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Autore: Barby_Ettelenie_91    03/07/2019    12 recensioni
A volte, anche le persone più improbabili vengono colpite dalla nostalgia di casa …
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Buona lettura!
Genere: Commedia, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hermann Kaltz, Karl Heinz Schneider, Marie Schneider, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sehnsucht. Dal tedesco: nostalgia profonda di qualcosa.

Buona lettura!

 

 

 

 

“A dieci minuti dalla fine il risultato tra Germania e Giappone è ancora fermo sull’1-1. Entrambe le squadre sono molto forti e non paiono dare segni di cedimento, molto probabilmente si andrà ai tempi supplementari.

Adesso c’è una rimessa dal fondo per la Germania, Muller lancia lungo verso centrocampo, Schneider intercetta il pallone ma viene subito marcato stretto da Callaghan. Il capitano tedesco si smarca con una finta e passa all’indietro per Kaltz, che scatta in avanti, per poi ripassare a Schneider.”

“Sta volta non parerai il mio Fire shot, Benji!”

“Nessuno riesce a segnarmi da fuori area, Schneider!”

“Il Kaiser però non sembra intenzionato a seguire il compagno, anzi sembra si stia preparando a tirare. Il lancio è potentissimo nonostante la distanza ma Price, suo compagno all’Amburgo, non si fa trovare impreparato, appena il pallone arriva in area, lo blocca saltando con decisione. Nessuno, a parte il capitano dello stesso Giappone Oliver Hutton, è mai riuscito a segnare da fuori area al portiere nipponico.

Ormai mancano pochissimi minuti, Price rilancia verso Becker, che corre in avanti seguito da Hutton, con una serie di rapidissimi passaggi la Golden combi si libera dei difensori, per poi passare a Lenders, il numero nove scaglia il suo potentissimo Tiro della Tigre … per Muller non c’è niente da fare, è gol per il Giappone!

Palla di nuovo a centro campo, ma il triplice fischio dell’arbitro segna in questo momento la fine dell’incontro.  Il Giappone vince la coppa per prima volta, scalzando gli ormai ex campioni della Germania.”

Pochi minuti dopo, in un’esplosione di coriandoli argentati, la Nazionale giapponese sollevò la tanto agognata coppa tra gli applausi del pubblico.

 

*

 

Qualche giorno più tardi.

Benji, Schneider e Kaltz erano seduti in un tavolo appartato di un pub di Amburgo. Quando giocavano in campionato, era un rito bere una birra insieme la domenica sera dopo la partita. Quella sera però il portiere sembrava più taciturno del solito.

“Eddai Benji si può sapere che diavolo hai?”

“Ci avete battuto in finale, hai parato il mio imprendibile Fire Shot, avete vinto la Coppa … cos’altro vuoi di più?!”

“Ma no, niente … probabilmente è solo stanchezza! Quest’anno non c’è stato un attimo di tregua, la lotta scudetto fino alle ultime di campionato, gli allenamenti con la Nazionale, il Torneo … senza contare la pressione all’idea che avremmo dovuto giocare da avversari!”

“Non dategli retta! La tua è Sehnsucht caro Price!” esclamò una voce femminile alle sue spalle.

“Marie cosa ci fai qui?”

“Sono con delle amiche, ero di passaggio e vi ho sentito parlare, bruder!” rispose la sorella di Schneider indicando un tavolo poco lontano.

“E di grazia, cosa significa Sehnsucht, klein Schneider?!” s’intromise Benji.

 “Nostalgia, Price, profonda nostalgia …”

Il portiere e gli amici la guardarono perplessi.

“Oh figuriamoci se voi maschi vi accorgete di qualcosa!” sbuffò.

“Benji ti ho visto l’altra sera alla festa per la vittoria, quando i tuoi amici parlavano del Giappone, sembravi un pesce fuor d’acqua, a disagio nel sentirti per una volta del tutto estraneo ai loro discorsi. Alla prima occasione li hai mollati con una scusa per venire al nostro tavolo! Guarda che non c’è mica niente di male a mostrare i propri sentimenti, quando non sei in campo, puoi svestire i panni del portiere imbattibile e freddo come il ghiaccio eh!”

