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Autore: _Rael_89    21/06/2019    0 recensioni
FFXV è uno dei giochi più complessi dal punto di vista dello sviluppo: ha subito vari rimaneggiamenti, tagli e smembramenti nel corso degli anni che ne hanno totalmente stravolto la narrazione, creando non pochi problemi ai giocatori per quanto riguarda la comprensione della vasta lore di questo capitolo. Ho passato in rassegna tutto ciò che è uscito in relazione del gioco finale (film, anime, guida, traduzioni dell’Ultimania, Wikia, trailer, artworks, dichiarazioni del team di sviluppo) e quello che ne è venuto fuori è la vera trama, di una ricchezza e bellezza che in pochi hanno colto. Da questa premessa potete capire come mi sia venuta l’idea di questa fanfiction. Ho deciso di ricostruire l’intera trama a partire dalla storia di Eos descritta nell’Ultimania fino ad arrivare al finale del gioco (compresi tutti i dlc e gli aggiornamenti che usciranno) per renderla fruibile a chiunque voglia conoscerla.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 44: Prayer de Luna


Il buon cibo, le risate e l’atmosfera del posto furono un balsamo per l’animo affranto del principe Noctis, che in compagnia dei suoi amici aveva quasi dimenticato l’oscura chiacchierata con suo padre di qualche ora prima; come un ospite qualsiasi si godeva la serata, in attesa del fatidico momento in cui consiglieri reali e dignitari imperiali si sarebbero seduti tutti allo stesso tavolo per siglare uno degli accordi più importante degli ultimi anni.
La festa procedeva bene tuttavia per Noctis era insopportabile il pensiero che non fosse ancora riuscito ad incontrare Luna: dopo tutti quegli anni trascorsi lontani era davvero crudele dover aspettare ancora una settimana prima di vederla.
Da quando la principessa era inaspettatamente arrivata in città gli era stato proibito di provare anche solo ad avvicinarla per non compromettere la sua delicatissima posizione di Oracolo super partes: non ci voleva un genio per capire che in realtà non era altro che una prigioniera di Nifhleim e quello che era a rischio non era la sua dignità di Oracolo ma la sua stessa vita. Quella serata però poteva essere l'occasione giusta: in fondo si trovavano nello stesso posto allo stesso momento, non era così improbabile che finissero per incontrarsi...
Con una scusa il ragazzo si allontanò dagli amici e si mise alla ricerca della sua futura sposa, scavalcando gente sconosciuta che non immaginava di trovarsi di fronte all’erede dei Lucis Caelum: in questo suo padre aveva fatto davvero un ottimo lavoro, nascondendolo e lasciandolo fuori da tutte le cerimonie pubbliche da dopo la morte della Regina Aulea. Il vantaggio era che almeno avrebbe potuto viaggiare e muoversi in incognito, senza venir riconosciuto da nessuno.
Vagò per un'abbondante decina di minuti perlustrando ogni angolo di quel piano, dagli ascensori d'accesso fino alla terrazza esterna; non aveva considerato che l'alto numero di invitati presenti gli avrebbe creato non poche difficoltà, oltre che non poteva sapere se Lunafreya, ignara che lo stesse cercando, si stesse spostando di continuo.
Tirò un lungo sospiro di frustrazione appoggiandosi al grande acquario che fungeva da parete contrapposta alla terrazza; lasciò correre lo sguardo lungo la scalinata che conduceva alla galleria superiore, una nuda passerella che aveva l’unico scopo di far ammirare ancor più da vicino la vita acquatica in esso contenuta. 
Forse provare a dare un'occhiata dall'alto può essere una buona idea.
Noctis si lasciò alle spalle il brusio della folla e percorse quei gradini lentamente: non poteva immaginare che avrebbe trovato ciò che veramente cercava in cima a quel percorso; ed infatti quando localizzò la sua figura di spalle non riusciva a credere ai suoi occhi.
