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Autore: Liulai    07/07/2019    0 recensioni
Tre mondi completamente diversi, costretti ad una convivenza forzata dopo un disastro di dimensioni catastrofiche causato da forze sconosciute e da cui non si può scappare.
Tratto da una campagna di D&D inedita, la storia di una piccola Halfling druida dai capelli fulvi e dei suoi compagni.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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*********************        ASPETTO E COMPORTAMENTO   *********************

Verdhandi è una halfling, piccolina per la sua razza, è alta solo 87cm e pesa 17kg, snella e agile. Ha i capelli rossi naturali, e appena prende un po’ di sole, le lentiggini tornano visibili sulla sua pelle chiara, mentre le ciocche finali dei capelli le si imbiondiscono.

È curiosa ma cauta, se una cosa è potenzialmente pericolosa eviterà di farla, a meno che non ci siano altre vie d’uscita. Non le piace togliere la vita, e quando lo fa è solo per sopravvivere (cibo o minaccia). Non tollera tutto ciò che è lontano dalla natura, quindi non morti, aberrazioni, cose del genere. 

Ha gli interessi di una ragazza tipica di 24 anni, le piacciono gli uomini grandi e grossi, barbuti, biondi o fulvi. Non vuole storielle, nemmeno sesso occasionale, se ci prova con qualcuno è perché pensa che sia qualcuno con cui passare la vita. Non ha nessun interesse nei confronti delle donne, non ha nessuna tendenza sessuale strana, il fine del sesso è la riproduzione, che poi sia anche piacevole lo rende sicuramente più frequente ma non può essere solo piacere. Ha perso la verginità con Gunnar, un halfling tozzo del piccolo artiglio, con cui seriamente pensava di poter formare una famiglia. Ma Gunnar non la pensava ugualmente, e dopo pochi mesi Verdhi lo lasciò. Dopo di lui non ebbe più storie, anche perchè poco dopo partì verso il Futhevark.

Verdi ha senso dell’umorismo, è pratica e non sopporta vittimismo e brontolare. Di fronte a questi atteggiamenti ripetuti, reagisce spesso facendo il verso o pizzicando il brontolone. 

Ha normali doti sociali in quanto cresciuta in una comunità, sa essere una buona amica e tenere i segreti, ma non si fa problemi a dire le cose in faccia se vede atteggiamenti che non le piacciono.  Non si vergogna della nudità, non è pudica e non si fa problemi a dividere giacigli o “bagni” con persone che conosce, men che meno con gli amici. 

Ha rispetto per gli anziani, per i ruoli e per la scala gerarchica, ma se le viene dato un ordine che va contro i suoi principi, farà di tutto per non metterlo in atto. 

Se ha rispetto e fiducia di una persona, tenderà a fidarsi. Al primo sgarro però perde completamente la fiducia, che non sarà più possibile riconquistare: potrà rimanere un rapporto civile, ma dubiterà sempre. Con gli estranei tende a “riflettere" gli atteggiamenti che riceve, mentre cercherà di capire chi ha davanti.

Rispetta le creature, quando caccia tende a non sprecare, non tortura e cerca la morte veloce e pulita, ringrazia la creatura per il suo sacrificio e nel caso ci siano per forza scarti li lascia in maniera tale da essere trovati dai predatori. 

Se valuta qualcuno come una minaccia o un pericolo per lei stessa o per il suo “branco”, non esita ad allontanarlo; cercherà in tutti i modi di evitare lo scontro, ma se si renderà necessario arriverà alle armi e alla morte.

Le persone che entrano a far parte del suo “branco" saranno dei compagni leali, che rispetteranno le sue idee anche se potrebbero avere visioni differenti, come ad esempio la sorella maggiore Elli.

È cresciuta con il pantheon classico norreno e considera Skadi non una divinità femminile, ma più un simbolo della natura stessa.

