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Autore: Switch    27/06/2019    1 recensioni
Terza storia della serie Heart's mutation, dopo SITR e JTWYA. TMNT 2003
Isabel e Raphael vivono il loro idillio, circondati dall'affetto della famiglia, ma non tutto va sempre liscio.
Tra tornei, battaglie, misteri che si infittiscono e si accumulano, la relazione crescerà o si romperà. E poi, un mistero potrebbe portare a nuove conoscenze, a capirsi meglio.
E un sacrificio non è sempre solo dolore.
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Heart's mutation'
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Grugnì un gorgoglio infastidito, un suono rauco e spazientito.
Sentì qualcuno reprimere uno sbuffo divertito e pure con un forte mal di testa si costrinse ad aprire le palpebre; con molto sforzo, erano pesanti, spalancò gli occhi su un soffitto sconosciuto e saltò su immediatamente, in allarme.
Mise a fuoco una giovane donna lì accanto, occhi castani e capelli scuri, che la guardava con un gran sorriso stampato in volto; a dispetto dell'aria rassicurante non sapeva chi fosse, perciò si lanciò in avanti con il pugno chiuso, ma il suo colpo andò a vuoto.
La donna aveva schivato senza nessuno sforzo.

Piano, ti sei appena ripresa” disse con voce dolce e un sorriso perfino più grande, spingendola facilmente con un tocco gentile in posizione sdraiata; nonostante l'espressione accigliata, Sam ne fu grata, perché le girava lievemente la testa per il gesto repentino.
Chi sei?” sbottò comunque minacciosa, seguendo ogni movimento dell'altra donna.
Quella stava maneggiando con alcuni attrezzi chirurgici poggiati su un carrellino di acciaio e solo in quel momento Sam si accorse che la stanza sembrava una piccola camera di ospedale, bianca e asettica.
Una fitta le strinse la gola e deglutì a vuoto.

Dov'è coso?”
Si era ricordata tutto, di colpo.
Questa volta combatté contro il martellare fitto nelle sue tempie e si sedette di scatto, pronta a lanciarsi contro la donna.

Coso?”
La sua espressione confusa e sorpresa non la intenerì né la convinse per nulla.

Sam gettò le gambe oltre il bordo del letto e si avvicinò a passi veloci, solo leggermente instabile per i primi secondi. Si piantò di fronte alla donna e le puntò contro un dito, gli occhi che scintillavano di cattiveria.
Coso! Michelangelo! Dov'è? Come sta? Se gli hai fatto del male, se lo tieni nascosto per dissezionarlo e farci esperimenti, se- se-... giuro che ti uccido con le mie mani!”
Se Michelangelo era ancora vivo, disse una crudele vocina nella sua testa. L'esplosione era stata potente e lui aveva preso la maggior parte del colpo, nel tentativo di proteggerla.
Tutto quel sangue le tornò alla mente, il sangue di Michelangelo, e si guardò le mani, ne erano state ricolme; ma in quel momento erano pulite, perfino gli indumenti che portava erano intonsi; era sicura di essere stata colpita da qualche frammento di vetro e di calcinacci, ma non ne trovò traccia.
Sembrava come fosse stato tutto un brutto sogno.

La donna non aveva reagito alle sue minacce e non si era mossa di un millimetro durante la sua sfuriata, né durante il momentaneo blocco. Sam sollevò lo sguardo su di lei e la trovò a sorriderle, bonariamente, con una scintilla di affetto nel fondo degli occhi scuri.
Sembrava perfino divertita, leggermente.

Coso sta bene, te lo posso assicurare! Non gli farei mai del male, tranquilla” esclamò pacatamente, indietreggiando appena da lei.
Sam la studiò ancora per qualche attimo, come a voler sentire se le stesse mentendo; indecisa, non riusciva davvero a leggere quella donna e non riusciva a fidarsi di qualcuno appena incontrato e che la teneva in una stanza sconosciuta, tirò su il mento con aria di sfida.

