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Autore: MaryFangirl    18/06/2019    7 recensioni
Ryo e Kaori devono portare a termine una nuova missione per Saeko, dalle conseguenze impreviste...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba, Saeko Nogami
Note: Lemon, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: City Hunter
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"Ti ascoltiamo. Che lavoro ci vuoi affidare?" chiese Ryo, sottolineando il 'ci'.
"Ecco, la storia è un po' lunga" disse Saeko, lasciandosi andare sullo schienale del divano. "Sono su una grossa indagine. Un traffico di droga, opere d'arte e una rete internazionale di prostituzione...ho indagato per diversi mesi e ammetto che abbiamo molte difficoltà. Sono convinta che ci siano corrotti tra gli agenti di polizia, o anche più in alto..."
"Queste sono accuse molto gravi..." disse Ryo, con tono parecchio serio.
"Lo so. È iniziato tutto sei mesi fa. Sono stati segnalati diversi decessi per overdose di una nuova droga. Abbiamo catturato alcuni spacciatori per fare il punto della situazione. Abbiamo individuato il legame con il furto di opere d'arte che sono uscite dal paese e trovate all'estero, così come i rapimenti di giovani donne in tutto il mondo, alcune identificate in varie reti di prostituzione"
"È disgustoso" disse Kaori, pallida di rabbia.
"Sì. Ma siamo bloccati. Qualcuno ci sta mettendo i bastoni tra le ruote. Mentre eravamo sul punto di ottenere una confessione da uno degli spacciatori, è stato ucciso all'interno della stazione di polizia. Sono appena stata ripresa dai miei superiori. In sostanza, se non avrò risultati molto rapidamente, mi porteranno via il caso" confessò, abbassando lo sguardo.
Ryo fissò Saeko, esaminando la sua postura e il suo atteggiamento.
"Ci nascondi qualcosa che ti tocca. Non mi piace. O ci dici tutto, o ti arrangi" disse Ryo con fermezza.
Saeko lo guardò sorpresa, poi gli sorrise leggermente. A volte dimenticava che, dietro la sua apparenza disinvolta, c'era un vero professionista con un istinto molto acuto.
"Hai ragione. Devo essere su una buona pista perché ho ricevuto lettere minatorie e hanno anche manomesso i freni della mia auto due giorni fa" li informò.
"In effetti, la faccenda è seria. Qualche idea sulla provenienza della droga?"
"Dall'America Centrale. Ryo, è un derivato della Polvere degli Angeli. Una versione più debole ma, per il momento, sembra impossibile disintossicarsi senza perdere la vita. Pensiamo che un ex componente dell'Union Teope abbia formato una rete..."
A queste parole, Kaori si alzò e si diresse alla finestra, turbata. Vedere il flusso del traffico la calmò.
L'Union Teope...ancora e ancora...si erano già presi suo fratello, avevano cercato di ucciderli più volte...quando sarebbe finita?
Ryo la guardò. Lei era forte, ma...
"Kao?"
"Tutto bene" mormorò lei. Tornò a sedersi insieme a loro qualche momento dopo e guardò Saeko dritta negli occhi. Quest'ultima rabbrividì per la sua intensità: la sorellina di Maki era proprio cresciuta.
"Non puoi rimanere senza protezione se sei minacciata. Faresti meglio a venire a vivere qui"
Ryo e Saeko la fissarono senza capire. Non era la risposta che si aspettavano.
"No, Kaori, ti ringrazio ma..."
"Niente ma. Ho già perso mio fratello, mi rifiuto di perdere un'amica in più...soprattutto quando avrebbe potuto essere mia sorella..."
Saeko distolse lo sguardo per non mostrare l'emozione che le parole della giovane donna avevano suscitato. Ryo prese la mano della sua compagna e la serrò per sostenerla.
"Kaori ha ragione. E poi, potremo parlare meglio del caso"
"Significa che accetti? Che accettate?" mormorò Saeko, incredula.
Ryo e Kaori si scambiarono un'occhiata d'intesa. Saeko rimase come sempre impressionata dalla complicità che esisteva tra quei due da così tanti anni, complicità che più volte li aveva fatti uscire da situazioni pericolose.
