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Autore: g21    05/07/2019    5 recensioni
Steve è sempre stato un ragazzo dai principi morali stabili. Fermo nelle sue decisioni e sicuro rispetto ai suoi ideali. Ha sempre desiderato combattere e lottare per il proprio paese e per la libertà ed il bene dei più deboli… Ha conosciuto Margaret Carter, chiamata da tutti Peggy, e qualcosa in lui è cambiato. C’era altro oltre ai soliti principi e all’amore per la libertà, c’era lei. La giovane tenente è entrata presto a far parte dei pensieri del capitano. Teneva una foto della ragazza nella bussola, come se, alla fine di tutto, Peggy fosse un luogo da raggiungere, un posto in cui sentirsi a casa.
-Questa storia partecipa alla Parole Intraducibili Challenge indetta sul gruppo facebook Il Giardino di Efp-
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peggy Carter, Steve Rogers/Captain America
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ritorno a casa

 

 

 

 

 

Haven't felt like this, my dear

Since I can't remember when

It's been a long, long time

 

 

Steve è sempre stato un ragazzo dai principi morali stabili. Fermo nelle sue decisioni e sicuro rispetto ai suoi ideali. Ha sempre desiderato combattere e lottare per il proprio paese e per la libertà ed il bene dei più deboli.

La sua lealtà verso l’America e verso il suo dovere non è mai mutata, nemmeno quando è entrato nel programma del dottor Erskine. Al contrario è stato un incentivo per riuscire meglio nei suoi obbiettivi.

È entrato nell’esercito e ha servito la bandiera degli Stati Uniti. Era felice di quello che stava facendo perché era quello che da sempre sentiva di dover fare. Al fianco di altri giovani uomini come lui, pronto a stendersi sul filo spinato per salvare quella libertà in cui ha sempre creduto.

Ha conosciuto Margaret Carter, chiamata da tutti Peggy, e qualcosa in lui è cambiato. C’era altro oltre ai soliti principi e all’amore per la libertà, c’era lei. La giovane tenente è entrata presto a far parte dei pensieri del capitano. Teneva una foto della ragazza nella bussola, come se, alla fine di tutto, Peggy fosse un luogo da raggiungere, un posto in cui sentirsi a casa.

Steve si sentiva a casa, nel luogo e al tempo giusto. Era entrato nell’esercito e serviva il suo paese come ha sempre sognato, poteva fare qualcosa invece di stare in disparte. Combatteva al fianco del suo amico di sempre e avrebbe potuto anche avere una possibilità con una ragazza. Non poteva desiderare di meglio.

Non tutto, però, va sempre come ci si aspetta. E Steve lo ha imparato perdendo parte di quella stabilità che aveva guadagnato nel tempo. Aveva visto Bucky sparire davanti ai suoi occhi, durante una missione che era stata preparata nei minimi dettagli.

Al capitano restava Peggy, sentiva che la donna sarebbe potuta diventare una figura importante. Margaret era lì dopo la perdita di James, era con lui per riscuoterlo grazie al suo carattere forte e sicuro. Era con lui quando pianificavano l’attacco contro Johann Schmidt.

A contrastare i sentimenti per la mora si sono messi i forti valori in cui ha sempre creduto Steve. La libertà, la difesa dei più deboli e l’amore per la bandiera americana lo hanno portato a scegliere. Così ha deciso di lasciare Peggy, promettendole un ballo, sapendo che, probabilmente, quel primo bacio sarebbe stato anche l’ultimo.

Settant’anni dopo si è risvegliato, in un’America cambiata nel tempo, troppo diversa da ciò che aveva lasciato. Una cosa ancora lo legava al suo tempo, alla sua casa. Una bussola, uno dei pochi oggetti capaci di riportarlo al posto giusto, con un ritaglio di giornale raffigurante proprio Peggy Carter, una delle poche persone capace di portare stabilità nella vita del capitano.

Aveva continuato a combattere, dopo essersi un minimo ambientato in quel mondo che non gli apparteneva, tra le diavolerie del mondo moderno e la nuova cultura. Aveva trovato il suo posto, seppur non si sentisse mai veramente a proprio agio.

