fremere l’erede al trono.

Le guardie trovarono quasi ridicolo che quel popolano poco più grande di un bambino li stesse minacciando con un ramo ma ciò nonostante non si avvicinarono limitandosi a smontare da cavallo. La loro lady era vicina ad uno strapiombo e non volevano metterla in pericolo.

Un uomo e una donna fecero la loro comparsa su dei destrieri bardati diversamente dagli altri, avevano un’espressione davvero preoccupata stamapata sul volto.

-Elsa! -esclamò sorpresa la donna con una corona in testa.

-Madre...padre… -rispose la giovane sgomentata semplicemente incapace di formulare qualunque altra frase.

Loro non dovevano essere lì, non dovevano prendere attivamente parte alle ricerche.

-Madre? -ripetè lo spirito sorpreso lanciando un’occhiata alla ragazza che stava proteggendo.

Osservò meglio i regnanti di Arendelle e si accorse che la regina dai capelli bruni somigliava come una goccia d’acqua ad Elsa. Stupito e con gli occhi ben aperti si voltò dunque verso di lei ancora una volta.

-Non mi avevi detto di essere una principessa. -affermò l’albino quasi offeso.

La ragazza lo guardò per un attimo poi i suoi occhi schizzarono nuovamenti ai genitori ed il ragazzo ebbe un’ulteriore e non richiesta conferma di quello che aveva appena scoperto.

-Grandioso. -disse ironico prestando attenzione all’esercito che aveva di fronte.

Si era andatto a cacciare in un bel guaio inconsapevolmente.

  
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