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Autore: Padme_90    01/07/2019    4 recensioni
Tratto dal capitolo VII: “ fate tante storie per la mia barba? Sembrate due idioti, dico sul serio!”
Vegeta sbuffò e con la solita aria strafottente gli diede le spalle; sparì nella sua tenda dove prese un coltello e si sedette poi in riva al fiume con l’intento di liberarsi della fonte di turbamento dei suoi amici. A malincuore tagliò la peluria scura che in quei mesi di combattimento aveva riempito il suo viso e le mani si bloccarono improvvisamente quando il pizzetto sul suo mento gli rimandò per un istante l’immagine di un uomo il cui ricordo era quasi sparito dalla sua mente.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bardack, Bulma, Radish, Re Vegeta, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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NOTA DELL'AUTRICE:
In onore della prossima uscita del remake cinematografico The Lion King, ho voluto scrivere questa piccola mini long ispirata appunto ad uno dei miei classici disney preferiti di sempre.
Non saranno leoni o altri abitanti della savana i miei protagonisti, ma alcuni dei personaggi di Dragon Ball ed un paio di OC miei e di alcune mie socie, in particolar modo i saiyan del pianeta Vegeta. Chi mi conosce, noterà che stavolta li ho un pò ammorbitidi e forse resi un tantinello OOC, ma si trattava di esigenze di copione dovute al riferimento alle atmosfere più fiabesche del mondo Disney.
Un appunto è che ho chiamato Re Vegeta III con il nome Veldock, per distinguerlo appunto da suo figlio Vegeta. Padme è oramai per me la  canonica madre di Vegeta e la moglie del re, ma chi mi conosce sa anche questo e per chi non mi conosce potete vederne l’estetica in basso grazie ad alcune rappresentazioni della cara Sapphir_Dream, notevole piccola artista e altrettanto valida scrittrice del fandom. Leytus l’ho sostituita a Gine e appena la sua creatrice ideerà qualche disegno suo in versione saiyan, sarò lieta di farvela vedere. Per ora immaginatela come una saiyan di media altezza e corporatura, forme fatte bene, pelle leggermente ambrata, capelli neri fino alle spalle e occhi rosso fuoco.
Non credo di dovervi dire altro se non augurarvi buona lettura.
 
 
 
Una radiosa giornata di sole riscaldava l’enorme sala del trono, mentre re Veldock e la sua regina Padme erano comodamente seduti e ascoltavano con attenzione il rapporto quotidiano degli alti membri di corte.
La sovrana era frenetica, e spesso aveva fatto cenno alla sua dama di compagnia Leytus di darle sollievo con un ventaglio.
“ maestà, sembrate provata stamani. Dovreste riposare!”
“ non preoccuparti Leytus, sto bene. Il caldo di questo periodo dell’anno mi infastidisce, ma è mio dovere rimanere qui e terminare le mie mansioni! E poi smettila di darmi del voi e chiamarmi maestà. Siamo cresciute insieme!”
“ asseconda mia moglie, oppure si inervosirà ancora di più!” Il re prese la mano della sua sposa e avvicinò le nocche alle labbra, mentre con un cenno fece segno ai presenti di lasciare la sala per una pausa.
“ posso finalmente rapire la mia dolce metà ed evadere da queste noiose riunioni mattutine! Sul serio Veldock, che motivo hai di farmi aprire gli occhi all’alba per ascoltare le lamentele di chi ha le pulci sulla coda? Non so tu, ma io la notte dormo poco!” Bardack, il migliore amico e primo consigliere di re Veldock Vegeta III; marito della dama della regina e uno dei guerrieri più valorosi e temerari del fiero popolo saiyan, si stiracchiò prima di far scivolare la mano sul sodo didietro della compagna  e afferrare un frutto da una ciotola d’argento poggiata vicino ai due troni di velluto purpureo.
Leytus lo schiaffeggiò discretamente e arrossì per l’imbarazzo: Bardack non aveva contegno nemmeno al cospetto del re e della regina, ed il fatto che, nonostante occupassero ruoli diversi, fossero amici da quando erano ragazzini, gli faceva dimenticare che c’era un’etichetta da rispettare.
“ quella è la mia colazione Bardack!” Padme lo rimproverò e si mise in piedi. Lo guardò dall’alto della sua evidente statura e piegò i pugni lungo i fianchi, mentre la coda aveva nervosamente iniziato a vibrare.
“ desolato vostra altezza, non oserei mai rubare il cibo alla bellissima e valorosissima guerriera dai leggendari occhi color delle foglie!” Il saiyan sfregiato assunse un tono scherzoso, si prostrò in un inchino e con la coda afferrò un succoso frutto porgendolo alla sovrana “ ora mi perdonate?”
Veldock era rimasto in silenzio a guardare la scena, amava quei rari e fugaci momenti in cui per qualche istante sentiva le responsabilità ed il peso del regno sulle spalle venir meno, e scrutò l’orizzonte deciso che quel giorno sarebbe stato solo suo e della sua sposa. Al diavolo le udienze, gli allenamenti e l’etichetta; voleva un pò di intimità e fiato da quella vita soffocante.
Silenzioso avanzò alle spalle della moglie e di sorpresa le cinse i fianchi sollevandola e tenendola il braccio.
“  ma che fai, sei impazzito? Mettimi giù!” Padme arrossì e iniziò ad agitarsi, ma inutilmente, ed infatti il compagno si alzò in volo e aumentò l’aura per poi sparire e sfrecciare come un fulmine tra le soffici e bianche nuvole del cielo, che quel giorno era più azzurro e radioso che mai.
