LA RADURA
Ancora una volta
ho sbagliato;
io non ero un Re Magio,
e tu non eri una cometa.
Io sono un cavaliere,
e su un cavallo bianco mi sono
inoltrato
nella selva ignota,
come accade spesso nelle favole.
Ma io non sono in cerca della
fanciulla bionda,
e neppure di tornei ai quali
partecipare;
non sto cercando di rendere lustro ai
miei antenati,
né una nuova sfida da affrontare.
Semplicemente, mi sono perso.
E mi sono perso nei meandri
della tua vastità;
tu sei una vasta radura nel bel mezzo
del bosco più intricato,
io ho solo seguito un sentiero
dalla mia mente già tracciato.
Adesso sono qui,
il mio cavallo è stanco e proseguo a
piedi.
Mi sono perso;
non c’è nulla che mi orienti in
questa radura,
è vastissima,
io posso solo confondermi
tra questo verde accecante.
Il sole mi bacia la fronte.
Sono solo uno dei tanti cavalieri
rimasti intrappolati nella tua
radura;
se mi vuoi,
tu sai dove trovarmi,
io no.
Vienimi a prendere
oppure condannami per sempre
al vuoto eterno.
Il fatto che io mi sia perso
nella radura sterminata della tua
interiorità
complica le cose.
Ma sai, è tutto molto bello, in
fondo,
poiché qui mi trovo bene e a mio
agio.
Dopo tanto bosco, questo immenso
spazio verde
mi ha aperto nuovi orizzonti
che vanno oltre il buio prodotto
dalle alte
fronde degli alberi,
che finora mi hanno sovrastato.
Qui non mi sovrasta più nessuno.
Ho l’erba, certo, che mi lambisce le
gambe;
però mi va bene così,
è un piacevole solletico
mentre il mio cavallo bruca e si
riposa.
L’acqua c’è.
Potrei stare qui in eterno.
Se mi vuoi, fai un fischio ed io lo
seguirò.
Altrimenti lasciami qui, non voglio
uscire.
Voglio crogiolarmi in tutta quella
bellezza che hai dentro,
ora sono un cavaliere senza scopo,
ma anche senza testa,
perché l’ho persa a causa tua.
Ho lasciato alle spalle il buio
sottobosco,
ma adesso la pressione di questo
cielo
si fa sentire.
Mentre immagino questa stupida fiaba
e metto su carta questa poesia,
milioni di corpuscoli delle spighe di
grano mietuto
volteggiano attorno a me.
Ciò mi ricorda che ora,
adesso
sono nel cuore dell’estate dei
sentimenti.
E dopo, che ne sarà di me?
Cosa accadrà
quando l’autunno mi spazzerà via
con il suo vento gelido?
Anche la tua radura seccherà con il
freddo,
oppure sarà accogliente e saprà dare
conforto
a questo cavaliere inutile,
che non sa ancora nulla della vita
ma è abile solo a perdersi?
Salvami da questo oblio, se puoi.
NOTA DELL’AUTORE
Poesia importantissima, poiché è la centesima di questa
raccolta.
Non solo, qui lascio andare altre mie esperienze recenti,
buttate giù in un determinato momento di sabato 29 giugno, nel pieno
pomeriggio.
So che forse il mio recente percorso vi starà apparendo
stupido, insulso, però… è stato molto terapeutico per me. Non ci crederete, ma
immaginare molti dei versi recenti mi ha aperto nuovi scenari.
La nostra storia continua. Forse presto avrà una nuova
raccolta, perché qui dopo tanto tempo trovo un divario immenso tra la parte iniziale
e centrale e quest’ultima. Ma continua.
Grazie a tutti ^^