Lunafreya era lì, in piedi di fronte al quadro di una divinità, intenta ad ammirarlo.
Le si avvicinò con lentezza pregustando il momento del fatidico incontro, quasi non sbatteva le palpebre cercando di catturare ogni particolare della sua figura per imprimerselo nella mente: l’aveva vista un sacco di volte in tv, mentre teneva lungimiranti discorsi sulla pace a chilometri di distanza da lui, e in cuor suo sapeva che la telecamera non rendeva giustizia alla sua bellezza; adesso ne aveva la prova, adesso che era a così pochi metri da lui. Resistette alla tentazione di correre incontro, di abbracciarla, sentire il calore della sua pelle… aveva la strana impressione che avrebbe rovinato la sacralità di quel momento.
Luna si girò a guardarlo con altrettanta lentezza e il sorriso sul suo volto la diceva lunga: sapeva benissimo chi c’era alle sue spalle. Ci mise un po' prima di prendere coraggio e incrociare lo sguardo con quello di Noctis: in quei 12 lunghi anni non aveva fatto altro che osservare quegli occhi raffigurati su una foto, occhi che apparentemente sembravano fissarla, nulla di più che un illusione; lo aveva visto crescere e farsi uomo attraverso parole scritte e immagini stampate ma tutt’altra cosa era vederlo lì a pochi metri, vivo mentre respirava e finalmente aveva lo sguardo davvero rivolto a lei.
Ci fu un momento di silenzio in cui nessuno dei due seppe realmente che cosa dire; tante erano le cose che si affollavano nelle loro menti e limitato era il tempo a loro concesso. La principessa sentì il bisogno di ricordare i bei vecchi tempi.
-Riesci a vedere la luce, non è così principe Noctis? La vedo anch’io.- si rigirò a guardare il quadro. -Se ricordi bene fu una delle prime cose che ti chiesi quando ci conoscemmo.-
-… eh già.- con un sorriso spontaneo, davvero raro da vedere sul suo volto, il ragazzo le si affiancò. -Fu quando ti rivelai i particolari del mio incidente, dell’esperienza in cui stavo per perdere la vita; e tu in cambio mi hai raccontato la leggenda di Tenebrae.-
Lunafreya annuì. -Gli Dei accolgono le anime dei defunti nel loro abbraccio e per loro aprono le porte dell’Oltretomba: è in quel momento che le anime bruciano fino a consumarsi, ascendendo al Paradiso; e la luce emanata dalla loro combustione può essere vista solo da pochissime persone.-
-Solo da coloro che hanno avuto un’esperienza diretta con la morte.- fu lui a terminare il racconto, con una nota di malinconia nella voce. - Ci sono delle “cose” che conosco già e non so come… in quel momento, credo di aver visto l’anima di mia madre andare in paradiso.-
Si girò a guardarlo con tenerezza. -Una esperienza come quella ti cambia la vita; ma vale quel che ti ho detto in passato: tu non sei solo, mai.-
-Lo so...- annuì.
-Mi sei mancato tanto, Noctis.-
-Anche tu mi sei mancata.-
-E sei cresciuto molto, davvero!- con il suo solito modo di fare spontaneo la fanciulla gli si avvicinò un po' troppo, incurante dell’imbarazzo che poteva provocargli; si mise in punta di piedi poggiandogli una mano sulla fronte. -Sei diventato altissimo! Pensare che fino a qualche anno fa ero io quella più alta.-
-Beh è logico, all’epoca ero solo un bambino…- borbottò.
