Anime & Manga > Fairy Tail
Ricorda la storia  |      
Autore: Jiyu_no_yume    04/07/2019    1 recensioni
Un piccolo omaggio - in ritardo- che ho scritto tempo fa sul capitolo 499 del manga.
Non ho messo nessun avvertimento spoiler perchè presumo la gran parte lo abbiano già letto ouo, nel caso questa prima frase farà da muro(?) per chi si è appena avventurato nel mondo di FT xD
Poche volte - se non nulle- sono rimasta orgogliosa di un mio scritto, il fatto che esso sia dedicato ad una mia non OTP mi stranisce e rende fiera al tempo stesso xD ma alla fine spero solo possa piacervi ^^
Dal testo:

Avvertì Lluvia irrigidirsi appena per poi abbracciarlo e stringerlo a sé esternando quel lato dolce ed un po’ materno, se ne sentì rincuorato: quel pianto silenzioso non sembrava più un ricordo di morte, adesso era simbolo di pace, di inizio. Sarebbe stato in grado di ricominciare ancora una volta?
- Scusami..- esclamò come un mantra con voce rotta, felice che anche le spalle minute di Lluvia potessero sostenerlo in quel momento di fragilità. Le gambe cedettero accompagnandolo in una sinuosa caduta sul manto morbido che la neve aveva procurato sul terreno.
- Gray-sama… sei caldo-.
Improvvisamente, si risentì a casa.

Enjoy:3
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray Fullbuster, Gray/Juvia, Lluvia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
SARA' PER SEMPRE?

Gray era sorpreso.
No, quel termine non descriveva bene quella confusione che gli aleggiava nel petto: si sentiva spaesato, per meglio dire totalmente sconvolto. Quello non poteva essere lui, era inaccettabile.
Eppure eccolo lì in carne, ossa e miriade di vestiti: la sua controparte sembrava prendersi beffe di lui in ogni centimetro di pelle, inammissibile.
- Lluvia-sama…- piagnucolò EdoGray rivolgendosi ad una Lluvia indifferente ed infastidita.
Da lui? Sconcertante.
- Sta lontano, sei irritante- lo rimproverò quest’ultima allontanandosi più che poteva da quell’ingombrante impiccio.
Ripudiava lui? Inconcepibile.
- Ma Lluvia-sama, Gray vi ama!- la supplicò il corvino seguendola come un cagnolino fedele.
- Questa è una presa per il culo bella e buona- asserì stizzito incrociando le braccia al petto nudo.
- Gray-sama si è spogliato di nuovo- esalò alle sue spalle una voce fin troppo conosciuta; per poco non gli scappò un sorriso nel sentirla parlare.
- Ehi Lluvia, lì c’è un Gray che aspetta solo te, perché non vai da lui?- le propose indicando con un cenno del capo quella figura incappucciata che sostava demoralizzato in un angolo remoto di quella gilda mobile. Certo che Edolas era un mondo pieno di sorprese, constatò vagamente incuriosito.
- Lluvia non capisce- proruppe l’ameonna inclinando il capo per osservarlo da una prospettiva diversa e per certi versi migliore: da quella visuale riusciva a scorgere nitidamente i piccoli particolari di quel viso per lei troppo perfetto. Dalle lunghe ciglia scure, a quegli occhi di un blu così cupo da sfidare le ombre delle acque più profonde; dalla piccola cicatrice sulla fronte alla forma regolare del naso e quei lineamenti del viso mascolini ma non esageratamente virili e poi più giù fino alle labbra sottili e rosee che immaginava eccessivamente morbide al contatto.
- Per Lluvia esiste un solo Gray-sama; Lluvia ama solo il suo Gray-sama- mormorò con un tenero sorriso ad addolcirle il viso; il cuore palpitante nel petto per quella confessione così diretta seppur veritiera. Quasi ebbe paura di essersi esposta troppo: sapeva che il corvino non fosse ancora pronto per affrontare quel tipo di sentimenti e lei si era ripromessa che lo avrebbe aspettato perché il suo amore era assoluto, universale, e sarebbe resistito a tutto, pure al tempo.
Ma fu solo quando Gray si voltò a guardarla che sentì le gambe cederle ed il corpo fremere come se attraversato da una scossa elettrica che le scivolava lungo le scapole.
Fissando gli occhi in quelle innocenti iridi oltremare, Gray, si sentì un completo idiota per aver anche solo pensato che Lluvia potesse sostituirlo così facilmente con quel fantoccio venuto male, così falso che non poteva neanche esser paragonato a lui, l’originale.
Aveva sempre dato per scontato quel sentimento che Lluvia non si premurava di nascondere, era divenuto qualcosa di normale nell’arco della sua giornata, quasi banale per quanto fosse sottinteso in ogni azione ed attenzione che la maga gli rivolgeva.
Si pentì di quell’idea quasi cattiva, Lluvia non l’avrebbe abbandonato neanche per quella sua copia venuta decisamente male e di questo, stranamente, se ne sentì quasi rassicurato.
- Tsk- bofonchiò solamente voltando il capo per vietarle la possibilità di coglierlo in quell’attimo di debolezza: le gote nivee andavano a colorarsi pian piano di un leggero porpora che ricordava le fragole mature; sotto le risa divertite e sommesse dell’azzurra, Gray avvertì distintamente il cuore aumentar la sua corsa fino a riscaldargli il petto.
 

