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Autore: Mahlerlucia    24/06/2019    0 recensioni
Vivo perché sono morto dentro tante volte,
amo perché ho provato l’odio e mi ha fatto paura,
do perché so che cosa vuol dire non ricevere niente,
ascolto perché mi piace vedere le parole risplendere quando vengono ascoltate,
apro il mio cuore perché è l’unico modo di farlo respirare.
(Fabrizio Caramagna)
[Natsuya x Nao]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kirishima Natsuya, Nao Serizawa
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Free! - Iwatobi swim club
Personaggi principali: Natsuya Kirishima, Nao Serizawa 
Pairing: NatsuNao
Tipo di coppia: Shonen-ai

 


 

It takes a fool to remain sane

 

 

[...]
If you don't give me the chance
To break down the walls of attitude
I ask nothing of you
Not even your gratitude

And if you think I'm corny
Then it will not make me sorry
It's your right to laugh at me...

 

 

Nessuno osa proferir parola all'interno del piccolo abitacolo dell'automobile. Non è stata accesa nemmeno la radio, dato che in quel preciso frangente non può essere contemplata come mezzo di distrazione da nessuno di voi due.
Natsuya ha deciso di mettersi al volante e di scortarti sino allo studio dell'oculista per il colloquio di restituzione che ti aveva confermato per telefono giusto qualche ora prima. Ti è stato accanto per tutta l'attesa degli esiti e, chiaramente, non ti è stato possibile convincerlo a restare in sala d'aspetto nel momento in cui sei stato invitato ad entrare.
Quell'insolita quiete – celata dal rispetto per il ruolo di chi gli stava davanti – l'aveva fatta da padrona persino durante la consegna della definitiva certificazione medica. Lo specialista si era premurato di spiegarvi quali erano stati i risultati degli ultimi controlli, ai quali si erano inevitabilmente aggiunti ulteriori esami di verifica.

Mi duole confermarvi il principio di distacco della retina che avevamo ipotizzato nel corso della precedente visita.
Silenzio da entrambe le parti.
L'intervento chirurgico è il modo più efficace per prevenire un peggioramento della lesione già in atto.
Hai annuito con espressione affranta. Alla tua destra, silenzio.
Meglio evitare di sottoporsi ad un nuovo intervento nello stesso ospedale in cui era stato ricoverato anni fa.
Ti è stato raccomandato un collega con un certo numero di specializzazioni che ti hanno lasciato a bocca aperta. Hai posto qualche domanda per avere delle delucidazioni al riguardo. Al tuo fianco, solo un sospiro soffocato.
Fissiamo un nuovo appuntamento non più tardi della prossima settimana, in modo da decidere insieme come procedere. Le lascio il tempo necessario per pensarci.
Avete stabilito di rivedervi nel corso della mattinata del successivo lunedì. Natsuya ha scosso la testa e ha incrociato le braccia. Ma le sue corde vocali si erano ostinate nel proseguire con il loro involontario sciopero del 'lavoro'.

“No! Quel ciarlatano non mi ha convinto. Adesso m'informo per bene e ti porto da un altro specialista. Possibilmente uno che non si metta a pubblicizzare i suoi amici come se fossero una patetica combriccola in cerca di guadagni facili! Sostiene pure che ad Iwatobi non sappiano operare! È arrivato il luminare dei miei stivali! Ma guarda cosa mi tocca sentire a vent'anni suonati!”

Ed eccolo qui il Kirishima che hai imparato a conoscere e ad apprezzare in tutti quegli anni di onorata amicizia. Prima o poi la pentola che bolle si fa sentire, ovvero necessita di essere scoperchiata per poter buttare fuori il proprio vapore acqueo. In questo caso non si tratta di futile vapore, ma bensì di tutti i pensieri rabbiosi e tangenziali che gli stavano balenando nella testa da quando avevate varcato la porta del piccolo studio privato del medico.

“Natsuya, non innervosirti. Mi ha dato qualche giorno per pensarci.”

“Ah, no! Tu lunedì non torni da quell'oculista da strapazzo a prendere accordi sulla tua salute.”

