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Autore: Nymeria87    27/06/2019    1 recensioni
[…]tutto si sarebbe aspettata ma mai che Jon le si presentasse tutto trafelato e a torso nudo ad accoglierla sulle soglie della sua camera.
Sansa non riuscì ad evitare che i suoi occhi celesti percorressero ogni centimetro di quel corpo perfetto, mentre un lieve rossore si faceva strada sulle sue guance di seta…
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Piccolo parto mentale sui miei adorati Jonsa!
Genere: Erotico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Sansa Stark
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Precisazioni

Daenerys e Jon non hanno mai avuto alcuna relazione se non di collaborazione per la battaglia contro il re della notte e e contro Cersei.
Daenerys, appresa la discendenza di Jon e il suo disinteresse verso il trono di spade, governa i sette regni.
Per garantirsi la lealtà dei lord del Nord venuti a conoscenza del lignaggio di Jon, decide di proporre, per il bene di tutti, l’unione tra Jon e Sansa, i quali accettano con finta riluttanza (dico finta riluttanza perché per me è innegabile il feeling che c’è tra di loro, nella serie tv!).
Buona Lettura!

 

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Varcò rudemente la soglia della sua stanza, con il fiato ancora pesante,
gli allenamenti in armeria erano la sola cosa in grado di distrarlo da quel periodo costellato da attese ed aspettative in vista del grande giorno;
la fisicità dei combattimenti, il sudore e la fatica erano il solo balsamo in grado di distrarlo dai preparativi delle sue nozze con Sansa.

Era ancora incredulo al solo pensiero di aver accettato e al solo ricordo che anche lei l’aveva fatto, con breve esitazione.
Il loro era sempre stato un accordo inespresso di rispetto profondo impreziosito da sguardi indecifrabili carichi di emozioni taciute, sorrisi caldi e affabili e al contempo contrasti impetuosi edificati da discussioni in cui nessuno dei due riusciva a sottrarsi all’altro.
Ma non potè negare che alla scoperta della verità sulla propria discendenza, qualcosa tra loro era cambiato, una tensione volutamente celata da entrambi aveva preso di nuovo ad alimentarsi…

Stravolto, Jon si tolse la casacca e inumidì un panno nel bacile d’acqua poco distante del letto, se lo posò sulla nuca, beandosi della freschezza di quel contatto e iniziò a tergersi il corpo sudato dalla fatica.

Qualcuno bussò alla porta:
“Jon, sono io, posso entrare?” la voce di Sansa risultò impaziente alle sue orecchie, cosa che confuse Jon, tanto da dimenticarsi di rivestirsi e condurlo verso la porta per aprirla:
“Sansa cos’è successo?” la accolse lui.


Tutto si sarebbe aspettata ma mai che Jon le si presentasse tutto trafelato e a torso nudo ad accoglierla sulle soglie della sua camera.
Sansa non riuscì ad evitare che i suoi occhi celesti percorressero ogni centimetro di quel corpo perfetto, mentre un lieve rossore si faceva strada sulle sue guance di seta:
“oh, beh, ecco, io… io ho appena finito di confezionarti l’abito per la cerimonia…” si ritrovò a dire con un flebile sorriso mentre cercava di concentrarsi sugli occhi di Jon,
“solo che dovresti provarlo così che possa definire gli ultimi punti” concluse lei porgendogli l’involto che teneva tra le braccia.

Sansa aveva insistito per confezionargli l’abito per le nozze: se Jon avesse dovuto indossare i colori e l’emblema Targaryen sarebbe stata una Stark a donarglieli, infondo lui era per metà Stark!
Si ricordò di aver sorriso della determinazione della cugina, la quale era stata irremovibile sull’argomento e in quel momento aveva provato un così intenso trasporto verso di lei, verso la sua caparbietà, verso i suoi occhi fulgidi animati da un fervore implacabile:
“il sangue di lupo” avrebbe detto Ned Stark, lo stesso che aveva caratterizzato sua madre Lyanna.

