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Autore: ineedofthem    29/06/2019    4 recensioni
Anita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospedale.
Qui conosce Lucia: una bambina rimasta orfana, con una grave disfunzione cardiaca, ricoverata nel reparto di pediatria.
Anita sente di provare per lei un affetto profondo e il loro diventa un rapporto viscerale.
Tutto procede bene, finché non arriva lui: Luca Franzese, il nuovo cardiochirurgo dell'ospedale, e Anita capisce che la sua vita non sarà più la stessa. Riconoscerebbe quella zazzera di capelli castani e quei lucenti occhi verdi tra mille. Sa che il ritorno in città del ragazzo porterà solo guai per lei. Il rapporto con Lucia li accomuna entrambi e la piccola sembra l'unica in grado di sciogliere il suo sguardo da duro e quel carattere burbero che lui si porta dietro.
Anita crede di averci messo una parola fine su quel capitolo, ci ha avuto a che fare in passato e non intende ripetere lo stesso errore. Ma se Lucia ci mettesse il suo zampino, cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
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Capitolo 59
RICOMINCIAMO DA QUI

Capitolo 59


Comincio a essere seriamente preoccupata riguardo alle condizioni di Cristina. Il solo pensiero non mi fa stare tranquilla come, forse invece, dovrei. Sono giorni che non fa che evitarmi: evira le mie telefonate e cerca ogni modo pur di non incontrarmi nemmeno per sbaglio. Le mie amiche, per fortuna, non sembrano aver notato particolari cambiamenti in lei; ma d'altronde Giulia è in vacanza per un viaggio romantico di coppia che lei ed Emiliano si sono concessi e non voglio davvero che si addossi una tale inquietudine, quando invece dovrebbe godersi il suo fidanzato e il relax del momento. Carlotta, altrettanto: con la convivenza che lei e Federico hanno messo in atto, ha la testa altrove. Ma è normale, l'unica a conoscere il suo segreto sono io.