Ti volti e non puoi fare a meno di osservarlo mentre guida con una certa scioltezza, nonostante l'agitazione che sicuramente l'amara scoperta avrà suscitato nella sua impressionabile indole. Si morde il labbro inferiore per cercare quantomeno di reprimere quella rabbia che non lo avrebbe di certo aiutato.
Gli automobilisti più distratti, lenti o sfuggenti incontrati sulla stessa carreggiata si stanno inconsapevolmente prestando al ruolo di bersagli prediletti per le sue invettive di giornata.

“Non ho molte alternative.”

“È una clinica privata. L'operazione che farai sarà a pagamento, è ovvio che te la consiglino! Altrimenti come possono lucrare sui pazienti? Soprattutto quelli più giovani! Domani andiamo in ospedale e-”

“Natsuya!”

“Cosa?”

Chiudi gli occhi e rilasci un sospiro sommesso. Non per altro, ma ti serve per ingranare le parole che fremono per poter uscire dalla tua bocca ma che, allo stesso tempo, non dovrebbero mai arrivare al punto di ferirlo, in alcun modo. In fondo si sta preoccupando per te con tutto se stesso. Poco importa se si sta anche impelagando nella sua totale ignoranza in ambito medico e in una questione psicologica ben difficile da comprendere e, di conseguenza, da superare: la negazione di un problema evidente. Il rifiuto di un dato di fatto e persino certificato.
Kirishima si sta disperatamente aggrappando alla speranza di trovare un altro oculista qualsiasi che gli possa ancora confermare che in realtà tu stia bene, che la situazione non sia grave come vi è stato fatto credere in un primo momento. Lui vorrebbe solamente il tuo bene, più di ogni altra cosa.
E tu vacilli per lui, perché sai che è proprio così. Anzi, è soprattutto grazie a questo meraviglioso lato della sua colorita personalità che la tua vita ha acquisito un nuovo e più intenso significato.
Natsuya rappresenta la tua estate anche nel corso degli inverni più scuri.

“In ospedale confermerebbero tutto. E mi consiglierebbero a loro volta di sottopormi allo stesso tipo di operazione. Il problema non sta nel guadagno dei professionisti o nella raccomandazione tra colleghi.”

“Non puoi dire con certezza che in ospedale confermerebbero ogni cosa. Magari ti farebbero ulteriori accertamenti per verificare se effettivamente c'è stato questo... questo...”

“... Distacco della retina.”

“Sì, quella cosa lì. Secondo me è un problema che non sussiste... o almeno, non nella misura in cui te lo stanno facendo credere.”

“Pagherei affinché tu avessi ragione, credimi. Ma Natsuya-”

“Niente ma! Oggi prenotiamo la visita e non se ne parla più. Dovresti solo passarmi i tuoi dati sanitari.”

“Non c'è proprio verso con te.”

Un tenue sorriso di soddisfazione si espande su quel viso oramai adulto. Quel piccolo barlume di speranza si è inculcato in lui fin dal primo istante in cui aveva deciso di condividere con te quel percorso che vi vede ancora una volta protagonisti, senza mai averlo richiesto esplicitamente. Kirishima aveva preso il coraggio a quattro mani con una collera ed una testardaggine che nemmeno il tuo lato più razionale avrebbe mai potuto sradicare.
Ma a che scopo contraddirlo? Sai bene di aver bisogno di quella sua dose di sana follia quotidiana per dare la giusta tonalità alla monotonia delle tue giornate impregnate di senso del dovere e devastante desolazione. Non sei mai stato realmente autonomo di fronte a quel brusco ed inevitabile passo in avanti verso l'età delle 'maggiori responsabilità'. Hai semplicemente cercato di adattartici, come saggerebbe un qualsiasi essere vivente allo scopo di sopravvivere all'interno di nuovo ecosistema.
Natsuya non era mai stato da meno, perennemente arenato nelle sue difficili relazioni familiari che lo hanno portato ad attraversare dei momenti piuttosto complicati. L'Australia era stata solo un momentaneo rifugio – fisico e spirituale – grazie al quale poter riprendere fiato e rimettere insieme i pezzi della propria sensibilità disintegrata da chi non aveva avuto il desiderio e la pazienza di comprendere la profondità del suo dolore. Così come la bellezza dei suoi ventun anni fatti ancora di sogni e chimere adolescenziali.
Chi meglio di lui sarebbe stato in grado di spalleggiarti dinnanzi a quella nuova – ma già comprovata – battaglia che si sta facendo largo lungo il tuo cammino? Nessuno, nemmeno la tua famiglia.