Jon la fece accomodare nelle sue stanze mentre lui poggiava l’abito sul letto,prese a spogliarsi incurante della presenza di Sansa e delle sue timide reazioni: non gli era certo sfuggito lo sguardo di lei sul suo corpo e oltre al fatto che quella reazione non gli era per niente dispiaciuta, tra pochi giorni sarebbero stati marito e moglie e Sansa avrebbe fatto presto l’abitudine ai suoi modi grossolani… per non parlare del fatto che vederla imbarazzata un po’ lo divertiva.

Indossò l’abito e ci si trovò inaspettatamente comodo, “come mi sta?” le chiese,
“sei bellissimo Jon…” si lasciò sfuggire lei in un sospiro ammirato incontrando i suoi occhi.
Questa volta fu Jon a provare imbarazzo ma le sorrise comunque di rimando per poi andare a guardare il suo riflesso allo specchio che si trovava nella stanza voltando le spalle alla Lady del Nord.
Si ritrovò a contemplare i dettagli dell'emblema ricamato sul petto: il drago a tre teste di casa Targaryen e si sentì strano, ancora incredulo rispetto alla scoperta della sua discendenza tanto a lungo celata.

Sansa si avvicinò lentamente mentre continuava a studiare la figura di Jon, la schiena larga, le braccia tornite, la posa decisa…
Si portò avanti a lui e prese ad armeggiare con i lacci del farsetto annodandoli come avrebbe fatto una moglie.
Jon si irrigidì lievemente per la sua vicinanza ma la lasciò fare, percorrendo con lo sguardo ogni centimetro del viso di lei rimanendone rapito.
Sansa incontrò i suoi occhi e gli sorrise silenziosa mentre si apprestò ad imbastire piccole gemme di opale sull’emblema, nel punto in cui si trovavano gli occhi delle teste di drago.

“togliti pure la casacca, con quella ho finito…” disse lei, Jon esegui silenziosamente porgendole infine il farsetto e rimanendo con la camiciola di lino scura a coprire il torace.
“come ti senti i pantaloni…sono comodi?” chiese lei cercando di nascondere l’imbarazzo,
“sono comodi, forse da stringere appena in vita…” rispose lui,
“sul serio?” domandò Sansa mentre le mani si apprestarono alla cinta di Jon per valutare lei stessa.

Jon represse un sospiro che gli si fermò in gola sentendo le mani della cugina mentre controllavano efficienti il suo operato; Sansa appuntò un paio di spilli, silenziosa e concentrata mentre Jon supplicava gli Dei affinché le sue emozioni non lo tradissero proprio in quel momento…
“ora sono perfetti!” annuncio Sansa soddisfatta “ puoi toglierti anche questi così finisco di sistemarli e te li lascio qui!” concluse sorridente recuperando la casacca e sedendosi ad ultimare gli ultimi ritocchi.

Jon la soppesò un momento e poi andò a sedersi a bordo del letto per togliersi i pantaloni;
li ripiegò sul mobile e poi con un sospiro stravolto si lasciò cadere sul letto di pancia.
Le mani sotto al cuscino mentre si inabissava tra le federe e voltava il viso in direzione di Sansa già intenta a cucire.

“Non pensavo sarei riuscita a trovare una stoffa di questo tipo sai…” iniziò lei dopo un po’ di tempo,
“con questa lavorazione ricorda davvero le scaglie di drago, e aggiungere i bordi amaranto ha rifinito il tutto in maniera impeccabile! giuro che se non otterrò i complimenti dalla regina Daenerys mi offenderò a morte” sorrise Sansa.
“Comunque non pensavo che applicare intarsi di pelle fosse così complesso, ho dovuto chiedere consiglio a tre diverse sarte sul punto corretto da utilizzare per fare in modo che risultasse al contempo una cucitura invisibile ma resistente abbastanza…” Sansa alzò lo sguardo in cerca di una risposta di Jon e si rese conto solo in quel momento che lui si era assopito tra le sue parole.

Guardarlo addormentato era un incanto e Sansa poteva bearsi liberamente di quella visione senza timore di trattenersi.
Poggiò il farsetto che stava rifinendo e si avvicinò a Jon disteso inerme sul suo letto di piume, una mano andò a cercare le coperte e le distese delicatamente su di lui, un ultimo sguardo, poi si voltò decisa a finire il lavoro.