Nessuno ebbe tempo di replicare, che la ragazza fu richiamata al suo tavolo dalle amiche.

“Lasciala perdere, amico! Quando ci si mette, mia sorella sa essere veramente insopportabile!”

Benji minimizzò e tornò a concentrarsi sul suo boccale di birra, mentre il resto della serata trascorse tranquillo, parlando di calcio e vacanze.

 

*

 

Una volta tornato a casa, Benji si cambiò e si buttò sul letto, ma il sonno non ne voleva sapere di arrivare. Le parole della sorella di Karl si erano insinuate come un tarlo nel suo cervello e non lo lasciavano in pace.

Sehnsucht … profonda nostalgia … e se avesse ragione?

Ripensò alla festa e si rese conto che in effetti, a parte il calcio, aveva ben poco da dire ai suoi amici. Abitando così lontano, vedendosi poche volte l’anno e sentendosi solo per telefono, non si riesce a mantenere un rapporto stretto come persone che si frequentano abitualmente, come quando erano bambini.

Il pensiero un attimo dopo volò in Giappone, ai tempi della Newppy e della San Francis.

“Quanti anni sono passati? Tanti, troppi … E’ vero che mi sono trasferito per inseguire un sogno che ora si è realizzato, però quanto mi manca casa! ”

Benji si alzò di scatto e afferrò il cellulare sul comodino.

Dopo pochi squilli la voce sorpresa del capitano rispose al telefono.

“Ciao Benji! Come va?”

“Ce la passiamo, dai!”

“Adesso che ci penso, che ore sono da te in Germania?”

“In effetti è un po’ tardi, ma qua fa parecchio caldo ed ero ancora in piedi … poi dopo i festeggiamenti abbiamo avuto a malapena il tempo di salutarci … “

“Sei sicuro di stare bene?”

“Ma certo! Perché me lo chiedi?!”

“Boh, non lo so, sembri così strano … Forse hai bisogno di una vacanza! I tuoi amici tedeschi che dicono?”

“Beh anche loro dicono che dovrei riposarmi …”

“Allora dagli retta! Anch’io qua in Brasile ci sto bene, ma ogni tanto ho bisogno di staccare!”

“Senti mai la mancanza di casa?”

“Qualche volta capita, ma in fondo è il prezzo da pagare per realizzare il nostro sogno, non credi?”

“Eh già, hai proprio ragione … Grazie Holly! Buonanotte!”

“Figurati … buonanotte!”

Una volta chiusa la telefonata, il portiere, probabilmente rincuorato dalle parole dell’amico d’infanzia, riuscì finalmente ad addormentarsi.

 

*

 

Qualche giorno dopo.

Benji, valigia alla mano, si trovava all’aeroporto insieme ai suoi amici che erano passati a salutarlo.

“Com’è che hai deciso all’ultimo di partire? Avevo capito che saresti rimasto qua ad Amburgo per le vacanze …”

“Il torneo ci ha stancato parecchio Hermann, ho bisogno di staccare! E poi tu vai a Innsbruck, Karl va a Monaco dai nonni, qua da solo non è che avessi un granché da fare!”

“Vuoi dire che non c’era nessuna ragazza carina disposta a farti compagnia in nostra assenza?”

“Sei un cretino, Schneider!”

 I ragazzi scoppiarono a ridere mentre l’altoparlante annunciava il volo per Tokio.

 

*

 

Una volta arrivato a destinazione Benji recuperò i bagagli, ma rimase sorpreso quando ad attenderlo all’uscita dell’aeroporto trovò Holly invece che Freddy.

“E tu cosa ci fai qui?”

