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Autore: carachiel    18/07/2019    1 recensioni
Quattro anni dopo la fine del WDC, i fantasmi del passato dovrebbero essere ormai ben lontani. Ma per Hart Tenjo, sono ben più vividi che per chiunque altro.
Eppure è disposto ad andare contro tutto, compresa la Sorte beffarda, pur di recuperare quel che resta. E, in un mondo dove i Numeri sono diventati reali, non sarà semplice.
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Heartland City era un posto ormai pressochè in rovina. Vista dall’alto essa appariva come spenta, priva delle illuminazioni che un tempo l’avevano resa una vera e propria luminaria, tanto che di notte sembrava esserci ancora la luce del sole.
Ora, beh, ora c’erano solo macerie.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christopher Arclight/ Five, Haruto Tenjo/Hart Tenjo, Misael/Mizaeru, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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8 - Venni, Vidi, Fuggii
 

25 Febbraio, ore 10.32
 
“Quindi vi siete alleati… con un Bariano?” Four scosse la testa una volta finito di ascoltare il riassunto dei fatti. “Dio, Chris, da te mi aspettavo un’idea migliore! Anche un serial killer sarebbe stato migliore!”
“Abbassa la voce. Hart dorme.” replicò in tono gelido, per poi tornare a fissare il fratello minore.
“Già, lui…”
“Non una parola di più, Thomas, lo sai benissimo.”
“Come lo consideri, sì, un fratello… Anche più di me.” continuò l’altro roteando gli occhi.
               
Five rimase un istante considerando se rispondere a quell’ultima provocazione, per poi dirsi che era meglio non farlo. Era una ferita troppo vecchia e troppo profonda per sperare di risanarla del tutto.
 
“Sta di fatto che sono proprio Christopher e Hart ad avere maggiori motivi per avercela con me. Se non mi odiano domandati perché.” concluse una voce alle loro spalle
“Mizael” mormorò in tono più dolce V “Non ti aspettavo.”
“Sono appena tornato. E tu sei Four, vero?” mormorò il biondo Bariano rivolgendosi al suddetto mentre si toglieva la giacca.
“Come conosci il mio soprannome?”
“La fidanzata di Hart l’ultima volta che è venuta ha lasciato una pila di riviste di duelli. E casualmente in copertina c’eri tu.”
L’altro fece un sorrisetto arrogante per poi realizzare la prima parte della frase “Come sarebbe a dire una fidanzata? Quella micro pulce ha una…”
“Sì.” confermò Five, come se gli avesse chiesto che tempo faceva “E se non riesci a dire nulla di più intelligente o che non riguardi te stesso…”
Four accusò la stoccata e se ne andò al piano superiore, troppo scioccato per replicare.
 
Five rimase per qualche istante solo con l’altro, e nonostante sul momento avesse disapprovato la replica di Mizael si ritrovò ad ammettere che aveva ragione.
Lui stesso per lungo tempo non si era fidato del bariano prima che la convivenza nella stessa casa lo costringesse a dover instaurare un minimo di rapporto con l’altro.
Per lo stesso motivo intuì quello che stava per dire Mizael.
“Non dirlo.”
“Cosa?” domandò il bariano con aria confusa “Mi stavo domandando dove fosse Hart. Quando sono rientrato non c’era in giardino.”
L’espressione di Five si rilassò visibilmente, mentre gettava un’occhiata verso il piano superiore “Dorme. Anche se pensavo di andarlo a svegliare, se non ricordo male ha un appuntamento.”
“Ne parli come fosse tuo fratello.”
“Perché lo è. Io insegnai a duellare a Kite e per anni vissi a stretto contatto con lui e Hart.” replicò con un’alzata di spalle come fosse un fatto senza importanza.
“Si nota.”
L’altro sembrò non cogliere e mise su un sorrisetto di circostanza – che Mizael avrebbe saputo riconoscere ad occhi chiusi, Five era troppo compassato per lasciarsi andare a un gesto così spontaneo  –.
 