È onnivora, è una buona forchetta nel senso che non ci sono cibi che non provi/mangi, ma il minimo indispensabile: mangiare per lei non è un piacere, ma necessario a stare in piedi. Stesso discorso per i confort, non è necessario un letto morbido, le basta anche un giaciglio sotto le stelle. Non ha mai provato bevande alcoliche, nemmeno la birra. 

Le uniche costruzioni che abbia mai visto prima di lasciare Volgard sono le navi. Le piacciono i lavori manuali, lavorare la pelle, il legno, costruire frecce, incidere e intagliare cuoio e la pelle.

Nei confronti degli animali addomesticabili è piuttosto neutrale, li accetta ma non li cerca: non sono bambini ma animali, e come tali esigono il rispetto per la loro natura, devono essere liberi (se possibile, ad esempio no i cuccioli) di poter lasciare il “padrone". Niente ordini, non sono schiavi. 

Accetta l’inganno per fini fondamentali (cibo o sapravvivenza), in quanto l’inganno è applicato da diverse specie animali, come mimetismo, ragnatele, segnali cromatici falsi lanciati da animali innocui.

Verdhandi non ha ancora un fine nella vita, non ha un obiettivo fisso, come il significato del suo nome Verdhi vive il presente senza pensare al futuro, si dichiara senza fissa dimora perchè la sua “casa” non l’ha ancora trovata, sebbene una valida alternativa l’abbia trovata nel Futhevark. Le piacerebbe trovare l’anima gemella, ma non la ricerca. 

Essendo curiosa si ritrova spesso ad esplorare le potenzialità dei suoi poteri da druido, trova la magia divina interessante e quella arcana un po’ troppo fuori dalle righe, ma in linea generale se non si calpestano i suoi ideali rispetta qualsiasi tipo di potere.

E’ mossa dai suoi ideali e dalle sue leggi, leggi che in realtà sono quelle della natura stessa e che vede chiaramente sotto l’apparente caos che la circonda. Il seme, se annaffiato, germoglierà; l’acqua, con il calore, evaporerà e giungerà al cielo, e quando sarà troppa per poterla contenere, il cielo la lascerà scendere; che lo si voglia o no, l’equilibrio è mantenuto da una serie di cause-effetto che Verdhi interpreta come le leggi della natura, e cercherà in tutti i modi di seguirle. 

 

Per intenderci:

Oogway: Guarda quest'albero, Shifu. Non posso farlo fiorire quando mi aggrada, né farlo fruttificare prima del suo tempo!

Shifu: Ma delle cose le possiamo controllare. Posso controllare quando cade la frutta, e posso controllare dove piantare il seme. Questa non è un'illusione, maestro.

Oogway: Ah sì, ma qualunque cosa tu faccia, quel seme crescerà e diventerà un pesco. Magari tu desideri un melo o un arancio, ma otterrai un pesco.
 

Ai compagni non avrà problemi a raccontare il suo passato negli Olmak, ma per quanto riguarda la congrega rimarrà decisamente molto vaga, non nominerà Fuldhus e cercherà il più possibile di evitare il discorso.



 

*********************          STORIA       *********************

Verdhandi ebbe dai genitori un nome importante: difatti Verdhandi è una delle tre norne, quella legata al presente. Letteralmente il suo nome vuol dire "divenire". Seconda figlia della coppia, ha una sorella maggiore di nome Elli, “vecchiaia”. 

La bambina fu allevata fin da subito nel gruppo dei bambini del villaggio, detto “piccolo artiglio”, i vari genitori a turno si prendevano cura dei piccoli e lei crebbe senza sviluppare particolare attaccamento ai genitori, ma con un senso di appartenenza alla comunità, chiamata “zampa”. 

Fulva, nessuno la chiamava per nome ed era nota come Fortunata, perchè i capelli rossi sono considerati tali in quanto rari (baciati dal fuoco). 