“Abbiamo un obbiettivo comune, giusto?”

Poche parole che ti entrano dritte nel cuore lasciandoti senza fiato. Abbiamo un obbiettivo comune. Io e te.
In pochi istanti riaffiora nella tua mente tutto ciò che ricordavi di quei giorni trascorsi in ospedale, al buio, in attesa di notizie sulla pronta guarigione dei tuoi occhi.
Udivi spesso delle voce gioiose; qualcuno ti portava dei regali, dei piccoli pensieri che ti avrebbero sempre riportato alla mente quella stanza d'ospedale. Ti domandavano come ti sentissi e t'incoraggiavano a resistere perché nelle loro ingenue conclusioni non c'erano dubbi sul fatto che l'operazione fosse andata bene. Ricordi le risate seguite da inevitabili incrinature distinguibili in quelle stesse manifestazioni di solidarietà altisonanti. Ma non potevi di certo pretendere di più da dei ragazzini al primo anno delle scuole medie preoccupati per le condizioni di salute del loro senpai. Anzi, per la loro naturale espansività, erano stati fin troppo capaci di dare una regolata alle loro delicate lacrime di puro terrore. Avresti potuto contare, ad una ad una, tutte le volte in cui Asahi o Makoto avevano singhiozzato sforzandosi oltremodo di trattenere ogni singola emozione. Probabilmente in quel momento avrebbero desiderato entrambi avere la stessa imperscrutabile indole del loro amico Haruka, decisamente più quieto ed introverso.

E poi c'era Natsuya. Onnipresente, silenzioso quanto Nanase, ma molto più teso. Preoccupato per il presente, ma anche per il futuro. Che ne sarebbe stato del vostro lavoro alla Iwatobi? Il solo pensiero di essere alla fine del ciclo delle scuole medie lo tormentava da qualche tempo. Ed era anche per questo che aveva chiesto una mano al giovanissimo Tachibana per l'assemblaggio di una nuova squadra di nuoto formata da matricole con la vostra stessa passione. Avrebbe preferito chiedere un apporto organizzativo direttamente ad Ikuya, ma i rapporti tra i due giovanissimi fratelli erano già tesi da qualche tempo.
L'incidente capitatoti alla vista aveva peggiorato ulteriormente quel quadro di sviluppo di per sé già difficile da gestire. Specie perché sapevi bene che la sua mente stava combattendo una guerra infinita contro quei sensi di colpa che lo tormentavano da sempre. Per te e per Ikuya, gli elementi imprescindibili della sua irrequieta esistenza. Per voi due avrebbe fatto di tutto, persino annullare se stesso. Come di fatto è successo, purtroppo.

“Natsuya, io... non vorrei mai costringerti a privarti del tuo prezioso tempo libero per stare dietro alle mie paturnie. Tu devi pensare anche a-”

Noi due abbiamo un obbiettivo comune, giusto?”

Il modo deciso e perentorio con cui ha ripetuto la stessa domanda retorica che ti aveva posto giusto qualche istante prima, ti lascia facilmente intuire quanto sia davvero disposto ad ascoltare le tue remore di fronte alla sua infinita disponibilità. E non si tratta solamente di questo, non potete nascondere la testa sotto la sabbia ancora per molto. L'amicizia è un legame che avete tentato di sperimentare per anni, ma con scarsi risultati. Siete perfettamente consci di essere ben oltre, di provare sentimenti ben più profondi l'uno nei confronti dell'altro.
Ogni singola azione di Natsuya è la conseguenza di tutto questo, del legame indissolubile che siete riusciti a costruire, a discapito di chi, con ogni probabilità, non sarebbe mai stato in grado di accettare tutto ciò.

“Quindi non ho più diritto di replica per l'intera giornata, giusto?”