Tuttavia un rumore improvviso di passi precipitosi li interruppe, e fecero appena in tempo a scansarsi che un Hart mezzo vestito e dall’espressione confusa travolgesse i due.
“Hart! Sarei venuto a svegliarti fra poco, ma vedo che sei già sveglio…” mormorò Five staccandosi dal muro contro cui si era scontrato per evitare la foga del suddetto.
“All’incirca…” completò Mizael con gli occhi sgranati mentre guardava il quindicenne che cercava contemporaneamente di addentare una fetta di pane tostato, di sistemarsi la cintura che reggeva i pantaloni cascanti e di ravviarsi i capelli, il tutto senza smettere di sbadigliare.
 
“Mphff…” mugugnò in tutta risposta Hart con la bocca piena, senza smettere di agitarsi convulsamente.
Mizael sospirò e con un cenno gli indicò il salone “Dai, vai a sederti, alla colazione ci pensiamo io e Five. Finirà che ti farai male ad agitarti così.”
“Gulp! Vorrei sapere perché vi siete messi a cianciare proprio sulla porta della cucina!” replicò, inghiottendo bruscamente il boccone.
“Te l’ho detto, non pensavamo…” rispose pazientemente Mizael sparendo nella cucina.
“Sì, ma finirà che farò tardi!” esclamò Hart guardando ansiosamente la pendola.
“Dove avete l’appuntamento?”
“Proprio fuori dalla villa, ma se tardo…”
 
“…Tenjo, quanto ancora pensi di farmi aspettare??”
Per gli occupanti della villa fu come se fosse entrato un tornado. Hart in particolare, si gelò sul posto quando il suddetto tornado si rivelò essere un’adolescente dai capelli lilla legati in due lunghe trecce e un paio di freddi occhi grigi che attraversò il salone a passo di marcia.
 
“Ancora a fare colazione?”domandò squadrandolo mentre sezionava una fetta di torta.
“Buongiorno Ami.” salutò Mizael, per nulla impressionato dalla brusca irruzione della ragazza.
“Mizael… piuttosto, dì a quello squinternato del tuo ragazzo che dovrebbe sistemare le serrature, è bastata una forcina e una pinzetta per aprire il cancello! Sa che detesto aspettare!”
Alla replica della ragazza Five, che stava rialzandosi da sotto uno scaffale diede una zuccata e Mizael scoppiò in una risata forzatissima.
“Arrivo Ami… Vado a prendere le scarpe!” fece Hart correndo verso le scale e quasi travolgendo Byron che procedeva in direzione opposta.
La ragazza annuì e si appoggiò al muro, disponendosi ad aspettare.
L’uomo, adocchiata la ragazza in fondo al salone, sbandò finendo a dare una spallata alla parete.
“Ti conviene…” cominciò Hart
“Sì, mi è passato l’appetito.” concluse l’altro ritornando al piano superiore.
 
“Ami. Tutto bene?” domandò V riemergendo dalla cucina con un sacchetto di ghiaccio premuto sulla nuca.
“Mh, suppongo di sì.”
“Dove volevi portarlo?”
“Guarda che non lo requisisco mica. Comunque, in centro.” replicò la ragazza sulla difensiva.
Five stava per replicare, che Hart scese e salutato sbrigativamente uscì con dietro la ragazza.
 
 
“La tua famiglia non sta bene.” proruppe Ami non appena si furono allontanati abbastanza.
“Lo so.” ammise “Però…”
“Sì, li ami comunque, l’hai già detto, tanto che dovresti dubitarne la veridicità!” replicò mordace.
A quelle parole il quindicenne sbuffò e accelerò il passo.
Stettero per qualche istante in silenzio, procedendo lungo le strade.

“Sai dove stiamo andando?” domandò ad un certo punto la ragazza affiancandolo.
“Conoscendoti, probabilmente verso il centro.”
“E qui casca l’asino. No, volevo portarti al cinema.”
“Quale dei sei di Heartland?” sollevò un sopracciglio Hart.
“Quello vicino al muro di centro città.”
“Ah. A vedere cosa?”
“…Fai troppe domande!”
A quella brusca risposta Hart sbuffò e si rassegnò a seguirla.
 