Emetto uno sbuffo, davanti alla continua reticenza della mia amica: non si rende conto che sta solo aggirando il problema e ora, più che mai, non ha bisogno di affrontarlo da sola.
Ma poi mi accorgo che anche io stia facendo lo stesso con Lucia. Da quando siamo stati in casa famiglia, io e Luca non siamo più ritornati sull'argomento e sono spaventata all'idea che lui possa nominarla in qualche modo. Luca non mi pare molto d'accordo, eppure mi sembra che rispetti la mia idea, tenendosi ben lontano dal parlarmene.
Per il momento mi conviene così e continuo a crogiolarmi nell'idea che vada tutto bene, anche se no, non va bene proprio niente. Eppure non voglio pensarci.
Così torno a concentrarmi sul lavoro, cercando di protrarre la tranquillità che sembra respirarsi oggi tra queste quattro mura.
Poi, il silenzio viene improvvisamente squarciato da qualcuno che bussa con insistenza alla porta del mio studio.
Mi porto una mano alla tempia destra, scuotendo lievemente il capo: addio pace.
"Avanti..."acconsento, trattenendomi dall'essere infastidita.
"Ciao, Anita".
Rialzo lo sguardo e i miei occhi vengono invasi dalla sorpresa quando mi rendo conto che sulla soglia ci sia Edoardo.
"Edo..." sussurro, lasciandogli intravedere tutta la mia confusione davanti alla sua presenza qui.
Lui richiede la porta alle sue spalle, fermandosi poi al centro della stanza.
"Devo parlarti, Anita" esordisce con un tono che non ammette repliche.
Annuisco lievemente, alzandomi per andargli incontro.
"Certo" lo incalzo a parlare, appoggiandomi alla scrivania dietro di me. "Dimmi pure".
Ma nel momento in cui incrocio il suo sguardo, mi rendo conto che conosca benissimo il motivo per cui lui sia qui.
Edoardo acconsente con la testa, passandosi una mano tra i capelli e sospirando a lungo.
"Si tratta di Cristina..."proferisce, inforcando le mani nelle tasche e infossando le spalle.
Cerco di mostrarmi indifferente davanti alle sue parole, come se non sapessi cosa stia per dirmi, invece lo so, eccome, e mi sento invadere dall'ansia al solo pensiero di mentire.
"È strana in questi giorni, è sfuggente e agitata, come se qualcosa la preoccupasse e davvero non riesco a capire il perché" continua.
Mentre me ne parla, non posso fare a meno di notare quanto il suo comportamento lo stia logorando. Mi accorgo, mentre mi avvicino, per porgli il mio sostegno, del suo volto stanco e segnato da profonde occhiaie. E questo, nell'ambito lavorativo, non gioca mai a nostro favore. Ci è richiesta massima lucidità e non possiamo permetterci che qualcosa che ci turba intacchi con il resto.
Gli accarezzo un braccio, cercando di accennare un sorriso, ma intuisco che mi venga difficile. "Sta' tranquillo, Edo. Vedrai che è solo un periodo".
Vorrei davvero fargli presente che il nostro turbamento sia comune, ma nonostante non condivida il modo di fare di Cristina, non posso venire meno alla promessa che mi ha chiesto di mantenere.
Edoardo annuisce poco convinto.
"Pensavo sapessi qualcosa" mi fa notare, facendo spallucce.
Distolgo lo sguardo dal suo, negando col capo. "No, Edo, mi dispiace" gli replico, riconoscendomi profondamente bugiarda. "Ma ti prego, qualsiasi cosa stia succedendo a Cristina, stalle vicino. Non lasciarla sola" gli consiglio, sperando di risultargli convincente.
A quel punto il mio amico assottiglia gli occhi, lanciandomi un'occhiata di sbieco.
"Quindi c'è qualcosa..."proferisce, sospettoso.
"No, Edoardo. Non c'è niente" gli replico, incrociando le braccia dietro la schiena ingenuamente. Ma ormai mi sono fregata con le mie stesse mani.
Lui, allora, scuote il capo, arricciando le labbra in un ghigno sarcastico.
"Non dirmi cazzate, Anita. Sei sua amica, è normale che tu sappia qualcosa" mi fa presente con una punta di acidità nella voce. Poi il suo sguardo si fa quasi supplichevole. "Quindi, ti prego, qualsiasi cosa stia succedendo, dimmelo..."mi chiede, afferrandomi per un braccio.
Mi accorgo mentre avverto i suoi occhi scrutarmi con una certa insistenza che mi venga difficile nascondergli questa cosa, ma non posso fare altrimenti.
Quindi, abbasso lo sguardo, tremendamente combattuta.
"Non posso, Edo. Perdonami" proferisco in un sussurro.
Anche lui sembra rassegnarsi perché poco dopo rilascia il mio braccio, riservandomi un'occhiata di pura delusione.
"Pensavo fossimo amici, Anita" mi riferisce, prima di voltarmi le spalle.
Così, nel momento in cui lo guardo richiudersi la porta, socchiudo gli occhi, battendo un piede a terra con frustrazione.
"Mannaggia, a te Cristina, mannaggia a te!" borbotto.
Di una cosa sono, però, sicura: ai guai non c'è davvero mai fine.


