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Autore: nisa95_    10/07/2019    1 recensioni
*Per chi si lascia rapire dalle love story tra umani ed esseri mitologici.*
Tutti sognano di trovare l’amore vero, quello per cui si scalerebbero montagne e attraverserebbero deserti, l’amore che abbatte ogni ostacolo.
Selvaggia è una ragazza di diciotto anni come tante, o forse no. Ultimamente non è più in sè da quando ha iniziato a fare strani incubi... Così fuori di testa, da non riuscire più a distinguere ciò che è sogno da ciò che è reale; ma è solo l'inizio, perchè con l'arrivo di Jareth, un ragazzo nuovo a scuola, le stranezze non faranno altro che peggiorare...
Una storia d'amore e morte, in cui il sentimento lega Jareth a Selvaggia e viceversa, che li porterà ad uno scontro destinato a stravolgere tutto ciò che lei conosce o almeno, così credeva.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Selvaggia, si disse che peggio di così non le potesse andare… Quanto si sbagliava…
L’abito era una zavorra ed il corsetto che le stringeva i fianchi, la faceva soffrire come una povera anima in pena. Cercò di riprendere fiato, ma le costole lesionate lelo impedirono.
Ogni respiro che faceva, le procurava solo dolore. Strinse i denti e provò ad alzarsi dal pavimento, ma una forza invisibile e sconosciuta, la bloccava con la faccia a terra, contro il pavimento di quella magnifica e macabra sala da ballo.
Intanto, l’inquietante melodia continuava ad inquietere la Regina.
Le piastrelle lisce e lucide, riflettevano quel tenue chiarore che di solito aleggiava in un bosco notturno, illuminato solo dalla luna piena; come uno specchio d’acqua di notte.
Un malore, più forte degli altri, l’aggredì come il morso improvviso di un Cobra Reale alla caviglia, facendola urlare di dolore. Voltò il capo di scatto, dietro di sé e per un attimo, scorse quella maledetta nube nera, sottoforma di grossa e lunga serpe, che sembrava averla scambiata per un topolino. Ed effettivamente, seguendo le proporzioni di quella bestia viscida ed immonda, lei era davvero piccola come un roditore. Il mostro – che aveva preso consistenza – l’avvolse fra le sue spire, iniziando a stritolarla. Le grida disperate della sovrana, rimbombarono contro i muri, senza i suoi poteri magici, era una comune fanciulla in grave pericolo.
La serpe non vedeva l’ora d’ingoiarla in un sol boccone e ci sarebbe anche riuscita, se non fosse stato per uno strano rumore alla porta, che per un attimo, coprì il suono tetro dell’organo che infine, smise di suonare. All’improvviso.
Il mostro, tornò ad essere inconsistente come una nube scura, lasciando andare Selvaggia a terra, priva di sensi e mettendosi poi alla ricerca del possibile intruso che aveva interrotto il suo pasto, simulando una fitta nebbia in una stanza.
Fu allora che apparve.
Le porte si spalancarono grazie alla forza di un vortice esterno, distruggendole e sulla soglia, apparve una figura maschile, alta e slanciata, completamente vestita di nero e la pelle bianca come la neve. Parte del volto superiore, era coperto da una maschera di corvo, lasciando intravedere: collo, mento e bocca esangui. I suoi capelli erano penne e piume scure e le sue mani, erano nascoste da guanti di cuoio del medesimo colore. Impugnava una lunga e grossa spada color piombo e la puntava proprio contro al suo nemico, sfidandolo a battersi con lui.
La nube, nel vedere quell’arma antica ed impregnata d’un potere creduto estinto, si dissolse, arrendendosi e lasciando ancora viva, la sua preda; ma era solo questione di tempo prima che tornasse a reclamare la sua vendetta. Ed il cavaliere, lo sapeva bene.

Selvaggia si ritrovò in mezzo alla radura che delimitava la sua amata foresta.
Il vento le sferzava i capelli corvini ed il tessuto di velluto pregiato, della lunga gonna del vestito bordeaux che indossava, mentre il suo diadema invece, rimaneva fermo al suo posto, sulla sua fronte. Possedeva di nuovo i suoi preziosi gioielli. Le punte argentee che coprivano la curva delle sue orecchie “umane”, dono fattogli dall’Erlkönig stesso, per non farla sentire fuori posto al suo fianco, a corte. E le sue amate ballerine di petali di Violette.
Si guardò attorno alquanto spaesata e confusa.
Era sola ed il cielo sopra la sua testa era cupo e scuro, livido di pioggia. Il rumore dei tuoni, era così forte e potente, d’assordarla mentre rimbombavano nell’aria. Un presagio funesto nel linguaggio d’una Strega. Scorse poi, lampi di luce in lontananza. Segno che la tempesta presto l’avrebbe travolta; a meno che, il vento stesso non la portasse via prima… Le sferzate d’aria gelida, erano schiaffi che pizzicavano la pelle.
Finché ad un tratto, nel voltarsi alle sue spalle – verso il bosco – vide la figura di quello che le sembrava un giovane uomo, stagliarsi difronte a lei, rigido come una statua. Completamente vestito di nero, metteva in risaldo il pallore innaturale del suo incarnato; ma la cosa che più la inquietava, era quella sua maschera a forma di teschio di corvo che portava, impedendole di guardarlo dritto negli occhi. Impugnava l’elsa d’una lunga e grossa spada – che non aveva mai visto – mentre l’altra, gliela tendeva, in segno di fiducia.
Eppure, lei non si fidava per niente di lui.
<< Chi sei?! >> Gli urlò, per sovrastare il rumore del vento e dei tuoni, ma lui non rispose. Al contrario, le si avvicinò ulteriormente.
O forse era lei che gli andava incontro. Non sapeva affatto spiegarselo.
Ad un certo punto, era così vicina allo sconosciuto, che quasi percepiva l’aroma del bosco, mischiato a quello di biscotti appena sfornati del giovane.
Che strano odore per un ragazzo, pensò sovrapensiero.
Era alto, quasi quanto Jareth, ma non le donava lo stesso effetto rassicurante. La sua presenza infatti, le incuteva solo disagio. Come se non avesse dovuto essere lì assieme a lui.
Lo sconosciuto le accarezzò una guancia con la mano destra, fino ad arrivare a toccarle la mascella e quando Selvaggia, schiuse le labbra per parlare di nuovo, lela afferrò in un impeto di passione violenta, premendo la bocca sulla sua. In un bacio violento ed appassionato.


*Foto della masche allegata
  
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