Portami da lui” comandò, secca.
L'altra donna spalancò gli occhi, sorpresa, poi quel ghigno le tornò sul viso, quasi una presa in giro.
Sam non sapeva cosa volesse dire, ma la faceva arrabbiare vederla così sicura e spavalda mentre lei non capiva cosa stesse succedendo.

Sapeva solo che nel cercare sua sorella si era imbattuta in un fastidioso mutante che aveva insistito nell'aiutarla; che Melissa aveva lasciato un misterioso indizio prima di andarsene dal suo posto di lavoro; che suddetto posto di lavoro era saltato in aria quando erano entrati ad investigare e infine che il fastidioso mutante, Michelangelo, si era ferito gravemente nel cercare di proteggerla.
Niente aveva senso. Ma per cercare di capirci qualcosa, per tornare sui binari, le serviva Michelangelo. Doveva sapere che stava bene, doveva vederlo.

Portami da Michelangelo. Adesso!” insisté ancora.

La donna le fece un gesto per invitarla a seguirla e si diresse a passi sicuri verso la porta, superandola poi per entrare in un piccolo corridoio anch'esso bianco candido.
Sam non fece caso a niente, focalizzata solo sulla donna di fronte a sé nel caso che decidesse di fare qualche mossa strana.
Quella si diresse verso destra, verso l'altra porta che si affacciava sul corridoio e la aprì lentamente, fermandosi sulla soglia: lanciò un'occhiata dolce verso chiunque fosse all'interno, poi si rivolse a Sam, indicandole di entrare.

Sam valutò in fretta se fosse il caso di entrare per prima, se potesse poi fidarsi, ma si mosse prima ancora di aver deciso: superò la donna e si diresse a grandi passi dentro la stanza, coi nervi tesi a fior di pelle.
Era identica a quella in cui lei si era risvegliata, ma non ci fece caso, focalizzata invece sulla figura verde stesa sul lettino: ce n'era un'altra di una sfumatura di verde un po' diversa nell'altro lato della stanza, ma lei vedeva solo quella che gli sorrideva. Non aveva più la benda arancione attorno alla testa e i suoi occhi splendettero nel vederla.

Melissa!” esalò Michelangelo come in estasi, mettendosi a sedere all'istante.
Non c'erano tracce di sangue o di ferite sul suo corpo, e si muoveva con agilità e fluidità, tanto che Sam si chiese se non fosse davvero stato un brutto sogno.
Nessuno, nemmeno un mutante, poteva guarire così velocemente da una cosa del genere.
Si interrogò dubbiosa, cercando di ricordare, ma era certa, più che certa, che Michelangelo era stato ferito dal colpo dell'esplosione, dalle schegge di vetro e dai detriti e aveva perso così tanto sangue ed era in stato d'incoscienza o addirittura ad un passo dalla morte, quando lei stessa era svenuta per il dolore.

Si fiondò verso il mutante col braccio già alzato e quando gli fu ad un passo lo colpì alla spalla con un cazzotto deciso, che risuonò secco contro i suoi muscoli.
Brutto cretino! Mi hai fatto morire di paura!”
Michelangelo portò la mano contro la spalla offesa, massaggiandola lentamente, ma sembrava troppo sconvolto per lamentarsi. Poi si aprì in un gran sorrisone, che faceva stranamente contorno alle risate che sentiva in sottofondo.
Che la rendevano solo più arrabbiata.
Gli diede un altro pugno, questa volta più forte, visto che era così energico da non esserne nemmeno infastidito.

Ahi! Ho capito, mi dispiace, davvero, mi dispiace. Fammi parlare!” esclamò lui cercando di bloccarle le mani per non farsi colpire ancora.
Sam incrociò le braccia sotto il seno, sfidandolo con uno sguardo duro.

Allora, per prima cosa le presentazioni... ehm, Melissa, questo è-”
Mi chiamo Sam. Samantha. Melissa è mia sorella” lo interruppe lei, e Michelangelo annuì con sussiego, seppure nel suo viso si leggevano le mille domande che voleva farle.
Ok, dunque, Sam, questo è mio fratello Donatello, il genio, ti ho parlato di lui.”