“ non cambierà mai!” Bardack fece spallucce e strinse i fianchi della sua sposa, stuzzicato dalla stessa pazza idea dei sovrani di trascorrere qualche momento in più con Leytus.
“ e pensare che lei pianse tutte le sue lacrime quando fu promessa al re e ora guardali, sembrano due stupidi ragazzini!”
“ ascolta dolcezza…credi che siano comodi questi affari?” chiese l’altro tastando l’imbottitura delle poltrone che fungevano da troni.
“ sta fermo zuccone! Non toccarli!”
Troppo tardi, il saiyan dalla testa a palma si stravaccò allungando le gambe, mentre la sua grossa e vaporosa coda si attorciglió al braccio di Leytus e la tirò a lui costringendola a sedersi sul suo bacino.
“ ora voglio vedere che si prova a essere re!”
“ ti manca la corona e lo charme del nostro sovrano, sciocco scimmione rozzo!” La donna gli pizzicò il naso e lo provocò incrociando le braccia per gonfiare di più i suoi seni stretti nell’armatura.
“ io ho uno scettro che il caro Veldock può solo sognare! Vieni qui tesoro, devo insegnarti le buone maniere verso il tuo solo e unico re!”
 
***
Il sovrano scese lentamente su una radura nascosta nei lontani boschi di Vegeta 6, uno di quei luoghi selvaggi ed isolati in cui nessuno avrebbe vissuto, e adagiò delicatamente la regina sul soffice e profumato manto erboso.
Si liberò della corazza dagli ampi spallacci, slacciò il mantello e lo lanciò qualche mentro più in là, mentre Padme lo imitava sollevata.
Accaldato dalle alte temperature e dalle forme abbondanti della compagna ancora avvolte nella battle suite, levò la sua e si tuffò nelle cristalline acque del corso d’acqua.
La regina si guardò intorno per sincerarsi che effettivamente non ci fosse nessuno nei paraggi e finalmente si mise comoda, con nient’altro che la sua pelle addosso, sulla riva del fiumiciattolo, godendo della freschezza dei piedi immersi.
Chiuse gli occhi e annusò l’aria, sollevò la testa e si beò dei profumi dell’aspra natura del suo amato pianeta.
D’improvviso si sentì trascinare e prima che si rendesse effettivamente conto di cosa stesse accadendo, si ritrovò in acqua, con i lunghi capelli che le cadevano bagnati sul viso e la fragorosa risata di Veldock che si scherniva del suo essere così dolcemente buffa.
“ mi hai fatta spaventare!” urlò, ma non tenne troppo a lungo la linea dura e si sciolse anche lei in una risata prima di spingerlo di nuovo con la testa sott’acqua.
“ mai abbassare la guardia vostra altezza, oppure qualche male intenzionato potrebbe approfittarne!”
“ non abbasso mai la guardia, ero assorta e rilassata!” Padme si strinse i capelli e li lasciò sgocciolare prima di sedersi all’ombra di un albero per rinfrescarsi.
“ a me sembravi distratta, a cosa pensavi?”
“ c’è un suddito impertinente che mi infastidisce!”
“ chi osa tanto? Dimmi il suo nome, verrà punito!”
“ non conosco il suo nome!”
“ torniamo a palazzo, prenderò immediatamente provvedimenti!” Veldock fece per mettersi in piedi, ma lei  gli strinse il polso e lo costrinse a rimanere seduto al suo fianco.
Abbassò lo sguardo e lui ne seguì i movimenti, non riuscendo a fare a meno di sorridere eccitato ed euforico quando gli occhi di entrambi si fermarono sul ventre della saiyan.
“ vieni qui!” lo invitò ad avvicinare l’orecchio all’addome e gli accarezzò la testa mentre lui si concentrava a sentire i primi battiti del cuoricino di suo figlio.
 
***
Il re aveva un fratello maggiore, che nonostante fosse più grande di qualche anno e di conseguenza toccasse a lui per linea ereditaria sedersi sul trono dei saiyan, era stato scartato a causa del livello combattivo inferiore.
Il suo già pessimo carattere, unito all’odio e alla malvagità che riempivano il suo cuore, lo avevano reso un lupo solitario invidioso e rancoroso, devoto al fratello solo per vigliaccheria e soprattutto timore che avrebbe potuto fargli pagare un’alzata di testa con la vita.
Ogni successo di Veldock, ogni battaglia vinta e ogni pianeta sottomesso aumentava il suo odio, arrivato al limite addirittura per uno spietato guerriero saiyan, quando la bella Padme dagli occhi di giada, creatura da lui sempre bramata e desiderata,  era stata promessa in sposa a suo fratello.
La ciliegina sulla torta venne il dì in cui Radish, l’allora ventenne figlio di Bardack, bussò spavaldo alla porta dei suoi alloggi privati a palazzo, e si prese la libertà di entrare senza permesso.
“ tua madre non ti ha insegnato le buone maniere Paragas?”
“ che vuoi Radish?”
“ sono qui per annunciare l’imminente arrivo del re e direi che è il caso che trovi una buona scusa per la tua assenza alla nascita di suo figlio avvenuta stanotte!”
“ và al diavolo e lasciami in pace!”