Combatteva per quei valori e quegli ideali che ha sempre sostenuto, erano l’unica cosa che gli era rimasta dal tempo della Seconda guerra mondiale. Anche se non è mai stato del tutto vero, anche se quella morale non era l’unico appiglio stabile.

Aveva ritrovato Peggy. Quella bussola lo aveva portato da lei ancora una volta. Certo, aveva vissuto la sua vita, conosciuto altre persone, ma l’aveva vista sorridere ancora, anche se era invecchiata senza di lui. Non poteva dire di essere al settimo cielo, ma aveva fatto la sua scelta.

L’aveva vista, Peggy, da giovane, dopo essere stato manipolato da una ragazza. Era in una sala da ballo e la donna lo raggiungeva, il sorriso di cui lui si era innamorato presente sul volto di lei. Danzavano, finita la guerra, e sembravano felici.

Steve sapeva che non poteva essere vero, quel ballo l’aveva solo promesso. Ed era la cosa che più faceva male perché sentiva di volerlo, il suo egoismo gli suggeriva che sarebbe dovuta andare così. Niente ghiaccio, niente nuovo mondo, solo lui e Peggy, un ballo e la consapevolezza di essere a casa.

Però era lì, bloccato molti anni dopo, senza la stabilità di un posto sicuro. L’uomo che ha sempre combattuto per ideali come la libertà e il sacrificio, contro la violenza dei potenti verso i più deboli ora desiderava solo tornare al suo posto, senza più il peso di qualcosa di troppo grande per lui.

Aveva ritrovato anche Bucky, ma c’era voluto del tempo prima che tornasse tutto come prima. Anche se a dire la verità non è mai tornato tutto come quando erano insieme negli anni ’40. Era passato del tempo ed avevano vissuto storie diverse.

Steve continuava a guardare la bussola, con quel ritaglio di giornale che ricordava casa. L’indice che puntava sempre verso il volto sereno di Peggy, quasi fosse un segno. Quella piccola linea che punta verso il nord, che serve a ricordare dove si è diretti, portava a Margaret Carter.

È lei che il capitano scruta sempre, prima di ogni missione, prima di ogni battaglia. La donna è, forse, l’unica in grado di far sentire il soldato al proprio posto, nonostante quel nuovo mondo non sia per lui. Si affida a Peggy ogni volta, seppure non sia fisicamente presente.

L’ha vista morire, ormai aveva raggiunto un’età avanzata, non ha potuto impedirlo. Forse una delle cose che non si è mai perdonato. Sa che ha vissuto una bella vita, lei gliel’ha raccontato, ma sa che avrebbe preferito invecchiare con lei. Avrebbe voluto provare quella vita tranquilla, lontano dal campo di battaglia e con la donna della sua vita al suo fianco.

È questo a cui pensa prima della sua ultima battaglia, prima di Thanos. Non è riuscito ad impedire una sconfitta generale, troppo pesante per tutti, perdendo ancora una volta Bucky.

Come è sempre stato guarda quella bussola ancora una volta, prima del piano folle per provare a riportare l’ordine nel caos di quel tempo. Gli occhi di Peggy lo osservano seri anche se non possono veramente vedere, anche se è solo un ritaglio di giornale. Steve sa che ha una possibilità per poter tornare da lei, ma non sa se sarà davvero in grado di lasciare un mondo che non gli appartiene nonostante si senta ormai accettato.

Poi la vede, in uno degli assurdi viaggi per recuperare le gemme. È stato un imprevisto, non sarebbe dovuta andare così, ma ha il tempo di vederla ancora una volta. Vede Peggy, viva, sicura e combattiva come sempre.

Nota una foto di lui sulla scrivania dell’ufficio di lei. Capisce che nemmeno la donna si è dimenticata del capitano e decide in quel momento cosa deve fare.

È lui che si offre volontario per riportare le gemme al loro posto, per evitare ulteriore caos. Sa che deve fare un’ultima volta la scelta giusta. Perché ha perso troppo, ancora una volta, e non vuole più perdere niente.

