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Autore: Queen Elsa    19/07/2019    0 recensioni
[BADE]
“Era un amore fragile il nostro ed a un certo punto si è spezzato. Forse, se fossi stata diversa, sarei riuscita a salvarlo. Ma è questo che sono, un pericolo. Come una droga, all’inizio ti piaccio, poi mi ami, divento quasi un’ossessione e alla fine, lentamente ti uccido.” - sussurra.[…] “Perché sei così dura con te stessa e continui a rifilarmi tutte queste cazzate?”- Beck si porta i capelli all’indietro, stanco. Quasi esasperato. Lei non lo guarda, continua a fissare il vuoto. Poi lentamente risponde - “ Sono solo sincera. Tutti quelli che amo finiscono col farsi male. - alza le spalle come se non le importasse - “ Ci ho fatto l’abitudine”.
“Mi ami?”.
Genere: Comico, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beck Oliver, Cat Valentine, Jade West, Robbie Shapiro, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Uffa Jade, mi sono stancata di fare questo gioco! Io voglio sapere la verità sul mio papà!" - sbuffò Milly posando il pupazzetto che le aveva dato Jade e avvicinandosi al letto dove lei stava armeggiando con il suo computer.
La ragazza alzò un sopracciglio squadrando la bambina dalla testa ai piedi. La piccoletta, per tutta risposta, incrociò le braccia e alzò a sua volta il sopracciglio. Jade trattenne una risata, mordendosi il labbro inferiore. Milly si arrampicò sul letto fino a sedersi vicino a lei, continuando a guardarla tutta seria. La ragazza sospirò e fissò i suoi occhi azzurri in quelli verdi della bambina.
"Senti mocciosetta, io non posso dirti che tuo padre guarirà, mi dispiace. Posso solo dirti che anche io ho perso il mio papà quando ero una bambinetta impertinente e rompiscatole come te. Ma crescendo mi sono accorta che in realtà mio padre non se n'è mai andato ed è sempre rimasto con me. Non so che tipo di malattia abbia il tuo, ma adesso non ci devi pensare. Fai in modo di passare tutto il tempo che puoi con lui e ricordati che quando ne avrai bisogno lo troverai sempre qui" - puntò l'indice sul petto della bambina, all'altezza del cuore. Sorrise e la bambina, anche se un po' triste, lo fece a sua volta.
"Anche il tuo papà era malato?" - chiese innocentemente Milly.
"N-no... lui... ha avuto un incidente..." - spiegò a fatica la ragazza, facendo scomparire il sorriso dal suo volto.
Il suo sguardo si perse nel vuoto, mentre quello attento della bambina si posò sullo schermo del pc appoggiato sulle gambe di Jade.
"Perché vi siete lasciati?" - domandò curiosa Milly, toccando con la manina il ginocchio della ragazza.
Lei all'inizio non capì, poi seguendo li sguardo della bambina vide dove i suoi occhi erano andati a posarsi. In qualche modo si era aperta una foto sua e di Beck l'ultimo anno di scuola, alla festa d'istituto. Sinjin, il fotografo in questione, aveva scattato proprio mentre il suo ex ragazzo si stava chinando per baciarla. Quella foto le era piaciuta così tanto che l'aveva anche fatta sviluppare e adesso giaceva in una cornicetta da qualche parte in un baule nella soffitta di casa sua. Era una delle sue foto preferite.
"Non sono affari tuoi." - rispose dopo un attimo Jade, chiudendo di colpo il portatile.
"Oh dai Jade! Non lo dico a nessuno!"
"Ma che t'importa?"
"Sono curiosa... e poi non hai detto che volevi distrarmi dalle cose brutte?"
Jade sbuffò irritata.
"Non ci volevamo bene abbastanza. Il nostro amore è troppo gracile..." - rispose guardando fisso davanti a se. Non poteva crederci, si stava confidando con una bambina.
"Che cosa significa gracile?" - domandò Milly.
"Fragile, qualcosa che si può spezzare facilmente."
"Ma come, non lo sai?" - eccolo, di nuovo il tono che Jade aveva imparato a riconoscere come quello di quando la bambina stava per dire qualcosa di importante e particolarmente maturo. - " Le cose fragili sono le più forti, solo che non lo sanno! Ne sono sicura, me lo dice sempre il mio papà. Io mi metto spesso a piangere e i miei compagnetti di scuola mi prendono in giro, dicono che sono troppo fragile, ma papà mi ha confidato che in realtà sono le cose fragili ad essere le più forti, devono solo credere un po' di più in loro stesse." - concluse incrociando le braccia.
"Non è così semplice." - sospirò la ragazza, poi si voltò di scatto verso Milly -" Ma si può sapere quanti anni hai mocciosetta?!"
"Ne ho quasi sette! Li compio la prossima settimana!"
Jade la guardò meravigliata. Quella bambina era davvero molto matura per la sua età.
"Ragazze è pronta la cena." - Liz aveva aperto la porta della camera e adesso le osservava dalla soglia. Si portó una ciocca di capelli color carota dietro l'orecchio.
"Volevo chiederti scusa Milly, per prima." - aggiunse sottovoce, abbassando la testa.
La bambina le saltò addosso e le stampò un bel bacio sulla guancia. La ragazzina si toccò sorpresa la parte di pelle che sua sorella aveva toccato con le labbra.
"Non fa niente!" - esclamò saltellando - " Adesso andiamo a mangiare! Siii!" - esclamò fiondandosi in cucina.
"Jade tu non vieni?" - chiese Liz, un attimo prima di seguire la sorellina fuori dalla stanza.
"Arrivo... Liz?" - chiamò la ragazzina, che si voltò.- " Hai una sorella davvero speciale. Trattala bene."