“ sarebbe opportuno che tu vada immediatamente a rendere omaggio alla nostra regina e al principe…si un maschio, un altro saiyan che ti scavalca nella linea di discendenza!” Radish si avvicinò ad una brocca di vino e riempì un calice che mandò giù in un sorso, accompagnato anche da un discreto e soddisfacente ruttino di gradimento.
“ dormivo beato come un fanciullo, quella donna non ha urlato abbastanza quando ha messo al mondo il moccioso, oppure è un marmocchio di infimo livello che non vale niente!”
“ farò finta di non aver sentito quello che hai detto Paragas, sono troppo felice per la nascita di mio figlio e non ho intenzione di adirarmi con mio fratello in un giorno così importante!” La voce baritonale di Veldock investì gli altri due saiyan; Radish si inchinò immediatamente, mentre Paragas continuava a starsene sul suo triclinio a mangiare frutta come se quell’affare non riguardasse lui.
“ ma guarda…è proprio il mio fratellino disceso dall’Olimpo per mischiarsi con i comuni mortali!”
“ Non ti ho visto insieme alle altre elite stanotte negli appartamenti di mia moglie…perchè Paragas?”
“ sono un vecchio dormiglione dal sonno pesante, non ho udito le urla di dolore della nostra amata regina, nè il pianto di tuo figlio mi ha destato!”
“ per quanto tu possa dormire Paragas, come fratello del re avresti dovuto essere in prima fila!” si intromise Radish sfidando con lo sguardo il saiyan.
“ beh, ero io il primo della fila finchè non è nata quella scimmietta spelacchiata!”
“ colui che definisci scimmietta spelacchiata è mio figlio ed il tuo futuro re!”
Veldock srotolò la coda dalla vita, segno quello che si stava infervorando e la fece vibrare minaccioso per intimorire il fratello.
“ oh dovrò perfezionare la riverenza vostra altezza!”
“ non voltarmi le spalle Paragas!”
“ oh no Veldock, forse sei tu che non dovresti voltarmi le spalle!” e fece per andarsene, ma il sovrano aumentò l’aura e si piazzò avanti a lui colmo di rabbia.
“ Mi stai sfidando Paragas?”
“ stai calmo, non mi sognerei mai di sfidarti! Stavo solo andandomene di qui per rendere omaggio a tuo figlio, dopotutto è anche mio nipote!”
 
***
Oltre che guerriera valorosa e dama di compagnia della regina, Leytus era esperta nelle arti curative, e sebbene Padme avesse al suo servizio intere squadre di preparatissimi scienziati e medici, raramente permetteva a mani che non fossero quelle della sua migliore amica di toccarla.
Leytus aveva già un figlio di vent’anni e aveva aiutato molte altre saiyan tra le elite e le terze classi a mettere al mondo i loro cuccioli.
Bardack l’aveva presa in moglie appena quindicenne e non aveva tardato a far valere la sua virilità ed il valore del suo sangue generando un giovanottone alto, corpulento e capellone che chiamò Radish per la somiglianza della sua fluente capigliatura ad un ravanello a testa in giù.
Il re aveva sin da subito notato il suo potenziale latente appena bambino e gli aveva concesso di esser l’ombra di suo padre affinchè imparasse da lui tutto quello che avrebbe dovuto sapere quando un giorno sarebbe divenuto il consigliere del futuro sovrano.
Radish fece prontamente tesoro di tutti i preziosi insegnamenti di Bardack e a soli venti anni era il terzo uomo più potente a corte.
La nascita del principino fu di buon auspicio anche per lui, che ebbe modo di esser uno dei primi a tenere tra le braccia Vegeta IV, futuro re dei valorosi guerrieri saiyan e prossimo migliore amico, come era stato per i rispettivi padri molti anni prima.
“ come ti senti Padme?” Leytus entrò silenziosamente nella camera da letto della sovrana per le medicazioni e per lenire i dolori post parto con dei medicinali a base di erbe che preparava con le sue mani.
“bene, anzi, credo di non esser mai stata meglio in vita mia! Mi sento come dopo la vasca di rianimazione in seguito ad una battaglia particolarmente dura. È questo l’effetto del mettere al mondo i propri figli?”
“ per le femmine della nostra razza si, è come vincere uno scontro e ci fortifichiamo! Quando Radish nacque mi sono ripresa a sole ventiquattr’ore dal travaglio, tu invece anche prima! Ma sei una saiyan dotata di una forza incredibile e non a caso sei stata scelta tu per essere la nostra regina!” le fece una linguaccia e l’occhiolino, ben memore dei tempi in cui la sua amica era stata prontamente valutata e testata tra le elite più valorose del pianeta allo scopo di esser date in moglie al sovrano.
“ ti ricordi quel giorno? Non avevo capito nulla e pensavo fosse il solito scontro tra noi per allenarci. Quando mi dicesti che ero stata scelta io, piansi come una sciocca e decisi che sarei scappata dal pianeta!”Padme sghignazzò e fece segno a Leytus di sedersi sul letto accanto a lei.
“ io e Bardack dovemmo trascinarti giù dalla navicella e smettesti di sbraitare e agitarti solo quando il re in persona venne lì! Hai dovuto annusare l’odore del tuo futuro marito per darti una regolata vostra altezza!”
“ sta zitta!” la regina arrossì e distolse lo sguardo che si posò sulla culletta del principino oramai sveglio e desideroso di attenzioni e cibo dalla madre.
“ è di buon appetito?”