“Non ho detto questo. Non mettermi in bocca parole che non ho mai neanche pensato. Si tratta solo di tutti questi inutili tentavi che stai mettendo in atto per allontanarmi da te e da questo momento difficile. Ecco, su quelli sì che non hai diritto di parola. Io ho già deciso come comportarmi, indipendentemente da qualunque cosa tu abbia in mente di dire!”

Lo vedi muoversi con disinvoltura mentre scala la marcia della sua auto sportiva e aziona l'indicatore di direzione sinistro. Ancora poche centinaia di metri e sareste arrivati sotto la palazzina in cui vivi da quando ti sei trasferito nella capitale nipponica. Saggiamente, decide di non guardarti in maniera diretta in quei tuoi occhi offesi e persino lucidi. Non può permettersi di distogliere lo sguardo dal traffico cittadino rischiando di mettere in pericolo la vostra incolumità fisica. In un modo o nell'altro sta continuando a proteggerti senza chiederti nulla in cambio, se non la tua fiducia incondizionata e quello stesso affetto che lui è stato in grado di non farti mai mancare.
Abbassi lo sguardo e sospiri, rassegnato a sentirti un inutile peso per le settimane a venire.

“Natsuya...”

“Non hai intenzione di mollare?”

“No, volevo dirti semplicemente... grazie. Grazie per tutto quello che stai facendo e che farai per me.”

 

***

 

Rileggi per l'ennesima volta la relazione che dovrai consegnare l'indomani al professore di Pedagogia dello Sport. Quel lavoro andrà a costituire una parte integrante del voto finale dell'esame che sosterrai all'inizio della prossima sessione. La prova sarà fondamentale per poter iniziare il tirocinio pratico che effettuerai presso un rinomato centro sportivo convenzionato dallo stesso presidente di facoltà.
Nel vortice dei pensieri relativi ai tuoi doveri, sei riuscito a dimenticare almeno per un paio d'ore le inevitabili preoccupazioni dovute all'infausta conferma che ti era stata data proprio nelle prime ore di quel pomeriggio.
Di nuovo sotto i ferri. Un'altra volta in compagnia della mera oscurità.

Chiudi il tuo notebook subito dopo aver letto la conferma di avvenuta ricezione della mail che hai mandato al professore. Difatti, prima di consegnargli la copia definitiva della relazione, è necessario fargli avere anche una bozza per poter avere il tempo necessario per apportare eventuali correzioni.
Ti rechi in cucina per preparare una tisana calda. Senti di dover distendere i nervi dopo le forti emozioni distribuite poco liberamente e in un lasso di tempo sicuramente troppo breve. Non appena il fischio del bollitore ti segnala lo stato dell'acqua riscaldata, ti premuri di recuperare due chawan, per poi poggiarle sul piccolo kotatsu posto al centro del tuo umile salottino. Tutto era pronto per quella piccola cerimonia del tè improvvisata, ma che non potevi assolutamente saltare.

“Natsuya-chan!”

Natsuya-chan! Ma da dove mi è uscito questo appellativo così sdolcinato?
Dalla tua camera da letto non senti volare una mosca. Silenzio assoluto, di nuovo. Sollevi gli occhi al soffitto, oramai rassegnato a doverti impegnare più del dovuto per tirarlo giù da quel letto. Non ci voleva poi molto a comprendere i motivi per i quali non aveva di sicuro passato una nottata piacevole e rilassata.
Sulla soglia della tua camera lo trovi riverso su un fianco, con una mano infilata sotto la testa a mo' di cuscino e le gambe piegate in avanti, in perfetta posizione fetale. Di tanto in tanto lo senti sospirare nel torpore generale, come se qualcosa o qualcuno, all'interno delle sue fantasie oniriche, si stesse opponendo nel concedergli una vera e propria dormita con i fiocchi. Sorridi a quel pensiero; anche il solo fatto di non sentirlo russare ti lascia facilmente intuire quanto sia leggero e frangibile quel suo tanto bramato desiderio di riposo.

“Natsuya... sveglia!”

“Mhmm...”

“Non vorrei mai disturbarti, ma sono sicuro che non ti perdoneresti mai l'avermi lasciato solo per il nostro abituale tè pomeridiano. Ti conosco troppo bene!”

“Dai mamma... ancora cinque minuti... prima... Ikuya...”

