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Autore: Spensieratezza    22/06/2019    4 recensioni
Dean è innamorato di Benny, ma poi arriva la tempesta Sam a sconvolgere tutte le carte.
Questa è una storia in cui niente è come sembra, in cui tutti i personaggi cambieranno e faranno delle metamorfosi che non ti aspetteresti mai.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Famiglia Harvelle, Famiglia Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Prima stagione, Più stagioni
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- Questa storia fa parte della serie 'Eterno'
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“Ci siamo persi!!! Maledetto navigatore!!” sbottò Dean.
“Per forza! Hai usato la mappa di qualcun altro..”
Dean lanciò un’occhiataccia a Sam, socchiudendo gli occhi.
“Questo aggeggio è nuovissimo, me l’hanno detto al negozio dove l’ho..”

“Il viaggio è diverso per ognuno, un sentiero può essere giusto per una persona o sbagliato per un altro, quando tu ti sei trovato davanti al bivio hai fatto affidamento sulle convinzioni di qualcun altro..ed è è proprio così che una persona si perde.” Disse Sam.
Dean stava per dargli una rispostaccia velenosa, ma poi cambiò idea.

“Se ci sei tu, non sono veramente perso.”
E fu talmente intenso e profondo che a Sam si mozzò il respiro, avvampò perfino, ma poi Dean scoppiò a ridere.
“Ma che cazz..”
Dean smise di ridere e con un gesto della mano, repentino, rubò il libro dalla mano di Sam, che stava leggendo e lo buttò sui sedili anteriori.
“DEAN! CHE CAZZ..”

“Com’è andata? Era giusta la mia risposta?” chiese lui riprendendo a guardare la strada.
Hai letto il mio libro!!!”
“Non è corretto, ho scorso solo alcune parti, tra cui quella. Davvero molto simpatico, Sam, mentre io mi struggo qui e impreco perché ci siamo persi nel bel mezzo di un caso che deve ancora iniziare, rispondermi con cazzate!”
“Non sono cazzate!!” brontolò Sam.

“Certo come no. Allegorie e metafore senza alcun senso. Come fai a perderci tanto la testa?”
“Dicono cose giuste, ti sfido a trovare una contraddizione in quanto detto lì.”
“Dicono cose ovvie, e le ricamano con toni sensazionali e parole auliche per far presa sugli sciocchi come te, che spendono soldi per rimpinguare le loro casse..davvero, Sam, mi meraviglio di te..sei..”

Vide che Sam guardava per terra, mortificato, e gli dispiacque un po'.
“Sei..scioccamente tenero, a modo tuo.” Disse. Oh dio, stava sorridendo? Andiamo, Dean, togliti immediatamente quello stupidissimo sorriso dalla faccia. Non imparerà mai niente così.
“Non sono..”

“Devo ammettere però che ci sanno fare con queste cazzate. Le condiscono in un modo affettato e le decorano in modo così delizioso e sentimentalistico che potrebbero pure essere graziose a loro modo e..”
“Oh, piantala!!!” disse Sam, facendo scoppiare a ridere Dean, ma anche lui rideva.
 
 
 
 
 
*

Quando finalmente riuscirono a sovrastare la nebbia in cui erano sprofondati, per raggiungere l’albergo in mezzo al bosco, era ormai quasi mezzogiorno.
“Sembra un bell’albergo, tutto sommato. Chissà quanto costa. Per fortuna che noi siamo ricchi.” Disse Dean, con un sorrisetto beffardo, tenendo in mano una manciata di banconote.

“Dean!” lo rimproverò Sam. “Mettile via, non è prudente ed è anche cafone da parte tua!” disse Sam.
Dean rise. “Siamo ricchi, Sammy!”
“Vergognati a dire una cosa del genere, considerando il trucchetto che..”
“Che??” lo provocò Dean. Mettendosi davanti a lui. “Questo trucchetto lo faccio da più di tempo di te, ricordati, fratellino, tu sei arrivato DOPO.”

Sam indietreggiò un po', perché Dean si era avvicinato un po' troppo al suo viso, e poi lo aveva chiamato fratellino.
“Ma dai! Non l’avrei mai detto, considerato che non sei dopotutto di quasi vent’anni più grande di me, che si sono ridotti a quattro per chissà quali..e MOLLAMI!” disse visto che Dean gli aveva messo una mano sulla bocca.
“Sei TROPPO selvaggio, Sammy. Avresti bisogno di qualcuno che ti addomestica.” Disse Dean con uno strano tono, a metà tra il malizioso e l’arrabbiato, ma non troppo.

“Ohhhh, ma dai! E chi dovrebbe farlo? TU?” gli disse, avvampando appena.
Fu il turno di Dean di arrossire, e Sammy si godette quell’attimo di soddisfazione.
“Ehm, ehm..”
Dean e Sammy scattarono come fossero presi da una corrente elettrostatica.
“Noi stavamo..solo..” balbettò Dean.

“Dando spettacolo in mezzo al bosco?” chiese la vecchietta.
Dean cominciò a protestare e a farfugliare, Sam interruppe il suo confuso blaterare.
“Siamo qui per le sparizioni di tutte quelle persone!” disse Sam.
Un silenzio attonito accompagnò quelle parole.
“Voi..siete gli agenti che ho chiamato?” chiese lei.
Sam e Dean confermarono.

“Oh..io..perdonatemi agenti, io non credevo che foste così..giovani..pensavo..ma venite dentro, tira un brutto vento, oggi.”

