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Autore: Ainely    25/07/2009    3 recensioni
Naraku sta cercando di mettere in atto uno dei suoi piani più pericolosi e subdoli, ma Sesshomaru riesce a sorprenderlo e a custodire ciò che per Naraku è prezioso quanto la Sfera dei Quattro Spiriti.
Genere: Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ci troviamo nell’antico Giappone.

Nel tempo ormai lontano delle grandi Guerre.

Una lenta pioggia di febbraio cominciò a cadere e una leggera ma fredda brezza cominciò a soffiare lungo tutta la valle e penetrò fin dentro il fitto bosco.

Un demone vestito con abiti nobiliari e coperto da una pesante pelliccia di babbuino bianco stava camminando velocemente in una direzione precisa lungo un vecchio sentiero di quel tetro bosco frequentato solo dagli animali del posto…

Continuando ad andare avanti per un paio d’ore riuscì a raggiungere una piccola zona del folto bosco in cui i raggi del tiepido sole riuscivano a illuminare le foglie degli alberi addormentati per l’inverno imminente, dopo la sottile pioggia.

Nel frattempo Sesshomaru, che si trovava nei paraggi, avvertì l’odore di quell’abominio di Naraku.

Decise di raggiungerlo per toglierlo di mezzo una buona volta, già che non avvertiva la presenza della sua barriera protettiva: evidentemente non aveva ancora percepito la sua presenza…

Bene: era in vantaggio, doveva approfittare di questa occasione.

Si diresse nella stessa direzione che aveva intrapreso prima il demone, ma questa volta molto più velocemente, poiché seguiva la scia del suo disgustoso odore.

Quando arrivò, aspettò ad uscire allo scoperto e si tenne sotto vento, per mascherare il suo odore con quello dell’aria ancora satura dell’aroma della pioggia, poi dopo aver trovato una buona posizione per tenerlo sempre sottocchio, cominciò a osservare cosa stava facendo in assoluto silenzio.

Il demone si trovava ai piedi di una specie di bozzolo trasparente, formato da rovi e rose, al cui interno, in un liquido denso e violaceo, giaceva una giovane donna addormentata in posizione fetale, dall’aspetto poteva forse considerarsi un creatura demoniaca, ma nulla era sicuro.

Mentre Naraku era lì a contemplarne il volto, stava dicendo delle frasi di invocazione, il motivo non era chiaro, ma la cosa evidente era che voleva risvegliare, in qualche modo, quella creatura.

E se Naraku aveva il bisogno di possedere quella fanciulla, significava solo che la creatura aveva il potere necessario per considerarsi pericolosa se lasciata nelle sue mani.

Questi erano i pensieri che passavano per la testa di Sesshomaru in quegli istanti…

Così decise che non appena Naraku se ne fosse andato, sarebbe uscito dal suo nascondiglio e avrebbe portato via quella creatura e l’avrebbe nascosta in uno dei suoi castelli, di cui uno si ergeva non troppo lontano da lì.

Solo dopo tre ore di riti di evocazione, Naraku decise di prepararsi per andarsene da quel bosco sito in un luogo ormai dimenticato da tutti, sia dagli umani che dai demoni.

Sesshomaru pensava che sarebbe partito da lì a poco, ma si sbagliò di grosso. Nel frattempo il vento aveva cambiato direzione e così decise di muoversi, però non perdendo mai di vista lui che non voleva saperne di andarsene.

Quando raggiunse un’altra posizione sicura vide che il demone stava ergendo una barriera attorno al bozzolo, ora era sorto un problema serio: sarebbe riuscito ad infrangere la barriera senza che lui se ne accorgesse? E sarebbe riuscito a superarla indenne? Conosceva bene i poteri delle barriere di Naraku, e certamente non gli avrebbe reso facile il passaggio.

Perciò potrà sembrare strano, per degli esseri umani quali siamo, ma un demone avverte quando qualcuno distrugge o penetra in una propria barriera, quindi il rischio era notevole…



Restava una cosa da chiedersi:

Il gioco valeva la candela?

Il demone dai capelli argentati rigettò nella sua mente quei pensieri pessimisti e si concentrò sul da farsi.

Naraku non aveva ancora finito di costruire la barriera, evidentemente quella ragazza era molto preziosa per lui… stava innalzando personalmente una delle più forti e resistenti barriere per impedire a dei “curiosi” di rubare quel prezioso tesoro…

Dopo che il demone ebbe finito, si guardò in giro e poi posò lo sguardo compiaciuto sul corpo e successivamente sul volto della ragazza, si avvicinò al bozzolo e dopo aver poggiato la mano su di esso disse:

- Yoshiko… tu sarai il mio futuro…

Il demone si allontanò lentamente dal bozzolo e una volta uscito dalla sua barriera cominciò ad allontanarsi servendosi della sua pelliccia di babbuino bianco per mezzo di un incantesimo (come fa ogni tanto Sesshomaru con la sua stola di pelliccia N.d.A.).

