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Autore: Nikita Danaan    05/07/2019    0 recensioni
"La storia di due giovani che cambieranno le tradizioni di una tribù".
Una frase all'apparenza semplice ma che racchiude il succo della trama. Entrate a dare un'occhiata se ne siete incuriositi!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Samira si sentì morire dalla vergogna. Non stava praticamente mai al centro dell'attenzione e in quel momento desiderò ancora meno starci.

Sulle facce di chiunque guardasse poteva leggere lo stupore e lo smarrimento: la Majà era sbiancata e le labbra erano strette in una linea severa; i genitori di Aayan erano sorpresi ma non in maniera negativa; i suoi genitori, invece, si guardavano attorno cercando di non incrociare i suoi occhi o quelli di chiunque altro imbarazzati; le ragazze del gruppo la guardavano quasi con disgusto misto a invidia, persino Martha aveva la mascella spalancata in una maniera talmente comica che se non si fosse sentita così sotto pressione avrebbe riso, ma quello non le sembrava il momento più appropriato per ridere.

L'unica espressione che non riusciva a interpretare era quella di Zafira che la scrutava e basta, però non capiva se fosse arrabbiata, schifata o semplicemente indifferente a tutta quella storia. Tuutavia quest'ultima teoria le sembrò alquanto improbabile, poiché quella situazione era sulla bocca di tutti al momento-non c'era persona che confabulasse con il vicino o fosse rimasta impassibile alla scelta di Aayan-e poi le era sembrata che fosse interessata anche a lei ad Aayan per cui cominciò a temere il peggio.

Aayan sembrava l'unico a non sentirsi minimamente turbato da quella situazione e continuava a sorridere nella sua direzione: le ombre del fuoco creavano giochi di ombre sul suo volto e risaltavano le sue iridi scure e lucide dei suoi occhi facendoli sembrare due perle nere, in cui Samira si perse per cercare di trovarvi delle risposte alle sue mille domande, ma apparentemente non ne trovò.

La Majà si avvicinò ad Aayan e gli disse qualcosa sottovoce ma indicando di tanto in tanto la ragazza, cosa che a quanto pare lo infastidì parecchio, per cui parlò a voce abbastanza alta per farsi sentire da tutta la comunità "Non capisco cosa abbiate contro Samira, ma mi sembra stupido guardarla come se fosse un essere diverso da voi. Io so solo che è lei la donna che voglio al mio fianco e l'unica che può dirmi sì o no è solamente Samira". Sembrava così convinto e sicuro di sé mentre pronunciava quelle parole; c'era chi stava dicendo che fosse posseduto dallo spirito dell'Amore e ciò fece arrossire ancora di più Samira.

Come se non si sentisse in imbarazzo a sufficienza!

Aveva ricevuto una dichiarazione con i fiocchi e non sapeva come reagire o cosa dire, perché nessuno si era mai dichiarato a lei, tranne quello stesso ragazzo per ben due volte-se si contava anche quella volta di quando erano piccoli.

Così decise di fare ciò che le sembrava più opportuno fare in quel momento: "Scusatemi" balbettò a voce bassissima e corse via alla velocità di un fulmine.

Tagliare la corda il più in fretta possibile le sembrò la scelta migliore!

***

Quella notte non chiuse occhio e perciò uscì dalla tenda appena sorto il Sole, con un cesto sotto braccio per andare a raccogliere nella radura ai margini del villaggio frutti commestibili ed erbe medicinali in caso di necessità.

Mentre camminava, Samira si mise a pensare che non riusciva ancora a capacitarsi di ciò che era successo e cioè che Aayan l'aveva davvero scelta come sua futura sposa. Arrivata nella zona dove sapeva esserci le piante che le servivano, si mise a raccoglierle e selezionarle con cura, dividendole in due gruppi separati, per poi riporre nel cestino le bacche che avrebbe mangiato a destra e a sinistra le erbe curative.

Intanto continuava a rimuginare sugli avvenimenti della notte trascorsa e continuavano a tornarle in mente quegli occhi, quello sguardo così deciso e alla sua dichiarazione davanti all'intero villaggio...