Fino a quando non raggiunsero l’albergo più avanti, Dean non la finiva di blaterare, sul fatto che finora il suo incredibile fascino e la sua affascinante giovinezza non era mai stato un problema, Sam d’altrocanto non la finiva di dargli del Dorian Grey, ripetutamente, come forma di offesa. Non si era bevuto la storia che Dean gli aveva raccontato, che era rimasto giovane tutti quegli anni per colpa di un intruglio di una strega che voleva farlo diventare immortale come lui.
 
“Ecco, la vostra camera. Non abbiamo più camere singole, ma penso non vi dispiacerà..considerato..” e comincerò a ridere.
Dean rimase allibito, per un lungo istante.

“Siamo fratelli.” Disse, indicando lui e Sam, che cercava piuttosto nobilmente di non ridere.

“Ohhh..” disse la vecchietta, sorpresa. “Beh, ma non ha più molta importanza di questi tempi, d’altronde.” E fece uno strano sorriso.

Era troppo. Sam prese a ridere, cercando di dissimulare con non troppa riuscita, la risata camuffandola con un eccesso di tosse. Dean lo guardò malissimo, la vecchietta invece lo fissò sorridendo, chiaramente prendendo la sua risata come un’ammissione.
“Andiamo!!” disse Dean, trascinando Sam di sopra, che a malapena riusciva a reggersi in piedi.
 
 
“Che razza di posto.” Disse Dean, entrando nella camera, Sam nel frattempo non aveva smesso di ridere e non aveva neanche dato un’occhiata al letto, invece Dean lo guardava come se fosse una camera mortuaria.
“Sam, ma la vuoi finire??”

Sam era caduto per terra alla fine, rotolandosi sul pavimento.
“Guardati. Sei patetico.” Disse Dean, poi volse la testa, e rimase allibito.
“Sam..c’è un abito da sposa, sull’armadio.”
“Davvero?? Potresti indossarlo. Visto che ti piace fare la donna.”
Dean lo guardò e un’immagine di Sam con quel vestito, lo sommerse.

“Potresti indossarlo tu, ti ci vedrei bene con quello addosso.”
“Non oseresti..”
Dean lo guardò con una malizia mai vista prima, poi fece appena in tempo a prendere il vestito che Sam scattò fuori come un centometrista.

“Dove scappi?” Dean lo rincorse per le scale, fermandolo al primo piano, acchiappandolo con il vestito incastrato sotto le ascelle, e Sam che rideva e lo insultava, o tutte e due le cose, mentre scalciava come un pazzo.
“Lasciamiiiiii..” gridava mentre Dean cercava di farglielo indossare a forza.

“Cosa state…ohhhh quello è il mio vestito?” chiese la vecchietta.
Era troppo. Non poteva essere vero.
Crollarono entrambi per terra.
“Noi..non avevamo intenzione..non sapevamo che..”
“è stato lui a cominciare..mi ha provocato..e..” disse Dean, di rimando.

“Ci dispiace tantissimo! Glielo laveremo e stireremo e..” disse Sam, prima che la vecchietta scoppiò a ridere.
“Oh, questo posto era una tale tristezza fino a ieri. Fortuna che siete arrivati voi a dare un po' di colore e allegria.”
 
 
 
 
*

“Secondo te, perché ci credono..” disse Dean, una volta che furono soli nella stanza.
Una coppia?” chiese Sam, dalla doccia.
Nonostante l’acqua, Dean lo sentì comunque.
“Gay!! Volevo dire gay!!” disse a voce alta, provando un imbarazzo fuori dal comune.

Sam rise dalla doccia e Dean davvero, continuava a chiedersi cosa cavolo ci fosse di così divertente dal credere che lui si facesse suo fratello minore.
Avvertì una specie di frizione all’inguine e scioccato si sistemò meglio le gambe.

Devo assolutamente ricominciare con i porno! Sì, sfogare le mie perversioni su altro..forse mi farebbe bene un’orgia..a quanto ricordo, è da parecchio che non mi faccio una bella sc..”

“Beh, tu stai a fare tanto il macho! Penseranno che esageri apposta.” Disse Sam, frizionandosi i capelli con un asciugamano giallo, gli occhi verdi più brillanti che mai dopo la doccia.
“Occhio a..non bagnare tutto il pavimento..testa di rapa..altrimenti ci tocca..sì..ci tocca mettere a posto..” disse distogliendo lo sguardo da lui, mentre Sam faceva cadere l’asciugamano per terra.

Ma doveva proprio spogliarsi davanti a lui,e dopo quei discorsi? Che idiota!
“E comunque credevo che andassi anche con maschi!”
“Lo faccio!” disse la voce squillante di Dean. “Ma capirai che se credono che NOI DUE siamo una coppia, c’è qualche problema.” Disse Dean alterato, che Sam non ci arrivasse.

“Rilassati, Dean!” disse Sam mettendosi una maglietta verde che risaltava il prato nei suoi occhi. “Non ci conoscono. E probabilmente la nostra..affinità fraterna..arriva fino a loro e confondono questa complicità con altro. È normale. “
Normale? si domandò Dean.
“O forse no. Ma comunque..sono stronzate.” Disse Sam.
“Concordo!” disse Dean.