"Cosa c'è, Anita?" mi domanda Maria, mentre siamo sedute al tavolo della mensa, per goderci la pausa pranzo prima di ritornare al lavoro. Mi desto all'improvviso, rimanendo con la forchetta sospesa a mezz'aria. Non mi ero accorta di essermi richiusa nei miei pensieri.
Arianna soffoca un risolino divertito, indicandomi, ma abbassa presto lo sguardo quando si rende conto io la stia fulminando con gli occhi.
Punto allora la mia attenzione su Maria che mi scruta con un cipiglio attento e serioso, pronta a prevedere tutte le mie azioni e, chissà, magari anche i miei pensieri. Ammetto che in questi giorni che è stata lontana dall'ospedale per un'influenza, mi sia mancata davvero tantissimo.
E so anche che, se le aprissi il mio cuore, lei saprebbe capirmi come forse solo la mia mamma riesce a fare, ma non mi sento propriamente pronta a esprimere cosa mi turbi.
"Oh, niente. Tranquilla" ammetto, sciogliendomi in un sorriso per rassicurarla.
Maria socchiude gli occhi, soppesando il suo sguardo su di me.
"Ok..."replica, poco convinta, giocando con la forchetta nel piatto. E mi rendo conto che sia calato uno strano silenzio, interrotto sotto dal ticchettio delle posate contro i nostri piatti.
Sostengo i suoi occhi, facendole intuire che volessi dirle tutto il contrario e Arianna deve far caso al nostro scambio di occhiate perché poco dopo rilascia un sospiro colmo di rassegnazione.
"Okok, ho capito" proferisce, facendo spallucce. "Vi lascio sole".
La scruto alzarsi e riappropriarsi del suo vassoio per stringerlo al petto.
"Arianna..."sciorino in un tono carico di scuse.
Lei accenna un sorriso nella nostra direzione; non sembra davvero infastidita dal mio gesto e questo mi rassicura in parte. "Tranquilla, torno al lavoro" aggiunge, dimostrando una certa no chalance davanti alla questione. Poi si allontana e io la seguo con lo sguardo, fin quando non scompare oltre il corridoio. Mi sento un po' in colpa, a dire il vero, ma non ho saputo fare altrimenti.
"Pensavo foste amiche tu e Arianna" mi fa notare Maria, una volta rimaste sole. Incrocio i suoi occhi e mi accorgo che il suo volto sia contratto in un'espressione colpita ma confusa.
Mi porto una mano dietro alla nuca in imbarazzo. "Oh, sì. Lo siamo" le professo, a disagio.
"Ma non ti fidi di lei?" ritenta lei, con tono indagatore.
Scuoto il capo, arricciando le labbra in una smorfia. "No, Maria, non è questo. Ma lei non conosce tutti i dettagli della questione..."
"E pensi che non capirebbe?" finisce lei per me.
Annuisco, portandomi una mano alla tempia. "Sì..."
Maria addolcisce il suo sguardo, comprensiva, sporgendo le sue mani verso le mie, affinché le stringa. "Allora?" mi domanda, incalzandomi a parlare. "Cosa ti succede?"
Rilascio un respiro profondo, stringendo l' apice del naso con due dita per placare l'esasperazione da cui avverto pervadermi. Poi comincio a parlare.
"Ho rivisto Lucia, qualche giorno fa" le confesso tutto d'un fiato.
"Oh..." lei mi appare sorpresa, ma felice della notizia. "E come è successo?" indaga, curiosa.
"Siamo andati in casa famiglia, io e Luca. È tornata lì e sta male, davvero molto male" le riferisco, contritamente.
Maria contrae le labbra in una smorfia addolorata. "Povera piccina..."esordisce.
"Già..." concordo con lei, riferendole il motivo profondo del mio malessere.
"Anita" la voce della mia collega assume un'inclinazione seria. "Non c'è bisogno che io ti dica quale sia la soluzione più giusta per Lucia, vero?"
Scuoto il capo, rilasciando un sbuffo. "Maria, non è così semplice" piagnucolo, mantenendomi la testa tra le mani. "Non so che fare".
Lei mi accarezza il capo con un fare premuroso. "Qui ti sbagli, Anita. Tu sai esattamente cosa fare, devi solo parlarne con Luca" mi fa presente. "Ma ti prego, non abbandonarla a un destino infelice, non lasciarla sola".
Mi rendo conto che il suo sguardo incroci il mio, supplichevole.
E io mi ritrovo ad annuire con le lacrime che premono per affiorare dai miei occhi.