Legò particolarmente con un Halfling Tozzo di nome Gunnar, molto caparbio e grosso per la sua razza, e con cui fin da molto giovani cominciarono a sperimentare ed esplorare i propri corpi, dapprima ingenuamente, poi con più malizia. Verdhi si affezionò a lui talmente tanto da convincersi che fosse la persona con cui avrebbe passato il resto dei suoi giorni, e questo la spinse a donarsi a lui completamente, all’età di 13 anni (lui 16). Gunnar però non aveva le stesse idee di Verdhi, e dopo mesi oltre a lei ebbe altri rapporti, che confessò alla ragazza. Verdhi quindi lo lasciò, senza troppo rancore, anche se lui insistè per continuare i loro rapporti, ma Verdhi fu irremovibile e continuò, anche se per breve tempo, la sua vita nella Zampa. 

Fin dai primi anni si mostrò particolarmente interessata alla natura, alla magia e all'esplorazione: era curiosa ma anche cauta, perchè nel suo ambiente era facile subire conseguenze anche gravi per un singolo errore. I Druidi le insegnarono a distinguere le erbe medicinali, funghi commestibili, scrivere e leggere etichette e le basi della professione da erborista, mentre i ranger le insegnarono a cacciare con l’arco, pulire le prede e conservare le carni, a conciare le pelli. Per coltivare i suoi interessi, i druidi della Zampa se la portavano spesso dietro per l’accampamento quando somministravano cure alle persone malate o ferite. La piccola Verdhandi li vedeva quasi come degli eroi, ma crescendo la ragazza cominciò a mal tollerare le pratiche di cura estrema, perchè spingeva i suoi coetanei a fare cose particolarmente pericolose e stupide. 

Il suo studio della natura la portò inoltre a una visione disillusa della vita, dove vince il più forte e il debole soccombe, dove la vita va protetta ma mai violata, e la natura va rispettata così com'è. Osservò come la bufera sfiacca il predatore come la preda, e come le forze della natura non guardassero in faccia nessuno, colpendo il ricco e il povero in egual misura. Più questa visione prendeva forma, più l'eccessivo accanimento curativo dei druidi dell’accampamento le recava fastidio. Lo strappo definitivo fu dettato da due eventi in particolare: un tentativo poco riuscito di resuscitazione che portò alla creazione accidentale di un nonmorto, e degli esperimenti da parte di un'incantatore particolarmente meschino, Rydberg, che riportò in vita come zombi delle carcasse di alce morte da diverse settimane per lanciarle in battaglia contro i Kerak: Verdhandi non tollerò più questo genere di cose, provò a fermarli ma fu bloccata dai tirapiedi di Rydberg e criticata dalla maggioranza della Zampa per essere ottusa e testarda, così zaino in spalla la notte stessa lasciò l’accampamento con la benedizione della sorella, l’unica che avvisò della sua scelta, che le regalò una scarsella e il suo focus druidico. Gunnar fu l’unico nel resto della Zampa ad accorgersi che Verdhi stava lasciando la comunità, la raggiunse e tentò con ogni mezzo di riportarla al campo, ma fu tutto inutile e con un lungo e passionale bacio, la lasciò andare.

La solitudine non le dava fastidio e per un primo momento pensò di vivere in completo isolamento, ma poi decise di raggiungere i druidi del Futhevark, senza la particolare esigenza di farsi accettare e più per curiosità che per senso di appartenenza, semplicemente perchè aveva bisogno di staccarsi il più possibile dall’ambiente intriso di buonismo sfociato in follia in cui era cresciuta. 