“Ora che ne diresti di concentrarci sul nostro caso?”
“Io credo che…ci deve essere un errore, signora.” Disse Dean.
A Sam ricordò tantissimo Dylan Dog,il suo eroe dei fumetti, quando non voleva accettare ne credere ai casi, nonostante tutte le dimostrazioni del paranormale che aveva avuto.
Ma non disse niente. Attese.

“E perché mai, agente?” chiese la vecchietta fissando il lago.
“Beh..noi siamo venuti qui per delle sparizioni..di persone..non per casi di..smarrimento metaforico.” Disse Dean seccato.
La vecchietta si fissò a guardarli, desolata.

“Perdonatemi, agente, sono stata troppo vaga e imprecisa, gli errori di una vecchia, ma le posso assicurare che anche se a tempo determinato, le persone si perdono DAVVERO nel lago, per poi riemergerne dopo diversi giorni, profondamente cambiati. Alcuni dopo settimane!”
“Cosa intende per cambiate?” chiese Dean.

“Smarrite, perse, come se avessero smarrito la loro identità, perso il loro sé, il senso della vita!” disse la vecchietta.
“È una cosa che accade più spesso di quanto si pensi e senza bisogno di scomodare laghi magici.” Intervenne Sam.

“Non in questo caso.” Disse la vecchietta. “Le persone che escono da questo lago, ne tornano profondamente cambiate, come prosciugate. Una tristezza anormale e impetuosa, come la tempesta, si impossessa di loro, vanno in stato catatonico e sembrano perdere la gioia di vivere.”

“Se il lago è così pericoloso come dite, perché permettete alla gente di continuare ad andarci?” chiese Dean.
“Dean!”
“No, Sam, siamo qui per un motivo.” Disse Dean.

“Ha ragione, agente, ma vede, all’inizio è stato difficile credere che un miracolo della natura possa essere indice di dolore, ci ho messo un po' prima di capirlo e comunque a quanto pare il maleficio del lago non colpisce tutti, solo alcune persone selezionate, in base a cosa non ho capito, ne ho parlato spesso alla polizia, ma voi siete i primi a credermi..tutti gli altri non mi hanno creduto..ora ho messo un cartello che avvisa le persone di non bagnarsi nell’acqua del lago, ma se continueranno ad esserci delle sparizioni..potrebbero costringermi a chiudermi l’albergo..è tutta la mia vita..sapete?” e scoppiò a piangere.
Sam e Dean si guardarono.
“Le hanno fatto dei problemi?” chiese Sam.

“Ovvio! Le persone spariscono proprio a pochi metri da dove lavoro io. Non ci sono prove che attestino che io c’entri qualcosa, sono solo una povera vecchia, ma non depone a mio favore e credono che nell’acqua del lago ci sia qualcosa di nocivo che fa andare fuori di testa le persone, hanno sondato il lago ma non hanno trovato niente di strano..”
“A questo punto basterebbe vietare alla gente di bagnarsi nel lago..o no?” chiese Dean.

“Fosse così facile!” sospirò la signora. “Spesso i più temerari mi scappano, vanno di nascosto e da quando c’è questa leggenda, sembrano ancora più interessati a scoprire se è tutto vero. Vogliono sfidare il lago, alcuni sembrano proprio ATTIRATI dal lago, come se fossero chiamati..”
Sam e Dean si guardarono ancora.

“Signora, abbiamo bisogno i nomi di tutte le vittime più recenti degli ultimi mesi, schedare un profilo psicologico sulle vittime potrebbe aiutare molto.” Disse Dean.
 
 
 

*

Nella stanza d’albergo, Dean esaminava con estrema lentezza, tutti i nomi delle recenti vittime.
Stava al computer da due ore almeno, ed era sempre più corrucciato e nervoso.

“Fa un caldo micidiale.” Disse Dean, nervoso, togliendosi i pantaloni e grattandosi sulla spalla e il braccio. “Maledette zanzare!”
Sam lo fissò dal letto.
“Dean, mi sembri un po' troppo nervoso, da quando siamo qui. Forse dovresti farti una doccia e lasciare che me ne occupi io.”

“Credi di essere più in gamba di me eh? D’accordo è tutto tuo! Divertiti!” disse alzandosi di scatto.
“Dean! Ma che hai?” gli chiese Sam, gli occhi socchiusi.
“Una doccia! Come se con questo caldo non fosse un’assoluta perdita di tempo!”

“Era solo un consiglio. Ho caldo anche io, ma non mi lamento come te.”
Dean evitò di aggiungere altri commenti, fino a quando uscì dalla doccia, più rilassato ma disse comunque:
“Sam, dovremo lasciar perdere il caso.”
Sam si voltò scioccato verso di lui.
“ Vuoi già mollare?”

“Non credo neanche sia un vero caso. Secondo me ci stanno prendendo per iil culo.”
“Le vittime sono esistite veramente.”
“Sarà stato un serial killer, che prova abbiamo della colpevolezza del mostro di lago di Loch Ness? Una vecchia suonata?”

“Adesso basta!! Il tuo comportamento innervosisce anche me! Non ci credo che sei disposto a voltare le spalle a delle persone innocenti, quindi adesso mi dici subito cosa c’è davvero che non va!!”
Dean vide che Sam era serio e anche maledettamente incazzato, e abbassò il capo.

“Io..è vero..c’è qualcosa.qualcosa che non mi spiego..da quando ci siamo avvicinati al lago..”
“Dimmi.” Disse Sam interessato.
“Io..probabilmente è tutta suggestione..ma..quando eravamo sulla spiaggia..mi è sembrato come se mi chiamasse..”
“Il lago?” Sam era basito.
Dean annuì, il capo basso.