Sam registrò finalmente la presenza dell'altro mutante nella stanza, che la salutava da lontano con un timido cenno della mano, forse per paura che lei picchiasse anche lui.
Aveva una benda viola al collo.
Gli rivolse un lieve assenso con la testa e Mikey lo prese come un segno per continuare.

E questa è Isabel, la nostra adorata sorellina.”
Isabel, da parte sua, le sorrideva apertamente e con l'aria di saperla lunga, una spavalderia che la spiazzava completamente.
Sam la squadrò da sotto a su, con lentezza calcolata, poi sollevò un sopracciglio in direzione di Michelangelo.

Sì, noto proprio la somiglianza” sbottò roteando gli occhi al cielo.
Li sentì ridere tutti e tre, per cosa poi non riusciva davvero a capirlo.

Continui a confondere la gente, Mikey” disse affettuosamente Donatello, scuotendo la testa. “Dovresti dire semplicemente cognata, ormai è quasi ufficiale, del resto.”

Prima che Sam potesse dire che no, cognata non aveva più senso di sorella in fin dei conti, in quel contesto, la porta si aprì e altri due mutanti, di diverse sfumature di verde tra loro e da quelli presenti, entrarono.
Li osservò guardinga, ancora non completamente a suo agio, e quelli si bloccarono un secondo al notarla.
Uno aveva una benda azzurra e un'aria solenne, l'altro una benda rossa e non era solo la sua mole enorme a darle l'impressione, ma sentiva una certa furia emanare dal suo corpo che le sembrò in sintonia con la sua. Lo sentì quasi uno spirito affine.

Ok, venite qua voi due: questa è Sam, non Melissa, Samantha” sentì dire a Michelangelo, ogni sillaba scandita bene come se fossero idioti.
Sam, loro sono gli altri miei due fratelli, Leonardo, il leader della squadra-” quello con la benda azzurra le rivolse un sorriso affabile, “e Raphael, quello brutto della famiglia.”
Quello più alto sbuffò dal naso e le fece solo un leggero cenno del capo prima di rivolgersi verso il fratello.

Pensavo che il colpo alla testa potesse averti reso almeno un po' normale, ma evidentemente speravo invano.”
Sam sbottò una risata spontanea, come non le succedeva da tempo, poi si interruppe con un grugnito, al sentire tutti i loro occhi addosso.

Mikey sembrava sul punto di scoppiare a ridere a sua volta. Poi incrociò il suo sguardo e lei ci lesse quella domanda che lui sembrava volesse farle da troppo, forse da quando l'aveva vista senza il capello dopo l'esplosione.
Si schiarì la gola e si distanziò un po' da loro, erigendo una mentale barriera invisibile.

Mi chiamo Samantha e sto cercando mia sorella gemella, Melissa” iniziò a raccontare, senza guardarli in volto. Nessun rumore, perciò continuò.
Lei è scomparsa undici mesi fa, senza una parola. No, non è scappata!” esclamò con veemenza al vedere le loro espressioni dubbiose. “Sono sicura che sia stata rapita. Melissa non sarebbe mai andata via senza dirmi nulla!”
Michelangelo le rivolse uno sguardo di simpatia e comprensione, prima di domandarle:

Come fai ad esserne così sicura?”

Sam respirò a fondo, deglutendo a vuoto un paio di volte, e strinse gli occhi appena per prendere tempo e non dover raccontare ancora quella storia. Era passato, sì, ma faceva ancora male.
Io e Melissa non siamo cresciute assieme. Nostra madre era un'alcolizzata e nostro padre non lo abbiamo mai conosciuto... era uno dei tanti che pagava l'alcol a nostra madre, probabilmente” sputò fuori con rancore e disgusto, incurante dell'ombra di pena sui loro volti. C'era abituata.
I servizi sociali vennero a prenderci, una sera. Avevamo sei anni, mi pare. Le ricordo ancora, le urla. Nostra madre morì poco dopo e noi fummo messe in adozione. Saltò fuori che non c'è molta gente disposta ad adottare due gemelle, soprattutto se una delle due non era buona e docile come l'altra. Ho sempre avuto un carattere più... spigoloso di Melissa.”