L’ambiente del Futhevark era decisamente ostile, elementali rabbiosi vagavano per le distese di ghiaccio, orsi bianchi e aquile vagavano in cerca di prede mentre i grossi gufi grigi assonnati aspettavano il calare del sole. Verdhandi mise alla prova le sue doti di sopravvivenza, mentre a sua insaputa i druidi la stavano osservando. Giovane e goffa, non si degnarono nemmeno di cacciarla, convinti che la natura avrebbe dato a quell’esserino il benservito. Ma la piccola halfling non solo riuscì a sopravvivere, ma riuscì anche ad evitare diverse volte lo scontro diretto con i predatori e gli elementali. Presto i druidi si resero conto che la ragazza aveva tutte le carte in regola per prenderla con loro, e sotto consiglio del loro capo, l’avvicinarono e la condussero nella congrega. Verdhandi si ritrovò in mezzo a questi personaggi, per essere gentili non particolarmente adatti alla vita di gruppo, bizzarri e decisamente anziani. Essendo cresciuta in una comunità pacifica e non avendo mai avuto problemi di socializzazione, Verdhandi in poco tempo finì per farsi amare da tutti, e prese il suo posto nel circolo. 

Fuldhus, il gigante a capo della congrega, prese in simpatia l’halfling e le mostrò la Contemplativa, la grotta di ghiaccio rifugio dei druidi. Verdhandi sviluppò l’abitudine, nei giri con Fuldhus, di arrampicarsi sulla spalla del gigante e rimanerci aggrappata: essendo molto piccola, amava la sensazione di altezza e dominare la vista dall’alto. Si affezionò molto al gigante, e per lui nutriva un profondo rispetto e affetto, un po’ come un grande papà. 

L’aspetto di Fuldus, praticamente cadaverico e coperto di brina, non le creava nessun problema. Come non le davano fastidio i tratti particolari dei druidi della congrega: uno di loro per esempio viveva con un nido di pernice nel colbacco, e in primavera tornava alla Contemplativa sporco e odorante di guano, eppure Verdhi lo trovava simpatico. Un altro invece, appena sveglio, ripassava tutti i richiami degli animali a lui conosciuti, e questo poteva capitare a notte fonda. Un altro ancora, trasformato in lepre e pensando che Verdhi non se ne accorgesse, ogni notte la cercava per addormentarsi su di lei, o nel suo giaciglio, mentre da umano faticava a guardarla negli occhi, e così via anche gli altri presentavano particolari stravaganze probabilmente dettate dal lunghissimo periodo di isolamento.

Verdhandi passò con loro all’incirca 10 anni, dopodichè Fuldhus la chiamò al suo cospetto per affidarle una missione speciale. Da tempo ormai il vecchio gigante continua a percepire una forte instabilità proveniente da Città Dell’Unione e i regni di Hagin e Akropos, quindi la congrega ha deciso di inviare proprio la piccola Verdhandi a investigare sulle origini degli squilibri della natura. L’idea di partire le piacque per la sua curiosità, ma d’altro canto si preoccupò per la serietà della sua missione, e si prefissò l’obiettivo di non deludere assolutamente il vecchio Fuldhus. 

Il gigante le affidò una bottiglietta di vetro coperta di brina perenne, contenente un liquido azzurro: le spiegò che si trattava di uno strumento di comunicazione, per cui una volta a settimana avrebbe dovuto inserire un foglio scritto con i suoi aggiornamenti e che Fuldhus avrebbe letto. Verdhi decise che per aiutarsi a tenere conto dei fatti, dei giorni e dei messaggi avrebbe usato come diario un quaderno in pelle che aveva trovato e mai utilizzato anni prima, nella sua discesa nel Futhevark, e siccome non scriveva da molto tempo decise di cominciare a scrivere la sera stessa. Il gigante vide con quanto impegno la piccola si era buttata nella missione, e nonostante facesse finta di dormire rimase a guardarla nascondendo la sua soddisfazione. 

Il mattino seguente, uscita dal Futhevark dopo aver salutato tutti con semplicità, incontrò degli avamposti dell’esercito dell’unione in cerca di volontari per faccende di cui l’esercito non si può occupare, e decise di utilizzare questa copertura per evitare la curiosità che suscita sempre la gente del nord e trovare un passaggio gratis per la Città dell’Unione. Una nave la portò a Mulisawa e da lì si imbarcò insieme a diversi avventurieri, volontari anche loro.

 
   
 
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