“Ho anticipato la mia partenza di qualche giorno perché volevo farti una sorpresa. Ritrovarci tutti e due insieme in patria, in vacanza, senza nessun impegno calcistico con la Nazionale, è una cosa più unica che rara! Comunque il signor Marshall ci aspetta fuori in macchina.”

Il capitano sorrise tra sé, non pensava che il portiere alla fine si sarebbe deciso a venire. Ormai aveva la sua vita in Germania, era raro che viaggiasse all’infuori delle trasferte calcistiche. Quanti anni erano passati dai campionati delle scuole? Quando giocare a calcio era ancora solo un bel sogno … Eh no, ora non poteva farsi prendere dalla nostalgia anche lui!

“Holly?”

“Eh?”

“Adesso sei tu quello silenzioso, non è da te!”

“Tranquillo, è solo che non mi sono ancora ripreso dal fuso orario! Non mi abituerò mai al jet lag … “

 

*

 

Due ragazzi stavano salendo di buon passo la strada che portava al belvedere che dominava la città, pallone sottobraccio.

“Holly … pant … non ce la faccio più!”

“Coraggio Bruce, siamo quasi arrivati!”

“Ma chi me l’ha fatto fare di aiutarti!” borbottò l’amico, ormai senza fiato.

 

*

 

Benji e Freddy avevano appena salutato i signori Price che andavano al lavoro, rientrando poi in giardino. All’improvviso un sibilo fendette l’aria e un attimo dopo il portiere si ritrovò un pallone stretto tra le braccia, che sembrava fosse piovuto dal cielo.

“Non è possibile … ma l’hanno scagliato dal belvedere?”

Benji sorrise a quelle parole. Sapeva benissimo chi l’aveva tirato, solo una persona poteva lanciare da così lontano.

“Benji Price voglio sfidarti, ti aspetto alle 15.00 al campetto.”

Le parole campeggiavano nero su bianco sul pallone, la grafia non era più quella di un bambino, ma chi l’aveva scritto era lo stesso ragazzino di dieci anni prima.

 

*

 

Il campetto, ovvero il campo sportivo dietro la scuola elementare Newppy, era esattamente come Benji lo ricordava, anche se erano passati tanti anni. Ma non fu quello a lasciarlo sorpreso. Si aspettava di trovare solo Holly, invece schierati in campo c’erano Alan Crocker tra i pali, Bruce Harper, Oliver Hutton e Tom Backer per la Newppy, pronti a battersi contro la Saint Francis di Paul Diamond, Ted Carter e Johnny Mason, solo la loro porta era scoperta.

A bordo campo notò poi Patty, Susy, Evelyn e alcuni altri tifosi della vecchia New Team.

Non ebbe però tempo di realizzare bene cosa stava succedendo che la voce di Paul lo riportò alla realtà.

 “Ehi Capitano! Questi insolenti hanno avuto il coraggio di sfidarci perché vogliono l’uso del campetto! Non penseremo mica di lasciarglielo?!"

Benji senza pensarci due volte stette al gioco.

“Certo che no! Oliver Hutton, accetto la sfida. Se riuscirai a segnarmi un gol da fuori area, il campetto sarà vostro!”

Il portiere della Saint Francis andò a occupare la sua porta e la partita ebbe inizio, tra gli incitamenti dei tifosi.

 

*

 

L’incontro si terminò 2-2, gol rispettivamente di Holly e Tom per la Newppy, e di Ted e Paul per la San Francis.

Il gol da fuori area non c’era stato, ma siccome avevano pareggiato, decisero che la sfida fosse comunque finita, senza vincitori né vinti.

“Benji voglio la rivincita!”

“Anche subito, Hutton!”

“No, è troppo presto … Tra un anno, ci ritroviamo tutti sempre qui, al campetto?” rispose Holly indicando gli altri giocatori.

“Tranquillo, io ci sarò! Anzi, noi ci saremo, non è vero ragazzi?”

“Certo, Capitano!” risposero in coro i ragazzi della Saint Francis.

“Anche noi ci saremo!” fecero eco quelli della Newppy.