Il freddo sembrava infiltrarsi fin dentro le sue ossa intorpidendogli la mente ed ogni più logico pensiero. Quel pungente fastidio iniziava a stargli stretto e stringer quel corpo senza vita a sé non l’aiutava a rincorrere quel calore che sentiva scivolargli dalle mani.
Sentiva la testa scoppiargli ed il cuore martellargli il petto dolorosamente come mai prima d’allora, era la consapevolezza di aver perso qualcosa di estremamente importante? No, aveva già provato sulla pelle quella sensazione e sapeva fosse più opprimente, come un senso di colpa inarrestabile e soffocante. Ciò che gli offuscava gli occhi però erano le stesse lacrime amare di allora.
Riportare alla mente quei ricordi sapeva gli avrebbe fatto più male, ma era come se tramite essi sentisse Lluvia respirare sul suo collo, lì dove il suo viso era nascosto in quell’abbraccio impotente e solitario. Eppure non erano le sue labbra quelle che sentiva muovere, erano voci lontane e sfocate, tradite dal tempo: flebili ricordi di ciò che sembrava una vita passata, ormai trascorsa ed irraggiungibile.
Una fitta al petto lo costrinse ad aumentar la stretta su quel corpo martoriato da quelle ferite che lui stesso era stato obbligato ad infliggerle mentre quello squarcio nel petto testimoniava l’assenza di una vita divenuta troppo indispensabile per poter esser abbandonata al suo destino.
E si odiò, per tutte quelle volte in cui non aveva creduto che l’amore di Lluvia potesse esser veritiero, per tutte le volte che la sua presenza era divenuta così normale da non farci più caso quando invece meritava la più completa attenzione. Era stato cieco a creder davvero in quelle parole: Lluvia gli aveva promesso una vita al suo fianco qualunque fosse il loro destino, ma mai come allora Gray si era sentito così solo in sua vicinanza.
 
 
Era ridicolo come il fato gli si fosse ritorto contro, ancora una volta.
Quella perdita era stata già dolorosa di per sé, doverla rivivere a distanza di anni era un duro colpo difficile da superare. Rivederlo era stato un tuffo al cuore, trovarselo contro un pugno allo stomaco e vederlo tornare cenere un dannatissimo ritorno all’infanzia.
Ogni parte di sé sembrava gridare il suo disprezzo per quel destino bastardo che non ne voleva sapere di lasciarlo in pace costringendolo a rivivere nel suo passato come intrappolato in un oblio duro a finire. Gray si ritrovò ad odiare quel limbo con tutto se stesso, riaffrontare quegli sbagli che addietro gli erano costati cari era troppo anche per lui, eppure ovunque si girasse vi era solo un buio denso ed ottenebrante, così penetrante da sentirsene intimidito come se affrontarlo, imbattersi fra le sue spire, potesse fargli solo altro male. Era vigliacco? Forse. Lo era sempre stato in fin dei conti, gli anni passavano ma lui era rimasto sempre lo stesso. Debole e codardo.
Riportò lo sguardo su quella croce di legno portante i nomi dei suoi genitori ed il senso di colpa sembrò attanagliargli le viscere. Sospirò abbassando il capo sconfitto mentre osservava distratto i fiocchi di neve posarsi sul terreno indisturbati: indifferenti spettatori di un diffidente conforto.
- Uhmm.. Gray-sama..-
Si riscosse, voltando il capo verso quella voce tremula e preoccupata che sostava dietro di lui in attesa che lui fosse pronto ad affrontarla.
- Lluvia!- esclamò sorpreso di ritrovarsela lì, era convinto di esser solo in balia di se stesso e di quei malinconici pensieri.
- Mi hai seguito fin qui?- le chiese quando la vide nascondere il viso al suo sguardo, i pugni stretti al petto che si serravano fino a sbiancare le nocche
- Mi.. mi dispiace tanto..- pigolò sommessamente catturando la sua attenzione
- C’è una cosa.. che Lluvia deve dirti..- asserì poi, un lampo di tetro dispiacere ad oscurarle le iridi cerulee
- È stata Lluvia a sconfiggere...- iniziò titubante mentre incassava il capo nelle spalle come a proteggersi, lo sguardo rivolto al terreno come se solo guardarlo negli occhi potesse procurarle sofferenza
- Il negromante che controllava… tuo padre- concluse tirando su col naso ormai prossima al pianto.
Sgranò gli occhi, Gray, mentre il cuore perdeva un battito nuovamente trafitto da una realtà sconcertante e difficile da accettare
- Tu hai...- proruppe incredulo, travolto ancora una volta da quella spirale di solitudine di cui si sentiva maledetto e schiavo. Un nuovo vuoto a crepar la pelle insidiandosi nel petto.
- Lluvia...- lo interruppe l’ameonna singhiozzando sonoramente
- Lluvia non ha più il diritto di amare Gray-sama- piagnucolò lasciando che calde lacrime le solcassero le guance indisturbate.
-È stata Lluvia ad uccidere tuo padre- mormorò ancora in preda ai singulti, le dita che artigliavano la stoffa tra i seni come a rimproverarsi anche quella debolezza indesiderata. Come a ricordar di meritarsi il suo odio perché colpevole della morte di suo padre.
Gray scattò in piedi ascoltando quelle parole imprimersi a fuoco nella sua mente, il viso contratto in un’espressione di cieco stupore e indignata rassegnazione
- Tu...- le si avvicinò iroso afferrandola per la piccola mantella come a volerla spaventare e render partecipe di quell’odio irrefrenabile che sembrava ribollirgli nelle vene.
Eppure tremò, la presa instabile si rilassò e le lacrime che aveva fallimentarmente trattenuto si liberarono dal suo autocontrollo riversandosi come un fiume in piena sulle sue guance per condividere con lui ancora una volta quella folle perdita insensata.
- Grazie- sussurrò nascondendo il volto alla sua vista e lasciando che le mani gli ricadessero mollemente sui fianchi 
Avvertì Lluvia irrigidirsi appena per poi abbracciarlo e stringerlo a sé esternando quel lato dolce ed un po’ materno, se ne sentì rincuorato: quel pianto silenzioso non sembrava più un ricordo di morte, adesso era simbolo di pace, di inizio. Sarebbe stato in grado di ricominciare ancora una volta?
- Scusami..- esclamò come un mantra con voce rotta, felice che anche le spalle minute di Lluvia potessero sostenerlo in quel momento di fragilità. Le gambe cedettero accompagnandolo in una sinuosa caduta sul manto morbido che la neve aveva procurato sul terreno.
- Gray-sama… sei caldo-.
Improvvisamente, si risentì a casa.
 