Sesshomaru attese il tempo necessario per far sì che si allontanasse abbastanza quell’essere spregevole, intanto era calata la notte e il pungente freddo notturno si fece sentire.

Sesshomaru tastò la solidità del terreno, non si fidava di quell’individuo: sarebbe capace pure di mettere trappole anche nel terreno, fino a che, nel mezzo del piccolo prato, proprio a fianco di ciò che restava di una vecchia quercia, sentì una forza sempre maggiore fermare il suo cammino.

Sorrise, il campo della barriera era molto ampio, infatti già a pochi passi dal suo nascondiglio, Sesshomaru non era quasi più in grado di avanzare.

Fissò i suoi occhi con fare interrogativo sul bozzolo per un istante che parve infinito…

L’offesa era voluta e Sesshomaru senza parlare si voltò di nuovo verso la barriera alzando lo sguardo al cielo.

Quando riprovò ad avanzare si ritrovò avvolto in una fitta nebbia e per giunta sulla superficie di un lago ghiacciato, là in fondo lo aspettava candidamente quella fanciulla dormiente, sembrava tutto così strano…

Quando raggiunse lo stesso punto in cui era arrivato prima, ovvero al limite della barriera, sentì un poco rassicurante scricchiolio.

Dopo alcuni secondi enormi pietre nere caddero e ruppero il sottile strato di ghiaccio, Sesshomaru cadde in ginocchio, cercando di aggrapparsi alla solida lastra di ghiaccio ancora integra ma la sua mano era troppo insensibile per il ghiaccio e così scivolò lentamente verso l’acqua.

Si tirò fuori fino alla vita dalle gelide acque che lo stavano inghiottendo, poi la sua attenzione fu rapita da un enorme blocco di pietra che le si stava schiantando addosso.

Guardò imponente figura nera, con i soliti occhi freddi ed impassibili ed ogni suo muscolo non dava nessun segno di sensibilità per l’acqua gelata.

Ma all’improvviso qualcosa si svegliò al suo interno: un fuoco stava ardendo dentro di lui e ora lo chiamava, in un attimo quando fu riuscito a liberarsi dal gelo, si ritrovò nel bosco in cui era prima, indenne e per di più asciutto…

Era quello il potere della barriera? Ti portava alla morte fisica attraverso un’illusione? Da quando Naraku usava trucchi del genere?

Ora non era il caso di stare a pensare come fosse riuscito a creare una cosa del genere: la priorità assoluta era tirare fuori quella creatura.

Estrasse Tokijin e cercò con un fendente di squarciare la potente barriera, ma inutilmente, così decise di riprovarci impiegando più energia…

Al secondo tentativo riuscì solamente a fare un piccolo taglio nella protezione di Naraku, ma recise di netto l’intera barriera subito dopo, colto da un attacco di ira, poiché non riusciva a distruggerla senza fare caos…

Quando vi riuscì, corse verso il prezioso bozzolo e non appena avvicinò la mano per toccarlo le rose e i rovi si ritirarono e un rumore poco rassicurante provenne dall’involucro.

Molto lentamente la fenditura creatasi nel bozzolo si fece più ampia e poi cominciò a fuoriuscire il denso liquido violaceo…

L’odore era tra l’acre e il dolciastro. Lo spettacolo era spettrale e surreale: il bozzolo aveva cominciato ad emanare una luce fioca e inquietante, il liquido che cadeva a terra, una volta a contatto con il terreno si mutava in sangue.

Sesshomaru restò lì in attonito silenzio, senza mai perdere il contatto visivo con ciò che stava succedendo davanti ai sui occhi.

Dopo alcuni minuti, in cui il denso contenuto era uscito, la creatura al suo interno stava per essere fatta uscire…

Sesshomaru era rimasto fermo a guardare cosa stava succedendo e poi, quando la giovane donna uscì dal bozzolo, ormai completamente sventrato, si tolse velocemente la casacca e raccolse la giovane e avvolgendola nel suo caldo abito la tenne stretta a sé.