"Sì. E verrai a stare qui da stasera" disse Ryo alzandosi in piedi. "Andremo a casa tua per prendere le tue cose, e domani ne riparleremo"
"Okay" sussurrò Saeko. Non l'avrebbe confessato a nessuno, ma era rassicurata dal fatto di non essere più sola e che aveva qualcuno che l'avrebbe protetta. Inoltre, poter finalmente riuscire a passare una notte dormendo adeguatamente le avrebbe sicuramente fatto molto bene e avrebbe calmato i suoi nervi. I due partirono verso casa di Saeko.
"Allora, tu e Kaori..." mormorò Saeko in macchina.
"Sì, abbiamo superato la barriera. Ma tienilo per te ancora un po'" disse lui ammiccando.
"Promesso. Ammetto di essere un po' gelosa. Ma tu hai avuto più coraggio di me e questo è un bene"
Represse la sensazione di rimpianto che nacque nel suo cuore. Avrebbe voluto avere il tempo di vivere una bella storia con Maki. Se solo non avesse avuto tanta paura di affezionarsi a qualcuno, diventare dipendente da lui...
"Comunque, se vuoi pagare i tuoi debiti, c'è ancora tempo..." disse lui, agitando le dita verso di lei. Saeko gliele picchiettò, con aria annoiata. Lui tornò serio.
"Sto scherzando. Basta con questa storia"
"È fortunata"
"No, sono io quello fortunato. È stata più che paziente con me"
"Perché nessuno lo sa? Perché interpretate ancora gli stessi ruoli di prima?"
"Per darci del tempo...io ne avevo bisogno all'inizio, poi il tempo è passato..."
Ripiombarono nel silenzio. Arrivati all'edificio di Saeko, si diressero verso il suo appartamento. Mentre lei stava per inserire la chiave nella serratura, Ryo la trattenne. La spinse da una parte e si appoggiò leggermente alla porta. Questa si aprì, rivelando un vero disastro. Tutto era stato rivoltato e saccheggiato. L'appartamento era stato perquisito da cima a fondo. Saeko scorse la scena, annientata.
"Ryo..."
"Forza, dolcezza. Vai a prendere le tue cose. Torneremo domani" disse, spingendola verso la sua stanza.
Lui iniziò a raccogliere oggetti nel salotto mentre l'aspettava. Si imbatté in un bottone con un'effigie a forma di aquila...lo prese e lo chiuse in un fazzoletto. Quando Saeko tornò dopo pochi minuti, glielo mostrò e lei negò che fosse suo. Forse avevano una prova...ripartirono. Ryo aveva una brutta sensazione. Voleva tornare al più presto per trovare Kaori.
Giunti vicino a casa, Ryo sentì delle auree malvagie intorno e all'interno dell'appartamento. Lasciò la Mini dietro l'agenzia di Reika ed entrambi si incamminarono attraverso gli scantinati. C'era scompiglio al piano superiore. Sentirono dei forti rumori...Ryo trattenne Saeko che era sul punto di precipitarsi.
"Kaori!"
"Lo so. Ma non gettarti a capofitto. Lei sa difendersi" le disse, molto serio.
Come a volergli dare ragione, si udì uno sparo.
"È la Smith&Wesson di Kaori. Chiama Mick. Abbiamo bisogno di un paio di occhi prima di intervenire"
"Ok"
Passarono per l'armeria per rifornirsi, poi, con le istruzioni di Mick, salirono di sopra. Neutralizzarono i cinque uomini che si tenevano al piano inferiore. Sulla porta del salotto, Ryo diede un'occhiata e vide tre uomini. Mick gli aveva detto che ce n'erano cinque. Saeko gli toccò il braccio e gli mostrò il telefono.
'K chiusa nella stanza R, tre al piano di sotto, due di sopra'.
Lui entrò, Saeko lo copriva. Neutralizò silenziosamente i tre uomini e prese di mira il quarto. Il quinto era evidentemente entrato nella stanza dalla quale si sentiva la confusione.
"Alza le mani e lascia andare la tua arma" gli disse.