Suo fratello perennemente presente al centro di ogni suo pensiero più sconclusionato. Come un tarlo nella testa che non riesce a dargli un attimo di pace fino al momento in cui non troverà una soluzione degna e attinente. Il ché è molto più complesso di quanto si possa anche solo minimamente sperare.
Sono passati troppi anni dal giorno in cui ha cominciato stranamente a non correre più buon sangue tra chi, in realtà, quello stesso sangue lo condivideva persino dal punto di vista biologico.

“Senti, io non ho la minima idea del luogo in cui possa trovarsi il tuo adorato fratellino in questo momento. E tanto meno posso assomigliare vagamente alla tua mamma. Per cui ora apri gli occhi e vieni a prendere il tè, con me!”

Le sue grandi iridi rosse fanno finalmente capolino tra di voi. La maniera lenta e solenne con cui ha deciso di aprire le palpebre ti ha suggestionato non poco, quasi come se stessi assistendo ad una macabra scena di un film horror in cui un personaggio che si credeva morto, riapre improvvisamente gli occhi con un'amara sete di vendetta custodita in corpo.
Mantiene quello sguardo tetro fino a quando i vostri occhi s'incrociano. Ed è solo a quel punto che comprendi l'arcano. Non fai in tempo a ribellarti che ti ritrovi supino sul letto, al suo fianco. Aveva studiato ogni tua mossa nei minimi particolari e, molto probabilmente, stava fingendo di dormire da quando ti aveva sentito trafficare in cucina.

“Ciao Serizawa! Che ne dici se questi li togliessimo?”

Non ti lascia nemmeno il tempo necessario per replicare a dovere: i tuoi occhiali sono già stati poggiati sul comodino. L'idea più malsana che potesse mai partorire la sua mente diabolica: ora il tuo campo visivo sembra fluttuarti attorno come se stessi girando su di una ruota panoramica impazzita. Stropicci più volte le palpebre per provare quantomeno ad alleggerire la tua parziale cecità. La conferma ancor più netta della veridicità delle parole sentenziate dal tuo oculista.
Cerchi di recuperare le tue lenti a tentoni, ma Kirishima si oppone, bloccando di getto il tuo polso. Un moto di rabbia ti assale, portandoti a respingere la prepotenza di chi si sta bellamente approfittando delle tue debolezze; e non solamente di quelle fisiche.

“T'informo ufficialmente che senza i miei 'adorati' occhiali non riesco a distinguere nulla! Volevi la conferma del medico? Eccola, te la sto dando! O forse sarebbe meglio dire che te la stai dando da solo...”

Il suo indice di posa sulle tue labbra, lasciandole socchiuse. Non sembra essersi innervosito per le tue parole o per quel tuo piccolo tentativo di ribellione.
Sposta una ciocca di capelli dalla tua fronte per poi poggiarci delicatamente le sue labbra umide. Scende sino alle palpebre, alle guance, per giungere finalmente alla tua bocca. In pochi istanti le vostre lingue s'incontrano, trascinandovi in un vortice di crescente eccitazione. Non ti sei nemmeno reso conto di aver tenuto gli occhi chiusi per quasi l'intera durata di quell'infinito bacio.

“Questa è l'unica conferma in cui credo davvero.”

Sussurra quella frase in un soffio lasciato sulle tue labbra umide e palesemente insoddisfatte. Vorresti proseguire quello che lui ha deciso d'interrompere per farti notare qualcosa che a te sembra talmente naturale, quasi scontato. Ma chissà, forse per lui non è esattamente la stessa cosa, e un po' te ne rammarichi.
Tenti di riaprire gli occhi e lui si trova lì, con la testa poggiata sul palmo della mano, intento a fissarti col suo sguardo sognante. O almeno è quello che ti è parso andando ad intuito, dato che la tua vista lascia di nuovo a desiderare.

“Ma questa conferma è storia ormai.”

“Nel senso che me la devo impacchettare tra i ricordi più belli e 'chi si è visto, si è visto'?”

“No, zuccone! Intendo dire che è tutto talmente scontato che non occorre nessuna conferma.”

“Detta così mi piace già di più.”