Continuo a pensare a quello che mi ha detto Maria, insistentemente. Vorrei poterne parlare con Luca in questo preciso istante eppure ho paura della sua reazione. E se non fosse quello che lui vuole? Che decisione potrei prendere io, da sola?
Infilo le mani nelle tasche del mio camice, attraversando i corridoi dell'ospedale, muovendomi come un'automa, poi improvvisamente una figura attira la mia attenzione.
Mi affretto a velocizzare il mio passo pur di stare al suo e quando le sono accanto, afferro un suo braccio per far in modo che arresti il suo cammino.
"Cris?!" la richiamo esterrefatta.
Lei incrocia il mio sguardo, divincolandosi dalla mia presa.
"Lasciami stare, Anita. Ho fretta" mi fa presente, riprendendo a muoversi per ricavare sempre più distanza.
Ma la tallono, intralciando i suoi passi.
"Che ci fai qui?"
Lei rotea gli occhi al cielo, infastidita dalla mia curiosità.
"Ho fatto una visita ginecologica, ok?" sbotta poi fuori con esasperazione.
"Oh..."sussurro, colta da un'illuminazione speranzosa. "E il bambino come sta?" le domando, sciogliendomi in un sorriso.
Riso che, però, la mia amica ricambia con un'occhiata fulminea. "Ho deciso di abortire" mi confessa con un tono che non ammette repliche, evadendo però dal mio sguardo.
"C-cosa?" le domando, ancora incredula. "Non stai facendo sul serio..."
Questa volta è lei a fronteggiare me, incrociando le braccia al petto. "Sì, sto facendo sul serio, ok? Anita, la vita è mia, decido io cosa sia più giusto per me. E se ti dico che questo non è il momento più adatto per una gravidanza, tu non puoi proibirmi niente. Tantomeno costringermi ad avere questo figlio, ok?" strepita, in un impeto rabbioso.
Ma ormai anche io ho abbandonato ogni segno di accondiscendenza. "Ti prego, Cris, io non voglio costringerti a fare nulla, ma ripensaci. Non è la scelta migliore e lo sai. Non dirmi che non hai provato niente nel sentire il suo cuore battere" le faccio presente, giungendo le mani davanti al viso, mentre spero che il mio sguardo implorante la scalfisca.
Lei contrae le labbra in un'espressione dura, socchiudendo gli occhi.
"Solo perché tu sogni di essere madre a tutti costi, non puoi pensare che sia quello che vogliamo tutte!" sputa fuori con disdegno.
Sbarro gli occhi davanti alla sua rivelazione. Mi porto una mano alle labbra per soffocare un singulto, sconvolta dalla sua accusa, ma quando sembra che io mi sia ripresa dallo shock, non riesco a non utilizzare parole dure nei suoi confronti.
"Non stai dicendo sul serio..." le faccio notare, scuotendo il capo.
Cristina ridacchia sarcasticamente, sporgendosi verso di me, in segno di affronto."Non sono mai stata più seria di così".
"E allora sono io a dire una cosa a te! Sei cattiva e irrispettosa nei confronti di chi farebbe di tutto pur di provare questa gioia. E sai? Credo proprio che tu faccia bene ad abortire perché questo bambino non lo meriti!"
Mi accorgo, solo in un secondo momento di cosa le abbia detto, eppure ormai è troppo tardi per pentirsene. Ce ne siamo urlate di cotte e crude, scaricandoci addosso parole di cui ci pentiremmo presto, accecate dalla rabbia e dalla voglia di farci male a vicenda.
Così, mentre avverto la mia amica fare un passo indietro, tentennado con lo sguardo lucido su di me, io mi rendo conto che vorrei cancellare tutta questa conversazione. Ma non ci viene dato modo.
Le parole mi si incastrano in gola, mentre ci osservo ansanti per lo sfogo ed entrambe mortificate nei confronti dell'altra.
"Oh, bene!" la voce di Edoardo ci fa voltare entrambe. "Quando si dice prendere due piccioni con una fava!"
Sussulto alla sua vista e la reazione di Cristina è la stessa, così nel momento in cui lo osservo portarsi le braccia al petto, riservandoci uno sguardo indagatore, mi viene da pensare che sia davvero arrivata la resa dei conti.
"Adesso voi due mi direte cosa sta succedendo!" ci fa notare, lasciando vagare i suoi occhi prima su di me e poi sulla sua ragazza al mio fianco.
Mi passo una mano sul viso, scuotendo il capo, scrutando di sottecchi la mia amica in difficoltà.
"Non succede proprio nulla" gli replica, poi, assottigliando lo sguardo.
"Oh, ma ne sei davvero sicura?" ribatte Edoardo, allargando le braccia in un gesto plateale, il tono puramente sarcastico e irrisorio. "E allora, dimmi, cosa ci facevi qui in ospedale per una visita ginecologica?"
Cristina sbarra gli occhi, colpita nel vivo. È chiaro che posta davanti all'evidenza, non sappia più come scappare. Ma vorrei che capisse non ne ha bisogno, perché Edo è qui e la ama da impazzire; non vedo per quale motivo abbia paura di dirglielo.
A quel punto, proprio quando lui mi fa segno di allontanarmi, io acconsento e comincio a macinare passi lontano da loro, sperando che questo possa aiutarli a capirsi.
Eppure, questa situazione mi ha appena lasciata con l'amaro in bocca. Quello che Cristina mi ha detto, nonostante sono sicura non lo pensasse davvero, non fa che torturarmi.