A un certo punto, a distoglierla dai suoi pensieri ci pensò un urlo di dolore proveniente da un luogo imprecisato della radura; Samira si alzò di scatto girando il capo per cercare di capire da dove precisamente venisse il grido. La persona, che l'aveva emesso, ne lanciò un altro e allora la ragazza iniziò a correre seguendo quei lamenti disperati. Spostò i cespugli e arrivò nella zona più pericolosa della radura, ovvero quella a confine con il bosco, in cui si rischiava di essere attaccati da animali feroci.

Infatti, si trovò davanti la scena di un ragazzo sdraiato a terra che si dimenava cercando di opporsi all'assalto di un giaguaro inferocito. Egli era ricoperto di ferite e il sangue sgorgava fuori copiosamente dal suo braccio sinistro, invece con quello destro, messo ancora in buone condizioni, cercava di recuperare la lancia accanto a lui, però non riusciva a tenderlo completamente verso di essa.

Perciò Samira, per cercare di aiutarlo, si abbassò, posando per terra il cesto, prese dei sassi dal suolo e li lanciò contro l'animale che, ringhiando ancora più arrabbiato di prima, si girò verso di lei, lasciando per un attimo libero il ragazzo, il quale riuscì ad afferrare l'arma e a ferire di striscio il giaguaro.

In seguito unì le gambe e lo calciò lontano da sé. L'animale ruggì dirigendosi verso la foresta, scacciato dal ragazzo che gli puntava contro la sua lancia e dalle pietre lanciate da Samira. Li fissò per un istante, poi con un balzo e un verso risentito si allontanò nella boscaglia.

Ormai fuori pericolo, Samira e il ragazzo si guardarono e sospirarono sollevati, però subito dopo lui si strinse il braccio ferito, che aveva usato per difendersi il più possibile dall'assalto del felino, trattenendo a stento un gemito sofferente. Prontamente, la giovane uscì dal suo nascondiglio tra i cespugli e con il cesto sotto braccio si inginocchiò di fianco a lui rassicurandolo "Sta tranquillo, respira e inspira...adesso ti aiuto io". Prese una manciata di erbe officinali e le appallottolò formando una poltiglia verdastra che gli applicò sulla ferita.

Il ragazzo si morse il labbro, mentre Samira gli spalmava l'unguento naturale "Mi dispiace, cerca di resistere. Se non te la curassi sarebbe peggio". "No tranquilla, resisto. Grazie" disse egli.

Lei gli sorrise "Te la sei vista parecchio brutta. Come mai eri a cacciare da solo...?" si interruppe non sapendo ancora il suo nome "Scusami, io sono Hassan ed ero andato da solo per obbedire a un ordine del mio padrone".

Fu allora che Samira si rese conto che lui era uno schiavo come Martha: aveva una bruciatura sulla schiena che lo marchiava proprio come sottomesso a qualcuno. "Capisco" fu il commento asciutto della ragazza non sapendo che altro aggiungere. D'un tratto si strappò un lembo bello spesso della gonna e lo usò per fasciargli il braccio e fargli una medicazione provvisoria.

"Ma cosa fai??" esclamò sconcertato e stupito Hassan. "Provo a bloccarti la fuoriuscita di sangue" disse stringendogli un po' di più la benda improvvisata "Poi ci penserà il medico del villaggio". "Ma tu...il tuo..." provò a dire ma fu interrotto subito dalla ragazza che sapeva già dove andare a parare "Non ha importanza! Ora come ora importa che tu non muoia dissanguato".

Il giovane schiavo si ammutolì e chinò il capo e fu in quel momento che sentirono le urla degli altri ragazzi del villaggio tra cui Aayan.

Samira era contenta che Hassan avrebbe fra non molto ricevuto delle cure, ma era anche preoccupata all'idea di rivedere quegli occhi scuri puntati nuovamente su di lei.

Angolo dell'autrice

Hassan: nome di origine persiana e urdu ma dal significato arabo di "molto bello, intuitivo, molto affettuoso".

Eccoci qua al sesto capitolo! Io non mi intendo un granché di attacchi subiti da giaguari quindi forse non è molto realistico l'attacco subito da Hassan, ma ho cercato di rappresentarlo meglio che potevo, con tanto di tecniche di primo soccorso un po' raffazzonato della nostra protagonista complessata preferita(?).

Spero non vi risulti come scena troppo forzata e perdonate Samira ma capitela; è parecchio insicura e ignorante in fatto di storie d'amore.

Al prossimo aggiornamento!

Nikita

 

   
 
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