I respiri regolari di Jon cadenzavano ogni punto e quando Sansa ebbe finito alzò alla luce della candela il suo operato, per avere una visione complessiva del lavoro.
Era perfetto, degno del figlio di Raegar e Lyanna, il suo personale dono di nozze per Jon.

Ripiegò con cura il tutto e lo adagiò sul mobile che si trovava al suo fianco, Jon ancora dormiva e lei venne calamitata dalla sua figura assopita; ancora qualche giorno e avrebbe dovuto condividere il talamo con lui, non che ne avesse paura, ma un po’ di inquietudine rispetto a quello che sarebbe dovuto succedere dopo venne inevitabilmente a galla; non poteva mostrarsi spaventata, aveva accettato di sposarlo, sapendo bene che non avrebbe avuto nessuna possibilità di avere a fianco un uomo migliore di lui, buono come lui, che la rispettasse e che riuscisse in un certo modo a comprenderla.

Si chiese se non sarebbe stato meglio coricarsi accanto a lui per qualche ora, così da abituarsi a quella vicinanza intima e scacciare una volta per tutte il ricordo di Ramsay.
Si tolse così l’abito pesante e si stende accanto a lui con cautela.
Alla luce fioca della candela i ricci scuri di Jon si animavano di bagliori dorati, i suoi lineamenti caldi e rilassati le davano serenità,
mentre la cicatrice sullo zigomo glielo rendeva accattivante…

Accattivante…

Una sensazione nuova si fece strada dentro di lei provocandole un tremito al basso ventre, studiando le labbra di Jon si chiese se fossero effettivamente così morbide come sembravano decantarle i suoi occhi…
Quella sensazione si fece più forte, tanto da portarla a strofinarsi le gambe l’una con l’latra per far cessare quel dolce fastidio che si propagava da dentro di lei.
I muscoli delle braccia di Jon, infilate sotto al cuscino, sembravano chiamarla: i bicipiti scolpiti, le braccia forti e protettive capaci di circondarti e tenerti al sicuro, i dorsali tesi, e la luce fioca che proiettava ombre invitanti su di essi…

Sansa incantata si fece più vicina, e cullata dal respiro di Jon si addormentò.

 

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Si risvegliò avvolta nel voluttuoso abbraccio di Jon,
immobile, si chiese come ci fosse finita, mentre il cuore iniziò a batterle a mille.
Un sospiro dietro l’orecchio la fece capitolare, percepì d’un tratto il respiro caldo di Jon: una carezza invitante sul collo.

Sansa conscia della situazione compromettente in cui si trovava, cercò di muoversi impercettibilmente per sgusciare fuori dalle sue braccia ed uscire dalla sua stanza senza svegliarlo, come se nulla di tutto ciò fosse mai successo, ma Jon ancora addormentato la trattenne a se abbracciandola nel sonno ancora di più: un braccio le circonda la vita sottile avvolgendola, l’altra mano, scorrendo lungo il fianco di lei adagiato sul materasso e cullata dalla morbida consistenza che trovò al suo passaggio, si fermò inaspettatamente sul seno destro.
Sansa era pietrificata, col respiro mozzato, il cuore che martellava incessante dentro il petto e quel dolce fastidio che tornava a farsi sentire, proprio in mezzo alle gambe.
La gola secca, la testa che girava, il suo corpo fremeva chiedendo di più e la mente divenne offuscata incapace di ragionare lucidamente: la voglia non le dava tregua, rivendicava selvaggia qualcosa di più, fino a che un impercettibile movimento di bacino, sfuggì al suo controllo, verso il corpo di Jon, il quale la accolse con un allettante mugugno roco all’orecchio, un invito afrodisiaco che fece arrossire ulteriormente Sansa.
La sua mano si mosse andando incontro timida al braccio di Jon che la avvolgeva, iniziò ad accarezzarlo, percorrendone i muscoli definiti e i tendini di marmo; la mano di Jon poggiata sul seno iniziò quindi a risponderle, a muoversi, ad accarezzare, si fece più audace introducendosi attraverso la lieve tunica di lino che Sansa ancora indossava; quel contatto caldo e suadente le diede alla testa, la mano di Jon si muoveva lenta, torturandola e incendiando ogni centimetro di pelle che incontrava…