Quanto tempo era passato da allora? Quella stupida… era lui a non meritare di essere amato, lei non aveva fatto altro per tutti quegli anni. Era stata la sua ombra per ogni giorno, il pensiero di non averla affianco il mattino dopo gli era impensabile. Non riusciva a credere ad un singolo giorno a Fairy Tail senza quella presenza così assillante appiccicata al suo braccio, come se con quel semplice contatto potesse attrarlo a sé, spingerlo via per quella che per lei era una strada rosea per un futuro insieme. Ma di quel futuro Gray riusciva a vederne solo i cocci: infinitesimi frammenti di una vita mai vissuta, sogni infranti impossibilitati dal loro realizzarsi, anni persi a cui non poteva più aggrapparsi. Lluvia era morta per salvargli la vita.
Quante persone l’avevano fatto prima di lei? Quante volte le aveva viste morire davanti ai suoi occhi per poterlo salvare? Come se la sua vita fosse più importante della loro.
Come se andare avanti senza averli affianco fosse vera vita.
Si portò una mano ad asciugar il viso, le lacrime continuavano la loro scia salata fino al mento infrangendosi sulle labbra o cadendo a terra per disperdersi nel ghiaccio.
Strinse convulsamente le dita sulle ciocche corvine che gli ricadevano scomposte sulla fronte ed inghiottì quell’urlo che continuava a ringhiargli in gola come a supplicarlo di uscir fuori, di poter esternare la propria frustrazione al mondo intero con la vana speranza che bastasse per salvarla.
Adesso sarebbe riuscito ad andare avanti? In quel momento sentì davvero di aver perso la sua famiglia.
E adesso? Cosa avrebbe fatto se pure Lluvia fosse diventata un vago ricordo a cui aggrapparsi nei momenti di sconforto? Il tempo avrebbe pian piano offuscato ogni cosa: i dettagli del suo viso sempre aperto in un sorriso innamorato, solo per lui, la sua voce che ripeteva il suo nome come se nient’altro avesse più importanza, un mondo a parte su cui far sempre affidamento, da amare con anima e corpo. E lei lo aveva fatto, mettendo in gioco tutta se stessa. E lui, come l’avrebbe ripagata?
Dimenticandosi di lei gradualmente? Di Lluvia allora cosa ne sarebbe rimasto?
Lluvia vivrà dentro di te Gray-sama…
Stupida, si ritrovò a pensare, così stupida da sacrificare se stessa per una persona come lui che neanche la meritava. Non l’aveva mai apprezzata fino in fondo...
Non c’è motivo di essere tristi...
- Stupida...- si ritrovò a mormorare, come se potesse sorridere! Come se potesse davvero fermare quelle lacrime, quel solco sul cuore che sembrava tanto una ferita insanabile. Una cicatrice da portare per tutta la vita.
Perché la vita di Lluvia apparterrà sempre e solo a te, Gray-sama.
- Dovevi viverla con me questa vita... stupida-.
 
 
   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Jiyu_no_yume