38.
L’ondeggiare delle candele, sospese nell’aria insolitamente fredda di quella notte quasi estiva, creava dei lievi cerchi di luce sulle foglie circostanti, che facevano da cornice alla Foresta proibita, come degli anelli verde acido. Granelli di sabbia scura reggevano i ceri, rigenerandosi e autoalimentandosi continuamente, serpeggiando tra i capelli delle ragazze che erano disposte in cerchio, ad occhi chiusi. Anche loro galleggiavano, adesso, e i loro corpi si muovevano insieme alle candele, in una lenta danza di ipnosi. La notte le avvolgeva, protettiva, come un mantello scuro che rendeva tutto ovattato e nascosto. Nessuno si era accorto della loro assenza; nessuno si rendeva conto di quello che stava accadendo. Nessuno se ne era mai realmente reso conto, per tutto quel tempo: quello di cui si era accorto Merman non era che la punta dell’iceberg... non poteva andare meglio di così. Lui era riuscito ad arrivare alle iniziate con estrema facilità, perché a nulla erano serviti i tentativi che il Preside aveva messo in atto. Elsa, soprattutto, era stata così vulnerabile... una meravigliosa rosa di freddo e tenebre che fioriva per lui. Così maledettamente perfetta.
«Vi ringrazio per avermi aiutato, signori» disse Pitch Black, rivolgendosi ai Westergard, in piedi dietro di lui, con gli occhi fissi sulle ragazze; nessuna parola rompeva il silenzio, in quel momento. Hans Westergard, vicino ai genitori, aveva gli occhi fissi sul rituale in corso, sulle ragazze che ondeggiavano inermi, sulla cappa di granelli scuri che le avvolgeva. E d’un tratto, sentiva il potere del ghiaccio – il potere che Elsa gli aveva trasmesso – che se ne andava, che lo abbandonava, che restava nell’aria e lo lasciava lì, simile ad un involucro che non aveva senso. Un fremito di paura lo attraversò: che cosa stava succedendo?
Black gli permise di guardare le immagini di coloro che si erano affiancati alle iniziate, della fine che avevano fatto. Eris, Aurora, Jehan, e adesso...
«Te umbra circumligo.»
Cadde a terra, un fischio sordo nelle orecchie e l’ombra che annebbiava i suoi occhi. Il gelo che lo circondava, il ghiaccio che crepitava su di lui, intrappolandolo in una bara di freddo. I suoi genitori rimasero immobili per tutto il tempo, mentre il mago lo guardava inespressivo. Poi, più niente.
Quando il corpo di Hans Westergard cadde a terra, producendo un tonfo sordo sulle foglie, Pitch Black, con un gesto della mano, riportò gentilmente le ragazze a terra, che aprirono gli occhi piano e camminarono verso la casa nel bosco, in una silenziosa processione, per poi sparirvi dentro.
Niklaus e Karen Westergard si smaterializzarono, certi che ormai il loro ruolo era terminato.
«Vi ringrazio per avermi aiutato, signori» disse Pitch Black, rivolgendosi ai Westergard, in piedi dietro di lui, con gli occhi fissi sulle ragazze; nessuna parola rompeva il silenzio, in quel momento. Hans Westergard, vicino ai genitori, aveva gli occhi fissi sul rituale in corso, sulle ragazze che ondeggiavano inermi, sulla cappa di granelli scuri che le avvolgeva. E d’un tratto, sentiva il potere del ghiaccio – il potere che Elsa gli aveva trasmesso – che se ne andava, che lo abbandonava, che restava nell’aria e lo lasciava lì, simile ad un involucro che non aveva senso. Un fremito di paura lo attraversò: che cosa stava succedendo?
Black gli permise di guardare le immagini di coloro che si erano affiancati alle iniziate, della fine che avevano fatto. Eris, Aurora, Jehan, e adesso...
«Te umbra circumligo.»
Cadde a terra, un fischio sordo nelle orecchie e l’ombra che annebbiava i suoi occhi. Il gelo che lo circondava, il ghiaccio che crepitava su di lui, intrappolandolo in una bara di freddo. I suoi genitori rimasero immobili per tutto il tempo, mentre il mago lo guardava inespressivo. Poi, più niente.
Quando il corpo di Hans Westergard cadde a terra, producendo un tonfo sordo sulle foglie, Pitch Black, con un gesto della mano, riportò gentilmente le ragazze a terra, che aprirono gli occhi piano e camminarono verso la casa nel bosco, in una silenziosa processione, per poi sparirvi dentro.
Niklaus e Karen Westergard si smaterializzarono, certi che ormai il loro ruolo era terminato.
Fine seconda parte