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Autore: alessandroago_94    04/07/2019    5 recensioni
Altra raccolta di componimenti poetici molto semplici.
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La radura

LA RADURA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ancora una volta

ho sbagliato;

io non ero un Re Magio,

e tu non eri una cometa.

 

Io sono un cavaliere,

e su un cavallo bianco mi sono inoltrato

nella selva ignota,

come accade spesso nelle favole.

 

Ma io non sono in cerca della fanciulla bionda,

e neppure di tornei ai quali partecipare;

non sto cercando di rendere lustro ai miei antenati,

né una nuova sfida da affrontare.

 

Semplicemente, mi sono perso.

 

E mi sono perso nei meandri

della tua vastità;

tu sei una vasta radura nel bel mezzo

del bosco più intricato,

io ho solo seguito un sentiero

dalla mia mente già tracciato.

 

Adesso sono qui,

il mio cavallo è stanco e proseguo a piedi.

Mi sono perso;

non c’è nulla che mi orienti in questa radura,

è vastissima,

io posso solo confondermi

tra questo verde accecante.

 

Il sole mi bacia la fronte.

 

Sono solo uno dei tanti cavalieri

rimasti intrappolati nella tua radura;

se mi vuoi,

tu sai dove trovarmi,

io no.

Vienimi a prendere

oppure condannami per sempre

al vuoto eterno.

 

Il fatto che io mi sia perso

nella radura sterminata della tua interiorità

complica le cose.

Ma sai, è tutto molto bello, in fondo,

poiché qui mi trovo bene e a mio agio.

Dopo tanto bosco, questo immenso spazio verde

mi ha aperto nuovi orizzonti

che vanno oltre il buio prodotto dalle alte

fronde degli alberi,

che finora mi hanno sovrastato.

 

Qui non mi sovrasta più nessuno.

 

Ho l’erba, certo, che mi lambisce le gambe;

però mi va bene così,

è un piacevole solletico

mentre il mio cavallo bruca e si riposa.

L’acqua c’è.

Potrei stare qui in eterno.

 

Se mi vuoi, fai un fischio ed io lo seguirò.

Altrimenti lasciami qui, non voglio uscire.

Voglio crogiolarmi in tutta quella bellezza che hai dentro,

ora sono un cavaliere senza scopo,

ma anche senza testa,

perché l’ho persa a causa tua.

Ho lasciato alle spalle il buio sottobosco,

ma adesso la pressione di questo cielo

si fa sentire.

 

Mentre immagino questa stupida fiaba

e metto su carta questa poesia,

milioni di corpuscoli delle spighe di grano mietuto

volteggiano attorno a me.

Ciò mi ricorda che ora,

adesso

sono nel cuore dell’estate dei sentimenti.

 

E dopo, che ne sarà di me?

Cosa accadrà

quando l’autunno mi spazzerà via

con il suo vento gelido?

Anche la tua radura seccherà con il freddo,

oppure sarà accogliente e saprà dare conforto

a questo cavaliere inutile,

che non sa ancora nulla della vita

ma è abile solo a perdersi?

 

Salvami da questo oblio, se puoi.

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

 

Poesia importantissima, poiché è la centesima di questa raccolta.

Non solo, qui lascio andare altre mie esperienze recenti, buttate giù in un determinato momento di sabato 29 giugno, nel pieno pomeriggio.

So che forse il mio recente percorso vi starà apparendo stupido, insulso, però… è stato molto terapeutico per me. Non ci crederete, ma immaginare molti dei versi recenti mi ha aperto nuovi scenari.

La nostra storia continua. Forse presto avrà una nuova raccolta, perché qui dopo tanto tempo trovo un divario immenso tra la parte iniziale e centrale e quest’ultima. Ma continua.

Grazie a tutti ^^

   
 
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