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Autore: Reginafenice    03/07/2019    3 recensioni
Il termine che dà il nome a questa storia indica ciò che serve come sostegno per una nuova impresa, una sorta di conforto o spinta morale utile a non lasciarsi scoraggiare dalle impervietà di un cammino appena intrapreso. Si tratta infatti di una fanfiction che vede come protagonisti i personaggi di Poldark, con i loro complessi viaggi interiori verso la scoperta della vera felicità, ma inseriti in un contesto moderno. Lo sfondo delle vicende rimane tuttavia la splendida Cornovaglia, dove vecchi e nuovi amori si ritroveranno e si scopriranno indispensabili per capirsi meglio, anche a costo di grandi sacrifici e scelte dolorose.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Ross Poldark
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Ross, spero che tu non abbia frainteso...” Demelza si avvicinò a lui sfiorandogli dolcemente la schiena curva sul suo paziente, cercando in questo modo di trasmettergli chiaramente quei sentimenti che l'imbarazzo dovuto alla situazione, e alla presenza adesso particolarmente silenziosa di Hugh, non le permetteva di tradurre in parole altrettanto efficaci.

Ross si schiarì la voce, cercando di dimostrasi apparentemente impassibile, “Mi è parso di intuire che la criticità della sua situazione sia evidente anche a lei, tenete Armitage. Credo sia arrivato il momento di dimetterla dall'ospedale e sancire definitivamente il nostro fallimento.”

Demelza lo guardò esterrefatta, “Ma ho spiegato a Hugh che una soluzione è ancora possibile. Perché abbattersi così facilmente?”

“Sì, sono piuttosto consapevole che Il tenente Armitage” - sottolineò con enfasi il cognome del giovane degente, ponendo Demelza di fronte all'innegabile evidenza di quanto intima fosse diventata la loro relazione anche agli occhi degli altri - “pretende di sapere quale sia il miracolo di cui ha bisogno per guarire, ma purtroppo la scienza sembra non condividere la stessa speranza.”

Hugh cercò di sollevarsi sui gomiti quanto più il suo corpo dolorante gli permetteva, ma ben presto dovette arrendersi alla debolezza dei suoi muscoli e intervenire nella questione facendo a meno di un po' di quella dignità fisica che ancora gli rimaneva, “Demelza mi ha parlato di un intervento...”

Ross lo interruppe immediatamente, scuotendo perentoriamente la testa in segno di disapprovazione “La dottoressa Carne, a volte, si lascia trasportare dall'entusiasmo senza considerare le conseguenza di determinate azioni. Io e il dottor Enys siamo assolutamente contrari ad intervenire e voglio che ciò sia chiaro.”

“Certo, posso comprendervi. Ciononostante ritengo che Demelza sia meno imprudente di quanto pensiate e che se per lei ho ancora una speranza, qualunque suo desiderio sarà anche il mio.”

“Sinceramente non la capisco. Non esiste nessuna garanzia di non recidiva e in più correrebbe il rischio di perdere la vista a la facoltà di parlare. Questa che è la vita che vorrebbe?” Scandì bene la domanda, affinché anche Demelza tornasse a ragionare e cambiasse idea.

Al contrario, Demelza sembrava essere sul punto di scoppiare in una sfuriata memorabile, perciò dovette attingere a tutta la sua calma interiore per evitare di correre il rischio di indisporre quello che, nonostante tutto, rimaneva il suo superiore esponendogli il suo inamovibile punto di vista, “Forse, il dottor Poldark dimentica che lord Flamouth ha spesso convenuto con me a riguardo e che le percentuali di successo esistono, seppur non siano altissime. Mi sembra un tale spreco far finta di niente e arrendersi alla morte, così senza nemmeno provarci.”

Ross rispose con un sorrisetto ironico, continuando a scuotere la testa incredulo dell'assurdità della sua presa di posizione. Dal canto suo, Demelza era intenzionata a non dargliela vinta e a insistere che quello fosse un gesto dovuto da parte dell'equipe medica che per mesi si era interessata al suo caso, l'ultimo atto di umanità che un giovane quasi privo di aspettative meritava.