“ non saprei, sei tu quella esperta in marmocchi, ma suppongo di si. Mi ha già morsa e fatta sanguinare diverse volte.
“ è buon segno mia cara, vuol dire che gradisce ed è vorace. Per mesi Radish mi ha devastato il seno, ma puoi lenire il dolore con questa!” le mostrò un’ampollina d’argento che aprì e sprigionò un dolce profumo dall’essenza rilassante.
“ mmmh, che buon odore…cos’è?”
“ un unguento fatto con una pianta che arriva direttamente da un lontano pianeta sulla via Lattea. Non conosco il suo nome, ma ho estratto i semi e li coltivo nella mia serra personale. Mettila prima  che il piccolo inizi a succhiare. Lenirà il tuo dolore e calmerà la sua foga facendolo dormire come un angioletto!”
Leytus aiutò la regina a scoprirsi e le massaggiò delicatamente il capezzolo il cui rossore e gonfiore diminuì all’istante. Vegeta, attirato dall’odore della pomata, ma soprattutto da quello del seno della sua mamma, lo strinse e lo palpò con le manine per poi socchiudere beato gli occhietti man mano che il latte riempiva la sua boccuccia. Attorcigliò la piccola e pelosa codina all’avambraccio della madre, mentre lei con la sua gli accarezzava il visino paffuto e le braccine. Lo guardava felice e serena, fiera di esser riuscita a dare al suo re, ma soprattutto al suo popolo un erede maschio che avrebbe potuto prendere, un giorno, il posto di suo padre.
L’idillio e la calma del momento furono interrotte dal rumoroso spalancarsi dell’enorme porta al centro della stanza e dall’ingresso spavaldo e trionfale di Paragas, che scansò in malo modo Leytus per poi  inginocchiarsi ai piedi del letto della regina con una riverenza tanto falsa quanto tremendamente disgustosa.
“ mia adorata sovrana e soprattutto cara cognata, ti porto i più sinceri omaggi per la nascita del principe!”
Padme si ombrò; la sua espressione divenne minacciosa come quella di una leonessa pronta ad aggredire il pericolo per il suo cucciolo e di risposta, la coda si irrigidì e prese a sferzare l’aria come una frusta tesa.
Fortuna volle che anche il re, seguito da Radish e suo padre Bardack, entrassero giusto in tempo e prima che Paragas potesse dire o fare qualcosa che una donna appena divenuta madre avrebbe preso come una minaccia e un pretesto per attaccare un uomo con il quale già non andava d’accordo.
“ complimenti mio caro fratello, tuo figlio sembra un bambino forte e ti somiglia molto non c’è che dire!”
“ non vorrei  interrompere questa sentita riunione di famiglia, ma devo misurare il potenziale latente del principe e presentarlo al popolo!” Bardack avanzò tra i presenti e si chinò al capezzale della regina, che avvertì meno minacciosa la presenza di Paragas appena Veldock ed i suoi amici si radunarono accanto a lei. Allentò la presa su Vegeta e lasciò che il saiyan dai neri capelli a palma lo prendesse in braccio“ non agitarti principino, tornerai presto da tua madre! Mi fai ritornare la voglia di stringere di nuovo un marmocchietto. Oramai quel bestione di mio figlio è troppo grande per le braccia del suo papà, cerca quelle delle donne…!”
“ padre di prego!” Radish arrossì e scosse il capo causando nel piccolo Vegeta uno starnuto per i lunghi capelli che gli avevano solleticato il nasino.
“ maestà, generale Paragas e voi tutti, vi pregherei di lasciare la camera e attendere  la regina sulla terrazza del palazzo per la presentazione del principe al popolo. Devo medicarle le ferite del parto e aiutarla a prepararsi per la cerimonia!”
I tre saiyan obbedirono e chinarono il capo in segno di rispetto; Paragas fu il primo a sparire, non mancando di lanciare un’occhiata rabbiosa a Padme, a suo fratello ed il piccolo Vegeta; mentre Veldock salutò la sua sposa con un bacio sulla fronte.
Quando furono usciti, Leytus sbattè la porta con un calcio e sbuffò seccata dalla prepotenza di Paragas e dai modi bruschi che sempre aveva con lei solo perchè non era un’elite o una nobile.
“ Stupido scimmione sfregiato!” Ringhiò tra i denti e tirò dal guardaroba della regina l’armatura dagli ampi spallacci, il mantello rosso ed una battle suite nera.
“ lascialo perdere Leytus, quell’uomo adora provocare e crede di essere chissà chi solo perchè è il fratello del re. Piuttosto, aiutami a vestirmi e pettinarmi! Voglio che il mio popolo veda che la sua sovrana è sempre al meglio!”
Padme si mise in piedi e si liberò della veste da notte; si recò nella sala da bagno adiacente e lasciò che il tepore dell’acqua le donasse sollievo da qualche contrazione residua. Prontamente la sua dama di compagnia si mise alle spalle e le massaggiò le membra con un olio profumato e rigerenerante che la fece immediatamente sentire meglio,ma qualcosa la turbava e tendeva i suoi nervi, cosa che non sfuggì all’altra.
“ cosa ti preoccupa mia regina?” le chiese con qualche dolce bacio sul collo e le spalle.