Steve è stanco di perdere, per la prima volta è stanco di combattere. Porta il peso di una vita vissuta a metà, tra guerre che non avrebbe dovuto combattere e ricordi di un tempo ormai lontano. Ha voglia di fermarsi, ritirandosi a riposare, libero da ogni dovere.

È qui che, in una scelta dettata dall’egoismo e dai sentimenti, decide che è giusto così. Non ha più niente da fare in questo tempo, ha già dato tutto quello che aveva da dare. Il mondo ha bisogno di persone più giovani, che sappiano come muoversi e come agire in un luogo che va avanti e quasi corre verso il futuro.

Il capitano non ha più le forze per andare avanti e rincorrere qualcosa che non sarà mai pienamente casa. Così guarda un’ultima volta quella bussola che lo ha accompagnato negli anni, guarda quella donna che rivedrà tra poco.

Non saluta nessuno, non devono sapere che non tornerà perché Sam non lo farebbe andare. Lo confessa solo a Bucky, sa che deve dirlo all’uomo che è stato il suo punto fermo per molto tempo. Sa che se la caverà, lo sente. È un soldato addestrato e forte, sarà capace di andare avanti, non come lui.

Infine torna, dopo aver portato tutte le gemme al loro tempo, torna nel suo tempo. Cerca Peggy e la trova, come aveva immaginato, con Stark. Rivedere la donna innesca nel soldato una serie di emozioni mai provate, nuove.

Deve spiegare parecchie cose, lo hanno visto morire e ora è di nuovo lì, ma non è importante. Ora è la donna il principale pensiero del capitano. Quel sorriso sorpreso, ma raggiante e bellissimo, quei suoi occhi dolci e sicuri.

C’è una promessa da mantenere, lo sanno entrambi. Un ballo lasciato in sospeso, in bilico tra una vita da vivere in pieno e una vita vissuta a metà. Steve la tiene stretta a sé mentre si muovono in perfetta sincronia, come se fossero da sempre destinati a questo.

Steve sfiora per un momento quella bussola, quel piccolo oggetto che lo ha sempre guidato, e sorride sereno, per una volta sicuro e felice. È tornato nel suo tempo, dalla donna che non ha mai smesso di amare. Ora potrà invecchiare al suo fianco e vivere una vita degna di quel nome.

È qui che deve stare, lo ha sempre saputo. La bussola lo ha portato qui, dove sarebbe dovuto rimanere, tra le braccia di Peggy, il suo primo amore. Si sente finalmente al posto giusto nel momento giusto. Si sente a casa.

Perché è a casa.

 

 

 

 



Angolo autrice

 

È forse la prima volta che mi stacco dal personaggio di Tony per dedicarmi a qualcun altro (se non contiamo le drabble) e non so come sentirmi al riguardo. Ho visto che ci sono un sacco di storie dedicate al nostro miliardario (io stessa ne sto scrivendo qualcuna), specie dopo Endgame, ma manca qualcosa riguardo al nostro capitano.

C’è chi ha visto la fine della sua storia fuori dal personaggio e c’è chi l’ha trovata giusta. Io, forse per la prima volta, mi schiero dalla parte di Steve dandogli ragione per questa scelta. Ho deciso quindi di dedicargli una shot, ripercorrendo la sua storia mantenendo un filo rosso, Peggy Carter, perché lei è davvero stata la costante nella storia del capitano.

È la prima volta che entro così tanto nel personaggio di Steve e ho quasi paura a lasciarla qui, ma è un modo per esplorare altri lidi, perché non provare? Il merito è del gruppo facebook “Il Giardino di EFP” e della prima delle challenge estive che hanno proposto.

Il prompt scelto era ‘Cynefin. Dal gallese: luogo in cui ci si sente a casa’ e mi è sembrato calzasse per il personaggio di Steve. Poi se qualcuno ha pareri diversi sono aperta al dialogo.

La lascio qui, se a qualcuno viene voglia di leggere qualcosa di diverso. E se qualcuno vuole darmi un parere è ben accetto. Alla prossima

Giulia

  
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