“Era più come una vibrazione a bassa frequenza..che non aveva parole..non era neanche un suono..ma un qualcosa di fastidioso nel petto..una sensazione orribile..minacciosa..un senso di vuoto così profondo che..Sam, e se ci fosse davvero qualcuno li dentro?”
Sam sbottò. “Chi? Il mostro del lago? Non siamo a Loch ness!” e fece una risata amara.
“Ma magari un altro mostro sì!”

“Abbiamo affrontato il fantasma della donna in bianco, se abbiamo affrontato lei, possiamo affrontare tutto. Non riesco a credere che dopo la donna autostoppista, ti spaventa un laghetto. Torna in te, Dean.”
Dean si scrollò i capelli con una mano.
“Sì, sì, forse hai ragione..probabilmente è questo CALDO..”
 
 
 
 
*

Quella notte, Sam non riusciva a dormire. Le parole e l’atteggiamento di Dean lo avevano spaventato, doveva avere paura anche di lui, adesso? Forse anche lui sarebbe stato pronto a gettarsi nel lago, e ne sarebbe uscito dopo settimane lobotomizzato?
Sam si sentiva malissimo solo al pensiero, aveva lottato tanto per ritrovarlo, forse avrebbe dovuto solo seguire il suo consiglio e lasciare subito questo posto, in fondo quel lago dava l’angoscia anche a lui, ma non aveva avuto il coraggio di dirlo a Dean, dopo averlo visto tanto spaventato.

La verità è che non si era riconosciuto negli stessi suoi sintomi. Sam credeva di aver provato qualcosa di diverso, sensazioni simili a quelle di Dean, eppure diverse..
Non era spaventato quanto lui, era più…curioso..attirato..
Si trovava sulla spiaggia ma non osava avvicinare i piedi all’acqua, quando all’improvviso, delle mani lo agguantarono per la maglietta.
“Dean..”
“Sam, torna subito , in stanza, SUBITO!”
Sam sospirò.
“Non mi sta succedendo niente..sto solo..”

“NON MI INTERESSA!  Smetti di fissare quel dannato lago come se volessi ficcarticisi dentro e torna in camera o ti trasporto di peso!”
Sam lo guardò allibito. Si stava davvero comportando da fratello maggiore protettivo?
“Ti preoccupi per me..” sussurrò Sam.

“Io non..” farfugliò Dean. “Avanti, torniamo dentro.” Lo prese per un braccio e Sam fu troppo scioccato per opporsi.
Guardò di nuovo il lago.
Le stelle..il lago..una volta pensava che non c’era niente di più bello che stare di notte a guardarle, ma tutto svanisce quando c’è una persona che si prende cura di te e si preoccupa per te.
“Dean, non strattonarmi.”

Che forza incredibile..la userà anche quando farà l’amore?
Si stupì dei suoi stessi pensieri e avvertì un’ondata di caldo nonostante la frescura della notte.
Guardò un’ultima volta il lago.
C’era ancora qualcosa da sapere, qualcosa che doveva scoprire, ma non quella notte.
 



*

Erano le 17:00 del giorno seguente e Sam e Dean avevano passato al setaccio le camere in cerca di qualcosa di compromettente, delle lettere, degli indizi..- in realtà cercavano tracce di fantasmi , la vecchietta era rimasta molto stupita quando aveva visto strani aggeggi circolare nelle camere.
“Forse dovremmo perlustrare il lago con questi.” Disse Sam, sulla spiaggia.
“Sam..guarda laggiù.” Disse Dean, indicando un bambino al largo proprio del suddetto lago.

“Oddio, Dean, dobbiamo andare. Dobbiamo fermarlo, fare qualcosa!”
Ma Dean sembrava già in stato catatonico, cadde in ginocchio, sulla sabbia.
“DEEEEEEEEAN!” gridò Sam disperato.
Nessuna risposta.
“Al diavolo!!” disse Sam, gettandosi nel lago.

Solo in quel momento, Dean sembrò riaversi.
“Sam. No, no, Sam!!!”
 
Sam si gettò nel lago senza pensare più a nulla, Dean assistette impotente e pieno di terrore al salvataggio di Sam ad opera del bambino, mentre lui era rimasto fermo impalato come un baccalà.




 
 
 



*

“Si può sapere che ti è preso, Dean?” gli chiese Sam, una volta che uscì dall’acqua. “Eri pietrificato! Quel bambino poteva rimetterci la vita!”
“Io..perdonami Sam..” disse Dean mettendosi una mano sulla faccia.
“Dean..” disse Sam, togliendogli le mani dal viso. “Ma che diavolo ti succede?”

“L’acqua per me..è fonte di brutti ricordi.” Disse con gli occhi lucidi.





Il bambino era riuscito a fuggire dai genitori e a introdursi nel lago, per fortuna Sam lo aveva tirato in tempo via dall’acqua.
Dopo quell’episodio, furono seminati diversi cartelli per scoraggiare anche i più temerari ad avvicinarsi di nuovo al lago. Venne scritto che il lago era tossico e velenoso.