“ non lo so…ho una strana sensazione ed ho paura” sbuffò e portò le ginocchia al petto come una bambina spaventata e triste “ se Vegeta non fosse forte abbastanza da rimanere con me? Dove lo manderanno? E se deludessi Veldock…”
“ sssssh, non dire altro!” Leytus le poggiò l’indice sul naso e iniziò a spazzolarle i capelli per calmarla “ Vegeta III  è l’unico sovrano nella storia di questo popolo ad aver preso in moglie una saiyan che per lui non è solo un utero per i suoi eredi e non potrebbe mai esser deluso da te! Come vostro figlio non può avere un potenziale latente così basso da esser allontanato dalla corte!” La sua voce si era addolcita ed aveva assunto quel tono avvolgente e caldo che lasciava i suoi interlocutori in trans. Non era una saiyan comune, ed i suoi rarissimi occhi vermigli la designavano come discendente delle antiche madri della luna di sangue, sacerdotesse del culto della     Dea a cui le donne saiyan erano molto devote, con poteri curativi ed esperte in alcuni tipi di arti magiche che si tramandavano di madre in figlia.
“ prendimi quello!” Padme ordinò alla sua amica di portarle un piccolo pugnale argentato e lo avvicinò ad una ciocca di capelli. La tagliò con un colpo deciso e la mise tra le mani di Leytus guardandola speranzosa ,mentre i suoi espressivi occhi color delle foglie brillavano in quelli fiammeggianti dell’altra “ da oggi in poi, fino a quando Vegeta non siederà sul trono di suo padre; ogni giorno di questo mese porterò una ciocca della mia chioma alla Dea, con la speranza che sacrificando un pò della mia bellezza, lo proteggerà e lo aiuterà a diventare un guerriero forte e valoroso!”
 
***
Tutto il popolo saiyan si era ammassato rumoroso nei giardini del palazzo; il re e la regina avevano ordinato di preparare un lauto banchetto che sarebbe stato servito dopo la misurazione del potenziale latente di Vegeta e soprattutto se fosse stato elevato abbastanza da festeggiare qualcosa.
Il piccolo fu adagiato su una culletta rialzata e foderata di cuscini rossi, e quando i sovrani fecero capolino sull’enorme terrazza, in alta uniforme, tutti si zittirono e li salutarono colpendosi prima il pugno al petto e poi alzandolo al cielo. Si inchinarono al cospetto delle loro maestà e seguirono silenziosi e con estrema attenzione i movimenti di Bardack, che con delicatezza, ma altrettanta fermezza e decisione, bucò con un ago il braccino di Vegeta affinchè il suo sangue rivelasse il livello combattivo.
Un vagito e l’inizio di un pianto ruppe il silenzio e a quel suono ,Padme dovette lottare contro il suo istinto di madre di fiondarsi al capezzale del figlio, ma trovò un pò di coraggio quando il re le cinse le spalle bloccandola.
Le rivolse un sorriso accennato: il re dei saiyan non poteva lasciarsi andare a gesti affettuosi verso la sua sposa in pubblico, ma bastò ad evitare scene indecorose in un momento tanto solenne.
Cifre confuse iniziarono a lampeggiare sul monitor del rivelatore, ed il ticchettio delle lunghe sequenze tenne tutti con il fiato sospeso, fino a quando Bardack non si schiarì la voce e pronunciò la cifra.
“ lunga vita al Principe Vegeta! E le divinità benedicano il re e la regina, il cui sangue valoroso ha generato un guerriero con un potenziale latente pari a 1500!”
Il saiyan dalla cicatrice sulla guancia prese il piccolo tra le braccia e si avvicinò al terrazzo con passo deciso. Lo sollevò e lo alzò sulla sua testa, così che tutti potessero vederlo ed esultare euforici.
Si levarono urla di acclamazione e molte mani inziarono a battere; alcuni spararono dei ki al cielo ed altri fecero fiammeggiare le auree per omaggiare il principe e soprattutto le loro maestà, che rimasero immobili alle spalle di Bardack.
Vegeta fu ridato alla madre e subito si calmò; agitava la piccola codina frenetico e cosciente che quell’eccitazione nell’aria era per lui, perciò, da piccolo egocentrico, se ne compiacque mettendosi in mostra.
“ Vieni qui!” Padme chiamò il re e gli fece cenno con la mano di avvicinarsi “tienilo in braccio!”
Il sovrano rimase basito e non ebbe immediatamente una reazione; in effetti, Vegeta era venuto alla luce quella notte e ancora non aveva avuto modo di tenerlo, ma si imbarazzò per la richiesta. Non era abitudine dei padri saiyan coccolare i figli e perciò si limitò a scuotere il capo contrariato senza proferir parola.
Da testarda, Padme non si arrese e gli diede le spalle sparendo in uno dei corridoi antistanti il grande terrazzo, in un cortile circondato da imponenti e maestose colonne di marmo bianco. Si sedette su un muretto e attese paziente di veder far capolino l’inconfondibile capigliatura a fiamma del marito, che in privato e lontano da occhi indiscreti si sarebbe lasciato andare.
“ ti somiglia tantissimo!” gli disse rivolgendogli un sorriso “ diventerà un bel giovanotto affascinante e allora dovremmo tenergli lontana tutta la popolazione femminile di Vegeta 6”
“ dici? A me non sembra, ha i capelli neri come i tuoi!” spostò un lembo della copertina che lo avvolgeva, ed il piccolo lo guardò con espressione seria e corrucciata. Il sovrano sciolse la grossa coda dalla vita e delicatamente ne accarezzò il visino, mentre lui attorcigliava la sua a quella del padre.