"Tu sogni. Sei tu che lascerai la tua arma" disse l'altro, con un sorriso malvagio sulle labbra. Infilò la mano in tasca e tirò fuori una granata.
"Se la lascio andare, farò esplodere la porta della stanza e dovrò buttarne solo una seconda dentro per far saltare in aria la tua ragazza" disse, picchiettando la tasca.
"Non farai in tempo, ti avrò fatto fuori prima" disse Ryo minaccioso.
"Vuoi provare? Guarda bene!"
Fece per sganciare la granata ma le sue braccia furono immobilizzate dai coltelli lanciati da Saeko. La granata, sbloccata, cadde a terra. Il quinto ladro uscì dalla stanza tenendo Kaori per la gola, un'arma puntata contro la sua tempia. Nonostante la situazione, lei rimaneva calma e fissò lui aspettando un suo cenno. Ryo ignorò i segni dei colpi sul suo viso, il suo labbro gonfio. Per mantenere la calma, guardava solo i suoi occhi, il suo corpo. Dopo tanti anni, ne conosceva il linguaggio.
Lo percepì prima che lei facesse un movimento. Inviò una violenta gomitata nella pancia di quello che la tratteneva. Sorpreso, lui fece urtare l'arma sulla testa di Kaori e questa, stordita, cadde nel vuoto sopra la ringhiera. Crollò a terra, incosciente.
"Saeko, occupati di Kaori" gridò Ryo, poi inseguì il criminale che era fuggito di corsa oltre la ringhiera prima di dirigersi verso la porta.
"Kaori!"
La donna si precipitò al suo fianco e le cercò il polso. Respirò: era viva. Tranne qualche livido, non sembrava essere ferita. Rimase vicino a lei, all'erta, dopo aver ammanettato i quattro uomini che erano riusciti a neutralizzare. Qualche minuto dopo, la giovane donna riprese i sensi. Aveva male alla testa e un po' dappertutto. Quando volle alzarsi, ebbe una vertigine che la fece ricadere a terra.
"Calma...hai battuto la testa mentre cadevi" le disse Saeko costringendola a sdraiarsi.
"Ryo..." mormorò Kaori, cercandolo.
"Si è lanciato all'inseguimento..."
"Sono qui. Non sono riuscito a prenderlo" disse lui entrando nella stanza con un'espressione cupa.
Si avvicinò alle due donne e si inginocchiò accanto a loro, fissando Kaori.
"Allora, dovevi fare l'esibizionista" scherzò. Ma il suo sguardo preoccupato smentiva la leggerezza delle sue parole. Lei sorrise debolmente.
"Te ne eri andato con un'altra donna, ho chiamato altri uomini per sostituirti"
"Mi sento rassicurato: un solo uomo non sarebbe abbastanza, allora..."
"No, infatti" rispose lei, una crepa nella voce. Lui la prese dolcemente tra le braccia e la strinse per consolarla, poi l'aiutò ad alzarsi lentamente.
"Saeko, gliela faremo pagare a quella feccia. Ne faccio una questione personale"
"Sì. Anch'io"
Mick arrivò poco dopo, preoccupato, accompagnato da Kazue. La giovane donna visitò Kaori ma, a parte una sorveglianza durante le ore successive alla perdita di coscienza, non raccomandò nient'altro. Ryo estrasse il bottone dalla tasca e lo mostrò a Mick.
"Guarda. Ti dice qualcosa un simbolo a forma d'aquila?"
"Non è un'aquila, ma una fenice" disse Mick con tono colto.
"Chi se ne frega, è un volatile con le piume. Aquila o fenice, è la stessa cosa" esclamò Ryo, seccato.
"No, è simbolico: l'uccello che rinasce dalle proprie ceneri...e non mi dice nulla. D'altra parte, se me lo chiedi gentilmente, posso raccogliere informazioni attraverso le mie reti" aggiunse Mick, magnanimo.
"Sì, fallo. Voglio trovare il bastardo che ha fatto questo casino a casa mia"
-E che ha toccato la mia donna- pensò, guardando Kaori. Era in collera con quegli uomini, con se stesso per non aver previsto che li avrebbero attaccati così in fretta...lei avrebbe potuto pagarne il prezzo e lui sarebbe rimasto solo...