Li osservò con dubbio, come a volerli sfidare a fare una qualche battuta, ma trovò solo comprensione sui loro volti, che la fece solo sentire più vulnerabile, in difetto. Il mutante dalla benda rossa, Raphael credeva, sembrava capire perfettamente.
Melissa venne adottata, pochi mesi dopo. Non ce lo dissero nemmeno. Non ci permisero di salutarci, di trovare un modo per tenerci in contatto. Tornai dal cortile per cercarla e lei non c'era più.”
Si interruppe e sembrò rimuginare, ingabbiata nel ricordo, mentre riviveva qualcosa che le fece storcere il naso. Nessuno fiatò e nessuno la pressò a continuare, le diedero tutto lo spazio concesso, immobili e attenti.

Io invece ho fatto da casa famiglia in casa famiglia finché non sono diventata maggiorenne, poi mi misi finalmente a cercarla. Non sapevo nemmeno se lei si ricordasse di me o se volesse vedermi, ma ci trovammo subito, anche lei mi stava cercando. Da quel momento siamo state sempre assieme, abbiamo condiviso tutto, finché l'anno scorso lei non è sparita. Senza una parola, nel nulla.”

Michelangelo sentiva l'impulso irrefrenabile di alzarsi ed abbracciarla, ma sapeva che lei non avrebbe reagito bene, perciò non lo fece: Sam era brusca e dura, troppo orgogliosa per lasciarsi andare, ma lui sapeva quanto tenesse a sua sorella, con quanta foga la stesse cercando e dopo aver sentito del loro passato, quel suo carattere aspro aveva senso.
Aveva perso di nuovo la sua metà perfetta, forse l'unica persona a cui concedeva un sorriso o una parola dolce.
E lui l'avrebbe aiutata a ritrovarla. E se prima desiderava farlo solo per Melissa, per salvarla, ora lo avrebbe fatto anche per Sam, per restituirle quello che rimaneva della sua famiglia.

La troveremo” le disse con dolcezza e convinzione, attirando la sua attenzione. “Ora che abbiamo anche l'aiuto dei miei fratelli la troveremo facilmente.”
Sam lo occhieggiò sospettosa e diffidente, troppo abituata a fare solo affidamento su sé stessa e Mikey si affrettò ad aggiungere: 
“ E poi ora abbiamo un indizio!”
Era vero. Il poster. Si voltò attorno per cercarlo, ricordava di averlo con sé mentre scappavano dal palazzo prima della detonazione, ma poi troppo occupata a cercare di fermare il sangue di Michelangelo lo aveva perso di vista.
Non riusciva a ricordare cosa ci fosse scritto dietro, le parole cancellate dalla paura e dall'adrenalina.

Coso, cosa c'era scritto? Te lo ricordi? Il poster- ce l'avevo-”
Il mutante gentile, Donatello se ricordava bene, si mosse alle sue parole e si avvicinò ad uno schedario lì vicino, prendendo qualcosa da sopra: era strappato e ricoperto di sangue, ma era di sicuro il poster di Melissa.

L'ho trovato accanto a voi quando siamo venuti a cercarvi.”

Lei lo prese con urgenza e lo rovesciò e lasciò andare un sospiro di sollievo nel vedere che le parole non si erano cancellate, né lacerate.
Vi somigliate davvero molto” disse Donatello, guardando la foto attaccata sul retro.
Ah, no, quella è una mia foto. Insisteva sempre per fotografarmi. E io invece non ne ho di sue. Ma dato che siamo identiche ho pensato 'perché no'?”
Con la coda dell'occhio vide il sorriso di Michelangelo e si trattenne dal girare gli occhi al cielo; sì, era lei quella ritratta nella foto, ma non voleva certo dire che lui avesse indovinato il suo carattere solo da quella.

Quello è un indirizzo, e il nome dovrebbe essere della persona che ci abita. Cosa sappiamo di questa Lois Miller?” domandò Leonardo dopo aver letto anche lui le nuove informazioni.
Donnie saltò su e prese un portatile lasciato aperto sul carrellino degli strumenti chirurgici e iniziò a digitare velocemente, con una mano sola.