Le sue labbra si posano nuovamente sulle tue, mentre le sue dita si diramano tra i tuoi soffici e chiari capelli dispersi sul cuscino. Socchiudi di nuovo gli occhi per lasciarti avvolgere dal calore dei suoi tocchi delicati e ben mirati.

“Per lasciarti completamente andare ti servono gli occhiali?”

Sgrani gli occhi e per una manciata di secondi riesci a distinguere nitidamente l'intensità del suo sguardo perso completamente nel tuo. Un lampo di puro terrore pervade i tuoi pensieri, mentre cerchi di nascondere il tuo stato d'animo ai suoi occhi curiosi e per nulla convinti. Ma è tutto inutile: senti il bisogno di liberarti da quell'improvvisa ondata d'angoscia parlandone direttamente con lui. Perché solo lui ha la possibilità d'infonderti quella speranza di cui necessiti come non mai. Lui – e solamente lui! – è in grado di mostrarti quanto sia indispensabile lasciarsi andare alla più genuina follia per poter mantenere quel briciolo di lucidità mentale che vi consente di essere etichettati ancora una volta come esseri 'nella norma'.
Lui che di normale non ha mai avuto niente, nel senso più aulico del termine.

“E se un giorno non riuscissi più ad arrossire alla mancata visione dei tuoi occhi dentro ai miei?”

“Ti descriverei tutto, per filo e per segno.”

Uno dei tanti motivi per cui ti sei perdutamente innamorato del giovane Kirishima sta tutto in quel suo ultimo intervento: non ha mai smesso di sorprenderti, nemmeno per un istante.



 

Do, do, do what you wanna do
Don't think twice, do what you have to do
Do, do, do, do, let your heart decide
What you have to do
That's all there is to find

'Cos it takes a fool to remain sane
Oh, it takes a fool to remain sane
Oh, in this world all covered up in shame...










 


 

Angolo dell'autrice


Ringrazio anticipatamente tutti coloro che avranno voglia di leggere e recensire questa mia raccolta di one-shot! :)

E fu così che la one-shot scritta in un momento d'esigenza creativa ed emotiva divenne magicamente una raccolta di tante 'belle' shottine. Si, insomma. Diciamo che al momento ho in mente le idee generali per poterne buttare giù ancora un paio, almeno. ;)
La raccolta sarà interamente dedicata a Natsuya Kirishima e Nao Serizawa (i senpai di 'Starting Days'), con sprazzi di narrazione legati ad Ikuya e ad altri personaggi che ruotano intorno a loro.
Il punto di vista sarà alternato e in questo caso toccherà di nuovo a Nao. Il tempo della narrazione sarà sempre il presente con la presenza di vari flashback narrativi.

Questa quarta one-shot segue cronologicamente la precedente.
In questo caso ho preso ispirazione dalla canzone It take a fool to remain sane dei The Ark (da cui ho tratto il titolo e ho riportato parte del testo all'inizio e alla fine del testo).
Come ci era già stato preannunciato, Natsuya ha iniziato la sua azione di predominio sulla vita di Nao. Ora lo segue ovunque, mettendo bocca (nei limiti della decenza e del rispetto dei ruoli) ad ogni cosa, da bravo 'amico innamorato' quale è sempre stato. Purtroppo, il medico confermerà quel principio di distacco della retina che aveva ipotizzato nel precedente capitolo e consiglia al nostro Serizawa di sottoporsi ad un nuovo – ed invasivo – intervento chirurgico per poter salvare il salvabile. Il diretto interessato, seppur a malincuore, non può far altro che accettare la realtà dei fatti e sottostare alle cure di cui necessita. Natsuya, dal canto suo, non riesce ad accettare il ripetersi di questa situazione dolorosa e ne soffre in maniera evidente. Ma la sua resilienza è molto più potente di quanto non voglia dimostrare con i suoi primi rimbrotti dovuti allo choc del momento.
E io mi perdo sempre nella mente di questi due che si perdono (a loro volta), si coccolano e si danno continuamente forza l'un l'altro in un bellissimo vortice di emozioni che mi auguro non abbia mai fine. **
La storia continua nelle prossime shot!

Grazie ancora a tutti coloro che passeranno di qua. ^^

A presto,

Mahlerlucia

   
 
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