A quel punto, Padme glielo mise tra le braccia e attese silenziosa che dicesse qualcosa. Istintivamente il saiyan  avvicinò il naso alle guance di Vegeta che si agitò stizzito dal pizzicare dei peli del folto pizzetto che portava.
Fu allora che Veldock percepì qualcosa.
Non seppe darsi una spiegazione perchè non aveva mai provato nulla del genere prima. Sentì come una morsa stringersi intorno allo stomaco e gli mancò l’aria come quando il cuore batte così forte da strozzare il respiro. Non era un sentimentale, nè perdeva tempo in chiacchiere e smancerie; era un uomo severo e silenzioso, parlava poco e si limitava ad agire, tuttuavia, dovette deglutire più volte e respirare con calma per non lasciare che il turbinio di emozioni lo investisse tanto forte da far crollare l’impenetrabile muro di pietra che il re dei saiyan aveva eretto intorno al suo animo, e provò un senso di sollievo.
Ogni volta che scendeva sul campo di battaglia; ogni volta che metteva in pericolo la sua stessa vita nella conquista e sottomissione di pianeti e intere popolazioni; ogni volta che tornava stremato,  tanto da aver bisogno della vasca di rianimazione, era terrorizzato dal lasciare il suo popolo, ma soprattutto la sua Padme da sola, senza una parte di lui che continuasse a vivere in un altro essere vivente. Tenere suo figlio tra le braccia uccise quella demoniaca fobia ed i suoi vagiti gli sembrarono il suono più bello che avesse mai ascoltato.
Prese un profondo respiro e guardò la sua sposa negli occhi, quegli occhi verdi come le foglie in primavera, così belli da levare il fiato, e le accarezzò i capelli tenendole la mano.
“ Sarà un buon re!” ed entrambi guardarono il piccolo, che intanto si era addormentato con un espressione beata e serena tenendo saldamente il dito del padre.
 
***
Papà!
Papà!
Nella camera da letto dei sovrani, ancora profondamente addormentati alla prime luci dell’alba, echeggiava la vocina squillante ed euforica del piccolo Vegeta, che già era in piedi arzillo da un pò per una promessa che il padre gli aveva fatto il giorno prima.
“ tuo figlio è sveglio!” gemette la regina con una gomitata e si girò dall’altra parte accucciandosi sotto la pesante trapunta.
“ lo sai che prima dell’alba è tuo figlio…sei tu la donna tra i due!”
“ papà!” Vegeta prese a tirare i peli del pizzetto del sovrano che iniziò a far vibrare la coda per il fastidio “ papà! Me l’hai promesso!” e lo guardò con quei profondi e truci occhietti neri, che si erano incupiti con una smorfia.
“ va bene moccioso sta zitto ora, sono sveglio!”
Si mise in piedi e stirò le braccia, osservò il bambino con severità e non proferì parola fino a quando non prese effettivamente coscienza di se dopo il sonno.
A vederli erano effettivamente buffi, l’uno il riflesso dell’altro, il primo la copia in miniatura del secondo, ma con la stessa dose di testardaggine e tenacia.
“ che farete di bello oggi?” chiese Padme, che oramai aveva perso il sonno.
“ papà mi porterà in giro sul pianeta per mostrarmi tutto ciò che è nostro e poi mi permetterà di guidare la sua navicella!”
“ una respondabilità importante Vegeta, mi raccomando, ascolta tuo padre e non prendere iniziativa!”
“ sei sicura di potertela sbrigare da sola per la questione del pianeta Meat?”
“ Veldock, devo ricordarti che più di una volta ho avuto successo lì dove eri in difficoltà? Bardack e Radish mi hanno riferito che buona parte della popolazione è stata conquistata e ora tocca a me valutare il prezzo per venderlo!”
“ domani verrà a farci visita il sovrano della galassia del Ghiaccio e prenderemo accordi per alcuni pianeti a cui è interessato! Meat potrebbe stuzzicarli!”
“ sai che non approvo re Cold e la sua famiglia, ma sei il re e tocca a te decidere!”
“ con il consenso della mia regina! Non piacciono nemmeno a me, soprattutto suo figlio Freezer, ma sono potenti e molto avanzati tecnologicamente. Allearci con loro porterà di sicuro dei vantaggi anche a noi  e so che ne sei consapevole!”
“ lo so e mi fido del mio re!” gli sfiorò la mano e gli diede un bacio a stampo sulle labbra provocandogli un crescente rossore; era mattina presto ed il testosterone era già in circolo, ma era presente Vegeta e perciò dovette stringere le cosce e coprirsi con il lenzuolo.
“ bleah, che schifo mamma. Perchè baci papà?”
“ sei un ragazzino impertinente lo sai?” Il re tirò il figlio dalla coda e lo sollevò a mezz’aria.
“ un giorno bacerai anche tu una donna e ti farà piacere!” Rispose serafica la saiyan pizzicando le guanciotte di Vegeta.
“ le femmine non mi piacciono!” il principe scosse la testa mentre era ancora sospeso e suo padre sbarrò gli occhi sperando di non aver capito, mentre Padme cercava di trattenere una risata.
“ ora fuori di qui e aspettami al deposito delle navicelle!”
“ va bene papà, ma tu mettimi giù!”
Lasciò la presa ed il povero principino cadde a terra per poi rimettersi in piedi con il sederino dolorante, che prese a massaggiare prima di sparire nel buio di uno dei corridoi ancora addormentati.
“ hai sentito tuo figlio donna?”