“La minaccia di un veleno che può farti morire per asfissia sembra una delle minacce più orribili e uno dei motivi più efficaci affinchè questi stolti la piantino di cercare la morte da soli, che ne dici Sammy?”
Ma Sam non rispondeva, rimuginava chissà quali pensieri.
“Ho cercato informazioni su queste persone..sembra che fossero già persone con tendenze depressive e con un’indole malinconica e una psiche fragile e vulnerabile, forse non c’entra niente, ma sembra un ottimo punto questo..abbiamo capito l’elemento in comune.” Riprovò Dean al computer.

“Capisco. Beh, io vado a farmi un giro. Ho bisogno di un po' d’aria.” Disse Sam.
“Sam!” lo richiamò lui.
Sam si fermò.
“Sì., Dean?”
“Sei sicuro che vada tutto bene?”
“Va alla grande. Come quel bambino. Non mi sono perso, se è questo ciò di cui hai paura.” Disse Sam, lasciando la stanza.
Eppure Dean non ne era del tutto convinto.

Non avevano più parlato di quell’episodio in cui con gli occhi lucidi, Dean aveva confessato a un attonito Sam, che aveva paura del lago.
Ora Dean si pentì di avergli gettato addosso quella merda, magari era preoccupato per lui, temeva che non fosse all’altezza di quel caso.
E forse aveva ragione.
Dio, se solo Sammy avesse saputo..ma non poteva, non poteva dirgli che la ragione vera, era che il lago gli ricordava Benny.

Quel giorno al mare..fu uno dei giorni più belli della sua vita.
E il lago, chissà perché, gli riportava quei ricordi alla mente, rendendolo depresso, vuoto e…PERSO.
 
 
 

*

Sam si sentiva angosciato, triste e senza una ragione al mondo, senza un senso nella vita.
Peggio, era come se tutto il senso della vita, si fosse perso, fosse svanito o lui in ogni modo non riuscisse più  a ricordarlo.
A che serviva fare del bene, salvare le innocenti vite…dappertutto in tutto il mondo, persone che morivano costantemente, impossibile per loro salvarli tutti.
Come fare a fermare il braccio di un uomo violento che sta per colpire a morte la propria moglie..o quella di un ex geloso che perseguita la propria ex fidanzata..come fare a difendere un bambino a scuola dai bulli, cicatrici che si porterà addosso tutta la vita.
Come fare a guarire le ferite dell’anima, di chi è si è perso nelle acque della vita..
Dicendo così, si gettò nell’acqua…
Oh….sì…adesso era al suo posto..

L’acqua fredda era un toccasana per il suo cervello..così fredda..mentre raffreddava i suoi pensieri bollenti, finalmente non facevano più rumore.
Una pace che aveva anelato da tutta la vita, forse anche da prima.
Era dolce, abbandonarsi all’acqua, lasciare che i suoi pensieri andassero alla deriva, non pensare più a niente.
Neanche a Dean..
Qualsiasi cosa fosse il suo tormento..
Era colpa sua..

E lui non voleva..sentirsi in colpa..mai più..
 
 
 
 
*

Dean si era accorto che Sam mancava da troppo tempo, una strana morsa al cuore lo prese improvvisamente e decise di andarlo a cercare.
Dio..ti prego..ti prego..fa che non sia nell’acqua..non ancora….non ancora!!
Quando arrivò sulle spiaggia, vide Sam andare alla deriva. Sempre più lontano. Non sembrava in sé. Era trasportato dalla corrente.
 
“NO! SAAAAAM!!”

Le onde del mare erano mosse e piene di schiuma, si infrangevano contro la loro pelle .
A Dean non era mai sembrato tanto bello, il mare mosso.
Da ragazzino, ricordava che non gli interessava più di tanto, il mare mosso, avrebbe fatto il bagno anche con il mare mosso, se solo i loro genitori glielo lasciavano fare.

Ma Mary e John dicevano di no e quindi lui cominciò a odiare il mare mosso, perché, le onde che si muovevano impetuose, gli impedivano di fare il bagno, in quel mare cristallino che lui tanto amava.

Quando raggiunse la maggiore età, ma forse ancora prima, tutta quella poesia se ne andò, insieme alla fanciullezza, forse insieme ai mostri che assieme a suo padre cacciava.
 
Quelle acque, quelle onde!! Gli ricordavano la palude dell’inferno.
All’improvviso, si rese conto che quello non fosse l’inferno, ma essere costretto a guardarlo.
Si gettò.
 
Era tornato a sentirsi come un bambino per cui non facevano differenza le onde del mare, a quei tempi però era troppo piccolo per apprezzarne la vivacità, semplicemente non gli importava.
Le onde del mare erano più forti tanto quanto erano VIVE.

E a volte quando la natura è troppo viva, ti spaventa. E allora vai in cerca di qualcosa di più calmo che non ti turba, non ti sconvolga, non ti spettini i capelli.
Odiamo il mare mosso perché le onde ci trasportano, ci sommergono, ci spingono un po' più in là, mentre noi invece vorremmo non perdere la rotta, restare fermi.

Ma noi siamo umani,non siamo fatti per restarcene immobili. Ma per essere VIVI, per essere scossi.
Restare immobili, non era naturale.

Questo pensava Dean, mentre faceva il bagno insieme a Benny, nel mare, ridevano come ragazzini.
"Ha così tanta vitalità, eppure è morto..è un vampiro..eppure sembra così tanto vivo." pensava Dean, guardandolo.
 
Ora, nel presente, Dean ripensò alla sua stupidità.
Così tanto egoista!