Dunque, poche informazioni sulla sua vita privata, ha preso una laurea in bio-chimica e presenziato a numerose conferenze, sembra che sia una luminare nel suo campo, però è strano-”
Attesero in silenzio, mentre le sue dita volavano sui tasti e la fronte di Donatello si corrucciava sempre più.

Non riesco a trovare nemmeno una sua foto o dettagli sulla sua vita da una decina d'anni a questa parte e non mi era mai capitato, come se fosse stata occultata volutamente.”

Sam non lo poteva capire, ovviamente, ma a tutti loro sembrò molto strano che un genio come Donnie, che poteva entrare perfino nei file secretati della polizia, non riuscisse a trovare informazioni su una semplice persona.
Se poi semplice lo era davvero.

Chi se ne importa! Andrò a parlare con lei e mi farò dire tutto quello che sa su mia sorella!”

Sam era già vicina alla porta, intenzionata ad andarsene, quando la voce di Michelangelo la raggiunse.
Ehi, aspetta! Vengo con te, veniamo tutti con te!”
Lei si voltò e lo osservò mentre cercava di scendere dal letto e dopo averlo fulminato con lo sguardo, ripercorse con pochi passi la distanza che li separava e gli si piantò davanti.

No che non vieni! Tu sei ferito, c'era tantissimo sangue, avevi-” strillò sulla sua faccia, allungando le mani per controllarlo, tirando il colletto della sua tuta con impazienza, la zip abbassata in un secondo.

Michelangelo trasalì al contatto e spalancò gli occhi sorpreso.
Cosa stai-”
C'era un pezzo di vetro conficcato nel tuo collo, c'era tanto sangue, eri praticamente morto-”
Le sue mani scivolarono sulla sua pelle, più delicate di come ci si sarebbe aspettato da una ragazza così ruvida, cercando un segno, dal collo alla spalla, con dita leggere.

Ok, non è che mi lamenti di te che mi spogli e mi palpi-”
Lo scappellotto di Sam lo colpì dritto in fronte e lui rise della sua aria seccata.

Sto bene, te lo assicuro. Non ho nulla, vedi?” la rassicurò, allargando il colletto per permetterle di controllare.
La pelle di Michelangelo era di un verde chiaro, più chiaro dei suoi fratelli, tesa su muscoli e nervi, ma intonsa, assurdamente perfetta e intonsa.

Donnie e Isabel sono due dottori molto in gamba. Ma grazie per esserti preoccupata.”
Sam si scostò con un passo secco all'indietro.

Non ero preoccupata per te, coso” esalò cinicamente, mettendo quanta più distanza tra loro due.

Qualcuno trattenne una risata con un colpo di tosse molto poco convincente, ma Sam non ci fece caso e di nuovo si diresse verso la porta, ma la donna, Isabel, ci si parò davanti in un secondo, bloccando la sua corsa.
No, aspetta, Mikey ha ragione, è meglio che veniamo con te.”
Sono capace di badare a me stessa. Sto andando a chiedere informazioni, non a trattare con dei terroristi!”
Dato che siete stati vittime dell'esplosione di un palazzo, c'è da presumere che questa storia sia più pericolosa di come appaia” intervenne Donatello, con fare pacato. “L'indizio lasciato da tua sorella potrebbe portarti da una persona amica come da chi ha messo quella bomba e preso Melissa.”
Sam valutò le sue parole, quel genio non aveva tutti i torti.

Sarebbe meglio che Isabel venisse con te, mentre noi vi controlliamo nascosti” propose Leonardo, che si era accorto del cedimento nella sua corazza.
La ragazza squadrò di nuovo l'altra donna, -e Isabel lo avrebbe trovato offensivo se non fosse che Sam le piaceva ogni secondo di più,- poi scoccò loro un sopracciglio alzato di scetticismo.