“ Non farti venire un infarto, credo sia semplicemente troppo piccolo e per lui le ragazze sono ancora qualcosa di oscuro. Dopotutto ha solo cinque anni! Se quello è tuo figlio, presto dovremmo tirargli via dal letto le donne tante ne vorrà!”
“ se quello è mio figlio?” il re spostò il lenzuolo dalle sinuose membra della  sua sposa e la sovrastò non staccando gli occhi dai suoi “ devo sapere qualcosa maestà?”
“ Metti in dubbio la moralità della regina dei saiyan? Sei ingiusto” e gli tirò i peli del pizzetto roteandogli leggermente il capo a destra e sinistra.
“ riprenderemo questo discorso al mio ritorno! Non ho finito con te sfacciata! Ti hanno insegnato che il sovrano non va sfidato?”
“ dovresti darmi qualche lezione di ripasso…ora và, Vegeta freme e sai quanto quel ragazzino possa essere petulante!”
Dopo aver consumato un fugace pasto nei suoi appartamenti, Veldock scese le scale del palazzo e arrivò fino al deposito delle navicelle, dove il piccolo Vegeta se ne stava frenetico a scrutare curioso le decine di pulsanti e comandi sul pannello di controllo.
Uditi i passi del padre gli corse in contro eccitato e lo guardò ammirato alzando il capo: la sua figura imponente e maestosa, la battle suite e l’armatura, il lungo mantello che gli arrivava fino ai piedi ed un particolare medaglione che portava al petto, lo rendevano l’esempio che più ammirava e al quale sperava un giorno di somigliare.
“ quale mettiamo in moto papà?” gli chiese euforico alzando i pugnetti sul busto.
“ sii paziente Vegeta, prima di esplorare il cielo devi imparare a conoscere quello che c’è a terra e oggi ti insegnerò ciò che devi iniziare a sapere. Non aver fretta figlio mio e ascoltami con attenzione!” Il re mise una mano sulla spalla del bambino, rimasto un pò deluso per esser stato sgridato e lo guidò tra i vari corridoi. Comiciò a spiegargli con dovizia di particolari come erano catalogate le navicelle; le differenze tra quelle di esplorazione, di combattimento e per gli spostamenti; chi potesse guidarle e come, e con molta pazienza rispose a tutte le sue domande.
Fu attirato da alcune capsule sferiche più piccole delle altre  e rimase immobile a guardare un addetto che vi adagiava un neonato. A occhio e croce non doveva esser venuto alla luce che da pochi giorni e scorse poco lontano un uomo ed una donna, probabilmente i genitori, che guardavano il bebè con un’espressione che non seppe immediatamente decifrare. Sembravano arrabbiati, delusi, ma anche profondamente tristi.
“ papà, perchè queste navicelle sono così diverse dalle altre? E cosa succede a quel bambino?”
“ ascolta Vegeta, tu sai che noi saiyan siamo un popolo guerriero che basa il proprio stile di vita sulla prestanza fisica ed il livello combattivo. Per nostra natura lottiamo per migliorarci e abbiamo un istinto dominatore. Combattiamo e conquistiamo pianeti che teniamo per noi o rivendiamo al migliore offerente, e siamo temuti in tutta la galassia!”
“ non capisco papà, questo cosa c’entra?”
“ non possiamo permetterci elementi poco validi, ma non sprechiamo una singola goccia di sangue saiyan, perciò i bambini nati con un potenziale latente basso vengono mandati immediatamente su pianeti non troppo minacciosi, dove crescono e che poi sottomettono!”
“ non restano non i loro genitori?”
“ no Vegeta! Ora sei troppo piccolo per capire, ma noi saiyan possiamo generare figli forti con il compagno giusto e nel momento giusto! Quando questo non succede, una madre ed un padre non possono sprecare le loro energie con un elemento poco valido, ma devono impegnarsi per mettere al mondo un erede degno di loro!”
“ non so se ho capito bene…e come si genera un elemento valido? Voglio farlo anche io!”
“ lo farai a tempo debito, ma hai detto che le femmine non ti piacciono, e servono anche loro!” Il sovrano trattenne una risata e si accarezzò il folto pizzetto per poi dare dei colpetti sulla capigliatura al fiamma del figlio.
“ davvero? va bene la userò per generare l’elemento valido e poi non voglio averci nulla a che fare! Le donne sono fastidiose, parlano troppo e si lamentano sempre e poi hanno un odore troppo dolciastro!” Vegeta incrociò le braccine al petto e tirò il naso all’insù assumendo quell’aria ispirata tipica degli uomini della sua famiglia e che spesso faceva più ridere che prenderli sul serio.
“ un ragionamento tipico di un maschio saiyan non c’è che dire, mi rendi fiero figliolo, ma non farti sentire da tua madre d’accordo?”
“ ma la mamma non è stupida come le altre femmine ed ha un buon odore!”
“ no, non lo è ed ha un buon odore…buono per te che sei suo figlio, ma un giorno troverai piacevole l’odore delle donne!”
“ e quando?”
“ quando inizierà a crescerti questa!” si toccò i peli sul viso e cercò di tagliare corto per sviare l’argomento: non si sentiva ancora pronto a spiegargli certe cose “ e poi, non riuscirai a farne a meno e desidererai una donna al tuo fianco, nel tuo letto… e ora basta Vegeta, eravamo qui per altro motivo!”
Terminata quell’imbarazzante conversazione, continuarono il giro e finalmente giunse il momento di mettere in moto la navicella del re.