Non era solo Benny, a essere vivo, ma tutti, tutte le anime. Certo, c’erano anime che risplendevano più di altre, questo lo riconosceva, ma tutte avevano la stessa ragione di esistere, così come TUTTE le vite avevano ragione di farlo e nessuna, NESSUNA doveva spegnersi, o lasciarsi andare, neanche la propria.

Quello non era il mare dove erano stati lui e Benny.
Quel mare era lontano e non poteva tornare da lui solo perché lui ci vedeva il lago in esso o nei suoi ricordi.

No, quel mare non sarebbe più ritornato e neanche Benny.
 
 
“Sammy!” lo aveva preso. Era incredibile. C’era riuscito.
Quanto pesava.
“Ehi. Sammy, Sammy, mi senti?”
Il minore si aggrappò alla sua spalla.

“Perché sei qui?”
“Sono venuto qui a salvarti. Tu sei..mio fratello..”
“Mmm..no..”

“Sì..sì, invece! Lo sei! E io sono venuto qui a salvarti!” e cominciò a nuotare con lui. “Ma devi aiutarmi, Sammy, ti prego. Non sei un bambino. Io non posso..”
“Per favore…” rantolò Sam, sofferente. “Dean..lasciami..andare..lascia che mi abbandoni..” reclinò la testa all’indietro.

“Pensavo di essere l’unico a sentirmi perso..” disse Dean, con gli occhi lucidi, mettendogli le mani sul viso. “Puoi perdonarmi? Sammy, perdonami.”
Sam aprì debolmente gli occhi.
“Tu non..Dean, vattene, salvati!” disse, la lucidità che prese il sopravvento per un istante, mentre sputava dell’acqua.

“Allora non l’hai capito..io non ti lascerò andare..MAI..” disse Dean “E se tu hai deciso di mollare..allora resterò qui con te..io non ti lascio qui da solo..”
Sam con uno sforzo ammirevole, a occhi chiusi, gli diede uno schiaffo forte e bagnato.

Vattene! Salvati. Io sono perduto.”
“Se tu non sei disposto a lottare..allora lo siamo entrambi..”
Sam chiuse gli occhi , li strinse forte  e respirò profondamente.
“V-va bene..allora..andiamo..”
“Cosa? Ripeti?”

“Andiamo..aiutami..a tornare alla riva.” Ansimò Sam.
Dean fece un debole sorriso e insieme nuotarono fino ad essa.
 
 
 
Arrivati alla riva, videro la vecchietta che gridava e sbraitava e si sbracciava, urlando qualcosa sul fatto che nessuno la ascoltava e che neppure i cartelli erano serviti a qualcosa, poi gettò loro due asciugamani sulle loro teste.
Dean si volse verso Sam, bagnato fradicio anche lui, guardandolo che vomitava acqua in quantità copiose.
Ma sorrise il maggiore nel  vederlo così.

Vedere suo fratello che gettava via quell’acqua che era preludio di morte, lo faceva sorridere.
Quel’immagine non gli era mai sembrata tanto come l’immagine stessa della Vita.

Era così bella da farlo commuovere.






“Che hai scoperto sulla nonna?” chiedeva Dean.
“Sei autoritario.” Disse Sam, seduto sulla sedia. “E basso.” Rise.
“Hai bevuto?”

“Certo. E allora? Mi mancava l’acqua.” Rise ancora.
“Ma che cavolo fai, stiamo lavorando! Ascolta, so che quello che è successo, ti ha sconvolto..”

“Sono entrato nell’acqua, nonostante sapessi che era pericoloso..”
“Altre persone meno forti di te, ci sono cadute, non..”
“Questa è una scusa, Dean! Io..dovevo stare attento.” Disse Sam, gli occhi lucidi.
“È stata tutta colpa mia..dovevo controllarti..”

“No! No, no, piantala di prenderti la colpa! Il resto del mondo non grava sulle tue spalle, Dean, se tu sei triste non è…colpa tua!”
Dean decise di assecondalo.
“E di chi sarebbe allora?”
“MIA.” Disse Sam scrollando le spalle, come se fosse ovvio.

“Ok…sei stanco..ora è meglio se ti metti a letto” disse Dean, cercando di spingerlo a letto.
“NO! Tu non capisci!! Il lago mi ha chiamato..e io sento, SENTO che è collegato a te. Qualsiasi emozione quel lago ti faccia sentire, io SO che è colpa mia.”
Dean lo fissò atterrito.
“D’accordo. È colpa tua. Adesso dormi.”

“Era come se il lago me lo stesse dicendo! Qualsiasi cosa ti abbia fatto perdere, Dean, sono stato io la causa.”
“BASTA! “ disse Dean, cercando di spingerlo nel letto.
“No! Ti prego, Dean, tu sei l’unico che può farlo! Sei l’unico che può svelarmi qual è la mia colpa.”
Dean lo fissò immensamente triste.

“La tua unica colpa, è quella di avere un fratello come me.” disse.
“Ma se tu sapessi quale fosse la mia COLPA, tu me lo diresti, vero? Me lo riveleresti?”
Dean lo fissò, gli occhi socchiusi, intensi.
“Dean, ti prego, devi farmi questa promessa.” Disse Sam.
Dean lo fissò ancora.
“Te lo prometto.” Disse dopo un po'.

“Ti ringrazio Dean, grazie.” Disse Sam mettendogli le mani sul viso, Dean chiuse gli occhi per un attimo, a quella carezza.
“Coraggio.” Disse Dean, spingendolo sul letto.
Sam si sdraiò e mise la testa sul cuscino.