E cosa potrebbe mai fare questa bella bambolina se ci trovassimo davvero in pericolo?” chiese sarcastica.
Il boato di risate che suscitò la sua domanda non se lo era aspettato e la spiazzò non poco. Erano letteralmente piegati in due, quattro grossi mutanti che si tenevano la pancia mentre cercavano di smettere di ridere.

Tu- tu non farla arrabbiare, ok?” ansimò Michelangelo quando riuscì a riprendere fiato.

Isabel scuoteva la testa davanti alla loro sceneggiata, ma un bel sorriso compiaciuto e solo vagamente imbarazzato le illuminava il viso.
Oh, lasciali perdere. Andiamo, ti accompagno” le disse sbrigativa, poi si rivolse agli altri.
Voi ci seguirete. Mikey, sei sicuro di stare perfettamente bene? Nessun capogiro quando ti sei alzato?”
Il mutante fece spallucce, poi annuì, ma poco convinto.
Isabel sbuffò impercettibilmente, avvicinandosi a piccoli passi; prese il viso di Michelangelo tra le mani, alzandosi in punta di piedi per arrivarci.

Devi dirmelo se hai qualche sintomo. Sei guarito, ma ancora non al cento per cento” lo sgridò, prima di sporgersi un po' di più e piantargli un bacio sulla fronte, naturalmente.
Sam osservò quel gesto intimo con stupore, forse per la semplicità con cui lei lo aveva fatto, senza esitazione. Osservò il modo in cui lei teneva gli occhi chiusi, con tenerezza, e quelli di Michelangelo serrarsi con sollievo e affetto. Le sembrò una cosa molto dolce, e stranamente naturale. Eppure in qualche modo sbagliata.

Se dovessi sentirti debole dimmelo, ok?” disse Isabel quando si staccò da lui. “C'è già Raffaello che mi nasconde quando sta male, per fare il duro e lo stoico.”
Agitò una mano alle sue spalle, indicando alla cieca.
Sam si chiese per un secondo di chi stesse parlando, prima che il mutante dalla benda rossa rispondesse a tono.

Non ti nascondo quando sto male, ma tu non devi stancarti a curare anche le più piccole ferite, non ne vale la pena.”

Isabel scosse di nuovo la testa con condiscendenza e si allontanò da loro, fermandosi vicino a Sam.
Allora, noi andiamo. Se doveste perderci sapete l'indirizzo. Ci teniamo in contatto con gli auricolari, d'accordo?”
I quattro annuirono simultaneamente e Sam si stupì dell'influenza che quella donna aveva su di loro.
Si accodò alla sua scia, seguendola oltre la porta e alla fine del corridoio, che si apriva in un ambiente che non aveva mai visto, ricoperto di teloni e secchi da pittura e impalcature e mattonelle poggiate a terra.

Stiamo ancora finendo, sarà una clinica per animali, ma il progetto è ancora in alto mare” le disse Isabel, come se lei dovesse capire di cosa stesse parlando. “Ma le stanze nel retro, pensate per essere ambulatori per mutanti, quelle le abbiamo terminate subito.”
Sam voleva chiederle come diamine fosse immischiata con Michelangelo e i suoi fratelli, perché sembravano molto più che una semplice conoscenza per quella donna, ma non ne ebbe il tempo perché si sentì guidare verso l'uscita di quella che scoprì essere una piccola clinica in costruzione, in un quartiere praticamente solitario, accanto ad un vecchio garage chiuso da decenni.

Isabel si incamminò decisa, e da parte sua aveva in mente di chiedere molti dettagli a Sam, senza essere invadente o pressante, ma prima che potesse anche solo incominciare con la prima di molte domande, il suo telefonino squillò.
Diede uno sguardo allo schermo, poi si rivolse verso la ragazza al suo fianco.

Scusami, ti spiace se rispondo? Se non lo faccio, sarebbe capace di mandare la polizia a cercarmi e non sarebbe carino.”
La risposta di Sam fu un paio di sopracciglia aggrottate e un gesto con le spalle, come a dire che non le importava.