Vegeta non stava nella pelle e osservò le dita abili del padre, avvolte nei guanti bianchi, che premevano i pulsanti di comando. Si accese un display e comparvero combinazioni di lettere e numeri per lui incomprensibili, ma non per il genitore, che sembrava molto a suo agio e tranquillo.
Non si demoralizzò e si soffermò con maggiore attenzione arrivando addirittura ad una sua piccola teoria , che rese fiero il padre per la perspicacia e l’intelligenza che a soli cinque anni suo figlio aveva.
“ questa è la navicella della Royal Army, cioè è quella che utilizzano i sovrani. Vedi queste due leve? Se le tiri si staccano le capsule di cui  io e tua madre ci serviamo durante le spedizioni militari. Questa navicella rimane sospesa e
richiama le capsule dopo le missioni. Come vedi è dotata di vasca di rianimazione, scorte di cibo e medicamenti!”
“ wow…papà, posso tenere io il timone di comando?”
“ Va bene, ma vieni qui!” Il re fece cenno al figlio di sedersi sulle sue gambe: era ancora troppo piccolo per arrivare ai pedali e non sarebbe stato saggio e prudente mettere nelle sue mani un mezzo così prezioso. Molta era la smania di poter imparare e perciò suo padre volle premiare tanta tenacia e ambizione lasciandolo fare sotto la sua attenta guida.
Di ogni pianeta che attraversavano, Veldock raccontava la storia e le valorose gesta sue, della regina e del resto dei saiyan nella loro conquista ed i cupi occhietti scuri di Vegeta si illuminavano ogni volta che nuove informazioni riempivano la sua giovane testolina curiosa.
“ tutto ciò che vedi e che è illuminato dalla nostra stella più preziosa, ci appartiene. Il periodo di reggenza di un re sorge e tramonta come ogni giorno Elios fa nella sua galassia. Un giorno tramonterà su tuo padre e sorgerà con te, come nuovo re del fiero e orgoglioso popolo saiyan!”
“ e quindi, tutto ciò mi apparterrà?”
“ tutto quanto!”
“ tutto ciò che è illuminato da Elios…e quel pianeta piccolo e scuro che si vede in lontananza?”
“ Siamo nei punti più remoti dei nostri confini e per ora non devi avvicinarti!”
“ cosa c’è lì?”
“ si chiama Prison Planet e  ci sono i saiyan esiliati ed allontanati per alto tradimento. Guerrieri pericolosi e infedeli, tenuti sotto stretta soveglianza e lontani da Vegeta 6!”
Una spia rossa prese a lampeggiare emettendo un suono dall’allarme, ed il sovrano balzò immediatamente dalla sua postazione per rispondere alla chiamata.
“ Veldock, notizie da Prison Planet!” Riconobbe immediatamente la voce di Bardack, che era tesa e agitata.
“ che succede?”
“ c’è stata una rivolta nel bassifondi e pare che alcuni di quei reietti si siano procurati una navicella. Dobbiamo intervenire!”
“ tu non eri con Padme su Meat?”
“ Eravamo appena rientrati su Vegeta 6 ed ecco…”
“ parla immediatamente!” Il sovrano sbattè i pugni sul piano dei pulsanti di controllo, che fortunatamente erano rinforzati.
“ è andata lì! Ha preso una capsula per le missioni!”
“ e tu che diavolo stavi facendo idiota? L’hai lasciata andare da sola? Perchè non l’hai fermata? Quelli sono criminali spietati…credi che si fermeranno perchè è la loro regina?”
“ conosci tua moglie…tu sei capace di fermarla se si mette in testa qualcosa? Ecco,dimmi come avrei dovuto fare io? Comunque Radish la sta raggiungendo ed io sono in viaggio dietro di lui!”
“ che succede papà? Dove sta andando la mamma?”
“ Non fare domande Vegeta, devi ritornare sul nostro pianeta immediatamente!” Veldock prese a inserire delle coordinate ed i comandi per la guida automatica ad una delle due capsule più piccole con un piano ben preciso: avrebbe rispedito suo figlio a casa evitandogli di cambiare la rotta, mentre lui sarebbe andato alla volta del Prison Planet per sincerarsi che la moglie non fosse in pericolo e per sedare le rivolte insieme agli altri.
“ papà fammi venire con te!”
“ è pericoloso e tu non sei ancora pronto!”
“ ma io voglio venire con te!”
“ ora smettila!” Il sovrano alzò la voce e poi schiaffeggiò talmente forte il figlio, che cadde a terra. Non si lasciò impietosire dalle lacrime che stavano per rigargli le guanciotte paffute e anzi, avanzò verso di lui a passo deciso, gli afferrò la coda e lo tirò su tenendolo sotto il braccio.
Lo spinse di forza in una delle piccole navicelle rotonde e fece chiudere ermeticamente l’oblò rosso evitando che potesse essere aperto manualmente e non prima che atterrasse su Vegeta 6.
Diete l’ok affinchè la capsula venisse rilasciata e si mise comodo alla postazione del pilota mentre il suo animo era un fascio di nervi.
“ dannata donna, è più testarda di un mulo!”
La coda prese a vibrare e sferzò l’aria; le dita picchiettavano frenetiche sui braccioli e ringhiò spesso tra i denti per la rabbia.
“ se le hanno torto solo un capello…raderò al suolo quella maledetta fogna del Planet Prison!”
 

 

   
 
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