“Allora è deciso. Mi opererò quando voi lo riterrete più opportuno, anche se non trovo alcun motivo per ritardare ulteriormente. Domani potrebbe incominciare una nuova vita per me e non ho intenzione di sprecarne nemmeno un secondo.”

Ross e Demelza si scambiarono un'occhiata fugace, poi Demelza tornò su Hugh con un sorriso pieno di ottimismo e sollievo, mentre Ross abbassò lo sguardo soltanto per risollevarne dopo un ancora più aggrottato sulla coppia, che proprio in quel momento si stava tenendo stretta per mano con l'intento di diffondersi reciproco coraggio. O perlomeno, questo accadeva solo da parte di Demelza visto che Hugh traeva da quel contatto un beneficio notevolmente diverso.

“Dovremo discuterne con il Consiglio. Non credo che saranno favorevoli.”

Demelza si staccò da Hugh e si mosse verso di lui, “Proviamoci, ti prego!”

Trenwith si stava preparando ad accogliere una nuova vita, ovvero il primogenito di Francis ed Elizabeth, nonché il prossimo erede del titolo e della fortuna dei Poldark. Il buonumore delle donne della famiglia diventava ogni giorno più contagioso: la vecchia zia Agatha, fiduciosa nei suoi tarocchi, aveva preannunciato la nascita di un bel maschietto identico al padre, un piccolo principino biondo dagli occhi azzurri che avrebbe fatto innamorare di sé tutti quanti, facendo spudoratamente finta di ignorare il verdetto più che palese emerso già dalle ecografie; Verity credeva che le premure per questo bambino avrebbero colmato una parte del grande vuoto d'affetto che aveva nel cuore, un vuoto che si faceva sempre più difficile da sopportare e da riempire; infine Elizabeth sapeva che il piccolo sarebbe stato il vero amore della sua vita, l'unico uomo verso cui non avrebbe mai nutrito alcun dubbio e l'unico per il quale avrebbe lottato con tutte le sue forze pur di difenderlo dalle difficoltà della vita...

Francis, invece, sembrava essersi incupito. All'esterno il suo atteggiamento diffidente poteva essere riconducibile all'ansia di diventare genitore per la prima volta, una paura del tutto comprensibile, ma in realtà era il timore di aver perso quasi tutto il suo denaro che lo logorava internamente.

Negli ultimi mesi aveva intensificato le visite al casinò, ottenendo di rimando una cospicua perdita di denaro che gli aveva reso necessario richiedere un prestito presso la banca dei Warleggan. Cosa avrebbe potuto offrire a suo figlio? Soltanto debiti di gioco. E cosa ad Elizabeth? La soddisfazione di poter dire a se stessa 'te l'avevo detto', rendendo in questo modo naturale e inattaccabile qualunque ripensamento da parte sua sul loro matrimonio.

Su cosa sua moglie avrebbe potuto fare a quel punto, Francis non nutriva alcun dubbio. Non la si poteva biasimare se avesse manifestato il chiaro desiderio di cercare la felicità tra le braccia del suo primo amore. Ross non l'avrebbe mai delusa quanto lui, sebbene la presenza di Demelza nella sua vita rendesse più improbabile, ma non impossibile, la disponibilità di suo cugino ad accorrere in aiuto di Elizabeth.

Non potendo affrontare l'argomento con Ross, Francis aveva trovato saggio confidarsi con George e raccontare a lui i suoi problemi economici e familiari. A dire il vero, era stato proprio il suo collega a fomentare il sospetto su un'eventuale rinascita di ciò che c'era stato tra Elizabeth e Ross.

Per il momento sarebbe stato stupido concentrasi su questa paura, ma il seme del dubbio si insinuava già da parecchio tempo nei suoi pensieri: forse Elizabeth non sarebbe mai stata davvero felice con lui e probabilmente anche i suoi sentimenti verso di lei non erano più gli stessi. C'era qualcosa nella sua apparente perfezione che lo irritava e lo deprimeva al tempo stesso, i loro bisogni e desideri non coincidevano come avrebbero dovuto.

Eppure si sentiva geloso, insicuro e tormentato nei confronti di Ross. L'uomo del successo era sempre stato lui, malgrado la sua testa calda e tutto il resto...


   
 
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