Dean si passò una mano sulla faccia e sulla bocca.
Ma in cosa cavolo si stava infilando dentro?

Cos’era quell’atmosfera? Così struggente e intensa?



“Cosa? La signora Matilde aveva una SORELLA GEMELLA?” chiese Dean scioccato.
“Sì, è quello che ho scoperto nella mansarda. Ci sono almeno una decina di foto di una doppia culla  perfino di un doppio passeggino. Queste foto erano nascoste sotto delle tegole, dentro il pavimento! Hanno fotografato anche la neonata, morta. La bambina è nata morta ma hanno sempre conservato le foto, speravano fosse un tributo alla sua memoria, non hanno detto mai niente a Matilde, perché pensavano che sapere di avere perso una sorella gemella l’avrebbe devastata.” Disse Sam a Dean.

“Quindi la colpevole di tutto è una NEONATA? Sam, di tutte le cose più astruse..non posso pensare che una NEONATA è davvero in grado di fare questo. Non voglio credere che dobbiamo uccidere una neonata..questo è mostruoso.”
“Tecnicamente sarebbe già morta..ma ecco..io non credo sia proprio una neonata, io credo che nel frattempo sia CRESCIUTA.”
Dean ci pensò su un attimo.

“Negli ultimi giorni, la signora Matilde sembrava parlare di una bambina misteriosa che si aggirava nell’albergo, diceva che Sarah continuava a lasciare in disordine la sua casa delle bambole..” disse Dean.
“Ma noi non abbiamo visto bambini in giro in questi giorni..” disse Sam.

Dean e Sam si guardarono, poi si precipitarono nell’alloggio di Matilde.
 
 
 
*

“Io sono sempre stata figlia UNICA, non ho mai avuto fratelli ne tantomeno gemelle! Non so di cosa state parlando, Sarah è una ragazzina sola, che ogni tanto viene qui all’albergo per giocare con me alla sua casa delle bambole.” Diceva Matilde sconcertata.
“Ha mai visto la ragazzina accompagnata da genitori o da qualsiasi altro adulto?” chiese Dean.
“No..ma lei mi diceva che era una bambina molto sola..”

“Non sa dove abita? Le ha mai detto il suo vero cognome?” insistette Sam.
A quel punto Matilde scoppiò a piangere e disse che in realtà dopo un po' lei credette fosse una sorta di amica immaginaria arrivata a farle compagnia negli ultimi anni della sua vita.

“Signora, le persone hanno cominciato a perdersi nel lago..coincidono con l’arrivo della bambina per caso?” chiese Sam provando una gran pena per la signora.
La signora annuì. “Sì, sì, ma Sarah mi ha sempre giurato di non c’entrare niente.”
Sam e Dean si guardarono.
“Matilde, c’è una cosa che lei deve vedere.”
 
La signora pianse altre lacrime quando vide le foto della culla doppia e della bambina, testimonianza reale del fatto che una gemella era davvero esistita.
“Io non capisco..se è morta, allora è un fantasma? Ma com’è..possibile..”

“Avverto qualcosa di strano,  qui in questa parete. Dean, vieni qui! C’è come una porta segreta.”
“Cazzo, Sam, hai ragione. Mi dispiace, signora, ma siamo costretti a farla saltare in aria.”
“Che cosa????”

“Sam, vai a prendere l’ esplosivo. Mi dispiace, signora.”
“Oh mio dio..”
 
Sam e Dean fecero saltare in aria la porta e scoprirono una stanza impolveratissima, piena di ragnatele e di oggetti, culle e altre cose da bambini, coperti di polvere e muffa.

“Ha una pompa per l’acqua? Abbiamo bisogno di togliere questo schifo per appurare la nostra teoria.”
“Sì, nel giardino..ma..oh mio dio. Un fantasma nel mio albergo. Un fantasma che potrebbe essere..”
 
 


*

Sam prese la pompa dell’acqua ma il fantasma della bambina lo fermò.
Dean nel frattempo si maledì per aver lasciato andare il fratello da solo.
Quando raggiunse il giardino, vide Sam svenuto a terra.

“Sarah, che stai facendo. Lascia andare quel ragazzo.”
“Hai fatto uno sbaglio, Matilde, sorellina cara. Avresti dovuto ascoltarmi quando ti dissi che non dovevi chiamare nessuno.”
“Sei tu la responsabile di tutte quelle sparizioni..”

Io VOLEVO che loro sentissero quelle che sentivo io! Che provassero cosa significa a sentirsi pesi, soli, tristi e dimenticati. Anche tu mi hai dimenticato.”
“No, io non sapevo della tua esistenza.”
“In fin dei conti, in questi anni l’hai sempre saputo, il tuo cuore te lo diceva che avevi perso qualcosa, che avevi perso ME, ma hai voluto dimenticare..”

“Credi di essere l’unica ad avere il diritto di sentirsi così?” 
Sam si era alzato in piedi e aveva parlato.
Tutti lo guardarono.

“Non sei l’unica ad aver perso molto, in tutta la vita il mondo è pieno di persone tristi che si sono sentite dimenticate, abbandonate, ma non cercano di fare sentire allo stesso modo così gli altri solo per soffocare il loro dolore, questa è una cattiveria INUTILE e che non serve a niente. Ti senti meglio ora, che hai fatto perdere il senno e l’identità a tutte quelle persone? Come si sente il tuo cuore? Fare questo ti ha fatto recuperare gli anni di vita che ti sono stati privati?”
La bambina scosse la testa commossa.