Un gemito tenue sfuggì dalle labbra di lei, il corpo di Jon sembrò alimentarsi di quel gemito, tanto che il braccio che la circondava iniziò a carezzarle il ventre, fino a che la mano di lui non scese più giù, mentre le dita pur rimanendo ad istigarla in superficie, cercavano una sua reazione più profonda, senza fretta, quasi solo a saggiare un delizioso antipasto…

Sansa iniziò a fremere, si ritrovò confusa dall’immediatezza con cui il suo corpo rispondeva alle carezze di Jon, eppure voleva di più, lo immaginava sopra di lei, dentro di lei con le sue labbra avide ovunque sul suo corpo; stava andando a fuoco dall’interno, era in uno stato di autocombustione totale, le vertigini del piacere le accecarono la mente, si voltò all’improvviso e si inabissò famelica nelle labbra di Jon ancora assopito: una mano a sostenergli il viso, l’altra affondata tra i riccioli scuri mentre con necessità incontrava la sua lingua e si perdeva totalmente in lui finche non iniziò a risponderle al bacio.

 

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Era senza dubbio il più strano dei sogni, ma al contempo così piacevole, che sarebbe stato un peccato svegliarsi: quelle morbidezze, quella pelle di seta, quel profumo di gelsomini che gli inebriavano le narici… perché fermarlo…

Poi un tuffo, qualcosa di troppo reale per essere un sogno, troppo impetuoso per non essere vero…
avrebbe dovuto aprire gli occhi ma fu travolto dalla passione disperata della sua controparte e non riuscì a smettere di rispondere al bacio, circondandole la vita e catturandole la coscia fino a spostarsi sul gluteo tonico di lei, ghermendolo bramoso di ottenere di più e rendendolo pronto più di quanto non fosse già.

Era ancora ad occhi chiusi quando lacrime silenziose incontrarono le sue guance…qualcosa davvero non tornava…
aprì le palpebre e gli occhi schiusi e pieni di Sansa lo uccisero, inchiodandolo alla sua colpa.
Jon scottato la liberò dalla sua presa, cercando di scostarsi da lei la quale invece lo attirò prontamente sotto di se:
“Jon… ti prego..ti prego non fermarti…” lo supplicò bramosa lei, tra le lacrime,
“Sansa io…”
ma la ragazza affondò urgente le mani tra i capelli di lui, accostandosi alla sua fronte:
“non fermarti… ti prego…” gli sussurrò sulle labbra morbide con voce piena di desiderio e occhi socchiusi;
gli prese una mano per condurla lentamente sul suo seno:
“ ti prego…”
gli occhi di Jon erano ancora increduli e la guardavano incapaci di replica mentre lei guidava l’altra mano di lui sul suo morbido fianco:
“amami Jon… amami questa notte…” una supplica ardente, disarmante…
e Jon le rispose annullando lo spazio che divideva le loro labbra, disperato come un naufrago assetato, le circondò la schiena attirandola ancora più vicina a se, a cavalcioni sopra di lui.
Sansa si aggrappò ai suoi capelli con entrambe le mani, facendogli alzare il viso;
bramando un contatto più profondo e intenso, iniziò a cercarlo strusciandosi su di lui, ormai dimentica di ogni pudore.

Jon alimentato da quell’approccio, le abbassò le maniche della tunica non interrompendo il contatto di quel bacio; prese a torturarle un capezzolo con le dita tanto che lei dovette interrompere l’appagante esplorazione della bocca di lui per liberare un ansimo di piacere.
Jon colse al volo quella piccola libertà dalle labbra di lei per inondarsi a testa bassa tra i suoi seni, baciando e leccando ogni lembo di pelle da cui erano ricoperti, beandosi della sua voce che lo incitava a non fermarsi…

Fu una danza sulle note dei loro respiri…


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Nel cortile interno il metalupo albino ululò al cospetto di una pallida luna;
quella notte, un trasporto più potente della paura, un sentimento più forte della morte,
avevano unito Stark e Targaryen ancora una volta.

 
   
 
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