«Frederick, resta con me.»

Furono queste le parole mormorate da Chrom prima che poggiasse avventatamente le sue labbra su quelle del cavaliere; rimasto immobile, incapace persino di batter ciglio; e gli prendesse il viso tra le mani avvicinandolo a sé.
 

Le gambe del principe, però, cedettero presto alla stanchezza sotto lo sguardo 
attonito di Frederick, costringendolo a reggersi facendo presa sulle forti spalle dell'amico che lo aiutò prontamente a rimettersi in piedi.
 

Chrom rise, probabilmente di se stesso e di come si sentisse impacciato al di fuori del campo di battaglia, facendo simultaneamente scivolare le mani sulla 
nuca di Frederick, pungolandogli i capelli castani.


Resta con me continuò a mormorare sommesso.

Tale comportamento non era certamente consono a Chrom, ma il piacevole tepore provato durante quei pochi istanti e quella semplice richiesta smossero l'animo di Frederick e, in quel momento, suo malgrado, non potè far altro che lasciarsi
trasportare da ciò che da tempo provava per il giovane.
 

«Resterò con voi fin quanto lo desiderate, milord» gli rispose sottovoce poggiando lievemente la fronte contro la sua, confermando così i suoi dubbi: Chrom stava scottando.

Sospirò; convincendo se stesso che quella ricerca di intimità da parte del principe non fosse altro che il semplice frutto del vaneggiamento causato dalla febbre, niente di più. 

Il cavaliere aiutò Chrom a spogliarsi; tristemente per quest'ultimo con fini diversi da quelli sperati sin dall'inizio.

Probabilmente se non fossero stati gli unici presenti nella stanza chiunque avrebbe notato il palese imbarazzo nei movimenti di Frederick mentre inumidiva con un panno il torso e la schiena di Chrom per recargli sollievo e, a maggior ragione, il modo in cui ne osservava l'avvenente aspetto. 

Frederick sembrò recuperare la sua fredda compostezza; dominando perfettamente, o almeno così credeva, i suoi sentimenti; solamente quando il principe, dopo aver indossato con noncuranza gli abiti da notte, si infilò sotto le coperte.

Il cavaliere rimase seduto sul bordo del letto ad osservare Chrom a lungo, in silenzio.

A dispetto della situazione lo trovava davvero incantevole;

le guance arrossate, le lunghe ciocche di capelli che gli cadevano sulla fronte, le labbra socchiuse come se in procinto di mormorare qualcosa e l'aria assertiva. Sì, Frederick avrebbe voluto baciarlo, o perlomeno averne il coraggio.

Quasi inconsciamente tese una mano verso il bel volto spossato del principe, accarezzandone timidamente i lineamenti ben definiti.

La piacevole sensazione data da quel gesto fece sì che Chrom, anche se insonnolito, strusciasse la guancia contro il palmo di quell'amorevole mano, aprendo a fatica gli occhi per poter guardare Frederick, visibilmente combattuto tra i suoi sentimenti e ciò che invece erano i suoi doveri nei confronti del futuro sovrano, al punto da ritrarre la mano non appena i loro sguardi si incontrarono.

Esitò qualche istante prima di alzarsi e aprir bocca.

«Mi perdoni milord. Vado ad informare Libra delle vostre condizioni.» 

Chrom si limitò a sospirare voltandosi dall'altro lato. «Non vuoi proprio capire.» mugolò in seguito, ma Frederick aveva già lasciato la stanza. 

Aveva chiuso dietro di sé la porta sperando che il principe dimenticasse ciò che era successo e lasciandosi per l'ennesima volta alle spalle ciò che provava nei suoi confronti.