-Vero.- rise educatamente. -Sono cambiate davvero tante cose da allora ma i giorni passati sono i ricordi più belli che ho.-
Il principe si emozionò quando notò che lei aveva gli occhi lucidi. -Luna...-
Al sentire pronunciare di nuovo il suo nome da lui, con una voce diversa rispetto al passato ma con lo stesso tono che conosceva da sempre, la principessa ebbe un sussulto al cuore; sentì la necessità di afferrargli le mani come a stabilire un contatto fisico. -Sono davvero grata per questo momento… avevo paura di dover aspettare Altissia prima di poterti rivedere di nuovo...-
Noctis la colse di sorpresa abbracciandola senza dire nulla; fu veloce ma allo stesso tempo estremamente delicato nello stringerla a sé, trattandola come un oggetto fragile. Sentì il suo calore, la morbidezza della sua pelle, il suo profumo nell’aria e il suo respiro addosso: non più semplice inchiostro sulla pagina di un diario ma un contatto vero, genuino, forte. Avrebbe tanto voluto che quel momento durasse per sempre…
Lunafreya sapeva bene che non sarebbe potuto essere così e quell’attimo di felicità venne contaminato dalla consapevolezza della dura realtà in cui vivevano; a malincuore si staccò dal suo abbraccio, indietreggiando un poco per fissarlo di nuovo negli occhi.
-Sarà meglio che vada; potrebbero essersi accorti della mia assenza.-
-Cosa? Ma…- Noctis non fece nemmeno in tempo a finire la frase che lei si voltò indietro, iniziando ad allontanarsi in fretta. -Ehi, Luna!-
Il suo richiamo la costrinse a fermarsi, ma continuava a dargli le spalle. -Non posso restare più a lungo.-
Il principe abbassò lo sguardo a terra, stringendo i pugni. -Il mio cuore non vuole lasciarti andare..-sussurrò, senza essere udito da lei.
-Aspettavo questa serata con trepidazione contenta solo all'idea che avrei potuto rivederti, anche se non avvicinarmi.- ammise lei, girandosi a guardarlo per l’ultima volta. -Non avrei immaginato che sarei riuscita persino a parlare con te. Non avrei potuto chiedere di più alle Divinità.-
Il ragazzo allargò le braccia con fare imbarazzato, sentendosi indegno di tali parole. -Beh, in fondo sono il tuo futuro sposo…-
-Sì, è vero.- si mostrò leggermente imbarazzata anche lei a ripensarci. -Nonostante le circostanze, sono davvero felice di sposarmi con te.-
Il cuore del ragazzo perse un battito nel sentire quella confessione. -Sì… anch’io.- bisbigliò.
Luna indietreggiò un poco, sorridendo timidamente. -Beh, allora… che ne dici se ci rivediamo ad Altissia, principe Noctis?-
Sorrise anche lui, portandosi una mano sul fianco con fare altezzoso. -Mi sembra una buona idea. Ci penserò su.-
La principessa indietreggiò ancora di qualche passo, fissandolo con occhi felici; poi si decise a voltargli di nuovo le spalle e scese le scale verso la terrazza in gran fretta per raggiungere Ravus, sperando ardentemente che nessuno li avesse notati. Noctis si attardò un altro poco' su quella passerella, perdendosi nelle sue riflessioni mentre fissava lo stesso quadro che aveva catturato l'attenzione di Luna.

Nonostante gli avesse detto di doversi affrettare per tornare dai suoi accompagnatori, Lunafreya indugiò un po' prima di mettersi alla ricerca di Ravus: per tutta la vita si era sentita una prigioniera in casa sua e la sensazione di avere delle catene che le impedivano di agire di sua volontà non cessò nemmeno quando mise piede ad Insomnia. Forse era imprudente da parte sua ma voleva concedersi qualche altro attimo di libertà: fu così che scelse la strada opposta al grande salone e scoprì una piccola nicchia semi illuminata che dava accesso ad un altrettanto ridotto balconcino, fortunatamente deserto a causa della vicinanza con le sale di servizio e le cucine.
La ragazza si appoggiò alla ringhiera, ammirando la grande luna piena che illuminava quella fatidica notte: avvertiva una grande calma in quel luogo, una pace tale da pensare quasi di essere l’unica persona presente in quel palazzo; libera di essere se stessa, libera di dire ciò che voleva, libera fare come il suo cuore le suggeriva. Travolta da quelle emozioni si lasciò andare ad una preghiera, un sussurro segreto tra lei e la luna.