Intravedo la porta del mio studio come se fosse un miraggio; voglio potermici rifugiare e rimanere sola, sfuggendo a qualsiasi altra cosa mi circondi. Per oggi credo di aver dato abbastanza. Così, quando riesco a raggiungerlo senza essere incappata in richieste di aiuto o richiami, mi richiudo la porta alle spalle, appoggiandomi contro di essa e rilasciando un lungo respiro.
Luca è qui, seduto alla mia scrivania, mentre gioca distrattamente con una penna, facendola roteare tra le dita e io mi sento pervadere alla sua vista dalla sorpresa.
Non appena il suo sguardo incrocia il mio, la lascia ricadere sulla scrivania, facendo affiorare un sorriso luminoso sulle sue labbra.
"Oh, Luca, sei qui..." mormoro.
Lui annuisce, allargando le braccia e indicandosi con le mani. "Non sei contenta di vedermi?" domanda in un sogghigno.
A quel punto gli sorrido, consumando passi nella sua direzione pur di accorciare le distanze.
Gli allaccio le braccia al collo e Luca mi aiuta a sistemarmi sulle sue gambe, tenendomi per i fianchi. Prima che possa aggiungere altro, lascio che le mie labbra cerchino le sue, riversando tutta la mia tensione in questo bacio.
"Devo presupporre che sì, tu sia davvero contenta di vedermi..."sussurra lui sulle mie labbra, accarezzando con il pollice la mia guancia. Socchiudo gli occhi sotto il suo tocco, rilasciando un respiro profondo.
"Abbracciami, per favore..."lo imploro, aggrappandomi al suo corpo.
Luca non se lo lascia ripetere due volte e mentre mi appoggio al suo petto, con i battiti dei nostri cuori a riecheggiare nelle mie orecchie, mi rendo conto che quando sono accanto a lui, tutto il resto scomparga.
Lui mi stringe, mi accarezza, lascia che le sue dita si muovano su e giù lungo le mie braccia, provocandomi la pelle d'oca, senza mai perdere il contatto visivo. Rischio di potermici perdere nei suoi occhi.
"Brutta giornata?" mi chiede, abbassandosi per baciarmi tra i capelli.
Rialzo lo sguardo per puntarlo nel suo, carezzandogli il petto con le dita.
"Già" ammetto, tornando ad accoccolarmi a lui. "Ho un paio di cose da dirti".
Luca rilascia un sospiro, puntando lo sguardo dritto davanti a sé. "In verità anche io..."
Incrocio i suoi occhi velocemente, sporgendomi verso di lui, per baciarlo ancora e perdermi sotto il suo tocco. "Prima tu..."gli sussurro, trattenendo il suo viso tra le mani, senza volerlo lasciare andare sul serio.
Luca ridacchia sotto il segno delle mie mani che si muovono sul suo viso e poi lungo il suo collo, per scendere a circondargli le spalle.
"Mi rendi le cose difficili così, però" mi fa notare, ridendo divertito.
Lo colpisco scherzosamente a una spalla, incalzandolo con lo sguardo a parlare.
Avverto le sue dita accarezzare la mia spalla mentre i suoi occhi si posano con insistenza su di me. "Stavo pensando a una cosa. Tra pochi giorni sarà il compleanno di Lucia, no? Ricordi che le avevamo promosso una festa?" mi esorta con un sorriso.
"Luca..." all'improvviso tutto il mio turbamento riaffiora.
"Cosa c'è, Anita?" mi domanda, circondandomi il viso con le mani.
Ma le parole di Maria tornano a farsi presente nella mia mente.
Non abbandonarla a un destino infelice...
"Potremmo chiedere di farle passare un giorno fuori dalla casa famiglia. Non trovi?" ritenta lui, sporgendosi verso di me, speranzoso.
Ma io abbasso lo sguardo, evitando i suoi occhi brucianti su di me.
"Sai cosa significherebbe questo per lei?" gli confesso i miei dubbi, ma Luca non sembra comprenderne la gravità.
"Che passerà una giornata in nostra compagnia?!" mi fa presente, confuso.
"Luca..."lo richiamo, roteando gli occhi al cielo. "Non è giusto illuderla per qualcosa che non possiamo permetterle".
Ormai non c'è più spazio per i sogni, ho fatto già duramente i conti con la realtà, una volta, e ora più che mai ho solo bisogno di certezze anche io.
Ma evidentemente Luca, alle mie parole, si ritrova messo alle strette perché non osa replicare.
E io avverto il mio cuore stringersi piano, piano, dilaniato dall'impotenza di non poter davvero fare nulla.

Mia piccola Lucia perdonami...


ANGOLO AUTRICE:
Buongiorno!
Un altro capitolo che arriva ancora a distanza di pochi giorni,  ma come vi ho già fatto presente precedentemente, ormai non faccio che scrivere e tutto il successo che la storia sta riscuotendo mi invoglia solo a fare meglio.
Quindi, nuovo capitolo, nuove vicissitudini! Cosa ne pensate? Come credete andrà a finire la situazione di Lucia? Pensate davvero che Anita abbandonerà la piccolina al suo destino? E Luca?
Beh, non vi resta che continuare a seguire per saperlo, ma intanto, fatemi sapere che ne pensate! È davvero importante per me. Intanto, grazie mille a chiunque segue la storia, l'aggiunge nelle sue liste e la commenta. Grazie mille! Stiamo raggiungendo traguardi importantissimi 😍
Buon weekend e a presto con un nuovo capitolo❤


  
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