“Anche la tifoseria non mancherà!” s’intromise sorridendo Patty, seguita dalle altre ragazze.

Anche se si erano visti da poco, quella rimpatriata, che li aveva fatti tornare ragazzini spensierati, aveva fatto bene a tutti, soprattutto all’animo inquieto di Benji. 

 

*

 

Domenica sera, l’Amburgo aveva vinto la prima partita del campionato, Benji, Kaltz e Schneider come al solito erano seduti al tavolo del loro pub preferito. 

“Cavolo Benji si può sapere oggi cosa ti è preso? Non ho mai giocato in squadra con un portiere che una domenica si sveglia decidendo di fare l’attaccante e che segna un gol da fuori area!”

“In effetti, Hermann ha ragione, dopo il torneo sembravi uno straccio, è passato appena un mese e oggi in campo sembravi un’altra persona!”

“Cosa vi devo dire, le vacanze mi hanno fatto bene! E poi ho ancora un conto in sospeso con degli amici …” rispose vago il portiere, ridendo delle facce perplesse dei suoi amici e compagni di squadra.

“Ragazzi posso?” Senza aspettare risposta, Marie Schneider andò a sedersi affianco al fratello.

“La macchina di Clara ha avuto dei problemi, così lei e Angela stasera mi hanno abbandonata qui da sola!”

“Allora ordiniamo una birra anche per questa povera ragazza abbandonata!”

“Non sfottere Price! Ma si può sapere com’è che ora sei così di buonumore?”

“In effetti ce lo stavamo chiedendo pure noi, ma il portiere qua non vuol parlare!” le risposte Hermann.

Mentre la cameriera portava i boccali al tavolo, Karl ricevette un messaggio. Dopo averlo letto, allungò il cellulare per farlo a vedere alla sorella.

“Ah lo sapevo che avevo ragione, il mio intuito femminile non sbaglia mai!”

Il portiere guardò perplesso i fratelli Schneider, non riusciva a capire il senso del discorso.

“Derby Newppy contro Saint Francis, giocata il mese scorso … non ti facevo così nostalgico!”

A quelle parole, Benji strappò dalle mani di Karl il cellulare per capire cosa c’era scritto in quel messaggio.

“Patty me le ha mandate solo adesso, derby Newppy contro Saint Francis, come ai tempi di scuola. Mi faceva piacere farle vedere anche a voi!”

Seguivano una serie di foto della partita al campetto, mittente Oliver Hutton.

“Quel traditore di Holly … com’è che voi vi sentite?”

“Un giorno Hutton ha chiamato preoccupato sia me che Karl dicendo che tu lo avevi chiamato a notte fonda per chiedergli se aveva nostalgia di casa, voleva sapere se c’era qualcosa che non andava qui … io al tuo posto lo ringrazierei! Non è da tutti avere amici che si preoccupano per te!”

“Grazie Hermann, ma il problema non è quello, è il fatto che si senta con lo scemo qua presente … Lui e sua sorella sono un’associazione a delinquere!”

“Ehi ma come ti permetti!” risposero in coro i diretti interessati.

“Se tu fingi di essere freddo come un ghiacciolo ma in realtà hai il cuore di burro, mica è colpa mia Price!”

“Klein schwester lascialo stare … Non possiamo mica rovinare la reputazione del grande S.G.G.K.!”

“Ecco adesso sono rovinato!” esclamò il portiere con tono afflitto, mentre gli amici scoppiavano a ridere.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice

Quando ho letto la lista delle parole intraducibili l’ispirazione è partita in quarta da sola, così eccomi di nuovo qua! Usando una parola tedesca, cosa c’è di meglio che ambientare parte della storia in Deutschland con personaggi tedeschi! ;)

Spero di non aver fatto troppi danni!

Aspetto i vostri commenti!  

A presto,

Barby

P.S. In questo racconto nessun calciatore è stato maltrattato, più o meno!  ;) 

   
 
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