-Ti prego… in qualsiasi momento, ovunque Noctis andrà, proteggilo. Non chiedo altro.- 
-Quale divinità supplicate?-
Una terribile voce tuonò alle sue spalle e la principessa si girò col cuore in gola: colui che le si stava avvicinando si muoveva incredibilmente lento e silenzioso nonostante la pesante armatura che portava; Lunafreya conosceva bene il suo nome, anche se le era sconosciuto ogni lineamento del suo volto.
-Generale Glauca…-
-Voi, schiava del fato e del destino…- l’uomo la oscurò con la sua ombra imponente. -Abbandonate le vostre preghiere: gli Dei non ascoltano.- 
La principessa respirò profondamente, cercando di controllare la sua paura. -Voi che ci fate qui? Perché vi mostrate proprio ora e al mio cospetto?-
-Non mi ingannate, principessa: sapete bene perchè sono qui. Siete troppo intelligente per aver creduto in questa pace.- si avvicinò sempre più, tanto che lei fu costretta ad indietreggiare. -Spero che siate almeno riuscita a rivedere il vostro Noctis perché sarà la vostra ultima occasione per farlo.-
Luna sostenne il suo sguardo. -Ma come osate… venire qui e minacciarmi in una serata così importante per la pace di tutto il pianeta! Vado a chiamare le guardie!-
Fece a malapena in tempo a girarsi; con una mossa veloce Glauca la prese per un braccio, in una morsa stretta e dolorosa che non le dava scampo.
-Non verrà nessuno, ma non capite?- le sembrò quasi che sorridesse sotto la maschera. -Non siete qui per presenziare a quello sciocco trattato: è un altro il vostro compito.-
-Non sono qui per Nifhleim!- esclamò decisa.
-No: siete qui per me.-
-Per voi?- lo fissò come se stesse dicendo un’assurdità. -Non vi capisco.-
-Tra poco, capirete.-


***
Questa è stata una delle più importanti scene che volevo reinserire; quando ho iniziato a scrivere questa fanfiction avevo già programmato di descrivere il primo incontro tra Noctis e Luna riprendendo il dialogo tra Noctis e Stella, inserito in circostante simili e adattandolo alle esigenze della mia storia: le frasi di apertura e chiusura della scena ricalcano quasi alla perfezione la traduzione presa dal trailer di Versus XIII. Ho aggiunto anche qualche citazione proveniente dal trailer dell’E3 2013, in cui si sentivano le loro voci fuori campo mentre Noctis andava in macchina verso la festa; ammetto che mi ha emozionato parecchio scrivere questa parte, forse era proprio quello che ci mancava nel gioco.
La seconda parte, che magari è più inerente al titolo, è la scena del rapimento di Luna da parte di Glauca: l’ho riportata quasi identica, così come la vediamo nel film. 
Non si capisce se Ravus sia a conoscenza dei piani di Nifhleim ma tendo ad escluderlo in quanto coinvolgono in prima persona Luna e lui ha sempre dimostrato di tenerci molto alla sorella:  non dimentichiamo poi che gli sviluppatori del gioco hanno dichiarato che Ravus non fosse un vero alleato dell'Impero e che la sua fedeltà andasse in base a quando gli conveniva stare dalla loro parte; in realtà il suo scopo era tutt'altro e ne parlerò prossimamente.
Nonostante le scene che andrò a narrare siano nel film Kingsglaive ambientate di giorno cercate di immaginare che invece fosse notte; ho calcolato che il momento scelto per la firma del trattato fosse la mezzanotte e se pensiamo che la celebrazione sia iniziata al tramonto direi che ho tutto il tempo necessario per piazzare ogni evento, strettamente incatenato l’uno all’altro.
  
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