Sentì la mano della sua compagna sul braccio e immediatamente i sentimenti devastanti scomparvero. Lei era livida e i colpi che aveva ricevuto cominciavano a segnarle il viso e il corpo.
"Per oggi, abbiamo tutti fatto la nostra parte. Grazie Mick per il tuo aiuto"
L'americano fece un gesto con la mano.
"Un po' d'azione per illuminare un po' di più una bella giornata. Buonanotte"
Dopo il congedo di Mick e Kazue, arrivò la polizia, prese in custodia i prigionieri e se ne andò. Ryo, Kaori e Saeko rimasero soli. Ryo si rivolse a Saeko.
"Sono arrivati qui troppo in fretta, Saeko" le disse Ryo cupamente.
"Mi dispiace. Non pensavo..."
"No, non capisci. Penso che ci avessero già presi di mira prima che tu ci chiedessi aiuto"
"Sì, volevano prendere me per fare pressione su di te" disse Kaori, una punta di rabbia nella voce. Ancora una volta, avevano voluto servirsi di lei come punto debole di Ryo. Ma questa volta non ci erano riusciti. Aveva combattuto come una leonessa, tuttavia per fortuna erano rientrati perché non era sicura che avrebbe potuto resistere a lungo...
"Visti i danni, hai dato loro del filo da torcere" disse lui, orgoglioso di lei. Kaori arrossì leggermente al complimento. Ryo invitò Saeko ad andare a dormire e portò Kaori in bagno per occuparsi dei suoi lividi. Vi passò sopra un unguento anestetico e curativo, cercando di essere il più gentile possibile. Lei non gemette né si mosse. Quando ebbe finito, le passò il pollice sulla guancia con tenerezza, poi la prese tra le braccia.
"Ti sei comportata come un boss, Kao" le sussurrò e l'abbracciò. Lei si annidò tra le sue braccia, appoggiando la testa contro il suo petto, e ascoltò il battito del suo cuore, che la calmò.
"Ho avuto paura, Ryo"
Lui prese il suo viso tra le mani e la fissò. Anche lui ne aveva avuta, ma non glielo disse. Era anche più che soddisfatto che lei li avesse menati, il che la fece sorridere. Gli allacciò le braccia al collo e lo baciò. Lui ricambiò il bacio con amore e tenerezza, poi la prese in braccio e la portò nella loro stanza.
Giunto alla porta, si fermò: la stanza era sottosopra ed era francamente troppo tardi per rimettere tutto in ordine.
"Ho preso il letto extra nella stanza di Kaori. Possiamo dormire tutti e tre nella stessa camera" disse Saeko, appoggiandosi allo stipite della stanza accanto.
"Ma certo, ora che sai che la situazione è priva di rischi, mi inviti a dormire con te..." ironizzò Ryo.
"Con Kaori e la scorta di martelli nell'armadio, non rischio granché" rispose lei rapidamente, tornando nella stanza.
"Mi autorizzi a entrare nel tuo letto?" chiese Ryo a Kaori, leggermente intimidito. Era sciocco, ma non aveva mai dormito nella stanza di lei e aveva come la sensazione di entrare in un territorio sacro.
"Sì, è di tuo interesse" scherzò lei.
Dopo essersi cambiati, andarono a letto. Ryo attirò la giovane donna a sé, incollandosi contro la sua schiena, approfittando del suo calore, del suo odore, la sua nuova droga...Kaori si addormentò rapidamente, esausta. Saeko, che non riusciva a dormire, si girava e rigirava.
"Sei al sicuro, Saeko. Non succederà più nulla oggi" la interpellò lo sweeper.
Lei lo fissò. Aveva un braccio intorno alla vita di Kaori e la teneva stretta a sé. Un soffio di gelosia la colse per poi andarsene. Avrebbe voluto che qualcuno tenesse così anche lei, per sentirsi amata, protetta, al sicuro...ma aveva fatto la sua scelta e doveva conviverci...
"Lo so. Buonanotte, Ryo"
Lui chiuse gli occhi e lei lo imitò a breve. La serata era stata dura, e senza dubbio lo sarebbero stati anche i giorni a seguire.
  
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