Elizabeth annuì per poi correre verso la cucina. I pensieri nella testa di Jade si rincorrevano, troppo veloci per poterli controllare, procurandole un gran mal di testa. Stava per alzarsi dal letto quando sentì il suo cellulare squillare. Osservo il nome lampeggiante sul display annoiata. Perfetto, ci mancava solo un'altra chiamata dal suo agente.
- Pronto? - rispose cercando di avere il tono più innocente del mondo.
- Jade, mio Dio finalmente! Ma dov'eri finita?! Ti avrò chiamata almeno venti volte in questi due giorni. - sbraitò dall'altro capo del telefono l'uomo.
La ragazza sospirò.
- Sono stati dei giorni difficili, Josh. - confessò, massaggiandosi una tempia con due dita. - Perché mi avevi chiamata comunque?
- Si ecco... ti vogliono per un'intervista. So che non ti piacciono, ma purtroppo non possiamo farne a meno Jade. - le comunicò Josh con un tono di scuse.
- Si, lo so. Dimmi cosa devo fare.
Rimase a discutere su data, luogo e i tempi del futuro intervista che sarebbe stata costretta a fare per almeno mezz'ora, mentre prendeva appunti dettati dall'uomo velocemente. Quando finalmente staccò la chiamata la fame le era del tutto passata ed il mal di testa era aumentato a dismisura. Non aveva nessuna voglia di mangiare, ma se non l'avesse fatto Cat avrebbe cominciato a lamentarsi perciò con un sospiro si avviò verso la cucina, sovrappensiero.
~°~°~°~°~°~°~
Era nel letto da un po', con il suo cellulare in mano, scorrendo con il pollice la home del suo profilo TheSlap. Cat, nel letto di fronte, era già nel mondo dei sogni, con le braccia strette alla sua giraffa viola. Sorrise lanciandole un'occhiata. In cucina le due bambine dormivano sul divano, o almeno si supponeva dormissero. I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo da un messaggio. Ovviamente il mittente era Beck.
|Scusa per 
questo pomeriggio
Sbatte le palpebre un paio di volte, poi decise di rispondere.
|Non fa niente.
Non passò neanche un minuto che il suo cellulare vibrò ancora.
|E solo che è 
difficile starti lontano
In altre situazioni questa frase l'avrebbe fatta sciogliere, quella notte invece le provocò solo altro mal di testa. Non rispose continuando a fissare lo schermo del telefono preoccupata, finché non comparì un altro messaggio da parte del ragazzo.
|Che fai?
|Stavo cercando
di dormire.
|Ti sto 
disturbando
quindi?
|Si.
|kay, allora
ti dò solo un'altra 
notizia e ti lascio
dormire
|Sbrigati.
|Presto Andrè
tornerà ad 
Hollywood!
|Wow, grande.
|Era sarcastico?
|No Beck,
sono davvero
felice che André
torni.
|Potremmo
uscire tutti insieme
quando sarà qui
|Si sarebbe
fantastico, posso
dormire adesso?
|Va bene 
signorina 
vado-a-letto-alle-9
|Beck sono le 11.
|Mi arrendo,
buonanotte
|Notte.
Jade appoggiò il cellulare sul comodino accanto al letto, un piccolo sorriso le increspava le labbra. Beck era proprio testardo, ma in fondo era questo che le era sempre piaciuto di lui, il fatto che con la sua testa dura riuscisse a contrastarla e farla ragionare quando sbagliava. Sbatté la fronte contro il cuscino con un verso esasperato. La stanchezza le stava dando alla testa... adesso perché si metteva a pensare a cosa le piaceva di Beck?
Si voltò su un fianco portando una mano sotto il viso e chiudendo gli occhi, cercando di addormentarsi. Stava per cadere tra le braccia di Morfeo quando un manina calda le toccò la spalla, scuotendola gentilmente.
"Jade?" - sussurrò la vocina acuta di Milly.
La ragazza grugnì, portandosi il piumone fin sopra la orecchie. Di questo passo avrebbe passato insonne anche quella notte.
"Jaaade?"
Si tolse la coperta dal viso con un gesto brusco, girandosi a guardare la figura nera che intuì fosse Milly.
"Che vuoi mocciosetta? Torna a dormire!" - esclamò sottovoce.
La bambina strinse al petto un pupazzetto a forma di tigre, avvicinandosi di più a Jade.
"Non riesco a dormire!" - si lamentò -" Mia sorella parla nel sonno, mi fa paura..." - spiegò rabbrividendo.
"E perché vieni a rompere da me? Non puoi dormire con Cat?" - domandò spazientita Jade alzandosi a sedere sul letto.
"Il letto di Cat è piccolo... e poi lei è strana." - disse la bambina toccandosi con l'indice la tempia.
Jade sbuffò di nuovo, gettandosi a peso morto all'indietro sul letto e coprendosi con la coperta.
"E va bene, ma non ti appiccicare e non toccarmi. E soprattutto NON SVEGLIARMI."- acconsentì la ragazza, parlando con la voce ovattata dalle coperte.
Forse la stanchezza l'aveva davvero fatta impazzire. Non solo si metteva a pensare a cosa la attraeva di più di Beck, ma faceva anche dormire una bambina nel suo stesso letto. Rimase immobile per circa cinque minuti, quando sentì delle braccine magre stringerle la vita. Udì la bambina alle sue spalle fare un verso soddisfatto. Lì per lì stava per dirle di scollarsi, poi però ci ripensò e non disse nulla, semplicemente sorrise nel cuscino, stringendo il lenzuolo tra le dita. Si autoconvinse del fatto che non stava cacciando Milly solo perché era troppo stanca ma in realtà, e sapeva che non l'avrebbe mai ammesso, sentire le braccia della mocciosetta stringerla forte la faceva sentire un po' meno sola
  
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