“Il dolore e la violenza non esorcizzano il male che è stato fatto, anzi non fanno altro che generare altro male, sempre di più, sempre di più..”
“Lei voleva vendere l’albergo! Lasciarlo per sempre. Lasciare…ME..”
“Io non avevo idea che tu fossi imprigionata qui..” disse Matilde.

“Rimanere imprigionati a dei luoghi non serve a renderci felici, al contrario serve solo a renderci ancora più tristi e disperati, Sarah. Tu avresti voluto che Matilde restasse sempre con te ma averla sempre qui con te non ti avrebbe mai restituito gli anni da sorelle che vi sono stati tirati via, quella era solo un’illusione che tu per tutto questo tempo hai voluto cucirti addosso che non ha fatto altro che farti del male, portandoti alla pazzia..guarda quello che hai fatto..sei diventata uno spirito vendicativo. “
Sarah ormai piangeva copiosamente.

“Sei addirittura CRESCIUTA, in una sorta di non vita, che ti sei costruita addosso, pur di avere l’illusione di poter in qualche modo fingere di poter essere la sorella che non sei stata e che ti era mancata, ma non è quello che tua sorella avrebbe voluto. Lei avrebbe voluto che tu andassi avanti..”

“Sorellina..”
“Sarah..”
“Perdonami..”

Matilde andò verso di lei e la abbracciò, il fantasma bianco oscillò in una luce sfarfallante.
“Ho paura di quello che c’è di là.. non volevo..andarmene da sola..” disse la bambina.

“Tutti diamo per scontato che quello che c’è di là sia sempre brutto, ma magari..potrebbe addirittura esserci qualcosa di migliore..” disse Sam, con gli occhi lucidi.
La bambina annuì, commossa.

“Mi dispiace per quello che ho fatto.” Disse e con un gesto della mano, il mondo sembrò oscillare un poco. “Ecco fatto, quelle persone staranno bene ora.” Poi si rivolse a Sam e Dean.
“Vi prego, bruciate quella stanza, poi bruciate le mie ossa, vi dirò dove sono. Me ne voglio andare. Per sempre stavolta.”
Sam e Dean rimasero molto sorpresi, non avevano mai visto un fantasma tanto collaborativo.

Lasciarono le ossa per ultime ma Matilde disse di aspettare ancora un attimo, andò da lei.
 
  “Non devi affrontare tutto questo da sola.” Disse Matilde. “Io vengo con te.”
“No.” disse la bambina. “Non posso farti questo.”

“Era da parecchio tempo che mi sentivo pronta alla morte, ma c’era sempre qualcosa che mi tratteneva, ora ho capito cosa fosse. Eri TU.” Disse lei.
La bambina la osservò sgomenta.
Stava cominciando a prendere fuoco, Matilde sembrava prossima alla morte.

“Per tantissimo tempo, siamo state l’una la carceriera dell’altra. Finalmente ora dopo ANNI, possiamo liberarci.” Disse la bambina.
E simultaneamente, mentre la bambina spariva del tutto, Matilde spirava.
Sam e Dean rimasero allibiti di vedere Sarah sparire e dissolversi in un abbraccio ancora stretta alla sorella.
Lacrime copiose scendevano sul viso dei due ragazzi.

Dean gli strinse il collo con un braccio e gli sussurrò:
“Sono davvero orgoglioso di te.”
  






















Note dell'autrice: ciao ragazzi!
Allora, vi spiego, non siete diventati pazzi. 
Avevo diviso questa storia in più parti, poi mi sono resa conto stamattina che..era un disastro vedere tutti questi capitoli divisi e...li ho rimessi insieme!! LOL xd
per fare questo ho dovuto ricopiare le note, che ora inserirò di nuovo, dico grazie a Team, che ha una santa pazienza con me! xd
Abby è un bene che non hai ancora recuperato la storia xd non avrei avuto il coraggio di chiederti di fare di nuovo copia e incolla delle recensioni ahha

bando alle ciance! Rieccomi con le spiegazioni che ho già dato prima LOL:

  il libro che Sam legge è "La principessa che credeva nelle favole" libro che io ADORO <3 Come avete capito, il capitolo è ispirato a una puntata "la casa delle bambole" ma sarà mooolto diverso ^^ anche se alcune parti resteranno invariate e si collegherà molto a Sam e Dean ^

https://www.youtube.com/watch?v=87MZxlx-Diw

  Link per Sam ubriaco! vi dico già che dovete dire grazie a Teamfreewill, se l'ultima parte del capitolo, dove le due bambine si confrontano, ha visto la luce xd.
Lei mi ha spronato a scriverlo, perchè la parte del lago ha detto che era interessante, io non volevo..perchè dovevo andare a rivedere il finale e non mi piace mai andare a vedere apposta le puntate per scrivere i capitoli..è una cosa estenuante, infatti ho messo il minimo indispensabile.
Spero davvero che mettere queste poche descrizioni siano bastate.

Voglio ringraziare anche tutte le persone (Anche Abby che mi recensisce anche) che hanno messo la storia tra le preferite e le seguite, non le nomino perchè non so se vogliono essere nominate ma non sapete davvero quanto a me sprona questa cosa. è una storia difficilissima e queste sono cose che mi spronano ad andare avanti.
   
 
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