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Autore: Sersci    25/06/2019    0 recensioni
Kole è un ricco americano magnate del petrolio. Sara appartiene all'aristocrazia londinese, costretta a sposare un uomo che non ama. Due mondi e due personalità differenti.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Lady Sara, sono Arthur, l'avvocato di Mr Kole. L'accompagno al suo appartamento. Mi sono permesso di fissare per domani alle 11 un appuntamento con il Direttore della Royal Bank. Io credo che dovremmo sbrigare tutto in tre o quattro giorni". Salì in auto con lui e lasciarono l'aeroporto. Sara osservò dal finestrino della vettura le persone che camminavano tenendo in mano l'ombrello. Sentiva freddo e si tirò su il bavero della giacca. "A domani". Scese dalla macchina, salutò cordialmente ed attraversò la strada.

"E' un piacere rivederla, Lady Sara" le disse James, il portiere dello stabile, aprendole il portone. Entrò in ascensore ed arrivò all'attico dove si trovava il suo appartamento. Entrò in casa e provò un senso di solitudine, era la prima volta che sperimentava questa sensazione. Il suo appartamento era anche il suo rifugio. In cucina trovò un bigliettino attaccato al frigo "Ben tornato ad Itaca, Ulisse ;)" 

La solita Liz. "Non ho trovato manzi e vitelli da abbrustolire, perciò devi accontentarti della mia super insalata. Nel freezer troverai un gelato al cioccolato. Ho pensato ti potesse servire. Approfittane. Ci vediamo domani". Prese il gelato, andò in soggiorno, accese la televisione e cominciò a mangiarlo. Non era molto attenta al programma, in realtà stava pensando al tempo trascorso con Kole. Controllò il cellulare e notò che non vi erano telefonate a parte il messaggio che le aveva inviato appena atterrata a Londra: "Spero tu abbia fatto un buon viaggio. Stai tranquilla, Arthur è un ottimo avvocato e ti aiuterà con le pratiche". Era un messaggio asettico, non le aveva chiesto altro, tipo quando sarebbe tornata. Aveva detto che aveva molto da fare, infatti non era venuto con lei, perciò poteva aver mandato quel messaggio mentre era in ufficio diviso tra scartoffie e dipendenti.

Alle dieci e trenta in punto, Arthur arrivò da lei. Il direttore della Royal Bank era una persona molto affabile e gentile. Mise il suo ufficio a loro disposizione. Passò almeno un'ora a mettere firme. Era felice ci fosse l'avvocato di Kole al suo fianco. Lei sarebbe impazzita da sola. Per il resto pensò a tutto lui. Finirono verso l'ora di pranzo. Dopo pochi giorni il denaro sarebbe stato nel suo conto. Inviò un sms a Liz: "Sto uscendo da qui. Tra mezz'ora al Mayflower. Che ne dici?". Liz non si fece attendere e rispose di sì. Non vedeva l'ora di rivederla, le era mancata tantissimo, anche se si erano chiamate quasi ogni giorno. 

"Allora adesso mi racconti tutto. Insomma com'è questo texano? Come quelli che si vedono nei film? E..." dovette fermarla perché era un tornado. "Si chiama Kole, è un uomo molto attraente e  mi ha aiutato fin dall'inizio come un fratello maggiore. Adoro i suoi amici e mi sono divertita alle loro cene". 

"Scusa, un fratello maggiore? Cioè tu hai vicino la fusione umana di Brad Pitt con David Beckham e non ci fai nulla? Oddio io mi ci sarei attaccata come un koala. Ma dico io, non ti ho insegnato niente?" Sara avrebbe giurato di essere diventata blu peggio di un puffo. Guardò i tavoli intorno a loro e per fortuna nessuno stava sghignazzando. "Finiscila mi stai imbarazzando. Kole non prova niente per me" sussurrò con le guance ancora in fiamme. "Senti amica mia" obiettò Liz "se quell'uomo non prova nulla per te io sono la regina d'Inghilterra". 

"Non ne sono sicura, Liz. Da quando sono qui nessuna telefonata, solo un sms al mio arrivo". Sara osservò Liz  che scuoteva la testa "Non vuoi lasciargli un briciolo di amor proprio a quel pover'uomo? Chi dividerebbe il suo patrimonio con una della quale non frega niente? Sara apri gli occhi, per favore!".

Rientrò in casa. La segreteria telefonica lampeggiava. Sicuramente erano chiamate di Kole. Rimase delusa di sentire la voce di suo nonno. "Ora che hai avuto il tuo momento di ribellione, spero vorrai riprendere la retta via. Domani devi venire a casa. Dobbiamo chiarire il tuo comportamento sconsiderato". Cancellò il messaggio con rabbia. Ribellione, comportamento sconsiderato, queste erano le uniche parole di suo nonno, oltre che i suoi soliti ordini: devi venire, dobbiamo chiarire. Kole l'aveva liberata dal giogo di suo nonno e da Sir Percy, perciò si potevano anche buttare nel Tamigi e lei non gli avrebbe lanciato neanche un salvagente!

Quello che le aveva detto Liz a pranzo continuava a frullarle nel cervello. Possibile che anche Kole si fosse innamorato e lei da perfetta imbecille non avesse captato i segnali che le aveva lanciato e che erano così evidenti per Liz? L'unico che poteva levarle questo tarlo dalla testa era Gilbert. "Mi sei debitore, perciò sputa il rospo Gilbert. Kole ti ha detto qualcosa su di me?". Lo prese alla sprovvista. Capì che il suo amico si sentiva tra due fuochi. Alla fine riuscì a strappargli solo un paio di frasi, ma da quelle capì che Liz aveva ragione. Kole stava soffrendo per lei. Quindi l'amava. Che stupida a non capirlo prima.

"Arthur mi scusi per l'orario. Potrei farle una delega? Vorrei pensasse a tutto lei. Domani mattina devo partire. Ho  una faccenda che devo risolvere con una certa urgenza". 

"Certamente. E' possibile farlo. Mi invii tutto" replicò l'avvocato di Kole. Ripose il telefono sul comodino e si mise a dormire. L'attendeva una dura prova!

   
 
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