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Autore: jay0704    21/06/2019    0 recensioni
Lei una ragazza con il cuore ferito dal suo passato turbolento, che al mondo posta una personalità forte e determinata. Ma solo con lui riuscirà a mostrare davvero cosa c'è sotto quella maschera. Mostrerà quella fragilità che solo lui riuscirà a comprendere ed amare fino infondo. Grazie ai diversi aspetti che li uniscono nascerà un amore che supera ogni limite e che non smetterà mai di crescere.
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Account:_siamouguali
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 39

                                                                                     Jay

 

  • Mi assicuri che tra di noi non cambierà nulla, continuerai a trattarmi come se non fosse mai accaduto nulla, giusto? 
  • Si, Clara stai tranquilla. Tra di noi rimarrà tutto uguale te l’ho prometto.

 

Fa’ un lungo respiro, inizia a muovere le gambe nervosamente, portandosi i capelli dietro, è tesa poverina per lei è difficile parlarne, non riesce a fidarsi completamente di me, le do ragione ci conosciamo da fin troppo poco tempo per potermi parlare di una cosa così tanto intima. 

Tuttavia mi sorprende vedere che ci sta provando a parlarne, questo suo sforzo e da apprezzare ai miei occhi la rende una ragazza forte.

 

  • Allora credo che tutto sia iniziato quando ero solo una bambina.

Trattiene a stento una lacrima che è ormai scesa bagnando nuovamente la sua guancia, tuttavia non vuole fermarsi, prova a parlare di nuovo cercando di trattenere i singhiozzi.

  • Non so  se sia successo anche prima non lo ricordo ero troppo piccola probabilmente la mia mente lo avrà rimosso. Avrei voluto tanto poter scegliere la mia famiglia, però non è stato così mi è capitata la cosa peggiore che non auguro a nessuno, neppure al mio peggior nemico.

Ascolto attentamente, osservando i suoi occhi che si incupiscono ancora di più, adesso piange, la voce è bassa e flebile, cerca di farsi forza tenendo i pugni stretti. 

  • Scusami Jay, non è facile sto facendo un sacrificio enorme a parlarne è la prima volta che lo faccio, ed è strano perché realizzo che è successo realmente. Fino ad ora ho sempre cercato di rimuoverlo dalla mia mente, fare finta che non sia mai successo. Però capisco che devo farlo per me stessa, devo ammetterlo è accettarlo per poter vivere meglio.
  • Piccola io ci sono, starò qui ad ascoltarti finché tu vorrai, se ad un certo punto non ne vuoi più  parlare ci fermiamo, ok?

Le dico poggiando la mia mano sopra la sua, cerco di non mostrarle la rabbia che nutro per la persona che le ha rovinato la vita, lei annuisce continuando a parlare.

 

  • Non sono mai stata una bambina socievole, non parlavo con nessuno, giocavo poco, non sono mai stata come tutte le altre bambine normali.Tutte le notti le passavo a piangere sul mio letto, ho odiato ed odio ancora me stessa, per non essere stata capace di impedirlo. Devi credermi quando ti dico che non sono mai riuscita a guardarmi allo specchio senza rivedere quella bambina dall’infanzia rubata, provo disgusto per il mio corpo. Non amo per nulla me stessa, mi faccio schifo, il mio corpo anche se non si vede è pieno di ferite, è cosparso dalle impronte dell’uomo che mi ha uccisa. Sono arrabbiata con il mondo, con me stessa, con mio fratello, con quel porco che mi ha distrutta, si è preso la mia innocenza, lasciandomi il vuoto, ecco come mi sento vuota. 

 

Scoppia a piangere, i suoi lamenti sono indescrivibili, esprimono tanta disperazione e rabbia. Mi avvicino a lei, è la abbraccio forte, provo a darle conforto, anche se la rabbia dentro  di me inizia a crescere.

Non riesco a immaginare la sofferenza che ha provato, non poteva confidarlo a nessuno, nessuno l’avrebbe capita, nessuna  l’ha  mai aiutata sono rimasti tutti a guardare. La mia Clara, è stata obbligata a crescere troppo in fretta, è stata obbligata ad andare avanti con la consapevolezza che nulla sarebbe stato più lo stesso.

È orribile sentirla parlare così, odia la vita, odia se stessa, odia il mondo, le sue parole sono come dei proiettili che colpiscono il mio corpo. La stringo più forte, le lascio dei baci sulla testa, cercando di tranquillizzarla, voglio che continui, voglio conoscere il nome del coglione che le ha 

fatto questo.

 

  • Scusa, Jay continuo.
  • Sicura? Se vuoi puoi fermarti.
  • No, voglio continuare. Lo faccio anche per me stessa, devo iniziare ad accettarlo.

Mi dice convinta, si allontana tornando nella sua vecchia posizione.