In quel momento ritornò Naraku, fuori di sé per l’ira e quando vide che era stato Sesshomaru ad infrangere la sua barriera e a far uscire dal bozzolo la ragazza gli disse:

- Maledetto… come hai osato… ma non riuscirai a sfuggirmi tanto facilmente… e poi ora mi è del tutto inutile lei… è uscita prima dal suo bozzolo, quindi è del tutto inutile… ma fa lo stesso, la riprenderò comunque… ricordatelo: mi appartiene.
- Visto che non ti è più di alcuna utilità, non di darà fastidio se ti chiedo a che ti serve la sua vita…
Chiese in tono ironico Sesshomaru, stringendo ancora di più il corpo della ragazza.
- Tsk! Come mai ti interessa così tanto? Lei è semplicemente un… come dire… un passatempo. Nulla di più. Non è altro che un’esistenza priva di significato. Ancora più insignificante adesso che è uscita prima dal suo bozzolo…

Rispose Naraku nascondendo una smorfia di rancore.

A Sesshomaru non sfuggì quel particolare e allora cercò di tastare il terreno su cui doveva muoversi: non gli conveniva provocarlo ulteriormente, poiché doveva portare il più lontano possibile quella creatura per far sì che non cadesse di nuovo nelle sue mani, era ovvio che Naraku stesse bluffando!

Sesshomaru capì infatti che non sarebbe finita lì.

L’avrebbe di certo incontrato ancora sulla sua strada…e qualcosa gli diceva che un giorno avrebbe dovuto combattere per permettersi di non venire sottomesso al volere di quell’essere.

Successivamente le voci provenienti dalla piccola radura risvegliarono dal suo sonno la creatura che si vide stretta al petto di un demone e insieme a lui, poco più in là, c’era un altro demone e i due stavano discutendo sul possesso di qualcosa…

Naraku se ne accorse, ma non disse nulla e compiaciuto penso fra sé:

“Non immagina nemmeno di che cosa è capace… è una creatura quasi perfetta… quasi divina! Mi compiaccio della mia genialità!”

Naraku si soffermò a guardare gli occhi Sesshomaru, poi rivolgendogli la parola disse:

- Avanti. Restituiscimi la fanciulla e farò in modo da non incrociare nuovamente le nostre strade.

Il demone restò in silenzio e analizzò la sua proposta, poi rispose in modo semplice:

- Ti ho già detto che non ho la minima intenzione di cedertela. E poi anche se volessi non ti darei la soddisfazione di mettere le mani sulle sue capacità, visto che ora come ora ti si potranno ritorcere contro in un futuro non troppo lontano…
- Allora dovrai pagare con la tua vita…- disse Naraku lanciandosi contro il demone.

Sesshomaru si scansò con un po’ di difficoltà, in fondo aveva solo un braccio su cui fare affidamento, che in quel momento era occupato a tenere la fanciulla.

Naraku continuò a scagliarsi contro Sesshomaru senza dargli tregua, mentre cercava invano di trovare una via di fuga.

Nel frattempo la creatura era troppo debole per reagire, ma continuò a tenere gli occhi aperti a fessura, anche se a fatica, in quel momento stava provando un turbine di emozioni che non conosceva… ogni volta che fissava lo sguardo negli occhi dorati di Sesshomaru provava una strana sensazione… ma presto non poté più resistere alla forza sempre maggiore che prevaleva su di lei, così cadde di nuovo nel suo sonno.

Intanto la lotta tra Naraku e Sesshomaru andava avanti.

- Una volta che ti avrò tolto di mezzo sarà più facile avere la ragazza…- disse Naraku, mentre si accingeva a sferrare un colpo all’avversario.
- Maledetto!!! Non l’avrai!- Sesshomaru era inferocito su come lo aveva sfidato. Non poteva permettersi che finisse nelle sue mani ormai solo per una questione di principio!

In quel momento Sesshomaru posò delicatamente la giovane a terra e con un gesto fluido e fulmineo estrasse la sua Tokijin e colpì Naraku, il quale rimase spiazzato dalla potenza di quel fendente, così rendendo il suo corpo sotto forma di miasma velenoso, Naraku si allontanò dal demone dicendogli:

- Non finisce qui! Ma non importa, raggiungerò lo stesso il mio obiettivo. Ci rivedremo Sesshomaru, puoi contarci! E lo faremo quando lei sarà pronta, solo allora tornerò a riprendermela!

Il demone continuò a guardare nella direzione in cui Naraku era fuggito, poi si riscosse dai suoi pensieri e si avvicinò alla fanciulla, le prese il viso fra le dita e restò a fissare il suo volto per qualche secondo, poi quando la riprese tra le braccia pensò:

“Con che cosa vorrai stupirmi?”

Pensato ciò si allontanò correndo più velocemente che poté…
   
 
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