Ehi, Ape, ciao... no, non ti sto evitando- no- April, ascolta sul serio, ero impegnata! Lo giuro, non mi stai assillando!...certo che vorrei vedere gli abiti delle damigelle, ma solo se volete... se volete farmi una sorpresa non- ...ok, verrò a vederli, vi dirò quelli che mi piacciono di più e poi voi sceglierete in segreto, va bene? No, prometto che non cercherò di scoprirlo, li vedrò al matrimonio, lo giuro, Ape! Ascolta, prendi l'appuntamento per domani, ok? Adesso devo lasciart- no, della torta ne parliamo domani, non ho la forza mentale di pensare a combinazioni di meringhe e creme... se mi costringi ti mando Michelangelo come giudice ufficiale per la torta e sai che sceglierebbe qualcosa di disgustoso!”
Isabel rise per qualsiasi cosa la misteriosa April aveva risposto e Sam era ormai caduta in un baratro di confusione, perché quella donna aveva davvero poco senso.

Ok, adesso vado, ci sentiamo dopo. Sì, ti racconterò meglio stasera, dai un bacio a Carl e August, ciao.”
Isabel chiuse il telefonino e sospirò rumorosamente, come a voler lasciare la tensione.
Sposarsi era di certo il coronamento di un sogno, ma April la stava facendo impazzire con le preparazioni.

Quindi ti sposi, giusto?” sentì chiedere con tono casuale a Sam e si ricordò all'improvviso dove fosse e cosa stesse facendo prima di rispondere alla chiamata.
Camminavano in una via più trafficata, dirette verso la metropolitana.

Sì, tra un mese , l'ultima settimana di Settembre” le annunciò con un gran sorriso.
Sam annuì poco convinta, non sapendo come continuare. Non era particolarmente interessata ai matrimoni e non aveva intenzione di far finta di interessarsene per fare conversazione con quella donna.
Ma poi ci pensò un attimo e...

E il tuo futuro marito non ha nulla da dire sui mutanti? A quanto ho capito cos- Michelangelo è invitato e sei molto in confidenza con loro... li conosce? Lo sa che li baci con casualità e un po' troppa confidenza?”
Aveva parlato velocemente, quasi mordendosi la lingua, confusa e irata, vagamente.

Isabel stringeva le labbra per non riderle in faccia e Sam si chiese se non la stesse prendendo in giro. La osservò prendere un paio di respiri per calmarsi, prima di risponderle.
Credo che non gli importi davvero, sa tutto su di loro. Anche troppo in effetti. Hai presente il mutante alto, pelle verde scuro, con la bandana rossa?”
Isabel aveva alzato un braccio fino alla sua massima estensione per indicare l'altezza di Raphael, ma non ci arrivava nemmeno. Sam annuì, aspettando che continuasse.

Lui è lo sposo” esclamò con un ghigno compiaciuto, osservando la sua reazione.
Ok, pensò Sam, la stava decisamente prendendo in giro. Ma poi si ricordò che Michelangelo l'aveva presentata come sua sorella e Donatello le aveva detto che cognata aveva più senso, che di lì a poco sarebbe stato ufficiale. Allora era a quello che si riferivano!
Quella stramba donna aveva davvero intenzione di sposare un mutante. E sembrava euforica al solo pensiero, a giudicare da come le scintillavano gli occhi.

Ogni domanda che voleva farle a riguardo, ed erano tante, vennero messe momentaneamente da parte, perché erano arrivate all'imboccatura della metropolitana e si trovarono in poco tempo a spingere nella calca per salire a bordo del mezzo, decisamente il luogo meno indicato per parlare di un argomento del genere.
Comunque, mentre la metropolitana sferragliava veloce, e Sam occhieggiava omicida chiunque intorno perché non si avvicinasse a lei ed Isabel, la sua mente si focalizzò solo su sua sorella e sulla pista che stavano seguendo. Non aveva mai sentito parlare di quella Lois Miller, ma poteva essere una collega di Melissa, per quanto ne sapeva; ma perché lei aveva scritto il suo nome dietro il poster era un mistero.
Era come se Melissa volesse che lei lo trovasse e il pensiero le strinse il cuore di un misto di preoccupazione e apprensione. Se sua sorella aveva fiducia che lei l'avrebbe cercata, doveva fare ancora di più per trovarla.
Isabel le lanciò di tanto in tanto uno sguardo assorto, ma non le chiese nulla per tutto il tragitto e ne fu grata.