  • Allora penso tu abbia capito quello che mi è successo, mi hanno violentata. Ogni giorno, ogni sera, mio padre ha abusato di me. Cercavo di opporre resistenza però tutte le volte in cui ci ho provato venivo menata, a volte perdevo anche i sensi. Ero sempre piena zeppa di lividi, labbra spaccate e gonfie,  occhio nero, chiunque mi guardasse poteva capire subito che c’era qualcosa che non andava, le mie maestre lo vedevano, hanno provato ad aiutarmi però non ci sono riuscite. Tutte quelle volte che qualcuno si metteva in mezzo, io ne pagavo le conseguenze. Ti chiedi ora perché, non ho fatto nulla? Me lo chiedo anch’io perché non l’ho fatto, so solo che avevo paura, di ricevere di peggio, anche se in cuor mio so che non c’è niente di peggiore di questo.

 

La rabbia mi travolge totalmente, non riesco a sopportare tutto questo. Seppur non la conoscessi, mi sento in dovere di aiutarla di salvarla da questo incubo. 

Odio l’uomo che le ha rubato una cosa così intima, senza  chiederle il permesso, la sua vita è stata stravolta l’odio che nutro cresce dentro di me, non so se riuscirò a rimanere con le mani in mano. Andrei adesso a cercare quel bastardo, lo ucciderei con le mie stesse mani, ponendo fine al sua inutile vita, così come lui ha messo fine alla vita della mia Clara. 

Tiene lo sguardo verso il basso, la vergogna che prova è grande lo percepisco, i suoi singhiozzi sono forti esattamente come prima, le lacrime scendono in fretta, tiene strette le mani alle spalle.

Quello che vedo è  una bambina, che piange disperata per quello che gli è successo, non pensavo fosse così fragile, indifesa, è compito mio proteggerla voglio  assicurarmi che non riaccada nuovamente. 

Inconsapevolmente mi scivola una lacrima che riga la mia guancia, mi avvento su di lei, la stringo, piango in silenzio, insieme a lei, come se il suo dolore fosse anche il mio.

  • Mi diceva che così sarei stata pronta per un vero uomo, mi dava della puttana. Mia madre non ha mai fatto nulla, lei lo sapeva ma non ha fatto nulla per farlo smettere, era sempre pronta a  farmi del male dopo di lui. Mio fratello ha visto, rideva di me, minacciava di dire a tutti che sono una troia. 

Il suono della sua voce esce come un lamento, quella non è la sua famiglia, sono dei mostri, che  la pagheranno cara per quello che hanno fatto. Continuo a stringerla, cerco di reprimere le lacrime, che continuano a scendere. 

  • Clara da ora in poi non ti succederà nulla, ok? Non permetterò più che questi ti facciano ancora del male. Sarà mio compito assicurarmi che non ti venga più toccato anche un solo capello. 
  • Jay non sei arrabbiato con me, ti ho mentito, non sono pura come credevi.
  • Non mi importa, tu per me continuerai ad essere perfetta, ai miei occhi continui ad essere la ragazza dei miei sogni. 

Nasconde il suo viso tra le mie braccia, stringendomi più forte, continuo ad accarezzarla dolcemente, provando a sovrastare il dolore che la tormenta.

  • Clara, non voglio che tu continui a rimanere in quella casa, non è un posto sicuro per te. Devi cercare un nuovo posto in cui andare a vivere, hai detto che lavori, quindi sei indipendente, non devi rimanere più in quella casa per favore.
  • Jay non posso, sono minorenne, nonostante lavoro già da un anno, non posso andare a vivere da sola. Al momento per me è impossibile devo aspettare il mio diciottesimo compleanno.

Faccio un profondo respiro, non voglio che Clara rimanga sola, non dopo quello che le è successo, deve andarsene da lì al più presto, cosicché possa ricominciare da capo.

D’improvviso mi balza in mente, un qualcosa di azzardato, però è l’unica soluzione che mi viene in mente. Potrebbe venire a vivere  da me, qui nessuno le farà mai del male, l’aiuterei a ricominciare, facendole amare ogni aspetto della sua vita, così come lei lo  ha insegnato a me.

La allontano, adesso siamo faccia a faccia, mi osserva confusa, prendo un respiro profondo adesso o mai più, spero che non rifiuta la mia proposta.

 

- Clara, lo so che è troppo presto, però potremmo provarci insieme. Alla fine non abbiamo nulla da perdere, ci possiamo solo guadagnare. Ad esempio io potrei avere finalmente una ragazza al mio fianco, che si prenderebbe cura di me. Tu saresti perfetta, mi fai sentire amato e protetto, quindi mi piacerebbe davvero tanto farti sentire quello che provo io, quando mi abbracci, mi accarezzi per farmi addormentare. Poi,  insomma ho bisogno di qualcuno che mi faccia il primo soccorso, quando sto male. Quindi Clara, quello che cerco di dirti è se ti va di... venire a vivere con me. Non pensare che lo faccio per pietà o pena, lo faccio per me stesso ti voglio sempre con me, mi piacerebbe trovarti in cucina con un grembiule a prepararmi la cena, oppure essere accolto calorosamente da te al mio arrivo, parlare della nostra giornata. Voglio vederti dormire, ridere, desidero vederti felice, il tuo sorriso per me è oro. Quindi Clara pensaci, accetta la mia proposta, rendi felice questo ragazzo follemente innamorato di te. Non pensare minimamente che lo faccio per pietà perché non è così, accetta per favore.

   
 
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