Camminarono per un lungo tratto con Hart arrancava cercando di tenere il passo della fidanzata finchè, mentre attraversavano una zona piena di grattacieli, qualcosa gli fece drizzare le orecchie e rallentare il passo.
Un boato, lontanissimo, ma perfettamente riconoscibile per il suo udito allenato.
 
“Beh, che ti prende?” domandò Ami girandosi e squadrandolo mentre si guardava attorno.
“Niente, credo di aver sentito…”
“…Il ritardo che faremo se non ti sbrighi!” ringhiò la ragazza prendendolo per un polso e costringendolo a riprendere a camminare.
Hart, di fronte a tale ferrea determinazione abbassò la testa, rialzandola solo quando dopo un poco udì un secondo boato a confermare i propri sospetti.
 
Stringendo i denti spinse Ami in una strada secondaria, intimandole di tacere.
“Ma che-?” protestò
“Shhh…”
La violetta lo guardò con gli occhi sgranati, non prima che un altro boato, questa volta spaventosamente vicino, riecheggiasse tra i palazzi.
“Un Numero.” le mimò senza parlare
“Ma com’è possibile?”
“Non lo s-“ si interruppe non appena vide un’enorme coda scagliosa trascinarsi sull’asfalto proprio in una traversa della strada nella quale stavano transitando e alla cui vista Ami soffocò un urlo mentre Hart si voltava verso di lei.
“SCAPPA!!” urlò iniziando a correre, poco prima che qualcosa facesse crollare come un castello di carte il palazzo lì vicino.
 
“GRRRROAAAASSSSSHH!”
Il ruggito che seguì l’inferno dei calcinacci fu abbastanza per mettere ai due le ali ai piedi, mentre percorrevano di volata le strade accalcate da chi era in fuga come loro.
“Perché non ti fermi e lo combatti!? Sei un Cacciatore di Numeri, per la miseria!!” urlò Ami continuando a correre con le trecce al vento.
“Perché quel coso mi può annientare in un biz, ecco perché!” ansimò Hart schivando con un salto un carretto dello zucchero filato abbandonato.
Corsero alla disperata, con l’adrenalina che gli bruciava nelle vene e la paura di risentire il verso del Numero dietro le loro spalle.
 
 
Non appena furono abbastanza lontani da potersi ritenere al sicuro, si rifugiarono in un vicolo per riprendere fiato.
“Da quel che ho capito nelle mie ricerche i Numeri per rendersi corporei utilizzano il corpo del duellante che li sta utilizzando, se quest’ultimo non ha delle barriere mentali abbastanza forti per evitarlo.” spiegò Hart mentre si toglieva la polvere dai jeans.”In quello stadio è impossibile separare il Numero, e fidati che ci ho provato. L’unica possibilità è fermare il Numero e sperare che il duellante riesca a riprendere coscienza…”
Ami annuì senza comprendere realmente, del resto lei non era una duellante e si era creata un mazzo solo dopo che il fidanzato le aveva fatto notare che andare in giro da sola era pericoloso. E che lei se ne era fregata.
Del resto non aveva un Numero, quindi correva meno rischi.
 
“Aspetta.” gli mormorò mentre lo guardava avviarsi.
“Andiamo, no?” domandò il quindicenne, voltandosi verso di lei.
Ami lo prese per un polso e lo costrinse a girarsi del tutto, schioccandogli un bacio in bocca che fece diventare anche i capelli azzurri di Hart rosso pomodoro.
“Consideralo un ringraziamento per prima. E ricordati che mi devi ancora un cinema!”
Hart incespicò per poi mormorare “Allora… Andiamo a casa?”
“Mi sembra il meno, o vuoi ancora giocare col Numero di prima?”
 
Il ragazzo sbuffò, per poi avviarsi tenendola per mano verso la villa.
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: Un capitolo abbastanza di passaggio, perdonatemi per il ritardo, ma credo che ormai vi siete abituati ai miei ritardi cosmici ^^””” *corre a prepararsi una barriera anti lettori infuriati*
 
 
   
 
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