Arrivarono in fretta ad Harlem e uscirono dalla metropolitana con sollievo: il sole le colpì cocente una volta in superficie e si fermarono un secondo per capire dove andare.
Isabel trafficò col telefonino per qualche secondo, portando qualcosa all'orecchio, poi le porse un piccolo tondino di plastica.

Auricolare” le disse semplicemente, prima di incamminarsi.
Ehi, ragazzi, ci siete?” la sentì chiedere al nulla, mentre lei infilava con titubanza l'aggeggio, scostando i lunghi boccoli biondi.
Immediatamente una babele di voci le esplosero nella testa.

Siamo qui da almeno dieci minuti” disse quello che le parve Leonardo.
Immagino che la metropolitana fosse piena. È andato tutto bene?” chiese Donatello, gentilmente.
Ah, dubito che chiunque abbia avuto anche solo il pensiero di avvicinarci. Sam li ha uccisi tutti con lo sguardo, era terrificante” esclamò divertita Isabel, voltandosi ad osservarla con un gran sorriso.
Sam!” strillò Michelangelo e le sembrò di riuscire a sentirlo davvero, oltre che nell'auricolare. “Ti sono mancato?”
Lei rollò gli occhi al cielo, anche se lui non poteva di certo vederla.

Certo, coso, come mi può mancare un attacco di dissenteria” rispose laconica, godendosi le risate che ne seguirono. Michelangelo rideva perfino più degli altri.
Ok, siete quasi arrivate. Noi siamo sul palazzo di fronte, se vi dovesse servire” annunciò Leonardo, il primo a essersi ripreso. “Isabel, intervieni se senti che qualcosa non va, noi rimaniamo in ascolto e pronti.”

La donna sollevò la testa verso l'alto e annuì, solennemente. Sam seguì il suo sguardo e vide quattro figure sul tetto del palazzo poco distante, vigili e guardinghe.
Le diede uno strano senso di protezione, una cosa a cui non era affatto abituata. Aveva sempre dovuto combattere per proteggersi, essendo cresciuta per le strade e in case famiglie decisamente discutibili; non era abituata ad avere qualcuno che la proteggesse.
E la terrorizzava, quella sensazione di sollievo. Non ci si doveva abituare.

Isabel le fece cenno non appena arrivarono all'indirizzo, indicandole la casetta a due piani alla loro sinistra. Era piccola e fatiscente, aveva visto di certo tempi migliori, e il giardino incolto era disseminato di ferri vecchi e elettrodomestici spaccati e abbandonati.
Come poteva, chiunque abitasse in quella casa, avere a che fare con sua sorella?
Si diressero verso la porta d'ingresso e Isabel bussò sul legno scrostato con decisione. Attesero in silenzio per interminabili secondi, poi ribussò, più forte.
Avevano visto la luce accesa in una stanza al primo piano, c'era di certo qualcuno.
Un rumore di passi le mise sul chi vive e dopo qualche altro attimo la porta si aprì lentamente, rivelando una donna di mezza età trasandata e stralunata: i suoi occhi passarono dalla curiosità all'orrore nell'attimo in cui passarono da Isabel a Sam. Poi si spalancarono di meraviglia.

Tu... tu non- sono così felice di vederti, non pensavo- non pensavo-” iniziò a balbettare, in preda all'agitazione.


Ehi” disse Donatello cautamente, osservando la scena dal palazzo di fronte. “Noi conosciamo quella donna.”
Lo avevano pensato tutti, nel momento in cui era apparsa sull'uscio, e Michelangelo tremò di paura. Perché l'avevano vista solo per pochi istanti, ma non era possibile dimenticarla.

Andiamo! Sento che Sam è in pericolo!” urlò gettandosi in picchiata, prima che fosse troppo tardi.





  
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