Incubi
In
punta di piedi - guardava.
Un bambino - in punta di piedi - guardava.
Lui,
un bambino – in
punta di piedi – guardava.
C’era
il sole, nella grande finestra spalancata sul
giardino, e c’era nebbia. Forse, forse non era nebbia
– fumo -, a saturare
l’aria.
E un’ombra si proiettava attraverso tutto quel fumo, e
le fiamme.
Sì, ricordava ora. C’era il sole, quella mattina,
c’era
fumo a colmare il cielo e c’erano le fiamme, a bruciare
l’aria. E lui era lì,
in punta di piedi col naso schiacciato al vetro.
L’ombra, poi, non la ricordava a causa
di tutto quel fumo denso e trasportato dal vento.
«Spencer, va via da lì».
E sua madre, che fissava l’ombra
sconosciuta attraverso la ragnatela
stanca del viso.
«Spencer, Spencer…»
Lo chiamava ma era un suono atono, assente, come la
luce nei suoi occhi e su quell’ombra che rimaneva oscura.
Il fumo volava in alto divorato dal vento e le fiamme
si muovevano ad incendiare il giorno soleggiato. E l’ombra
indefinita, si
rivelava.
Sì, ricordava ora. C’era il sole, quella mattina,
c’era
il fumo – lontano nel vento – e c’erano
le fiamme, a illuminare l’erba sfatta.
E c’era suo padre, nel
fuoco, a
bruciare i resti di un passato gravoso, corrotto dal sangue.
E c’era sua madre, al di là del vetro, a
seppellire il
ricordo con sguardo stanco, colmo di follia.
Lui, un bambino, guardava con la faccia schiacciata
alla finestra, e un urlo nella mente.
Una luce lacerò il sogno e un viso familiare
ricompose la realtà attorno a lui.
«Hai avuto un altro incubo, ragazzino?» La sua voce
gli
arrivò vicina, da un mondo lontano.
Reid lo guardò per un attimo, poi fu strappato via e
ritornò bambino.
Un’ultima parola - «Ci sono qui io» - e
il fumo, e le
fiamme, e il sole ritornarono ad imprigionargli la mente, rivivendo
ancora il
passato sepolto in lui.
GiUoite,
me approda su Criminal Minds! Ieeh!
Probabilmente verrò linciata all’istante, ma
lasciate
che mi giustifichi. Questa cosa non è proprio sullo stile
del telefilm, però è
molto stile “Reid”, ingripposo
com’è.
Non ci ho pensato precisamente, ma dovrebbe appartenere
ad una scena tagliata dell’episodio sei della quarta serie: Istinti profondi, dove effettivamente il
dottore sogna qualcosa che riguarda il suo passato.
Non è totalmente shonen, ma non sarei nemmeno pronta a
giurare che non lo sia, quindi anche se non c’è
l’avvertimento, leggete tra le
righe, insomma.
Spero vi piaccia e vi facciate sentire, visto che è un
fandom nuovo, per me.
Volevo dedicarla a Memo
che ormai potrei chiamare “altra metà
del mio cervello”, con cui sto
allegramente fanghèrlando su questi due e su tutta al serie
in generale.
Delirio assoluto, lo chiamerei tranquillamente. DonnaH grazie
per: i
consigli, il ruolo di cavia betosa, la roba grafica e blabla; non
temere,
verrai sfruttata ancora a lungo, yees.